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Digitale, Ambrosetti: “Settore richiede nuove...

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Digitale, Ambrosetti: “Settore richiede nuove tecnologie e materiali sostenibili”

Italia si trova in una posizione di svantaggio, con solo il 27,8% di utilizzo delle tecnologie più avanzate

Digitale, Ambrosetti:

Presentata oggi a Milano, a porte chiuse, la ricerca Ambrosetti sul digitale come abilitatore di un profitto sostenibile per le aziende. Il Rapporto strategico intitolato 'Il digitale per un profitto sostenibile: la Twin Transition delle imprese e le soluzioni digitali a supporto di sostenibilità e circolarità' è stato realizzato da The European House-Ambrosetti in partnership con Avvale, la digital business transformation company nata a Milano nel 2004 dall’intuizione di Domenico Restuccia, che da vent’anni cresce a doppia cifra ed evolve per supportare al meglio la digitalizzazione di pmi e Fortune500 di tutto il mondo.

Come si declina la Twin Transition per le aziende, ovvero lo sviluppo sinergico di soluzioni che favoriscano sia la transizione verde che quella digitale? Quali le tecnologie, i processi e le strategie che le aziende devono adottare per ridurre il proprio impatto ambientale senza compromettere la propria performance economica?

Sono alcune delle domande poste dallo studio il cui advisor scientifico è il direttore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia Giorgio Metta, per il quale “il mondo della ricerca è alla costante ricerca di nuove tecnologie e materiali sostenibili, ma senza nuovi modelli di efficienza e circolarità il progresso scientifico sarà vano: la transizione verde non è una sfida tecnologica, ma una sfida di sistema. In questo contesto, le aziende possono fare leva sulle nuove tecnologie digitali che, oltre a rendere i processi sempre più efficienti, possono creare nuovi modi di consumare e di interagire tra consumatori e aziende, estendendo intensità di utilizzo e riciclo di prodotti e materiali. La sfida è grande, ma grazie al digitale disponiamo oggi degli strumenti con cui affrontare la transizione verso un nuovo modello di profitto sostenibile”.

“In Avvale crediamo che l’adozione di modelli circolari e l’innovazione digitale rappresentino i mezzi più potenti che le aziende hanno a disposizione per coniugare profitto e sostenibilità” commenta Domenico Restuccia, fondatore e ceo di Avvale. “Integrare i principi della circolarità nei processi operativi e nel design dei propri prodotti non solo ottimizza l'efficienza operativa, ma permette anche di disaccoppiare la crescita dei ricavi dal consumo di risorse. Questo approccio pone le imprese in una posizione vantaggiosa per ridurre l'impatto ambientale e creare valore economico sostenibile nel lungo termine. L’innovazione tecnologica rende oggi questo obiettivo raggiungibile. Il digitale ci fornisce, infatti, strumenti adeguati per il superamento di un modello economico lineare in favore di ecosistemi circolari, in cui prodotti e materiali circolano al massimo valore il più a lungo possibile su scala industriale. Che si tratti di passaporto digitale e tracciatura di prodotto o di logistica di rientro e attivazione di nuovi mercati secondari, tutto questo richiede l’applicazione delle più moderne tecnologie digitali e questo è il focus di Avvale e l'ambito in cui vogliamo contribuire.”

Per Restuccia infatti "Quello che emerge da tutte le discussioni che nel corso della giornata di oggi abbiamo fatto è che sicuramente nell'immaginarci una crescita di lungo periodo che sia sostenibile sia da un punto di vista economico che da un punto vista ambientale e sociale è sostanzialmente necessario far sì che oltre a materiali innovativi, oltre a energie rinnovabili, è assolutamente necessario che i comportamenti dei singoli e le pratiche delle imprese mutino. In altre parole noi riteniamo che principi circolari e innovazione digitale siano i mezzi più potenti che le aziende hanno a disposizione per raggiungere il loro fine. Il fine di ogni azienda deve essere quello di essere sì profittevole, ma anche sostenibile. Ecco, quello che abbiamo studiato oggi è concretamente come l'innovazione tecnologica può aiutare processi esistenti a essere meno invasivi per l'ambiente, riducendo il consumo di risorse e abbattendo il footprint di CO2, da un lato".

"Ma - avverte - c’è tutto un mondo ancora da esplorare, e necessariamente andrà esplorato, di come di fatto il digitale può abilitare modelli di business diversi in cui il ciclo di vita del prodotto viene esteso e quindi i ricavi vengono in qualche misura disaccoppiati dalla produzione, ovvero modelli di sviluppo nei quali i ricavi di un’azienda, la crescita di un'azienda, sia funzione non solo della quantità di prodotto venduto, ma anche del tempo nel quale i suoi prodotti, i suoi materiali rimangono sul mercato e dell’intensità con cui vengono utilizzati. Ecco, per fare questo è necessario automatizzare su scala industriale tutta una serie di processi come la tracciatura, il passaporto digitale, la logistica di rientro, tutta una serie di processi che possono diventare efficienti ed efficaci grazie al digitale e portarci a una frontiera scientifica e non ideologica in cui sostenibilità e profitto non sono nemici l'uno dell'altro ma convivono per un futuro migliore".

Tre i messaggi chiave della ricerca: un’azienda che ha l’ambizione di essere davvero sostenibile è un’azienda che strumenti di misurazione altamente digitalizzati; il digitale rappresenta il più potente acceleratore di performance economica e esg; la transizione verso il net zero potrà avvenire solo grazie a nuovi modelli di business e processi circolari

Dalla ricerca emerge che in termini di digitalizzazione delle aziende, l’Italia si trova in una posizione di svantaggio, con solo il 27,8% di utilizzo delle tecnologie più avanzate (high e very high), valore che si discosta di ben 4,6 p.p. rispetto la media europea e di oltre 10 p.p. rispetto alle aziende tedesche ed olandesi. Al tempo stesso con una crescita del 75% dal 2017 al 2022, l’Italia è il paese che è cresciuto di più e in maniera più rapida tra tutti i paesi dell’Unione europea nella digitalizzazione.

In Italia le aziende che hanno scelto di investire in migliori infrastrutture digitali mostrano un livello di produttività maggiore del 64% rispetto le aziende non digitalizzate, passando da 133mila euro per dipendente a circa 220mila euro (in Germania, la differenza in termini di produttività è minore rispetto l’Italia, ma comunque del 35%) La percentuale sul Pil di investimenti privati in circolarità nell’Unione europea è solamente di 0,8% con 121 miliardi di euro nel 2021. In valori assoluti, l’Italia si posiziona con 12,4 miliardi di Euro, seconda solo a Germania (31,5 miliardi di Euro) e Francia (20,4 miliardi di euro). In termini relativi rispetto al Pil, i Paesi dell’Ue con la più alta percentuale di investimenti sono Belgio e Austria con l’1,4% con l’Italia si posiziona solamente all’11° posto con lo 0,7%. Analizzando, invece, l’andamento degli investimenti sull’economia circolare tra 2011 e 2021, si osserva come l’Italia abbia quasi raddoppiato i propri investimenti privati nell’economia circolare, ben sopra la media europea che ha registrato solamente una crescita del 16,5%.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Al Festival del Lavoro il ministro Bernini premia i...

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Il videogame che promuove il lavoro etico promosso dai consulenti del lavoro

Al Festival del Lavoro il ministro Bernini premia i vincitori del progetto GenL

"Grazie a Rosario De Luca per questo bellissimo lavoro. Questi ragazzi hanno saputo trasferire nel modo giusto le informazioni giuste, giocando, apparentemente giocando, hanno passato informazioni importanti sulla diffusione della legalità. Non è mai abbastanza forte la voce con cui si contrasta l'illegalità". Così Anna Maria Bernini, ministro dell'Università e della Ricerca, premiando al Festival del lavoro a Firenze i ragazzi vincitori del progetto 'GenL', il videogame ideato dai consulenti del lavoro già nel 2019 per sensibilizzare i più giovani ai temi della legalità e del lavoro etico.

A ricevere il premio Manuel Messina, del Centro italiano opere femminili salesiane (Ciofs) di Livorno, e Lorenzo Bormino, dell'Iis 'Leonardo Da Vinci' di Villafranca Lunigiana (Massa Carrara).

"Grazie a tutti e al ministro Bernini per testimoniare con la sua presenza l'impegno che portiamo avanti con i nostri giovani di categoria nella diffusione della legalità e dell'etica nelle scuole e nelle università. Con questo progetto andiamo a spiegare che il lavoro deve essere regolare, etico, dicendo no a violazioni e allo sfruttamento, con il rispetto totale di tutto quello che la norma prevede. Abbiamo sviluppato questo gioco che è partito in modo cartaceo e oggi è appunto un videogioco, contattando 700mila studenti. I due vincitori di oggi verranno anche con noi a Bruxelles in visita alle istituzioni europee, che sono fondamentali. Senza regole e senza limiti c'è anarchia e l'anarchia non fa bene a nessuno", ha commentato Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro, alla premiazione di questo progetto attraverso il quale i professionisti portano la cultura della legalità nelle scuole e nelle università su e giù per l'Italia.

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Festival Lavoro: Zanetti: “In questa nuova fase della...

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Videomessaggio del vicepresidente dell'Inter intervistato da Rosario De Luca

Festival Lavoro: Zanetti:

"Quando l'Inter mi ha detto che dovevo essere vicepresidente, grandissima felicità da parte mia: ma allo stesso tempo mi sono reso conto che era una grandissima responsabilità. Era finito un percorso calcistico molto importante dopo 25 anni, si chiudeva una parentesi e se ne apriva un'altra: iniziare completamente da zero, sempre legato al calcio però come manager. Tanti miei ex colleghi fanno l'allenatore, io volevo fare il manager, e soprattutto non il manager solo del lato sportivo: volevo avere una visione più ampia, a 360 gradi. Mi dovevo preparare: per questo ho iniziato un percorso di formazione all'università Bocconi, dove continuo a studiare, dove sto imparando tanto". Lo ha detto Javier Zanetti, vicepresidente dell'Inter, in un videomessaggio inviato alla giornata conclusiva del Festival del Lavoro, organizzato a Firenze dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro.

"Devo dire che mi trovo in una fase della mia vita molto importante, perché mi sto rendendo utile per il mio club, non soltanto nella parte sportiva: nelle diverse aree che il nostro club ha e dove può crescere - ha aggiunto Zanetti - Dare il mio contributo in diverse aree che io quando giocavo non conoscevo, questo di sicuro mi arricchisce".

"Studiare è fondamentale, imparare anche dalle persone che hanno più esperienza di te - ha concluso Zanetti - Di sicuro il calcio insegna: io sono membro della Fifa, della Uefa e della Conmebol, conosco tantissime persone dalle quali io posso tranquillamente imparare, ascoltare e poi mettere in pratica durante la mia vita quotidiana".

"Bisogna dare l'esempio: io lo dimostravo ai miei compagni con i fatti, non con le parole, il cammino che dovevamo seguire. I miei compagni credevano in me perché sapevano che tutto quello che io facevo era in funzione del bene del gruppo, e non per interesse personale. Con esempio, rispetto, senso di appartenenza, responsabilità, spirito di sacrificio, generosità: quando tu fai parte del gruppo devi cercare tutte queste componenti per poter arrivare agli obiettivi".

"La correttezza prima di tutto, il rispetto anche per gli avversari, per i colleghi, sempre - ha aggiunto Zanetti - Sono i valori che mi hanno trasmesso i miei genitori fin da bambino, li ho portati durante la mia carriera calcistica e li continuo a portare adesso come dirigente. Io credo che il rispetto sia fondamentale. La cosa che mi piace di più è che dopo aver smesso di giocare a calcio vengo riconosciuto per questi valori, al di là della maglia. Il mondo del calcio è talmente ampio, e ha una risonanza importante a livello mondiale: il fatto che mi riconoscano per questo, per me è un motivo d'orgoglio".

"Ogni volta che sollevavo un trofeo, che per fortuna sono stati tanti, e tanti mi fanno i complimenti per quello che ho vinto, a me piaceva sempre ricordare il percorso che avevo fatto fin da bambino per arrivare lì - ha concluso Zanetti - Ogni volta che io sollevavo un trofeo la mia mente, il mio cuore, tornava a quel bambino che sognava di diventare calciatore. Piedi per terra sempre, grandissima umiltà e spirito di sacrificio, perché senza sacrificio non si ottiene nulla".

"Bisogna adeguarsi -continua- e bisogna capire il momento che uno sta vivendo. La tecnologia sta avanzando molto velocemente: allora uno si adatta, si adegua, e mette a disposizione il suo talento, perché ognuno di noi ha un talento. Basta metterlo a disposizione, però sempre con la cultura del lavoro".

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Arriva 1a guida ai migliori vini in abbinamento a...

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Dai rosè al marsala, i matrimoni di gusto regione per regione

Arriva 1a guida ai migliori vini in abbinamento a Mozzarella Bufala Campana Dop

Chi ha mai degustato la bufala affumicata abbinata a un Marsala Doc? E chi lo ha detto che la mozzarella campana Dop va bene solo con i vini bianchi? Arriva la prima guida-catalogo ai migliori vini d’Italia in abbinamento all’'oro bianco' campano, realizzata dal Consorzio di Tutela e dall’Ais Italia, che contribuisce a sfatare anche alcuni luoghi comuni e ad esaltare matrimoni molto originali e inediti nel campo del pairing.

'Bufala&Wine in Love' è il titolo della pubblicazione, che è stata presentata oggi, nelle Regie Cavallerizze della Reggia di Caserta, sede del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop, con la partecipazione del presidente del Consorzio, Domenico Raimondo, del presidente nazionale dell’Ais, Sandro Camilli, del presidente Ais Campania, Tommaso Luongo, del delegato Ais di Caserta, Pietro Iadicicco, del direttore della Reggia di Caserta, Tiziana Maffei, e dell’assessore alla Cultura del Comune di Caserta, Enzo Battarra. Sold out l’evento, a cui ha partecipato un folto pubblico di addetti ai lavori e mozzarella-lover, che ha pagato un biglietto 'solidale' di 10 euro: il ricavato infatti è stato donato alla Fondazione 'Giuseppe Ferraro' di Maddaloni, che si occupa di minori in difficoltà.

Nel Lazio è un trionfo di bianchi, in Liguria e Puglia si registra la tendenza dei rosè. Ma non mancano le sorprese di vini rossi selezionati per i più curiosi, come in Alto Adige o in Calabria, o di vini maturati in anfora o legno, perfetti sposi di gusto della Bufala Dop. E perfino un connubio con il Moscato d’Asti. La Campania, cuore dell’area di produzione della mozzarella di bufala Dop, punta sulle bollicine d’asprinio, sull’eleganza del Costa d’Amalfi bianco e del Cilento Fiano, ma anche su Campi Flegrei Piedirosso e Aglianico del Taburno rosato. Sono alcune delle novità emerse dal lungo viaggio in Italia voluto dal Consorzio, un lavoro durato un anno, che ha coinvolto tutta la rete nazionale Ais, al termine del quale sono stati decretati gli 'abbinamenti top' in ogni regione d’Italia. Dal Piemonte alla Sardegna sono ben 110 i migliori vini selezionati, da maritare con la Mozzarella di Bufala Campana Dop.

Non si tratta di una classifica ma di uno strumento ragionato e utile, destinato a tutti gli appassionati, oltre che agli operatori del settore. Per la prima volta, vengono fornite indicazioni chiare e motivate sui migliori vini di ogni regione italiana da 'sposare' con la Bufala Campana.

Con questo progetto il Consorzio ha voluto rispondere alla classica domanda: quale vino abbinare alla mozzarella Dop? La versatilità di utilizzo di questa icona del Made in Italy agroalimentare ha consentito di spaziare e sperimentare in lungo e in largo, toccando tutti i territori italiani e raccontando in maniera coinvolgente un prodotto moderno, da mangiare così com’è o da abbinare a una infinità di soluzioni, dalla colazione al rito dell’aperitivo.

Il format è inedito. Nei mesi scorsi, le 22 delegazioni regionali dell’Associazione Italiana Sommelier, coordinate dall’ Ais Campania, hanno ricevuto la Mozzarella di Bufala Campana Dop nella versione tradizionale e affumicata, organizzando degustazioni mirate, in cui scegliere i vini che, regione per regione, risultassero più adeguati all’abbinamento. L’obiettivo era di individuare le 5 migliori denominazioni regionali in abbinamento, di cui 3 per la mozzarella tradizionale e 2 per la versione affumicata.

Il presidente del Consorzio di Tutela, Domenico Raimondo, spiega: “Ogni volta che ci chiedono quale vino abbinare alla mozzarella di bufala campana Dop, la risposta non è mai semplice. La Bufala Dop è un prodotto davvero sfidante per sommelier e gourmand. E abbiamo potuto constatare che non c’è un solo vino ideale per la mozzarella di bufala campana, ce ne sono diversi, originali, sorprendenti e legati ai territori, proprio come il nostro prodotto. Siamo andati alla ricerca di questa ricchezza e soprattutto abbiamo colmato una lacuna: finalmente abbiamo a disposizione uno studio realizzato con metodo, uno strumento che potremo veicolare a tutti. Grazie a questo catalogo, l’atavica domanda su quale vino abbinare alla mozzarella viene ribaltata. Da oggi saremo noi a chiedere: in quale regione ti trovi? E in base al territorio avremo una risposta per tutti”.

Gli fa eco il presidente nazionale di Ais, Sandro Camilli: “I degustatori dell’Associazione Italiana Sommelier hanno investito in questo viaggio tutta la loro passione e competenza per suggerire il miglior percorso di abbinamento, esplorando a fondo tutta la variegata ricchezza delle nostre denominazioni di origine. La capillare rete di Ais Italia ha permesso di coinvolgere in questo progetto tantissimi sommelier professionisti, provenienti dalle ventidue delegazioni regionali”.

Il presidente dell’Ais Campania, Tommaso Luongo, conclude: “Questa guida vuole essere nel contempo uno strumento didattico e un fedele compagno in un viaggio di conoscenza per coltivare la curiosità di sperimentare nuovi abbinamenti e vivere un coinvolgente itinerario esperienziale, su e giù per l’Italia”.

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