Salute e Benessere
Sanità: Ddl lavoro, le proposte Fnopi per la valorizzare...
Sanità: Ddl lavoro, le proposte Fnopi per la valorizzare della professione infermieristica
Presidente Federazione Ordini audita alla Camera: "Sia fra i lavori usuranti, migliorare criteri selezione, servizi alle donne e stipendi"
"Apprezziamo il disegno di legge del Governo in materia di lavoro. Il Paese sta vivendo un momento storico che vede a rischio la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale e il mutato quadro socio sanitario non consente agli infermieri di operare in modo appropriato per dare risposte adeguate ai bisogni dei cittadini". Lo ha detto Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi - Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche, oggi durante un'audizione in Commissione Lavoro alla Camera, nell'ambito dell'esame del Ddl recante disposizioni in materia di lavoro.
"La Federazione - ha spiegato Mangiacavalli - intende contribuire al dibattito con alcune proposte per valorizzare la professione, prima fra tutte l'inserimento dell'attività dell'infermiere tra i lavori 'usuranti' poiché sempre più esposti alla sindrome da burnout e a situazioni di particolare sovraccarico. Inoltre - ha proseguito - riteniamo che la selezione del personale necessiti di criteri innovativi adatti a individuare soggetti capaci di rispondere alle specifiche esigenze, al di là del bagaglio conoscitivo ed esperienziale, così come auspichiamo modelli organizzativi per favorire la conciliazione tra vita privata e professionale a favore delle infermiere quali l'istituzione di servizi per l'infanzia, asili nido, all'interno delle aziende sanitarie".
"Infine - ha concluso la presidente Fnopi - occorre prevedere misure per lo sviluppo economico e di carriera della professione perché sia maggiormente attrattiva per i giovani, con la massima equità e parità di accesso e progressione tra generi. Non è più rinviabile l'abbattimento delle differenze retributive all'interno dei differenti contratti di lavoro tra pubblico e privato, a parità di responsabilità, funzioni e competenze".
Salute e Benessere
L’ASL di Latina premiata per la parità di genere
Tra le prime Aziende pubbliche in Italia ad ottenere la prestigiosa certificazione
L'ASL di Latina ha fatto storia diventando la prima azienda sanitaria in Italia ad ottenere la certificazione di parità di genere. Questo riconoscimento, conforme alla UNI/PdR 125:2022, posiziona l'ASL di Latina tra le prime aziende pubbliche nel paese ad adottare politiche concrete per garantire l'uguaglianza di genere. Tale successo non solo conferma l'impegno dell'ASL di Latina verso la parità di genere, ma porta anche con sé notevoli vantaggi sia sul piano economico che reputazionale.
Con quattro ospedali e cinque distretti, l'ASL di Latina è un pilastro della sanità locale, con il 66% del suo personale composto da donne. Ancora più significativo è il fatto che il 51% dei dirigenti dell'ASL di Latina sono donne, dimostrando un impegno tangibile nell'incoraggiare la leadership femminile all'interno dell'organizzazione.
Il processo di certificazione
L'Asl di Latina si è distinta come pioniera nell'adozione di politiche volte a ridurre il divario di genere e a favorire la crescita professionale delle donne all'interno dell'organizzazione. Questo impegno ha trovato concreta manifestazione nel processo di certificazione della parità di genere, avviato come parte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Tale processo, guidato dal Comitato Unico Garanzia (CUG), ha rappresentato un vero e proprio impegno collettivo per l'azienda, con un team dedicato che ha lavorato instancabilmente per garantire il successo del percorso.
Il percorso verso la certificazione di parità di genere è stato caratterizzato da una serie di iniziative mirate a promuovere l'uguaglianza di genere in vari settori aziendali. Tra queste, spiccano la formazione specifica per gli auditor interni, finalizzata a sviluppare competenze e sensibilità necessarie per valutare e migliorare le politiche di genere all'interno dell'azienda. Inoltre, è stato istituito un Comitato Guida per implementare e monitorare nel tempo il Piano Strategico sulle Politiche di genere, garantendo così un'impostazione solida e duratura alle azioni intraprese.
Durante il processo di certificazione, l'ASL di Latina è stata sottoposta a un esame dettagliato da parte di un ente certificatore esterno. Questo controllo ha valutato l'organizzazione sotto diversi aspetti, tra cui cultura e strategia, governance, processi legati alle risorse umane, equità retributiva e tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro. Nonostante la complessità e l'attenzione ai dettagli richiesti, l'ASL di Latina ha superato con successo questo esame, ottenendo un punteggio dell'81%, dimostrando così il suo impegno costante nel promuovere la parità di genere e contrastare le discriminazioni.
Prima azienda sanitaria in Italia certificata per la parità di genere
"È motivo di grande soddisfazione per l'azienda sanitaria locale di Latina essere la prima in Italia a raggiungere questo importante traguardo sulla parità di genere", ha affermato con orgoglio Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio. "Le donne sono il doppio dei professionisti nel settore sanitario e il loro impegno quotidiano è fondamentale per garantire la qualità della sanità. Questo ennesimo riconoscimento conferma il nostro impegno a promuovere l'inclusione e la pari opportunità aziendale".
Il commissario straordinario dell’Asl di Latina, Sabrina Cenciarelli, ha espresso un sincero orgoglio per il traguardo storico raggiunto dall'azienda nel campo della parità di genere: “Siamo orgogliosi del traguardo raggiunto, che premia il lavoro di tanti anni sui temi dell’inclusione e valorizzazione di genere, grazie anche al Team aziendale afferente al Dipartimento Staff, che ha saputo indirizzare e valorizzare al meglio le competenze interne”.
La certificazione di genere rappresenta solo l'inizio di un percorso di miglioramento continuo per l'ASL di Latina. Nel prossimo triennio, l'azienda si impegna a concentrarsi su aree specifiche dove possono essere apportati ulteriori miglioramenti. La certificazione non solo rafforzerà la competitività dell'azienda attraverso vantaggi economici diretti e indiretti, come previsto dalla legge 5 novembre 2021, n. 162, ma contribuirà anche a migliorare la reputazione dell'azienda, confermando il suo impegno per l'inclusione e la diversità.
Curiosità
Psicologi e fatturazione: ecco cosa sapere
La gestione della fatturazione è un aspetto spesso tedioso per gli psicologi, poiché implica una comprensione approfondita delle normative fiscali e la capacità di integrare sistemi efficienti e capaci di mitigare gli impegni dovuti agli obblighi burocratici.
Di conseguenza, oltre al continuo aggiornamento in ambito clinico, per i professionisti è altrettanto importante poter accedere a notizie per psicologi sempre aggiornate anche in ambito amministrativo, in modo da poter adempiere ai propri doveri fiscali.
Fattura psicologica: cosa deve includere?
Perché sia conforme alla legge, una fattura psicologica deve includere una serie di elementi che attestino la chiarezza e la completezza dell’informazione. Nella fattispecie, è necessario inserire dati identificativi dello psicologo, dettagli del paziente, descrizione dei servizi forniti, data e totali dettagliati, inclusa l’IVA qualora applicabile.
Inoltre, è importante che ogni fattura sia accompagnata da un numero di registrazione unico che ne faciliti la tracciabilità e l’archiviazione. Non meno importante, bisogna assicurarsi che ogni fattura rispetti i requisiti di privacy e protezione dei dati del paziente, in linea con le normative GDPR vigenti. Per approfondire il tema, è possibile accedere alla seguente fonte delle informazioni sulla fatturazione.
Fatturazione automatizzata
Per risparmiare tempo e gestire le fatture con efficienza, vi sono diverse piattaforme che permettono di automatizzare il processo di fatturazione, riducendo il carico di lavoro manuale e minimizzando gli errori.
Oltre all’emissione automatica delle fatture, è anche possibile accedere a una serie di strumenti che offrono funzionalità di tracciamento dei pagamenti e di reportistica, essenziali per una gestire in maniera adeguata le questioni di natura amministrativa e finanziaria.
Normative e tempistiche di emissione
In Italia, la normativa generale prevede che le fatture debbano essere emesse entro il 15 del mese successivo a quello in cui è avvenuta la prestazione del servizio. Tuttavia, specificatamente per gli psicologi e altri liberi professionisti, le fatture devono essere emesse entro 12 giorni dalla conclusione del servizio reso o dal ricevimento del pagamento.
Si tratta di una disposizione stabilita per garantire la corretta registrazione fiscale e contabile, in linea con i requisiti del sistema di fatturazione elettronica, che è obbligatorio in Italia dal 2019 per la maggior parte dei professionisti, inclusi gli psicologi. Chiaramente, occorre sempre tenersi informati e consultare le novità sulla fatturazione elettronica per il 2024.
Vantaggi della fatturazione elettronica per gli psicologi
L’adozione della fatturazione elettronica offre numerosi vantaggi per gli psicologi, principalmente nel miglioramento della gestione amministrativa e nella riduzione dei tempi di archiviazione.
Il sistema elettronico fornisce una maggiore sicurezza nella trasmissione dei dati e permette una migliore tracciabilità delle transazioni, elemento fondamentale per rispondere con precisione alle eventuali richieste dell’amministrazione finanziaria. Inoltre, la fatturazione elettronica consente agli psicologi di ridurre l’impatto ambientale della loro pratica, eliminando la necessità di utilizzare carta e contribuendo così alla sostenibilità del loro operato professionale.
Implicazioni della non conformità e risorse di supporto
Non adempiere alle normative sulla fatturazione può provocare una serie di sanzioni onerose, inclusi ritardi nei rimborsi fiscali e multe. Di conseguenza, è essenziale che gli psicologi si mantengano costantemente aggiornati sulle ultime disposizioni legali e fiscali.
Per facilitare questo processo, esistono numerose risorse online, come portali dedicati alla professione psicologica e aggiornamenti periodici forniti dai collegi professionali. In tal modo, gli psicologi possono accedere a strumenti e informazioni utili per gestire in sicurezza gli obblighi fiscali, assicurandosi che la loro pratica sia non solo efficace dal punto di vista clinico, ma anche conforme sotto il profilo amministrativo e legale.
In sostanza, l’adeguata gestione della fatturazione, oltre a essere una necessità legale per gli psicologi, si traduce anche in un’opportunità per migliorare l’efficienza e la sostenibilità delle loro pratiche. Mantenendosi informati e sfruttando le tecnologie disponibili, gli psicologi possono trasformare la fatturazione da un compito tedioso a un vantaggio strategico, dedicando più tempo al loro ruolo principale: fornire cure e supporto ai loro pazienti.
Salute e Benessere
Studio, immunoterapia a 2 braccia funziona su artrite...
Una rivoluzione per la terapia dell’artrite reumatoide. Potrebbe arrivare dai risultati di una ricerca italo-tedesca pubblicata su 'Nature Medicine' e siglata dal gruppo della professoressa Maria Antonietta D’Agostino, direttore della Uoc di Reumatologia della Fondazione policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs e ordinario di Reumatologia all’Università Cattolica, e del professor Georg Schett, dell’Università Friedrich-Alexander di Erlangen-Norimberga (Fau).
Lo studio ha esplorato un nuovo possibile approccio terapeutico a questa malattia autoimmune, che consiste nell’organizzare una sorta di appuntamento al buio tra le cellule B e le cellule T, le due protagoniste della risposta immunitaria. L'incontro si conclude con l’eliminazione delle cellule B malate (cioè quelle che producono gli anticorpi responsabili dell’infiammazione e della distruzione delle articolazioni), da parte delle cellule T suppressor. A organizzare questa sorta di 'imboscata immunitaria' è il blinatumomab (o Blina), un immunoterapico già usato per il trattamento di alcuni tumori del sangue. Nel caso dell’artrite reumatoide il suo impiego è sperimentale, ma in questa ricerca ha ottenuto un effetto straordinario e inedito sul piano del risultato terapeutico.
"Nei sei pazienti con artrite reumatoide multi-resistente al trattamento (tra i quali anche una paziente italiana), ai quali è stato somministrato in via compassionevole e sperimentale Blina - spiega D’Agostino - il farmaco ha prodotto un rapido declino dell’attività di malattia, riducendo il livello di anticorpi circolanti e migliorando l’infiammazione dei tessuti sinoviali, come abbiamo documentato all’ecografia, alla Fapi-Pet-Tac e con l’analisi trascrittomica dell’infiammazione della membrana sinoviale. La terapia è stata molto ben tollerata: i pazienti hanno presentato solo un temporaneo rialzo della temperatura alla prima infusione, ma nessun segno di sindrome da rilascio delle citochine". Sofisticate analisi di laboratorio (come la citometria a flusso ad alta dimensione) hanno confermato che il miglioramento clinico è dovuto ad un reset immunitario, consistente nell’eliminazione delle cellule B ‘cattive’ (cioè con la memoria ‘attivata’ a produrre continuamente auto-anticorpi), che vengono rimpiazzate da cellule B ‘buone’.
"Questi risultati, molto promettenti per l’entità della risposta e la tollerabilità del farmaco - commenta D’Agostino - suggeriscono la potenziale utilità di questo approccio terapeutico nelle forme più gravi di artrite reumatoide, resistenti alla terapia. Potrebbe essere l’inizio di una nuova era di trattamento per altre malattie autoimmuni mediate dalle cellule B, dal lupus, alla sclerodermia. La via del T-cell engager per distruggere i linfociti B, produttori di auto-anticorpi, che mantengono lo stato di attività di malattia e responsabili della mancata risposta ai farmaci attualmente utilizzati, potrebbe dunque portare a una nuova maniera di aggredire le patologie autoimmuni, sfruttando l’azione del nostro stesso sistema immunitario. È lo stesso concetto utilizzato dalla terapia con Car-T, nella quale i linfociti T vengono ‘attivati’ per distruggere i linfociti B auto-reattivi”.
Il Blina è un anticorpo monoclonale bispecifico, cioè ‘a due braccia', una forma di immunoterapia che provoca la distruzione delle cellule B ad opera delle cellule T suppressor, facilitandone l’incontro. È insomma un farmaco ‘facilitatore’, che avvicina tra loro queste due categorie di cellule, rendendo più efficace l’eliminazione da parte linfociti T nei confronti delle cellule B ‘deviate’, cioè con la memoria bloccata nella produzione incontrollata di anticorpi rivolti contro le articolazioni, nel caso dell’artrite reumatoide.