L’innovazione sociale come chiave per affrontare le sfide globali
A 16 organizzazioni il “Social Innovation Awards”
Viviamo in un'epoca di crescenti sfide globali, da conflitti violenti e tensioni geopolitiche a incertezze economiche e preoccupazioni climatiche. In questo contesto polarizzato, la fiducia nel mondo è in declino. Tuttavia, in mezzo a queste difficoltà, la Fondazione Schwab per l'Imprenditoria Sociale ha riconosciuto il valore di 16 organizzazioni che, con approcci innovativi, stanno contribuendo a rigenerare la fiducia e a plasmare società più inclusive, eque e sostenibili.
La Fondazione Schwab per l'imprenditoria sociale
Per oltre un quarto di secolo, la Fondazione Schwab ha agito come catalizzatore di modelli eccezionali di innovazione sociale. I 16 vincitori di quest'anno si uniscono a una comunità di 477 campioni che, con il loro lavoro collettivo, hanno migliorato la vita di 891 milioni di persone dal 1998. Questo riconoscimento è più che un premio; è un segno che il cambiamento positivo è possibile quando la comunità globale si unisce.
Negli ultimi tre anni, le organizzazioni insignite degli Schwab Awards hanno generato un valore economico straordinario, raggiungendo la cifra di 902 milioni di dollari. Questi benefici si diffondono dai villaggi rurali in Africa alle megalopoli in Asia e America Latina, alle parti svantaggiate del Nord America e dell'Europa. A livello globale, gli innovatori sociali stanno implementando modelli ad alto impatto in oltre 190 paesi, ponendo il bene comune al di sopra del profitto.
Globale è la parola chiave, poiché gli innovatori sociali stanno estendendo i loro modelli ad alto impatto in oltre 190 paesi. Questa diffusione è guidata dal principio di mettere lo scopo prima del profitto, dimostrando che è possibile conciliare gli obiettivi sociali con quelli economici. Lavorando in collaborazione con le comunità, gli innovatori sociali dimostrano che la fiducia può essere ricostruita. Questa collaborazione instilla l'agenzia tra individui o gruppi, permettendo loro di sviluppare soluzioni a problemi cronici. In un mondo dove la sfiducia è diffusa e meno di un terzo delle persone è disposta a collaborare con chi ha opinioni diverse, l'approccio bottom-up sta cambiando le dinamiche di potere radicate.
I premi per l’innovazione sociale
Quest'anno, i premi Schwab hanno abbracciato organizzazioni che affrontano questioni cruciali come assistenza sanitaria, istruzione, finanza, emancipazione di donne e giovani, riduzione della povertà e impatto dei cambiamenti climatici.
Ad esempio, la Financing Alliance for Health sta aiutando i governi africani a stabilire programmi sanitari autonomi, riducendo la dipendenza dalle agenzie di sviluppo esterne. La Fondazione Colombiana Mi Sangre lavora individualmente con i giovani, fornendo loro le competenze necessarie per guidare il futuro del loro paese.
Altre organizzazioni sono all'avanguardia di progetti unici, come il riciclaggio di dispositivi elettronici per l'istruzione in Medio Oriente, la gestione responsabile delle foreste amazzoniche dei popoli indigeni, la promozione dello sviluppo giovanile attraverso lo sport e l'accesso a servizi legali nelle comunità più svantaggiate dell'Africa rurale.
I vincitori del premio per quest'anno sono stati riconosciuti in quattro categorie distintive, ognuna mirante a celebrare e promuovere un aspetto specifico dell'innovazione sociale:
imprenditori sociali: si distinguono per l'uso di approcci innovativi e orientati al mercato per affrontare direttamente le questioni sociali
- Ajaita Shah, Frontier Markets (India)
- Mohamed Amine Zariat, Tibu Africa (Marocco)
- Catalina Cock Duque, Fundacion Mi Sangre (Colombia)
- Gerald Abila, BarefootLaw (Uganda)
- Rudayna Abdo, Thaki (Libano)
- Shuchin Bajaj, Ujala Cygnus Hospitals (India)
- Temie Giwa-Tubosun, Gruppo LifeBank (Nigeria)
- Xia Li, Shenzhen Power-Solution (Cina)
innovatori sociali pubblici: operano all'interno dei governi o delle organizzazioni internazionali e utilizzano il potere dell'innovazione sociale per creare un bene pubblico attraverso politiche, regolamentazioni o iniziative pubbliche
- Chantal Line Carpentier, UNCTAD (Svizzera)
- Ibu Vivi Yulaswati, Ministero della Pianificazione Nazionale (Indonesia)
- Juan Manuel Martinez Louvier, Instituto Nacional de la Economia Social (INAES)
innovatori sociali aziendali: leader all'interno di aziende multinazionali o regionali che guidano lo sviluppo di nuovi prodotti, servizi, iniziative o modelli di business volti ad affrontare sfide sociali e ambientali
- Saugata Banerjee, EssilorLuxottica (Singapore)
- Ruchika Singhal, Medtronic LABS (USA)
innovatori sociali collettivi: organizzazioni che, riunendo risorse, competenze e prospettive diverse, lavorano insieme per sviluppare soluzioni innovative e sostenibili per sfide sociali e ambientali critiche.
- Financing Alliance for Health (Kenya), guidato dal CEO Angela Gichaga.
- Amazon Sacred Headwaters Alliance (Cuencas Sagradas Amazonicas), guidato dal CEO Angela Gichaga.
- StriveTogether (Stati Uniti), codiretto da Jennifer Blatz, Presidente e CEO, Vanessa Carlo-Miranda, Chief Operating Officer, e Colin Groth, Chief Advancement Officer.
In un mondo in rapida evoluzione, questi superatori sociali del 2024 sono un faro di speranza, dimostrando che l'innovazione sociale è la chiave per affrontare le sfide del nostro tempo e creare un futuro migliore per tutti.
Sostenibilità
Carbon capture, buone notizie dalla Germania
Tecnologie come quella della carbon capture rappresentano un tassello fondamentale della lotta al riscaldamento globale. Se perfezionati, questi dispositivi possono infatti ingabbiare l’anidride carbonica prodotta dall’uomo, riducendo il potenziale inquinante di molte delle nostre attività. Un gruppo di ricerca dell’Università di Düsseldorf ha risposto all’appello con una proposta originale. Gli scienziati avrebbero sintetizzato un nuovo composto, che potrebbe rendere molto più efficienti i processi di cattura dell’anidride carbonica. Lo studio è stato pubblicato su “Nature Communications”.
Sostenibilità
Agricoltura, Farming for Future: su quella biologica bene...
L’agricoltura biologica in questi giorni è in primo piano nel dibattito europeo
L’agricoltura biologica in questi giorni è in primo piano nel dibattito europeo. La Corte dei Conti europea, infatti, ha posto l’accento su un nervo scoperto della politica agricola comune, in attesa di una riforma complessiva del sistema agricolo a cui sarà chiamata la nuova legislatura europea. La Fondazione Farming for Future "guarda con attenzione alla relazione della Corte perché ha messo a fuoco l’importanza di prevedere politiche di lungo respiro che tengano conto anche degli obiettivi ambientali e di mercato".
La Corte, infatti, ricorda la Fondazione, "ha espresso preoccupazioni riguardo al sostegno di Bruxelles all’agricoltura biologica, evidenziando le carenze strategiche e l’assenza di obiettivi definiti per il 2030, in un mercato che rimane ancora confinato a una nicchia. In tale scenario, anche la PAC è stata posta sotto i riflettori della Corte, accusata di non soddisfare a pieno gli obiettivi ambientali e climatici dell'Ue, in particolare per quanto riguarda i piani nazionali. In risposta, la Commissione ha confermato il proprio sforzo nel perseguire gli obiettivi legati allo sviluppo dell’agricoltura biologica, nonostante i fattori esterni, come la guerra in Ucraina, che ne stanno rallentando il progresso".
In questo contesto, partendo da un’analisi di ciò che serve per definire una politica agricola europea davvero efficace per sviluppare il settore primario, la Fondazione Farming for Future, nata con il supporto del CIB-Consorzio Italiano Biogas, offre una strada che si propone di integrare agricoltura, industria e ricerca attraverso un percorso condiviso con tutti gli attori chiamati ad attuarla.
“La Fondazione si concentra sugli strumenti concreti che permettono all’agricoltura di abbattere le emissioni piuttosto che le produzioni, chiamando in causa tutti coloro che dovranno farsi carico della sfida.”, commenta la Presidente Diana Lenzi. “Se tutti siamo d’accordo con l’obiettivo di ridurre le emissioni e l’uso della fertilizzazione di sintesi, la ricetta per raggiungere questa sfida a mio avviso non risiede tanto ad esempio nell’estensione delle aree dedicate al biologico, ma in un cambio di paradigma nella gestione del suolo e nella filiera di produzione agricola che, come propone la Commissione, deve guardare tutto il percorso, dal campo alla forchetta”.
Le sfide del settore primario sono molteplici e su più campi: quello alimentare, energetico e digitale. Come ogni “transizione multipolare” bisogna valorizzare tutte le risorse già esistenti per poter accelerare il percorso con il minor costo per coloro che devono attuarla. In questo senso, il modello proposto dalla Fondazione può essere letto da diverse angolazioni. Partendo da ciò che residua, ad esempio, dal processo di digestione anaerobica per la produzione di biogas e biometano otteniamo il digestato. Un sottoprodotto che ha dimostrato di essere un ottimo fertilizzante organico e di svolgere un ruolo cruciale per la fertilità dei suoli, che potrebbe fornire un supporto prezioso anche in agricoltura biologica.
Per questo motivo nel monito della Corte, la Fondazione riconosce anche un richiamo all’impianto generale su cui la Farm to Fork pone la sua ratio. “La sfida per l’agricoltura biologica europea per svilupparsi efficacemente deve considerare le agricolture che si svolgono nei diversi Stati, proponendo misure che rappresentino davvero una sintesi delle esigenze, attraverso approcci replicabili. Partendo dall’esperienza italiana e dal modello che abbiamo costruito possiamo davvero ridurre le emissioni, preservando la competitività del settore. Il digestato, in questo senso, così come la diffusione di pratiche innovative che consentono di ridurre gli input per unità di prodotto finito, rappresentano una soluzione chiara. Con il lavoro della Fondazione che spinge sulla ricerca e sul trasferimento tecnologico e di esperienze in ambito agricolo, auspichiamo di poter diffondere e ampliare la voce degli agricoltori italiani affinché la prossima Commissione europea e il lavoro del nuovo Commissario Hansen portino a importanti passi in avanti e un cambio netto di rotta. Solo partendo da ciò che c’è e funziona si possono costruire politiche efficaci, volano per gli investimenti e per lo sviluppo. La riforma della PAC non è esclusa da questa riflessione. E’ fondamentale che l’agenda europea adotti una visione strategica di lungo periodo, che guardi ai diversi mercati a cui si rivolge l’agricoltura per costruire un settore efficiente ed equo, in grado di affrontare le sfide future”, conclude Lenzi.
Sostenibilità
Come si comunica la sostenibilità? Il valore di un report...
L'intervento di Livio Livi, fondatore di SostenibileOggi
Un bilancio di sostenibilità agile, flessibile, che usi un linguaggio in grado di arrivare ai diversi portatori di interessi. Livio Livi, una vasta esperienza come Amministratore ed Executive nel settore energetico e uno dei fondatori del progetto SostenibileOggi, analizza il complesso momento storico delle aziende, chiamate a fare un passo in avanti sulla comunicazione della sostenibilità, in corrispondenza con l’entrata in vigore della direttiva CSRD. Non basta più quindi reperire delle informazioni sulla sostenibilità, c’è uno step da compiere in termini di comunicazione.
"È un passaggio indispensabile. Si deve far capire appunto che non è sufficiente il reperimento delle informazioni ma che queste vanno a loro volta comunicate al meglio. Siamo in momento di trasformazione, con due motori di cambiamento: uno è tecnologico, la tecnologia cambia il nostro modo di produrre, c’è la digitalizzazione della nostra società con l’IA che modifica il modo di relazionarsi e reperire informazioni ma ci sono diverse tecnologie – nanotecnologie, neuroscienze, genetica – che assieme stanno cambiando il nostro contesto", spiega Livi.
La trasformazione avviene in tutti i settori in tutto il mondo, in contemporanea. "C’è anche una rivoluzione culturale, sintetizzata nella parola “Sostenibilità”, cui mettere mano: capire come sono cambiati i valori, le aspettative, i comportamenti degli individui e delle comunità nel senso di un diverso equilibrio con l’ambiente, le comunità sociali ed economiche. È fondamentale per la loro credibilità che le aziende sappiano dimostrare di saper gestire questo cambiamento, rendendolo un’occasione di sviluppo".
Non c’è questo tipo di comprensione anche nelle grandi aziende? "Questo passaggio storico va vissuto da parte delle imprese in modo positivo. E quindi, si deve saper comunicare i risultati raggiunti nella giusta direzione. Questa comunicazione deve avvenire a 360 gradi, sia internamente, per guidare il management interno e i dipendenti, ma anche esternamente, ossia verso chi ha delle relazioni aperte con l’azienda, ossia le istituzioni, i fornitori, i clienti".
L'intervista completa su SostenibileOggi.it