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Protesta agricoltori assedia l’Europa, trattori...

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Protesta agricoltori assedia l’Europa, trattori bloccano i valichi di frontiera tra Olanda e Belgio

Dopo l'assedio del giovedì nero di ieri a Bruxelles non si fermano le manifestazioni degli agricoltori

La protesta dei trattori (Afp)

Non si ferma l'ondata di proteste degli agricoltori in Europa. Le autorità locali hanno riferito questa mattina al Guardian che diversi valichi di frontiera tra Belgio e Olanda sono stati bloccati, dopo il giovedì nero con l'assedio a Bruxelles. Anche se nella capitale belga il traffico è tornato relativamente fluido, le province di Brabant, di Lussemburgo e Hainaut, così come parte delle Fiandre, sono ancora interessate dalla protesta. Marc Fesneau , ministro francese dell'Agricoltura, ha detto che gran parte della crisi è alle nostre spalle, ma che restano ancora da risolvere i nodi che hanno fatto scattare la protesta.

"E' arrivato il momento di togliere i blocchi. Il segnale è stato dato", ha chiesto il premier belga, Alexander De Croo dopo la riunione di ieri con i rappresentanti di categoria. "Li abbiamo ricevuti a livello federale e anche a livello europeo. Oggi sarà il turno del governo fiammingo. C'è l'impegno a continuare a lavorare insieme nelle prossime settimane", ha affermato. "In queste ultime ore molti centri di distribuzione sono stati liberati, in seguito alla prima concertazione". Ma i centri di distribuzione delle catene Colruyt, Delhaize e Lidl continuano a essere bloccate. "E' inevitabile che mancheranno prodotti sugli scaffali, quelli provenienti dai centri di distribuzione di Ollignies e Gjislenghien", ha comunicato la catena di supermercati Colruyt.

Von der Leyen: "Potete contare sul sostegno dell'Europa"

"Gli agricoltori svolgono un ruolo essenziale nella società europea" ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ieri a Bruxelles, incontrando i rappresentanti delle organizzazioni degli agricoltori, insieme ai primi ministri dei Paesi Bassi e del Belgio. "Sono attori chiave nell'assicurare l'uso sostenibile delle risorse naturali e contribuiscono positivamente al nostro commercio estero. Hanno dimostrato una notevole resilienza, ma restano delle sfide. Possono contare sul sostegno dell'Europa". La categoria può contare su "390 miliardi di euro dalla Politica agricola comune - continua -, nel 2023 l'Ue ha dato assistenza straordinaria per oltre 500 milioni di euro agli agricoltori più colpiti dalla crisi. Naturalmente, dobbiamo difendere gli interessi legittimi dei nostri agricoltori negli accordi commerciali. Lavoreremo con la presidenza belga su una proposta per ridurre gli oneri amministrativi" che pesano sulle imprese del settore primario.

L'intervento di Macron: "Serve un'Europa più forte"

Per "proteggere i ricavi" degli agricoltori europei "serve un'Europa più forte", specie nei confronti della grande distribuzione, che ha un potere molto forte sul mercato. Lo sottolinea il presidente francese Emmanuel Macron, che ha dedicato buona parte della conferenza stampa finale del Consiglio Europeo ai temi dell'agricoltura, alla luce delle proteste degli agricoltori, particolarmente forti in Francia, dove il settore primario ha un peso importante. "Ho chiesto alla presidente della Commissione Europea - afferma - di lavorare alla revisione strategica, per assicurare a livello europeo che non ci sia un aggiramento" delle norme francesi da parte di "centrali d'acquisto" poste fuori dai confini nazionali. "Abbiamo visto in questi ultimi anni che determinati distributori si sono organizzati a livello europeo con centrali d'acquisto e che, mediante queste ultime, cercano di aggirare la legge francese". In fondo, "occorre un'Europa più forte e più concreta, per tutelare i redditi dei nostri agricoltori", che vogliono "poter vivere del loro lavoro", producendo "alimenti di qualità".

Il governo francese vuole inserire in una legge l'obiettivo della sovranità alimentare come ha annunciato il primo ministro Gabriel Attal. "Vogliamo essere sovrani, sovrani per coltivare, sovrani per raccogliere", ha detto Attal, spiegando che l'obiettivo è mantenere l'autonomia" dell'agricoltura francese, pur mantenendo il legame con l'estero. La parola d'ordine, ha dichiarato, è "produrre e proteggere".

Attal ha anche promesso uno stanziamento di due miliardi di euro per prestiti agli agricoltori e un impegno di 150 milioni di euro per ridurre il carico fiscale degli agricoltori. Dal ministro dell'economia Bruno le Maire arriva la promessa di controlli a tappeto sulle catene di supermercati per reprimere eventuali frodi sulla legge Egalim per la protezione dei redditi degli agricoltori, ma anche per verificare che i prodotti venduti come d'origine francese lo siano veramente. Parigi si oppone, inoltre, al trattato commerciale fra l'Ue e i paesi latino americani del Mercosur. "La Francia non intende accettare questo trattato" ha dichiarato il primo ministro.

In Germania eliminazione graduale esenzioni fiscali gasolio per agricoltori

Il Bundestag tedesco ha approvato, insieme al bilancio per il 2024, l'eliminazione graduale delle esenzioni fiscali per l'acquisto di gasolio da parte degli agricoltori che, contro questo provvedimento, sono scesi in piazza bloccando, con i loro trattori, le autostrade e le strade del Paese. La legge, che accompagna il bilancio su cui si ripercuote, dovrà ora essere approvata al Bundesrat che si riunirà la prossima volta il 22 marzo. Il Presidente dell'Associazione degli agricoltori tedesca, Joachim Rukwied, ieri ha lasciato intendere che i rappresentanti dei Land al Bundesrat potrebbero frenare l'iter. "L'aumento delle tasse sul diesel agricolo deve scomparire", ha ribadito.

Fino a ora, gli agricoltori hanno ricevuto un rimborso parziale della tassa sul gasolio del 21,48 per cento al litro. Nel tentativo di coprire il buco di bilancio per il 2024 che si è creato dopo il no della Corte costituzionale all'impiego dei fondi avanzati dalla lotta al Covid per gli obiettivi per il contrasto alla crisi climatica, il governo ha in prima battuta eliminato lo sconto. E poi, in seguito alle proteste degli agricoltori, ha accettato di procedere in modo graduale da qui al 2026 e anche ci cancellare l'abolizione dell'esenzione delle tasse per l'acquisto di mezzi agricoli.

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Ucraina, Kiev chiede ‘istruttori’ Nato. Usa...

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Il quadro del New York Times: l'Ucraina chiede aiuto per l'addestramento sul proprio suolo

Combattimenti in Ucraina

I paesi membri della Nato si avvicinano all'invio di truppe in Ucraina. L'obiettivo dell'Alleanza è mandare istruttori per addestrare le forze armate di Kiev impegnate da oltre 2 anni nella guerra contro la Russia. E' lo scenario che prospetta il New York Times, evidenziando che la decisione che potrebbe avvicinare Stati Uniti e Europa ad un coinvolgimento più diretto nel conflitto.

La richiesta di Kiev alla Nato

Il quotidiano americano fa riferimento ad una richiesta esplicita avanzata dall'Ucraina. Nelle ultime settimane, la situazione sul campo è peggiorata decisamente per il paese guidato dal presidente Volodymyr Zelensky, costretto a fare i conti con la carenza di uomini e in attesa dell'arrivo di tutte le armi che gli Stati Uniti si sono impegnati a inviare con l'ok al maxi pacchetto da 61 miliardi di dollari.

Kiev, quindi, ha chiesto agli Usa e alla Nato aiuto determinante per l'addestramento di 150mila nuove reclute, destinate a rinforzare i reparti al fronte in tempi brevi. Kiev, come è noto, ha da poco varato una nuova legge che consente di mobilitare decine di migliaia di uomini di 25-26 anni. Alla richiesta, secondo il New York Times, gli Stati Uniti finora hanno risposto in maniera negativa. Il quadro però è destinato a cambiare, come afferma il generale Charles Q. Brown Jr., Capo di Stato maggiore congiunto delle Forze armate : "Ci arriveremo nel tempo".

Ora, aggiunge rispondendo ai reporter nel volo verso Bruxelles, inviare personale significherebbe "mettere in pericolo un gruppo di istruttori Nato" e costringerebbe a usare sistemi di difesa per proteggere i tranier e non vitali infrastrutture in aree critiche del paese.

L'apertura di Macron, le posizioni di Estonia e Lituania

Nell'ambito della Nato, oltretutto, gli Usa sarebbero chiamati a contribuire alla difesa da eventuali attacchi nei confronti degli istruttori: vorrebbe dire, in sostanza, coinvolgimento nella guerra. Finora, gli Usa hanno partecipato ad attività di addestramento degli ucraini in America, in Polonia e in Germania. Il trasferimento dei reparti di Kiev all'estero, però, rallenta le operazioni. Contemporaneamente, l'addestramento condotto autonomamente dall'Ucraina non si starebbe rivelando particolarmente efficace.

Il tema dell'invio di soldati Nato in Ucraina è tornato d'attualità con le recenti dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron, che da febbraio prospetta un'ipotesi che non può essere esclusa a priori. "Nulla può essere escluso", ha detto Macron, evidenziando in ogni caso che l'invio sarebbe legato a due condizioni imprescindibili: lo sfondamento della linea del fronte da parte della Russia e l'esplicita richiesta da parte di Kiev.

Lo scenario è stato scartato in maniera esplicita da quasi tutti gli altri leader: Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, ha detto e ripetuto che nessun soldato americano metterà piede in Ucraina.

In Europa, alcuni paesi hanno assunto una linea diversa, in particolare dopo l'annuncio di Vladimir Putin: il presidente russo dieci giorni fa ha preannunciato esercitazioni con armi nucleari, che potrebbero anche andare in scena al confine con l'Ucraina.

A stretto giro a Lituania non ha escluso l'invio di truppe per favorire l'addestramento delle forze armate ucraine. L'Estonia si è spinta oltre, prospettando la presenza di propri soldati nell'Ucraina occidentale, lontano dal fronte e dal cuore del conflitto, per consentire a Kiev di aumentare il numero di uomini in prima linea.

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Ucraina, Nato: “Russia non ha numeri per sfondare a...

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Il generale Cavoli, comandante delle forze Nato in Europa: "Gli ucraini reggeranno"

Bombe su Kharkiv (Afp)

I russi non hanno "né i numeri né la capacità per una svolta strategica" in Ucraina nella nuova fase cruciale della guerra caratterizzata dall'offensiva nella regione di Kharkiv. Parola di Christopher Cavoli, il generale americano comandante supremo delle forze della Nato in Europa, che ha fatto il punto dopo una riunione del Comitato militare dell'Alleanza a Bruxelles.

Il quadro: la Russia non può sferrare un maxi attacco

"So che i russi non hanno i numeri necessari per una svolta strategica - ha dichiarato Cavoli -. Non hanno l'abilità e la capacità di farlo, di operare sulla scala necessaria per sfruttare qualsiasi svolta per un vantaggio strategico". Ma, ha poi riconosciuto, "hanno la capacità di fare progressi locali e ne hanno fatti alcuni".

La valutazione del generale deriva da "contatti molto stretti con i nostri colleghi ucraini, e sono fiducioso che manterranno la linea", ha aggiunto. Nonostante la Russia stia premendo lungo i fronti con l'Ucraina e abbia recentemente lanciato un attacco contro Kharkiv, Cavoli ha detto di non essere sicuro che si tratti di un'offensiva estiva su larga scala da parte di Mosca.

Putin e la zona cuscinetto

In effetti, analisti e esperti ipotizzano che le manovre nella regione di Kharkiv mirino a creare una 'zona cuscinetto', a cui ha fatto più volte riferimento anche il presidente russo Vladimir Putin. La Russia, con le penetrazioni compiute nell'ultima settimana, ha aumentato la distanza tra l'artiglieria ucraina e i propri territori, limitando le possibilità di raid di Kiev.

L'obiettivo 'minimo' russo, insomma, sarebbe a portata di mano e questo spiegherebbe anche il rallentamento delle operazioni nelle ultime ore. Il generale, con un approccio prudente, ha sottolineato che "per capire se un'offensiva è stata fermata o meno ci vuole un po' di tempo".

Non va sottovalutata poi la capacità ucraina di arginare le azioni nemiche, grazie anche alle armi e ai mezzi in arrivo dagli Usa. Cavoli ha evidenziato che, dopo il varo del pacchetto di aiuti militari da 61 miliardi di dollari per Kiev, gli ucraini stanno ricevendo "grandi quantità di munizioni, grandi quantità di sistemi di difesa aerea a corto raggio e grandi quantità di veicoli blindati".

Dal canto suo, il presidente del Comitato militare della Nato, l'ammiraglio Rob Bauer, ha affermato che, sebbene la Russia abbia fallito nel suo tentativo di schiacciare l'Ucraina, non dovrebbe essere sottovalutata. Negli oltre due anni di combattimenti, Mosca è migliorata in settori come la logistica e la produzione industriale "dove sta effettivamente avanzando più velocemente di noi in Europa e in Nord America".

La Russia, ha continuato, è riuscita a mettere insieme ulteriori forze, "ma la qualità delle truppe è inferiore a quella delle truppe con cui hanno iniziato il conflitto" a causa del numero di ufficiali "che sono stati uccisi all'inizio della guerra" e, quindi, non sono in grado di addestrare nuovi soldati.

Zelensky a Kharkiv: "Ci servono i Patriot"

Dai vertici dell'Ucraina arrivano informazioni ambivalenti. Le dichiarazioni del presidente Volodymyr Zelensky passano dall'annuncio di progressi sul campo, con lo stop imposto all'avanzata russa, al grido d'allarme perché "la situazione è molto seria, non possiamo permetterci di perdere Kharkiv". Il leader si esprime con queste parole in particolare ad Abc News dopo il suo arrivo nella seconda città ucraina, che è di nuovo messa a rischio dall'avanzata russa.

Zelensky, visto il quadro complesso, ha annullato viaggi in Spagna e Portogallo. A Kiev ha da poco ricevuto il segretario di Stato americano Antony Blinken che ha annunciato l'invio di altre armi per due miliardi di dollari. "Il dialogo va bene, ma ora abbiamo bisogno di aiuto", la chiosa di Zelensky che ha lasciato trapelare, secondo l'intervistatore, il senso di frustrazione. "Tutto quello di cui abbiamo bisogno sono di due sistemi di Patriot - ha aggiunto - e la Russia non sarà in grado di occupare Kharkiv".

Ministro Interno ucraino accusa Russia: "Esecuzioni di civili a Vovchansk"

Intanto, però, le forze di Mosca lasciano il segno in maniera drammatica. Vere e proprie "esecuzioni" di civili da parte delle forze russe nella città di confine di Vovchansk, nella regione nordorientale di Kharkiv, sono state denunciate dal ministro dell'Interno ucraino, Igor Klymenko, in un post su Telegram.

"Le truppe russe stanno facendo prigionieri i civili", ha proseguito il ministro, secondo cui "secondo rapporti dell'intelligence" le forze russe a Vovchansk "non hanno permesso l'evacuazione degli abitanti locali: hanno iniziato a rapire le persone e a portarle negli scantinati". "Uno degli abitanti di Vovchansk ha cercato di scappare a piedi, si è rifiutato di seguire gli ordini degli invasori ed è stato ucciso dai russi", ha aggiunto Klymenko, secondo cui la polizia regionale ha aperto un'indagine per "crimini di guerra".

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Pagati per dimagrire, il ‘metodo’ per...

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Lo studio è stato condotto su tre gruppi di uomini

Un obeso (Fotogramma/Ipa)

I soldi fanno i miracoli, anche contro l'obesità. E' quanto ha scoperto uno studio, condotto dall’Università scozzese di Stirling, da cui emerge che offrire incentivi finanziari è efficace nell’aiutare gli uomini a perdere peso.

“La ricerca ha dimostrato che offrire incentivi in denaro era un modo popolare ed efficace per aiutare gli uomini a perdere peso" ha detto il professor Pat Hoddinott dell’Unità di ricerca dell’Università di Stirling. "Questa iniziativa rappresenterebbe una soluzione a basso costo da offrire al servizio sanitario nazionale per agli uomini con problemi di obesità".

Lo studio

Sono stati 585 uomini con il problema dell'obesità che hanno preso parte alla ricerca. Tre gruppi, provenienti da Scozia, Inghilterra e Irlanda del Nord. Al primo gruppo sono state offerte 400 sterline pari a poco più di 466 euro se fossero riusciti a dimagrire, ai secondi solo messaggi di incoraggiamento e ai terzi nulla. L'obiettivo era perdere il 5% del proprio peso in tre mesi, il 10% in sei e mantenere per 12 mesi quello che avevano perso. La ricerca ha rilevato che dopo un anno gli uomini che ricevevano sia messaggi di testo che l’opportunità di ricevere denaro perdevano più peso.

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