Morte Kissinger, reazioni da tutto il mondo. Putin: “Statista saggio e lungimirante”
Meloni: "Punto riferimento politica mondiale, privilegio confrontarmi con lui". Cina: "Un vecchio amico". Bush: "L'ho ammirato a lungo e gli sono stato grato"
Reazioni in tutto il mondo alla morte di Henry Kissinger, l'ex segretario di Stato americano spirato ieri sera nella sua casa in Connecticut. Lo scorso maggio aveva compiuto 100 anni.
"Henry Kissinger è stato un punto di riferimento della politica strategica e della diplomazia mondiale. È stato un privilegio aver avuto, di recente, la possibilità di confrontarmi con lui sui vari temi all'ordine del giorno dell'agenda internazionale. La sua scomparsa ci rattrista ed esprimo il mio cordoglio personale e del Governo italiano alla sua famiglia e ai suoi cari", dichiara il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Bush: "L'ho ammirato a lungo e gli sono stato grato"
Kissinger viene descritto come "una della voci più distintive e affidabili" in politica estera dall'ex Presidente George W. Bush che ha detto di "aver a lungo ammirato l'uomo di famiglia ebraica che era fuggito dai nazisti da ragazzino e che poi li aveva combattuti con le forze militari americane" e di essergli grato "per il suo servizio e per i suoi consigli", ma soprattutto per la sua amicizia. Insieme alla moglie Laura, ha aggiunto, "avrà nostalgia della sua saggezza, del suo fascino e del suo humour".
Putin: "Statista saggio e lungimirante"
Henry Kissinger è stato "un diplomatico eccezionale, uno statista saggio e lungimirante che per molti decenni ha goduto del meritato rispettato in tutto il mondo", ha affermato il presidente russo, Vladimir Putin, in un telegramma di condoglianze inviato alla moglie dell'ex segretario di Stato americano. "Ho avuto l'opportunità di parlare personalmente con quest'uomo profondo e straordinario molte volte e conserverò senza dubbio il ricordo più bello di lui", si legge nel messaggio del presidente russo, diffuso dal Cremlino e citato dall'agenzia Tass.
Putin ha osservato che "il nome di Henry Kissinger è indissolubilmente legato a una linea pragmatica di politica estera, che un tempo permise di raggiungere la distensione delle tensioni internazionali e di raggiungere i più importanti accordi sovietico-americani che hanno contribuito a rafforzare la sicurezza globale".
"Questo è un caso in cui è davvero passata un'era con una persona. Come si suol dire, non si creano più persone così", aveva scritto in precedenza su Telegram il vicepresidente del Consiglio della Federazione Russa Konstantin Kosachev, che lo conosceva personalmente. Il senatore russo ha osservato che Kissinger era “per molti versi un politico leggendario, il cui destino era legato a importanti eventi del secolo. È morto un rappresentante dell'epoca in cui gli Stati Uniti non erano guidati da fobie e utopie, ma da interessi e realtà. Quando Washington aveva nel suo arsenale, la diplomazia, e non solo le sanzioni".
Cina: "Un vecchio amico"
Herny Kissinger è per la Cina "un vecchio amico, pioniere e costruttore delle relazioni" tra gli Stati Uniti e il gigante asiatico, il cui leader, Xi Jinping, ha inviato un messaggio di condoglianze al presidente americano Joe Biden. Kissinger ha "attribuito grande importanza alle relazioni" fra le due superpotenze, "ritenendo fossero cruciali per la pace e la prosperità di entrambi i Paesi e del mondo", dicono dal ministero degli Esteri di Pechino, come riportano i media ufficiali cinesi.
"Sia la Cina che gli Stati Uniti dovrebbero ereditare e portare avanti la sua visione strategica, il suo coraggio politico e la sua saggezza diplomatica", rimarca il portavoce della diplomazia del gigante asiatico, Wang Wenbin, passati solo quattro mesi dall'incontro di luglio a Pechino tra Kissinger e Xi.
Netanyahu: "Ogni incontro con lui lezione su arte di governare"
Benjamin Netanyahu piange la scomparsa del "grande statista" Henry Kissinger, la cui morte "segna la fine di un'era, in cui il suo formidabile intelletto e la sua abilità diplomatica non solo hanno plasmato il corso della politica estera americana, ma hanno anche avuto un profondo impatto sulla scena globale". In un post su X, il premier israeliano ricorda di aver incontrato l'ex segretario di Stato americano "in numerose occasioni, l'ultima delle quali appena due mesi fa a New York: ogni incontro con lui non era solo una lezione di diplomazia, ma anche un corso di perfezionamento sull’arte di governare, la sua comprensione delle complessità delle relazioni internazionali e la sua visione unica delle sfide che il nostro mondo deve affrontare non hanno eguali".
Kissinger "non era solo un diplomatico, era un pensatore che credeva nel potere delle idee e nell'importanza del capitale intellettuale nella vita pubblica. I suoi contributi nel campo delle relazioni internazionali e i suoi sforzi nel percorrere alcuni dei terreni diplomatici più impegnativi testimoniano le sue straordinarie capacità", conclude Netanyahu, secondo cui "la sua eredità continuerà a ispirare e guidare le future generazioni di leader e diplomatici".
Premier giapponese: "Ha contribuito alla pace e stabilità in Asia"
Il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha elogiato il "contributo significativo" di Kissinger alla "pace e alla stabilità" in Asia. "Vorrei esprimere il mio più sincero rispetto per i grandi risultati che ha ottenuto", ha detto Kishida, porgendo le proprie condoglianze per la morte dell'ex segretario di Stato americano.
Scholz: "Il mondo ha perso un diplomatico speciale"
"Henry Kissinger ha plasmato la politica estera americana come pochi altri. Il suo impegno a favore dell'amicizia transatlantica tra Stati Uniti e Germania è stato significativo ed è sempre rimasto vicino alla sua patria tedesca. Il mondo ha perso un diplomatico speciale". Lo ha scritto il cancelliere tedesco Olaf Scholz sui social media, rendendo omaggio a Kissinger, morto ieri nella sua casa nel Connecticut all'età di 100 anni, rifugiato tedesco della Seconda Guerra Mondiale che divenne segretario di stato americano e imponente mediatore di potere diplomatico durante la seconda metà del XX secolo.
Macron: "E' stato un gigante della storia"
"Henry Kissinger è stato un gigante della storia. Il suo secolo di idee e di diplomazia ha avuto un'influenza sulla sua epoca e sul nostro mondo. La Francia esprime le sue condoglianze al popolo americano". Così il presidente francese, Emmanuel Macron, ha ricordato sul social X l'ex segretario di Stato americano.
Michel: "Uno stratega attento ai piccoli dettagli"
"Ho avuto il privilegio di incontrare diverse volte Henry Kissinger. Un uomo gentile e una mente brillante che, nell'arco di cento anni, ha plasmato le sorti di alcuni degli eventi più importanti del secolo. Uno stratega con attenzione al più piccolo dei dettagli". Scrive così su X il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, con le condoglianze agli americani e alla famiglia per la morte dell'ex segretario di Stato Usa.
"La strategia di Henry Kissinger e la sua eccellenza nella diplomazia hanno plasmato la politica globale nel XX secolo. La sua influenza e la sua eredità continueranno a riverberarsi anche nel XXI secolo", ha scritto così su X la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
Tajani: "Amico Italia e sostenitore convinto relazioni transatlantiche"
"Voglio ricordare Kissinger, Premio Nobel per la pace, come un amico dell'Italia e sostenitore convinto delle relazioni transatlantiche. Un pilastro della diplomazia, i giovani impareranno dai suoi scritti l'arte del dialogo e del negoziato sempre per il bene degli equilibri globali". Lo ha scritto si X il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani commentando la morte dell'ex segretario di Stato americano.
Blair: "Avevo soggezione di lui, era un artista"
L'ex Premier britannico Tony Blair ha ammesso di "essere stato in soggezione" di Henry Kissinger, precisando che "non c'è stato nessuno come lui". "Dalla prima volta che l'ho visto, da nuovo leader del partito Laburista all'opposizione nel 1994, alla ricerca di definire posizioni in politica estera, fino all'ultima volta in cui lo sono andato a trovare a New York, sono stato in soggezione di lui". "L'estensione della sua conoscenza, i punti di vista che definiva senza sforzo, la lucidità, la capacità di maneggiare l'inglese che rendeva una gioia ascoltarlo parlare di qualsiasi cosa e soprattutto l'abilità di considerare tutti i diversi elementi delle sfide diplomatiche più complesse e ricamarci su qualcosa di straordinario per la sua coerenza e completezza, e, la maggior parte delle volte, che dava una risposta e non solo una analisi: nessuno lo riusciva a fare come Henry. Se è possibile che la diplomazia, al suo livello più alto, sia una forma di arte, Henry era un artista", ha dichiarato Blair, precisando che "era sempre motivato non da una grossolana realpolitik ma da un amore genuino per il mondo libero e la necessità di tutelarlo".
Esteri
Israele, sanzioni Usa a “importanti finanziatori di...
Si tratta di Mohammad Hannoun: alla guida un gruppo di beneficenza denominato Charity Association of Solidarity with the Palestinian People, è accusato di aver convogliato denaro all'ala militare di Hamas sotto le mentite spoglie di aiuti umanitari
Gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni su Hamas nel primo anniversario del massacro compiuto il 7 ottobre dello scorso anno contro Israele. Lo ha annunciato ieri il Dipartimento del Tesoro Usa in una nota sul proprio sito web. In particolare, sono stati designati ''tre individui e un ente di beneficenza fittizio che sono importanti sostenitori finanziari internazionali di Hamas, nonché un istituto finanziario controllato da Hamas a Gaza''. E' stato anche ''designato un sostenitore di lunga data di Hamas'', prosegue la nota. Si tratta di ''attori che svolgono ruoli critici nella raccolta fondi esterna per Hamas, spesso sotto le mentite spoglie di opere di beneficenza, e che finanziano le attività terroristiche del gruppo''.
La Segretaria del Tesoro Janet Yellen ha affermato che ''mentre ricorre un anno dal brutale attacco terroristico di Hamas, il Tesoro continuerà a colpire incessantemente la capacità di Hamas e di altri proxy iraniani destabilizzanti'' in modo che non possa più ''finanziare le loro operazioni e compiere ulteriori atti violenti".
Chi sono i finanziatori sanzionati: uno è in Italia
In particolare, il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha sanzionato tre presunti finanziatori di Hamas tra cui uno con base in Italia. Si tratta di Mohammad Hannoun, "riconosciuto come un agente principale di Hamas da Israele nel 2013", come riporta il Jerusalem Post. Hannoun guida un gruppo di beneficenza denominato Charity Association of Solidarity with the Palestinian People (ABSPP), che è accusato di aver convogliato denaro all'ala militare di Hamas sotto le mentite spoglie di aiuti umanitari.
Tra gli altri sanzionati, Hamid Abdullah Hussein Al-Ahmar, cittadino yemenita residente in Turchia, ex membro del parlamento per conto del partito della Fratellanza Musulmana in Yemen, descritto come uno dei più importanti sostenitori internazionali di Hamas. Al Ahmar, che presiede la Al-Quds International Foundation con sede in Libano, è descritto come colui che ha svolto un ruolo chiave nel portafoglio di investimenti clandestini di Hamas, che al suo apice ha gestito oltre 500 milioni di dollari in attività.
Il Tesoro ha anche preso di mira Majed Al-Zeer, descritto come un "alto rappresentante di Hamas in Germania, che è anche uno dei membri più anziani di Hamas in Europa e ha svolto un ruolo centrale nella raccolta fondi europea del gruppo terroristico". Al-Zeer è stato designato come funzionario di Hamas da Israele già nel 2013 ed è stato anche riconosciuto dalle autorità tedesche come leader degli sforzi di Hamas nel paese già nel 2018. Ha guidato una vasta gamma di organizzazioni in tutta Europa, tra cui il Palestinian Return Centre di Londra, la sua sussidiaria European Palestinian Conference e l'European Palestinian Council for Political Relations (EUPAC).
Esteri
Israele-Hamas, “la battaglia continua”. Tel...
A un anno dall'inizio della guerra lo Stato ebraico promette di continuare a combattere, così come l'organizzazione palestinese. Lanciati razzi e missili da Gaza, Libano e Yemen. Tel Aviv avanza con l'operazione di terra nel Paese dei Cedri
Passato un anno dall'inizio della guerra, Israele "continuerà a combattere" finché gli ostaggi non torneranno a casa. E così Hamas, che promette di andare avanti con "una lunga e dolorosa battaglia di logoramento con il nemico". Dopo le commemorazioni per la strage del 7 ottobre 2023, lo Stato ebraico e i terroristi palestinesi non arretrano di un millimetro. E mentre da Gaza, Libano e Yemen arrivano nuovi attacchi con razzi, droni e missili contro Tel Aviv, va avanti l'operazione di terra israeliana nel Paese dei Cedri, ma anche quella nell'enclave palestinese.
Netanyahu: "Avanti finché ostaggi saranno a Gaza"
Il 7 ottobre "rappresenterà per generazioni il prezzo della nostra rinascita, esprimerà per generazioni la grandezza della nostra determinazione e la forza del nostro spirito". Così il premier israeliano Benjamin Netanyahu in un messaggio registrato ieri, in occasione della cerimonia per commemorare l'attacco di un anno fa in Israele.
Incontrando i soldati israeliani feriti e le famiglie in lutto, ha detto Netanyahu, "sentiamo sempre lo stesso messaggio: la campagna (militare) non deve essere interrotta in modo prematuro". E, ha detto, "finché il nemico minaccerà la nostra esistenza e la pace del nostro Paese, continueremo a combattere". "Fin quando i nostri ostaggi saranno a Gaza - ha insistito - continueremo a combattere".
"Finché i nostri cittadini non torneranno nelle loro case in sicurezza, continueremo a combattere - ha proseguito Netanyahu - Insieme continueremo a combattere e insieme, con la grazia di Dio, vinceremo". Il premier ha ripetuto gli "obiettivi della guerra" a cominciare dalla volontà di "rovesciare Hamas", che nel 2007 prese il controllo della Striscia di Gaza.
"Riportare a casa tutti i nostri ostaggi, sia vivi che morti, è una missione sacra, che non abbandoneremo fin quando non l'avremo conclusa", ha affermato ancora, ribadendo di voler "sventare ogni futura minaccia da parte di Gaza" e di voler "riportare i residenti del sud e del nord nelle loro case in sicurezza".
Hamas: "Battaglia continua"
"La nostra scelta è quella di continuare una lunga e dolorosa battaglia di logoramento con il nemico, e le battaglie hanno dimostrato il successo di questa opzione”, ha quindi assicurato Abu Obeida, il portavoce delle Brigate al Qassam, ala militare di Hamas nella Striscia di Gaza, anche lui in un messaggio video trasmesso dall’emittente Al Jazeera. "Se e gli omicidi mirati fossero una vittoria, la resistenza contro l’occupazione sarebbe già finita”, ha sostenuto.
"E' passato un anno dall'operazione più professionale e di successo dell'era moderna" avvenuta dopo che "il nemico era impegnato in insediamento, giudaizzazione e aggressione contro i prigionieri palestinesi", le parole di Obeida.
Hezbollah: "Combattiamo contro aggressione"
Anche Hezbollah, intanto, giura di "continuare a combattere contro l'aggressione israeliana". Hezbollah e i libanesi hanno pagato un "prezzo pesante" per la decisione del gruppo di aprire un "fronte di sostegno" a Gaza, ma "siamo fiduciosi... nella capacità della nostra resistenza di opporsi all'aggressione israeliana", afferma il gruppo, in una dichiarazione riportata dal Times of Israel in cui definisce Israele "una ghiandola cancerogena che deve essere eliminata".
Razzi da Gaza, la risposta di Tel Aviv
Le sirene hanno suonato tre volte ieri nel centro di Israele, in seguito al lancio di razzi da Gaza della mattina, a un missile balistico dallo Yemen nel pomeriggio e ai razzi in serata dal Libano.
Secondo quanto ha reso noto ieri l'Idf in un comunicato, Hamas aveva "pianificato di lanciare un'ampia raffica di razzi contro Israele questa mattina", ma i suoi piani sono stati sventati "dopo aver individuato i preparativi da parte dell'organizzazione terroristica Hamas di aprire il fuoco su Israele".
I caccia israeliani hanno colpito diversi lanciarazzi e tunnel in tutta Gaza poco prima delle 6,30 del mattino, ora in cui Hamas aveva pianificato di lanciare i razzi. Il gruppo islamista è riuscito a lanciare solo quattro razzi nella zona di Sufa, tre dei quali sono stati intercettati mentre il quarto è caduto in una zona aperta. Le sirene d'allarme sono scattate a Tel Aviv a seguito del lancio di razzi dalla Striscia, hanno riferito i media israeliani, precisando che Hamas ha rivendicato il lancio di due razzi M90 contro la capitale dello Stato ebraico nel primo anniversario del 7 ottobre. Due le persone rimaste ferite, ha riferito il Magen David Adom - il servizio nazionale di primo soccorso israeliano - precisando che si tratta di due donne sui 30 anni che sono state portate all'ospedale Asaf Harofeh.
Il lancio di razzi contro Tel Aviv fa parte della "battaglia di attrito in corso" ed è la risposta ai "massacri di civili" da parte dell'esercito israeliano e dello "sfollamento deliberato della nostra gente", hanno poi affermato le Brigate al-Qassam, l'ala militare di Hamas, nella loro rivendicazione su Telegram dell'attacco con una salva di razzi Maqadmeh M-90 lanciata dal sud di Gaza contro Tel Aviv.
140 razzi Hezbollah, Israele avanza in operazione di terra
Nella giornata di ieri sono stati intanto oltre 140 i razzi lanciati da Hezbollah dal Libano in direzione di Israele, hanno quindi reso noto le forze israeliane come riporta la Bbc. A quanto riferisce l'Idf, sono cinque i razzi a lungo raggio lanciati dal Libano verso il centro di Israele solo nell'attacco di ieri sera. Alcuni sono stati intercettati dalle difese aeree e il resto ha colpito terreni aperti, secondo l'esercito. Non ci sono segnalazioni di feriti o danni gravi. L'Idf aggiunge che non ci sono modifiche alle linee guida per i civili in seguito all'attacco. Hezbollah ha poi rivendicato il lancio di razzi su Israele: "Abbiamo effettuato un'operazione di lancio di missili sulla base Glilot dell'Unità di intelligence militare 8200, che si trova alla periferia di Tel Aviv", dice il gruppo sostenuto dall'Iran.
Proprio sul fronte del Libano, le Forze di Difesa israeliane hanno annunciato che la 91ma Divisione regionale 'Galilea' ha iniziato domenica sera le operazioni di terra nel sud del Paese, unendosi ad altre due divisioni che già operano sul posto contro Hezbollah. "Più di 120" obiettivi di Hezbollah nel sud del Paese sono stati bombardati nell'arco di un'ora, confermano intanto le Idf che danno notizia di un' "operazione aerea su vasta scala" nel sud del Paese dei Cedri.
"Cento jet dell'Aeronautica militare - fanno sapere - hanno attaccato per un'ora più di 120 obiettivi terroristici di unità dell'organizzazione terroristica di Hezbollah", compresi "obiettivi della forza Radwan" e "il quartier generale dell'intelligence di Hezbollah nel sud del Libano".
Sei raid israeliani avrebbero colpito la periferia sud di Beirut, riferiscono i media libanesi che in precedenza avevano riferito di una serie di operazioni nella zona nota per essere la storica roccaforte di Hezbollah nella capitale libanese.
E arriva un nuovo "avvertimento urgente" delle forze israeliane per i civili in Libano. Su X il portavoce Avichay Adraee 'invita' a evitare di trovarsi lungo la spiaggia o su imbarcazioni al largo della costa libanese dal fiume Awali verso sud. Un "avvertimento", a stare lontani "per la vostra sicurezza" e "fino a nuovo avviso" dal mare e dalla spiaggia nell'area, che si inserisce nel contesto delle operazioni militari israeliane contro Hezbollah. Il fiume Awali si trova a circa 50 chilometri dal confine sud del Libano, a nord di Sidone.
Abbattuto missile Houthi diretto a Tel Aviv
Nella giornata di ieri è stato quindi intercettato un missile terra-terra lanciato dallo Yemen in direzione di Israele, rendono noto le forze israeliane (Idf) dopo che nella parte centrale di Israele sono tornate a suonare le sirene dell'allarme antiaereo. Il missile è stato abbattuto con il sistema di difesa Arrow che intercetta il proiettile mentre è ancora fuori dall'atmosfera. Il missile lanciato dagli Houti dello Yemen era diretto a Tel Aviv, precisa l'Idf. I ribelli Houthi hanno poi rivendicato il lancio di missili e droni contro lo Stato ebraico.
Esteri
Sistema di missione di attacco elettronico, Usa approvano...
Il costo stimato è di 680 milioni di dollari: "Proposta di vendita sosterrà gli obiettivi di politica estera e gli obiettivi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti migliorando la sicurezza di un alleato della Nato"
Il Dipartimento di Stato Usa ha approvato una possibile vendita militare estera al governo italiano del sistema di missione di attacco elettronico e delle relative apparecchiature per un costo stimato di 680 milioni di dollari. La Defense Security Cooperation Agency ha rilasciato la certificazione richiesta notificando oggi al Congresso questa possibile vendita. Il governo italiano ha richiesto di acquistare il sistema di missione di attacco elettronico (EA)-37B.
"Questa proposta di vendita sosterrà gli obiettivi di politica estera e gli obiettivi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti migliorando la sicurezza di un alleato della Nato che è una forza per la stabilità politica e il progresso economico in Europa", spiega il sito web della Defense Security Cooperation Agency, aggiungendo che "migliorerà la capacità dell'Italia di affrontare le minacce attuali e future aumentando l'interoperabilità con l'aeronautica militare degli Stati Uniti (USAF) e interrompendo le comunicazioni di comando e controllo del nemico quando l'Italia contribuisce alle operazioni di emergenza all'estero. L'Italia non avrà difficoltà ad assorbire questi articoli nelle sue forze armate. La proposta di vendita di questa attrezzatura e supporto non altererà l'equilibrio militare di base nella regione. Il contraente principale sarà BAE Systems, con sede a Hudson".