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Champagne, da vigneron e Maison fiducia per il 2024 e nuovi...

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Champagne, da vigneron e Maison fiducia per il 2024 e nuovi impegni di filiera

Conferenza stampa a Wine Paris & Vinexpo Paris del Comité

Champagne, da vigneron e Maison fiducia per il 2024 e nuovi impegni di filiera

Insieme, Vigneron e Maison della Champagne hanno saputo prendere decisioni strutturali e hanno avviato numerosi progetti per garantire l’equilibrio della filiera e il successo della denominazione in tutto il mondo. Impegni in tema di normativa e responsabilità sociale, adozione di un nuovo quadro di riferimento per i rapporti contrattuali tra Vigneron e Maison, innalzamento del plafond della riserva, ma anche la realizzazione di un nuovo centro di ricerca e sviluppo a Epernay sono tutte iniziative che dimostrano la determinazione della filiera e la sua fiducia nel futuro. E' un messaggio di ottimismo verso il futuro quello lanciato in occasione della conferenza stampa tenutasi oggi a Wine Paris & Vinexpo Paris, da David Chatillon e Maxime Toubart, co-presidenti del Comité Champagne.

Per affrontare direttamente le sfide connesse con il reclutamento dei vendemmiatori, l’interprofessione ha chiesto espressamente alle autorità di condannare severamente le condotte devianti osservate durante l’ultima vendemmia. Il Comité ha inoltre aperto quattro tavoli di lavoro strategici: accoglienza; condizioni di lavoro, salute e sicurezza dei vendemmiatori; garanzie sull’offerta dei prestatori di servizi; agevolazione del reclutamento. I primi progressi saranno comunicati prima della vendemmia 2024.

“Siamo impegnati a inquadrare più compiutamente questo momento cruciale e a lavorare sui problemi di fondo. L’obiettivo è assicurare lo svolgimento fluido della vendemmia, che, ogni anno, mobilita 100mila stagionali”, dichiara Maxime Toubart, presidente del Syndicat général des vignerons e co-presidente del Comité Champagne. Su altri fronti, l’accordo di riferimento sulla contrattualizzazione della compravendita delle uve in Champagne è stato rinnovato per 5 anni. Si tratta dello strumento che garantisce l’approvvigionamento dei mercati e consolida il meccanismo di compartecipazione al valore.

Da tempo la Champagne agisce e innova per adattarsi a nuove sfide e contesti inediti. Nell’ambito del piano nazionale di tutela del vigneto, il Comité partecipa attivamente alla lotta contro le nuove patologie, in particolare la flavescenza dorata, e si dota di strumenti per assicurare la perennità della viticoltura e a preservare la tipicità e l’eccellenza dello Champagne. Tra questi, la realizzazione di una serra 'insect-proof'. Sarà costruita una serra di nuova generazione, nell’ambito del progetto Qanopée, che vede coinvolta la Champagne oltre alle regioni viticole del Beaujolais e della Borgogna; l’obiettivo è garantire la produzione di viti per il quadrante nord-orientale della Francia. L’inaugurazione è prevista per l’estate del 2024.

Inoltre, l’ampliamento del centro di ricerca, sviluppo e innovazione con sede nella futura Maison de la Champagne a Epernay. I lavori, annunciati lo scorso anno, prenderanno presto il via. Il centro contribuirà alla realizzazione di azioni a favore della qualità e dello sviluppo sostenibile della filiera, grazie ad attrezzature all’avanguardia.

Ancora, l’innalzamento del plafond della riserva interprofessionale. Strumento cruciale per la modulazione della produzione in Champagne, la riserva permette di conservare una parte dei vini prodotti nelle annate favorevoli per essere utilizzati in caso di vendemmie deficitarie. Allo scopo di garantire stabilità nella produzione commercializzabile annualmente e di favorire ulteriormente la resilienza della filiera, il plafond della riserva è stato portato da 8.000 kg/ha a 10.000 kg/ha.

Da oltre 120 anni, i Vigneron e le Maison della Champagne lavorano fianco a fianco per tutelare la denominazione e assicurarne il successo ovunque nel mondo. In linea con la volontà di ampliare la rete mondiale di 'ambasciate', un nuovo Bureau du Champagne aprirà i battenti a Stoccolma in aprile. L’ufficio di rappresentanza della filiera presso i Paesi nordici (Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca) sarà l’interlocutore locale per i media, i professionisti del settore, gli importatori e le istituzioni. L’espansione è giustificata dall’importanza crescente di questi mercati, dove la domanda è in costante ascesa da un decennio (+67%).

I professionisti del settore vinicolo di tutto il mondo dimostrano un forte entusiasmo per lo Champagne. Un recente studio qualitativo ha messo in luce una profonda relazione emotiva con il prodotto, sottolineandone l’unicità. Per rafforzare il loro legame con la denominazione, la formazione riveste un ruolo indispensabile. Per questo il Comité Champagne ha creato un programma completo di certificazione, 'Champagne Education', che punta a formare i professionisti del vino e a potenziarne il ruolo di prescrittori. Il programma è già in via di attuazione, in partnership con scuole di fama internazionale.

Infine, prosegue la lotta per il riconoscimento e la tutela della denominazione Champagne. Nel 2023, dopo numerose e significative vittorie legali contro l’abuso della denominazione, in particolare in Canada e in Italia, lo Champagne ha ottenuto lo status di 'nome notorio' in Cina, primo fra le denominazioni estere nel paese. Si tratta di un progresso di portata eccezionale, che rafforza la tutela contro gli usi fraudolenti del termine Champagne per qualsiasi prodotto, anche laddove figuri in caratteri cinesi.

“I nostri investimenti e i nostri impegni in termini di resilienza sono una priorità assoluta nell’assicurarci gli strumenti con cui garantire l’equilibrio di lungo termine sui mercati e per far sì che lo Champagne rimanga un vino d’eccezione”, commenta David Chatillon, presidente dell’Union des Maisons de Champagne e co-presidente del Comité Champagne. Lo Champagne resta incontestabilmente il riferimento principale per i consumatori. Secondo una ricerca di Ipsos del 2023, lo Champagne incarna sempre lusso e prestigio e gode di un’immagine senza eguali. I consumatori gli attribuiscono un potere emozionale unico, rendendolo la scelta ideale quale simbolo di eleganza e una presenza caratterizzante nei momenti importanti.

L’ottimismo degli champenois è motivato anche dall’evoluzione dei consumi e dei mercati. Oltre ai brut sans année, i consumatori cercano oggi maggior varietà negli assemblaggi e nei dosaggi. La domanda di Champagne rosé all’estero si è quintuplicata nel giro di 20 anni. A fine 2022, questa tipologia rappresenta più del 10% dell’export con 20 milioni di bottiglie. Anche gli Champagne a basso dosaggio (extra brut e pas dosé) fanno segnare un avanzamento, con un incremento dei volumi di quasi 70 volte nell’arco di due decenni (6,4 milioni di bottiglie esportate nel 2022).

L’export rappresenta ormai oltre il 60% del totale delle spedizioni (con 171,7 milioni di bottiglie), contro il 45% di dieci anni fa, sebbene restino da conquistare ancora molti mercati. Se l’80% dello Champagne è tuttora venduto in soli 8 paesi (compresa la Francia), i nuovi mercati, come Canada, Sudafrica e Corea del Sud, mostrano un interesse crescente verso lo Champagne e hanno registrato notevoli progressioni nel corso degli ultimi anni.

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Ostaggi Israele, vertice domenica a Roma e nuove condizioni...

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Il summit per cercare di chiudere l'accordo per il cessate il fuoco a Gaza. Parteciperanno Cia e Mossad

Soldati israeliani - (Afp)

Vertice a Roma, domenica 28 luglio, per cercare di chiudere l'accordo per il cessate il fuoco a Gaza e far tornare gli ostaggi israeliani a casa. E' quanto rivelano Axios e Walla, che citano fonti israeliane e americane. A partecipare saranno il direttore della Cia Bill Burns, il capo del Mossad Dedi Barnea, il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdel Rahman al-Thani e il capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamal.

Il nuovo round di negoziati avviene in un momento cruciale, sottolinea Axios, ricordando che venerdì Benjamin Netanyahu ha incontrato Joe Biden che considera l'accordo fondamentale per la sua "legacy". Alle famiglie degli ostaggi ha infatti ribadito che continuerà a spingere verso questo obiettivo fino alla fine del suo mandato, e queste, dopo l'incontro, a cui ha partecipato anche Bibi, si sono dette più ottimiste.

Le nuove richieste di Netanyahu

L'incontro di venerdì è stato anche l'occasione per discutere le nuove richieste, più severe, di Netanyahu: l'istituzione di un meccanismo di monitoraggio di armi e militanti dal sud al nord di Gaza e il mantenimento del controllo israeliano del confine tra Gaza e l'Egitto. Bibi si è impegnato a far avere entro due giorni una proposta aggiornata ai mediatori degli Usa, Qatar e Egitto per passarla ad Hamas. Le fonti di Axios, però, sottolineano come, anche dopo 3 ore di colloqui, Biden e i suoi consiglieri non sanno ancora se Bibi voglia veramente l'accordo o stia solo guadagnando tempo per evitare il collasso del suo governo.

Riguardo all'incontro di Roma, fonti informate spiegano che non si ritiene che vi saranno negoziati dettagliati sui punti ancora aperti, ma si concentrerà ad individuare una strategia per procedere. Negoziatori israeliani non sperano quindi che a Roma si possa arrivare a una svolta, dubitando che la pressione di Biden abbia convinto il premier ad alleggerire alcune delle sue nuove, severe richieste. "Netanyahu vuole un accordo impossibile, al momento non è disposto a muoversi e quindi potremo andare incontro a una crisi dei negoziati piuttosto che ad un accordo", conclude una fonte israeliana di Axios.

Il team negoziale israeliano dal canto suo è preoccupato che le condizioni aggiuntive recentemente aggiunte dal primo ministro israeliano all'attuale bozza di accordo siano "destinate a causare una crisi", affermano l'emittente Kan e il sito di notizie Ynet citando fonti ben informate. "Lui pensa che se indurisce le posizioni di Hamas le spezzerà, ma sta facendo una scommessa pericolosa sulle vite degli ostaggi. Non c'è più tempo", hanno detto le fonti.

Netanyahu, hanno proseguito le fonti, aveva ''creato aspettative prima del suo viaggio negli Stati Uniti in modo che potessimo migliorare la nostra posizione in seguito''. Il discorso del premier israeliano al Congresso ha deluso i parenti degli ostaggi tenuti in ostaggio da Hamas a Gaza dal 7 ottobre, che speravano si impegnasse a raggiungere un accordo di cessate il fuoco per gli ostaggi.

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Israele, Netanyahu ospite a casa Trump. Il tycoon attacca...

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L'ex presidente Usa: “Non sono stati molto gentili nei confronti di Israele. In realtà non so come una persona ebrea possa votare per lei, ma questo dipende da loro”

Benjamin Netanyahu e Donald Trmp - (Fotogramma)

"Irrispettosa". Così Donald Trump ha definito la dichiarazione di Kamala Harris sulla guerra di Gaza prima di un incontro con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in Florida per discutere del conflitto. Per la vicepresidente degli Stati Uniti e presunta candidata democratica alla presidenza è "tempo che la guerra finisca": "Non possiamo permetterci di restare insensibili di fronte alla sofferenza e non resterò in silenzio", le parole di Harris nella conferenza stampa dopo l'incontro con il primo ministro israeliano.

Cosa ha detto Trump

Il tycoon ha criticato Harris prima dell'incontro nella sua casa di Mar-a-Lago, definendo le sue osservazioni “irrispettose” e prendendola di mira su una questione che ha diviso il partito democratico si legge sul Guardian. “Non sono stati molto gentili nei confronti di Israele”, ha detto Trump. “In realtà non so come una persona ebrea possa votare per lei, ma questo dipende da loro”, ha aggiunto.

Le fotografie hanno mostrato Trump che salutava calorosamente Netanyahu, che sta concludendo una visita di una settimana negli Stati Uniti. Prima dell'incontro, il premier israeliano ha dichiarato di ritenere che la pressione militare su Hamas abbia creato un “movimento” nei colloqui per il cessate il fuoco e che invierà una squadra a un prossimo round di negoziati a Roma. “Il tempo ci dirà se siamo più vicini a un accordo per il cessate il fuoco”, ha dichiarato.

L'incontro è il primo da quando Trump ha lasciato la Casa Bianca nel 2020. I due uomini hanno avuto rapporti tesi in passato dopo che Netanyahu si è congratulato con Joe Biden per la sua vittoria alle elezioni del 2020, un voto che Trump ha sostenuto, senza prove, essere stato manipolato. “Bibi avrebbe potuto rimanere in silenzio. Ha commesso un terribile errore”, aveva detto Trump all'epoca. “Che si fotta”. I due sembrano essersi riconciliati ora. “Abbiamo sempre avuto un buon rapporto”, ha detto l'ex presidente Usa ai giornalisti prima dell'incontro.

I due erano alleati politici in passato. Trump ha dato ampiamente carta bianca a Netanyahu durante il suo primo mandato. Questa settimana ha detto a Fox News che Israele dovrebbe finire la guerra e riportare indietro gli ostaggi “velocemente”. “Stanno venendo decimati da questa pubblicità, e sapete che Israele non è molto bravo nelle relazioni pubbliche”, ha detto Trump all'emittente.

Cosa ha detto Harris

Harris dal canto suo ha cercato di portare avanti la politica di sostegno a Israele dell'amministrazione Biden e al contempo di placare la crescente rabbia dei democratici per il bilancio umanitario del conflitto che ha ucciso 39.000 palestinesi. Quasi la metà dei Democratici al Congresso ha saltato il discorso di Netanyahu alla Camera dei Rappresentanti e decine di persone hanno dichiarato apertamente di volerlo boicottare a causa della guerra.

Harris ha incontrato Netanyahu giovedì alla Casa Bianca, poco dopo che il primo ministro aveva visto Joe Biden. Gli incontri separati hanno evidenziato come la presunta candidata democratica sia diventata sempre più indipendente da quando ha lanciato la sua campagna presidenziale. Allo stesso tempo, gli assistenti hanno cercato di minimizzare il potenziale di cambiamento tra Biden e Harris su Israele. “Il messaggio di Biden e di Harris al premier Netanyahu è stato lo stesso: è ora di concludere l'accordo sugli ostaggi e il cessate il fuoco”, ha scritto Phil Gordon, consigliere per la sicurezza nazionale di Harris.

Harris ha definito l'incontro “franco e costruttivo” e ha affermato che “Israele ha il diritto di difendersi e il modo in cui lo fa è importante”. Ha dichiarato che non interromperà gli aiuti militari a Israele perché “farà sempre in modo che Israele sia in grado di difendersi”. “Quello che è successo a Gaza negli ultimi nove mesi è devastante: le immagini di bambini morti e di persone disperate e affamate che fuggono per salvarsi, a volte sfollate per la seconda, terza o quarta volta. Non possiamo distogliere lo sguardo di fronte a queste tragedie. Non possiamo permetterci di diventare insensibili alla sofferenza. E io non resterò in silenzio”, ha detto.

Harris non ha detto come Netanyahu abbia risposto all'offerta dell'amministrazione Biden di un cessate il fuoco in tre parti che inizierebbe con il ritiro delle Forze di Difesa Israeliane dai centri abitati e con il rilascio di alcuni ostaggi. Non ha risposto alle domande dei giornalisti dopo le osservazioni.

“C'è stato un movimento di speranza nei colloqui per assicurare un accordo su questo accordo”, ha detto Harris. “E come ho appena detto al Primo Ministro Netanyahu, è ora di concludere questo accordo. Quindi, a tutti coloro che hanno chiesto un cessate il fuoco e a tutti coloro che desiderano la pace, vi vedo e vi sento”. Ha detto di aver espresso la sua “seria preoccupazione per l'entità delle sofferenze umane a Gaza, compresa la morte di troppi civili innocenti, e ho espresso chiaramente la mia seria preoccupazione per la terribile situazione umanitaria”.

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Trump riceve Netanyahu a Mar a Lago: “Se non vinco si...

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L'ex presidente: "Non ci siamo mai stati così vicini dalla Seconda Guerra Mondiale"

Trump e Netanyahu - La foto condivisa su X dal premier israeliano

Se non vinco le elezioni a novembre, si rischia una "Terza Guerra Mondiale" in Medio Oriente. Lo ha detto Donald Trump accogliendo oggi, 26 luglio, a Mar a Lago il premier israeliano Benjamin Netanyahu e la moglie Sarah.

Il candidato repubblicano alla Casa Bianca ha salutato calorosamente il leader israeliano e la moglie sulla soglia della sua residenza, con baci e strette di mano prima di posare dicendo ''facciamoci una bella foto'' insieme ai due ospiti. "Che onore. Entrate, entrate", ha detto Trump a Netanyahu e alla moglie. "Ci sei mancato", ha commentato Sara Netanyahu, mentre Trump ha parlato della "cena più bella che abbia mai fatto", forse riferendosi a un precedente incontro mentre lui era alla Casa Bianca.

Trump e Netanyahu hanno poi guardato la foto di uno dei bambini Bibas, rapiti dal kibbutz Nir Oz il 7 ottobre da Hamas, su richiesta del loro nonno Eliyahu Bibas. "Ci occuperemo di questo", ha commentato Trump.

"Se vinciamo, sarà semplice, tutto funzionerà e sarà molto veloce - ha quindi affermato l'ex presidente ai giornalisti all'inizio dell'intervento - se non vinciamo, finiremo per avere grandi guerre in Medio Oriente forse una Terza Guerra Mondiale".

"Siamo più vicini ad una Terza Guerra Mondiale oggi di ogni altro momento dopo la Seconda Guerra Mondiale, non lo siamo mai stati così vicini, perché abbiamo persone incompetenti che guidano il nostro Paese", ha detto ancora Trump. Quindi ha aggiunto: "Non so come un ebreo possa votare" per Kamala Harris. "Non sono stati molto gentili nei confronti di Israele".

Riguardo poi alla sua relazione con Netanyahu, che sarebbe stata abbastanza fredda negli ultimi anni, il tycoon ha detto "nessun presidente ha fatto quello che ho fatto io per Israele". Lo ha affermato l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump incontrando il primo ministro israeliano Benjamin 'Bibi' Netanyahu e sua moglie Sarah nella sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida. "Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto e se non l'ho avuto, ho un'arma segreta. Sai qual è? Sarah", ha aggiunto Trump appoggiando le mani sulle spalle della moglie di Netanyahu. "Ho Sarah. Finché avrò Sarah, questo è tutto ciò che conta", ha continuato Trump. E infine ha affermato che "non è una situazione accettabile" quella degli ostaggi ancora in mano ad Hamas: "Devono essere riconsegnati immediatamente".

Netanyahu: "Spero troveremo accordo, manderò delegazione a Roma"

"Spero che troveremo un accordo" sulla Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi, "il tempo ce lo dirà", ha dichiarato il primo ministro israeliano durante l'incontro con Trump al quale ha confermato che invierà un team a Roma all'inizio per colloqui sull'accordo sugli ostaggi.

"Siamo certamente ansiosi di avere un accordo e ci stiamo lavorando. C'è stato qualche movimento dopo la nostra pressione militare. Spero che ci saranno sufficienti movimenti per concludere un accordo", ha detto Netanyahu.

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