Cronaca
Lo scheletro-robot per tornare a camminare: “Che...
Lo scheletro-robot per tornare a camminare: “Che emozione rialzarsi in piedi”
I racconti di chi ha testato Twin, che trasferisce l'energia per permettere di camminare
Alex Santucci, 49 anni di Bologna, e Davide Costi, 47 di Maranello, hanno un'avventura in comune. Li chiamano 'piloti'. "Piloti di esoscheletro". Sono fra i primi pazienti con una lesione midollare - Alex incompleta e Davide completa - ad aver sperimentato quello che è stato definito un robot indossabile: Twin, 'creatura' di Inail e Iit (Istituto italiano di tecnologia) presentata oggi a Milano, esoscheletro motorizzato per arti inferiori, in grado di trasferire a persone con capacità motoria ridotta o assente l'energia che permette loro di alzarsi e camminare con l'ausilio di stampelle o deambulatori. Il contributo che hanno offerto è stato definito dai tecnici "fondamentale. Senza di loro - si sono spinti a dire - sarebbe stato un esercizio bellissimo, ma inutile". L'esoscheletro, oggi alla sua seconda versione, "è come un vestito che si adatta piano piano", spiegano i pazienti all'Adnkronos Salute, al termine della dimostrazione di funzionamento che hanno offerto oggi al Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci.
"Un'emozione ogni volta che ci salti dentro", sorride Alex. Che tipo di emozione? "La stessa - cerca di descrivere Davide - che prova un bambino quando comincia a camminare da zero. Noi non la ricordiamo più, ma è anche quella caparbietà del bimbo che cade e si rialza, e ci riprova finché non ci riesce, perché la volontà di camminare è più forte di tutti gli altri ostacoli". All'inizio, continua Davide, "c'è un po' di paura perché devi imparare a conoscere la macchina, ti devi fidare di lei, devi capire come funziona. E' sempre un 'fidanzamento' uomo-macchina. Bisogna cominciare a frequentarsi e a piacersi", ride. "Poi facendo un uso periodico e costante nel tempo diventa appunto come un vestito. Quando ho cominciato a usare l'esoscheletro facevo più fatica a camminare, adesso è una cosa che mi viene molto più spontanea. Se prima il problema ero io che mi stancavo, ora nelle ultime sessioni è l'esoscheletro che scarica le batterie".
Sia per Davide che Alex lo spartiacque è stato un incidente stradale. "Era fine agosto 2020 - ripercorre Alex - il giorno dopo sarei partito per le ferie all'isola d'Elba. Quell'incidente mi ha portato una tetraplegia, una lesione incompleta. E all'inizio è stata dura fisicamente e psicologicamente. Le gambe non rispondevano e la sensazione di non poter ricominciare a camminare era veramente brutta. Ho fatto i primi 2 mesi bloccato a letto e verso il terzo mese ho iniziato a usare l'esoscheletro".
Alex è stato selezionato per la sperimentazione avanzata di esoscheletri della serie Twin "Dopo i primi 10 passi si è acceso qualcosa a livello mentale. Da 10 i passi sono diventati 20, poi 30 e così via. Giorno dopo giorno le aspettative miglioravano sempre di più, le prime sedute facevo 4-5-10 metri con tanto dolore, poi siamo arrivati a fare mezz'ora o fino a 40 minuti di cammino".
Alex individua tre punti fondamentali: "Il primo è l'ausilio dell'esoscheletro - elenca in un video proiettato oggi - il secondo sono fisioterapisti, collaboratori, tecnici e tutte le persone che seguono questi progetti e il terzo, non meno importante è la testa. E' questa che ci dà la forza per continuare". Alex lavora in una ditta che controlla e gestisce impianti idraulici di realtà pubbliche e private, la fisioterapia l'ha fatta in uno dei centri coinvolti nel progetto, il Montecatone Rehabilitation Institute di Imola. Poi l'esocscheletro mi ha fatto fare un bel progresso Questa cosa è nata come un gioco, inizialmente, ed è diventata una sfida verso di me. E' stato un crescendo che continua ancora oggi e adesso la sfida è di continuare a migliorare quello che è lui, l'esoscheletro".
"Per me - prosegue Alex - ha significato potermi rialzare in piedi e migliorare il mio modo di vivere. Fisicamente mi ha aiutato tantissimo. E poi ha significato tornare a guardare le persone negli occhi, alla stessa altezza. Questo cambia anche come gli altri si rapportano a te. Stando su una sedia a rotelle si vede il mondo in un'altra maniera, idem le persone. Il mio input al progetto sono state le sensazioni personali che avevo nella macchina, sia di equilibrio che di miglioramento anche fisico. Stiamo lavorando su tante cose". Uno dei suggerimenti per esempio è stato di rendere più agevole il passaggio delle stampelle durante la deambulazione. "Oggi - dice Alex - io continuo la mia battaglia per convincere chi ho attorno che l'esoscheletro come forma di riabilitazione incide tanto sul recupero sia fisico che mentale. Fa veramente tantissimo".
Sensazioni condivise con Davide, che di mestiere fa l'ingegnere meccanico, è un progettista. Moglie fisioterapista e due figlie, un incidente in moto mentre andava al lavoro 9 anni fa (era 38enne) gli ha provocato una lesione midollare completa. "Ma già quando ero ricoverato in ospedale avevo sempre l'idea di voler tornare in qualche modo a camminare. Non sapevo quando e come, ma la mia motivazione era quella. Poi ho saputo tramite l'Inail che c'era la possibilità di partecipare a questo progetto dell'esoscheletro, e mi sono offerto come volontario perché credo molto nel potenziale riabilitativo. Oltre al beneficio dello stare in piedi c'è un beneficio a 360 gradi nella vita, anche sociale. Ovvio, non è un dispositivo con cui si va a fare la spesa o in macchina o in giro quotidianamente. Ma è sempre un primo passo, un gradino che ti porta verso una condizione il più possibile simile a quella che c'era prima. E di passi avanti ce ne saranno altri. Sono convinto che la ricerca arriverà in tempi relativamente brevi a far camminare un po' tutte le persone".
"Sono orgoglioso di essere stato uno dei primi a provarlo e poter essere magari di aiuto o di stimolo anche ad altri che lo potranno utilizzare in futuro", spera Davide. Il suo approccio all'esoscheletro è anche un po' 'ingegneristico'. "Vista la mia professione facevo tante domande durante le sessioni, ho sempre fatto tante domande su informazioni un po' più tecniche. Ora è anche sfidante chiedere alla macchina sempre di più, vedere dove è il suo limite, dove può arrivare e tu con lei. Per esempio all'inizio facevamo solo tratti in piano, ora anche in leggera salita e discesa, poi le curve. E' una scoperta continua, prendi confidenza e ogni volta osi sempre un po' di più".
"Per me - conclude - l'asticella si può ancora alzare. Tutta la mia famiglia mi ha sempre supportato in questo percorso e io so dove voglio arrivare. Intanto il mio obiettivo è provare subito la versione Twin 2, che ha anche una camminata più fluida, poi voglio aumentare la frequenza dei passi e camminare più velocemente. Non dico arrivare a correre, ma non si sa mai - sorride - Al momento il limite è che è fornito come ausilio ospedaliero, ma spero che prima o poi possa diventare un ausilio domestico. Mi piacerebbe tornare a fare una passeggiata con mia moglie come facevamo una volta, riprendere e farci il nostro pezzettino a piedi e rientrare a casa. La metto nella lista di cose da fare. Vedremo se al prossimo incontro sarò riuscito a depennarla".
Cronaca
Aviaria prossima pandemia, il timore dei virologi:...
Il presidente Arnaldo Caruso: "Epidemia tra i mammiferi è un passo avanti verso l'uomo, non uno ma più ceppi si stanno adattando"
L'aviaria sarà la prossima pandemia? "E' fortemente possibile" secondo Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), che in un'intervista all'Adnkronos Salute non usa mezzi termini sui timori suscitati dall'epidemia che cresce tra i bovini da latte negli Usa, a causa di un ceppo altamente patogeno di virus H5N1 ritrovato in frammenti anche nel latte pastorizzato in commercio Oltreoceano. Nella comunità scientifica "la preoccupazione è grande", spiega l'esperto appena rientrato da Barcellona, dove ha partecipato al Congresso della Società europea di microbiologia clinica e malattie infettive (Escmid). "Il passaggio dell'aviaria nei mammiferi e la circolazione in questi animali - avverte - è un passo avanti verso l'uomo".
"Quadro pessimistico"
Lo specialista, ordinario di microbiologia e microbiologia clinica all'università di Brescia e direttore del Laboratorio di microbiologia dell'Asst Spedali Civili, traccia un quadro "forse pessimistico - ammette - ma purtroppo non dobbiamo mettere la testa sotto la sabbia. Bisogna invece essere realisti e prepararsi", ammonisce Caruso. Pensando a una futura emergenza pandemica, sottolinea, "il virus aviario è l'unico che preoccupa realmente" per più di una ragione. Innanzitutto perché "è un virus influenzale che in quanto tale si trasmette per via aerea, la più efficace in termini di contagio". Il patogeno, poi, è estremamente diffuso: "Lo stanno portando dappertutto le anatre selvatiche, che ormai vediamo anche nelle nostre città, nei nostri stagni, nei nostri corsi d'acqua". E sta mutando: "Non solo l'H5N1 - precisa l'esperto - ma diversi ceppi di virus aviario si stanno modificando, a livello di più recettori di superficie, per potersi adattare all'uomo. Un salto sempre più facile, dopo che è passato ai mammiferi e tra i mammiferi circola".
Siamo dunque di fronte "non a una aviaria, ma a più aviarie - puntualizza Caruso - che hanno fatto il loro ingresso nel mammifero e sono tutte potenzialmente pericolose per l'uomo. Preoccupano perché la circolazione nei mammiferi indica che il virus sta evolvendo in una direzione chiara: ha imboccato una strada che inevitabilmente, prima o poi - prospetta il presidente dei virologi italiani - porterà all'arrivo nell'uomo il quale potrà diventarne serbatoio e diffusore".
Trasmissione del virus da uomo a uomo?
Arriveremo alla trasmissione del virus dell'influenza aviaria da uomo a uomo? "E' inevitabile - risponde Caruso - che quando il virus entrerà più e più volte nell'uomo potrà assumere quella 'fitness', cioè quella capacità di adattamento alle cellule umane, che permetterà all'uomo di fare da reservoir e quindi da diffusore per altri uomini".
Al di là dei casi noti per esposizione, professionale o meno, ad animali infetti, "chissà quante volte l'uomo è già stato infettato, magari senza presentare sintomi importanti - ragiona il presidente Siv-Isv - Chissà quanti virus aviari stanno cercando di entrare nell'uomo e quante volte ci sono riusciti". Pertanto, se è vero che ad oggi per il virus aviario il contagio uomo-uomo non è mai stato confermato, "non è detto che una trasmissione uomo-uomo non sia già possibile - osserva Caruso - o che quantomeno qualche ceppo non si sia già stabilizzato nell'uomo".
Insomma, "la situazione è veramente preoccupante - è il messaggio - ed esige una sorveglianza stringente sugli animali, non soltanto i volatili, sugli alimenti di origine animale consumati dall'uomo e sugli uomini stessi. E' indispensabile farci trovare pronti, preparati a una nuova possibile futura pandemia".
Cronaca
Prove invalsi 2024, al via a maggio per scuola primaria e...
Si parte il 7 maggio con la prova di Italiano, ma il 9 con la protesta Cobas potrebbe saltare quella di matematica
Prove invalsi 2024 al via a maggio per le scuole primarie e secondarie. Il calendario prevede:
II primaria (prova cartacea)
- Italiano: martedì 7 maggio
- Prova di lettura solo Classi Campione: martedì 7 maggio 2024
Matematica: giovedì 9 maggio
V primaria (prova cartacea)
- Inglese: lunedì 6 maggio 2024
- Italiano: martedì 7 maggio 2024
- Matematica: giovedì 9 maggio 2024
II secondaria di secondo grado (prova al computer – CBT)
Sessione ordinaria Classi Campione, prove di Italiano e Matematica: lunedì 13, martedì 14, mercoledì 15 maggio 2024
In questa finestra la scuola sceglie due giorni per svolgere le prove di Italiano, Matematica. Sessione ordinaria Classi NON Campione, prove di Italiano e Matematica: da lunedì 13 maggio 2024 a venerdì 31 maggio 2024.
Sciopero Cobas contro le prove Invalsi
Il Cobas ha però indetto uno sciopero generale della scuola il 9 maggio, "scegliendo una giornata durante la quale nella scuola Primaria si svolgeranno i dannosi, oltre che inutili, quiz Invalsi, che abbiamo contestato fin dalla loro prima introduzione anche negli altri ordini di scuola. La puntuale analisi delle prove ci ha via via confermato quanto già affermavamo nel 2004, anno della loro istituzione. I rapporti Invalsi ogni anno ci restituiscono risultati sostanzialmente invariati e i divari tra il Nord e il Sud del Paese rimangono rilevanti. Ciò significa che vent’anni di rilevazioni non sono serviti a migliorare la didattica, a fronte di una spesa dello Stato di circa 300 milioni di euro (negli ultimi tempi circa 30 milioni l’anno). Riteniamo che il processo di valutazione vada ben al di là di prove standardizzate, decontestualizzate e pensate per risposte in velocità. Inoltre, le prove Invalsi hanno un potente effetto retroattivo: alle prove “ci si prepara” e ore di buona didattica vengono sostituite da allenamenti ai test su libri venduti dalle case editrici per le quali le prove sono diventate un affare. E, forti di queste convinzioni, riteniamo vieppiù inaccettabile la volontà del ministro Valditara di inserire i risultati di tali prove nel curriculum degli studenti."
Cronaca
Nanotecnologie, a Zuccalà il ‘Premio Palazzo...
“Le nanotecnologie sono un campo di ricerca in continua evoluzione che ha rivoluzionato molteplici settori, tra cui anche quello della conservazione dei beni culturali. Grazie alle loro proprietà e al loro potenziale, infatti, i nanomateriali possono essere utilizzati per preservare e proteggere opere d'arte, monumenti e altri beni culturali dalla degradazione e dall'invecchiamento. Noi siamo stati i primi in Italia e all’estero ad utilizzarli, e questo premio oggi è il giusto riconoscimento per anni di ricerca in questo campo”. Così Sabrina Zuccalà dopo aver ricevuto il ‘Premio Palazzo Spinelli Edizione 2024’ organizzato da Emanuele Amodei presidente dell’associazione che gestisce il premio presso la Fortezza da Basso di Firenze, presente anche il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. “In quest' occasione, - spiega Zuccalà - a seguito delle valutazioni del Comitato Scientifico del Premio, il laboratorio internazionale ‘4Ward360’, è stato premiato per la categoria "Attività di Ricerca e Sviluppo di Nuove Tecnologie Applicate nei Beni Culturali". Tra le prime volte in Italia è anche una donna, che grazie alla sua abnegazione e alle sue ricerche, rappresenta il Paese per la scienza, la ricerca e l’innovazione. Nella motivazione del premio a Zuccalà si legge: “Il continuo investimento nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni ed applicazioni sempre più all'avanguardia, anche in forza delle esperienze maturate in attività di laboratorio e di cantiere, ha portato allo sviluppo di nuovi prodotti e tecnologie in grado di rispondere concretamente alle più diffuse criticità nell'ambito della protezione e preservazione dal degrado delle superfici materiche, con un'attenzione particolare all'ambito del Beni Culturali”.
“Inoltre, - prosegue Zuccalà - le nanotecnologie oggi permettono anche di sviluppare sensori altamente sensibili in grado di monitorare costantemente lo stato di conservazione dei beni culturali e di segnalare eventuali cambiamenti che potrebbero essere dannosi. In questo modo, è possibile intervenire tempestivamente per prevenire e ridurre i danni causati dall'umidità, dalla luce, dall'inquinamento atmosferico e da altri agenti esterni. L'utilizzo delle nanomateriali per la conservazione dei beni culturali non solo aiuta a preservare il patrimonio storico e artistico, ma contribuisce anche a rendere accessibili e fruibili queste opere per le generazioni future”.
Istituito nel 2014, il "Premio Palazzo Spinelli" ha l'obiettivo di offrire un riconoscimento per l'impegno di tutti coloro - enti, Istituzioni, aziende, associazioni, restauratori, docenti, esperti - che, nel corso della loro vita, hanno operato ed operano tutt'ora nei settori delle attività di conservazione e restauro, della gestione e valorizzazione dei beni culturali e della formazione, nella ricerca e sviluppo delle nuove tecnologie e del trasferimento di competenze e conoscenze specialistiche nell'ambito della tutela e della valorizzazione del nostro patrimonio universale, sia a livello nazionale che internazionale.