Politica
Meloni critica Chiara Ferragni, Renzi: “Scontro tra...
Meloni critica Chiara Ferragni, Renzi: “Scontro tra influencer”
Il leader di Italia Viva: "A Palazzo Chigi abbiamo una influencer". Calenda: "La premier dovrebbe spiegare la sua visione di paese"
Giorgia Meloni critica Chiara Ferragni con un riferimento alla 'beneficenza che gonfia i cachet' degli influencer, Fedez risponde alla presidente del Consiglio e la vicenda diventa un tema politico nella domenica in cui si chiude Atreju, la kermesse di Fratelli d'Italia. Le parole della premier finiscono in particolare nel mirino di Matteo Renzi e Carlo Calenda.
"Intelligenza artificiale, aerospazio, biotecnologie per la medicina del domani: l'Italia ha bisogno di futuro. Giorgia Meloni invece parla di quello che davvero le interessa: il pandoro di Chiara Ferragni", scrive Renzi su X. Il leader di Italia Viva è stato ospite di Atreju in un dibattito sulla giustizia. Oggi, dice, "va in scena lo scontro tra le due celebrità social del Paese: a Palazzo Chigi abbiamo una influencer, non una Premier. E dopo più di un anno di Governo le riforme sono sparite dall’agenda politica".
"In un grande paese, quando la Presidente del Consiglio interviene in un evento pubblico, parla della sanità, della scuola, dei salari, degli investimenti, non attacca un influencer. Spiega invece la sua visione dell’Italia. Questa politica sempre e solo contro conduce al nulla", le parole di Carlo Calenda. "L’Italia va unita e risollevata, non divisa e aizzata contro nemici immaginari o ininfluenti", aggiunge il leader di Azione. Anche Calenda è stato ospite di Atreju e ieri, dopo la sua partecipazione, ha stigmatizzato in particolare le parole di Elon Musk. Il magnate, ospite nella kermesse, ha esortato gli italiani a fare più figli.
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Europee, manifesto Pse: “Mai con Id e Ecr”....
La segretaria Pd con i leader socialisti a Berlino, 'muro' contro gruppi Salvini e Meloni, la sfida al Ppe
La 'promessa' dei leader socialisti europei, siglata oggi a Berlino, ha una valenza particolare per Elly Schlein nell'Italia governata da Giorgia Meloni e Matteo Salvini. I leader del Pse - da Olaf Scholz a Pedro Sanchez - si sono impegnati, sottoscrivendo una dichiarazione congiunta, ad escludere ogni alleanza con Identità e Democrazia di Salvini e Le Pen e con i Conservatori guidati dalla premier Meloni, in vista della composizione della prossima commissione Ue dopo il voto di giugno. Un "firewall", un muro contro "l’estrema destra dopo le elezioni europee", si legge nel documento.
"Non coopereremo mai - è l'impegno sottoscritto nella dichiarazione - né formeremo una coalizione con l'estrema destra: questa è l'incrollabile promessa fatta agli elettori dai leader politici progressisti oggi a Berlino, in Germania. Il Partito dei Socialisti Europei (Pse) sarà sempre una voce forte e affidabile contro l'estremismo di destra e per la nostra democrazia. Ciò significa nessuna cooperazione o alleanza con l'Ecr o l'Id al Parlamento europeo".
Un impegno verso gli elettori. Ma anche una sfida ai Popolari, specie dopo l'apertura di Ursula Von der Leyen alcuni giorni fa ad una possibile alleanza anche con le forze nazionaliste. "Invitiamo tutti i partiti democratici europei - si legge - a respingere fermamente qualsiasi normalizzazione, cooperazione o alleanza con l’estrema destra. Ci aspettiamo che lo includano formalmente e inequivocabilmente nei loro manifesti elettorali e nelle dichiarazioni dei partiti, come facciamo nel nostro manifesto del Pse e in questa dichiarazione sulla leadership del Pse".
All'evento a Berlino è intervenuta anche Schlein che ha messo in guardia dai rischi della destra al potere: "Se siamo qui a firmare insieme questa dichiarazione con tutta la famiglia socialista è per rimarcare i nostri valori comuni. Non solo dire no ad alleanze con la destra nazionalista, ma anche perché no: perché si mettono a rischio alcuni fondamentali della nostra democrazia, come purtroppo si è visto in alcuni Paesi europei". Schlein riferisce della compressione della libertà d'informazione in Italia, che è scesa di 5 posizioni nel ranking di Reporters Sans Frontières. Una deriva "peggiore di quella di Orban", rimarca la segretaria del Pd.
"E' grave che dopo un anno e poco più di governo Meloni abbiamo visto calare l'Italia di 5 posizioni nel ranking di Reporters Sans Frontières. Ma non ci stupisce vista l'occupazione militare del servizio pubblico che smette di essere tale per diventare megafono del governo e continueremo a dare solidarietà a quei giornalisti che invece dentro la Rai cercano ogni giorno di fare il loro mestiere. Abbiamo visto la censura di intellettuali o scrittori o monologhi che non erano graditi".
Continua Schlein: "Abbiamo visto anche il tentativo di vendere, da parte di una società partecipata dallo Stato ad un parlamentare della maggioranza, la seconda agenzia di stampa italiana: nemmeno Orban si era spinto a tanto". Rischi per la democrazia sottolineati così nella dichiarazione di Berlino: "L'ascesa dell'estrema destra in Europa è una minaccia per i cittadini, i loro diritti e il loro benessere. Al governo, l'estrema destra mina i diritti dei lavoratori, la libertà di stampa e lo stato di diritto, i diritti delle donne e i diritti Lgbt". Da Schlein è arrivata la solidarietà a Matthias Ecke, candidato Spd in Sassonia, aggredito ieri a Dresda: "No alla violenza politica e alla violenza fascista in ogni sua forma". Incalza lo spitzenkandidat socialista Schmit: "Qui a Berlino migliaia di persone sono scese per protestare a favore della democrazia. Perché i cittadini comuni qui in Germania e in tutta la nostra Unione rifiutano la politica di estrema destra. Siamo con quei cittadini. Possono contare su di noi".
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Europee, tentata effrazione in comitato Polverini a Ponte...
Sul posto sono in corso i rilievi della polizia. La candidata all'Adnkronos: "Dispiaciuta, spero non sia gesto politico"
Tentato accesso nella notte nel comitato elettorale di Renata Polverini, candidata con Forza Italia alle elezioni europee Italia Centrale Lazio, Umbria, Marche, Toscana. Il comitato si trova in zona Ponte Milvio, a Roma, e, della tentata effrazione, ci si è accorti questa mattina, quando la porta della sede è stata trovata danneggiata. Sul posto sono in corso i rilievi della polizia.
"Sono dispiaciuta per quanto accaduto, spero non sia un gesto politico". Si limita a poche parole, Renata Polverini, commentando il tentato accesso nella notte nei locali del suo comitato elettorale di Roma. "Ora io sono fuori Roma -dice all'AdnKronos- . Stamattina qualcuno si è accorto del tentativo di irruzione e ora c'è la Digos sul posto. Speriamo davvero che non sia un gesto politico".
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Giustizia, via libera governo a pacchetto riforme
Il provvedimento al centro di un colloquio con Meloni riguarda la separazione delle carriere con due diversi concorsi
Via libera del governo al pacchetto di riforme della Giustizia da presentare prima delle elezioni Europee di giugno. Il provvedimento al centro di un colloquio con Meloni riguarda la separazione delle carriere con due diversi concorsi, uno per diventare giudice e uno per diventare pubblico ministero.