Economia
Codere, ricapitalizzazione globale per rafforzare struttura...
Codere, ricapitalizzazione globale per rafforzare struttura di capitale e stimolare crescita
Codere, multinazionale leader nel settore dell'intrattenimento e dei giochi, ha annunciato oggi di essere in trattative avanzate con i suoi principali obbligazionisti per finalizzare le condizioni commerciali di una ricapitalizzazione globale volta a migliorare la sua struttura e rafforzare la sua crescita futura. Pertanto, dopo aver risolto completamente i problemi operativi in Argentina e aver stabilizzato la situazione in Messico, la società, si legge in una nota, ha assunto Houlihan Lokey e Allen & Overy rispettivamente come consulenti finanziari e legali per portare avanti questo processo.
Questa operazione mira a sanare il bilancio della società e a consentire a Codere di concentrarsi sulla migliore implementazione del proprio business plan, migliorando al tempo stesso la propria capacità finanziaria per promuovere la propria strategia di crescita a lungo termine.
La società fornirà ulteriori aggiornamenti al mercato su questo processo e su i suoi termini commerciali nelle prossime settimane.
Economia
Pari opportunità, protocollo intesa Consulenti...
Annunciato da De Luca dal palco del Festival
"Abbiamo firmato questo protocollo per fare azioni concrete, come sempre facciamo. Porteremo nei territori attraverso le nostre articolazioni tante attività per la promozione delle pari opportunità". Così dal palco del Festival del Lavoro il presidente del Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro, Rosario De Luca, ha annunciato la firma di un protocollo di intesa con la consigliera nazionale di parità, Filomena D'Antini, che ha replicato con "un ringraziamento al presidente per avere accolto la nostra proposta e per lo spazio che il Consiglio nazionale ha sempre dato alle pari opportunità".
Economia
Festival lavoro, De Luca: “In 15 anni cresciuto in...
Così il presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro chiudendo dal palco la quindicesima edizione del Festival del lavoro a Firenze
"Il Festival nei 15 anni è cresciuto in modo esponenziale, non sta a me giudicare ovviamente l'organizzazione, la partecipazione. Noi siamo molto soddisfatti, siamo soddisfatti dei contenuti, abbiamo avuto la possibilità di confrontarci come professionisti con tutte le parti sociali, con la politica di destra, di sinistra, di centro, di ogni tipo di idee, che sono state portate anche da accademici, da partecipanti alla società civile. Una serie di ragionamenti e riflessioni che poi hanno portato a un pensiero finale, che è quello che noi stiamo maturando già da tempo: non si può stare fermi senza formarsi, non si può aspettare che il mondo cambi rispetto alle nostre esigenze". Così Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro, traccia con Adnkronos/Labitalia un bilancio della quindicesima edizione del Festival del lavoro conclusosi poco fa alla Fortezza da Basso a Firenze.
E De Luca ha spiegato che "quello che è stato, il mondo che è stato, che molti di noi hanno vissuto, in cui si cominciava un lavoro e si finiva esattamente quello stesso lavoro dopo 30-40 anni di attività, non c'è più". "Oggi c'è bisogno di formazione continua, di adeguamento delle proprie capacità. L'intelligenza artificiale accelererà questo processo, alcune figure scompariranno, altre nasceranno, ma la cosa importante è che ognuno non si fermi perché se non ti formi sei fuori".
"Da questi tre giorni - ha sottolineato- abbiamo avuto un monito che ci aiuterà a guardare avanti: chi si ferma si perde, chi si forma si salva, non c'è possibilità diversa, con l'Ia non avremo altre possibilità". "Abbiamo avuto -ha sottolineato- quasi mille studenti alternati nei 3 giorni per seguire il nostro orientamento. Il futuro è oggi, l'intelligenza artificiale la nostra categoria sta già applicando, nei nostri studi".
"Una categoria come quella dei consulenti del lavoro, che è certamente quella più all'avanguardia, farà grande tesoro di questi tre giorni. Grazie delle emozioni che ci avete regalato", ha continuato.
Economia
Caro caffè, Lavazza: “espresso al bar è rito,...
Il presidente del Comitato Italiano del Caffè di Unione Italiana Food, intervistato dall'Adnkronos, lancia allarme: "La torrefazione italiana è a rischio per l'aumento dei costi della materia prima".
"Il forte legame che gli italiani hanno instaurato da secoli con il caffè ci permette di guardare al futuro con un cauto ottimismo. Il caffè al bar rappresenta non solo un’abitudine, ma una passione, un rito. Si tratta di un momento fortemente identitario per gli italiani soprattutto a livello sociale, a cui difficilmente rinunciano anche in tempi di crisi. Ogni volta che gustano un caffè al bar, gli italiani assaporano valori, artigianalità e tradizione. Per questo possiamo dirci fiduciosi del fatto che continueranno a scegliere il caffè al bar nonostante un rialzo dei prezzi in futuro". E' quanto afferma Giuseppe Lavazza, presidente del Comitato Italiano del Caffè di Unione Italiana Food, intervistato dall'Adnkronos.
Inoltre Lavazza, interpellato sull'impatto della tazzina al bar sull'inflazione, sostiene: "è difficile fare previsioni oggi su come il caro caffè al bar possa influire sull’andamento dell’inflazione. Ci sono infatti in gioco diverse variabili, come la sua rilevanza nel paniere dei prezzi, la risposta dei produttori e dei rivenditori, le abitudini di consumo delle persone, ma anche i prezzi dell’energia". Quanto all'aumento dei costi della materia prima Lavazza lancia un vero e proprio allarme. "Una crisi di questa portata rischia di estinguere o indebolire in modo drammatico una parte importante del panorama ricco e variegato della torrefazione italiana e dell’offerta. Per le imprese di questo comparto sapersi difendere da questi rischi significa sopravvivere" sostiene l'imprenditore.
"La fotografia del comparto restituisce una situazione mai vista prima, per durata e dimensione, con la quotazione dell’Arabica salita dal 2021 del 75%, con un +60% solo nel 2023. - spiega Lavazza a capo dell'organismo di rappresentanza delle aziende di torrefazione, degli importatori di caffè verde e degli operatori della logistica - Poi l’impennata della qualità Robusta i cui prezzi sono cresciuti del 200% rispetto al suo valore medio storico di riferimento, un fenomeno che si è incrociato con l’impennata da domanda di consumatori nuovi come l’Indonesia, il Vietnam, la Corea del Sud e anche la Cina. Se a questo si aggiunge l’effetto dollaro, incrementato del 10%, si vede come sulla categoria si sia scaricata una massa impressionante di costi". "La situazione attuale, da un punto di vista della materia prima, non sta migliorando, in particolare per le quotazioni della robusta che nei primi mesi del 2024 hanno raggiunto i massimi storici" rimarca.
Infine, per l'imprenditore, "l'aumento dei costi della materia prima e le variabili economiche più recenti che incidono sulla filiera hanno avuto inevitabilmente un impatto sui prezzi al consumatore finale, influenzando di conseguenza anche l’andamento dei consumi il cui calo resta comunque più contenuto rispetto all’incremento dei costi".