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Gaza, terzo giorno di tregua: Israele riceve lista ostaggi...
Gaza, terzo giorno di tregua: Israele riceve lista ostaggi che saranno rilasciati oggi
Tel Aviv accusa Hamas di aver violato l'accordo: "Una bambina liberata senza la madre". Ma i miliziani: "Non abbiamo trovato la donna". Rilasciato ostaggio russo. Nave cisterna israeliana assaltata a largo coste Yemen
Nuovo scambio di ostaggi di Hamas con prigionieri palestinesi. Un portavoce dell'esercito israeliano ha reso noto che alla Croce Rossa sono stati consegnati 14 cittadini israeliani e 3 stranieri che erano tenuti in ostaggio da Hamas, secondo quanto comunicato dalla stessa organizzazione internazionale. Secondo le informazioni quindi riferite dall'esercito israeliano sono stati liberati in tutto 17 ostaggi, una donna in gravi condizioni è stata trasferita direttamente in ospedale.
In precedenza Hamas aveva annunciato la liberazione di un ostaggio con cittadinanza russa. In un comunicato si precisa che questo avviene "in risposta agli sforzi del presidente russo Vladimir Putin e nell'apprezzamento della posizione russa a sostegno della causa palestinese". Hamas ha consegnato l'ostaggio russo ai rappresentanti del Comitato internazionale della Croce Rossa.
Tra gli ostaggi liberati e consegnati alla Croce Rossa c'è anche Abigail Edan, la bambina di 4 anni rimasta orfana il 7 ottobre e rapita da Hamas. Sono in tutto otto i bambini rilasciati da Hamas nell'ambito del terzo giorno di scambio.
I 39 detenuti palestinesi scarcerati nell'ambito del terzo giorno di scambio sono tutti minori. Secondo quanto rende noto l'agenzia palestinese Wafa, si tratta solo di ragazzi, 21 dei quali di Gerusalemme, uno di Gaza e il resto della Cisgiordania. Nel primo gruppo di detenuti rilasciati vi erano 24 donne e 15 minori e nel secondo sei donne e 33 minori.
Altri 24 ostaggi, tra cui 13 civili israeliani e 11 cittadini stranieri, sono stati liberati venerdì, seguiti da altri 17, 13 israeliani e quattro cittadini tailandesi, sabato. Il Qatar, che ha mediato tra Israele e Hamas, ha detto di sperare che la tregua possa essere ulteriormente estesa con il rilascio di altri rapiti.
Hamas lavora a estensione tregua
Hamas ha annunciato l'intenzione di rilasciare tutti gli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza, oltre 200, in cambio della scarcerazione di tutti i detenuti palestinesi dalle carceri israeliane. Lo ha dichiarato ad al-Jazeera Ghazi Hammad, spiegando che Hamas sta lavorando per estendere la tregua. ''La nostra priorità è quella di fermare l'aggressione contro il nostro popolo. Vogliamo fermare il genocidio a Gaza'', ha aggiunto.
Anche il Qatar spera nell'estensione della tregua e sta lavorando con l'Egitto, con gli Stati Uniti e con le parti in conflitto per garantire l'arrivo di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar Majed Al-Ansari intervistato dalla Cnn. Questa mattina una delegazione del Qatar è arrivata nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah con l'Egitto. E' la prima volta, dall'inizio della guerra tra Hamas e Israele e dall'entrata in vigore della tregua, che funzionari del Qatar entrano nell'enclave palestinese.
Israele accusa Hamas di aver violato accordo
Israele ha accusato Hamas ha violato i termini dell'accordo rilasciando una bambina senza la madre. Si tratta della 13enne Hila Rotem-Shoshani. La bambina è stata accolta nelle scorse ore dallo zio. ''Hila sta tornando a casa senza sua madre Raya, che rimane prigioniera. Hamas ha gravemente violato l'accordo e ha separato madre e figlia", si legge in una nota delle autorità israeliane rilanciata dal sito di notizie Walla.
Hamas tuttavia si difende spiegando di non aver trovato la donna. ''Non abbiamo trovato Raya'', spiegano i miliziani. Sempre sulla necessità di tenere le famiglie unite, in base al criterio di "divieto di separazione familiare", Hamas ha spiegato che non è stato trovato nemmeno Itai Regev, il fratello diciottenne di Mia Regev, rilasciata ferita.
La 13enne dal canto suo, ha raccontato lei stessa ai parenti che l'hanno accolta dopo la liberazione di essere stata separata dalla madre due giorni prima di essere rilasciata. "Mia madre è stata con me per tutto il tempo della prigionia. Hamas ci ha separati due giorni prima del rilascio", ha detto la ragazza. Se confermata, sarebbe una prova del fatto che Hamas ha violato i termini dell'accordo raggiunto con Israele per la liberazione di 50 ostaggi israeliani in quattro giorni in cambio di una tregua e della scarcerazione di detenuti palestinesi nel rapporto di uno a tre. L'emittente N12 spiega che, per evitare una violazione dell'accordo, Hamas si è offerto di rilasciare donne anziane invece della ragazza e dell'infermiera, ma Israele ha optato per queste ultime.
Esteri
Proteste università Usa, analista iraniana:...
La riformista Afifeh Abedi, candidata alle ultime elezioni, "velo non può essere imposto alle donne"
"Il trattamento violento degli agenti di polizia americani nei confronti di studenti e professori consapevoli dei crimini di Israele, combinato con il pieno sostegno dell'Amministrazione Biden alla guerra a Gaza, indebolirà senza dubbio la sua posizione alle elezioni presidenziali americane". Lo afferma in un'intervista all'Adnkronos Afifeh Abedi, ricercatrice su questioni di politica estera presso il Center for Strategic Research (Csr) di Teheran, uno dei principali think tank della Repubblica islamica, commentando le proteste contro Israele nei campus universitari americani.
"Il numero crescente di vittime dei crimini israeliani a Gaza, almeno due terzi delle quali sono donne e bambini, ha allarmato la comunità internazionale. Tuttavia, Washington continua a fornire pieno sostegno politico e militare a Israele. L'America rifiuta di accettare una soluzione politica per un cessate il fuoco a Gaza, cosa che fa arrabbiare ogni coscienza sveglia", prosegue la ricercatrice, che alle ultime elezioni parlamentari in Iran si è candidata con la lista 'Sade Mellat', sostenuta dai riformisti moderati. Secondo Abedi, "l'Amministrazione Biden ha mostrato una significativa debolezza anche nell'affrontare altre questioni mondiali".
La candidata riformista lancia quindi l'allarme sull'annunciata operazione militare israeliana a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, che a suo parere "ha il potenziale per scatenare una guerra regionale" dal momento che "incita le opinioni pubbliche nei Paesi arabi contro i loro leader", mentre si moltiplicano gli appelli internazionali al governo Netanyahu a desistere dall'avviare un attacco contro Rafah.
Secondo Abedi, l'obiettivo di Israele è di "occupare Gaza e trasformare le sue strutture sociali, economiche e politiche in quelle israeliane". L'operazione prevista a Rafah fa parte degli "sforzi in corso di Israele per indebolire Hamas e garantirsi l'accesso a Gaza", spiega l'analista, secondo cui, tuttavia, l'emergere di "una nuova dimensione di crimini", come la scoperta di fosse comuni, rende "sempre più difficile la capacità di Washington di continuare a sostenere Israele".
Per quanto riguarda l'Iran, precisa, le sue richieste sono sempre quelle che Israele cessi i suoi attacchi contro Gaza e Rafah, che si ritiri completamente da Gaza e che gli abitanti di Gaza ritornino nelle loro case. "Su questa base continuerà a tenere consultazioni regionali e internazionali".
Abedi commenta quindi la denunciata stretta ulteriore da parte della cosiddetta 'polizia morale' (Gasht-e Ershad) sull'obbligo di indossare il velo in pubblico. Stretta che è sfociata in una campagna sui social con l'hashtag 'Guerra contro le donne'.
"Credo che l'hijab sia una questione consuetudinaria, culturale e religiosa che non possa essere imposta alle persone", afferma, ricordando che il ministero dell'Interno ha il compito di far rispettare l'obbligo e confermando che gli agenti della Gasht-e Ershad hanno recentemente ripreso le operazioni.
"Tuttavia, l'attuazione della legge sull'hijab è ancora monitorata" su pressione della "parte tradizionale e religiosa della società", sottolinea Abedi, che dice di essersi candidata per sostenere una maggiore libertà sociale per le donne, la riforma delle leggi a favore delle donne e l'aumento della percentuale di donne al potere.
"L'ingerenza straniera in questa questione sociale ha aumentato l'importanza dell'hijab in Iran - aggiunge - Gli oppositori dell'Iran, così come alcune istituzioni americane e occidentali, hanno effettuato investimenti finanziari per rimuovere l'hijab dall'Iran. Usano media e persone speciali per fare pubblicità contro l'hijab. Secondo i social trend in Iran, c'è una divisione sull'hijab. Tuttavia, il problema principale è che si tratta di una questione sociale e i rappresentanti delle varie classi sociali dovrebbero lavorare per promulgare leggi che tutelino gli interessi di tutte le donne".
Nell'ultima parte dell'intervista Abedi parla dei rapporti tra Iran e Italia, evidenziando che da un punto di vista politico ""sono stati più stabili di quelli tra l'Iran ed altri Paesi dell'Unione Europea". La ricercatrice rimarca che la Repubblica islamica "vuole rafforzare i rapporti con l'Italia". A questo proposito riporta alla memoria che il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian ha dichiarato, durante un recente incontro con la nuova ambasciatrice italiana in Iran, Paola Amadei, che spera di aprire "un nuovo capitolo nello sviluppo delle relazioni bilaterali", denunciando che "le sanzioni degli Stati Uniti e dell'Ue contro l'Iran hanno un impatto sulle relazioni economiche bilaterali".
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Russia, Tajani convoca ambasciatore a Roma per vicenda...
L'annuncio del ministro degli Esteri, dopo che le filiali russe di Ariston e Bosch sono state trasferite in gestione temporanea al gruppo Gazprom
"Ho dato mandato al segretario generale della Farnesina di convocare l'ambasciatore della Federazione russa in Italia. Il Governo chiede chiarimenti sulla vicenda della nazionalizzazione dell'Ariston Thermo Group. Al lavoro anche con Bruxelles, in raccordo con la Germania". Lo ha annunciato sul social X il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, dopo che le filiali russe di Ariston e Bosch sono state trasferite in gestione temporanea al gruppo Gazprom.
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Russia, domiciliari per il giornalista di Forbes arrestato
Sergei Mingazov era stato fermato ieri nella città di Khabarovsk con l'accusa di aver rilanciato un post su Telegram sugli abusi commessi a Bucha dalle forze russe
E' stato messo agli arresti domiciliari il giornalista di Forbes, Sergei Mingazov, arrestato ieri nella città russa di Khabarovsk con l'accusa di aver diffuso notizie false sull'esercito russo per aver rilanciato un post su Telegram sugli abusi commessi a Bucha dalle forze russe. Lo ha riferito l'agenzia Ria Novosti, citando fonti giudiziarie di Khabarovsk.
Il giornalista è stato arrestato con l'accusa di aver diffuso notizie false sulle forze militari, con le aggravanti dell'odio e dell'inimicizia, ha denunciato il suo avvocato, Kostantin Bubon, citato da Rbk. Mingazov aveva lavorato in precedenza per il quotidiano Vedomosti e anche per la Tass. Sono già numerose le condanne 'fotocopia' in Russia per la diffusione delle notizie su Bucha.