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In Colombia stanno boicottando la Cop 28 con la Earth Social Conference

Oltre 50 organizzazioni convinte che la conferenza “non porterà a nulla”

giovani protestano per il clima - Canva

Non chiamatela conferenza sul clima: la Cop 28, così come tutte le sue edizioni precedenti, non è pensata per trovare delle soluzioni reali alla crisi climatica e al futuro dell’umanità.

Da questa netta posizione prende forma la prima Earth Social Conference, la controconferenza che si sta tenendo in Colombia da ieri, 5 dicembre, e fino al 10 dicembre, nella zona di Casanare, in cui ci saranno assemblee sul conflitto in Medio Oriente, sulle nuove forme di colonizzazione e sul ruolo delle organizzazioni nella crisi climatica.

“Chiediamo a tutti i ‘realisti’ del clima di rifiutare il loro invito alla Cop 28 che si terrà a Dubai e di unirsi a noi per la prima Earth Social Conference a dicembre”: con questo invito attivisti e gruppi di tutto il mondo hanno chiamato a raccolta quanti preferiscono boicottare la Cop 28 e organizzare una conferenza alternativa.

In effetti, a 6 giorni dal termine, la Conferenza delle Parti in corso a Dubai non sta dando i risultati sperati, anche se questo non sorprende affatto gli organizzatori dell’evento in Colombia: “Finirà con un accordo non vincolante, verrà stipulato dietro le quinte e si cercherà di uscire dal vertice con la percezione di non aver fallito completamente. L’accordo non comporterà alcuna deviazione significativa dal business as usual. A consolarci saranno le speranze della Cop29 del prossimo anno. E il mondo resterà sull’autostrada verso l’inferno climatico con i piedi ben saldi sull’acceleratore”, hanno scritto le oltre 50 organizzazioni che hanno avanzato l’idea della prima controconferenza sul clima, trasformandola in realtà.

Chi parteciperà alla conferenza sociale in Colombia in passato è stato alle conferenze sul clima, non solo protestando ma anche partecipando ai panel dedicati alle giovani generazioni e a quelli delle società civile. Questa volta hanno deciso che le loro energie sarebbero state impiegate meglio altrove.

“Tutti i gruppi di End Fossil stanno boicottando la Cop28 perché è il vertice sul clima più corrotto che ci sia mai stato, per questo alcuni di noi parteciperanno agli eventi della conferenza sociale in Colombia”, raccontano a economiacircolare.com le attiviste e gli attivisti di End Fossil, una rete internazionale nata nel 2022 che ha promosso l’occupazione di più di 90 università in 13 Stati diversi per protestare contro l’uso dei combustibili fossili.

I dubbi su Cop 28 e le parole di Al Jaber

Ancora prima dell’inizio della conferenza (30 novembre), il clima era surriscaldato non solo in senso ambientale, ma anche figurato. Ad alzare la bufera le parole, riportate dal The Guardian, di Sultan Ahmed Al Jaber, ministro dell’Industria degli Emirati Arabi Uniti e presidente di Cop 28.

In una call con l’ex inviata speciale delle Nazioni unite e già presidente dell'Irlanda, Mary Robinson, Al Jaber ha detto: “Mi mostri una strada per eliminare i combustibili fossili che consenta uno sviluppo sostenibile, a meno di non volere riportare il mondo nelle caverne”.

Non solo. Per il presidente della Cop 28 “non esiste alcuna scienza che affermi che l'eliminazione graduale dei combustibili fossili”, come il petrolio ad esempio, “porti a questo risultato”.

La replica del presidente delle Nazioni Unite Antonio Guterres è stata immediata: “Si tratta di affermazioni assolutamente preoccupanti e sull’orlo del negazionismo climatico”, che generano particolare apprensione perché pronunciate dal presidente di quella Conferenza che dovrebbe trovare un ampio accordo tra le parti proprio per contrastare il cambiamento climatico.

Nonostante la chiarezza delle dichiarazioni, Al Jaber ha provato il dietrofront affermando di credere e rispettare moltissimo la scienza. Il presidente della Cop 28 di Dubai ha detto che le sue parole sono state “mal interpretate” e che ritiene fondamentale “l'eliminazione graduale dei combustibili fossili”, specificando che “deve essere ordinata, giusta e responsabile”. Dichiarazioni che, inevitabilmente, hanno lasciato molti dubbi sulla vera posizione di Al Jaber.

Questa vicenda ha finitor per rafforzare la linea di chi, alla Conferenza di Dubai, sta preferendo la controconferenza in Colombia.

La proposta di una patrimoniale climatica

Come spesso sottolineato anche su queste pagine, il cambiamento climatico non produce danni ‘solo’ ambientali, ma profonde disuguaglianze socio-economiche. Infatti, a pagare il prezzo più caro della crisi climatica spesso sono i paesi più poveri , che meno di altri hanno contribuito all’emissione di gas serra. Un paradosso che si traduce nella richiesta di “giustizia climatica” da parte di chi ha aderito alla Earth Social Conference o comunque ne sostiene il contenuto.

Per questo, gli organizzatori della controconferenza colombiana propongono una sorta di ‘patrimoniale climatica’ ispirata al principio ‘più inquini, più paghi’. Tutte le oltre 50 organizzazioni che hanno dato forma alla manifestazione in Colombia sono d’accordo su questa proposta.

I dati confermano che le responsabilità per l’incremento delle emissioni di gas climalteranti sono di una ristretta minoranza elitaria e benestante: secondo l’ultimo rapporto Oxfam-SEI, l’1% più ricco del mondo inquina quanto i 2/3 dell’intera popolazione globale. Più nello specifico, nel 2019, l’1% più ricco del pianeta ha generato il 16% delle emissioni globali di CO2 derivanti dai consumi, superando quelle prodotte da tutti i veicoli su strada. Allo stesso tempo, il 10% più ricco della popolazione mondiale è responsabile della metà delle emissioni globali. In un anno, un individuo appartenente all’1% più ricco inquina quanto una persona del restante 99% in 1.500 anni.

Con questi dati, sostengono gli organizzatori della Earth Social Conference, una patrimoniale climatica è l’unica strada concreta da perseguire.

“Senza pretesa di rappresentare una panacea, un’imposta progressiva sui grandi patrimoni può generare risorse considerevoli per la decarbonizzazione dell’economia e per affrontare al contempo i crescenti bisogni sociali quali salute, istruzione, contrasto all’esclusione sociale, che stentano a trovare oggi una risposta adeguata. Un tributo in grado di garantire maggiore equità del prelievo fiscale e una prospettiva di futuro dignitoso per chi ne è oggi privato”, ha spiegato Mikhail Maslennikov, policy advisor su giustizia fiscale di Oxfam Italia, lanciando la campagna #lagrandericchezza. 

La proposta è quella di introdurre, a livello comunitario, una tassa sui grandi patrimoni che avrebbe un triplice scopo:

- finanziare le iniziative di transizione ecologica dell’Ue;

- rafforzare l’inclusione sociale nei Paesi membri;

- integrare gli stanziamenti dell’Unione per le politiche di cooperazione internazionale allo sviluppo e per la finanza climatica.

Conclusioni

Gli scarsi risultati raggiunti dalla Cop 28 a soli sei giorni dal termine, avvalorano le ragioni dei manifestanti.

Ciò che più impreziosisce il dibattito, tuttavia, è l’approccio olistico che muove gli organizzatori della Earth Social Conference, consapevoli che nessuna politica ambientale può diventare concreta se non si promuove la giustizia climatica.

Il manifesto è ben riassunto da queste parole di Karim di Earth Social Conference, raccolte da economiacircolare.com: “Abbiamo deciso di proporre un’alternativa speranzosa. Ecco perché stiamo organizzando una conferenza dove discutere con urgenza e in maniera concreta come garantire un futuro giusto e sicuro per tutti. Durante questa settimana di incontri utilizzeremo ogni momento per sviluppare strategie collettive e costruire una solida rete globale basata sulla solidarietà”.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Sostenibilità

Consumi, il carrello della spesa ‘green’ vale...

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Secondo i dati dell'Osservatorio Immagino di Gs1 Italy1, l'83,8% dei prodotti analizzati ha in etichetta un claim sulla sostenibilità

 - (Fotogramma)

Gli scaffali della grande distribuzione organizzata sono sempre più green: merito dei 116.699 prodotti (l'83,8% di quelli analizzati) che comunicano in etichetta la loro sostenibilità attraverso uno dei numerosi claim relativi a questa tematica rilevati dall’Osservatorio Immagino di Gs1 Italy1, il report semestrale che dal 2017 analizza e racconta i cambiamenti del carrello della spesa partendo dalle informazioni presenti sulle etichette di 139.302 prodotti, responsabili dell’83,1% del giro d’affari 2023 del canale supermercati e ipermercati italiani.

Complessivamente il paniere dei prodotti 'green' genera 43,8 miliardi di euro di vendite, contribuendo per il 92,1% al giro d’affari complessivo del largo consumo confezionato. Le vendite a valore nel 2023 sono cresciute di +9,3% su base annua, mentre i volumi sono calati di -4,5%. Dal 2023 l’Osservatorio Immagino ha adottato una lettura innovativa, ampia e sistematica, dei claim relativi alla sostenibilità presenti sulle etichette dei prodotti confezionati di largo consumo, realizzata in collaborazione con l’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa per approfondire l’analisi della eco-comunicazione on pack in tutte le sue sfaccettature.

"Nonostante il contesto non facile, il tema della sostenibilità si rivela sempre più importante per l’industria del largo consumo, con produttori e distributori che continuano a investire in quest’area per rispondere alle esigenze dei consumatori e alla legislazione vigente. Le tematiche che abbiamo voluto affrontare fanno riferimento non solo al prodotto in sé ma anche al suo packaging e, più in generale, all’impegno delle aziende per ridurre l’impatto ambientale, rinforzare il loro ruolo sociale e garantire il rispetto e la salvaguardia del benessere animale in tutta la filiera", spiega Marco Cuppini, research and communication director di Gs1 Italy.

Le tre declinazioni della sostenibilità

Tra le tre macro-declinazioni della sostenibilità, la più 'praticata' è quella ambientale (83,6% dei prodotti), espressa soprattutto dalle indicazioni pratiche per la gestione del prodotto e della raccolta differenziata. Gli oltre 116mila prodotti di questo paniere hanno realizzato 43,8 miliardi di euro di vendite. L’analisi per reparto merceologico condotta dall’Osservatorio Immagino ha rilevato la maggior presenza di prodotti che comunicano la sostenibilità ambientale in etichetta nel freddo (100% delle referenze) e nel fresco (99,6%), mentre per quanto riguarda la tipologia di produttori spiccano le private label (91,0%) e i brand top 20 (90,5%).

Ma quali sono le singole caratteristiche ambientali più riportate sulle etichette dei prodotti di largo consumo? La più diffusa è la riciclabilità del packaging, presente sul 54,5% dei prodotti monitorati dall’Osservatorio Immagino e con vendite in aumento di +13,3% a valore e in calo di -1,9% a volume su base annua. Segue l’indicazione della formulazione sostenibile degli ingredienti, rilevata sul 21,5% delle referenze e con un trend di vendita annuo di +8,2% a valore e di -4,6% a volume. A livello di performance annua, rispetto alla media, si sono fatti notare i claim riciclato (+15,7 a valore e -1,3% a volume), le informazioni sulla biodegradabilità (+33,4 a valore e -1,7% a volume) e quelle sulla plastica ridotta (+13,8 a valore e -1,4% a volume).

La seconda dimensione analizzata dall’Osservatorio Immagino è quella della sostenibilità sociale, richiamata sulle confezioni di 11.650 prodotti (8,4% del totale) che hanno sviluppato 6,1 miliardi di euro di fatturato. Le aree merceologiche più impegnate su questo fronte sono freddo e cura persona (rispettivamente 11,5% e 10,0% dei prodotti). Tra i produttori spiccano i follower (21-200) e i top 20 (rispettivamente 11,0% e 10,4%). Infine, l’impegno per il benessere animale accomuna 2.803 prodotti (2,0%) con 1,4 miliardi di euro di sell-out, diffusi soprattutto nel reparto gelati e surgelati (4,9% dei prodotti) e tra le referenze realizzate dai produttori follower (3,1%).

L'analisi dei consumatori

In questa sua quindicesima edizione, l’Osservatorio Immagino ha voluto inserire un ulteriore approfondimento: l’analisi socio-demografica delle famiglie acquirenti per claim di sostenibilità in etichetta. Ne è risultata una mappatura inedita e dettagliata, che ha evidenziato sia la maggior sensibilità delle famiglie giovani con figli piccoli, sia il ruolo discriminante della fascia di reddito nelle scelte dei prodotti sostenibili.

Da quest’analisi dell’Osservatorio Immagino è emerso che ci sono claim (come 'riciclato' e 'riciclabile') che sono diffusi in modo trasversale e omogeneo tra i diversi cluster di famiglie. Altri, invece, sono più segmentati: ad esempio, il claim 'contenuto bio-based', è più presente nel carrello della spesa delle famiglie giovani con figli sotto i sei anni, mentre quelli relativi ai 'disciplinari di filiera' sono presenti con dati superiori alla media nelle famiglie a reddito più alto, in quelle più giovani senza figli e in quelle con età più matura e senza figli conviventi.

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Sostenibilità

WellWeek 2024, a Napoli terza tappa con il Forum...

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L’ultimo dei grandi appuntamenti della WellWeek, arriva il prossimo 20 settembre presso la sede dell’Unione Industriali sita in Palazzo Partanna

WellWeek 2024, a Napoli terza tappa con il Forum Sostenibilità

Il Forum Sostenibilità, l’ultimo dei grandi appuntamenti della WellWeek, arriva il prossimo 20 settembre a Napoli, presso la sede dell’Unione Industriali sita in Palazzo Partanna. L’evento giunge quest’anno alla sua ottava edizione, proponendosi ancora una volta come momento di confronto in merito alle strategie di sostenibilità delle aziende e al ruolo delle istituzioni nel favorire lo sviluppo sostenibile del Paese. L’evento si aprirà con un talk show che mira a fare il punto su uno dei temi centrali della WellWeek, 'L'innovazione al servizio della sostenibilità e del benessere'.

Con la conduzione del giornalista Luigi Monfredi, il panel vedrà la testimonianza di realtà quali Spencer&Lewis, Ics Maugeri, Anm, Ferrarelle, Intesa Sanpaolo e Inps. Il resto dell’evento vedrà, in tre sale parallele, tra talk show, workshop e tavoli tematici, toccare diverse tematiche tra cui il contributo delle aziende alla lotta ai cambiamenti climatici, i nuovi modelli di leadership per guidare il cambiamento sostenibile, la protezione della biodiversità, nuove tecniche di produzione eco-compatibile, la rivoluzione della mobilità turistica.

Altro momento atteso il talk show a cura di Anm (Azienda Napoletana Mobilità), Official Partner dell’evento, dal titolo 'Turismo, mobilità e rigenerazione urbana: verso un futuro sostenibile', con la conduzione di Simona Tedesco (direttore Dove) e l’intervento di Maria Corbi, Francesco Favo e Marco Izzolino di Anm e Maria Elena Rossi, direttore Marketing dell’Agenzia Nazionale del Turismo.

Tra le altre aziende che porteranno una testimonianza troviamo: Enac, Atlante, Kraft Heinz, Loacker, Markas, Anas, Italferr, Fondazione Cariplo, Schneider Electric, Epson, Save the Duck, FlixBus, Wind Tre Business, e molte altre. L’evento si svolgerà sotto il Patrocinio del Comune di Ischia e il Patrocinio Associativo di Convention Bureau Napoli e dell’Unione degli Industriali della Provincia di Napoli.

Oltre ad Adnkronos, hanno collaborato in qualità di Main Media Partner Corriere della Sera e Rds, Azienda Napoletana Mobilità Anm in qualità di Official Partner, Spencer&Lewis in qualità di Content Partner, e CoachHub, nCore Hr e Risorse Professional in qualità di Forum Partner. Kuriu in qualità di Social Media Partner. Parlamento Magazine, Fasi.eu, Canale Energia in qualità di Media Partner. Consecution Group, Kekyjob, Vip District, Walà in qualità di Partner Associativi. Università degli Studi di Milano Bicocca, Università Iulm in qualità di Partner Accademici.

I panel della Main Session sarà presto disponibili sul sito

www.comunicazioneitaliana.tv.

È inoltre prevista la pubblicazione di una sintesi dei tavoli a porte chiuse su

www.comunicazioneitaliana.org

www.wellweek.it

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Sostenibilità

A Roma Toyota inaugura murale ‘mangiasmog’...

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L'opera - sostenuta nell'ambito della WeHybrid Race - è parte del progetto "Aria a Colori" realizzato dall’artista Amalia Tucci

A Roma Toyota inaugura murale 'mangiasmog' Transmission

E' stato inaugurato a Roma il murale 'Transmission' nell'ambito della WeHybrid Race Toyota, in collaborazione con Retake ETS, come parte del progetto "Aria a Colori" realizzato dall’artista Amalia Tucci. L'opera sorge nel sottopasso della Metro San Paolo, con l’obiettivo di migliorare concretamente la qualità della vita nelle città italiane attraverso l'arte urbana. Infatti l’opera non solo arricchisce esteticamente uno degli snodi più frequentati della città, precedentemente caratterizzato da uno stato di decoro non all’altezza della rilevanza del luogo, ma contribuisce in modo tangibile a rendere l'aria più pulita grazie a speciali vernici fotocatalitiche "mangia smog", capaci di neutralizzare le sostanze nocive come gli NOx. Queste vernici, completamente naturali e inodori, trasformano ogni 100 mq di murales in un'area con effetti benefici pari a quelli di 100 mq di bosco. Questo intervento migliora la qualità dell’aria in una zona ad alta densità di traffico, offrendo un beneficio diretto ai residenti e a chi frequenta quotidianamente la metro.

Al centro dell'opera, un volto respira aria pulita, mentre i circuiti elettrici, simbolo della connessione tra uomo, natura e tecnologia, si trasformano in fiori. Questo sistema rigenerativo armonioso simboleggia la capacità della cittadinanza di affrontare le sfide della sostenibilità attraverso una continua evoluzione, supportata dalle nuove tecnologie e dall'intelligenza artificiale. L'opera invita a riflettere sull'importanza di trasmettere conoscenze e valori per creare un futuro più consapevole e sostenibile. Il progetto "Aria a Colori", presentato a Roma con la partecipazione di rappresentanti istituzionali e di cittadini, ha già visto il suo debutto in città come Milano, Salerno, Bari e Arezzo, con risultati positivi che porteranno il coinvolgimento anche altre città italiane. Ogni nuova installazione segna un passo significativo nella trasformazione degli spazi urbani, rendendoli più vivibili e sostenibili per le comunità locali.

L’iniziativa nasce dal coinvolgimento dei clienti Toyota nella WeHybrid Race, una competizione amichevole che ha incoraggiato i partecipanti a percorrere chilometri in modalità elettrica, impegnandosi in una mobilità più responsabile e dando loro la possibilità di scegliere la realizzazione di progetti concreti per l’ambiente e la collettività. Come ha sottolineato Alberto Santilli - Amministratore Delegato Toyota Motor Italia "il Murale che inauguriamo oggi è un regalo ai romani da parte degli oltre 110 mila nostri clienti che aderiscono al programma WeHybrid" con quale "chi inquina meno vince. Non solo perché risparmia e ottiene una serie di vantaggi per se, ma anche perché può donare qualcosa alla sua città".

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