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Intervista esclusiva all’attore Vincenzo Della Corte, tra gli interpreti di Italian Horror Stories e Cattivo Sangue

Tanti impegni attendono nei prossimi mesi l’attore campano Vincenzo della Corte, tra gli interpreti di Italian Horror Stories e Cattivo Sangue, entrambi disponibili sulla piattaforma Prime Video di Amazon. Un amore, quello per la recitazione, che ha spinto Vincenzo a scrivere, in compagnia dei colleghi Federico Baldini e Salvatore Mazza, la sceneggiatura di un film. Tutti aspetti di cui ci ha parlato in questa intervista, dove ci ha svelato che sarà anche nel cast della serie 3.33.

Intervista a cura di Roberto Mallò / Massmedia Comunicazione

Vincenzo, a quali progetti ti stai dedicando in questo periodo?

“In primis, ho rilasciato Non Rispondere, un cortometraggio che ho fatto. La mia speranza è quella di farlo arrivare al Ministero, dato che vuole mandare un messaggio, ossia che non bisogna stare al telefono mentre si guida. È tra i miei obiettivi quello di fare arrivare questo lavoro nei festival. Per adesso, è fruibile su YouTube. Tra l’altro, in questo periodo, sono arrivato finalmente agli sgoccioli della sceneggiatura del mio primo film. Non si tratta di un corto come quelli precedenti che ho fatto. Infine, c’è una serie che ho girato lo scorso anno, di cui ancora non posso parlare perché, a livello distributivo, non ci sono informazioni utili. Posso anticipare che si intitolerà 3.33. Interpreterò un uomo anagraficamente molto più grande di me, tant’è che ogni volta dovevo stare tante ore al trucco affinché mi invecchiassero di circa 20 anni”.

A proposito di Non Rispondere. So che presto andrà in onda anche in tv.

“Esatto. Domenica 10 sarà in onda su canale Odeon, all’interno del programma The Odeon Show. Presto sarà poi nel programma CortoVINCEndo su Policinema”.

Hai parlato del tuo primo film. Puoi accennarmi qualcosa sulla trama?

“Certo. È un’idea che è nata alla fine delle riprese del cortometraggio che poi, come saprai, è diventato uno degli episodi del film Italian Horror Stories, che attualmente è disponibile su Amazon. L’ho scritto insieme a Federico Baldini, che è un altro attore, e Salvatore Mazza, che ha recitato nel mio corto. Insieme, ci siamo trovati a parlare del nostro lavoro e abbiamo convenuto sul fatto che fosse sempre più difficile per noi ottenere dei ruoli più grandi, motivo per cui abbiamo deciso di scrivere una sceneggiatura per fare i protagonisti. Il film si intitola Pappon’s Agency”.

Un titolo curioso, no?

“Abbiamo inglesizzato la parola papponi e, come immaginerai, si parla di un’agenzia di papponi. I protagonisti sono due uomini che si trovano a perdere, nello stesso giorno, il posto di lavoro. Dopo una serie di colloqui andati male, si devono dunque reinventare. Diventando dipendenti di un’altra agenzia, scoprono quindi il mondo dei gigolò. Ciò non significa che il film sarà erotico. Tutto verrà affrontato in chiave totalmente comica, visto che a scriverlo sono stati due napoletani e un romano”.

Però, dato l’inizio del film, immagino verranno affrontate pure tematiche serie…

“Assolutamente sì. Affronta, ad esempio, la difficoltà nel trovare lavoro ad una certa età. Inoltre, abbiamo aperto in corso d’opera una piccola parentesi sul Covid. Ma tutto nasce, comunque, dalla creazione dell’agenzia da parte di questi due uomini, che così riescono a risollevarsi e a fare una vita dignitosa. Da un lato ci sono io che faccio il gigolò che attrae le donne, dall’altro c’è il mio collega che viene chiamato dalle signore non perché vogliono fare sesso con lui, ma semplicemente per sfogarsi e parlare dei loro drammi. Diventerà per loro una sorta di psicologo. E il tutto sarà davvero molto simpatico. Il film ha tanti argomenti che variano: da un antagonista potente economicamente ma fragile nel privato e nel mantener salda la famiglia, passando per un migliore amico gay, con una vita vissuta a volte nell’ombra, e una moglie fuggitiva. Ci sarà poi una migliore amica che sembra avere due facce, frivola e leggera nel privato e forte e decisa nel lavoro!”.

 C’è, invece, qualcos’altro che puoi svelare ai nostri lettori?

“Direi qualcosa su quello che succederà dopo il primo finale. Tutto partirà da un set, in cui tre attori si stanno lamentando del fatto che non trovano lavoro, se non dei piccoli ruoli. Tra una battuta e l’altra, decideranno quindi di scrivere un film, anche perché terminato quel lavoro, nel bel mezzo dei festeggiamenti con le maestranze, ai poveri tre non se li filerà nessuno. Se li dimenticheranno all’interno di uno stanzino dove stanno girando. Cosa che darà modo a loro di parlare tutta la notte per prendere la decisione di scrivere una sceneggiatura. Insomma, gli spettatori assisteranno ad un film dentro un film, perché i tre proporranno tale sceneggiatura ad un’agenzia. Dopo ciò, partirà una sorta di nero di qualche secondo e ci saranno i titoli di testa del film proposto dai tre. Ovviamente, quando sarà terminata, proporrò la sceneggiatura del film, per primo, a Ipnotica Produzioni, che ha prodotto Italian Horror Stories. Vedremo un po’ che cosa succederà, perché entro il 2023 vorrei convertire la sceneggiatura in una vera e propria produzione”.

A proposito di Italian Horror Stories, il film su Amazon Prime Video che ti vede tra i protagonisti. Siete rimasti soddisfatti dell’accoglienza che vi hanno riservato gli spettatori?

“Sì, al Bloody Festival, a Roma, abbiamo vinto un premio a novembre. Quando siamo stati selezionati per partecipare, ed io ho presenziato in quanto regista di uno degli episodi, mai mi sarei aspettato che, alla fine, avremmo trionfato. Anche perché, quel Festival è davvero destinato agli horror. Mentre Italian Horror Stories, dal mio punto di vista, non riesco a considerarlo come tale: è ad episodi, con tanti filoni narrativi. Il mio episodio, ad esempio, è una black comedy. È un incrocio di diversi generi, che comprende anche il thriller, e non mi aspettavo di battere dei lavori prettamente horror. Ovviamente ero felicissimo del premio. Presto parteciperemo ad un altro concorso, in estate, a Roma. Nonostante la fruizione streaming, non abbandoniamo i concorsi e agganciamo sempre più pubblico”.

L’episodio che hai diretto tu ha avuto dei feedback positivi?

“Assolutamente, è piaciuto sia al pubblico, sia agli addetti ai lavori. E questo mi onora e mi fa piacere all’ennesima potenza. Fin quando il complimento te lo fa un amico o un parente può essere di parte. Non ti dirà mai che non gli è piaciuto. Quando leggi recensioni positive da riviste di critica cinematografica non puoi che essere felice. E io lo sono per come è andata la mia opera prima”.

Insomma, mi pare di capire che sia un periodo di lavoro abbastanza intenso.

“Proprio così. Sono rappresentato dallo studio di Andrea Lamia. Attualmente Manuela, che fino a qualche anno fa è stata la sua segretaria, ha preso in mano le redini dell’agenzia e sono in ballottaggio per due o tre importanti produzioni. Incrocio dunque le dita per avere notizie da questi casting. Aspettiamo l’esito, anche se sono contento del lavoro di Manuela, che si sta muovendo benissimo. È sempre stata un’agente di moda e sta curando anche la parte cinematografica del lavoro. In diversi colleghi, hanno girato fiction su Netflix. Sono contento di avere un’agente con uno spirito forte come quello di Manuela. In linea di massima, ribadisco però ciò che ho detto: se non mi danno bei ruoli, me li scrivo io per primo”.

© Sbircia la Notizia Magazine, è vietata qualsiasi ridistribuzione o riproduzione del contenuto di questa pagina, anche parziale, in qualunque forma.

Giornalista e fondatore dell’agenzia Massmedia Comunicazione, è il motore dietro gran parte delle nostre interviste. Con un occhio per i dettagli e un talento nel porre le domande giuste, contribuisce significativamente al nostro contenuto.

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Covid, forte legame tra smog e virus: lo studio

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Ricerca Enea-Università di Roma Tor Vergata

Covid, forte legame tra smog e virus: lo studio

Uno studio Enea - Università di Roma Tor Vergata ha evidenziato una forte affinità tra il particolato atmosferico (Pm2.5) e la proteina Spike del virus Sars-Cov-2 responsabile del Covid. I risultati, che descrivono l’interazione tra le polveri sottili e il virus attraverso simulazioni di dinamica molecolare eseguite con il supercalcolatore Cresco6, sono stati pubblicati sulla rivista online Science of The Total Environment e rientrano nell’ambito del progetto Pulvirus.

“Durante la fase iniziale della pandemia la Lombardia e, in generale, tutta l’area della Pianura Padana sono state colpite più duramente dall’infezione virale rispetto al resto del Paese. Parliamo di una parte d’Italia tra le più inquinate e questo ha portato la comunità scientifica a ipotizzare un possibile ruolo del particolato atmosferico nella diffusione del virus”, spiega Caterina Arcangeli, ricercatrice Enea del Laboratorio Salute e Ambiente e coautrice dello studio insieme ai colleghi Barbara Benassi, Massimo Santoro e Milena Stracquadanio e ai ricercatori del Dipartimento di Biologia dell’Università di Roma Tor Vergata Alice Romeo, Federico Iacovelli e Mattia Falconi.

Lo studio è partito dalla verifica e dimostrazione della presenza del genoma del virus responsabile del Covid-19 su almeno il 50% dei campioni di filtri per il Pm2.5 raccolti nella città di Bologna nell’inverno del 2021. “A seguire abbiamo realizzato al computer modelli molecolari semplificati di Pm2.5 e di Sars-Cov-2 e abbiamo valutato la loro interazione mediante simulazioni ad alte prestazioni eseguite con il supercalcolatore Cresco6”, aggiunge Arcangeli.

Le simulazioni - spiega una nota - hanno mostrato chiaramente che i glicani (zuccheri) presenti sulla superficie della proteina Spike giocano un ruolo importante nell’interazione tra virus e particolato, mediando il contatto diretto con la corrispondente superficie del nucleo di carbonio del Pm2.5. Inoltre, dallo studio emerge anche una stretta correlazione tra Pm2.5 e virus anche rispetto alle caratteristiche chimiche del particolato fine, il cui contenuto in carbonio elementare sembra avere una funzione guida nell’interazione con il Sars-Cov-2.

“Sebbene l’affinità tra Pm2.5 e Sars-Cov-2 appaia plausibile, la simulazione non permette di valutare se queste interazioni siano sufficientemente stabili per trasportare il virus nell’atmosfera o se il virione mantenga la sua infettività dopo il trasporto. La possibilità che il virus possa essere ‘sequestrato’ dal Pm, con conseguente riduzione di infettività e diffusione, o inattivato da questa forte interazione con il particolato non può essere quindi esclusa”, prosegue la ricercatrice Enea.

La forza delle simulazioni al computer effettuate da questo studio risiede nella capacità di modellare diversi tipi di particolato, variando sia la concentrazione che la composizione chimica degli inquinanti atmosferici. Queste simulazioni possono, dunque, rappresentare uno strumento utile per valutare rapidamente l’eventuale interazione delle polveri sottili con virus, batteri o altri bersagli cellulari rilevanti. “Questa possibilità potrebbe dimostrarsi utile per contrastare o controllare la diffusione di future malattie trasmesse per via aerea in regioni altamente inquinate e fornire informazioni utili per elaborare piani di controllo dell'inquinamento dell’aria”, conclude Arcangeli.

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Doug Pitt: l’uomo oltre il nome famoso

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Nel mondo delle celebrità, spesso i riflettori sono puntati su nomi familiari come Brad Pitt, ma dietro ogni grande figura c’è un intero universo di individui che contribuiscono in modo significativo al loro settore e alla società nel suo complesso. Uno di questi casi è quello di Doug Pitt, fratello minore dell’acclamato attore Brad Pitt. Ma Doug è molto di più di “il fratello di”. È un imprenditore di successo, un filantropo appassionato e una figura che merita sicuramente di essere conosciuta più a fondo. Personalità sfaccettata e di grande successo, ha un nome costruito grazie alle sue aziende votate alla tecnologia e alle numerose attività di filantropo nel corso degli anni.

Dal fratello di Brad Pitt all’individuo di successo

Nato il 2 novembre 1966 a Springfield, nel Missouri, Doug Pitt è soprattutto conosciuto perché condivide lo stesso sangue con l’attore hollywoodiano Brad Pitt. Spesso cresciuto all’ombra del più celebre fratello maggiore, Doug ha intrapreso una strada di successo contando sulle proprie capacità e i propri interessi. Dopo aver completato gli studi all’università della sua contea, infatti, ha iniziato una carriera tutta in salita nei settori immobiliare e finanziario, mostrando sin da subito il suo talento nel mondo degli affari. Risale all’aprile del 1991 la fondazione della sua prima azienda, la ServiceWorld Computer, occupata nella fornitura di servizi informatici. A soli 25 anni inizia così la scalata che lo porterà nel mirino del club dei milionari.

Nel 2007 decide di cedere il 75 per cento degli interessi dell’azienda a Miami Nations Enterprises rimanendone però il proprietario e principale partner operativo. Nel 2012 fonda quindi TSI Integrated Services in collaborazione con TSI Global. Nel 2013 Pitt e Miami Nations Enterprises decidono di fondere ServiceWorld con TSI Global. Nel 2017 Pitt ricompra la sua prima società di computer creando la nuova Pitt Development Group, società specializzata in sviluppi commerciali e territoriali. Con questa azienda si è proposto come leader indiscusso nel settore.

Imprenditore e Filantropo

Doug Pitt non è solamente un uomo d’affari di successo, ma un filantropo impegnato che usa i suoi mezzi a disposizione per intervenire in aree critiche del mondo. “Care to Learn”, di cui è il fondatore, è un’organizzazione benefica che fornisce risorse essenziali a bambini che vivono in contesti difficili. L’organizzazione si concentra su bisogni fondamentali come cibo, vestiti e attrezzature scolastiche, permettendo ai più giovani di crescere e imparare in un ambiente positivo e accogliente.

Doug è anche collaboratore di Waterboys.comWorldServe International e Africa 6000 International (a cui partecipa anche la sorella Julie), organizzazioni impegnate nella fornitura di acqua potabile nei paesi africani più in difficoltà, come Tanzania e Kenya. Nel 2010 l’allora presidente della Tanzania Jakaya Kikwete lo ha insignito del titolo di Ambasciatore di buona volontà per la Repubblica Unita di Tanzania. Con questo titolo opera in qualità di intermediario per tutte quelle aziende che vogliono contribuire alla rinascita economica e culturale del paese. Nel 2011 il presidente americano Bill Clinton lo ha premiato con l’Humanitarian Leadership Award.

Dietro le quinte dell’industria del vino

Oltre al suo coinvolgimento nel settore immobiliare e nell’ambito delle opere di beneficenza, Doug Pitt ha anche sviluppato una passione per il mondo del vino. È coinvolto nella gestione di “Pitt Vineyards”, un’azienda vinicola che produce vini di alta qualità. Questa dedizione per il vino riflette la sua grande curiosità e il suo interesse per settori imprenditoriali differenti.

Una vita riservata

La famiglia di primo piano non ha impedito a Doug Pitt di mantenere un profilo relativamente basso nel mondo dei media. Ha cercato, infatti, di proteggere la sua privacy e di concentrarsi sul suo lavoro e sulle sue passioni, piuttosto che sfruttare la sua connessione familiare per attirare l’attenzione dei riflettori. Nel 1990 ha sposato Lisa Pitt, conosciuta all’università, e insieme hanno tre figli: Landon, Sydney e Reagan.

Nonostante abbia sempre cercato di non farsi notare, in certe occasioni è apparso sui media presentandosi in modo scherzoso come il fratello del più celebre Brad. Ha girato diversi spot pubblicitari, come quello per Virgin Mobile Australia, e in alcuni ha vestito persino i panni del fratello, come nella pubblicità per Mother’s Brewing Company. In diverse interviste rilasciate (come quella all’emittente Nova FM) ha anche ammesso di essere scambiato per il fratello almeno 3 volte a settimana da sconosciuti che lo incontrano per strada. Questo perché i due fratelli oltre a condividere carriere di successo, hanno effettivamente un fisico e dei lineamenti molto simili.

L’eredità di Doug Pitt

La storia di Doug Pitt dimostra come dietro a ogni individuo ci siano esperienze, imprese e passioni diverse che meritano di essere riconosciute. Pur essendo spesso additato come “il fratello di Brad Pitt”, la sua dedizione per il mondo degli affari, il suo coinvolgimento nella beneficenza e la sua capacità di perseguire le sue passioni lo rendono un esempio di impegno e di successo. Il suo lavoro nel settore imprenditoriale e filantropico dimostra come sia possibile creare un’eredità significativa indipendentemente dal nome di famiglia e che ognuno ha il potenziale per influenzare positivamente sulla vita degli altri.

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È finalmente nelle sale cinematografiche il film “Tic Toc”

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E continua anche il suo tour promozionale con vari appuntamenti.

Girato a Terni negli studios di Papigno, la commedia è stata diretta dal regista Davide Scovazzo mentre la produzione è stata affidata ad Anteprima Eventi Production e Management S.r.l. di Massimiliano Caroletti. Il film vanta un cast di eccezionali attori noti al pubblico tra cui Eva Henger, Maurizio Mattioli, Sergio Vastano, Fausto Leali, Donatella Pompadour, Valentino Marini, Paolo Pasquali alias Doctor Vintage, Cristiano Sabatini alias Bike Chef, Simone Bargiacchi alias Antonio Lo cascio, Samuel Comandini Alisa Zio_ Command, Fabio Stirlani alias Stirlo , Dimitri Tincano, Jennifer Caroletti, Antonella Scarpa alias Himorta, Vanessa Padovani alias Miss Mamma Sorriso, Chaimaa Cherbal, Claudia Letizia ,Elena Colombi , Paola Caruso, Luigi Iocca, Giuseppe Lisco, Rosy Campanale, Daniel Bellinchiodo, Francesco Aquila, Michela Motoc.

E proprio Eva Henger con Massimiliano Caroletti insieme alla figlia Jennifer, al suo debutto sul grande schermo, sono ospiti della prestigiosa kermesse cinematografica Ischia Global Fest, e incontreranno il pubblico prima della proiezione con Doctor Vintage, anche lui nel cast della pellicola, nella serata del 13 luglio.

Filo conduttore del film il rapporto con i social. Tic Toc è una commedia che intreccia tante vicende e scopre tante realtà partendo dalla storia di quattro intraprendenti scansafatiche che per guadagnare qualche soldo decidono di rapire Eva Henger. Un progetto che frana a causa del Covid e che innesca un susseguirsi di intoppi divertenti: “Un gruppo di Sinti, una sorta di gang Fedeli al triste, ma vero, gioco di parole “è tutto LORO quello che luccica”, i quattro passano giornate ad invidiare le superstar di oggi , ovvero gli, e soprattutto le, Influencers, attribuendo a ognuno e a ognuna di loro vite principesche, fatte di limousines, jet privati, champagne della migliore categoria, ville gigantesche e stuoli di servitori, tutto ciò che, nella loro miseria, è loro negato dalla vita, in una maniera che, dal loro punto di vista, reputano ingiusta ed immorale. Stufi di raccogliere le briciole di quello che loro credono essere solo un mondo dorato e pieno di privilegi, i quattro mascalzoni vengono a sapere che la star Eva Henger inaugurerà una Escape Room (cosa che loro non hanno idea di cosa sia) a Terni, per cui a Zagaja, ma ben presto condiviso dagli altri pur se con qualche perplessità soprattutto da parte di Bike Chef, viene la “brillante” idea: appostarsi poco prima dell’entrata della Escape Room e rapire la Diva, che per lui è anche il suo sogno erotico da sempre, in modo da chiedere il riscatto ai suoi numerosi sponsor”, ha spiegato l’ideatore Fabio Stirlani. La trama affronta in chiave drammatica argomenti comici che riflettono l’attualità.

Un film che segna il grande ritorno al cinema di Eva Henger che per l’occasione ha interpretato se stessa. Un ruolo cucito alla perfezione su di lei: “Ho interpretato me stessa. Pensavo fosse facile, invece è stato difficilissimo. Quando si interpreta la propria persona ci si rende conto di non conoscerla realmente. Ho dovuto metterci dell’ironia, verve e passione, anche perché sarà un film comico, che farà ridere molto”. Assieme a lei sul set la figlia Jennifer Caroletti interessata a seguire le orme della madre.

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