Patto di stabilità, “lavoriamo per accordo oggi”
Lo spiegano fonti del ministero delle Finanze francese. Il nuovo patto prevede un miglioramento netto rispetto alle regole esistenti sia per la Francia che per l'Italia, due i punti-chiave per Roma e Parigi
"Non siamo proprio nella prospettiva" di rinviare l'accordo sulla riforma del Patto di stabilità ad un altro Ecofin. "Lavoriamo per un accordo, è veramente il nostro obiettivo". Lo spiegano fonti di Bercy, il ministero delle Finanze francese, prima dell'Ecofin in videoconferenza di questo pomeriggio.
Francia e Germania non hanno trattato da sole la riforma del patto di stabilità. Al contrario, sono state in "contatto permanente" con gli altri Stati membri, in particolare con "la presidenza spagnola e con i nostri amici italiani", precisano quindi le fonti di Bercy.
Un accordo franco-tedesco era indispensabile per arrivare ad una intesa a 27, sottolineano: "Tutti gli Stati membri ci hanno sempre detto che ci sarebbe stato un accordo una volta che francesi e tedeschi si fossero intesi. Sento dire che francesi e tedeschi decidono tutto da soli, ma non è vero", perché, oltre ai contatti costanti con Madrid e Roma, e con gli altri Stati membri, "c'è motivo di ritenere che, se non ci fosse stato un accordo franco-tedesco, sarebbe stato impossibile avere un accordo a 27". Un accordo tra Parigi e Berlino è "necessario, ma non sufficiente. Bisogna che tutti i 27 siano d'accordo ed è quello su cui ci impegneremo questo pomeriggio", spiega la fonte.
I due punti chiave dell'accordo per Italia e Francia
L'accordo che è sul tavolo dei ministri delle Finanze dell'Ue oggi, riuniti in videoconferenza dalle 16, prevede due aspetti particolarmente importanti per Paesi come l'Italia e la Francia che, alle prese con debiti pubblici elevati rispetto al Pil, si trovano davanti alla necessità di ridurli senza penalizzare gli investimenti che devono fare per la transizione verde e digitale e per la difesa.
Il primo, spiegano le fonti di Bercy, è che l'obiettivo di medio termine previsto dal patto di stabilità attuale passa dal -0,4% di saldo strutturale per la Francia e +0,25% per l'Italia al -1,5%. Per la Francia si tratta di un 1,1% circa di Pil di margine in più, e per l'Italia ancora di più, disponibile per investimenti. Inoltre, il ritmo previsto per convergere verso questo obiettivo, di per sé meno impegnativo dell'Mto (Medium Term Objective), è "molto più progressivo", dato che prevede un aggiustamento minimo del saldo strutturale primario (cioè al netto della spesa per interessi) dello 0,4% annuo, rispetto allo 0,6% attuale per la Francia e allo 0,7% attuale per l'Italia.
Questo obiettivo annuo scende allo 0,25% annuo, sempre a livello di saldo strutturale primario e non nominale, nel caso di allungamento del piano concordato con la Commissione, a fronte di riforme e investimenti. "Bisogna paragonare le regole attuali e quelle nuove", osserva la fonte. "Non si può dire", quindi, che l'aggiustamento previsto dalle nuove regoli sia più impegnativo di quello previsto dal patto di stabilità in vigore, conclude.
In nuovo patto miglioramenti per Francia e Italia
Il nuovo patto di stabilità e crescita che sarà sul tavolo dei ministri delle Finanze dell'Ue prevede un miglioramento netto rispetto alle regole esistenti, attualmente sospese ma che tornerebbero in vigore a inizio 2024, sia per la Francia che per l'Italia. L'obiettivo, attualmente definito come Mto (Medium Term Objective), spiegano fonti francesi, passa dallo 0% strutturale per la Francia ad un deficit strutturale dell'1,5%; per l'Italia il miglioramento è ancora maggiore, dato che l'Mto per il nostro Paese era +0,25%, cioè un avanzo strutturale, mentre ora l'obiettivo, in caso di accordo sulle nuove regole, è un deficit strutturale dell'1,5% del Pil, definito orizzontalmente per tutti i Paesi membri. Per la fonte, con un deficit strutturale all'1,5%, il debito pubblico dell'Italia "è sostenibile, con una probabilità molto forte".
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