Economia
Spazio, in orbita MicroHETSat: è il primo satellite...
Spazio, in orbita MicroHETSat: è il primo satellite elettrico tutto Made in Italy
Progettato e realizzato per l'Esa dall'italiana Sitael con il supporto dell'Asi
E' in orbita il primo satellite completamente elettrico e 100% Made in Italy. Il satellite si chiama MicroHETSat ed è stato progettato e realizzato per l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) da Sitael, la più grande azienda spaziale italiana a capitale interamente privato - parte di Angel Holding del Presidente Cavaliere Vito Pertosa. MicroHETSat sta continuando con successo la sua missione nello spazio dopo il lancio con SpaceX. Il satellite pesa 75 chili ed interamente realizzato nella "fabbrica dei satelliti" di Sitael, a Mola di Bari, è stato reso possibile anche da una rete di aziende italiane che hanno fornito alcuni elementi del satellite e dalla collaborazione con il Cira per una parte della qualifica spaziale.
Sitael spiega che grazie ad un motore al plasma, MicroHETSat è un vero ascensore spaziale che permette, a consumi ridotti, manovre impensabili fino ad ora per i piccoli satelliti, evitando rischi di collisione e mitigando il problema dei detriti orbitali, con importanti risvolti sulla sostenibilità nelle attività spaziali. "Tutti gli elementi chiave del satellite, dal computer di bordo al sistema di controllo, dai pannelli solari agli alimentatori fino alla propulsione elettrica sono stati realizzati dai nostri ingegneri e tecnici" commenta Marco Molina, Managing Director Sales and Products di Sitael. "Le operazioni del satellite - spiega - ora entrano nel vivo e proseguono con successo dalla sala operativa nella sede Sitael di Forlì. Siamo l’unica azienda italiana ad avere questa capacità a 360° di produrre, lanciare ed operare satelliti sopra i 50 chili".
Un traguardo decisivo per il Made in Italy del settore della Space economy e che punta a rafforzare "il ruolo del nostro Paese a livello internazionale nella produzione e messa in orbita di satelliti completamente realizzati all’interno della filiera italiana" osserva Sitael. Molina evidenzia inoltre che "la missione è stata resa possibile dall’investimento dell’Agenzia Spaziale Italiana, attraverso un contratto con l’Agenzia Spaziale Europea". Inoltre "la Regione Puglia, attraverso misure specifiche di supporto alle imprese innovative come la nostra nel corso degli anni, ci ha permesso di realizzare alcuni prototipi dei sottosistemi del satellite e parte della fabbrica dove microHETSat ha preso vita. Espanderemo la fabbrica nel 2024 con un investimento di Sitael e dell’Asi" annuncia infine Molina.
Economia
Fisco, Leo: “Bonus 100 euro dipendenti primo...
Le parole del viceministro dell'Economia dopo il Cdm che ha dato il via libera al tredicesimo decreto fiscale: "Per superbonus assunzioni aspettiamo decreto ministeriale"
Bonus da 100 euro nel 2025 e non a dicembre 2024 perché "c'era la necessità assoluta di trovare le coperture che non avevano per il 2024". Lo ha detto in conferenza stampa il viceministro al Mef Maurizio Leo dopo il Cdm che ha dato il via libera al tredicesimo decreto fiscale, spiegando che la misura è destinata a redditi da lavoro dipendente entro i 28mila euro con almeno un figlio a carico. Il bonus 100 euro "è il primo tassello di quello che intendiamo fare trovando le risorse per le tredicesime", ha sottolineato il viceministro dell’Economia.
“Dobbiamo trovare l’equilibrio per le coperture, la nostra stella polare è muoversi in questa direzione”, ha aggiunto. "Con questo tredicesimo decreto abbiamo fatto gran parte della riforma fiscale, attesa dagli anni Settanta, che fissa regole certe e alleggerisce il carico per le imprese ed i cittadini", con "rispetto quasi maniacale per i conti pubblici", ha detto, ribadendo come tutto sia "stato fatto con una attenzione rigorosa ai conti pubblici".
Nel 2025 puntiamo a "consolidare le tre aliquote Irpef e a spingerci ancora oltre", ha detto ancora Leo, sottolineando che a fine anno "vedremo il risultato del concordato preventivo e speriamo di avere le risorse per venire incontro al ceto medio".
Manca ancora il decreto ministeriale del Mef e del ministero del Lavoro per il superbonus assunzioni. "La misura è già prevista nel decreto legislativo già approvato" e "si sta procedendo ad un decreto interministeriale per fissare le regole di applicazione con effetto retroattivo sui contratti dal primo gennaio 2024", ha spiegato quindi il vice ministro al Mef Maurizio rispondendo ad una domanda sulla maxi deduzione al 120% (maggiorata al 130% per giovani, le donne ed ex Rdc) sulle assunzioni delle imprese, indipendentemente dalla forma societaria, e di lavoratori autonomi.
Bonus 100 euro, a chi è destinato: cosa ha detto Meloni
Oggi in Consiglio dei ministri, nell’ambito dell’attuazione della delega fiscale, è arrivato il via libera al decreto legislativo che permetterà di erogare, nel mese di gennaio 2025, un’indennità di 100 euro a favore dei lavoratori dipendenti, con reddito complessivo non superiore a 28.000 euro con coniuge e almeno un figlio a carico, oppure per le famiglie monogenitoriali con un unico figlio a carico. Secondo quanto si apprende lo avrebbe detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ieri sera nel corso dell'incontro con i sindacati. Questo provvedimento, avrebbe spiegato il premier, rientra nel più ampio lavoro che il Governo ha portato avanti finora per difendere il potere d’acquisto delle famiglie e dei lavoratori, segnatamente quelli più esposti. In questi sedici mesi di governo, ha spiegato, si è scelto di concentrare le risorse a disposizione per interventi di carattere redistributivo.
Economia
Mantovani (Manageritalia), ‘favorire imprese più...
Il presidente di Manageritalia ad Adnkronos/Labitalia: "Serve lavoro di qualità e ben remunerato. Superbonus per assunzioni? Non centra obiettivo"
"Continuiamo a tenere in piedi un'economia basata su aziende marginali che hanno difficoltà a stare sul mercato ed evidentemente non possono poi pagare stipendi adeguati. Dovremmo avere il coraggio di favorire le aziende più competitive. Ieri il nostro rappresentante nell'incontro governo-sindacati, il presidente di Cida, Stefano Cuzzilla, ha portato con molta chiarezza il nostro messaggio: chiediamo che sia avviata una politica che chiaramente favorisce il lavoro di qualità, il lavoro ben remunerato. Questo certamente passa attraverso politiche fiscali che non lo penalizzino più come oggi". Così, con Adnkronos/Labitalia, Mario Mantovani, presidente di Manageritalia, l'organizzazione che rappresenta dirigenti, quadri ed executive professional di commercio, turismo, servizi e terziario avanzato, e conta 43mila manager associati.
"Sul fronte delle aziende -spiega Mantovani- occorre andare nella direzione della competitività e della libertà imprenditoriale. Quindi sicuramente favorire la concorrenza e consentire alle aziende che hanno maggiori risorse, anche umane e non soltanto economiche, di crescere più rapidamente. Purtroppo questo in Italia è ancora fortemente bloccato in molti settori", ribadisce Mantovani. Per Mantovani, serve un mercato più 'libero'. "Io credo che non ci sia un problema nelle aziende sane -sottolinea- nell'investire in innovazione o anche nell'intraprendere dei percorsi di crescita delle persone. Il problema è avere un mercato che poi consenta di ripagare questo tipo di investimenti. Se il mercato è troppo piccolo, non paga questi investimenti, è comunque fatto da attori marginali che lavorano a costi molto bassi, è chiaro che è difficile fare investimenti che poi vengono remunerati", continua.
"Io credo che serva un piano di libertà d'impresa -spiega- che consenta alle aziende migliori di fare le loro scelte. Certo, le aziende si possono indirizzare, per esempio, nella direzione della sostenibilità, e quello può servire per orientare determinate scelte sui temi energetici. Non serve un piano che dica quante fabbriche dobbiamo costruire, servono delle indicazioni chiare di quelli che sono gli obiettivi da raggiungere nel tempo e poi lasciare che le imprese effettivamente più strutturate, più capaci, operino anche con minori vincoli burocratici. Anche questa è una cosa che diciamo da anni, ma non sembra che ci siano grandi segni di cambiamento al riguardo", rimarca.
"In una parola, deve essere il Primo maggio del lavoro di qualità. Su questa parola credo che ci si trovi tutti d'accordo, anche con i sindacati con opinioni più negative nei confronti della linea del governo. Forse, però, intendiamo cose diverse noi dirigenti rispetto ad altri sindacati. A nostro parere, il lavoro di qualità non può essere banalizzato nel parlare di tempo determinato o tempo indeterminato. Il lavoro di qualità significa lavoro pagato bene, con competenze elevate e crescita qualitativa". Aggiunge Mantovani.
"Il nostro Paese -sottolinea - ha un dato sulle retribuzioni, molto negativo rispetto a Germania, Francia, Inghilterra, e anche Spagna ormai. Non abbiamo avuto, negli ultimi 25 anni, una crescita delle retribuzioni, rispetto a un aumento dal 20 al 30% di altri Paesi. Ma questo aspetto non è legato alle retribuzioni basse che sono in realtà in linea con quelle di questi paesi. È legato al fatto -spiega Mantovani- che ci sono troppo poche posizioni di livello medio e alto e queste sono fortemente penalizzate rispetto a quelle di altri Paesi".
Una penalizzazione che, in particolare, avviene a livello fiscale. "Abbiamo una tassazione per i redditi sopra i 50.000 euro che normalmente viene riservata a retribuzioni dai 150.000 euro in su. Quindi consideriamo stipendi alti quelli che sono stipendi medio-bassi in Paesi comparabili al nostro. E poi abbiamo sicuramente una tendenza a penalizzare il lavoro ben remunerato e il lavoro qualificato", conclude.
Infine, a proposito di lavoro: "Provvedimenti tipo il 'superbonus' per agevolare le assunzioni con degli sgravi fiscali contributivi non centrano l'obiettivo, perché il problema vero è che le aziende non trovano le persone con le competenze giuste. Quindi il problema non è dare sgravi alle aziende per assumere, ma qualificare le persone e far sì che le aziende trovino i profili giusti e che siano aziende capaci di remunerarle, di pagarle".
Economia
Social card da 460 euro, come funziona
I soldi verranno erogati in un'unica tranche
La nuova social card Dedicata a te 2024 da 460 euro è una carta risparmio per la quale non serve presentare domanda: ci penseranno infatti direttamente Inps e Comuni. I 460 euro saranno erogati in un'unica tranche e potranno essere spesi in alimenti, beni di prima necessità, ma anche carburante e abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale.