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Usa-Cina, Pechino avverte: “Scegliere tra stabilità e...

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Usa-Cina, Pechino avverte: “Scegliere tra stabilità e spirale discendente”

Incontro a Pechino tra il leader cinese e il segretario di Stato Usa. Il ministro degli Esteri Wang Yi avverte: "Scegliere tra stabilità e spirale discendente"

Il leader cinese Xi Jinping con il segretario di Stato Usa, Antony Blinken - (Afp)

Stati Uniti e Cina dovrebbero essere "partner e non rivali". E' quanto ha affermato il leader cinese Xi Jinping che a Pechino ha incontrato il segretario di Stato Usa, Antony Blinken. Xi, riferisce il South China Morning Post, ha invitato gli Stati Uniti a essere partner del gigante asiatico, invitandoli a non comportarsi in modo da "dire una cosa e farne un'altra".

"Quest'anno è il 45esimo anniversario dall'avvio delle relazioni diplomatiche tra Cina e Stati Uniti - ha detto Xi, stando alle notizie della Cctv - i due Paesi dovrebbero essere partner, non rivali. Dovrebbero raggiungere entrambi il successo e non danneggiarsi a vicenda. Dovrebbero cercare un terreno comune, pur mantenendo le divergenze, invece di arrivare a una competizione feroce. Dovrebbero mantenere la parola ed essere risoluti nei fatti, invece di dire una cosa e farne un'altra". "Ho proposto come principi fondamentali rispetto reciproco, coesistenza pacifica e cooperazione di reciproco beneficio. Sono lezioni apprese dal passato e una guida per il futuro", ha aggiunto Xi.

Il leader cinese auspica inoltre che gli Stati Uniti possano guardare allo sviluppo del gigante asiatico in modo "positivo". "Si tratta di una questione fondamentale che va affrontata - ha detto il leader cinese - affinché le relazioni tra Cina e Stati Uniti possano davvero stabilizzarsi, migliorare e progredire". "E' proprio come il primo bottone di una camicia da sistemare", ha detto Xi a Blinken, insistendo sul fatto che è "desiderio comune di entrambe le popolazioni e della comunità internazionale vedere un rafforzamento del dialogo tra Cina e Stati Uniti" e che i due Paesi "sappiano gestire le divergenze" in nome della "cooperazione". "Ho detto molte volte che il pianeta è abbastanza grande per ospitare lo sviluppo comune e la prosperità di Cina e Stati Uniti", ha incalzato Xi.

Xi ha poi riconosciuto che si sono registrati alcuni progressi nelle relazioni tra Cina e Usa dai colloqui dello scorso novembre con il presidente Usa Joe Biden. Tuttavia, al contempo ha avvertito che "ci sono ancora tante questioni da risolvere". "C'è ancora spazio per un ulteriore impegno", ha detto Xi. "Ci sono ancora questioni da affrontare che richiedono ulteriore impegno - ha detto Xi - La visita di questa volta è stata concordata tra me e il presidente Biden durante il nostro recente colloquio telefonico". "Spero sia per voi produttiva", ha aggiunto il leader cinese, che ha parlato di una situazione internazionale giudicata "fluida" e "turbolenta".

Blinken: "Impegnati a rafforzare dialogo"

Gli Stati Uniti sono "impegnati a mantenere e rafforzare le linee di comunicazione" con la Cina e a "gestire in modo responsabile le nostre divergenze, in modo da evitare fraintendimenti, percezioni errate ed errori di valutazione", ha detto dal canto suo Blinken.

Il segretario di Stato ha citato esempi di "progressi" dall'incontro tra Xi e Joe Biden dello scorso novembre, come il "ripristino dei colloqui militari, la lotta al traffico di stupefacenti e la riflessione comune sul futuro dell'intelligenza artificiale". Il faccia a faccia con Xi è avvenuto dopo il colloquio di Blinken con il capo della diplomazia cinese, Wang Yi, andato avanti per cinque ore, come ha riportato la Cnn, e che Blinken ha descritto come "molto schietto e costruttivo".

In conferenza stampa Blinken ha poi evidenziato che "la Russia avrebbe problemi a sostenere il suo assalto all'Ucraina senza il sostegno della Cina".

Blinken ha quindi sollecitato la Cina a sfruttare la sua influenza "per dissuadere l'Iran e i suoi proxy dall'allargamento del conflitto in Medio Oriente", ha detto ai giornalisti dopo i colloqui a Pechino.

Pechino avverte: "Scegliere tra stabilità e spirale discendente"

Poco prima Blinken aveva incontrato il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, il quale ha avvertito gli Stati Uniti che i recenti miglioramenti nelle relazioni tra i due Paesi sono messi a repentaglio da “interruzioni” che potrebbero riportarli in una “spirale discendente” che porterebbe alla rivalità, allo scontro e persino al conflitto.

Blinken, da parte sua, ha auspicato ''progressi'' nelle relazioni tra Washington e Pechino. "Spero che faremo qualche progresso sulle questioni concordate dai nostri presidenti", ha dichiarato. Tra queste, Blinken ha citato i rischi legati all'Intelligenza artificiale, la collaborazione militare tra Cina e Stati Uniti, la questione del Fentanyl.

La visita di Blinken

La visita di tre giorni di Blinken in Cina arriva cinque mesi dopo un vertice di grande successo tra i leader statunitensi e cinesi Joe Biden e Xi Jinping, seguito da una diminuzione delle tensioni su Taiwan, dal ristabilimento dei contatti tra gli eserciti dei due Paesi e cooperazione bilaterale in materia di lotta al narcotraffico.

Gli Stati Uniti stanno ora minacciando sanzioni contro le aziende cinesi che riforniscono l’industria della difesa russa. L’amministrazione Biden ha anche rafforzato i controlli sulle esportazioni di chip per computer avanzati. Mentre Blinken era in viaggio verso la Cina, il Congresso ha approvato una legge che entro un anno metterebbe al bando la piattaforma di social media TikTok negli Stati Uniti – se la sua società madre cinese, ByteDance, non vende la sua partecipazione – e fornirà miliardi di dollari in aiuti per l’Indo-Pacifico che andrebbe ampiamente a vantaggio di Taiwan.

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Esteri

Gaza, ultimatum a Netanyahu: scontro con Gantz sul piano...

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L'ex ministro della Difesa e membro del gabinetto di guerra ha chiesto al premier di elaborare un piano contro Hamas entro l'8 giugno o, in caso contrario, si ritirerà dal governo. Durissima la replica

Netanyahu e Gantz - Fotogramma /Ipa

Ultimatum a Benjamin Netanyahu su Gaza e scontro aperto nel governo israeliano sul futuro della Striscia. A dettare le condizioni è l'ex ministro della Difesa e membro del gabinetto di guerra Benny Gantz, che ha chiesto ieri al premier di elaborare un piano per la guerra contro Hamas entro l'8 giugno o, in caso contrario, si ritirerà dal governo.

Il ritiro di Gantz dal gabinetto di guerra non scatenerebbe automaticamente il collasso del governo di Netanyahu. Tuttavia, nota la Cnn, il gesto potrebbe ribaltare l’immagine di unità in tempo di guerra che Netanyahu ha tentato di creare e sostenere finora, soprattutto di fronte alla comunità internazionale.

Il piano per Gaza: cosa ha detto Gantz, la replica

Per Gantz il piano dovrebbe prevedere l'eliminazione di Hamas, il ritorno degli ostaggi, un governo alternativo nella Striscia, ma anche riportare i residenti israeliani nel nord di Israele e sforzi per la normalizzazione con l’Arabia Saudita. Il primo ministro israeliano, insomma, deve scegliere tra "vittoria e disastro", ha spiegato. Se Netanyahu "scegliesse di condurre la nazione nell'abisso, ci ritireremo dal governo, ci rivolgeremo al popolo e formeremo un governo che possa portare a una vera vittoria", ha ammonito. Gantz ha tuttavia difeso le operazioni militari israeliane a Rafah, definendo la città una "porta" per il ritorno di Hamas e ha affermato che, per raggiungere la pace tra israeliani e palestinesi, Hamas non può rimanere a Gaza e deve essere allontanato da Rafah. Riconoscendo l'impatto devastante che la guerra sta avendo sui civili, ha però insistito sulla necessità di una "decisione".

"È necessario un cambiamento qui e ora" ha detto, assicurando che il suo partito di Unità nazionale "farà tutto il possibile per cambiare rotta, per evitare uno schianto contro il muro e per garantire che Israele navighi in sicurezza verso una vera vittoria". Gantz ha quindi denunciato che "mentre i soldati israeliani stanno dimostrando un coraggio incredibile al fronte, alcune delle persone che li hanno mandati in battaglia agiscono con codardia e mancanza di responsabilità. Mentre nei tunnel bui di Gaza gli ostaggi subiscono le agonie dell'inferno, ci sono alcuni che sono coinvolti in sciocchezze", ha accusato ancora il ministro, secondo cui "qualche politico pensa solo a se stesso".

L'ultimatum di Gantz arriva pochi giorni dopo che l'attuale ministro della Difesa Yoav Gallant ha pubblicamente chiesto un piano per il dopoguerra e ha avvertito che si sarebbe opposto al dominio israeliano a Gaza. Gallant ha messo in guardia sulle conseguenze di una presenza militare israeliana a lungo termine nella Striscia e ha denunciato direttamente Netanyahu.

Prevedibilmente, le parole di Gantz hanno provocato l'ira del premier israeliano. Benny Gantz "ha lanciato un ultimatum al primo ministro, invece, di lanciarlo ad Hamas" ha replicato duramente l'ufficio di Benjamin Netanyahu. Richieste che significano "la fine della guerra e la sconfitta per Israele, abbandonare la maggioranza degli ostaggi, lasciare Hamas al potere e creare uno Stato palestinese". L'ufficio del premier israeliano ha quindi rilanciato, ponendogli tre domande: "Gantz vuole vedere l'operazione a Rafah arrivare fino alla fine e, in tal caso, perché minaccia di rovesciare il governo di unità durante l'operazione delle Idf? Si oppone al governo dell'Autorità palestinese a Gaza, anche se Mahmoud Abbas non è coinvolto? Sarebbe favorevole a uno Stato palestinese come parte di un processo di normalizzazione con l'Arabia Saudita?".

"Il primo ministro Netanyahu - si legge ancora nella nota del suo ufficio - è determinato a eliminare i battaglioni di Hamas, si oppone a portare l'Autorità palestinese a Gaza e a creare uno Stato palestinese che sarà inevitabilmente uno Stato terroristico". Netanyahu, aggiunge, "si aspetta che Gantz chiarisca all'opinione pubblica le sue posizioni su questi punti".

Secca la controreplica di Gantz a Netanyahu: "Se il premier mi avesse ascoltato, saremmo entrati a Rafah mesi fa e avremmo concluso la missione. Dobbiamo finirla e creare le condizioni per farlo". Sull'Autorità nazionale palestinese a Gaza, l'ex ministro della Difesa ha affermato che l'Anp non dovrebbe governare la Striscia, mentre potrebbero farlo altri palestinesi, con il sostegno dei Paesi arabi e degli Stati Uniti: "Il primo ministro dovrebbe occuparsi di questo e non boicottare questi sforzi", le parole di Gantz.

lntanto il leader dell’opposizione israeliana, Yair Lapid, ha esortato i ministri del gabinetto di guerra a "uscire" dal governo, suggerendo che il loro addio all'esecutivo potrebbe portare alla rimozione del primo ministro Netanyahu. "Basta con le conferenze stampa, basta con gli ultimatum vuoti, fuori! Se non fossi al governo, saremmo già nell’era post-Netanyahu e Ben-Gvir", ha detto Lapid rivolgendosi direttamente a Gantz e aggiungedo: "Il fatto che Netanyahu sia ancora al potere è già registrato a tuo nome", ha aggiunto.

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Ucraina, Lavrov: “Conflitto tra Occidente e Russia al...

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Secondo il ministro degli Esteri russo l'Europa non tornerà ad avere buoni rapporti con Mosca "per almeno una generazione"

Sergei Lavrov (Afp)

Il conflitto tra l'Occidente e la Russia per la guerra in Ucraina è ora "al suo apice" e l'Europa non tornerà ad avere buoni rapporti con Mosca "per almeno una generazione". A dichiararlo è stato oggi il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, assicurando che a pensarla in questo modo non sono solo molti russi ma che lo stesso Cremlino "considera questa valutazione corretta".

"Dopo il fallimento della controffensiva ucraina, i Paesi occidentali hanno iniziato a diffondere la tesi, apertamente falsa, che non ci fermeremo in Ucraina", ha dichiarato Lavrov durante la 32esima Assemblea del Consiglio per la politica estera e di difesa.

Lavrov ha quindi criticato la retorica dei Paesi occidentali, per i quali Putin vincerà la guerra in Ucraina "e poi attaccherà la Nato, quindi tutti devono urgentemente armarsi fino ai denti". Il ministro russo ha criticato "questa retorica" come parte di un discorso sempre più duro contro la Russia.

Presidente Duma: "Ue viola libertà di stampa ed espressione"

Il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, ha accusato l'Unione Europea di censura e di violare la libertà di stampa e di espressione all'indomani della decisione del Consiglio Ue di sospendere le attività radiotelevisive di quattro media che "diffondono e sostengono la propaganda russa e la guerra di aggressione contro l'Ucraina" ovvero Voice of Europe, Ria Novosti, Izvestia e Rossiyskaya Gazeta.

In un post su Telegram, Volodin - stretto alleato del presidente russo Vladimir Putin - ha accusato l'Occidente di doppi standard, sostenendo che l'Unione Europea abbia bloccato media che diffondono quelli che ha definito "punti di vista alternativi". In Russia, molti media dell'opposizione e che criticano le politiche di Putin sono bloccati.

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Georgia, presidente ha posto il veto su legge agenti...

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La legge era stata approvata nei giorni scorsi in via definitiva dal Parlamento di Tblisi

Salome Zurabishvili (Afp)

Come atteso, la presidente della Georgia Salome Zurabishvili ha posto il veto sulla legge sugli agenti stranieri, approvata nei giorni scorsi in via definitiva dal Parlamento di Tblisi. "Ho posto il veto sulla legge 'russa'", ha dichiarato Zurabishvili.

“Oggi ho posto il veto alla ‘legge russa’, una legge che, in sostanza, contraddice la nostra Costituzione e tutte le norme europee e rappresenta un ostacolo al cammino europeo”, ha detto la presidente georgiana in un discorso al Paese e pubblicato sul sito ufficiale, sottolineando come il veto sia "legalmente giustificato".

La legge sulla trasparenza dell'influenza straniera, voluta con forza dal partito di governo Sogno georgiano e contestata dall'opposizione, che ha portato in piazza migliaia di persone, obbliga le organizzazioni, i media ed entità simili che ricevano almeno il 20% di finanziamenti dall'estero a registrarsi come "agenti che difendono gli interessi di forze straniere". Sul modello di quanto fatto dalla Russia, che ha così giustificato la repressione e la chiusura di ong e mezzi di comunicazione dell'opposizione.

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