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Usa-Israele, Biden e la strategia anti-Netanyahu: il piano...
Usa-Israele, Biden e la strategia anti-Netanyahu: il piano della Casa Bianca
L'amministrazione Usa starebbe esplorando modi per far cadere il governo di estrema destra del premier israeliano
Sempre più frustrata per il modo in cui il premier israeliano Benjamin Netanyahu sta gestendo la guerra a Gaza, l'amministrazione del presidente americano Joe Biden starebbe esplorando modi per far cadere il governo di estrema destra del premier israeliano. E' quanto rivela il New York Magazine in un articolo in viene citato tra gli altri un esperto israeliano, regolarmente consultato dagli americani per valutare la situazione: "Mi è stato chiesto da una persona seria dell'amministrazione che cosa potrebbe costringere al collasso la coalizione di Netanyahu - ha affermato -: erano interessati al meccanismo, che cosa si può chiedere che faccia collassare la coalizione".
Nell'articolo, rilanciato da Times of Israel, viene citato un esperto Usa che spiega che la Casa Bianca capisce che "Netanyahu si è messo da solo nell'angolo: non ha spazio di manovra, ci sta rovinando. La politica deve cambiare completamente e credo che il tempo a disposizione stia scadendo".
Le critiche di Biden a Netanyahu
Biden, d'altra parte, ha criticato apertamente la condotta di Netanyahu nelle ultime ore. Il premier sta commettendo un "grande errore" non facendo abbastanza per proteggere i civili. E così "danneggia Israele più che aiutarlo", ha detto Biden in un'intervista a Msnbc. "Ha il diritto di difendere Israele, di continuare a perseguire Hamas - ha detto Biden- Ma deve, deve prestare maggiore attenzione alle vite degli innocenti che vengono perse a causa delle azioni intraprese. Dal mio punto di vista sta danneggiando Israele più che aiutarlo".
"E' contrario a ciò che Israele rappresenta - ha incalzato - E penso sia un grande errore". "Non possiamo avere altri 30.000 palestinesi morti", ha affermato il presidente americano citando di fatto il bilancio delle vittime del ministero della Salute nella Striscia di Gaza che nel 2007 finì sotto il controllo di Hamas. E per Biden, che considera comunque "fondamentale la difesa di Israele", l'invasione di Rafah, nel sud della Striscia, è una "linea rossa".
L'obiettivo di raggiungere un accordo per il cessate il fuoco prima dell'inizio del Ramadan non è stato raggiunto. Le posizioni di Israele e Hamas sono ancora distanti. Non ci sono "ancora date" per il ritorno di negoziatori di Hamas al Cairo per la ripresa dei colloqui verso un accordo su un cessate il fuoco e sul rilascio di ostaggi e prigionieri, ha detto alla Cnn Hossam Badran dell'Ufficio politico di Hamas.
"Non c'è nulla di nuovo", ha affermato, accusando Netanyahu di rifiutarsi di rispondere alle richieste dei palestinesi. Badran è così tornato a insistere sulla "fine delle uccisioni, il ritiro, la fornitura di aiuti e il ritorno degli sfollati senza condizioni". La delegazione di Hamas ha lasciato il Cairo il 7 marzo dopo giorni di colloqui senza svolte concrete nelle trattative.
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Tragedia in Cina, crolla carreggiata in autostrada: 24 morti
Trenta i feriti, venti i veicoli coinvolti nel crollo del tratto di strada nella provincia del Guangdong lungo circa 18 metri
Tragedia in Cina dove il crollo di una carreggiata di un'autostrada nella provincia di Guangdong, nel sud del Paese, ha causato la morte di 24 persone. 20 i veicoli coinvolti nel crollo, hanno riferito le autorità locali, secondo cui almeno una trentina di persone sono rimaste ferite, mentre sarebbero 20 i veicoli coinvolti nel crollo. Le immagini diffuse sui social mostrano auto travolte da terra e fango, probabilmente dopo una frana.
Alle operazioni di soccorso partecipano circa 500 uomini dei servizi di emergenza. Il tratto di strada crollato era lungo circa 18 metri e copriva un'area di circa 184 metri quadrati. Ancora sconosciute le cause del crollo, ma nei giorni scorsi nella regione erano state registrate piogge torrenziali.
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Ucraina, Shoigu: “Più armi per la guerra contro...
Così il ministro della Difesa russo dopo una riunione con la leadership militare e un resoconto fatto dal capo di Stato maggiore, il generale Valery Gerasimov. Ancora missili su Odessa
La Russia ha bisogno di più armi per la guerra in Ucraina. E' il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, a chiedere uno sforzo ulteriore alla macchina bellica. "Per mantenere il ritmo richiesto dell'offensiva... è necessario aumentare il volume e la qualità delle armi e degli equipaggiamenti militari forniti alle truppe, in primo luogo le armi", dice Shoigu dopo una riunione con la leadership militare e un resoconto fatto dal capo di Stato maggiore, il generale Valery Gerasimov.
La Russia da mesi esercita una pressione costante in particolare lungo il fronte orientale. Le forze di Mosca hanno guadagnato terreno, costringendo Kiev a scelte conservative e a abbandonare alcune posizioni. Ora, però, il quadro potrebbe progressivamente cambiare. L'Ucraina riceverà le armi che gli Stati Uniti invieranno dopo il varo dell'ultimo maxipacchetto da 61 miliardi di dollari. La Russia, che secondo analisti e esperti potrebbe sferrare una nuova offensiva tra fine primavera e inizio estate, nelle prossime settimane dovrà confrontarsi con nemici più preparati.
Ancora missili su Odessa
Intanto, si registra un nuovo attacco missilistico russo su Odessa, il secondo in tre giorni. Secondo quanto riferito dal governatore della città nel sud dell'Ucraina, almeno tre persone sono morte e altrettante sono rimaste ferite nell'ultimo raid, che ha provocato anche danni alle infrastrutture civili.
Bimbi ucraini deportati in Russia, telefonata Yemark-Zuppi
"Ho avuto un colloquio telefonico con il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Matteo Zuppi. Ho sottolineato che nel quadro del dialogo diplomatico con tutti gli stati, l'Ucraina presta costantemente particolare attenzione alla questione del ritorno dei bambini deportati illegalmente dalla Russia". Lo ha scritto su X, Andriy Yermak, capo dell'ufficio del presidente Volodymyr Zelensky.
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Covid, Zhang sfida ancora la Cina: la battaglia del...
Lo scienziato, cacciato dal laboratorio, torna a far parlare di sé con una rara iniziativa pubblica di dissenso nel gigante asiatico
Sfida ancora la Cina di Xi Jinping il virologo cinese che all'inizio della pandemia di coronavirus, nel gennaio 2020, pubblicò la prima sequenza del Sars-Cov-2 senza l'autorizzazione di Pechino. Zhang Yongzhen torna a far parlare di sé con una rara iniziativa pubblica di dissenso nel gigante asiatico. Lo scorso fine settimana, ricostruisce il Telegraph, gli è stato impedito l'ingresso nel suo laboratorio a Shanghai.
Nel frattempo sui social hanno iniziato a rimbalzare foto di un uomo che dorme sotto la pioggia davanti alla porta del centro. Domenica si è messo seduto fuori dallo Shanghai Public Health Clinical Center, che sostiene che il laboratorio di Zhang sia stato chiuso per "motivi di sicurezza", con la possibilità di spazi alternativi durante i lavori di ristrutturazione.
Eppure secondo una dichiarazione diffusa online da Zhang e poi sparita, ma visionata dall'Associated Press citata dalla stampa internazionale, allo scienziato sarebbe stato offerto un altro spazio, ma solo dopo lo 'sfratto' e senza gli standard necessari per le sue ricerche. E nel post su Weibo fatto sparire, Zhang assicura che non mollerà dopo le misure scattate per lui e per il suo team.
E' "sconfortante vedere queste continue vessazioni e punizioni nei confronti di Zhang", ha commentato con il Telegraph Stuart Neil, virologo del King’s College London coinvolto nel lavoro di ricerca per tracciare le origini del Covid e convinto che "senza il coraggio di Zhang" ci sarebbe voluto molto più tempo per "la diffusione del primo vaccino" contro il Covid.
Scienziati che lavorano con collaboratori in Cina hanno denunciato al giornale come dopo la pandemia le collaborazioni internazionali siano divenute sempre più difficili. Il Guardian scrive che oggi Zhang, raggiunto al telefono, ha sottolineato come per lui - già rimosso dal Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive - sarebbe "inopportuno" parlare.