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Impennata covid in Austria, mascherine raccomandate in...

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Impennata covid in Austria, mascherine raccomandate in ospedale e sui mezzi

Il ministro della Sanità: "Siamo nel pieno di un'ondata, ragionevole indossarla"

Cartello sulle mascherine anti covid in Austria - Afp

Impennata di casi di Covid in Austria e il ministro della Sanità raccomanda l'uso delle mascherine negli ospedali, ma anche sui mezzi di trasporto pubblici più affollati. In una serie di post su X, Johannes Rausch ha sottolineato che, dal momento che "siamo nel pieno di un'ondata" di contagi da coronavirus Sars-CoV-2, oltre che di influenza, "è ragionevole indossare le mascherine negli ospedali, nelle case di cura o negli studi medici. E questo vale anche sui mezzi di trasporto pubblici più affollati". Il ministro, come riferisce Die Presse, ha chiarito che non esiste un obbligo specifico di indossare le mascherine anche perché al momento non si registrano problemi negli ospedali in termini di ricoveri.

Attualmente ci sono dieci persone nei reparti di terapia intensiva a causa del Covid-19 e nessuno a causa dell'influenza. "Se indossi una maschera, proteggi te stesso e gli altri. Ciò vale per tutte le malattie infettive per le quali attualmente si registrano più contagi", ha affermato Rauch.

Il ministro della Salute ha quindi lanciato un nuovo appello alla popolazione, e in particolare ad anziani e fragili, affinché i soggetti più a rischio scelgano di vaccinarsi contro il covid e contro l'influenza.

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Israele-Hamas, Usa a Netanyahu: “Stop stragi di...

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Blinken, segretario di Stato americano: "Non si può avere la massiccia perdita di vite che abbiamo avuto al nord". Liberati altri 6 ostaggi

Palazzo bombardato a Gaza (Afp)

Stop alle stragi di civili nella Striscia di Gaza in caso di nuovi attacchi di Israele. Gli Stati Uniti hanno fissato 'paletti' in vista dell'offensiva che Israele intende riprendere alla scadenza della tregua. Nelle ore in cui sono stati liberati altri 6 ostaggi, gli Usa hanno sollecitato "un piano per difendere i civili" prima della ripresa dell'attacco nel sud. Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha delineato il quadro in una conferenza stampa a Tel Aviv dopo i suoi colloqui con il governo israeliano guidato dal premier Benjamin Netanyahu, sottolineando che "non si può avere la massiccia perdita di vite che abbiamo avuto a nord".

"Un imperativo", ha aggiunto Blinken, pur riconoscendo le difficoltà nate dal fatto che Hamas "si nasconde tra i civili". Il segretario di Stato ha però ricordato che Israele ha "uno degli eserciti più sofisticati" e quindi comprende che proteggere i civili "non solo è la cosa giusta", ma anche "più strategica da fare".

Nella conferenza stampa, Blinken ha spiegato che nei suoi colloqui con il governo israeliano ha detto che l'esercito deve designare "multiple zone sicure" nel centro e nel sud della Striscia, dove i civili possono evitare i combattimenti. Ha chiesto, inoltre, di evitare altri "spostamenti di massa" come è successo ai palestinesi che dal nord sono stati costretti nelle prime settimane di conflitto a partire.

"Devono avere il diritto di tornare nelle loro case" ha sottolineato il segretario di Stato aggiungendo che Israele deve evitare di colpire "infrastrutture vitali" come ospedali, centrali elettriche e impianti per la purificazione dell'acqua. Anche se nei giorni scorsi fonti dell'amministrazione Usa hanno reso noto che Washington sta presentando queste richieste a Tel Aviv è la prima volta che un alto esponente dell'amministrazione Biden le esprime pubblicamente.

Ribadendo che gli Usa appoggiano il diritto di Israele a difendersi, citando l'attacco di ieri a Gerusalemme come ulteriore prova della minaccia di Hamas, Blinken ha detto che "il modo in cui Israele si difende importa: come ho detto al primo ministro, l'intento conta, ma contano anche i risultati".

La risposta di Israele

Netanyahu ha ribadito a Blinken di non volere che l'Autorità Nazionale Palestinese (Anp ) governi Gaza. "Fino a quando sarò seduto su questa sedia, l'Autorità Palestinese che sostiene , finanzia ed educa al terrorismo, non governerà Gaza dopo Hamas", ha detto Netanyahu. "Non volete l'Autorità Palestinese il giorno dopo. Lo capiamo. Ma il miglior modo di scartare un'idea è proporne una migliore. Gli altri stati della regione devono sapere cosa prevedete", ha risposto Blinken durante l'incontro con il gabinetto di guerra, chiedendo una soluzione post conflitto per Gaza.

"Combatteremo Hamas fino a quando prevarremo, non importa quanto ci vorrà" ha assicurato il ministro israeliano della Difesa Yoav Gallant. "Continueremo questa vittoria fino a quando vinceremo, sconfiggeremo l'organizzazione Hamas, la priveremo delle sue capacità militari e di governo, e riporteremo a casa tutti gli ostaggi" - ha aggiunto Gallant - sappiamo che negli obiettivi dell'operazione siamo uniti con gli Stati Uniti e lo apprezziamo molto".

Gli altri ostaggi

Il governo israeliano è pronto a discutere una diversa cornice di accordi per il rilascio di uomini civili e soldati, come ha detto alla Cnn il deputato israeliano Danny Danon, ex ambasciatore all'Onu ed esponente del partito Likud del premier Benyamin Netanyahu. "Siamo vicini alla fine" dell'attuale fase dell'accordo, ha spiegato, ma ora Hamas "vuole un'equazione diversa. Adesso abbiamo un ostaggio per tre prigionieri palestinesi e loro vogliono cambiare questa proporzione. Fino a quando potranno liberare ostaggi noi siamo pronti a parlare". Tuttavia Danon ha aggiunto di ritenere che Hamas non libererà tutti gli ostaggi perché li considera merce di scambio per negoziare la fine della guerra.

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Israele, la telefonata ‘tesa’ tra il Papa e il...

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Il Pontefice, secondo il Washington Post, a fine ottobre ha detto che è "vietato rispondere al terrore con il terrore"

Papa Francesco

Una telefonata tesa. Così chi ne è a conoscenza ha descritto il colloquio avuto a fine ottobre da Papa Francesco con il presidente israeliano, Isaac Herzog, nei giorni dei bombardamenti a tappeto e delle operazioni in profondità delle Idf nella Striscia di Gaza. A rivelare il contenuto della telefonata, che non è stata resa nota prima dagli israeliani per il clima tutt'altro che disteso in cui si è svolta, è il Washington Post, che cita un alto funzionario israeliano.

Secondo la ricostruzione del giornale americano, Herzog stava descrivendo l'orrore per l'attacco di Hamas del 7 ottobre, quando il Papa ha risposto con una brusca controreplica. È "vietato rispondere al terrore con il terrore", ha detto Francesco, secondo la fonte israeliana a conoscenza dei fatti. Herzog ha protestato, ribadendo che il governo israeliano stava facendo ciò che era necessario a Gaza per difendere i propri cittadini. Il Papa ha continuato indicando che solo i responsabili dovrebbero essere chiamati a rispondere, non i civili.

Quella telefonata privata, secondo il Washington Post, sarebbe alla base dell'interpretazione israeliana della dichiarazione polemica rilasciata dal Pontefice durante l'udienza generale del 22 novembre in Piazza San Pietro. In quell'occasione il Papa, riferendosi ai fatti di Gaza, aveva ammonito che "questa non è guerra. Questo è terrorismo". Considerando le tensioni del colloquio con Herzog, la deduzione israeliana, prosegue il giornale, fu che il Papa aveva definito la loro campagna militare a Gaza un atto di terrorismo. "Come si potrebbe interpretare altrimenti?" ha dichiarato l'alto funzionario, parlando a condizione di anonimato.

Il Vaticano non ha chiarito se il Papa avesse descritto pubblicamente o privatamente le azioni israeliane a Gaza come "terrorismo". Ma in una dichiarazione al Washington Post, ha confermato il colloquio tra il Papa e Herzog. "La telefonata, come altre avvenute negli stessi giorni, si inserisce nel contesto degli sforzi del Santo Padre volti a contenere la gravità e la portata della situazione di conflitto in Terra Santa", si legge nel comunicato. Un portavoce dell'ufficio del presidente israeliano ha declinato l'opportunità di commentare, dicendo che "non siamo propensi a fare riferimento a conversazioni private".

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Kissinger, Fulvio Conti: “Scompare una mente unica al...

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Ex ad di Enel presente ad audizione al Copasir dell'ex segretario di Stato

Henry Kissinger (Afp)

Con l'ex segretario di Stato americano Henry Kissinger "scompare una mente unica al mondo che ha permesso soluzioni di crisi tra occidente ed oriente". Così l'ex ad di Enel ed ex presidente di Tim, Fulvio Conti, interpellato dall'Adnkronos ricorda Kissinger scomparso all'età di 100 anni. Conti era presente alla seduta del 30 giugno 2008 del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) che aveva audito proprio l'ex segretario di Stato americano.

L'organismo, presieduto da Francesco Rutelli, lo aveva invitato a partecipare alla seduta del Comitato nella quale erano state affrontate le principali tematiche concernenti le relazioni internazionali, al fine di acquisire elementi utili per un'analisi sull'adeguatezza dei sistemi di informazione per la sicurezza. Oltre a Kissinger e a Conti, che era all'epoca amministratore delegato dell'Enel, erano stati sentiti anche il direttore generale di Finmeccanica, Giorgio Zappa e il direttore delle strategie e sviluppo di Eni, Leonardo Maugeri.

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