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Morte Navalny, Massolo: “Avvertimento di stampo...
Morte Navalny, Massolo: “Avvertimento di stampo sovietico”
Parla il presidente dell'Ispi: "A un mese dal voto denota forma intima insicurezza del regime"
La morte di Alexey Navalny "suona tanto come una sorta di avvertimento di stampo sovietico" a un mese dalle elezioni presidenziali che riconfermeranno Vladimir Putin per un nuovo mandato, mentre "denota una forma intima di insicurezza del regime". Giampiero Massolo, presidente dell'Ispi, dà questa lettura della morte del blogger russo, sottolineando che con questo tipo di avvertimenti "si mette in guardia chi ha un certo tipo di intenzione, evitando l'effetto emulazione".
"Ma - osserva l'ex ambasciatore parlando con l'Adnkronos - un avvertimento così rilevante, che riguarda un personaggio che era il simbolo stesso del dissenso militante" contro Vladimir Putin, "denota una forma intima di insicurezza del regime, perché prima di arrivare a questo c'era un'ampia scala di avvertimenti". E d'altro canto, ragiona Massolo, "c'è da dire che ci troviamo in un contesto di guerra e quindi probabilmente la considerazione che è stata fatta è che si ha un margine di impunità maggiore".
Al fondo, comunque ribadisce il presidente dell'Ispi ed ex segretario generale della Farnesina, "c'è la percezione di un regime che non si sente sicuro e che si è scelto di eliminare una spina nel fianco in un momento in cui ha prevalso il desiderio di farla finita piuttosto che andarci cauti".
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Ucraina, attacco Russia verso Kharkiv. Zelensky:...
Il presidente ucraino: "Si combatte villaggio per villaggio"
La Russia continua ad attaccare nella regione di Kharkiv e per l'Ucraina la situazione diventa sempre più complessa. L'offensiva delle forze di Mosca, iniziata da 3 giorni, può diventare una svolta nella guerra iniziata a febbraio 2022.
L'obiettivo dichiarato, come spiegato più volte dal presidente Vladimir Putin, è la creazione di una zona cuscinetto che impedisca all'Ucraina di colpire territori controllati dalla Russia. Gli attacchi potrebbero spingere Kiev e schierare nell'oblast di Kharkiv reparti attualmente impiegati sul fronte orientale, che verrebbe quindi esposto al rischio di una spallata russa.
Il messaggio di Zelensky
Il quadro sempre più complicato per Kiev viene delineato anche nel messaggio 'istituzionale' che il presidente Volodymyr Zelensky affida ai canali social. "Sono in corso battaglie difensive feroci su gran parte della nostra zona di confine. Ci sono villaggi che si sono effettivamente trasformati da una zona grigia", quindi contesa dai due stati, "in una zona di combattimento. L'invasore sta cercando di conquistarne alcuni o di utilizzarli come base per un ulteriore avanzamento", dice evidenziando che "il nostro compito è ovvio: dobbiamo infliggere quante più perdite possibili" alla Russia, dice. Mosca ha rivendicato il controllo di Pletenivka, Ohirtseve, Borysivka, Pylna e Strilecha. Da Vovchansk continua l'evacuazione dei civili.
La regione di Kharkiv, sottolinea Zelensky, non è l'unico teatro di guerra da considerare. "Prestiamo costante attenzione anche ad altre aree delle operazioni di combattimento, compreso il settore di Donetsk, dove la situazione non è meno tesa. In effetti, l'idea alla base degli attacchi nella regione di Kharkiv è quella di ridurre le nostre forze e minare il morale e la nostra convinzione di poterci difendere. La direttrice di Pokrovsk è la più difficile, nonostante tutto", dice facendo riferimento ad un'area in cui nelle ultime ore "si sono verificati trenta combattimenti". Quadro da monitorare con attenzione anche a "Lyman, Vremivka, Kramatorsk, Kupyansk".
Il generale Oleksandr Syrskyi, comandante delle forze armate ucraine, afferma che le difese nella regione di Kharkiv reggono. "Stiamo combattendo feroci battaglie difensive. I tentativi degli invasori russi di sfondare le nostre difese sono stati fermati", dice in una nota. "La situazione è difficile, ma le forze di difesa ucraine stanno facendo di tutto per mantenere le linee e le posizioni difensive e infliggere danni al nemico", aggiunge.
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Russia, Putin ‘licenzia’ Shoigu: Belousov nuovo...
Lavrov confermato ministro degli Esteri
Vladimir Putin vara il rimpasto di governo, rimuove Sergei Shoigu e sceglie un nuovo ministro della Difesa. Il presidente russo ha proposto, per il nuovo governo da formare dopo la sua rielezione avvenuta a marzo, il nome di Andrei Belousov - come riferisce l'agenzia Tass - per l'incarico ricoperto da Shoigu dal 2012 a oggi. Belousov, nel precedente governo, era vice primo ministro.
In ambito militare, spicca la conferma del generale Valeri Gerasimov come Capo di stato maggiore generale delle Forze armate. Putin, tra le nomine, ha proposto nuovamente il nome di Sergei Lavrov per la carica di ministro degli Esteri. La composizione del nuovo governo sarà sottoposta al Consiglio della Federazione Russa, che si riunirà martedì 14 maggio.
Perché Shoigu viene rimosso, cosa farà
Shoigu viene ricollocato: sarà segretario del Consiglio di Sicurezza, come stabilito dal decreto del presidente, e prenderà il posto di Nikolai Patrushev, che verrà destinato a un nuovo incarico.
Come ha spiegato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, Shoigu sarà anche il numero 2 di Putin nella Commissione dell'industria militare della Federazione. Secondo l'agenzia Ria Novosti, la decisione di rimuovere Shoigu dal ministero della Difesa è legata all'esigenza di affidare il dicastero ad un civile per favorire l'evoluzione del ministero, che "dovrebbe essere aperto all'innovazione e alle idee avanzate".
Il lungo 'regno' di Shoigu, peraltro, è stato segnato da continue accuse di inefficienza, sprechi e corruzione, elementi emersi con maggiore chiarezza dopo l'attacco contro Kiev. Alcune settimane fa, uno dei vice di Shoigu, Timur Ivanov, è stato arrestato con l'accusa di corruzione. Gli osservatori avevano interpretato la decisione come un segno di lotte di potere all’interno dell’apparato militare e di sicurezza russo.
Peskov ha evidenziato l'importanza del processo di integrazione dell'industria militare nel sistema economico del paese per adeguarsi in maniera più rapida e funzionale alle dinamiche in continua evoluzione.
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Morto l’uomo con un rene da maiale a due mesi dal...
Il Massachusetts General Hospital: "Nulla fa pensare che il decesso sia legato all'intervento"
E' morto Richard 'Rick' Slayman, 62 anni, che era stato a trapianto con un rene di maiale geneticamente modificato. Il decesso, riferisce il Guardian, circa due mesi dopo l'intervento del Massachusetts General Hospital che ha precisato che "nulla fa pensare che abbia perso la vita per l'operazione".
I chirurghi avevano detto che il rene di maiale sarebbe durato almeno due anni. Il team dei trapianti dell'ospedale del Massachusetts ha dichiarato in un comunicato di essere profondamente addolorato e ha espresso le sue condoglianze alla sua famiglia.
Slayman è stata la prima persona vivente a sottoporsi alla procedura. In precedenza, i reni di maiale erano stati temporaneamente trapiantati soggetti in riceventi cerebralmente morti a scopo sperimentale. Slayman aveva subito un primo trapianto di rene in ospedale nel 2018, ma era dovuto tornare in dialisi l’anno scorso e in presenza di altre complicazioni i suoi medici gli suggerirono il trapianto di rene di maiale.