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Sostenibilità

Tassare i super ricchi per aiutare l’ambiente: in Svizzera...

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Tassare i super ricchi per aiutare l’ambiente: in Svizzera si vota, ma quanto gioverebbe all’Italia?

Ok della Cancelleria al referendum, previsto un gettito di 6 miliardi all’anno da reinvestire su misure green

Yacht nell'acqua - Canva

Tassare i super ricchi per combattere la crisi climatica: questo è il cuore dell’Iniziativa per il Futuro promossa dalla Gioventù socialista svizzera. La proposta ha raccolto 109.988 firme, la cui validità è stata confermata lo scorso 5 marzo dalla Cancelleria elvetica. Ora, il referendum per tassare i super ricchi diventa realtà e saranno gli elettori a stabilire se diventerà legge.

Cosa prevede la proposta

La proposta prevede di tassare al 50% le successioni sopra i 50 milioni (al cambio attuale quasi 51 milioni di euro), che ora sono esenti da prelievo. Secondo i calcoli della Gioventù Socialista Svizzera (Giso), la tassa sui super ricchi generebbe introiti per circa 6 miliardi di franchi svizzeri all’anno, una somma da reinvestire nella lotta al cambiamento climatico: “con l’Iniziativa per il Futuro vogliamo porre le basi per una ristrutturazione socialmente giusta ed ecologica dell’economia nel suo complesso” si legge nel sito dell’organizzazione.

Con 6 miliardi in più ogni anno, lo Stato potrebbe agire concretamente, ad esempio, per

- Rinforzare il pacchetto di energie rinnovabili;

- attuare programmi di riqualificazione per le persone che lavorano nei settori più inquinanti;

- aumentare la copertura del trasporto pubblico (e quindi ridurre il numero di veicoli circolanti);

- efficientare i consumi energetici degli immobili.

Cosa dicono i dati

La proposta della Gioventù socialista svizzera è coerente con il fatto che sono i più ricchi ad inquinare di più e, spesso, quelli che inquinano di meno a subirne le conseguenze. Come riporta l’Oxfam, infatti, nel 2019, l’1% più ricco della popolazione mondiale ha inquinato quanto i 2/3 dell'intera umanità in termini di emissioni di CO2. In pratica, poco più di 77,5 milioni di persone hanno inquinato quanto 5 miliardi di persone.

Vista in altri termini, nel 2019 l’1% più ricco del pianeta ha contribuito al 16% delle emissioni globali di CO2. Tale percentuale supera quella prodotta da tutti i veicoli su strada. A livello mondiale, il 10% più abbiente è responsabile della metà delle emissioni totali. Il rapporto evidenzia come una persona che fa parte dell’1% più ricco, in media, inquina in un anno quanto una persona del restante 99% fa in 1.500 anni. Tradotto in altri termini, le emissioni generate da questi 77 milioni ogni anno annullano i benefici derivanti da quasi un milione di pale eoliche.

Dunque, l’aspetto sociale influisce direttamente quello ambientale: “Per anni – ha spiegato Francesco Petrelli, portavoce di Oxfam Italia – abbiamo lottato per creare le condizioni di una transizione giusta che ponga fine all’era dei combustibili fossili, salvare milioni di vite e il pianeta. Ma raggiungere quest’obiettivo cruciale sarà impossibile se non porremo fine alla crescente concentrazione di reddito e ricchezza che si riflette in disuguaglianze economiche sempre più marcate e contribuisce all’accelerazione del cambiamento climatico”.

Il gap tra ricchi e poveri si fa sentire pesantemente anche in Italia dove, a fine 2022, l’1% patrimonialmente più facoltoso deteneva una ricchezza 84 volte superiore a quella del 20% più povero della popolazione. Il dato, anch’esso comunicato dall’Oxfam, trova conferma nei dati di Bankitalia secondo cui il 5% delle famiglie più abbienti detiene circa il 46% della ricchezza netta totale.

Per questo Oxfam propone un'imposta progressiva sui grandi patrimoni, applicata ai più ricchi, in relazione alle loro emissioni più elevate (qui la raccolta firme). L’organizzazione stima che “se applicata ad esempio a quei 50 mila italiani più ricchi, con un patrimonio netto al di sopra dei 5,4 milioni di euro, l’imposta potrebbe produrre risorse fino a 16 miliardi di euro all’anno!” per la sola Italia.

Quale sarebbe l’impatto in Italia

Secondo i dati del Boston consulting group, che si occupa di consulenza strategica, nel 2019 l’Italia contava 400 mila milionari, cioè persone che detengono un patrimonio di almeno un milione di dollari (praticamente 1 milione di euro al cambio attuale) in ricchezza finanziaria, l'1% della popolazione adulta.

In assenza di dati specifici su quanti detengano un patrimonio di almeno 50 milioni di euro, si può utilizzare l’informazione del report secondo cui gli italiani con un patrimonio di almeno 100 milioni di dollari (poco meno in euro) erano 1.700. Un numero sicuramente più alto oggi, visto l’aumento della forbice reddituale.

Ora, ipotizzando che questi patrimoni siano tutti pari a 100 milioni di euro (anche se questo è solo il valore minimo considerato), la proposta di tassare i super ricchi, avanzata in Svizzera, in Italia genererebbe circa 85 miliardi di euro considerando realizzate tutte le successioni. Senza considerare che le successioni, per natura, non si esaurirebbero ma continuerebbero di generazione in generazione.

In assenza di dati specifici, il dato è frutto di una stima (fortemente) al ribasso. Si sta calcolando, infatti, il valore minimo dei patrimoni di queste 1.700 persone e non si sta considerando che, secondo la proposta svizzera, verrebbero tassate anche quelle con patrimonio incluso tra 50 e 100 milioni. Proprio questa impostazione metodologica, unita al dato numerico appena dedotto, lascia presagire che una misura del genere avrebbe un impatto rilevante sulle casse del Paese.

L’Italia e l’urgente bisogno di transizione

Alcune trasformazioni suggerite dal Giso, tra l’altro, sarebbero molto urgenti in Italia. In particolare, il patrimonio immobiliare italiano ha un grave problema di efficienza energetica. Secondo i dati Arera, in Italia quasi 6 immobili su 10 rientrano nelle due peggiori classi energetiche (F e G). Si tratta quindi di circa 5 milioni di edifici, ognuno dei quali composto da una o più unità immobiliari, che dovranno essere riqualificati entro il 2030 e il 2033, secondo la Direttiva Case Green.

Proprio al fine di ottemperare gli obblighi stabiliti dall’Ue, le famiglie italiane che dovranno migliorare l’efficienza energetica dei propri immobili spenderanno dai 20.000 ai 50.000 euro a seconda dei casi (qui per tutti gli approfondimenti sulla Direttiva Case Green).

Se ci si sposta sul fronte dei trasporti, la situazione non cambia. Un recente report di Legambiente ha mostrato la scarsa copertura del trasporto sui binari in Italia, assolutamente insufficiente a coprire le esigenze dei milioni di lavoratori che ogni giorno si devono spostare per raggiungere il proprio posto di lavoro. Al netto della passione degli italiani per le auto, non è un caso che l’Italia sia il Paese con più auto per abitanti in tutta l’Ue.

Cosa si può fare allora per ridurre l’inquinamento lungo la penisola? Investire sull’elettrico, come suggerito all’Adnkronos dal presidente di Legambiente Stefano Ciafani, sul trasporto pubblico e sull’efficientamento energetico delle case.

Interventi che non possono essere relegati (o affidati) solo all’iniziativa del privato, perché la qualità dell’aria e il contrasto al cambiamento climatico sono di interesse pubblico.

Ipotesi future

A settembre 2021, gli svizzeri avevano già bocciato una iniziativa popolare analoga a quella proposta dalla Gioventù Socialista Svizzera (64,9% no contro il 35,1% sì). In quel caso l’iniziativa lanciata dai Giovani socialisti chiedeva di aumentare la tassa sul reddito da capitale (dividendi, azioni, interessi sul patrimonio e affitti) rispetto alla normale imposta sul reddito.

In quel caso, la proposta fu bocciata da 2 votanti su 3 perché ritenuta complessa, astratta e pericolosa per la prosperità del Paese. La proposta avanzata dalla Gioventù socialista svizzera è diversa perché non riguarda solo questo tipo di redditi, ma in generale i patrimoni oltre i 50 milioni di franchi e ora aspetta il vaglio delle urne.

Si può e si deve considerare, però, che una flat tax come quella proposta dalla Giso non è l’unica opzione. Un’alternativa potrebbe essere quella avanzata da Oxfam di aumentare la tassazione dei più ricchi, mantenendo comunque un principio di progressività, che sarebbe in linea con l’articolo 53 della Costituzione italiana.

Mentre la temperatura globale aumenta e il tempo stringe, ignorare gli stimoli che vengono dalla Svizzera e dall’Oxfam sarebbe impossibile. Persino in uno Stato che da anni discute di patrimoniale, senza aver mai trovato una soluzione che vada bene a tutti. Ambiente incluso.

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Sostenibilità

Sostenibilità in Europa, un trittico di misure per un...

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Imballaggi, inquinamento atmosferico e sostenibilità aziendale al centro della strategia europea

Bandiera dell'Unione europea che si riflette sul Parlamento europeo

L'Unione Europea si sta preparando a fare un grande balzo verso un futuro più sostenibile con una serie di nuove misure volte a ridurre l'impatto ambientale, promuovere la qualità dell'aria e garantire una maggiore responsabilità aziendale. Le recenti decisioni del Parlamento europeo riguardo agli imballaggi, all'inquinamento atmosferico e alla sostenibilità aziendale rappresentano una svolta significativa nel cammino verso un'economia più verde e più responsabile.

Imballaggi sostenibili

Il Parlamento europeo ha recentemente approvato nuove misure per rendere gli imballaggi più sostenibili e ridurre i rifiuti nell'UE. Questo regolamento, frutto di un accordo provvisorio con il Consiglio, si propone di affrontare il crescente problema dei rifiuti da imballaggi, promuovendo, nel contempo, l'economia circolare e uniformando le leggi del mercato interno. Le norme includono obiettivi ambiziosi di riduzione degli imballaggi entro il 2030, il 2035 e il 2040, con particolare attenzione alla riduzione dei rifiuti di imballaggio in plastica. Inoltre, si prevede di limitare lo spazio vuoto negli imballaggi e di ridurre al minimo peso e volume.

Il regolamento vieta determinati tipi di imballaggi di plastica monouso a partire dal 2030, come quelli utilizzati per frutta e verdura fresche, cibi e bevande consumati in bar e ristoranti, monoporzioni e borse di plastica ultraleggera. Inoltre, si vieta l'utilizzo di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) negli imballaggi alimentari al di sopra di determinate soglie, per proteggere la salute dei consumatori.

Al fine di promuovere il riutilizzo e il riciclo, sono previsti obiettivi specifici da raggiungere entro il 2030 per imballaggi di bevande, imballaggi multipli e imballaggi per la vendita e per il trasporto. I distributori finali dovranno offrire ai consumatori la possibilità di utilizzare i propri contenitori e offrire il 10% dei prodotti in formato riutilizzabile entro il 2030.

Le nuove norme prevedono che tutti gli imballaggi (ad eccezione di alcune categorie) siano riciclabili sulla base di criteri rigorosi e stabiliscono obiettivi minimi di contenuto riciclato per gli imballaggi di plastica. Infine, entro il 2029, il 90% dei contenitori in metallo e plastica monouso dovrà essere raccolto separatamente mediante sistemi di deposito cauzionale e restituzione o altre soluzioni per raggiungere l'obiettivo di raccolta.

Miglioramento della qualità dell'aria

Il Parlamento europeo ha poi approvato un accordo politico provvisorio volto a migliorare la qualità dell'aria nell'Unione Europea e a ridurre i danni per la salute umana, gli ecosistemi naturali e la biodiversità. Questa direttiva, approvata con 381 voti favorevoli, 225 contrari e 17 astensioni, stabilisce limiti e obiettivi più rigorosi entro il 2030 per gli inquinanti con gravi ripercussioni sulla salute umana, tra cui il particolato (PM2.5, PM10), il biossido di azoto (NO2) e l'anidride solforosa (SO2). Gli Stati membri avranno la possibilità di richiedere un posticipo massimo di dieci anni per il raggiungimento degli obiettivi 2030, a condizione che siano soddisfatte specifiche condizioni.

In caso di violazione delle nuove norme nazionali di applicazione della direttiva, le persone colpite dall'inquinamento atmosferico avranno il diritto di intraprendere azioni legali e ricevere un risarcimento per danni alla salute. Inoltre, saranno istituiti più punti di campionamento della qualità dell'aria nelle città e gli indici di qualità dell'aria diventeranno comparabili, chiari e disponibili al pubblico, contribuendo così a una maggiore trasparenza e consapevolezza.

Le prossime tappe prevedono l'adozione formale della legge da parte del Consiglio, la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'UE e l'entrata in vigore 20 giorni dopo, seguita dall'applicazione da parte dei Paesi dell'UE entro due anni.

Con l'inquinamento atmosferico ancora la principale causa ambientale di morte prematura nell'UE, con circa 300mila morti premature all'anno, questa direttiva risponde alla necessità urgente di adottare misure più ambiziose per raggiungere l'obiettivo "inquinamento zero" entro il 2050, in linea con il piano d'azione sull'inquinamento zero proposto dalla Commissione.

Sostenibilità aziendale

Il Parlamento europeo ha infine approvato nuove norme che pongono l'accento sulle responsabilità delle aziende nel ridurre il loro impatto negativo sull'ambiente e sui diritti umani. La direttiva sul dovere di diligenza è stata votata con 374 voti favorevoli, 235 contrari e 19 astensioni, rappresentando un importante passo avanti nella regolamentazione delle attività aziendali.

La direttiva richiede alle imprese e ai loro partner lungo la catena di approvvigionamento di prevenire, fermare o mitigare le ripercussioni negative delle loro attività sull'ambiente e sui diritti umani. Tra gli esempi citati vi sono la schiavitù, il lavoro minorile, lo sfruttamento dei lavoratori, la perdita di biodiversità, l'inquinamento e la distruzione del patrimonio naturale.

Le nuove norme si applicheranno alle società madri e alle imprese dell'UE con oltre 1 000 dipendenti e un fatturato mondiale superiore a 450 milioni di EUR, nonché ai franchising nell'Unione con un fatturato di oltre 80 milioni di EUR, di cui almeno il 22,5% proveniente da diritti di licenza. Anche le società madri, le imprese e i franchising di paesi terzi che raggiungono le stesse soglie di fatturato nell'UE saranno coinvolti.

La direttiva prevede l'adozione di un approccio basato sul rischio e la definizione di un piano di transizione per allineare i modelli di business alla soglia di 1,5 °C di riscaldamento globale fissata dall'accordo di Parigi.

In caso di violazione delle norme, gli Stati membri dovranno sanzionare le imprese con ammende fino al 5% del loro fatturato netto mondiale e garantire il risarcimento delle vittime.

Le prossime tappe includono l'approvazione formale del Consiglio, la firma e la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'UE, seguite da un periodo di due anni per l'attuazione da parte degli Stati membri. Con questa legge, il Parlamento risponde alle richieste dei cittadini europei per un'economia più sostenibile e responsabile, in linea con le conclusioni della Conferenza sul futuro dell'Europa.

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Sostenibilità

Sostenibilità, Arcobaleno Cial dà benvenuto ai 175mila...

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Numerose le iniziative promosse dal Consorzio nel corso della manifestazione

Sostenibilità, Arcobaleno Cial dà benvenuto ai 175mila visitatori di Comicon

Anche quest’anno Cial-Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio è stato partner di Comicon-International Pop Culture Festival, evento appena conclusosi che dal 25 al 28 aprile (negli spazi della Mostra di Oltremare) ha attirato a Napoli oltre 175mila visitatori per una quattro giorni di fumetti, giochi e videogiochi, anime e manga, cinema e serie tv. Un palinsesto quanto mai ricco di appuntamenti fra mostre, convegni, dibattiti, performance live di maestri illustratori, giochi di ruolo e molto altro ancora. Con tanti ospiti: Romita Jr, storica matita della Marvel Comics, Hitoshi Sakimoto, uno dei compositori più rappresentativi dell'intera industria videoludica mondiale, Elodie, una delle popstar italiane più influenti, Milo Manara, maestro del fumetto a livello internazionale, Seira Minami, illustratrice e mangaka di fama internazionale, tra gli altri.

Numerose le iniziative promosse da Cial nel corso della manifestazione con l’obiettivo di sensibilizzare i tanti visitatori (giovani e meno giovani) sulle grandi tematiche ambientali, sulle buone e corrette pratiche per la raccolta differenziata dei rifiuti e sulle caratteristiche ‘green’ dell’alluminio. Utilizzato per realizzare migliaia di prodotti, l'alluminio è riciclabile al 100% e riutilizzato per infinite volte, essendo in grado di conservare in eterno le sue proprietà strutturali. Proprio per incentivare la raccolta e il riciclo delle lattine consumate in situazioni ‘on the go’ e in contesti ‘fuori casa’, come in parchi, spiagge, grandi eventi sportivi e culturali, Cial da alcuni anni promuove in Italia il progetto internazionale, Every Can Counts (Ogni Lattina Vale) cui aderiscono oggi 20 Paesi europei più il Brasile. Così, durante i giorni di Comicon, alcuni giovani ambasciatori del progetto, dotati di appositi zaini-raccoglitori, sono stati impegnati a recuperare le lattine per bevande vuote contribuendo a mantenere puliti gli spazi del Festival e a sensibilizzare il pubblico sull’importanza dell’economia circolare e di un moderno sistema di gestione dei rifiuti: è stato raccolto il 100% delle lattine consumate in loco dai visitatori.

All’interno di Comicon, il grande e coloratissimo arcobaleno Cial, realizzato utilizzando lattine per bevande consumate, ha dato il benvenuto a tutti i visitatori, facendo da sfondo per foto e selfie. Un arcobaleno amico dell’ambiente e nemico dello smog e dell’inquinamento atmosferico. È stato infatti realizzato in esclusiva da Graphic Service con Airlite, una tecnologia che riproduce un fenomeno simile alla fotosintesi clorofilliana ed è in grado di purificare l’aria circostante eliminando fino al 90% degli agenti inquinanti.

In mostra, poi, i dieci lavori delle ragazze e dei ragazzi che hanno vinto il contest a fumetti ‘Il mio primo Graphic Novel’, promosso nei mesi scorsi da Cial, con il partner didattico La Fabbrica Società Benefit, e destinato alle studentesse e agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. La sfida era realizzare una storia a fumetti, focalizzata sui grandi temi della sostenibilità e sulle ‘semplici’ pratiche quotidiane da adottare per un corretto smaltimento dei rifiuti. Un vero e proprio contest che ha coinvolto circa 100 istituti scolastici e ben 2500 ragazzi e ragazze. Selezionati da una giuria ad hoc, sono stati dieci i progetti vincitori (ex aequo) provenienti da tutta Italia. Ospitati a Napoli da Cial e premiati nel corso di una cerimonia ufficiale nel corso di Comicon, i giovani fumettisti vincitori, hanno avuto la soddisfazione di vedere i propri elaborati esposti in una mostra allestita negli spazi del Festival.

“Anche quest’anno Cial ha deciso di essere al fianco di Comicon con tante iniziative all’insegna della sostenibilità ambientale, con un occhio di riguardo alle nuove generazioni. Sull’onda del progetto internazionale Every Can Counts, ha incentivato il pubblico a non disperdere le lattine per bevande una volta consumate richiamando l’attenzione sulle buone pratiche del riciclo dei rifiuti. Ha premiato i giovani vincitori di un concorso a fumetti dalle trame decisamente eco friendly. Ha allestito un’installazione ‘mangia smog’ e ‘antinquinamento’. È stato bello essere presenti da protagonisti in questo spazio dove la cultura pop ha abbracciato con entusiasmo anche i grandi temi dell’economia circolare”, afferma Stefano Stellini, direttore generale Cial.

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Sostenibilità

Stile di vita green, quasi il 70% degli italiani ha...

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La ricerca, condotta da Pro Carton, l'Associazione Europea dei Produttori di Cartone e Cartoncino, ha analizzato l’atteggiamento di oltre 5.000 consumatori europei in 5 Paesi, Italia, Regno Unito, Francia, Germania e Spagna, nei confronti dell'ambiente e degli imballaggi, in relazione all’andamento dell’economia e alle dinamiche geopolitiche internazionali

Riciclo - (Fotolia)

Per più di 8 consumatori europei su 10 il costo della vita influisce sulla scelta di acquistare prodotti sostenibili. L’Italia è il Paese in cui questo fenomeno, pur incidendo in maniera significativa, pesa meno rispetto agli altri Paesi e dove l’importanza di mantenere uno stile di vita sostenibile ha registrato il dato più alto 70%, rispetto alla Germania (55%), al Regno Unito (56%), alla Francia (63%) e alla Spagna (64%). La ricerca, condotta da Pro Carton, l'Associazione Europea dei Produttori di Cartone e Cartoncino, ha analizzato l’atteggiamento di oltre 5.000 consumatori europei in 5 Paesi, Italia, Regno Unito, Francia, Germania e Spagna, nei confronti dell'ambiente e degli imballaggi, in relazione all’andamento dell’economia e alle dinamiche geopolitiche internazionali.

Le preoccupazioni degli europei

Oltre al costo della vita, il cambiamento climatico è tra le preoccupazioni percepite più urgenti dai consumatori europei, insieme all’inflazione e ai conflitti. Per gli italiani sono ugualmente prioritari il costo della vita (84%) e la guerra (83%) seguiti dall’inflazione (75%). Solo dopo, preoccupano la pandemia (45%), il razzismo (22%) e la deforestazione (21%). Le guerre in Medio Oriente e in Ucraina costituiscono, invece, il tema più sensibile per i tedeschi.

Il 74% degli europei pensa che non si stia facendo abbastanza per ridurre gli effetti del cambiamento climatico. Tutti e cinque i Paesi concordano che si possa fare di più, ma i cittadini dell’Europa meridionale, gli spagnoli e gli italiani, sono i più sensibili e pensano che servano azioni più incisive. In Italia, il riciclo rimane l’azione considerata come più efficace, lo pensa il 74%, seguita al secondo posto dall’uso di materiali più naturali e rinnovabili (il 65%) e al terzo dalla piantumazione di nuovi alberi (il 62%).

Le azioni green

Secondo la ricerca, il 69% degli italiani ricicla di più rispetto a 12 mesi fa; mentre più della metà (rispettivamente il 55% e il 51%) dichiara che, nell’ultimo anno, ha prestato più attenzione allo spreco dell’acqua e a ridurre l’acquisto di prodotti confezionati in plastica. Anche per quanto riguarda l’acquisto di un prodotto, il fatto che il packaging sia sostenibile è un fattore determinante per la scelta. Per i consumatori italiani, l’aspetto più importante è che sia facile da riciclare (lo pensa il 71%), seguito dal fatto che sia composto da materiali riciclati (per il 54%) e, infine, che sia richiudibile (per il 41%).

L'impatto ambientale del packaging di un prodotto è, quindi, una determinante importante nelle scelte di acquisto e di consumo e per la quale le persone sono disposte a pagare di più. Il 95% degli europei dichiara che pagherebbe in media anche il 5,4% in più per un prodotto, se il packaging avesse meno impatto sull'ambiente. Gli italiani si mostrano essere i più disposti a spendere, in quanto hanno dichiarato di poter arrivare anche al 6,4% in più.

“Nel riciclo dei rifiuti l’Italia è un’eccellenza in Europa - osserva Winfried Muehling, direttore Marketing e Comunicazione di Pro Carton - Siamo anche rimasti impressionati dal fatto che i consumatori italiani attribuiscono il massimo di credibilità e fiducia al cartone, più di quanto avvenga in altri Paesi europei. È interessante notare che, nonostante le pressioni economiche, i consumatori italiani dimostrano un impegno crescente verso la sostenibilità, con livelli di credibilità e fiducia particolarmente alti per il riciclo del cartone. Questo dimostra una consapevolezza sempre più diffusa della necessità di azioni concrete per preservare l'ambiente”.

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