Lavoro
Salario minimo, Francesco Rotondi: “Cgil ha abdicato...
Salario minimo, Francesco Rotondi: “Cgil ha abdicato a suo ruolo nella contrattazione”
Il giuslavorista: "La Cgil si è schierata in prima fila, rompendo anche l’unità sindacale con la Cisl, fra coloro che ritengono giusto e necessario l’intervento legislativo del quale tenta di disegnarne i contorni e i confini"
"La Cgil e il salario minimo: storia di una metamorfosi. Da una opinione storica di scetticismo sulla misura, in pochi mesi la principale organizzazione sindacale italiana è passata ad una netta presa di posizione a suo favore. Certo, il cambiamento di contesto politico e sociale probabilmente ha facilitato il salto di paradigma lasciando, tuttavia, radicate perplessità in molti leader storici del sindacato guidato da Maurizio Landini. La Cgil si è schierata in prima fila, rompendo anche l’unità sindacale con la Cisl, fra coloro che ritengono giusto e necessario l’intervento legislativo del quale tenta di disegnarne i contorni e i confini. Una virata che suscita più di una perplessità che definirei oggettive. Tra queste ve n’è una più di tutte". Così, con Adnkronos/Labitalia, Francesco Rotondi, giuslavorista e consigliere esperto del Cnel.
"Sul piano storico, giuridico, costituzionale e democratico nel nostro Paese e, quindi, nel nostro ordinamento, la determinazione, la regolamentazione, la traduzione operativa di una serie di principi – generali e non – l’elaborazione di una serie determinante di politiche sociali, è stata demandata e delegata alle parti sociali -sottolinea il che la esprimono attraverso la contrattazione collettiva. Tra le funzioni della contrattazione c’è anche lo scopo di realizzare una 'retribuzione equa e sufficiente' così come recita l’articolo 36 della nostra Costituzione".
"L’applicazione del principio Costituzionale sopra richiamato, negli anni ha suscitato molteplici dibattiti sulla sua effettiva realizzazione e sui significati applicativi, ma certamente ha fatto in modo che i contratti collettivi nazionali (e successivamente anche quelli decentrati) esprimessero il concetto di 'salario minimo' applicabile attraverso la contrattazione tra le parti sociali", sottolinea ancora Rotondi.
"Il sindacato -prosegue il consigliere esperto del Cnel- non ha mai abdicato ad un ruolo ad esso attribuito, tra l’altro di questa portata sociale. Anzi, ha cercato spesso di rivendicare spazi e funzioni ritenuti propri. Di certo non ha mai pensato di rimettere nelle mani del legislatore materie ad esso attribuite. Perché la Cgil ha deciso di abdicare al suo ruolo storico? La questione si fa ancora più 'atipica' e complicata poiché questo ruolo è stato svolto senza apparenti problemi e tensioni per oltre 70 anni. Non solo, ma più volte il richiamo alle parti sociali ed ai contratti collettivi è stato un monito per legislatori bramosi di 'normare' ogni cosa", continua. "Ma allora -si chiede Rotondi- come mai sul salario minimo la Cgil fa affermazioni distoniche come: 'i minimi tabellari non rappresentano il salario minimo ex art. 36 Cost.', oppure, 'l’ora lavoro non può essere retribuita meno di 9 euro'? Sarebbe come dire che la Cgil ha finto di credere in un sistema in cui non credeva fino in fondo. Che milioni di lavoratori hanno affidato i loro interessi e diritti nelle mani di chi “non pensava” di poterli tutelare".
"È una dichiarazione di resa? La funzione del sindacato non è più in grado, tramite la contrattazione sociale, di raggiungere gli obiettivi di civiltà dichiarati? E quei contratti collettivi nazionali sottoscritti anche dalla Cgil che prevedono minimi inferiori a 9 euro l’ora, come li spieghiamo? Come si giustificano nei confronti dei lavoratori ai quali sono stati (giustamente) applicati quei valori? È il solito imprenditore cattivo? Chi risarcisce questi decenni che non sembrano riconoscere il ruolo importantissimo che invece il sindacato ha svolto su tutto il 'diritto e mercato del lavoro'?", si chiede Rotondi.
Secondo il giuslavorista "forse per tentare una spiegazione all’abdicazione della Cgil sarebbe più semplice puntare il dito su ciò che è evidentemente una forzatura, ma credo che il sindacato guidato da Landini nella vicenda del salario minimo per legge sia vittima e carnefice. Vittima della mancanza totale di una certa 'politica' che dovrebbe occuparsi di ben altro e mettere nelle condizioni le parti sociali di poter bene operare negli spazi di propria competenza. Carnefice, quando pensa di occupare e spalleggiare posizioni politiche a sostegno soprattutto di chi oggi non è certo il lavoratore".
Lavoro
Maggio, Confsal: “Più dignità, sicurezza, equità e...
"Presenteremo un ‘Decalogo per la disabilità e la fragilità"’
“È necessario varare un piano straordinario per la sicurezza sui luoghi lavoro affinché il lavoro sia un progetto di vita e non di morte. C’è bisogno di fare scelte coraggiose e dare attuazione alle proposte Confsal che compongono il decalogo della sicurezza per la prevenzione partecipata”. Così Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale della Confsal-Confederazione Generale Sindacati Autonomi Lavoratori, in occasione della settima edizione della ‘Giornata del Lavoro’ che si è tenuta stamattina a Napoli.
Più dignità al lavoro, più salute e sicurezza, più equità retributiva e più sviluppo e occupazione i temi principali della manifestazione. “L’occupazione giovanile passa attraverso lo sviluppo del Mezzogiorno rendendo urgente un cambio di passo da parte delle amministrazioni dal punto di vista strutturale, procedurale e burocratico per attirare investimenti dal punto di vista sociale-legale”, ha ricordato Margiotta che ha aggiunto: “È necessario creare un fronte comune, affinché i nostri giovani non abbandonino i loro territori e anche le strade della legalità”.
Strettamente legato al tema dello sviluppo occupazionale è quello della formazione - e in particolare del sistema della formazione professionale - che deve essere rivisto ed aggiornato poiché, come ha evidenziato il segretario Confsal “Oltre al capitale finanziario occorre il capitale umano: i giovani devono diventare un fattore di sviluppo acquisendo le competenze che servono al mercato del lavoro, soprattutto nei settori emergenti”.
Focus anche sull’equità retributiva. “Con due contratti innovativi abbiamo recentemente stabilito un minimo tabellare di 9 euro lordi orari in tutti i settori economici del manifatturiero e in tutti i settori del terziario, dimostrando che la minima dignità economica che deve derivare dal lavoro, cioè il cosiddetto salario minimo può essere stabilito con una contrattazione collettiva di qualità senza bisogno della legge”, ha osservato Margiotta.
“Dare dignità al lavoro significa anche dare dignità a quei lavoratori in difficoltà perché fragili o disabili. Fragilità e disabilità non sono la stessa cosa ma hanno in comune uno stato di difficoltà che la società, sorda e insensibile, trasforma in un vero e proprio handicap perché impedisce loro di superarlo. Ecco perché presenteremo un ‘Decalogo per la disabilità e la fragilità’ dal quale deve discendere un protocollo attuativo della normativa sulla disabilità nei luoghi di lavoro, al fine di eliminare ogni discriminazione”, ha aggiunto.
Margiotta ha poi colto l’occasione per ribadire l'impegno di Confsal per le pari opportunità: “La questione sindacale e culturale da affrontare è quella delle pari opportunità di progresso durante la vita lavorativa. La riduzione delle disuguaglianze di genere e la partecipazione delle donne ai ruoli decisionali porterebbe sicuramente benefici non solo in termini di equità ed eguaglianza ma anche di crescita economica e renderebbe l’Italia un Paese competitivo anche a misura di donna. Confsal è impegnata a promuovere modelli organizzativi innovativi che garantiscano a tutti opportunità di crescita e formazione, con orari di lavoro flessibili e l’introduzione di fringe benefit pensati per il benessere del lavoratore e delle lavoratrici”, ha sottolineato il segretario. Un pensiero, infine, al tema della pace: “In questo dilagare di scenari di guerra in tanti parti del mondo occorre ascoltare l’invito del Papa che a parlare non siano più le armi ma la diplomazia e i negoziati affinché si possa di nuovo ascoltare la parola Pace”, ha concluso.
Lavoro
1 maggio, Margiotta (Confsal): “Occupazione,...
Così il segretario generale di Confsal aprendo la giornata del lavoro di Confsal in piazza del Plebiscito a Napoli
"Nel contesto attuale, aggravato dalle frequenti morti sul lavoro, dalla disparità retributiva e da una occupazione giovanile che fatica a decollare, il primo maggio assume un valore ancor più denso di significato”. Lo ha dichiarato il segretario generale di Confsal Angelo Raffaele Margiotta, aprendo la giornata del lavoro di Confsal in piazza del Plebiscito a Napoli.
"Da questa piazza e da tutte le piazze delle Regioni d’Italia - ha continuato Margiotta - rivendichiamo con forza il valore e la dignità del lavoro pubblico e privato ribadendo le priorità fondamentali: occupazione giovanile attraverso lo sviluppo del Mezzogiorno; equità retributiva, un piano straordinario per la sicurezza nei luoghi di lavoro".
Lavoro
Inps: Valeria Vittimberga direttore generale, al via nuovo...
La Dg sarà a capo di una macchina complessa, pilastro del welfare del Paese
Con la nomina di Valeria Vittimberga a direttore generale prende il via definitivamente il nuovo corso dell’Inps presieduto da Gabriele Fava. Valeria Vittimberga, già direttore centrale risorse strumentali e centrale acquisti, fonda le basi della sua azione manageriale su un solido curriculum di studi e su una lunga carriera nei ruoli dirigenziali. La Dg sarà a capo di una macchina complessa, pilastro del welfare del Paese, chiamata ad alimentare e sostenere una rete di protezione sociale fatta di più di 400 prestazioni erogate a 42milioni di cittadini-utenti. Questa nomina avviene in un momento importante, in una fase di ricambio generazionale dell'Istituto e di definizione di nuovi equilibri tra il centro e il territorio. E' quanto annuncia una nota dell'Inps.
“L’Inps è attivamente ingaggiato nell'attuazione del Pnrr ed è protagonista della digitalizzazione della Pa. In questo senso, tra gli indirizzi del mio mandato -ha affermato Valeria Vittimberga- ci saranno la trasparenza e il rigore morale come riferimento di una rinnovata azione amministrativa. Per ampliare ancor più il suo ruolo di presidio di legalità, l’Inps dovrà presentarsi come una casa di vetro, dove proprio la trasparenza nei confronti dei cittadini, degli stakeholder e dell’ecosistema comunicativo non deve essere solo uno slogan o un dettato normativo, ma una prassi interiorizzata”.
Commentando la nomina il presidente Gabriele Fava ha affermato: “La tempestività della decisione tra l’insediamento del nuovo Cda, la proposta del nome del nuovo Direttore generale e l'effettiva nomina rappresenta un segnale forte che vogliamo dare al Paese e di cui ringrazio il ministro Elvira Calderone e il Governo tutto. Ringrazio, inoltre, Antonio Pone (dg facente funzioni) e tutti i dirigenti e funzionari che con spirito di servizio hanno guidato questa delicata fase di passaggio. Con il nuovo assetto organizzativo prende il via quel progetto di Inps su cui il Parlamento mi ha dato fiducia e che ha l’obiettivo di supportare l'evoluzione del nostro sistema di welfare da difensivo a generativo, puntando sulla effettiva centralità delle persone, che sarà connotato da concretezza, efficienza e semplificazione su obiettivi definiti”.