Esteri
“Meglio l’uovo o la gallina?”, il grande...
“Meglio l’uovo o la gallina?”, il grande dilemma delle democrazie
L'editoriale di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera di oggi
"La tirannia del breve periodo. Ne soffrono gli aggregati umani e le democrazie più di tutti. Significa che in tanti casi non si accetta il differimento del piacere, si preferisce un uovo oggi alla gallina domani". E' quanto scrive oggi sulle pagine del Corriere della Sera Angelo Panebianco. "Anche nelle situazioni in cui dovrebbe essere chiaro che mangiando tutte le uova oggi si resterà senza galline domani. E, per conseguenza, senza più uova" fa notare.
La corsa per la Casa Bianca e la guerra in Ucraina
Gli esempi sono molti. "Trump impedisce, per avere un vantaggio nella campagna elettorale, che Biden mandi armi in Ucraina. Se poi tale azione ostruzionista contribuisse alla vittoria di Putin, qualche elettore ne considererebbe responsabile Trump ma il maggior danno reputazionale spetterebbe a Biden: avendo egli voluto impedire ai russi di vincere, la resa di Zelensky sarebbe una 'sua' sconfitta" scrive. "Trump si preoccupa del breve periodo, vuole vincere la campagna elettorale. Ma una volta conquistata la Casa Bianca, in caso di sconfitta ucraina, si troverebbe in guai seri. Dovrebbe fare i conti con il rischio che la Russia attacchi un Paese Nato, dovrebbe fronteggiare una Cina che aspetta di vedere cosa accadrà in Ucraina per decidere come comportarsi con Taiwan, dovrebbe assistere a un "fuggi fuggi generale": quale governo potrebbe più confidare nell'appoggio degli Stati Uniti? Trump e i trumpiani puntano a un vantaggio a breve. Non si preoccupano del fatto che strappare quel vantaggio qui e ora potrebbe danneggiarli in futuro".
La sicurezza dell'Europa
Si constata, poi, scrive Angelo Panebianco nell'editoriale sul Corriere della Sera, "la lentezza con cui l'Unione europea affronta problemi che richiederebbero decisioni forti e immediate (sull'Ucraina, sulla difesa europea). Ma chi biasima i governi della Ue per la loro prudenza non considera che quei governi rispondono a opinioni pubbliche nazionali le quali, nelle loro componenti maggioritarie, non sembrano avere compreso la gravità del momento. Non hanno voglia di sentirsi dire che occorre mobilitare risorse ingenti - il che potrebbe incidere sul tenore di vita degli europei - per fronteggiare una situazione internazionale pericolosa". "Vi sembra che, per giunta a ridosso delle elezioni europee, i governi possano sfidare le rispettive opinioni pubbliche? - chiede Panebianco dalle pagine del Corriere della Sera -. Nel medio-lungo termine il rinvio delle decisioni difficili potrebbe fare molto male agli europei, ma è il breve termine a condizionare gli orientamenti delle opinioni pubbliche e, pertanto, le agende dei governi. È la regola a cui i più si attengono: pasteggiamo a uova oggi poiché del doman non v'è certezza".
"Come se ne esce? Nello specifico, come farà l'Europa, negli anni futuri, a provvedere alla propria sicurezza? Occorrono due condizioni. La prima è che non ci siano nell'immediato scadenze elettorali importanti". E questo perché possa esserci "un lasso di tempo ragionevole per prendere decisioni impegnative e farle digerire all'opinione pubblica. Vedremo se ciò sarà possibile, superato lo scoglio delle elezioni europee. La seconda condizione è che due o tre leader europei dei Paesi che più contano siano disposti ad accollarsi il rischio di scelte impopolari".
La scommessa di Putin
Putin, per esempio, fa notare nel suo editoriale Panebianco, "ha scommesso sull'incapacità delle democrazie di sostenere nel lungo periodo l'Ucraina. Potrebbe vincere la scommessa se i leader occidentali non riuscissero a persuadere le opinioni pubbliche che occorre accettare qualche sacrificio oggi per ottenere un beneficio domani (allontanare la minaccia russa dall'Europa)". "Difficile, indubbiamente. Ma possibile. In passato, è accaduto" conclude.
Esteri
Ucraina, Lavrov: “Conflitto tra Occidente e Russia al...
Secondo il ministro degli Esteri russo l'Europa non tornerà ad avere buoni rapporti con Mosca "per almeno una generazione"
Il conflitto tra l'Occidente e la Russia per la guerra in Ucraina è ora "al suo apice" e l'Europa non tornerà ad avere buoni rapporti con Mosca "per almeno una generazione". A dichiararlo è stato oggi il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, assicurando che a pensarla in questo modo non sono solo molti russi ma che lo stesso Cremlino "considera questa valutazione corretta".
"Dopo il fallimento della controffensiva ucraina, i Paesi occidentali hanno iniziato a diffondere la tesi, apertamente falsa, che non ci fermeremo in Ucraina", ha dichiarato Lavrov durante la 32esima Assemblea del Consiglio per la politica estera e di difesa.
Lavrov ha quindi criticato la retorica dei Paesi occidentali, per i quali Putin vincerà la guerra in Ucraina "e poi attaccherà la Nato, quindi tutti devono urgentemente armarsi fino ai denti". Il ministro russo ha criticato "questa retorica" come parte di un discorso sempre più duro contro la Russia.
Presidente Duma: "Ue viola libertà di stampa ed espressione"
Il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, ha accusato l'Unione Europea di censura e di violare la libertà di stampa e di espressione all'indomani della decisione del Consiglio Ue di sospendere le attività radiotelevisive di quattro media che "diffondono e sostengono la propaganda russa e la guerra di aggressione contro l'Ucraina" ovvero Voice of Europe, Ria Novosti, Izvestia e Rossiyskaya Gazeta.
In un post su Telegram, Volodin - stretto alleato del presidente russo Vladimir Putin - ha accusato l'Occidente di doppi standard, sostenendo che l'Unione Europea abbia bloccato media che diffondono quelli che ha definito "punti di vista alternativi". In Russia, molti media dell'opposizione e che criticano le politiche di Putin sono bloccati.
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Georgia, presidente ha posto il veto su legge agenti...
La legge era stata approvata nei giorni scorsi in via definitiva dal Parlamento di Tblisi
Come atteso, la presidente della Georgia Salome Zurabishvili ha posto il veto sulla legge sugli agenti stranieri, approvata nei giorni scorsi in via definitiva dal Parlamento di Tblisi. "Ho posto il veto sulla legge 'russa'", ha dichiarato Zurabishvili.
“Oggi ho posto il veto alla ‘legge russa’, una legge che, in sostanza, contraddice la nostra Costituzione e tutte le norme europee e rappresenta un ostacolo al cammino europeo”, ha detto la presidente georgiana in un discorso al Paese e pubblicato sul sito ufficiale, sottolineando come il veto sia "legalmente giustificato".
La legge sulla trasparenza dell'influenza straniera, voluta con forza dal partito di governo Sogno georgiano e contestata dall'opposizione, che ha portato in piazza migliaia di persone, obbliga le organizzazioni, i media ed entità simili che ricevano almeno il 20% di finanziamenti dall'estero a registrarsi come "agenti che difendono gli interessi di forze straniere". Sul modello di quanto fatto dalla Russia, che ha così giustificato la repressione e la chiusura di ong e mezzi di comunicazione dell'opposizione.
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Eye, Molinari: “Forlì scelta simbolica ad un anno...
“L’European Youth Event è un brand del Parlamento Europeo che di solito si svolge a Strasburgo, ma che in vista delle elezioni europee si è spostato anche negli Stati membri: in Germania, Lituania, Slovenia e ora in Italia, per discutere di Unione Europea, visto che l’8 e il 9 giugno siamo tutti chiamati a votare. C’è una campagna che si chiama ‘Usa il tuo voto’ che vuole invitare tutti i cittadini dell’Unione, in particolare i giovani, ad andare a votare. In questi tre giorni ci sarà da divertirsi, da stare insieme e da discutere”, ha sottolineato Maurizio Molinari, parlamentare europeo capo dell’Ufficio di Milano, durante l’inaugurazione di EYE Forlì.
“Andare in una città come Forlì, piuttosto che in un grande centro come Milano, soprattutto ad un anno di distanza dall’alluvione che ha colpito la Romagna, è da un lato molto forte simbolicamente e, dall’altro, vuole avvicinare i cittadini all’istituzione. Per questo l’Unione Europea ha scelto questa città”, conclude Molinari.