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Normale di Pisa chiede stop cooperazione con Israele, gli...

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Normale di Pisa chiede stop cooperazione con Israele, gli ‘Amici’ dell’ateneo: “Sconcertati”

Dopo la 'bocciatura' da parte di fonti del ministero dell'Università e della Ricerca, arriva oggi quella dell'Associazione: "Istituzioni universitarie come la Normale, nel rispetto delle opinioni dei singoli, si preoccupino di valorizzare sempre la scienza". Ma l'assessora toscana Nardini si sfila

Scuola Normale Superiore di Pisa

La decisione del Senato accademico della Scuola Normale Superiore di Pisa, che il 26 marzo scorso attraverso una mozione ha chiesto formalmente alla Farnesina che venga "riconsiderato" il bando di cooperazione scientifica tra Italia e Israele in seguito agli sviluppi del conflitto a Gaza, continua a suscitare reazioni. Dopo la 'bocciatura' della mozione da parte di fonti del ministero dell'Università e della Ricerca, arriva oggi quella dell'Associazione degli Amici della Normale Superiore di Pisa .

Gli 'Amici' della Normale di Pisa: "Sconcertati da mozione". Nardini si sfila

L'associazione infatti, fa sapere in una nota, dopo aver "discusso al suo interno" la mozione approvata a maggioranza dal Senato accademico della Scuola, sottolinea che "i numerosi membri dell'Associazione intervenuti hanno tutti espresso il loro sconcerto e molti la loro contrarietà alla richiesta di riconsiderazione del Bando, ritenendo che istituzioni universitarie come la Normale debbano piuttosto, nel rispetto delle opinioni dei singoli, preoccuparsi di valorizzare sempre la scienza, la cultura e l’arte come elementi di dialogo e di raccordo universale". L’Associazione ha chiesto quindi al Direttore della Scuola di rendere note al Senato accademico queste considerazioni.

Il Comitato Direttivo dell'associazione è composto dal presidente Salvatore Rossi, Giuliano Amato (Past President), Enrico Tommaso Cucchiani (vice Presidente vicario), Stefano Lucchini (vice Presidente), Luigi Ambrosio, Monica Barni, Francesco Carri, Roberto Cerreto, Stefano Del Corso, Mario Di Napoli, Stefano Marmi, Alessandra Nardini, Riccardo Prodam, Alberto Quadrio Curzio e Alessandro Schiesaro.

Tra i membri del direttivo, si sfila tuttavia Alessandra Nardini, assessora Regione Toscana con delega all'università, alla ricerca e alla promozione dei diritti umani: "Ho potuto leggere solo tardivamente lo scambio di mail tra i membri dell'Associazione degli Amici della Scuola Normale Superiore, di cui faccio parte, che ha portato alla presa di posizione contro la mozione votata il 26 marzo dal Senato accademico della Scuola. Ovviamente rispetto il parere della maggioranza, ma questo non mi impedisce di esprimere la mia personale non condivisione rispetto alla posizione espressa, sia nel metodo che nel merito", spiega in una nota.

"Nel metodo, perché ho massimo rispetto delle libere, e immagino in questo caso molto dibattute, scelte del Senato accademico e non penso rientri nei compiti dell'Associazione esprimersi su queste. Tuttavia - prosegue - prendendo atto che la maggioranza dei membri, seppur non tutti, evidentemente non condivide questa valutazione. Avrei comunque preferito non affidare questa posizione a un comunicato stampa, dopo un semplice giro di mail, che magari non tutti, come è accaduto a me, hanno modo di leggere tempestivamente. Magari avrei preferito discuterla in un'apposita riunione, in cui avremmo anche potuto ascoltare il Direttore della Scuola. Nel merito, perché personalmente condivido il testo della mozione approvata dal Senato, che ho avuto modo di leggere integralmente sul sito della Scuola, a partire dall'impegno 'in coerenza con il dettato costituzionale, a esercitare la massima cautela e diligenza nel valutare accordi istituzionali e proposte di collaborazione scientifica che possano attenere allo sviluppo di tecnologie utilizzabili per scopi militari e alla messa in atto di forme di oppressione, discriminazione o aggressione a danno della popolazione civile, come avviene in questo momento nella striscia di Gaza" sottolinea l'assessora.

"Inoltre, ci tengo a ringraziare la Scuola che, come citato nella mozione, 'in linea con il suo impegno consolidato nella rete Scholars At Risk, ha deciso, come prima concreta manifestazione di solidarietà e per favorire il dialogo in Medio Oriente, di bandire due assegni di ricerca su tematiche relative allo studio del contesto e del conflitto di Israele e Palestina, indirizzati particolarmente a studiose e studiosi palestinesi e israeliane/i a rischio di incolumità̀ fisica o che vedono compromessa la propria libertà̀ accademica'" conclude Nardini.

Cosa dice la mozione approvata dalla Normale

Il Senato Accademico della Scuola Normale Superiore di Pisa ha approvato martedì 26 marzo una mozione con cui si chiede al Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale di riconsiderare il 'Bando Scientifico 2024' emesso il 21 novembre 2023 in attuazione dell'Accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica Italia-Israele. La richiesta di riconsiderare il bando ministeriale è stata fatta dalla componenti degli studenti e la mozione è stato poi approvata a maggioranza dal Senato accademico.

Il testo della Scuola Normale Superiore "rinnova con forza, anche alla luce della risoluzione Onu del 25 marzo 2024, la richiesta di rilascio degli ostaggi e di un immediato cessate il fuoco nella striscia di Gaza al fine di scongiurare l'ulteriore aggravarsi di una situazione umanitaria ormai disperata, che si configura ogni giorno di più come un'inaccettabile forma di punizione collettiva della popolazione palestinese". La mozione ricorda poi che la Scuola ha deciso "come prima concreta manifestazione di solidarietà e per favorire il dialogo in Medio Oriente di bandire due assegni di ricerca su tematiche relative allo studio del contesto e del conflitto di Israele e Palestina, indirizzati particolarmente a studiose e studiosi palestinesi e israeliane/i a rischio di incolumità fisica o che vedono compromessa la propria libertà accademica".

Prosegue il documento approvato: "Oggi, in circostanze di eccezionale e crescente gravità, la Scuola Normale Superiore ritiene di essere chiamata, insieme a tutta la comunità scientifica internazionale, non solo ad attestare concretamente la propria solidarietà, ma anche a riflettere criticamente ad ampio raggio sulle ramificazioni del proprio lavoro".

A tal fine la Scuola Normale: "afferma la necessità di ispirare le attività di ricerca e di insegnamento al rispetto dell'art. 11 della Costituzione della Repubblica italiana, che prescrive il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; si impegna, in coerenza con il dettato costituzionale, a esercitare la massima cautela e diligenza nel valutare accordi istituzionali e proposte di collaborazione scientifica che possano attenere allo sviluppo di tecnologie utilizzabili per scopi militari e alla messa in atto di forme di oppressione, discriminazione o aggressione a danno della popolazione civile, come avviene in questo momento nella striscia di Gaza; avvia le procedure per assicurare che tali principi abbiano piena espressione nei regolamenti della Scuola, integrandoli o modificandoli ove necessario".

Il Senato Accademico chiede pertanto al Maeci e al Mur "di assicurare alla comunità scientifica che tutti i bandi e i progetti da essi promossi per favorire la cooperazione industriale, scientifica e tecnologica con altri stati rispettino rigorosamente i principi costituzionali, con particolare riferimento all’art. 11".

La Scuola Normale Superiore, inoltre, "si impegna a promuovere il confronto e il dialogo tra tutte le componenti della sua comunità sugli sviluppi della situazione in Palestina chiedendo al Direttore di convocare entro la fine di aprile un’assemblea generale dedicata al tema e di favorire altre iniziative; conferisce al Direttore il mandato di farsi portavoce in ogni sede istituzionale, e in particolare presso il Mur, il Maeci e la Crui, delle posizioni espresse nella presente mozione".

Fonti Mur: "Scelta Normale di Pisa sbagliata"

Interpellate sulla richiesta della Normale di Pisa di rivalutare il bando Maeci Italia-Israele, fonti del ministero dell'Università e della Ricerca rispondono che il giudizio sulla decisione ricalca quanto già espresso in occasione di decisioni simili, come quella dell'Università di Torino. In quell'occasione, il ministro aveva giudicato la scelta sbagliata, seppur assunta nell'ambito dell'autonomia propria degli Atenei. Il ministro più volte e pubblicamente ha definito ogni forma di esclusione o boicottaggio "estranea alla tradizione e alla cultura dei nostri Atenei da sempre ispirata all’apertura e all’inclusività".

Le stesse fonti ricordano quanto dichiarato in una recente intervista: "Le Università non possono schierarsi o entrare in guerra", ha detto Bernini. Con questo, il ministro non vuole evidenziare un ruolo neutrale degli Atenei, anzi ha più volte rimarcato come la diplomazia della scienza sia un potente ed efficace strumento per la fine dei conflitti e la ricerca della pace.

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Esteri

Israele-Hamas, negoziati sospesi fino a martedì

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Al temine di una giornata di colloqui sulla tregua al Cairo, la delegazione del movimento consegna la sua risposta e torna a Doha per consultazioni interne. Ma Netanyahu avverte: "Non accettiamo diktat"

Sfollato a Gaza - (Afp)

Sospesi fino a martedì i negoziati tra Israele e Hamas per una tregua a Gaza. Dopo una giornata di intensi negoziati, la delegazione di Hamas che era al Cairo per i colloqui ha consegnato la risposta del gruppo ai mediatori di Egitto e Qatar ed è partita alla volta di Doha per consultazioni interne al movimento.

La delegazione sarà nuovamente martedì nella capitale egiziana, riferisce il canale egiziano Al Qahera. A Doha anche il capo della Cia William Burns "per un incontro con il premier Mohammed Bin Abdul Rahman al-Thani" con l'obiettivo di parlare "dell'impegno per raggiungere un accordo sugli ostaggi a Gaza". Israele intanto blocca tutte le attività di Al Jazeera nel Paese.

Netanyahu: "Israele non accetterà richieste Hamas"

In una dichiarazione video il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito che Israele "non accetterà richieste di Hamas il cui significato è la resa" e il ritiro delle truppe delle Idf dalla Striscia. "Israele non può accettarlo - ha detto -. Non siamo pronti ad accettare una situazione in cui i battaglioni di Hamas escono dai loro bunker, riprendono il controllo di Gaza, ricostruiscono la loro infrastruttura militare e tornano a minacciare i cittadini di Israele nelle comunità vicine, nelle città del sud, in tutte le zone del Paese". "Israele continuerà a combattere fino al raggiungimento di tutti i suoi obiettivi", ha quindi ribadito Netanyahu, accusando Hamas di "rimanere trincerato nelle sue posizioni", mentre Israele si dice ancora aperto a un accordo.

Ottant'anni dopo la fine dell'Olocausto, Israele affronta di nuovo un nemico "spietato e brutale" che cerca la sua distruzione, ha poi detto Netanyahu nel corso della cerimonia ufficiale di commemorazione di Yom Hashoah a Yad Vashem. L'attacco di Hamas del 7 ottobre "non è stato un Olocausto non per l'assenza di intenzione di annientarci, ma per mancanza di capacità", afferma il premier israeliano insistendo sul fatto che il gruppo terroristico palestinese aveva la "stessa intenzione"dei nazisti di spazzare via il popolo ebraico. "Gli assassini di Hamas sono guidati dallo stesso identico obiettivo", insiste, sottolineando che, a differenza dell'Olocausto, oggi Israele "ha la forza per difendersi". Israele "completerà l'eliminazione delle capacità di Hamas" e libererà gli ostaggi, promette Netanyahu.

Leader Hamas accusa Netanyahu: "Sta sabotando sforzi dei mediatori"

Dal canto suo il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha accusato Netanyahu per il "proseguimento dell'aggressione e l'allargamento del conflitto, per il sabotaggio degli sforzi fatti tramite i mediatori e varie parti". Hamas vuole arrivare a un accordo per il cessate il fuoco che ponga fine all' "aggressione", garantisca il ritiro dei soldati israeliani dalla Striscia di Gaza e preveda uno scambio di prigionieri "serio", ha detto Haniyeh

Gallant: "Presto operazione a Rafah"

"Volevamo ottenere rapidamente il rilascio degli ostaggi fermando le nostre operazioni. Stiamo vedendo segnali preoccupanti secondo cui Hamas non intende raggiungere un accordo con noi". E "questo significa che l'operazione a Rafah inizierà nell'immediato futuro", ha detto il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, alle forze israeliane (Idf) a Gaza, come riporta il sito israeliano di notizie Ynet. Nelle scorse ore il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha avvertito che i danni di un'operazione miliare israeliana a Rafah "andrebbero oltre l'accettabile" senza un piano per proteggere i civili palestinesi.

Media: Usa hanno bloccato una consegna di munizioni a Israele

La scorsa settimana l'Amministrazione Biden ha bloccato una spedizione a Israele di munizioni di fabbricazione Usa. Lo riporta Axios, che cita due funzionari israeliani, sottolineando come sia la prima volta dall'attacco del 7 ottobre in Israele e dall'avvio delle operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza che gli Usa fermano una fornitura di armi per i militari israeliani.

Israele 'spegne' al-Jazeera: "Canale che istiga, sarà chiuso"

Il ministro israeliano delle Comunicazioni, Shlomo Karhi, ha firmato le disposizioni per spegnere al-Jazeera in Israele subito dopo che il governo di Benjamin Netanyahu ha dato il via libera unanime allo stop delle attività della rete, in linea con una legge passata ad aprile dalla Knesset "Il governo da me guidato ha deciso all'unanimità: il canale di istigazione al-Jazeera sarà chiuso in Israele", ha scritto su X Netanyahu.

Dopo la decisione, c'è stato un blitz negli uffici di al-Jazeera a Gerusalemme Est e sarebbero state sequestrate attrezzature. Al-Jazeera ha denunciato come i fornitori di servizi via cavo e via satellite abbiano rimosso il canale. In una nota pubblicata su X, la tv del Qatar accusa: "Condanniamo e denunciamo questo atto criminale di Israele che viola il diritto umano di accesso all'informazione".

La decisione di Israele è una "violazione palese della libertà di stampa", una "rappresaglia" per il lavoro della rete. Parola di Hamas, che - riporta la stessa tv satellitare - chiede alle organizzazioni internazionali per la libertà di stampa e i diritti umani di "condannare" le mosse israeliane e "adottare misure punitive". In un comunicato diffuso su Telegram il gruppo afferma che la "chiusura di al-Jazeera è una misura repressiva e una rappresaglia per il ruolo professionale del canale nell'esporre i crimini e le violazioni dell'occupazione a Gaza e in Cisgiordania".

Razzi Hamas su Kerem Shalom, feriti

L'esercito israeliano ha annunciato la morte di tre soldati nell'attacco missilistico rivendicato da Hamas contro un campo vicino a Kerem Shalom, nel sud di Israele. E' quanto riferisce 'The Times of Israel'. I soldati uccisi sono il sergente maggiore Ruben Marc Mordechai Assouline, 19 del battaglione Shaked della brigata Givati, di Ra'anana; il sergente maggiore Ido Testa, 19 anni, del battaglione Shaked della brigata Givati, da Gerusalemme; il sergente maggiore Tal Shavit, 21 anni, del 931° battaglione della brigata Nahal, di Kfar Giladi.

Altri 11 soldati sono rimasti feriti nell'attacco missilistico, tra cui due soldati del 931° battaglione e un soldato del battaglione Shaked che sono in gravi condizioni. Hamas ha lanciato più di 10 razzi dall'area di Rafah nell'attacco.

Raffica di razzi dal Libano

Una raffica di razzi, più di 60, è stata lanciata dal Libano in direzione del nord di Israele, alcuni dei quali sono stati intercettati. Si tratta di uno degli attacchi più intensi dal Libano dall'inizio delle tensioni in Medio Oriente, al quale l'Idf ha risposto colpendo diversi siti appartenenti al gruppo libanese nel sud. Gli obiettivi, riferisce 'The Times of Israel', includevano edifici e altre infrastrutture nelle città di Markaba, Taybe, Kafr Kila e Odaisseh. Colpito anche un altro sito di Hezbollah a Mays al-Jabal, aggiunge Tsahal, l'esercito israeliano. Hezbollah ha annunciato in precedenza di aver lanciato i razzi in risposta all'attacco di Mays al-Jabal, che ha ucciso e ferito civili.

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Sport

Roma-Juventus 1-1, gol di Lukaku e Bremer

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Vantaggio giallorosso e replica bianconera nel primo tempo

Lukaku e Bremer

Roma e Juventus pareggiano 1-1 nel match in calendario oggi per la 35esima giornata della Serie A. Vantaggio giallorosso con Lukaku al 15', replica bianconera con Bremer al 31'. Il pareggio permette alla Juventus di salire a 66 punti: la formazione di Allegri è vicina alla qualificazione aritmetica alla prossima Champions League. La Roma, quinta a 60, rischia di essere agganciata dall'Atalanta.

La partita

De Rossi dopo la gara di Europa Leaguecon il Leverkusen sceglie Baldanzi nel tridente della Roma dall'inizio con Dybala e Lukaku. In difesa a destra Kristensen e a sinistra Angelino, coppia centrale formata da Llorente e Ndicka. Allegri invece non rinuncia al tandem d'attacco Vlahovic-Chiesa con Weah confermato sulla fascia destra, mentre a sinistra gioca Cambiaso. Dietro il trio composto da Gatti, Bremer e Danilo.

La Juve inizia bene con Vlahovic che al 7' servito da Chiesa calcia a lato. La Roma risponde all'11': cross sul secondo palo di Angelino per Kristensen che da solo di testa manda il pallone sulla traversa. Al 15' la Roma passa: scatto di Baldanzi sulla destra e pallone servito al centro per Dybala che serve Cristante, il centrocampista calcia di prima ma trova la deviazione di Gatti che però serve di fatto Lukaku che non sbaglia e fa 1-0. Al 27' il belga difende un pallone e serve Pellegrini che dal limite prova il tiro a giro ma la palla viene deviata in angolo. La Juve alza i ritmi e al 31' trova il pari: numero di Chiesa che crossa dalla destra e trova Bremer che di testa prende il tempo a tutti e fa 1-1.

Ad inizio ripresa Juve subito pericolosa. Al 47' altra giocata di Chiesa che con una finta lascia sul posto Kristensen, entra in area e prova la conclusione ma compisce il palo interno con il pallone che attraversa tutta la linea di porta ed esce dalla parte opposta. Al 58' contatto tra Weah e Paredes in mezzo al campo, la Roma chiede il secondo giallo, ma l'arbitro Colombo lascia proseguire con De Rossi furioso, mentre Allegri scampato il pericolo sostituisce subito Weah per Kostic.

La Juve riprende a giocare e al 62' Chiesa riceve palla e prova a mettersi in proprio, si accentra e calcia di potenza ma Svilar è attento. La Roma ricomincia a pressare alto e al 67' arriva una gran giocata di Baldanzi che si libera e dal fondo serve al centro Pallegrini ma la conclusione viene deviata in angolo. Giallorossi ancora vicini al gol al 69': dopo una mischia in area a seguito di un calcio d'angolo, Kristensen prova a coordinarsi ma Danilo salva tutto di testa Szczesny fuori gioco.

La Juve risponde al 79'con Locatelli che di controbalzo colpisce il pallone al limite dell'area ma Svilar in tuffo la tocca e la manda in angolo. Lo stesso portiere giallorosso si esalta al 79' quando devia sopra la traversa un colpo di testa a botta sicura di Kean. Ma l'ultima occasione per il successo capita alla Roma. Al 94' Abraham servito in area, controlla e conclude di potenza ma Szczesny gli nega il gol.

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Esteri

Usa, nuovo attacco di Trump: “Amministrazione Biden...

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I commenti dell'ex presidente nel corso di un evento a Mar-A-Lago in Florida

Donald Trump e Joe Biden

Nuovo attacco dell'ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump all'amministrazione del presidente degli Usa, Joe Biden. Nel corso di un evento a Mar-A-Lago in Florida con i donatori il candidato Repubblicano alla corsa per la Casa Bianca ha paragonato l'amministrazione Biden alla Gestapo. "Queste persone stanno gestendo un'amministrazione da Gestapo. Ed è l'unica cosa che hanno. Ed è l'unico modo per vincere, secondo loro", avrebbe detto Trump secondo quanto riferisce 'Nbc News' che cita un audio dell'incontro. I commenti dell'ex presidente, riferisce il canale statunitense, sono arrivati mentre parlava dei suoi problemi legali, attaccando i pubblici ministeri che si occupano dei suoi casi e lamentando le recenti incriminazioni in Arizona di molti dei suoi ex principali collaboratori.

"Una volta che sono stato incriminato, ho detto bene, ora i guanti devono essere tolti", ha aggiunto Trump sottolineando che Biden è "il peggior presidente nella storia del nostro Paese. È grossolanamente incompetente. E' il Manchurian candidate", ha spiegato Trump riferendosi al romando di Richard Condon del 1959.

Trump, inoltre, ha ammesso di essere rimasto sorpreso quando è stato incriminato. "Una volta che sono stato incriminato, ho detto: 'Santo cielo, sono appena stato incriminato", ha detto l'ex presidente degli Usa.

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