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Mestieri, Barberino’s: “A New York per portare l’arte della barberia italiana nel mondo”
Il ceo Callegari: "Offrire anche al pubblico americano un luogo nel quale dimenticare il caos della vita quotidiana e rivivere la pausa dal barbiere come una volta"
Dopo aver consolidato la sua presenza in Italia, dove vanta 18 barber shop all’attivo, Barberino’s, la catena di barbershop che sta rivoluzionando la professione del barbiere nel nostro Paese, arriva negli Stati Uniti, dando il via al nuovo processo di internazionalizzazione che contribuirà a portare l’arte della barberia italiana al di fuori dei confini nazionali. Con questo obiettivo, infatti, aprirà l’8 febbraio nel cuore di New York, al 520 di Madison Avenue, il nuovo salone firmato Barberino’s.
A due passi dal Rockefeller center, uno dei più iconici poli commerciali di Manhattan, e dall’Upper East Side, il nuovo barbershop si troverà in un contesto strategico, dove gli uffici e il mondo del business incontrano una delle aree residenziali più eleganti e cool della Grande Mela e del mondo. A credere nel progetto di Barberino’s e a supportare i co-fondatori del brand, Michele Callegari e Niccolò Bencini, è Eric Malka, co-fondatore del franchise The Art of Shaving, che segna così il suo ritorno nel mondo della barberia.
"Il nostro obiettivo è rivoluzionare la professione del barbiere negli Stati Uniti, proprio come abbiamo fatto in Italia", spiega Michele Callegari, ceo di Barberino’s. “Con questa nuova apertura vogliamo offrire anche al pubblico americano un luogo nel quale dimenticare il caos della vita quotidiana e rivivere la pausa dal barbiere ‘come una volta’, grazie anche al tocco, all’eleganza e all'attenzione ai dettagli tipici delle maestranze italiane”.
Eric Malka, che è alla guida strategic brand investments, un 'Angel fund' che fornisce capitali e supporto alle aziende in early-stage, afferma: "Quando abbiamo scoperto Barberino's, mi è stato chiaro che si trovava in una posizione perfetta per guidare la nuova ondata di barbershop di lusso negli Stati Uniti. La chiusura di The art of shaving barber spa in centro città è stata per noi l'occasione ideale per entrare nel mercato americano ed elevare lo standard delle esperienze di grooming in zona".
Il barber shop Barberino’s di Madison Avenue prenderà infatti posto di una delle sedi di The art of shaving, che ha chiuso i battenti a gennaio. All’interno del nuovo shop newyorkese di 70 mq e con 3 postazioni verranno offerti i servizi, l’atmosfera — con l’immancabile e inconfondibile verde del brand — e i prodotti firmati Barberino’s, ma con una proposta studiata su misura per gli ospiti americani. Ad affiancare l’esperienza in negozio ci sarà inoltre un sito internet, creato appositamente per il pubblico statunitense.
Il legame tra Barberino’s e gli Usa è molto profondo. Era il 1910 quando Giovanni Callegari, bisnonno di Michele Callegari, lasciò l’Italia alla volta degli Stati Uniti, dove trovò lavoro come barbiere e, grazie alla sua maestria, divenne presto famoso con il nome Barberino. E' proprio in omaggio all’eredità di Giovanni Callegari che lo stesso stile, la stessa qualità e la stessa attenzione ai dettagli vengono oggi riproposti con il marchio Barberino’s, realizzando un sogno che unisce due Paesi e due generazioni.
A guidare il nuovo salone newyorkese sarà un barber italiano, che si occuperà inoltre della formazione dei professionisti statunitensi, per amalgamare competenze e conoscenza della clientela e offrire un’esperienza completa e indimenticabile. Con lo stesso obiettivo Barberino’s ha avviato un progetto di apprenticeship bilaterale che creerà un continuo dialogo tra barbieri di diverse nazionalità: i barber italiani potranno infatti fare un’esperienza di lavoro e formazione a Manhattan, mentre quelli statunitensi vivranno la stessa opportunità in Italia. Barberino’s supporterà e faciliterà l’intero processo, occupandosi dei permessi necessari e mettendo a disposizione alloggi dedicati a questo particolare interscambio culturale e professionale.
Da una parte, Barberino's colma un vuoto nel settore della barberia negli Stati Uniti, dall’altra il supporto e la guida strategica di Eric Malka mettono le basi per la crescita oltreoceano del brand e per la rinascita dell'esperienza del grooming statunitense.
Parallelamente al debutto a New York, Barberino’s continua a crescere anche in Italia: dal 6 febbraio infatti apre un nuovo pop-up store a Roma all’interno della Rinascente di via del Tritone, con una postazione da barbiere. Il pop-up offre gli stessi servizi di grooming (barba, capelli e viso) proposti negli altri negozi Barberino’s d’Italia, come sempre studiati ad hoc per garantire la soddisfazione di ogni ospite e per valorizzare il tempo come elemento di benessere. Oltre alla possibilità di regalarsi un’esperienza di lusso grazie alla maestria dei Barber e ai prodotti di Barberino’s, sarà possibile partecipare anche ad eventi dedicati al grooming maschile.
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Ucraina, diminuisce la pressione della Russia su Kharkiv:...
L'analisi in un rapporto dell’American Institute for the Study of War
La Russia frena nell'attacco a Kharkiv. L'intensità delle operazioni offensive dell'esercito di Mosca nel nord della regione continua a diminuire dopo che i militari russi hanno rallentato nella penetrazione iniziata ormai una settimana fa. A delineare il quadro sul campo, dopo una fase cruciale del conflitto, è un rapporto dell’American Institute for the Study of War (Isw), think tank americano che monitora quotidianamente le operazioni. "Le truppe russe sono attualmente avanzate a non più di otto chilometri dal confine, nel nord dell'oblast. I reparti di Mosca possono facilmente lanciare attacchi di artiglieria contro le posizioni difensive ucraine vicino al confine e il divieto di uso di armi occidentali in territorio russo rende vulnerabili le posizioni di difesa ucraine".
Gli analisti americani sottolineano che "dal 10 maggio le forze russe sono riuscite a portare a termine un'offensiva tattica nel nord della regione di Kharkiv, in aree in cui le forze ucraine non hanno deliberatamente creato linee difensive significative e ora, a quanto pare, danno priorità alla creazione di una zona cuscinetto, piuttosto che avanzare in profondità".
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che oggi ha visitato la regione e ha ricevuto rapporti dai comandanti militari sulla situazione nel campo di battaglia, ha dichiarato su Telegram che "la situazione nell'oblast di Kharkiv è generalmente sotto controllo e i nostri soldati stanno infliggendo perdite significative all'occupante". Tuttavia, la situazione rimane "estremamente difficile: stiamo rafforzando le nostre unità".
Il problema delle armi 'difensive'
La Russia riesce a colpire obiettivi nella regione di Kharkiv direttamente dal proprio territorio, in luoghi che l'Ucraina non può raggiungere con le armi fornite dai partner occidentali. In particolare, Kiev non può usare i missili americani Atacms per raggiungere il territorio russo. "La Commissione statunitense di Helsinki ha affermato che gli Stati Uniti dovrebbero consentire all'Ucraina di colpire obiettivi militari nelle zone di confine della Federazione Russa nel contesto dell'operazione offensiva russa in corso nella regione di Kharkiv, sebbene i funzionari statunitensi continuino ad esprimere riluttanza a sostenere tali attacchi - prosegue il think tank statunitense - La Commissione di Helsinki degli Stati Uniti ha dichiarato il 15 maggio che gli Stati Uniti dovrebbero 'non solo consentire, ma anche incoraggiare' le forze ucraine a colpire le forze russe che stanno sparando e sono impegnate in un'offensiva sulla regione di Kharkiv al confine con la Federazione Russa".
Il 14 maggio Politico, citando due funzionari statunitensi anonimi, ha riferito che la politica dell'amministrazione Biden, che vieta all'Ucraina di usare armi fornite dagli Stati Uniti per lanciare attacchi sul territorio russo, non è cambiata. "Fonti di Politico hanno affermato che gli aiuti militari statunitensi all'Ucraina sono destinati 'alla difesa e non alle operazioni offensive' sul territorio della Russia", riferisce l'Isw.
Allo stesso tempo, gli analisti notano che "l’operazione ucraina di lanciare attacchi contro i sistemi nella Federazione Russa che supportano direttamente le operazioni offensive di terra della Federazione Russa nel nord della regione di Kharkiv sarebbe in realtà un tentativo difensivo e sarebbe impreciso caratterizzarlo come 'offensivo'".
La 'zona sicura' dell'esercito russo
L'Isw ha recentemente stimato che "le restrizioni statunitensi sulla capacità dell'Ucraina di colpire obiettivi militari nella Federazione Russa hanno creato una zona sicura per l'esercito russo nelle aree di confine, da cui gli aerei russi possono bombardare e lanciare attacchi missilistici sulle posizioni e sulla popolazione ucraina e dove le forze e gli equipaggiamenti russi possono essere riuniti liberamente prima dell’invasione del territorio ucraino".
"Questa politica statunitense mina seriamente la capacità dell'Ucraina di difendersi dalle operazioni offensive della Russia nel nord della regione di Kharkiv", ha sottolineato l'Isw, aggiungendo, a questo proposito, che "Vladimir Putin ha minimizzato la minaccia di contrattacchi ucraini lungo l'intera linea del fronte, sottolineando che, a suo avviso, l'Ucraina non può e non sarà in grado di liberare il territorio conquistato dalle truppe russe".
I conti di Mosca sulla controffensiva ucraina
Tuttavia, secondo gli analisti dell'Istituto, il presidente russo "ha fatto questa ipotesi sulla base del graduale rafforzamento delle forze di Mosca nell'Ucraina orientale durato mesi. E l’Odni (Office of the Director of National Intelligence) ha riferito che Putin 'probabilmente crede' che le forze russe abbiano indebolito gli sforzi ucraini di riconquistare un territorio significativo e che il sostegno degli Stati Uniti e dell’Occidente all’Ucraina sia 'limitato'. Le limitate operazioni offensive russe nell’oblast settentrionale di Kharkiv suggeriscono che Putin e il comando militare russo potrebbero valutare i rischi, le prospettive e la tempistica delle operazioni offensive sulla base del presupposto che le forze russe saranno in grado di avanzare in qualsiasi area del fronte e consolidare eventuali guadagni senza tener conto di contrattacchi tattici ucraini o di una significativa operazione controffensiva ucraina in futuro".
"Ma questo calcolo - conclude l'Isw - fondamentalmente fraintende le capacità tattiche che le forze ucraine avranno una volta che l'assistenza di sicurezza americana inizierà ad affluire su grande scala al fronte. È imperativo che le forze ucraine siano in grado di condurre vaste operazioni controffensive che libereranno il territorio occupato dai russi non appena le condizioni lo consentiranno, altrimenti Putin continuerà probabilmente a credere di poter continuare indefinitamente le operazioni offensive in atto e di costringere l'Ucraina a muoversi in una strategia di difesa".
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Russia, Ue prepara nuove sanzioni: nel mirino i media...
Voice of Europe, Ria Novosti, Izvestija e Rossiyskaya Gazetaaggiunti alla lista nera
Mentre la guerra sanguinosa si combatte sul campo, da dove non arrivano buone notizie per l’Ucraina e l’Occidente, l’Ue prepara nuove sanzioni contro la Russia. Ne parla un articolo di Eurofocus, il nuovo format multicanale di Adnkronos sull'Europa e dall'Europa.
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Israele vuole allargare l’offensiva a Rafah – Ascolta
Il Comando dell'esercito israeliano ha inviato un'altra brigata a Rafah, mentre attende l'approvazione del governo israeliano all'ampliamento dell'offensiva. Il nuovo contingente - riferisce il Times of Israel - è stato schierato nella notte nella città meridionale della Striscia, unendosi alla 162a Divisione, che opera nella parte orientale della città dall'inizio di questo mese. Intanto cinque soldati israeliani sono stati uccisi e altri sette sono rimasti feriti, di cui tre gravemente, in un incidente di 'fuoco amico' avvenuto ieri sera a Jabaliya.