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Terremoto in Toscana, sciame sismico tra Firenze e Prato
Il presidente della Regione Giani: "Lunga notte per i cittadini, continuiamo il monitoraggio"
Terremoto oggi in Toscana, con uno sciame sismico che ha interessato la zona di Barberino e del Mugello con oltre 120 scosse. Come spiega sui social il governatore della regione, Eugenio Giani, "è stata una lunga notte per i cittadini della zona di Barberino di Mugello e Val di Bisenzio. Tanta paura a causa dello sciame sismico con oltre 120 scosse, la più alta di magnitudo 3.1, e il ricordo del terribile terremoto del 2019 ancora vivo. Dalle verifiche svolte non si segnalano comunque danni o criticità. Continuiamo il monitoraggio con il sistema di Protezione Civile e ringrazio tutte le persone che hanno offerto assistenza nella notte". Così sui social il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani.
Lo sciame sismico
Lo sciame sismico è stato registrato nella notte nella zona di Barberino di Mugello (Firenze). Dalle ore 00.39 la rete di monitoraggio dell'Ingv ha registrato una serie di scosse di terremoto di magnitudo 3.1- 2.9 - 2.0 -3.1 con epicentro nel territorio del comune di Barberino di Mugello.
Da verifiche della Sala di Protezione Civile della Città Metropolitana di Firenze con le sale operative preposte il fenomeno, avvertito dalla popolazione, non avrebbe comportato criticità. Le scosse di 3.1 è stata avvertita distintamente dalla popolazione tra Barberino di Mugello e la Val di Bisenzio.
Esteri
Ucraina, Zelensky: “Piano Russia è chiaro, difesa...
Il presidente ucraino: "Mosca vuole costringerci a difendere un fronte più ampio"
L'Ucraina non cede terreno nella regione di Kharkiv, la linea di difesa tiene lungo tutto il fronte: la strategia della Russia, almeno per ora, non paga. E' il quadro che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky delinea al termine della giornata, caratterizzata da nuove operazioni delle forze di Mosca nell'oblast di Kharkiv, fulcro della guerra da 10 giorni.
Sette persone sono morte e altre 19 sono rimaste ferite in un nuovo attacco russo, dice il governatore, Oleg Sinegubov, secondo cui "gli occupanti hanno attaccato una zona che gli abitanti stavano evacuando". Nell'attacco è rimasto ferito anche un operatore sanitario, mentre è stata danneggiata un'ambulanza.
"Abbiamo consolidato le nostre posizioni nella regione di Kharkiv", dice Zelensky dopo il briefing con il generale Oleksandr Syrsky, comandante delle forze armate. In particolare, afferma il presidente, si è rivelata efficace l'azione della 57esima brigata e dell'82esima brigata.
"Allo stesso tempo -prosegue il presidente- i nostri reparti stanno infliggendo danni pesanti agli invasori nel Donetsk, in particolare nell'area di Chasiv Yar", la roccaforte ucraina che Mosca punta a conquistare per poter puntare ad un'offensiva su larga scala verso ovest. "Di fatto -afferma Zelensky- la Russia non raggiunge l'obiettivo di allargare le maglie della nostra difesa per indebolire l'Ucraina su un ampio fronte da Kharkiv alle regioni del Donetsk".
La strategia russa, d'altra parte, appare ormai chiara. La Russia ha lanciato l'offensiva verso Kharkiv ma l'obiettivo va ben al di là della regione, in cui - come dichiarato più volte dal presidente Vladimir Putin - si punta a creare una zona cuscinetto che allontani l'artiglieria e i droni ucraini dai territori russi.
In vista di una futura offensiva 'vera' e su larga scala, nel mirino della Russia c'è soprattutto Chasiv Yar. Conquistare la città significherebbe, per Mosca, avere il controllo su un nodo logistico da cui gestire il piano per sfondare verso ovest e costringere le difese di Kiev a diluirsi lungo la linea di un fronte sempre più ampio.
Sport
Roma-Genoa 1-0, giallorossi ora tifano Atalanta
E' Lukaku a segnare a 11 minuti dal termine e a far sperare ancora i tifosi della Roma in un posto in Champions
La Roma batte in casa il Genoa per uno a zero e si assicura nel posticipo di serie A il sesto posto in campionato. E' Lukaku a segnare a 11 minuti dal termine, a far salire la squadra a 63 punti e a far sperare ancora i tifosi della Roma in un posto in Champions. La condizione è che l'Atalanta si aggiudichi l'Europa League e che arrivi quinta in campionato.
Esteri
La Russia corteggia la Libia e fa il ‘doppio...
La Libia torna a essere "un Paese strategico" per la Russia, dopo che negli anni scorsi ne aveva delegato la 'gestione' a Evgeny Prigozhin e alla sua Wagner
Mosca corteggia Tripoli e fa il 'doppio gioco', a est, con Haftar e Seif Gheddafi, il figlio del colonnello ricercato dalla Corte penale internazionale su cui puntano ancora i nostalgici del regime. La Libia torna a essere "un Paese strategico" per la Russia - dopo che negli anni scorsi ne aveva delegato la 'gestione' a Evgeny Prigozhin e alla sua Wagner - considerandola l'anello di congiunzione tra i suoi propositi di espansione nel Sahel e di installazione di una base navale nell'est della Libia, a Tobruk o Bengasi. E rafforza ancora di più la sua presenza, attraverso l'Africa Corps, i reparti paramilitari ex Wagner ora inquadrati sotto il ministero della Difesa, che conterebbero già oltre 1.800 uomini sul terreno.
Cosa sta succedendo
Nell'est della Libia, i russi stanno facendo "un gioco molto interessante", rivelano all'Adnkronos fonti informate: "Se da un lato si appoggiano al secondogenito di Haftar, Khaled, che è quello che li ha fatti entrare nell'est, dall'altro lato sostengono tradizionalmente l'ex regime, incarnato da Seif", l''erede designato' di Muamamr Gheddafi, che rappresenta "la vera minaccia politica" per il maresciallo della Cirenaica. E questo gioco dei russi "starebbe mettendo in difficoltà Haftar, che assiste in alcune aree dell'est e nel Fezzan a manifestazioni in sostegno del vecchio regime".
"E' impossibile misurare il sostegno che avrebbe Seif Gheddafi - spiega all'Adnkronos Ashraf Shah, ex consigliere dell'Alto consiglio di Stato libico - Un sostegno che era visibile negli anni scorsi, quando, nel 2021, ci fu il tentativo di tenere le elezioni presidenziali, mentre adesso non c'è un metodo credibile per capire chi sostiene chi". Certo è, sottolinea, che Haftar considera il figlio del colonnello - ufficialmente ricercato dalla Corte penale internazionale per presunti crimini di guerra e che si nasconderebbe nel Fezzan - "il suo nemico numero uno, tanto che di recente ha fatto arrestare il capo di una tribù locale, 85enne, rinchiuso in un carcere di Bengasi per il sostegno a Seif".
E un'altra prova della preoccupazione del maresciallo - che nel 1969 partecipò al golpe di Muammar Gheddafi contro re Idris, salvo poi esserne 'ripudiato' anni dopo - è "il rapporto conflittuale tra il figlio Saddam, comandante di un'unità speciale dell'Esercito nazionale libico (Lna), e il comandante del battaglione 106 Salem al Zadma, affiliato all'Lna, che si occupa della sicurezza nell'area del Fezzan legata all'ex regime", spiegano le fonti.
Questo il quadro a est, mentre Mosca intensifica i rapporti anche con l'ovest: nei giorni scorsi il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha ricevuto una delegazione del governo di unità nazionale di Tripoli, della quale facevano parte Abdullah Al-Lafi, membro del Consiglio presidenziale, Taher Al-Baour, ministro degli Esteri, il capo di Stato maggiore dell’esercito della Tripolitania, Mohammed el-Haddad, a cui ha assicurato l'impegno di Mosca per l'unità e la stabilità della Libia.
E, con un tempismo che sottolinea una volta di più lo scontro a distanza tra Mosca e l'Europa, mentre quella delegazione rientrava dalla Russia, a Bruxelles sbarcava il premier del governo di unità nazionale, Abdul Hamid Dbeibah, che alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, avrebbe assicurato l'intenzione di non cedere alle pressioni russe. A condizione di avere quello di cui ha bisogno da Stati Uniti ed Europa: sostegno, investimenti e finanziamenti per il contrasto all'immigrazione.
La presenza russa
Ma la presenza russa a est si fa sempre più forte e invasiva, con l'arrivo di militari, paramilitari ed equipaggiamento, dislocati in diverse basi nell'est, a Jufra, Tobruk e anche a Bengasi, dove sarebbe stato creato un nuovo campo di addestramento. Come rivelato da "All eyes on Wagner", consorzio di informazione che monitora le attività del gruppo, alcuni degli uomini arrivati nelle ultime settimane sono stati trasferiti in Niger - chiamati dalla giunta golpista che nel frattempo ha cacciato gli americani - mentre altri sono rimasti nell'est della Libia, dove si occuperebbero della formazione dei miliziani libici e delle reclute del 'Direttorato Africa' di Wagner. Secondo Aeow, il contingente russo in Libia risponderebbe a quattro comandanti che ruotano tra la Siria e la Libia e riferiscono direttamente al vice ministro della Difesa russo Yunus Bek Yevkurov, l'uomo del Cremlino in Africa.
All eyes on Wagner ha monitorato i movimenti in diverse basi, nel porto siriano di Tartus (l'unico del Mediterraneo a cui Mosca ha accesso) da dove sono partiti i carichi diretti in Libia, e quelli nel porto di Tobruk, in Cirenaica, dove negli ultimi 45 giorni sarebbero arrivate cinque navi russe.
Non solo Libia: l'attivismo del nuovo ambasciatore russo a Tripoli, Aidar Aghanin, ex direttore del canale in arabo di Russia Today, la tv del Cremlino, che fa la spola tra la capitale e Bengasi, dove sarà riaperto il consolato, fa il paio con quello nei Paesi vicini, come Algeria e Marocco, dove i russi stanno mandando diplomatici di altissimo profilo, che parlano arabo e francese, a sottolineare "il rinnovato interesse strategico" per il Nordafrica, oltre che per il Sahel. E, rivela infine Aeow, arrivando dalla vicina Algeria dove avrebbe ricoperto un incarico assegnatogli dal ministero della Difesa dopo la sua epurazione seguita al fallito golpe di Wagner, avrebbe visitato regolarmente la Libia il generale Sergei Surovikin, ex comandante delle forze russe in Ucraina. Che, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe tornare presto a Mosca.