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Dengue, l’allarme si allarga: dopo il Brasile colpita...
Dengue, l’allarme si allarga: dopo il Brasile colpita anche Argentina
Da inizio febbraio oltre 39mila casi e 29 morti: l'infezione trasmessa dalle zanzare è stata rilevata in oltre la metà delle province del Paese. In Brasile oltre 500mila casi, 4 volte l'anno scorso
Non solo Brasile. L'allarme Dengue in Sudamerica si allarga all'Argentina e mette in allerta anche i Paesi vicini e gli Usa. In Argentina l'infezione trasmessa dalle zanzare è stata rilevata in oltre la metà delle province del Paese. Il ministero della Sanità ha parlato di 39.544 casi registrati e 29 decessi correlati. Circa 14 delle 24 province argentine hanno riferito una circolazione virale nel loro territorio: tutte le province delle regioni centrali e nord-orientali e 5 province nel nord-ovest del Paese, ha precisato il ministero.
Secondo il Bollettino epidemiologico nazionale ministeriale, in Argentina all'inizio di febbraio sono stati registrati 36.765 casi di Dengue a trasmissione locale, 1.813 casi importanti e altri 966 su cui si sta indagando. Da fine agosto 2023 a inizio febbraio 2024, il tasso di trasmissione è stato di 86 casi ogni 100mila abitanti a livello nazionale.
In Brasile oltre 500mila casi, 4 volte l'anno scorso
I casi di Dengue in Brasile, dove è in corso il Carnevale, hanno superato quota mezzo milione. Secondo gli ultimi dati diffusi dal ministero della Salute del Paese sudamericano, aggiornati al 12 febbraio, sono 512.353 i casi sospetti registrati nelle prime 6 settimane del 2024: quasi il quadruplo rispetto ai 128.842 dell'anno scorso. I morti per Dengue confermati da inizio anno sono stati 75 e sono in corso indagini su altri 350. Lo stato di Minas Gerais è il più colpito (circa 171mila casi sospetti), seguito da San Paolo (oltre 83.651), Distretto Federale (64.403), Paraná (55.532), Rio de Janeiro (39.315), Goiás (31.809), Espírito Santo (14.107) e Santa Catarina (12.470), riportano i media locali. Contro l'infezione trasmessa dalle zanzare il Brasile ha lanciato venerdì scorso una campagna di vaccinazione di massa che partirà dai bambini di 10-11 anni.
Pregliasco: "Contro rischio focolai da Sudamerica disinfestazione aerei"
Ma l'allarme Dengue desta preoccupazioni anche nel Vecchio Continente e in Italia, dove nel 2023 sono stati registrati 82 casi autoctoni di Dengue su 280 in totale. "Di sicuro una situazione così pesante in un'area tanto vasta, con gli interscambi internazionali ormai ripresi e una presenza di zanzare vettrici più ampia sul nostro territorio, anche in inverno, ci pone di fronte a un rischio di diffusione di questa patologia" che nel 202,3 ha già fatto registrare in Italia 82 casi autoctoni, su un totale di 280 spiega all'Adnkronos Salute il virologo dell'università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco.
L'esperto suggerisce un'attenzione mirata nella "disinfestazione degli aerei. Per quanto riguarda la malaria - ricorda - è successo che delle zanzare sopravvissute al volo abbiano dato origine a focolai intorno ad aeroporti. Questo rischio esiste anche per la Dengue", avverte Pregliasco. "Se è vero che nella gran parte dei casi l'infezione colpisce in modo non pesante - sottolinea - nelle forme gravi, soprattutto nei soggetti fragili, arriva ad avere un rischio di evoluzione seria".
Bassetti: "Alert su telefonini per viaggiatori che rientrano"
Per Matteo Bassetti è "importante fare due cose: chi si reca in Brasile e ha già avuto la Dengue proceda con la vaccinazione, perché in questo momento la malattia è fortemente endemica in tutto il Sud America. E poi serve informare chi rientra dal Brasile che, se ci sono sintomi compatibili con la Dengue, deve avvisare il proprio medico per fare il test: questo si può fare con avvisi o messaggi sul cellulare a chi sta viaggiando e rientra in Italia - anche attraverso le triangolazioni dei voli - così da intercettare i possibili casi. Perché in un Paese come il nostro, che già ha avuto casi endemici, ci potrebbero essere tanti altri contagi autoctoni". Serve uno sforzo di prevenzione e comunicazione, ma mi pare che ci sia poca informazione anche sui media", afferma all'Adnkronos Salute il direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova.
Andreoni: "Intercettare casi da Brasile, medici famiglia siano sentinella"
C'è la necessità di prevenire eventuali casi d'importazione delle febbre Dengue, malattia virale trasmessa dalla puntura della zanzara Aedes? "Ora un cordone sanitario sarebbe difficile da organizzare perché non c'è un test come per il Covid - risponde Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali - ma serve un prelievo del sangue, quindi un po' più complicato. Ora è importante che chi torna o parte per il Brasile o per altri Paesi dove la Dengue è endemica conosca i rischi e al rientro, se ci sono i sintomi della Dengue" - febbre (dai 2 ai 7 giorni), mal di testa acuto con dolore alle orbite degli occhi, forti dolori muscolari e alle giunture, nausea, vomito - "contatti il medico di famiglia che oggi deve essere sentinella del territorio, come accaduto con il MonkeyPox".
"Nel 2023 - ricorda Andreoni - ci sono stati in Italia oltre 360 casi di Dengue, di cui 82 autoctoni. La zanzara c'è anche da noi e quindi è chiaro che c'è preoccupazione per eventuali altri contagi d'importazione dal Brasile o Paesi limitrofi", avverte l'infettivologo. "Esistono però due vaccini efficaci contro la Dengue: non è chiaramente il momento per raccomandarli a tutti, ma se c'è in programma un viaggio in Brasile si possono fare. Non è facile, però - conclude - trovare centri specializzati che li facciano, quindi occorre armarsi di pazienza".
Gismondo: "Tra viaggi e clima sempre più focolai, prevenzione chiave"
"Il cambiamento climatico e i viaggi internazionali renderanno sempre più frequenti i focolai di infezioni" trasmesse dalle zanzare, tra cui la febbre di Dengue, "anche in zone prima non coinvolte", evidenzia Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano.
"Nel complesso tentativo di mitigare le conseguenze dei cambiamenti in atto" in un mondo sempre più globalizzato, la parola d'ordine è "prevenzione - raccomanda Gismondo - sia ambientale sia personale. Ambientale con la bonifica delle acque stagnanti, habitat ideale per l'infestazione di zanzare vettrici di queste infezioni; personale innanzitutto con l'uso di insettorepellenti se ci si reca in zone a rischio".
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Ucraina, Macron: “Non escluso invio truppe se Russia...
Il presidente francese torna a mettere in guardia Mosca in un'intervista al The Economist: "Siamo stati troppo titubanti nel definire i limiti delle nostre azioni nei confronti di qualcuno che non li ha più e che è l'aggressore"
Il presidente francese torna a mettere in guardia la Russia: in caso di sfondamento del fronte in Ucraina, l'invio di truppe di terra occidentali non è da escludere. Dalle pagine di The Economist, Emmanuel Macron torna su un concetto espresso a febbraio e che allora aveva fatto molto discutere.
"Se i russi dovessero andare a sfondare le linee del fronte, se ci fosse una richiesta ucraina - cosa che oggi non è il caso - dovremmo legittimamente porci il problema", ha affermato. "Escluderla a priori, non equivale a trarre le conclusioni degli ultimi due anni", ha aggiunto, alludendo al primo rifiuto dei paesi della Nato di inviare carri armati e aerei, e al successivo ripensamento.
"Non escludo nulla - ha quindi sottolineato il presidente francese -, perché davanti a noi c’è qualcuno che non esclude nulla. Senza dubbio siamo stati troppo titubanti nel definire i limiti delle nostre azioni nei confronti di qualcuno che non li ha più e che è l'aggressore".
"Ho un obiettivo strategico chiaro: la Russia non può vincere in Ucraina. Se la Russia vincesse in Ucraina, non ci sarebbe sicurezza in Europa", ha poi rimarcato Macron aggiungendo: "Non dobbiamo escludere nulla, perché il nostro obiettivo è che la Russia non possa mai vincere in Ucraina".
"L'aggressività della reazione russa alle mie parole ha dimostrato che ha avuto l’effetto desiderato, ossia 'non pensare che ci fermeremo qui se non lo fai'".
E ancora: "La Francia è un paese che ha effettuato interventi militari, anche di recente. Abbiamo dislocato diverse migliaia di soldati nel Sahel per combattere il terrorismo che potrebbe rappresentare una minaccia per noi. Lo abbiamo fatto su richiesta di Stati sovrani", ha detto in riferimento all'operazione Barkhane delle forze armate francesi in Mali, Ciad, Burkina Faso, Mauritania e Niger contro gruppi terroristici islamici.
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Usa, non si fermano proteste pro-Gaza nelle università:...
Secondo quanto riportato, l'intervento sarebbe stato preceduto dal lancio di una granata stordente
Le forze di sicurezza sono entrate nell'accampamento pro-Palestina allestito dai manifestanti nell'Università della California, Ucla. Lo riporta la Cnn. Secondo quanto riportato, l'intervento sarebbe stato preceduto dal lancio di una granata stordente. "Proprio negli ultimi minuti - ha riferito la corrispondente di SkyNews - la polizia ha lanciato un 'flashbang', quasi come una tecnica di distrazione, mentre avviava la sua operazione per smantellare l'accampamento". In precedenza le forze dell'ordine avevano chiesto via altoparlante ai manifestanti di lasciare il posto, dopo aver dichiarato illegale l'accampamento.
Diverse agenzie per la sicurezza hanno inviato sul posto le loro unità con compiti specifici: al Dipartimento di Polizia di Los Angeles è affidato l'incarico di mettere in sicurezza il perimetro, la California Highway Patrol entrerà nell'accampamento, il dipartimento dello sceriffo di Los Angeles sarà responsabile del controllo sulla folla. Le forze dell'ordine sul posto sono dotate di dispositivi di protezione, comprese maschere antigas, secondo le fonti citate dall'emittente.
Scontri tra gruppi filo israeliani e filo palestinesi
Ieri scontri tra gruppi di manifestanti filo israeliani e filo palestinesi sono scoppiati nel campus di Los Angeles. "Sono avvenuti orribili atti di violenza e abbiamo immediatamente chiamato la polizia", ha detto la vice rettrice. Un giornalista che lavora per il "Daily Bruin", giornale dell'università, ha riferito che i manifestanti filo Israele hanno lanciato "petardi, uno scooter, bottiglie d'acqua e gas lacrimogeni" contro il gruppo avverso.
Arrestati centinaia di manifestanti
Centinaia di manifestanti sono stati arrestati nelle ultime 24 ore durante le proteste che stanno infiammando i campus universitari negli Stati Uniti. Anche se le richieste dei manifestanti variano da università a università, la maggior parte chiede agli atenei di disinvestire dalle aziende che sostengono Israele e la guerra a Gaza.
Università dell'Arizona: mercoledì le forze dell'ordine hanno usato palline di pepe e proiettili di gomma contro i manifestanti, ha detto l'università in una nota.
A New York, circa 300 persone sono state arrestate nell'operazione di polizia condotta per sgomberare i campus della Columbia e del City College dai manifestanti pro Gaza. Ancora da capire quanti di coloro che occupavano la Hamilton Hall della Columbia fossero studenti e quanti no. Il sindaco di New York, Eric Adams, ha denunciato "un movimento per radicalizzare i giovani...non permetterà che questo accada".
Fordham University: almeno 15 persone sono state arrestate dopo che decine di manifestanti hanno allestito un accampamento all'interno dell'edificio Lowenstein dell'università, secondo una dichiarazione della scuola che ha chiesto al Dipartimento di Polizia di New York di essere nel campus almeno fino al 22 maggio.
Università di Buffalo: circa 16 persone sono state arrestate mercoledì sera dopo una protesta filo-palestinese al North Campus dell'università, ha detto la scuola in un comunicato.
Dartmouth College: Novanta persone sono state arrestate durante la protesta filo-palestinese di mercoledì con l'accusa di aver commesso reati tra cui violazione di domicilio e resistenza all'arresto, ha detto la polizia della città di Hanover nel New Hampshire.
Università del Texas a Dallas: almeno 17 arresti sono stati effettuati nel campus mercoledì sera, hanno detto i funzionari della scuola.
Università del Wisconsin-Madison: diversi manifestanti sono stati arrestati mercoledì, ha detto il cancelliere Jennifer L. Mnookin in una lettera alla comunità del campus.
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Autostrada crollata in Cina, si aggrava bilancio vittime:...
La tragedia è avvenuta dopo giorni di forti piogge nell'area
E' salito a 48 morti il bilancio ufficiale delle vittime del crollo di un tratto di un'autostrada nella provincia del Guangdong, nella Cina meridionale. Lo ha riferito l'agenzia cinese Xinhua, dopo le prime notizie di ieri che parlavano di 24 morti a seguito del cedimento di un tratto di carreggiata di 18 metri all'altezza della città di Meizhou. Almeno 30 sono le persone ricoverate in ospedale.
Circa 20 i veicoli coinvolti nel crollo, hanno riferito le autorità locali. Le immagini diffuse sui social mostrano auto travolte da terra e fango, probabilmente dopo una frana. Ancora sconosciute le cause del crollo, ma nei giorni scorsi nella regione erano state registrate piogge torrenziali.
Dezoito carros caíram em uma encosta depois que um trecho de 17,9 metros da rodovia desabou hoje de manhã quarta-feira, segundo autoridades da província de Guangdong.
Testemunhas disseram à mídia local que ouviram um barulho alto e viram um buraco aberto pic.twitter.com/zZzQu4tTs0
— Elza Luiza da Silva Ferrari (@ElzaLuizadaSil5) May 2, 2024