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Caso Pozzolo, il deputato: “Mia espulsione? Non mi...
Caso Pozzolo, il deputato: “Mia espulsione? Non mi risulta”
"Resto in Fratelli d'Italia? Le mie idee non cambieranno mai"
"Le mie idee non cambieranno mai". Lo ripete come un mantra il deputato di Fratelli d'Italia Emanuele Pozzolo, ai cronisti che lo incalzano su un possibile addio al partito che, dopo l'incidente di Capodanno, ha deciso di sospenderlo e ora ha affidato la 'pratica' al Comitato di garanzia, che lo ha ascoltato oggi. Pozzolo lascia la Camera e si ferma da Giolitti, la celebre gelateria a due passi da Montecitorio. Lì viene stanato dai cronisti che lo incalzano con le domande e lo inseguono per un lungo tratto. A chi gli chiede del suo futuro e dello stato dell'arte nel partito sulla sua vicenda, replica con un secco "rispondo solo a domande politiche".
"Dai probiviri è andata benissimo"
Dai 'probiviri' è andata "benissimo" tanto da sentirsi "per nulla" scaricato dal suo partito. Quanto ai tempi per la decisione dei probiviri, "sono questioni interne al partito", replica chiudendo la questione. “Non mi risulta” risponde il deputato a chi gli domanda se i ‘probiviri’ procederanno con un’espulsione.
Come confermano fonti di via della Scrofa Pozzolo è stato sentito nel pomeriggio a Montecitorio dai 'probiviri', ovvero dai componenti della Commissione nazionale di disciplina e garanzia di Fratelli d'Italia. Dell'organismo, composto non da parlamentari ma da professionisti esterni al partito, fanno parte Roberto De Chiara, Giuseppe Corona, Matteo Petrella, Filippo Milone, Maria Modaffari ed Edoardo Burelli.
"Scaricato da Delmastro? Assolutamente no"
"Assolutamente no" ha detto il deputato Pozzolo rispondendo a chi gli chiede se si sia sentito scaricato dal sottosegretario Andrea Delmastro. Pozzolo non risponde a chi gli domanda se lo abbia più sentito o se abbia sentito la premier Giorgia Meloni dopo l'accaduto. A chi gli chiede chi voglia buttarlo giù dalla torre, citando una ricostruzione apparsa sui quotidiani, "io mi preoccuperei più della vostra stabilità. Chi rischia di cadere, sotto molti punti di vista, siete voi giornalisti e con una caduta pesante".
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Liliana Segre e l’antisemitismo, una vita tra le...
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Europee 2024, Mentana lancia confronto tv con tutti i...
Il leader del Movimento 5 Stelle all'Adnkronos: "Sì alla proposta di La7, confronto a due lede il principio di parità, la Rai fa in tempo a ripensarci". Anche la Lega dice sì
Il direttore del Tg La7 Enrico Mentana lancia il confronto tv per le elezioni Europee 2024 tra tutti i leader il 5 e 6 giugno. "D'intesa con i vertici di La7 - scrive Mentana sui suoi profili social - ufficializzo la proposta di due confronti televisivi tra i leader delle liste in lizza per le elezioni europee dell'8 e 9 giugno. I confronti avranno luogo mercoledì 5 e giovedì 6 giugno alle 21.20: prendendo l'ultimo sondaggio Swg divulgabile, quello del 23 maggio, riserveremo la serata del 6 giugno ai rappresentanti delle liste maggiori. Questa la proposta, attendiamo le risposte".
La prima adesione è di Conte
E la prima adesione arriva a stretto giro dal leader del M5S Giuseppe Conte attraverso l'Adnkronos. "Accetto la proposta del direttore Enrico Mentana di partecipare a un confronto tra tutti i leader in vista del voto del 8 e 9 giugno. È una modalità - sottolinea Conte - che rispetta il principio di parità tra le forze politiche e non regala a nessuno indebiti vantaggi. Ringrazio lui e La7 per offrire alla politica un confronto plurale e coerente con lo schema delle elezioni europee, che prescindono come noto da ogni dinamica di coalizione e di maggioranza/opposizione".
"La proposta de La7 - va avanti l'ex premier - offre alle forze politiche la possibilità del confronto con la presidente del Consiglio, cosa che in un confronto solo a due e riservata unicamente a una singola forza politica lede il principio di parità. La Rai è ancora in tempo per fare altrettanto, ed anche in quel caso ovviamente il MoVimento 5 Stelle ci sarà. Non ci sottraiamo mai al confronto purché avvenga nel rispetto delle regole e dei cittadini".
Il sì della Lega
''Matteo Salvini è disponibile a fare confronti ovunque e con chiunque, con serietà e regole chiare'', fa sapere la Lega, dopo l'offerta di Enrico Mentana.
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Premierato, la bocciatura di Liliana Segre: “Aspetti...
L'allarme della senatrice: "Drastico declassamento a danno del Capo dello Stato, stravolti gli equilibri dei poteri"
Liliana Segre boccia il premierato. La senatrice a vita è intervenuta oggi in Aula durante la discussione generale sulla riforma costituzionale denunciando "vari aspetti allarmanti, non posso tacere", ha affermato.
Con il premierato avremmo "un drastico declassamento a danno del capo dello Stato, non solo privato di fondamentali prerogative, ma costretto a guardare dal basso all'alto un premier forte dell'investitura popolare", ha scandito.
Con il premierato, ha proseguito Segre, "il partito o la coalizione vincente sarebbe in grado di conquistare in un unico appuntamento elettorale il presidente del Consiglio e il governo, la maggioranza assoluta dei senatori e dei deputati, il Presidente della Repubblica e, di conseguenza, anche il controllo della Corte Costituzionale e degli altri organismi di garanzia".
Insomma con questa riforma avviene uno "stravolgimento profondo che ci espone a problemi maggiori, non è facilmente comprensibile il motivo di questa scelta".
"Sia l’obiettivo di aumentare la stabilità dei governi sia quello di far eleggere direttamente l’esecutivo - ha sottolineato la senatrice a vita - si potevano perseguire adottando strumenti e modelli ampiamente sperimentati nelle democrazie occidentali, che non ci esporrebbero a regressioni e squilibri paragonabili a quelli connessi al cosiddetto 'premierato'".
"Non tutto può essere sacrificato in nome dello slogan 'scegliete voi il capo del governo'. Anche le tribù della preistoria avevano un capo, ma solo le democrazie costituzionali hanno separazione dei poteri, controlli e bilanciamenti, cioè gli argini per evitare di ricadere in quelle autocrazie contro le quali tutte le Costituzioni sono nate", ha concluso Segre tra gli applausi dell'opposizione.