Connect with us

Interviste

Intervista esclusiva a Morgan, in giuria della quarta...

Published

on

Intervista esclusiva a Morgan, in giuria della quarta edizione del talent show The Coach

Tra qualche settimana sarà in video come membro della giuria della quarta edizione del talent show The Coach. Parliamo di Morgan, artista poliedrico che da tanti anni affascina, con le sue canzoni e la sua grossa conoscenza della musica, il pubblico italiano. Di recente, è stato nel cast di Ballando con le Stelle, condotto da Milly Carlucci. Una “condottiera”, come ama definirla, che apprezza e con cui spera di poter collaborare in futuro.

Salve Morgan, di recente ha fatto parte del programma The Coach, in onda su 7Gold. Che tipo di esperienza è stata?

E’ stata un’esperienza direi buona, sono stato bene. E’ stato un programma sereno, divertente direi. Assolutamente un’esperienza positiva”.

Come si è trovato nelle vesti di giudice?

Sa, non è la prima volta che facevo il giudice. Anzi, diciamo che l’ho fatto parecchie volte. Comunque, mi sono trovato assolutamente rispettato nella mia posizione di giudice “veterano” senior e mi sono sentito in un ambiente molto ricettivo, che ha posto attenzione a quello che ho detto con grande interesse e curiosità. Questo mi ha lusingato e mi ha fatto sentire in un’ambiente assolutamente professionale”.

Che rapporto ha instaurato con le colleghe Meriam Jane, Maura Paparo e Ludovica Pagani?

Ho istaurato un rapporto bellissimo, devo dire. Mi son divertito soprattutto con Meriam Jane, che è una grande cantante e una persona molto empatica. Mi ha colpito molto il suo spirito propositivo e collaborativo. Tuttavia, anche le altre colleghe sono state assolutamente all’altezza ed è stato piacevole. Devo dire una combinazione assolutamente azzeccata di persone del tutto estroverse e disponibili a una collaborazione, perché ci vuole questa capacità di inter-scambiarsi, di relazionarsi e anche, a volte, di sapersi mettere in discussione o, comunque, di non essere per forza protagonisti. Tutto è stato equilibrato”.

E di Agata Reale, la conduttrice, che cosa mi dice?

Ecco, la conduttrice mi è sembrata valida, dal punto di vista dell’atteggiamento e della professionalità”.

Se capitasse, ritornerebbe a The Coach?

Volentieri, per quanto riguarda la valutazione sul programma in sé. Ma, personalmente, non voglio di nuovo ritornare in generale a fare il giudice. Non è per The Coach o qualsiasi altro programma; semplicemente non vedo più me nella figura di giudice di talent. L’ho già fatto troppo, insomma. Ho altri progetti”.

Dal punto di vista suo che cos’è il talento? Qual è l’elemento imprescindibile che deve avere l’artista per emergere?

Semplice: il talento è saper attirare l’attenzione altrui con un’abilità di spettacolo di scena. Andare in scena, e stiamo parlando di talento nell’ambito dell’intrattenimento pop musicale, significa saper stare su un palco e avere quella personalità carismatica che fa sì che gli altri stiano attenti. Si deve attirare l’attenzione; questo si trova nella voce e nell’atteggiamento corporeo, in prima battuta. Poi, quando un’artista si fa conoscere, diventa più un discorso legato alla sua storia, a quello che costruisce anche con un pensiero, non soltanto con il modo di stare in scena. Tuttavia, il talento che bisogna giudicare in un talent show, dove si vedono degli esordienti, dei giovani alle prime armi, si nota subito: è fatto da questa capacità di brillare, di essere luminosi, ma deve essere unito anche ad altre caratteristiche.  Per emergere ci vuole fortuna, anche se molti bravi non emergono; non è detto che per forza si possa emergere. Ci vogliono comunque delle basi solide che sono fatte dallo studio, dall’impegno, dalla cultura di base. Bisogna essere vasti culturalmente, bisogna essere larghi a 360°, bisogna interessarsi alle cose, bisogna leggere, bisogna conoscere le opere d’arte altrui. Ci vuole un bagaglio di informazioni che si chiama conoscenza per essere solidi, per essere durevoli, longevi e per essere anche credibili. Il successo può capitare anche con un tormentone estivo. In ogni caso, il successo che secondo me merita di essere cercato è quello che dura nel tempo e si costruisce soltanto sulla base della preparazione. Non si prende in giro nessuno, soprattutto il pubblico”.

Nella scorsa stagione televisiva è stato tra i concorrenti di Ballando con le Stelle. Che ricordo ha di quella esperienza?

Ho un ricordo interessante, perché è stata un’esperienza nuova per me. Non avevo mai fatto l’interpretazione così atletica, nonostante la mia esperienza di performer abbia sempre richiesto implicitamente una fisicità, soprattutto poi considerando che il mio fisico, con cui ho fatto 20 anni di concerti, è stato quello del rock come bassista frontman. Quindi, ogni volta erano delle prove fisiche molto intense. Io so vivere anche il palco da un punto di vista della performance. Ballando è stata una bella novità perché si trattava di concentrarsi sull’imparare, anche tradizionalmente, quelli che sono i vari generi della danza; è stato molto interessante per me, tant’è vero che l’ho fatto con dedizione e impegno. Ognuna di queste mie messe in scena sono state oggetto di grande lavoro da parte di tutti gli strati della costruzione dello spettacolo; è stato un lavoro di grande impegno di spettacolo totale, non soltanto il mio ballare, ma anche lo scrivere, il preparare la scenografia, il costume e tutto quello che è il racconto di quel che si arrivava a fare per una scelta di un certo tipo. Io ho fatto Gene Kelly in “Singin in the Rain’, ho cantato e ballato insieme, ho creato anche dei dibattiti. Come dire, ho usato il mezzo come pretesto per sollevare dei dibattiti importanti, com’è stato quello del Ghosting. Non se n’era mai parlato su Rai1 di questo problema che prende molto i giovani oggi, cioè del fatto di interrompere le relazioni bloccando, facendo il ‘No contact’ totale con la persona con cui si aveva una relazione fino al giorno prima e improvvisamente si scappa. Si chiama Ghosting perché si diventa fantasmi. Ecco, io ho fatto una puntata in cui ho basato la mia performance su un brano di Gainsbourg, ‘Les Amours perdues’, che anche quella è stata una scelta interessante, molto sofisticata, associata alla rumba di quel brano. Insomma, ho scritto una poesia dedicata al tema del Ghosting mettendo in scena la coppia che si lacera; quello è stato un bel passaggio. E’ stato anche molto bello quello della samba, dove ho fatto imparare a suonare i tamburi alla mia ballerina maestra. Con tutto quello che mi ha insegnato lei, io gli ho insegnato un’altra cosa e abbiamo fatto musica e danza insieme, coinvolgendo anche l’orchestra”.

E Milly Carlucci, invece?

Milly è una delle più grandi professioniste con cui mi sono trovato nell’ambito televisivo; è una vera leader. Soprattutto, è una molto attenta; non le sfugge niente, sta completamente a guidare questo grande edificio, che è una trasmissione televisiva come Ballando con le Stelle, che è molto complesso, pieno di tanta gente, tante responsabilità e soprattutto tante complicazioni. Saperlo fare così, senza frenare, bloccarsi, senza incepparsi, ma avendo sempre una soluzione a tutto ed essendo sempre presente, è una grande cosa. Milly Carlucci è una vera conduttrice, nel senso di condottiere. Più che condurre, nel senso tradizionale del presentatore, lei è una conduttrice come un Giulio Cesare che comanda un esercito perché è al comando.  Ho sempre detto che mi sarebbe piaciuto candidarla come Presidente della Repubblica italiana, perché ha talmente tanta capacità di essere responsabile che sinceramente la vedo bene in quel ruolo. Poi, è una persona molto colta che non fa abuso e non fa ostentazione della sua cultura, ma la usa come si dovrebbe sempre usare. Tanto di cappello alla Signora Carlucci, che è stata ed è ancora ancora una mia grande amica con cui mi piace molto lavorare e mi piace proprio il suo spirito. Mi piace l’approccio che ha, fossero tutti così il mondo sarebbe fantastico; invece, purtroppo non sono tutti come Milly Carlucci”.

Che consiglio darebbe a un giovane che vuole entrare a far parte del mondo della musica?

Oggi la musica è in una condizione molto strana. La musica, intendiamoci, non è la discografia. La discografia non è la musica. Il mercato non è neanche la musica. La musica è una cosa molto più seria, molto più profonda, che è di tutti. La musica, tra l’altro, come concetto, diciamo puro, è un’entità metafisica perché non si vede: è invisibile, è intangibile, è in un mondo metafisico, nel senso che va al di là delle leggi della fisica, nonostante il suono si propaghi attraverso le onde meccaniche. Ma la musica non è semplicemente il suono, la musica è il suono più l’essere umano che lo articola. La musica, purtroppo, oggi non è che abiti proprio tanto nei mass-media; nelle radio i discografici si sono involuti parecchio. Che consiglio darei? Non sono uno che sa dare consigli, comunque direi di studiare: su questo non ci piove! Studiare perché la musica non è detto che entri dentro di noi. Anche se siamo dei musicisti, o se vogliamo essere dei musicisti o se stiamo per diventarlo, intanto, come si suol dire, impara l’arte e mettila da parte. Mentre aspetti che la musica ti tocchi, tu preparati! In modo tale che, quando arriverà la musica, che è come un raggio di sole che ti penetra, a quel punto, se tu sai come onorarla perché ne consoci gli artifici, le ricette i metodi, riesci ad esprimerla, sennò rimani frustrato. Ti entra dentro ma non riesci a mandarla fuori”.

Roberto Mallò per MassMedia Comunicazione

© Sbircia la Notizia Magazine, è vietata qualsiasi ridistribuzione o riproduzione del contenuto di questa pagina, anche parziale, in qualunque forma.

Giornalista e fondatore dell’agenzia Massmedia Comunicazione, è il motore dietro gran parte delle nostre interviste. Con un occhio per i dettagli e un talento nel porre le domande giuste, contribuisce significativamente al nostro contenuto.

Interviste

Intervista esclusiva a Mariù Adamo, al timone su Tele A di...

Published

on

“L’intervista deve insegnarmi e lasciarmi qualcosa. Ciascuna delle interviste che ho condotto nel corso della mia carriera e le esperienze di vita degli ospiti che ho incontrato mi hanno permesso di arrivare dove sono oggi, nel programma che ho ideato.”

Sono queste le parole pronunciate dalla giornalista Mariù Adamo, al timone su Tele A di “Casa Mariù”, format mattutino da lei stessa ideato e condotto. Dopo tanti anni di esperienza alla guida di programmi di intrattenimento e sportivi, la Adamo ha vinto anche questa nuova sfida realizzando in prima persona questo progetto televisivo, che è seguitissimo.

Ma Mariù non ha certo l’intenzione di fermarsi qui: nel suo nuovo ruolo di autrice ha già in mente di guidare la sua squadra di professionisti alla realizzazione di tante nuove trasmissioni. Ma facciamocelo raccontare da lei.

A cura di Roberto Mallò

Ciao Mariù. Partiamo da Casa Mariù, il nuovo programma che ti vede alla conduzione ma non solo…

“Sì, “Casa Mariù” è il nuovo programma che conduco dal mese di dicembre su Tele A e che mi vede anche ideatrice e autrice. È un “contenitore”, all’interno del quale il pubblico può trovare tante opportunità di approfondimento, che spaziano dagli argomenti più leggeri alle tematiche scientifiche fino ai temi di attualità, talvolta anche particolarmente delicati. È un format che mi consente di elaborare continuamente nuove idee, alle quali lavoriamo continuamente per migliorare la nostra offerta televisiva al pubblico che ci segue. Aspettatevi sempre grandi sorprese.

Quali sono le rubriche a cui tieni di più?

“È una domanda difficile a cui rispondere: è come se mi chiedessi a quale dei tuoi figli vuoi più bene. Sicuramente una delle rubriche a cui tengo di più è “Il coraggio di essere donna”, nel corso della quale, ogni venerdì, ospito una donna in grado di fornirci una testimonianza forte e originata da una sua esperienza di vita, spesso dolorosa e a volte tragica. Donne che si sono mosse in vari settori: da quello del giornalismo al sociale, passando per il mondo dello sport e della cultura. Donne che hanno avuto il coraggio di attuare un cambiamento nella loro vita, senza se e senza ma, affrontando rischi che ci fanno capire quanto sia sbagliato fermarsi agli stereotipi. Intervistare donne come Filomena Lamberti, Daniela Di Maggio, Maria Teresa Giglio, Luciana Esposito, Alessandra Vitale, Angela Procida, Trisha Palma, Alessandra Cuevas, Daniela Lourdes Falanga, Rossana Pasquino, Stefania Zambano, mi hanno consentito di vivere un’esperienza che è andata oltre la “semplice” intervista e che mi porterò nel cuore per tutta la vita”.

Complimenti Mariù. Parlaci di un’altra.

“Al momento sta andando davvero forte la rubrica del Food, perché chiudo sempre la puntata con il mondo dei grandi chef, maestri chef o pizzaioli dal respiro nazionale. Personaggi che, mentre si raccontano, preparano una ricetta. Questo è un momento molto atteso dal pubblico che ci segue. La tradizione gastronomica napoletana, e dell’Italia tutta, è sempre una vera sicurezza in termini di interesse da parte del pubblico di ogni età ed estrazione”.

Abbiamo parlato di Mariù conduttrice e ora anche autrice. Ma c’è anche una Mariù donna, mamma e moglie. Come concili i tuoi impegni quotidiani con quelli professionali e quanto della tua persona possiamo ritrovare nei contenuti della tua trasmissione?

“Si, è un impegno che richiede veramente tanto sacrificio e dedizione, ma lo faccio con la stessa passione che mi guida nella mia vita familiare. Ed è anche per questo che amo mettere al centro del programma “le storie”. Intendo quelle storie che possano destare l’interesse e la curiosità del pubblico, coinvolgendo il telespettatore al punto di riconoscersi o immedesimarsi in esse e poterne trarre un insegnamento. Storie con le quali trovare dei semi di speranza per riuscire a cambiare la propria vita o a riflettere su di essa. Insomma, mi piace parlare di quello che ad ognuno di noi può accadere. Tutti passiamo infatti attraverso le stesse problematiche, prima o dopo. Parlarne, sensibilizzare e dialogare, secondo me, può essere di grande importanza per il pubblico, che si sente vicino alla storia. Non a caso, ci sono tanti argomenti che ci uniscono, come il mondo delle tendenze o quello della salute. Personalmente, cerco di trattare tutte queste tematiche in una chiave un po’ diversa, un po’ più intima. Cerco di parlarne come se fossi a casa. Ed è da qui che deriva il nome del programma. “Casa Mariù”: è la casa di tutti, dove tutti si devono sentire a proprio agio e possono riconoscersi nelle storie che raccontiamo, con l’amore tipico di chi vive in ambiente familiare, nel quale tende sempre a ritornare perché si sente amato. Amore e casa, dal mio punto di vista, sono parole che navigano di pari passo”.

Un programma dove metti in scena tutta la tua personalità. Forse è anche in questo che Casa Mariù si distingue dagli altri programmi?

“Sì. Utilizzo un tono garbato e familiare, senza etichette e giudizi. Non mi piace, infatti, giudicare quello che si è raccontato. Il mio intento è quello di informare il pubblico, con un tono che possa unire le persone piuttosto che dividerle. Stiamo vivendo un’epoca storica dove, ormai, l’individualismo è il mood di tutti. Penso però che, se qualcuno di noi tende la mano, le persone pian piano si avvicinano. Ed è così che si abbatte quel muro di cristallo, quella parete che i social hanno contribuito a far sorgere. Con Casa Mariù cerco di dare la possibilità alle persone di ascoltare, di riconoscersi e di maturare una riflessione rispetto agli argomenti che trattiamo. Per esempio, anche quando parliamo di sesso nella rubrica dei sentimenti lo faccio con un tono elegante. E mi affianco a chi può trattarlo con una competenza specifica, come il professor Maurizio Bossi, che ha partecipato a diverse trasmissioni. Una rubrica con cui cerchiamo di educare ai sentimenti, considerando anche i tanti episodi di violenza verso le donne che popolano la cronaca. Ci chiediamo che cosa ci sia di sbagliato: forse bisognerebbe parlare di sesso e di sentimenti in maniera diversa, utilizzando le parole giuste? Ed è qui che, per trovare queste parole giuste, interviene l’esperto di settore. Raccontiamo il bello e il brutto del nostro territorio, in una chiave sempre positiva e propositiva”.

Quando è nato il tuo amore per il mondo dello spettacolo e per quello dell’informazione, che ha sempre avuto spazio nei tuoi programmi?

“Amo l’arte, che sia musica o teatro, a 360° e la conduzione mi permette di abbracciare un po’ tutte le sue forme. E poi sono di Napoli, città che mi ha sempre attratto per la sua storia, per la sua cultura, per i suoi magnifici paesaggi. Perché, fondamentalmente, Napoli è sempre stata protagonista nel mondo dell’arte. Da che ho memoria sono appassionata di arte. E nel mondo dello spettacolo ci vivo da sempre. Sono laureata in Lettere Classiche alla Federico II di Napoli, ma ho anche un diploma di danza classica. Sono stata in tournee con Maurisa Laurito come ballerina, ma ho avuto anche esperienze di attrice e di speaker radiofonica. Ho vissuto il mondo dell’arte a 360°. E in televisione avevo voglia di raccontare il bello che accadeva nella mia città. Mi arrabbiavo perché Napoli veniva spesso etichettata in maniera negativa, soffrendo per quanto di buono della città non riusciva ad emergere. E’ vero che ha le sue criticità, ma pure tanto di bello da raccontare. Napoli è un Giano bifronte, luci ed ombre. Da innamorata della mia città, ho incominciato a portare alla luce le sue storie belle, in tv ma anche in radio, intrise di arte e teatro. E ho voluto farlo in una chiave solare e positiva, senza mai nascondere ciò che la realtà racconta, ma valorizzando tutti gli aspetti positivi. Perché così possono emergere delle cose veramente belle. E da lì ho deciso di portare avanti un’informazione, una narrazione un po’ diversa su Napoli. E ci ho messo la faccia in prima persona: sono orgogliosa di essere napoletana e mi auguro di esserne diventata una buona testimone, insieme ai miei intervistati e al mio pubblico. Da lì mi sono affacciata al mondo del giornalismo e sto continuando a crescere in questo settore. Ho intenzione, anche in questo caso, di sviluppare un’informazione su diversi ambiti”.

Mi ha raccontato della sua passione per la recitazione. Se capitasse un’occasione tornerebbe in teatro?

“Certo. Prenderei in considerazione di tornare a teatro per portare in scena una tematica sociale, che possa ad esempio mettere al centro le donne. Voglio infatti che anche il teatro sia uno strumento di messaggio, di cambiamento. Per me, il teatro è quella scatola magica dove avviene qualsiasi tipo di magia. È il luogo ideale per portare il pubblico a riflettere e per smuovere le coscienze. Chissà se la prossima intervista me la farai proprio sul palcoscenico…”.

Casa Mariù è in diretta il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 11:00 alle 12:30 e in diretta streaming sul sito e sui canali social Facebook, Instagram.

La replica, il martedì ed il giovedì alle 6:30 e l’edizione della domenica dalle 10:45.

“Casa Mariù” è presente sul canale YouTube dove è possibile rivedere tutte le interviste con la playlist dedicata alle singole rubriche.

Il programma è prodotto da Goeldlin Production ed è offerto dalla Goeldlin srl.

Continue Reading

Interviste

Intervista esclusiva a Anthony Peth, il padrone di casa di...

Published

on

Ritorno in tv per Anthony Peth, padrone di casa dal 25 aprile di Vip4Padel, il nuovo talent show di Sportitalia in onda, ogni giovedì sera, alle 20.30. Assente dagli schermi da circa un anno, durante il quale si è dedicato alla stesura della sua biografia, il conduttore sardo è pronto a prendere il timone del suo primo programma sportivo, nato da un’idea di Fabio Lauricella e con la regia di Mario Maellaro. Un’esperienza del tutto nuova, della quale ci ha parlato in questa intervista, dove ci ha svelato un altro suo prossimo progetto.

A cura di Roberto Mallò

Anthony, parliamo di Vip4Padel, il programma che attualmente la rivede nelle vesti di conduttore. Di che cosa si tratta?

Vip4Padel è il primo talent sportivo che andrà in onda in tv, in prima serata su Sportitalia. E’ un vero e proprio campionato sportivo di padel, che è lo sport del momento, come ben sappiamo. Dopo la pandemia c’è stata davvero l’esplosione di questa disciplina, che ormai appassiona diverse persone. E il programma televisivo che abbiamo messo in scena vuole essere, appunto, un momento di spensieratezza per chi ci segue da casa”. 

Com’è strutturato?

“In ogni puntata ci sono due personaggi famosi che si sfidano l’un l’altro. Ciascuna partita di padel prevede però che ci siano due componenti per squadra; quindi, ogni vip è affiancato da un suo fan. Abbiamo scelto personaggi, in accordo con la produzione, che appartengono al mondo dello spettacolo e della televisione, alcuni dei quali hanno deciso di cimentarsi per la prima volta in questo sport. Per citarne uno la ‘iena’ Filippo Roma. Pensava che sarebbe stato del tutto impacciato, ma alla fine ha scoperto la sua passione per il padel. Ci sono poi Garrison Rochelle, Amedeo Goria, Milena Miconi, Matilde Brandi, dalla radio Lucilla Agosti e Sabrina Bambi di R101, il comico di Zelig Fabio Di Dario, passando per tanti altri personaggi che sveleremo nel corso delle varie settimane”.

Un cast scelto accuratamente, immagino…

“Assolutamente sì. Si voleva dare un impatto televisivo con un’idea nuova e vincente che portasse in scena tutte le professioni artistiche: dalla danza al canto, fino ad arrivare al giornalismo. Volevamo aprirci a diversi tipi di pubblico, facendo in modo che tutti potessero seguire i loro beniamini”.

Si tratta però di un vero e proprio torneo sportivo, giusto?

“Certo, al termine del campionato olimpionico, che prevede le tre finali e la finalissima, ci sarà l’elezione della squadra vincitrice di questa prima edizione. Non avremo uno studio, ma saremo dentro un campo di padel vicino a Bergamo. Il format è stato, infatti,girato interamente presso l’Academy Manenti & Malgaroli e patrocinato dal Comune di Brusaporto e dal Comitato Italiano Fair Play”.

Arriviamo a lei. Perché è stato scelto come conduttore?

“La scelta è arrivata subito dopo la decisione di lasciare, dopo diversi anni, la conduzione di Chef in Campo. Sento sempre la necessità di cambiare, dopo aver portato avanti i programmi per diverse stagioni. In precedenza, avevo fatto lo stesso con Gustibus, in onda su La7. Non so se agisco così un po’ per incoscienza, che fa parte del mio carattere, o per la voglia di fare un salto nel buio. Tuttavia, anche per quanto riguarda Chef in Campo ho mollato una trasmissione certa, senza sapere che cosa mi avrebbe riservato il futuro. E proprio in seguito all’annuncio del mio addio, è arrivata la proposta di Vip4Padel. Con la N&M Management, la casa di produzione di Mariaraffaella Napolitano,avevo già condotto su La5 il programma Trend, affiancato da Silvana Giacobini, e sono stato contattato per sapere se me ne intendessi o meno di padel. Ho voluto essere sincero e ho ammesso di conoscerlo poco. Con un po’ di ironia e diverse battute che ho lanciato in quella telefonata, la sincerità mi ha premiato. Non a caso, mi hanno detto: ‘Guarda, se tu lo presenti con questa ironia è perfetto. Vogliamo che ci sia anche quella, per fare un programma leggero e frizzante’. E infatti così è successo…

Ah sì? Quindi è un programma dove si sorride?

“Posso anticiparle che nel campo mi succede un po’ di tutto. Non riesco a lanciare bene la racchetta, le palline mi arrivano addosso. Sono sicuro che vi divertirete, perché mi identifico nella ‘macchietta’ di Vip4Padel, anche se alla fine sono il conduttore. Non metto mai da parte il fatto che si tratta comunque di un concorso sportivo vero e proprio. Ci saranno due vincitori assoluti e il ‘senso di ironia’ non metterà mai da parte la professionalità e il rigore della gara stessa. Tutti gli artisti che hanno partecipato alle registrazioni sono andati via contenti; mi hanno riempito di messaggi mentre tornavano nelle loro case per dirmi che si erano divertiti. Tutti mi hanno ringraziato per questa possibilità che ho dato loro”.

Ha ammesso che non conosceva il padel, prima di arrivare alla conduzione del talent. Adesso si sente un po’ più preparato?

“Si, è stata la giusta occasione per immergermi in quel mondo. Tra l’altro, non avevo mai fatto nemmeno la conduzione di un programma sportivo. All’interno di Vip4Padel ci sarà tanta telecronaca e cambierà il mio modo di presentare: al di là dell’ironia, che ha sempre fatto parte di me, non farò sentire il mio accento sardo, mio tratto distintivo, perché si tratta di un programma sportivo che ha bisogno di una certa dialettica, di dizione. Tecnica che ho studiato seriamente, ma che nelle mie trasmissioni precedenti non avevo avuto ancora modo di sperimentare”. 

E’ curioso dei feedback che riceverà dal pubblico riguardo questa sua nuova avventura?

“Sì. Come ho già detto, è la prima volta in assoluto che presento un programma sportivo. Ho sempre condotto programmi di cucina, seppur diversi l’uno dall’altro e in tante reti televisive nazionali, e mi sono creato una zona di comfort. Sono quindi curioso di sapere come il pubblico reagirà, sia per ciò che concerne gli ascolti, sia per leggere i feedback e le eventualicritiche, che non mancano mai. A volte vieni criticato anche senza che ti diano modo di dimostrare ciò che sai fare, ma fa parte del gioco. E sono pronto anche a questo”.

Dunque, data la nuova esperienza positiva, non ha nessun rimpianto ad aver lasciato Chef in Campo?

“No, perché è nata un’altra opportunità entusiasmante. Inizialmente, quando ho dato le mie dimissioni da Chef in Campo, la squadra di autori non mi ha preso molto sul serio. Quando hanno capito che non stavo scherzando, mi hanno chiesto come mai volessi lasciare la trasmissione. Anche in quel caso, sono stato sincero: ho detto loro che, dopo tante puntate, non avevo più stimoli nel ripetere sempre le stesse cose. E così, lavorando insieme, abbiamo scelto di metterci in moto per una sorta di spin off di Chef in Campo, incentrato sul mondo dei dolci, che si intitola appunto Dolci in Campo. La messa in onda, al momento, è prevista per la prima serata, sempre su AlmaTv, in uno studio nuovo e innovato. I personaggi famosi del mondo dello spettacolo saranno chiamati a cimentarsi nella preparazione del dolce dell’infanzia, che darà loro l’occasione di raccontarsi, proprio come avveniva nel programma madre con la ricetta del cuore. Scopriremo così aneddoti dal passato di tutti gli artisti che seguiamo in tv. E ci saranno ancora l’esperto di vini Matteo Carreri , la cake creator Manuela Romiti e Terry Alaimo, che farà l’oroscopo dei dolci. E Vittorio Cesarini, dal centro di Roma al  Colosseo, preparerà per ogni personaggio un aperitivo. Un percorso nuovo, attraverso i sentieri del gusto, che affronto piacevolmente, anche perché adoro i dolci”.

© Sbircia la Notizia Magazine, è vietata qualsiasi ridistribuzione o riproduzione del contenuto di questa pagina, anche parziale, in qualunque forma.

Continue Reading

Interviste

Riflessi artistici: il percorso luminoso di Lorenzo Balducci

Published

on

A cura di Pierluigi Panciroli

Lorenzo Balducci inizia il suo viaggio nell’arte all’età di quattordici anni immergendosi negli studi di recitazione. Il palcoscenico diventa la sua casa nel 2001, quando, in perfetta armonia con l’attrice Myriam Catania, emerge come protagonista nella raffinata opera teatrale “Romeo e Giulietta” di Claudio Boccaccini. Tuttavia è sul grande schermo che la sua presenza si consolida, facendo il suo debutto con il film “I cavalieri che fecero l’impresa” (2001) diretto da Pupi Avati, seguito da “Il cuore altrove” (2003).

La sua carriera si snoda tra gli schermi del cinema e della televisione, con incursioni nel mondo della musica nel 2002 quando appare nel video musicale della canzone “Telecomando” di Matteo Bassi. Le serie televisive come “Giorni da Leone” (2002), “Il Papa buono” (2003) e “48 ore” (2006) mettono in risalto il suo talento sotto la guida di registi del calibro di Francesco Barilli e Ricky Tognazzi.

Il mondo del cinema celebra la sua espressione artistica attraverso una vasta selezione di pellicole, incluse opere come “Ma che colpa abbiamo noi” (2003), “Tre metri sopra il cielo” (2004) e “Gas” (2005). Nel 2007, si distingue per una stagione cinematografica ricca di titoli come “Last Minute Marocco,” “I testimoni,” e “Il sole nero.” Il 2009 segna il ritorno di Balducci sul grande schermo con tre film che evidenziano la sua ecletticità artistica.

Il suo percorso in “Due vite per caso”, “Io, Don Giovanni” e “Ce n’è per tutti” lo mette in mostra, come interprete di primaria importanza.

Oltre alle sue gesta cinematografiche, Lorenzo si immerge nelle acque internazionali, dando vita a opere come “31 días” (girato in Messico) e “Stella cadente – Estel fugaç” (film in costume spagnolo). La sua incursione nella regia si materializza nel 2022, con il videoclip del singolo “Per dirsi mai” della violinista elettro-pop H.E.R.

Il suo impegno sul fronte LGBTQ+ emerge con chiarezza. Il 2012 segna il suo coming out durante un’intervista a Il Venerdì di Repubblica, e da allora, Lorenzo diventa un assertivo sostenitore dei diritti gay. Nel 2015 appare come giudice al Torino Gay & Lesbian Film Festival, unendo la sua voce a un coro di cambiamento. Nel 2023, la sua partecipazione ai Florence Queer Festival è ulteriore testimonianza del suo costante impegno nel sostegno della comunità LGBTQ+.

La sua carriera continua a brillare, spaziando dalla televisione con serie come “Solo per amore” (2015) e “Medici: Masters of Florence” (2016), all’internazionalità cinematografica con “In Search of Fellini” (2017). Nel 2024, mentre naviga nelle acque della terza stagione di “Doc – Nelle tue mani,” ha iniziato in marzo a portare in scena il suo nuovo spettacolo di stand-up comedy, “E.G.O. – L’Arte della felicità.”

La vita di Lorenzo Balducci è una narrazione di successi artistici e impegno sociale, unendo il suo talento alle sfide della sua epoca.

Qual è stata la tua prima esperienza nell’arte e come hai deciso di intraprendere la recitazione?

La mia prima esperienza nel mondo dell’arte è stata un corso di recitazione che ho fatto a 14 anni, per tre anni. Da bambino giocavo spesso da solo o con amici inventando storie, interpretando personaggi di mondi fantastici, realizzando video con la telecamera dei miei genitori. Sentivo che volevo esprimermi attraverso la recitazione, malgrado la mia timidezza. Spesso le storie che raccontavo rappresentavano un universo fantasy, l’arte era pura fantasia ai miei occhi. A 14 anni sapevo di voler diventare un attore e mia madre mi ha consigliato di frequentare un laboratorio teatrale. Era l’inizio di tutto. Lì ebbi la conferma: recitare mi rendeva felice.

Puoi raccontarci la tua esperienza nel debutto teatrale con “Romeo e Giulietta” nel 2001 e come ha influenzato la tua carriera? 

È stato il mio primo vero lavoro teatrale, ho un bellissimo ricordo del lavoro fatto con Claudio e Miriam, avevo 19 anni e mi sembrava di vivere un’esperienza più grande di me, come se non fossi all’altezza. Ma è stato bellissimo, ricordo che provavo un forte affetto verso tutto il cast, li consideravo una famiglia in quel momento, mi sentivo protetto. Partecipare a quel progetto mi ha fatto sentire più adulto per la prima volta.

Come è stato il tuo debutto cinematografico con “I cavalieri che fecero l’impresa” nel 2001, e come hai affrontato questa transizione dal teatro al grande schermo?

È stata un’esperienza molto breve, un giorno di set, ero totalmente affascinato dalla “macchina” del cinema. Vedere come funzionava un set, ammirare Pupi Avati all’opera, ero terrorizzato, felice, era quello che avevo sempre desiderato, io volevo fare cinema, lavorare davanti alla macchina da presa. La transizione da teatro a cinema è solo questione di tecnica, l’essenza del lavoro di ricerca della verità rimane la stessa.

Hai lavorato con registi rinomati come Carlo verdone, Alessandro Aronadio, e Gianluca Maria Tavarelli. Qual è stata la tua esperienza lavorando con queste figure di spicco?  

Sono registi che ammiro e che hanno segnato il mio percorso. Alessandro Aronadio è anche un amico e interpretare il protagonista della sua opera prima è stata un’esperienza unica, che ripeterei mille volte. Lavorare con Verdone un vero onore, vederlo in azione come regista è meraviglioso, ero affascinato dalla sua serietà e precisione assoluta in tutto quello che faceva. Tavarelli è un grandissimo regista, simpaticissimo, e mi ha diretto in uno dei progetti a cui sono più legato, “Le cose che restano”. Non dimenticherò mai quel set, quel personaggio, quella troupe.

Tra le numerose pellicole in cui hai recitato, c’è un film o una serie TV che ritieni abbia avuto un impatto particolare sulla tua crescita artistica?

Se dovessi scegliere tra le più importanti direi “Gas”, l’opera prima di Luciano Melchionna, che è stato il mio primo film da protagonista. Avevo 21 anni e affrontavo un personaggio fortemente drammatico, al centro di una vera e propria tragedia. Sentivo di essere davvero grato per l’esperienza di lavoro che stavo vivendo, era la mia prima vera completa esperienza artistica, esattamente come la desideravo. Luciano Melchionna, con cui poi ho lavorato in seguito a teatro, è stato bravissimo nel dirigere tutti noi attori del cast. Si era formata di nuovo una grande famiglia.

Come hai affrontato il ritorno sul grande schermo nel 2009 con tre film e quali sfide hai dovuto superare in questo periodo della tua carriera? 

Quello è stato probabilmente l’anno più intenso dal punto di vista lavorativo. Tre progetti che ho amato, tre personaggi a cui sono molto affezionati, tre storie drammatiche. Essendo una persona tendenzialmente iperattiva mi piace l’idea di dovermi districare tra mille impegni. È stato un periodo molto bello, forse l’apice di una prima parte della mia carriera. Le difficoltà, gli ostacoli, li ho vissuti più in seguito, scoprendo però un’altra parte di me, come persona e come artista. Dal 2012, per 8 anni, ho lavorato spessissimo come cameriere, mentre continuavo a fare l’attore, ma con meno frequenza. È stata l’esperienza più formativa della mia vita.

Hai sperimentato l’ambito internazionale con opere come “31 días” e “Stella cadente – Estel fugaç”. Qual è stata la tua prospettiva e sfida nell’approcciarti a progetti internazionali?

Viaggiare lavorando è il sogno più grande. Io amo la Spagna, amo la lingua spagnola. Recitare in spagnolo per me è stato un sogno, conoscere Carlos Saura sul set di “Io, Don Giovanni” mi ha insegnato tantissimo. Il set di Stella Cadente è stato meraviglioso, recitavo in castigliano mentre quasi tutto il cast recitava in catalano. “31 Dìas “è stato girato in Messico. Lavorare immerso nella cultura messicana è stato un sogno. Il film era una commedia romantica dallo stile americano, sentivo che quando sei all’estero il tuo corpo e la tua mente ti chiedono di più, perché desideri essere all’altezza della situazione, e questo mi regala una dose di energia maggiore nel lavoro.

Il tuo impegno nel supporto della comunità LGBTQ+ è evidente. Come ha influenzato la tua carriera e quali sono le sfide che hai affrontato nel diventare un assertivo sostenitore dei diritti gay?

Ha sicuramente influenzato la mia vita perché da quando ho fatto coming out pubblicamente mi sono sentito libero, trasparente, senza filtri, e questo ha aiutato il mio lavoro, le mie scelte lavorative, ma soprattutto la mia vita. Mi sono sempre sentito un sostenitore della mia comunità, penso che sia fondamentale metterci la faccia, ognuno a modo suo, ma non tirarsi indietro, e continuare ogni singolo giorno quello che si celebra e manifesta durante il Gay Pride.

Come hai affrontato la terza stagione di “Doc – Nelle tue mani” e cosa possiamo aspettarci dal tuo nuovo spettacolo di stand-up comedy, “E.G.O. – L’Arte della felicità”? 

Il set di Doc è stata un’esperienza breve ma molto intensa. Non è facilissimo entrare in un contesto così collaudato da anni e cercare di dare il meglio delle proprie possibilità nell’arco di pochissimo tempo. Ho molto amato il lavoro dinamico della regia. Hai l’impressione di essere su una montagna russa che non si ferma mai, è davvero stimolante. Ed è sicuramente emozionante ritrovarsi circondato da un cast stellare, ho davvero un bel ricordo. Per quanto riguarda E.G.O., abbiamo debuttato il primo Marzo a Modena per poi proseguire tra Nord e Sud. E’il terzo progetto teatrale a cui partecipo con Mariano Lamberti e Riccardo Pechini che sono gli autori del testo. Questa volta il tema è la morte, in chiave comica, ma soprattutto tutte quelle cose si fanno in vita per esorcizzarla. È un monologo spietato, divertente, che offre diversi spunti di riflessione.

Come bilanci il successo artistico con il tuo impegno sociale? Quali sono le tue aspirazioni future nella tua carriera e nell’attivismo? 

Per me l’unica forma di successo è la fortuna di poter fare nella vita ciò che si ama. Oggi ho la fortuna di vivere la vita che desidero nel campo artistico. Desidero poter scrivere per il teatro, perché non l’ho mai fatto prima. Mi piacerebbe portare i personaggi a cui do vita sui social, su un palcoscenico. Per quanto riguarda l’attivismo, non mi sono mai sentito veramente un attivista, ma come dicevamo prima un sostenitore della comunità LGBTQIA+, e lo sarò sempre.

La tua presenza nei social è molto attiva. Come gestisci il bilanciamento tra la tua vita online e offline?

Sicuramente l’uso dei social crea dipendenza, chi più chi meno. Se poi i social diventano il tuo lavoro il rischio di quella dipendenza diventa maggiore. Di base uso i social per raccontare il mondo di personaggi surreali, quella è la mia priorità, la vita privata è poco presente sul mio Instagram. Lo preferisco. Mi è capitato di condividere momenti della mia vita sui social o attraverso delle interviste, ma sono delle scelte precise, che nascono dal piacere o il bisogno di condividere qualcosa di personale.

Quali sono i tuoi obiettivi e le tue motivazioni sul fatto di interagire sulle piattaforme social? Qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere? 

L’obiettivo principale è sprigionare la mia creatività, poter raccontare il mio mondo a modo mio, senza alcun compromesso. Questa è una grande libertà, essere coerenti con la propria cifra artistica. Non c’è un messaggio preciso che voglio trasmettere, non amo i messaggi in realtà. Preferisco le suggestioni, gli spunti di riflessione, o più semplicemente scioccare il pubblico. Ma con un senso, mai in un modo fine a sé stesso.

Grazie per questa intervista. Quale può essere il tuo “slogan”?

Grazie a te. Non credo di avere un vero e proprio slogan. Da piccolo ho sentito dire tante volte “la libertà è il rispetto delle regole”. E io dicevo sempre di no, ero contrario alle regole. Col tempo ho trasgredito troppo a queste regole, danneggiando me stesso e a volte gli altri. Oggi vorrei imparare a rispettarle di più.

© Sbircia la Notizia Magazine, è vietata qualsiasi ridistribuzione o riproduzione del contenuto di questa pagina, anche parziale, in qualunque forma.

Continue Reading

Ultime notizie

Ultima ora1 ora ago

Omofobia, Mattarella: “Inaccettabili aggressioni e...

Il messaggio del presidente della Repubblica in occasione della Giornata Internazionale contro l'Omofobia, la Transfobia e la Bifobia: "Intolleranza lacera...

Economia1 ora ago

Festival lavoro, De Luca (consulenti): “Sarà momento...

Così Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro, aprendo la quindicesima edizione del Festival del...

Ultima ora1 ora ago

Slovacchia, premier Fico “stabile, ora può...

Le condizioni restano comunque gravi Le condizioni di salute di Robert Fico sono ancora molto gravi, ma i medici sono...

Economia1 ora ago

Pnrr, Fitto: “Sfida dimostrare che indebitamento può...

Così il ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, intervenendo in videocollegamento al...

Economia2 ore ago

Salario minimo, Tajani, “Contrattazione collettiva...

L'intervento del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani alla 15esima edizione del Festival del Lavoro a Firenze "Credo che...

Ultima ora2 ore ago

Francia, tenta di dare fuoco a sinagoga: polizia uccide...

L'incendio, poi domato, nella città settentrionale di Rouen La polizia francese ha ucciso un uomo armato che stava dando fuoco...

Cronaca2 ore ago

Meteo migliora al Nord, al Sud ancora caldo estivo: le...

Che tempo farà fino a domenica 19 maggio Dopo l'ondata di forte maltempo, si va finalmente verso un miglioramento delle...

Esteri3 ore ago

Juraj Cintula, il poeta ‘pacifista’ che ha sparato al...

Un passato da pacifista, 71 anni, è Juraj Cintula l'apparentemente mite pensionato che ha attentato alla vita del premier slovacco...

Ultima ora3 ore ago

Svezia, sparatoria vicino all’ambasciata israeliana a...

Area transennata, la polizia ha sentito forti colpi. Arresti e perquisizioni in corso L'ambasciata israeliana a Stoccolma è stata isolata...

Esteri3 ore ago

Svezia, media: “Sparatoria vicino...

Area transennata, la polizia ha sentito forti colpi. Arresti e perquisizioni in corso L'ambasciata israeliana a Stoccolma è stata isolata...

Esteri3 ore ago

Gaza, Israele all’Onu: “Non avete fatto nulla...

Le parole dell'ambasciatore alle Nazioni Unite, Gilad Erdan: "Come potete chiedere un cessate il fuoco prima di fare tutto il...

Esteri3 ore ago

Russia, Mosca: “Raid ucraini con droni in quattro...

L'attacco in Crimea, nel territorio di Krasnodar, nella regione di Belgorod e a Kursk: "Distrutti 102 Uav, morti una donna...

Salute e Benessere4 ore ago

Covid, aumenta rischio cardiovascolare nei 3 anni dopo...

Lo studio condotto dall'Irccs San Raffaele in collaborazione con La Sapienza e Federico II L'aumento del rischio cardiovascolare che si...

Cronaca4 ore ago

Maltempo Veneto, temporali e allagamenti: allerta rossa...

Scuole chiuse a Castelfranco Veneto nel trevigiano. Fiumi osservati speciali. In Lombardia proseguono le ricerche di un uomo caduto in...

Esteri10 ore ago

Ucraina, Kiev chiede ‘istruttori’ Nato. Usa...

Il quadro del New York Times: l'Ucraina chiede aiuto per l'addestramento sul proprio suolo I paesi membri della Nato si...

Politica11 ore ago

Confronto tv Schlein-Meloni salta. Si muovono Sky e La7: le...

Le regole AgCom non permettono il 'duello'. Sky Tg24 e La7 si candidano Salta il confronto tv tra Giorgia Meloni...

Sport11 ore ago

Giro d’Italia, oggi tredicesima tappa: orario, come...

Frazione per velocisti, si profila arriva in volata a Cento Il Giro d'Italia affronta oggi la tredicesima tappa, la Riccione-Cento...

Politica11 ore ago

Europee, niente duello tv Meloni-Schlein

La segretaria Pd Schlein: "C'è chi ha preferito negarlo a due donne leader". Si propongono La7 e Sky Il confronto...

Esteri11 ore ago

Ucraina, Nato: “Russia non ha numeri per sfondare a...

Il generale Cavoli, comandante delle forze Nato in Europa: "Gli ucraini reggeranno" I russi non hanno "né i numeri né...

Lavoro12 ore ago

Turismo, in primo trimestre 2024 Dubai ha accolto 5,18...

Dati diffusi dal Dubai’s Department of Economy and Tourism (Det) alla 31ma edizione del Arabian Travel Market Secondo gli ultimi...