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Cronaca

Consulcesi, ‘rimborsi potenziali di 600 mln per ferie...

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Consulcesi, ‘rimborsi potenziali di 600 mln per ferie non godute’

Avvocato Del Rio: "Sentenza Corte Giustizia Ue allarga ai dimissionari volontari"

Consulcesi, 'rimborsi potenziali di 600 mln per ferie non godute'

Le ferie annuali retribuite non godute vanno pagate anche in caso di dimissioni volontarie del dipendente pubblico. Con questa sentenza della Corte di Giustizia europea del 18 gennaio 2024, secondo il network legale Consulcesi si allargano le maglie delle potenziali azioni legali dei dipendenti pubblici ai danni delle aziende a migliaia di possibili nuovi casi. "Se le aziende non si adegueranno agli standard operativi stabiliti dalla Corte di Giustizia Ue - avverte l'avvocato Francesco Del Rio di Consulcesi - le ripercussioni potrebbero essere molto serie per quanto riguarda il riconoscimento dell'indennità per le ferie non godute del personale sanitario".

Infatti - ricordano in una nota i legali Consulcesi - l'ultimo rapporto di Anaao Assomed riferisce di oltre 5 milioni di giornate di ferie arretrate a carico di medici e dirigenti sanitari. Questo significa, sulla base delle ultime sentenze della Corte europea, tra cui l'ultima che comprende i dimissionari volontari, che in caso di cessazione del rapporto di lavoro lo Stato si troverebbe di fronte ad un potenziale esborso di oltre 600 milioni di euro, solo in ambito sanitario. "La sentenza Ue - rimarca Del Rio - allarga il bacino dei potenziali richiedenti anche ai dimissionari volontari. Questa novità, associata alle precedenti sentenze in materia di diritti dei lavoratori, fa in modo che anche chi è andato in pensione 10 anni fa per dimissioni volontarie sia ancora in tempo a pretendere il risarcimento del danno".

Lo scorso 18 gennaio - si legge nella nota - la Corte di Giustizia europea ha pubblicato una sentenza con cui è nuovamente intervenuta riguardo alla giusta interpretazione che tutti gli Stati membri, in particolare l'Italia coinvolta direttamente nel procedimento appena concluso, devono riferirsi alla disciplina comunitaria sull'indennità finanziaria per le ferie annuali retribuite non godute dal dipendente pubblico al termine del suo rapporto di lavoro. Il caso prende le mosse dalla domanda presentata da un ex dipendente pubblico del Comune di Copertino che, impugnando il rifiuto avanzato dall'ente alla sua richiesta di liquidazione dell'indennità per le ferie non godute, in quanto dimessosi volontariamente, lo aveva convenuto in giudizio insistendo per l'accoglimento della sua pretesa economica.

Dal 2018 fino ad oggi - rimarca Consulcesi - la Corte di Giustizia europea è incessantemente impegnata in un lavoro di corretta interpretazione dei principi fondamentali previsti dalla direttiva 2003/88 e, più segnatamente, di quelli relativi alle modalità che presiedono il legittimo godimento delle ferie annuali, ivi incluso il riconoscimento di eventuali indennità sostitutive in caso di mancata fruizione, perciò le cause legate alle ferie annuali retribuite che pervengono alla Corte sono in costante aumento. Per quanto riguarda i tempi e le modalità giusti per richiedere un indennizzo, la Corte Ue ha affermato che, trattandosi di un diritto - ossia quello di richiedere la monetizzazione delle ferie non godute - che insorge soltanto nel momento in cui viene a cessare il rapporto lavorativo, prima vigendo il divieto di legge, il termine di prescrizione non può che iniziare a decorrere da quando il medico è entrato in pensione ovvero, per altri motivi, ha concluso il suo vincolo di lavoro e non dall'anno a cui competono i giorni di ferie non goduti. Questo significa che anche coloro che hanno cessato il loro rapporto di lavoro molti anni fa, e fino al massimo del termine prescrizionale di 10 anni, possono ancora legittimamente reclamare il pagamento dell'indennizzo per i giorni di ferie maturati durante il lavoro e non fruiti per ragioni organizzative.

Da anni Consulcesi sta portando avanti una serie di battaglie legali per far valere, secondo il più ampio respiro europeo, i diritti di coloro che hanno sacrificato le loro ferie per senso di responsabilità verso il proprio lavoro. Il gruppo è in particolar modo al fianco di medici e professionisti sanitari che, davanti all'atteggiamento di chiusura delle loro ex aziende, sono riusciti ad ottenere in tempi brevi sentenze ampiamente favorevoli, con conseguente riconoscimento di ottimi riscontri economici. Grazie ai successi ottenuti nelle cause patrocinate dai legali del network, i clienti hanno già ricevuto indennizzi che vanno dai 20mila agli oltre 55mila euro per ciascuna posizione con l'ulteriore rimborso delle spese di lite sostenute per la difesa, e fino ad ora sono stati recuperati oltre 200mila euro a favore dei medici che hanno chiesto aiuto a Consulcesi, riferisce la nota.

A tale proposito - conclude - per tutti i clienti di Consulcesi Club che hanno stipulato un contratto di lavoro con il Servizio sanitario nazionale, attualmente cessato per dimissioni, pensionamento o altro con un residuo di ferie non godute nel corso del rapporto, viene offerta gratuitamente una dettagliata consulenza legale, con valutazione dei presupposti per la presentazione della domanda di monetizzazione e relativa quantificazione economica del credito potenzialmente reclamabile.

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‘Ok school academy’, scuola regala dispositivi...

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Tra i dispositivi in questione non poteva mancare WinLet, un piccolo ma indispensabile alleato che già in svariate occasioni è andato in soccorso di giovani in difficoltà

'Ok school academy', scuola regala dispositivi anti-aggressione ai propri studenti

La scuola non è mai stata così sicura: 'Ok school academy', istituto bresciano nato nel 2000, è infatti il primo ad aver scelto di regalare dispositivi anti-violenza ai propri studenti. Si tratta di un’iniziativa senza precedenti, che mira a sottolineare l’importanza della sicurezza dei ragazzi, sia all’esterno che all’interno della scuola. Tra i dispositivi in questione non poteva mancare WinLet, un piccolo ma indispensabile alleato che già in svariate occasioni è andato in soccorso di giovani in difficoltà, aiutandoli a sottrarsi a situazioni di pericolo. WinLet è un dispositivo di sicurezza personale ed è proprio di quest’argomento che si è parlato nel corso dell’evento 'Sicuro per la Città: Si Può?', organizzato dall’associazione 'Brescia più di prima' e tenutosi il 6 maggio presso l’area 12 Hub in via Arturo Reggio.

Tra le personalità di spicco presenti all’evento l’onorevole Martina Semenzato, presidente della Commissione Parlamentare di Inchiesta sul Femminicidio, l’onorevole Simona Abbandonali, parlamentare della Repubblica e Simonetta Conter, presidente dell’Associazione 'Brescia più di prima'. In un periodo in cui le grandi città vengono percepite come insicure, se non addirittura pericolose, emerge l’importanza di garantire un ambiente sicuro per i giovani. E il posto da cui cominciare deve essere proprio la scuola, perché lì i ragazzi trascorrono la maggior parte del loro tempo ed è fondamentale che lo considerino un luogo in cui imparare – non solo le nozioni scolastiche, ma anche i valori di fiducia, rispetto, consapevolezza e sicurezza individuale.

L’iniziativa di WinLet e Ok school academy mira proprio a questo. In collaborazione con aziende sponsor del territorio, la scuola donerà questi dispositivi a tutti gli studenti che ne faranno richiesta, e che dovranno pagare soltanto l’abbonamento mensile per l’attivazione del dispositivo, mentre il costo sarà coperto interamente dalle aziende sponsor. WinLet è nato da un’idea di Pier Carlo Montali, amministratore e fondatore della startup milanese Security Watch.

Montali si è dichiarato molto felice della collaborazione intrapresa con la Ok school academy. “Il nostro obiettivo è quello di lavorare sia con la tecnologia che con la formazione per contrastare la violenza in tutte le sue forme”, ha commentato Montali, affermando inoltre l’intenzione di mettersi a disposizione di tutte le scuole che lo desidereranno per organizzare eventi di questo tipo e per regalare, sia agli studenti che ai loro genitori, “una giornata di formazione per la prevenzione contro la violenza. Le scuole non dovranno fare altro che contattarci con un’email a info@winlet.it, sarà poi il nostro team a organizzare l’evento e la raccolta degli sponsor per la donazione del dispositivo”, ha concluso l’imprenditore.

“L’iniziativa - spiega Nicola Orto, legale rappresentante di Ok school academy - rappresenta non solo un atto concreto di prevenzione, ma anche un potente messaggio di attenzione e cura che giorno dopo giorno trasferiamo ai nostri studenti. Questa attività rientra in pieno all’interno del progetto Sole (Sensibilizzazione, onestà, legalità, educazione civica) che, attraverso azioni ed interventi volti a contrastare l’atteggiamento scorretto, promuove la cultura della legalità e consente di esplorare la virtù delle regole, di rafforzare la propria identità, di costruire il senso di responsabilità e sperimentare il valore della solidarietà e dell’interculturalità".

"La scuola - conclude Orto - la prima istituzione con cui l’individuo si confronta nel suo percorso di crescita, ha il dovere di diffondere ai propri studenti informazioni come queste”. La Ok school academy è stata la prima, ma è necessario che non sia l’ultima: dispositivi come WinLet possono venire in aiuto delle persone, pertanto facilitarne l’accesso è il primo passo per il raggiungimento di una maggiore sicurezza individuale.

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Terremoto Campi Flegrei, psicologi: “Metafora di...

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"La domanda più frequente è quando finisce?" dice all'Adnkronos Salute Armando Cozzuto, presidente dell'Ordine degli psicologi della Campania

Sfollati a Pozzuoli (Fotogramma)

Il terremoto ai Campi Flegrei ha messo la gente "a dura prova". A dirlo è Armando Cozzuto, presidente dell'Ordine degli psicologi della Campania, parlando all'Adnkronos Salute. "Un boato, fortissimo, qualcosa davvero difficilmente descrivibile. La sensazione che si alzi il suolo sotto i piedi. E' proprio la metafora dell'instabilità, mentre noi nella vita cerchiamo la certezza". Gli ultimi eventi, culminati nella forte scossa di ieri, hanno ovviamente aggiunto tensione, "preoccupazione". "Anche se, almeno nell'area in cui mi trovavo io - riferisce - non ho visto scene di panico incontrollato. La risposta della popolazione mi è sembrata esemplare". Anche Cozzuto, che vive a Pozzuoli e ha "due figli piccoli", era in strada ieri. E sa come si vive con un supervulcano sotto i piedi: "Il bradisismo è un fenomeno con il quale conviviamo oramai da diversi mesi. La popolazione in parte qui è abituata, ma questi ultimi eventi veramente hanno messo a dura prova tutti. La prima domanda che fanno le persone è: quando finisce?".

Ieri, racconta, "sul lungomare Pertini praticamente erano tutti riversati in strada. Proprio dove abito io è caduto un palo che porta la corrente alla ferrovia Cumana e ha bloccato ogni possibilità di uscita con le auto dal parcheggio. Ma devo riconoscere che l'intervento dei tecnici della Protezione civile è stato immediato. In meno di mezz'ora il palo è stato rimosso ed è stato possibile uscire. Sono arrivati Polizia municipale, Vigili del fuoco, Protezione civile e soprattutto c'erano gli psicologi per supportare la popolazione in queste prime fasi di emergenza. Solo sul lungomare ne ho contati 4. Sono intervenute le associazioni iscritte nei registri di Protezione civile, specializzate in psicologia delle emergenze, l'associazione Psicologi per i popoli e la Sipem (Società italiana di psicologia dell'emergenza). Hanno una serie di protocolli d'intervento che consentono di contenere i vissuti traumatici e di evitare l'insorgere di successivi disturbi come il disturbo post-traumatico da stress".

"Da cittadino, genitore, psicologo, devo dire però - aggiunge Cozzuto - che da parte della popolazione ho visto una reazione di preoccupazione e apprensione, ovviamente, ma equilibrata. Mi aspettavo che ci fosse più confusione, di non poter camminare con le auto. C'è stato, invece, un reciproco aiuto, le persone si fermavano, nessuno correva. C'erano anche tanti bambini, non ho visto persone urlare. Ovviamente molto dipende dalle risorse che ognuno ha, quindi c'era chi magari si preoccupava di più e chi manteneva maggiormente la calma. Certamente vedere le istituzioni presenti sul territorio ha tranquillizzato. E anche la presenza degli psicologi, fin da subito sul campo, è stata importante. Perché, comunque, si vive un trauma e poterlo condividere aiuta, vedere i professionisti presenti, in divisa, pronti a gestire l'emergenza è stato già rassicurante. Gli psicologi venivano proprio fermati dalle persone, anche per parlare con i bambini".

Le tecniche che vengono utilizzate in questi contesti dagli psicologi delle emergenze sono "protocolli di 'defusing' e 'debriefing', con cui si punta a contenere il vissuto emotivo e a disinnescare eventuali disturbi che potrebbero insorgere successivamente", illustra Cozzuto. "Con il supporto adeguato anche la paura trova il suo significato". Convivere col bradisismo può essere sfibrante, spiega lo psicologo. "Da un lato è vero che", non essendo qualcosa di improvviso, "si metabolizza in piccola parte ciò che si sta vivendo, ma il grande problema è dato dall'imprevedibilità. Non sapremo mai con certezza quando può accadere e questo può innalzare i livelli d'ansia. L'esito dipende anche dai servizi che vengono attivati sul territorio, dalle risorse di cui dispongono i cittadini. Perché ci sono persone che magari sono state nel tempo abituate ad affrontare momenti di difficoltà e altre che invece possono vedere compromessa la loro quotidianità ed è necessario che si rivolgano al servizio pubblico, agli specialisti psicologi per affrontare quello che sta accadendo".

"Vivere a poche centinaia di metri dall'epicentro della scossa ovviamente mette a dura prova, è inevitabile - continua Cozzuto -. In zona, da quello che ho potuto vedere, tutti hanno passato la notte fuori. Sono state installate delle tende nei campi di basket che ci sono sul lungomare, c'è anche chi ha dormito in auto. Io personalmente sono stato lì fino a tarda notte, poi con i miei due bambini mi sono spostato da alcuni parenti che vivono un po' più distante e sono tornato qui perché si stanno coordinando le attività insieme al Comune e alla Protezione civile. Adesso stiamo aspettando che la Regione ci dia direttive, sono tutti riuniti, ci sono tutti i sindaci delle aree coinvolte collegati in streaming. Noi ci uniamo in questa fase di coordinamento e da queste riunioni emergerà come potremo gestire la situazione, sperando di poterla definire presto post-emergenziale. In ogni caso al momento sono dispiegate tutte le forze sul territorio".

"Di questa notte - racconta ancora il presidente degli psicologi campani - mi hanno colpito soprattutto gli anziani, oltre alla risposta generale della popolazione: erano lì sul lungomare, avevano questa capacità di tranquillizzare le persone, si sono fermati a sorridere ai bambini. Molti sono nati e cresciuti qui, avranno vissuto la crisi bradisismica degli anni '80, e con la loro esperienza e competenza sono riusciti in parte a rassicurare anche gli adulti che, a loro volta, hanno il senso di responsabilità di avere i figli piccoli" da tutelare. "Quello che ci auguriamo ora - conclude - è che a questa fase di innalzamento del suolo segua una fase di abbassamento, che l'attività vulcanica si riduca e si possa tornare a una vita quotidiana regolare. Ovviamente sempre con questa incognita che deriva dal fatto di vivere in un territorio vulcanico, però ci auguriamo che questo fenomeno possa regredire, così come è accaduto negli ultimi decenni".

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Cronaca

Chico Forti, visita alla madre forse già domani: uscirà dal...

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Secondo quanto apprende l'Adnkronos il detenuto trasferito in Italia dagli Usa sabato scorso, potrà vedere la mamma di 96 anni nelle prossime ore

Chico Forti

Chico Forti, che ha ottenuto il permesso per incontrare la madre, potrebbe lasciare il carcere già domani. Secondo quanto apprende l'Adnkronos, sarà accompagnato da una scorta formata da agenti di polizia penitenziaria.

"Mi sono mantenuto così solo per mia madre - ha detto il 65enne trentino in un'intervista esclusiva al Tg1 al suo arrivo in Italia sabato scorso - spero di vederla presto e darle un grande abbraccio".

Trasferito domenica nel carcere di Montorio a Verona Forti aveva subito inoltrato la richiesta urgente di poter incontrare la madre, Maria Loner, di 96 anni.

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