Lavoro
Lavoro, il giuslavorista Vigorini: “Dietro segnali...
Lavoro, il giuslavorista Vigorini: “Dietro segnali positivi reali criticità, mismatch vera emergenza”
Resta elevata la difficoltà delle imprese a reperire sul mercato i profili professionali richiesti
"I dati sull’occupazione relativi a novembre 2023, pubblicati nei giorni scorsi dall’Istat, ci forniscono alcuni segnali confortanti che dimostrerebbero una progressiva ripresa del nostro mercato del lavoro. Segnali incoraggianti che sembrano in evidente contraddizione rispetto ai dati economici del nostro paese nel quale, contestualmente, si sta registrando l’aumento dei prezzi e dei tassi d’inflazione unitamente alla bassa crescita economica, fattori che di per sé dovrebbero essere accompagnati dall’incremento della disoccupazione piuttosto che dalla sua diminuzione". Ad affermarlo, con Adnkronos/Labitalia, è il giuslavorista Salvatore Vigorini.
"In questa prospettiva, appare evidente che la crescita registrata - avverte - non è certamente frutto di un mercato del lavoro tonico che sta rispondendo positivamente alla domanda proveniente dal sistema produttivo, ma più che altro da fenomeni di aggiustamento interni al mercato stesso come, ad esempio, fisiologici processi di stabilizzazione di rapporti a termine o emersione da fenomeni di lavoro irregolare".
"Dopotutto, se analizziamo bene il dato, notiamo - spiega - che, a fronte della riduzione del tasso di disoccupazione, aumentano gli inattivi e aumenta in modo preoccupante il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, che arriva a circa il 49%. Questi due dati ci dicono che molte persone, soprattutto giovani tra i 25 e 34 anni, non ricercano più un’occupazione, probabilmente per effetto di un diffuso scoraggiamento. Dall’altro lato, per chi rimane attivo e in cerca di lavoro, si registra la difficoltà a trovare un’occupazione in linea con il proprio set di competenza per over o per under qualification".
"Dalla prospettiva delle imprese, il fenomeno appare sempre più drammatico - prosegue Vigorini - con la costante difficoltà a reperire sul mercato i profili professionali richiesti, con tempi di selezione che spesso oscillano dai sei ai dodici mesi. Ancora più preoccupante appare il fatto che tali fenomeni interessino la fascia dei giovani fra i 25 e i 34 anni, che dovrebbero essere i maggiormente attivi sul mercato e soprattutto coloro i quali dovrebbero soddisfare la domanda di lavoro proveniente dal sistema produttivo che oggi, anche per l’effetto dell’introduzione di strumenti di intelligenza artificiale generativa, è sempre più alla ricerca di alti profili professionali pronti a soddisfare la nuova richiesta di manodopera".
"In conclusione, l’apparente dato positivo - sottolinea - rischia di distogliere l’attenzione da quelle che sono le reali criticità del nostro mercato del lavoro che, nonostante i dati, non sarebbe per nulla in salute. Infatti, l’aumento dell’occupazione è certamente da imputare a fattori interni al mercato stesso, con la stabilizzazione di profili con bassa qualificazione a condizioni retributive e lavorative scadenti, anche per effetto della difficoltà a reperire risorse con il giusto set di competenze. Mentre l’aumento degli inattivi evidenzierebbe la debolezza degli attuali strumenti di accompagnamento al lavoro e l’elevato mismatch rappresenterebbe la vera emergenza da fronteggiare nei prossimi mesi per dare al sistema produttivo i profili professionali effettivamente ricercati".
"C’è ancora tanta strada da fare per superare le difficoltà economiche, ridare respiro al nostro sistema produttivo e favorire la nascita di un mercato del lavoro che trovi, nel rafforzamento delle competenze dei lavoratori e nella messa a regime di adeguati strumenti di incontro tra domanda e offerta, la giusta chiava per soddisfare la reale domanda di lavoro e favorire una vera occupazione di qualità", conclude.
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Maggio, Confsal: “Più dignità, sicurezza, equità e...
"Presenteremo un ‘Decalogo per la disabilità e la fragilità"’
“È necessario varare un piano straordinario per la sicurezza sui luoghi lavoro affinché il lavoro sia un progetto di vita e non di morte. C’è bisogno di fare scelte coraggiose e dare attuazione alle proposte Confsal che compongono il decalogo della sicurezza per la prevenzione partecipata”. Così Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale della Confsal-Confederazione Generale Sindacati Autonomi Lavoratori, in occasione della settima edizione della ‘Giornata del Lavoro’ che si è tenuta stamattina a Napoli.
Più dignità al lavoro, più salute e sicurezza, più equità retributiva e più sviluppo e occupazione i temi principali della manifestazione. “L’occupazione giovanile passa attraverso lo sviluppo del Mezzogiorno rendendo urgente un cambio di passo da parte delle amministrazioni dal punto di vista strutturale, procedurale e burocratico per attirare investimenti dal punto di vista sociale-legale”, ha ricordato Margiotta che ha aggiunto: “È necessario creare un fronte comune, affinché i nostri giovani non abbandonino i loro territori e anche le strade della legalità”.
Strettamente legato al tema dello sviluppo occupazionale è quello della formazione - e in particolare del sistema della formazione professionale - che deve essere rivisto ed aggiornato poiché, come ha evidenziato il segretario Confsal “Oltre al capitale finanziario occorre il capitale umano: i giovani devono diventare un fattore di sviluppo acquisendo le competenze che servono al mercato del lavoro, soprattutto nei settori emergenti”.
Focus anche sull’equità retributiva. “Con due contratti innovativi abbiamo recentemente stabilito un minimo tabellare di 9 euro lordi orari in tutti i settori economici del manifatturiero e in tutti i settori del terziario, dimostrando che la minima dignità economica che deve derivare dal lavoro, cioè il cosiddetto salario minimo può essere stabilito con una contrattazione collettiva di qualità senza bisogno della legge”, ha osservato Margiotta.
“Dare dignità al lavoro significa anche dare dignità a quei lavoratori in difficoltà perché fragili o disabili. Fragilità e disabilità non sono la stessa cosa ma hanno in comune uno stato di difficoltà che la società, sorda e insensibile, trasforma in un vero e proprio handicap perché impedisce loro di superarlo. Ecco perché presenteremo un ‘Decalogo per la disabilità e la fragilità’ dal quale deve discendere un protocollo attuativo della normativa sulla disabilità nei luoghi di lavoro, al fine di eliminare ogni discriminazione”, ha aggiunto.
Margiotta ha poi colto l’occasione per ribadire l'impegno di Confsal per le pari opportunità: “La questione sindacale e culturale da affrontare è quella delle pari opportunità di progresso durante la vita lavorativa. La riduzione delle disuguaglianze di genere e la partecipazione delle donne ai ruoli decisionali porterebbe sicuramente benefici non solo in termini di equità ed eguaglianza ma anche di crescita economica e renderebbe l’Italia un Paese competitivo anche a misura di donna. Confsal è impegnata a promuovere modelli organizzativi innovativi che garantiscano a tutti opportunità di crescita e formazione, con orari di lavoro flessibili e l’introduzione di fringe benefit pensati per il benessere del lavoratore e delle lavoratrici”, ha sottolineato il segretario. Un pensiero, infine, al tema della pace: “In questo dilagare di scenari di guerra in tanti parti del mondo occorre ascoltare l’invito del Papa che a parlare non siano più le armi ma la diplomazia e i negoziati affinché si possa di nuovo ascoltare la parola Pace”, ha concluso.
Lavoro
1 maggio, Margiotta (Confsal): “Occupazione,...
Così il segretario generale di Confsal aprendo la giornata del lavoro di Confsal in piazza del Plebiscito a Napoli
"Nel contesto attuale, aggravato dalle frequenti morti sul lavoro, dalla disparità retributiva e da una occupazione giovanile che fatica a decollare, il primo maggio assume un valore ancor più denso di significato”. Lo ha dichiarato il segretario generale di Confsal Angelo Raffaele Margiotta, aprendo la giornata del lavoro di Confsal in piazza del Plebiscito a Napoli.
"Da questa piazza e da tutte le piazze delle Regioni d’Italia - ha continuato Margiotta - rivendichiamo con forza il valore e la dignità del lavoro pubblico e privato ribadendo le priorità fondamentali: occupazione giovanile attraverso lo sviluppo del Mezzogiorno; equità retributiva, un piano straordinario per la sicurezza nei luoghi di lavoro".
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Inps: Valeria Vittimberga direttore generale, al via nuovo...
La Dg sarà a capo di una macchina complessa, pilastro del welfare del Paese
Con la nomina di Valeria Vittimberga a direttore generale prende il via definitivamente il nuovo corso dell’Inps presieduto da Gabriele Fava. Valeria Vittimberga, già direttore centrale risorse strumentali e centrale acquisti, fonda le basi della sua azione manageriale su un solido curriculum di studi e su una lunga carriera nei ruoli dirigenziali. La Dg sarà a capo di una macchina complessa, pilastro del welfare del Paese, chiamata ad alimentare e sostenere una rete di protezione sociale fatta di più di 400 prestazioni erogate a 42milioni di cittadini-utenti. Questa nomina avviene in un momento importante, in una fase di ricambio generazionale dell'Istituto e di definizione di nuovi equilibri tra il centro e il territorio. E' quanto annuncia una nota dell'Inps.
“L’Inps è attivamente ingaggiato nell'attuazione del Pnrr ed è protagonista della digitalizzazione della Pa. In questo senso, tra gli indirizzi del mio mandato -ha affermato Valeria Vittimberga- ci saranno la trasparenza e il rigore morale come riferimento di una rinnovata azione amministrativa. Per ampliare ancor più il suo ruolo di presidio di legalità, l’Inps dovrà presentarsi come una casa di vetro, dove proprio la trasparenza nei confronti dei cittadini, degli stakeholder e dell’ecosistema comunicativo non deve essere solo uno slogan o un dettato normativo, ma una prassi interiorizzata”.
Commentando la nomina il presidente Gabriele Fava ha affermato: “La tempestività della decisione tra l’insediamento del nuovo Cda, la proposta del nome del nuovo Direttore generale e l'effettiva nomina rappresenta un segnale forte che vogliamo dare al Paese e di cui ringrazio il ministro Elvira Calderone e il Governo tutto. Ringrazio, inoltre, Antonio Pone (dg facente funzioni) e tutti i dirigenti e funzionari che con spirito di servizio hanno guidato questa delicata fase di passaggio. Con il nuovo assetto organizzativo prende il via quel progetto di Inps su cui il Parlamento mi ha dato fiducia e che ha l’obiettivo di supportare l'evoluzione del nostro sistema di welfare da difensivo a generativo, puntando sulla effettiva centralità delle persone, che sarà connotato da concretezza, efficienza e semplificazione su obiettivi definiti”.