Lavoro
Crollo Firenze, Cifa Italia: “Creare sistema di...
Crollo Firenze, Cifa Italia: “Creare sistema di rating di qualità delle imprese”
Andrea Cafà: "La responsabilità solidale civile e penale andrebbe prevista non solo per la corretta esecuzione della prestazione ma anche per il rispetto della normativa a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori"
"La tragedia di Firenze deve farci riflettere su un tema di primaria importanza: l’etica dell’impresa". A dirlo Andrea Cafà, presidente di Cifa Italia, che propone di dar vita a un sistema di rating di qualità per le imprese che tenga conto anche di questo aspetto valoriale.
Per Cafà “l’etica in un contesto aziendale implica il rispetto di norme morali e di comportamentali responsabili a garanzia di tutti: utenti, lavoratori e fornitori. Purtroppo, per qualche azienda questo aspetto viene meno a fronte della possibilità di facili profitti e mette così in difficoltà le imprese sane e socialmente responsabili che noi, come associazione di categoria, abbiamo il dovere di tutelare incrementando le attività formative e proponendo di rafforzare le norme del nuovo Codice appalti che, in materia di subappalto, prevedono la responsabilità solidale tra appaltatore e subappaltatore nei confronti della stazione appaltante. La responsabilità solidale civile e penale andrebbe, dunque, prevista non solo per la corretta esecuzione della prestazione ma anche per il rispetto della normativa a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori”.
“Quanto al versante della formazione per la sicurezza sui luoghi di lavoro - spiega - voglio ricordare che, con il nostro fondo interprofessionale Fonarcom, fummo i primi - dopo l’incidente sul lavoro a Mineo, in Sicilia, il 12 giugno del 2008, che vide la morte di 6 operai e la distruzione di 6 famiglie – a pubblicare un avviso di 700mila euro destinato anche alle piccole e micro imprese”.
“Da allora - sottolinea - tanti passi avanti sono stati fatti, ma non bastano. Eppure ci sono cose che non sarebbero difficili da attuare, come un serio monitoraggio dell’area formazione in Italia. Lo abbiamo evidenziato qualche anno fa al Ministro del lavoro del precedente Governo: secondo la proposta al tempo formulata dalla nostra confederazione l’Inail avrebbe potuto avviare un censimento dei lavoratori in regola con l’obbligo formativo. Un censimento di questo tipo, grazie all’utilizzo del digitale, potrebbe raccogliere i dati in tempo reale e consentire di mettere in mora le aziende inadempienti o sanzionare l’accertato inadempimento".
"In più - suggerisce - il data base dell’Istituto potrebbe dialogare con gli enti di formazione monitorando l’effettivo svolgimento delle attività formative e il corretto rilascio degli attestati. Si otterrebbe così un aggiornamento costante del dato complessivo dei lavoratori formati e un controllo mirato sugli enti di formazione, finalizzato anche a sanzionare quegli “attestatifici” che rilasciano attestati pur non avendo erogato la formazione".
"A fronte di questi ipotizzati risultati - continua Cafà - non comprendo perché l’Inail, pur essendo uno dei primi enti italiani a investire nell’informatizzazione dei dati, ancora non utilizzi questi sistemi per definire nuove politiche in materia di sicurezza”. Per il presidente di Cifa “le misure a favore di un corretto sistema di monitoraggio sull’osservanza delle regole normative ed etiche da parte delle imprese potrebbero dar vita a un rating di qualità utile a promuovere la responsabilità sociale delle imprese”.
Lavoro
Maggio, Confsal: “Più dignità, sicurezza, equità e...
"Presenteremo un ‘Decalogo per la disabilità e la fragilità"’
“È necessario varare un piano straordinario per la sicurezza sui luoghi lavoro affinché il lavoro sia un progetto di vita e non di morte. C’è bisogno di fare scelte coraggiose e dare attuazione alle proposte Confsal che compongono il decalogo della sicurezza per la prevenzione partecipata”. Così Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale della Confsal-Confederazione Generale Sindacati Autonomi Lavoratori, in occasione della settima edizione della ‘Giornata del Lavoro’ che si è tenuta stamattina a Napoli.
Più dignità al lavoro, più salute e sicurezza, più equità retributiva e più sviluppo e occupazione i temi principali della manifestazione. “L’occupazione giovanile passa attraverso lo sviluppo del Mezzogiorno rendendo urgente un cambio di passo da parte delle amministrazioni dal punto di vista strutturale, procedurale e burocratico per attirare investimenti dal punto di vista sociale-legale”, ha ricordato Margiotta che ha aggiunto: “È necessario creare un fronte comune, affinché i nostri giovani non abbandonino i loro territori e anche le strade della legalità”.
Strettamente legato al tema dello sviluppo occupazionale è quello della formazione - e in particolare del sistema della formazione professionale - che deve essere rivisto ed aggiornato poiché, come ha evidenziato il segretario Confsal “Oltre al capitale finanziario occorre il capitale umano: i giovani devono diventare un fattore di sviluppo acquisendo le competenze che servono al mercato del lavoro, soprattutto nei settori emergenti”.
Focus anche sull’equità retributiva. “Con due contratti innovativi abbiamo recentemente stabilito un minimo tabellare di 9 euro lordi orari in tutti i settori economici del manifatturiero e in tutti i settori del terziario, dimostrando che la minima dignità economica che deve derivare dal lavoro, cioè il cosiddetto salario minimo può essere stabilito con una contrattazione collettiva di qualità senza bisogno della legge”, ha osservato Margiotta.
“Dare dignità al lavoro significa anche dare dignità a quei lavoratori in difficoltà perché fragili o disabili. Fragilità e disabilità non sono la stessa cosa ma hanno in comune uno stato di difficoltà che la società, sorda e insensibile, trasforma in un vero e proprio handicap perché impedisce loro di superarlo. Ecco perché presenteremo un ‘Decalogo per la disabilità e la fragilità’ dal quale deve discendere un protocollo attuativo della normativa sulla disabilità nei luoghi di lavoro, al fine di eliminare ogni discriminazione”, ha aggiunto.
Margiotta ha poi colto l’occasione per ribadire l'impegno di Confsal per le pari opportunità: “La questione sindacale e culturale da affrontare è quella delle pari opportunità di progresso durante la vita lavorativa. La riduzione delle disuguaglianze di genere e la partecipazione delle donne ai ruoli decisionali porterebbe sicuramente benefici non solo in termini di equità ed eguaglianza ma anche di crescita economica e renderebbe l’Italia un Paese competitivo anche a misura di donna. Confsal è impegnata a promuovere modelli organizzativi innovativi che garantiscano a tutti opportunità di crescita e formazione, con orari di lavoro flessibili e l’introduzione di fringe benefit pensati per il benessere del lavoratore e delle lavoratrici”, ha sottolineato il segretario. Un pensiero, infine, al tema della pace: “In questo dilagare di scenari di guerra in tanti parti del mondo occorre ascoltare l’invito del Papa che a parlare non siano più le armi ma la diplomazia e i negoziati affinché si possa di nuovo ascoltare la parola Pace”, ha concluso.
Lavoro
1 maggio, Margiotta (Confsal): “Occupazione,...
Così il segretario generale di Confsal aprendo la giornata del lavoro di Confsal in piazza del Plebiscito a Napoli
"Nel contesto attuale, aggravato dalle frequenti morti sul lavoro, dalla disparità retributiva e da una occupazione giovanile che fatica a decollare, il primo maggio assume un valore ancor più denso di significato”. Lo ha dichiarato il segretario generale di Confsal Angelo Raffaele Margiotta, aprendo la giornata del lavoro di Confsal in piazza del Plebiscito a Napoli.
"Da questa piazza e da tutte le piazze delle Regioni d’Italia - ha continuato Margiotta - rivendichiamo con forza il valore e la dignità del lavoro pubblico e privato ribadendo le priorità fondamentali: occupazione giovanile attraverso lo sviluppo del Mezzogiorno; equità retributiva, un piano straordinario per la sicurezza nei luoghi di lavoro".
Lavoro
Inps: Valeria Vittimberga direttore generale, al via nuovo...
La Dg sarà a capo di una macchina complessa, pilastro del welfare del Paese
Con la nomina di Valeria Vittimberga a direttore generale prende il via definitivamente il nuovo corso dell’Inps presieduto da Gabriele Fava. Valeria Vittimberga, già direttore centrale risorse strumentali e centrale acquisti, fonda le basi della sua azione manageriale su un solido curriculum di studi e su una lunga carriera nei ruoli dirigenziali. La Dg sarà a capo di una macchina complessa, pilastro del welfare del Paese, chiamata ad alimentare e sostenere una rete di protezione sociale fatta di più di 400 prestazioni erogate a 42milioni di cittadini-utenti. Questa nomina avviene in un momento importante, in una fase di ricambio generazionale dell'Istituto e di definizione di nuovi equilibri tra il centro e il territorio. E' quanto annuncia una nota dell'Inps.
“L’Inps è attivamente ingaggiato nell'attuazione del Pnrr ed è protagonista della digitalizzazione della Pa. In questo senso, tra gli indirizzi del mio mandato -ha affermato Valeria Vittimberga- ci saranno la trasparenza e il rigore morale come riferimento di una rinnovata azione amministrativa. Per ampliare ancor più il suo ruolo di presidio di legalità, l’Inps dovrà presentarsi come una casa di vetro, dove proprio la trasparenza nei confronti dei cittadini, degli stakeholder e dell’ecosistema comunicativo non deve essere solo uno slogan o un dettato normativo, ma una prassi interiorizzata”.
Commentando la nomina il presidente Gabriele Fava ha affermato: “La tempestività della decisione tra l’insediamento del nuovo Cda, la proposta del nome del nuovo Direttore generale e l'effettiva nomina rappresenta un segnale forte che vogliamo dare al Paese e di cui ringrazio il ministro Elvira Calderone e il Governo tutto. Ringrazio, inoltre, Antonio Pone (dg facente funzioni) e tutti i dirigenti e funzionari che con spirito di servizio hanno guidato questa delicata fase di passaggio. Con il nuovo assetto organizzativo prende il via quel progetto di Inps su cui il Parlamento mi ha dato fiducia e che ha l’obiettivo di supportare l'evoluzione del nostro sistema di welfare da difensivo a generativo, puntando sulla effettiva centralità delle persone, che sarà connotato da concretezza, efficienza e semplificazione su obiettivi definiti”.