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Barrie Kosky: “La mia ‘Salome’ ispirata a...
Barrie Kosky: “La mia ‘Salome’ ispirata a Francis Bacon”
Il capolavoro di Strauss all'Opera di Roma dal 7 al 16 marzo prossimi con Marc Albrecht sul podio. Il regista: "La luce protagonista di una storia perversa in cui una donna appaga il suo bisogno d'amore con un atto di necrofilia"
Si è ispirato al pittore Francis Bacon il regista australiano Barrie Kosky per la messa in scena della 'Salome' di Richard Strauss, che debutta al Teatro dell'Opera di Roma il prossimo 7 marzo, con repliche fino al 16 marzo. Kosky torna sul palcoscenico del Costanzi, dopo il successo del 'Flauto magico' di Mozart del 2018, con l'atto unico composto da Strauss nel 1905, tratto dal dramma teatrale 'Salomè' di Oscar Wilde. Il libretto fu risistemato dallo stesso compositore sulla base della traduzione tedesca di Hedwig Lachmann. Sul podio dei complessi della fondazione lirica capitolina il maestro Marc Albrecht, uno dei massimi interpreti del repertorio tardoromantico austro-germanico. Nel ruolo di Salome il soprano Lise Lindstrom e in quello di Jochanaan il basso-baritono Nicolas Brownlee. L'allestimento è già andato in scena con grande successo a Francoforte nel 2020.
"'Salome' - spiega Kosky - è un'opera che fece scandalo nel 1905 per poi entrare definitivamente nel repertorio dei più importanti teatri, portandosi inevitabilmente addosso le 'incrostazioni' delle varie letture sceniche. Io cerco di offrire al pubblico una lettura nuova, che consenta di vedere l'opera con occhi nuovi. Per questo abbiamo completamente spogliato il palcoscenico lasciando solo una fonte luminosa che, nel buio assoluto, segue i cantanti diventando essa stessa un personaggio dell'opera che nasconde e illumina". Secondo il regista, tra i più richiesti del panorama internazionale e vincitore del Premio Abbiati 2023, il capolavoro di Strauss "ha pochissimi punti in comune con il testo teatrale che Wilde, irlandese, scrisse in francese e che poi arrivò nelle mani del compositore nella traduzione tedesca. La 'Salomè' di Wilde ha un forte contenuto di ironia e umorismo, elementi estranei alla cultura tedesca. Nell'opera però è presente l'erotismo più che nel testo teatrale dello scrittore irlandese".
Il regista, che è stato direttore generale della Komische Oper di Berlino fino al 2022, fa notare come "non ci sia altra opera al di là della 'Salome' in cui i personaggi dicano continuamente 'hai visto?', 'hai ascoltato?'. C'è un vero e proprio 'voyeurismo corale', sia visivo che uditivo, e un'atmosfera unica. Per renderla, la mia fonte di ispirazione è stata la pittura di Francis Bacon: ho cercato di dipingere lo spazio scenico ispirandomi alla tecnica pittorica di Bacon". Inoltre, la storia "non è quella di una donna abusata, come spesso è stata letta la 'Salome' - osserva Kosky - la protagonista è l'esatto contrario della vittima e condensa in sé bellezza e repulsione al tempo stesso. In fondo Salome è una donna con un'idea molto perversa dell'amore, che appaga il suo bisogno attraverso un atto di necrofilia, un amore perverso. Secondo me - aggiunge il regista - bisogna uscire dalla sala con un senso di turbamento".
La musica di 'Salome' è "maestosa e piena di colore", spiega Kosky che affronta in maniera inusuale anche l'atteso momento della Danza dei sette veli: "In tutte le produzioni che ho visto di quest'opera, la Danza è sempre una scena molto imbarazzante - dice - per questo ho scelto di rappresentarla come un incubo notturno della protagonista, come un rituale e non una danza, durante il quale Salomè estrae dal proprio corpo i capelli del Battista. Un'immagine dal forte significato che non sarò io a spiegare". Quanto alla direzione dei cantanti, "il vero lavoro è quello di animare il testo attraverso la musica. I cantanti sanno cantare, è il loro mestiere, ma devono restituire la funzione emotiva del testo e il suo significato più profondo. E questo, a mio parere, vale per tutte le opere".
Kosky ha anche parlato del suo rapporto con Roma, "una città che amo moltissimo per la sua storia, per il suo cibo... Ho un dialogo con Roma, la città mi parla e io parlo a lei". E il sovrintendente del Costanzi, Francesco Giambrone, si è augurato di potere "costruire con Kosky un rapporto continuo nel tempo, perché i grandi teatri sono tanto più forti quanto più legano il loro nome a quello dei grandi artisti". Anche il nuovo direttore artistico, Paolo Arcà, appena insediato al Teatro dell'Opera, si è detto "felice di tornare nella mia città" dopo essere stato alla Scala, al Regio di Parma, al Maggio Fiorentino, a Genova e in altre prestigiose istituzioni musicali. "Sono molto contento di iniziare il mio lavoro qui con Kosky, affascinato dai suoi molteplici interessi e dalla capacità di dirigere uno spettacolo rimanendo fedele alla drammaturgia e alla musica". Arcà ha ricordato che la 'Salome' debuttò a Roma nel 1908 e che l'ultimo allestimento al Costanzi del capolavoro di Strauss risale al 2007 con la regia di Giorgio Albertazzi.
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‘Abusi e molestie’, dichiarazioni Peparini...
Mancini, 'con Bejart attenzioni nei miei confronti, ma era un uomo che si innamorava facilmente...'. Luciano Cannito: "Parole di Giuliano fortemente accusatorie, ma si tratta di esperienze personali. Situazioni rare nel mondo della danza, a mio avviso, possono accadere anche in altri campi. Guai a creare ansie, non trasformiamo il corpo in peccato o tabù"
"Abusi, molestie e soprattutto omertà nel mondo della danza". Parole dure, da parte di Giuliano Peparini massimo coreografo e regista, 'stella' del Ballet National de Marseille, 'anima' del Cirque du Soleil, volto noto e amatissimo di 'Amici'. La sua sincerità disarmante e la sue 'verità' hanno scatenato reazioni nel mondo della danza. Giorgio Mancini, straordinario danzatore in forza nel Ballet du XX Siècle di Maurice Béjart e oggi coreografo e maestro acclamato dichiara all'Adnkronos: "Ho vissuto in un'altra epoca. Non si parlava di abusi e soprusi. Quando sono entrato in compagnia con Béjart ero maggiorenne, sapevo che era un uomo che si innamorava facilmente. Ci sono state delle attenzioni nei miei confronti. Ma ero libero di scegliere... se accettare o meno, non era assolutamente un obbligo. Oggi c'è maggiore cautela - prosegue- a volte si tratta, forse, di 'abusi' psicologici. Ma la danza ha regole ferree, se un ragazzo non è portato meglio bocciarlo a scuola che ferirlo".
Secondo Giorgio Mancini non bisogna però superare i limiti, alcune volte del ridicolo e del moralismo imperante. "Ci sono grandi maestri che sono stati cacciati con le accuse di molestie, come il grande Peter Martins, direttore del New York City Ballet, a cui hanno distrutto una carriera o il coreografo Liam Scarlet, star del Royal Ballet, che si è suicidato. Ho saputo che a New York in una compagnia alcuni danzatori indossano dei braccialetti. Celeste se i professori possono accostarsi e correggere l'allievo durante le lezioni, rosso in caso contrario. Il problema è complesso - conclude ma non si risolve costruendo muri o barriere".
Luciano Cannito, regista, coreografo, alla guida dell'Accademia internazionale di Arti Performative 'Art Center' di Roma, non ha dubbi. "Le parole di Giuliano Peparini sono fortemente accusatorie, ma si tratta di esperienze personali. Parla di 'abusi, molestie', situazioni rare nel mondo della danza, a mio avviso, ma possono accadere anche in altri campi. Guai a creare ansie, timori - prosegue- non trasformiamo il corpo in peccato o tabù. Nella mia Accademia tutti gli insegnanti firmano un codice etico. Se ci sono comportamenti non idonei, vengono allontanati".
Francesco Vantaggio danzatore nel corpo di ballo dell'Opera di Parigi e oggi insegnante nella Scuola del Teatro dell'Opera di Roma, dichiara: "Non ricordo di situazioni particolarmente sgradevoli nei confronti di noi giovani danzatori in compagnia all'Opéra Garnier, anche se in un universo, con una maggiore facilità di scambi e rapporti, si potevano creare situazioni ambigue. Ma forse - aggiunge Vantaggio - alla nostra giovane età e forse per incoscienza non ci rendevamo conto di quello che accadeva intorno a noi. A volte si creava un certo 'feeling' con alcuni maestri, per ammirazione, stima, rispetto. Mai subito, comunque, avances".
Anche il collega Alessio Carbone 'premier danseur' all'Opéra di Parigi, confessa all'Adnkronos, che "negli anni trascorsi a Parigi, non ho mai subito particolari 'attenzioni' da parte dei maestri. Ricordo forse la 'tensione' e lo stress psicologico di essere uno dei tre italiani, su 160 ballerini francesi. E' come se volessi rubare loro il mestiere, ma non era così. Quando dichiarato da Giuliano Peparini non lascia indifferenti, fa pensare. Io parlerei, non tanto di abusi o di maltrattamenti, ma di pressioni psicologiche. Ricordo i pianti di mia sorella Beatrice, anche lei danzatrice, costretta a diete ferree prima di poter salire sul palco, ma fa parte del gioco. Il corpo è il nostro strumento e bisogna rispettare dei codici. Ricordo anche alcune situazioni che a distanza di tempo fanno sorridere e che forse ho anche minimizzato- conclude Alessio Carbone- Un maestro russo quando si adirava inveiva contro di noi con parole tremende e subito dopo cominciava a tirare le sedie. Ma eravamo diventati bravissimi ad intercettarli e schivarle".
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L’attore napoletano Massimiliano Morra racconta la...
“Ho sofferto di depressione. Sono stato male e in psicoanalisi. Sono tornato a star bene sul set di Daniele Catini, girando il bellissimo progetto “Le Faremo Sapere”. La depressione mi stava mangiando e dopo il Grande Fratello, dove mi sono sentito manipolato come non mai, ho ripreso a recitare.”
“Il GF è stata un’esperienza senza controllo, assurda, terribile. Devo tutto alla Ares Film, produzione che mi aveva tenuto a battesimo, altrimenti non avrei mai girato da protagonista una decina di fiction di successo con le più grandi attrici italiane e non; da Virna Lisi a Giuliana De Sio, da Angela Molina a Stefania Sandrelli. E invece sono passato per un ingrato per mera superficialità ed ingenuità, coinvolto in una serie di pettegolezzi e maldicenze mio malgrado. Il GF è stata veramente la peggiore esperienza lavorativa della mia vita, l’ho fatto solo per soldi. Mi sono sentito usato e messo all’angolo. Ho raccontato nella stanza della ‘linea della vita’ dei miei successi da attore, della riconoscenza nei confronti della Ares Film, dell’incidente in auto del 2018 che mi ha quasi ammazzato, della mia infanzia, della mia adolescenza, della mia famiglia e tanto altro ancora. Non è stato mai mandato in onda, perché evidentemente c’era un disegno diverso per me. Servivo per beceri pettegolezzi e teatrini. Devo invece tutto al produttore che mi ha lanciato, lo ripeterò all’infinito (Alberto Tarallo, ndr). Qualcuno molto crudele mi aveva fatto precedentemente allontanare dalla villa del produttore dove vivevo e studiavo. Per questo nella casa del GF ero molto deluso e amareggiato nei confronti del mio produttore e, dato che ero stato abbandonato senza mai capirne il reale motivo, mi ero lasciato andare dicendo ciò che non pensavo veramente. Ma una volta uscito dalla casa, grazie al mio agente Rosario Porzio, insieme alle dichiarazioni del mio produttore in TV, la verità è venuta a galla; ero stato allontanato dai Villa Dafne per enormi maldicenze nei miei confronti, per illazioni e congetture. Quell’allontanamento mi aveva provocato una grande depressione poi acuita dalla mia partecipazione al Grande Fratello. Ora sto rinascendo dopo la depressione.”
Massimiliano Morra per anni è stato considerato una delle giovani star della fiction televisiva italiana. Sin da giovanissimo veniva ingaggiato in prestigiosi lavori televisivi grazie soprattutto alla sua bellezza. Un successo strepitoso ed un lancio stile Gabriel Garko.
“Avevo vinto il concorso de ‘Il più bello d’Italia’ del 2010, lo stesso titolo vinto da Gabriel Garko anni prima. Il mio agente mi presentò ai casting della fiction TV ‘Pupetta’ con Manuela Arcuri. Fui scelto come protagonista maschile.”
Da lì, tante fiction che hanno ottenuto ottimi ascolti, con picchi di share ancora oggi difficili da replicare. Ad un certo punto però, i produttori che per anni lo avevano lanciato e sostenuto, dopo l’enorme successo personale ottenuto in ‘Furore 2’ insieme ad un’altra bellissima Raffaella Di Caprio, smettono di credere in lui e lo allontanano.
Massimiliano Morra, complice anche un brutto incidente automobilistico che gli provoca una emorragia cerebrale nel periodo della sua partecipazione a “Ballando con le stelle”, cade in depressione e va in psicoanalisi.
“Per anni avevo dimostrato la mia forza, la mia determinazione e avevo affinato le mie armi artistiche. Ero pronto al Cinema di serie A che tanto agognavo.”
Ma invece del cinema, Morra si ritrovava, colpa anche del Covid e dei set completamente fermi, a partecipare al Grande Fratello Vip.
Da qui la depressione cresce, diventa un incubo. Psicoanalisi e riposo e poi finalmente il film “Le faremo sapere” di Daniele Catini e l’operazione teatrale “La locandiera” di Nando Sessa con la sua amica conosciuta sul set di ‘Furore 2’ Raffaella Di Caprio e con un’altra bellissima, Raffaella Fico.
“Piano piano, Morra sto recuperando me stesso e il mio lavoro che amo, ma questa volta attraverso Cinema e Teatro. La strada è lunga e complessa, ma non demordo. Da buon Leone, il mio motto da sempre è ‘insisti e persisti, raggiungi e conquisti'”, chiude il bravo e bellissimo attore napoletano.
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Fabrizio Venturi Direttore Artistico del Sanremo Cristian...
Il cantautore Fabrizio Venturi, ideatore e Direttore Artistico del Festival della Canzone Cristiana ha annunciato che da giugno il Festival sarà in tutta Europa.
L’intento e lo spirito è lo stesso del Sanremo Cristian Music Festival, quello di realizzare un connubio creativo tra la canzone e la fede e tra la canzone e la lode a Dio, lo scopo è quello di lodare Dio attraverso la musica, da giugno il festival diventa internazionale, infatti da ora in avanti tutti gli anni il festival subito dopo l’appuntamento sanremese allunga il tiro, ossia si espande in Europa.
Abbiamo chiuso l’accordo con l’ITALIMPIANTISPA, multinazionale leader nel campo dell’energia riciclabile, l’importante azienda sarà lo Sponsor Ufficiale delle cinque date europee, FRANCIA, BELGIO, GERMANIA, OLANDA e LUSSEMBURGO. È quasi tutto pronto per la prima edizione del European Festival della Canzone Cristiana, e, non vedo l’ora di ascoltare le canzoni degli artisti che si iscriveranno mi aspetto grandi voci e canzoni, ci detto il Direttore artistico Fabrizio Venturi.
l’ITALIMPIANTISPA ha In ognuno dei cinque paesi una grande struttura con migliaia di mq di esterno, sarà proprio lì che verrà montato l’imponete palco che ospiterà il Festival della canzone Cristiana.
Quindi Il Festival si svolgerà nelle grandi aree esterne delle proprietà dello Sponsor europeo ITALIIMPIANTISPA, la prima tappa è già in calendario, sarà nella sede di Lussemburgo, sabato 22 e domenica 23 giugno 2024 ore 21.00.
Il bando della partecipazione al Festival sarà pubblicizzato dall’Ufficio Stampa di ITALIMPIANTISPA e fatto divulgare dalle radio e le TV di ogni paese ospitante la kermesse. Il regolamento prevede 16 artisti in gara che canteranno in inglese, e importanti ospiti nazionali, la tappa di ogni paese vedrà due vincitori, che parteciperanno di diritto al FESTIVAL DELLA CANZONE CRISTIANA SANREMO 2025, che, come nelle sue tre passate edizioni si svolgerà negli stessi giorni in cui si realizza il Festival della Canzone Italiana, un festival nel festival, una staffetta musicaleoramai conosciuta ed attesa da tutti gli italiani.
Il grande successo raggiunto dal Festival della Canzone Cristiana di Sanremo ha spalancato le porte ad artisti della Christian music italiana, dando voce per la prima volta a questo genere anche in Italia, cosa che fino ad ora non era mai accaduto, come invece è da sempre in altri paesi del mondo, primo tra questi gli Stati Unitid’America, collocando il Sanremo Cristian Music Festival come prima vetrina della musica cristianaitaliana, un vero e proprio festival Christian music senza essere inquinato dalla partecipazione di artisti appartenenti ad altri generi, come invece avviene in altri eventi similari. Ebbene, spinto da questo grande successo adesso il Festival della Canzone Cristiana vola anche in Europa ha concluso Fabrizio Venturi.
Insomma, sembra che tutto sia un crescendo, come del resto auspicato sin dalla prima edizione di questo grande Festival.