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Cronaca

Il cuore può ringiovanire? Studio italiano sulle cellule...

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Il cuore può ringiovanire? Studio italiano sulle cellule nervose

Lo studio pubblicato su 'Minerva Cardiology and Angiology' da Massimo Fioranelli, dipartimento di Scienze umane dell'università 'Guglielmo Marconi' di Roma

Una visita cardiologica - (Fotogramma)

"Ogni organo ha un cervello ed è possibile ringiovanire le cellule nervose come abbiamo fatto con il cuore". E' lo studio pubblicato su 'Minerva Cardiology and Angiology' da Massimo Fioranelli, dipartimento di Scienze umane dell'università 'Guglielmo Marconi' di Roma e responsabile del Centro di Cardiologica e Medicina integrata della Clinica Sanatrix di Roma. Perché il cuore ha un cervello? "Oggi noi verifichiamo grazie alla tecnologia aspetti della medicina che già 4mila anni fa altri avevamo notato - racconta il cardiologo - In Cina avevano talmente sviluppato un senso d'osservazione che oggi capiamo - e verifichiamo - questo livello con la nostra tecnologia. Nell'antica Cina vedevano che quando un paziente aveva una frequenza del cuore fissa, come il beccare del picchio o le gocce di pioggia sul tetto, sarebbe deceduto entro 4 giorni. Negli anni '70 grazie alle prime unità coronariche abbiamo analizzato questo fenomeno e scoperto che quando il cuore ha un frequenza fissa, senza variazioni, si è in presenza di una compromissione dello stato di salute; questo ad esempio è frequente nei diabetici. La ricerca ci ha fatto comprendere che nel cuore, come in tutti gli organi, c'e un piccolo cervello composto da 40-80mila cellule nervose".

"Questi neuroni, come quelli del cervello, producono neurotrofine il cui capostipite è l'Ngf, una proteina scoperta dal premio Nobel Rita Levi Montalcini - ricorda Fioranelli - Poi la comunità scientifica ne ha scoperte altre, ad esempio il Bdnf, un fattore neutrofico derivato dal cervello - una neurotrofina essenziale per lo sviluppo e la sopravvivenza neuronale, la plasticità sinaptica e la funzione cognitiva - che non produce solo il cervello ma tutti gli organi, che hanno appunto un piccolo cervello. Negli anni si è studiato il Bdnf e si è visto che una sua carenza può far progredire malattie neurodegenerative, la depressione, ma anche le malattie cardiovascolari o lo scompenso cardiaco". Poi arriva l'idea alla base dello studio.

"Si è pensato di somministrare Bdnf nella fibrillazione atriale, una aritmia benigna che può mettere a rischio ictus molti pazienti. Abbiamo visto che la somministrazione di Bdnf riduceva gli episodi di fibrillazione atriale in modo statisticamente significativo, in modo progressivo all'innalzarsi dell'età. In conclusione, il cuore produce delle sostanze per riparare se stesso, il Bdnf ha un effetto trofico e rigenerativo rispetto alla cellule perdute: abbiamo ringiovanito le cellule nervose del cuore".

Quali sviluppo può avere l'uso della neurotrofina Bdnf sui pazienti più critici? "L'uso di questa sostanza con potenti effetti antiossidanti contrasta l'invecchiamento delle cellule nervose e cerebrali, ed agisce sull'invecchiamento delle cellule del cuore. Nello specifico è già in commercio un prodotto che contiene questo neurotrofina". L'esperienza su questo campo è stata raccontata da Fioranelli in un libro, 'Cardiologia Integrata' (Tecniche nuove).

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Cronaca

Morto il giornalista Franco Di Mare: una vita tra reportage...

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Franco Di Mare, noto giornalista e volto della Rai, si è spento a Roma all’età di 68 anni. La notizia, diffusa dalla famiglia, ha suscitato grande commozione nel mondo del giornalismo e tra il pubblico che lo ha seguito per anni. Di Mare ha dedicato gran parte della sua carriera ai reportage dai fronti di guerra, raccontando conflitti in Kosovo, Iraq e Afghanistan. Era famoso per il suo stile diretto e per la capacità di portare alla luce le storie umane dietro i grandi eventi storici.

Di Mare, che aveva recentemente pubblicato il libro “Le parole per dirlo – La guerra fuori e dentro di noi“, ha passato gli ultimi mesi a combattere contro un mesotelioma, un tipo di tumore raro e aggressivo. Questo tumore, spesso legato all’esposizione all’amianto, si sviluppa nelle cellule mesoteliali che rivestono la cavità toracica, addominale o il cuore. Franco Di Mare aveva collegato la sua malattia all’esposizione a materiali cancerogeni durante i suoi numerosi viaggi di lavoro in aree contaminate.

La Rai ha espresso profondo dolore per la perdita, sottolineando l’importante contributo di Di Mare alla professione giornalistica e alla televisione italiana. La sua capacità di narrare con passione e professionalità i momenti più critici della storia recente rimarrà un esempio per molti giovani giornalisti.

Cos’è il mesotelioma?

Il mesotelioma è un tipo di tumore maligno che colpisce il mesotelio, il sottile strato di tessuto che riveste la maggior parte degli organi interni. È spesso associato all’esposizione all’amianto, un materiale una volta ampiamente utilizzato nell’edilizia e nell’industria. La malattia è nota per il suo lungo periodo di latenza, che può durare decenni, e per la sua aggressività, rendendola difficile da trattare efficacemente.

Franco Di Mare lascia un vuoto nel mondo del giornalismo, ma il suo esempio di dedizione e coraggio continuerà a ispirare.

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Cronaca

E’ morto Franco Di Mare, aveva 68 anni

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Lo scorso 28 aprile, il giornalista era stato ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, dove aveva rivelato di essere malato di mesotelioma

E' morto Franco Di Mare, aveva 68 anni

E' morto a Roma il giornalista e inviato della Rai Franco Di Mare, colpito da un mesotelioma. Aveva 68 anni. A dare l'annuncio è il fratello Gino Di Mare che su Facebook scrive: "Ciao Frà, con te va via un pezzo di me".

L'annuncio della malattia

Lo scorso 28 aprile, il giornalista era stato ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa. Di Mare Aveva spiegato di essere ammalato di un tumore molto cattivo legato "alla presenza di amianto nell'aria che si prende tramite la respirazione di particelle di amianto, senza rendersene conto". "Ho un mesotelioma, un tumore molto cattivo" aveva detto il giornalista. A lungo inviato di guerra nei Balcani, tra i proiettili all'uranio impoverito e le polveri sollevate dalle esplosioni e dagli edifici che crollavano, aveva respirato anche particelle d'amianto. Un nemico invisibile che presenta il conto a distanza di decenni.

Il mesotelioma, come spiega l'Airc sul proprio sito, è un tumore che nasce dalle cellule del mesotelio, le membrane che rivestono, come una sottile pellicola, gli organi interni. Oltre al mesotelioma maligno, dal mesotelio possono svilupparsi anche tumori benigni che in genere vengono rimossi chirurgicamente e non richiedono ulteriori trattamenti.

Il mesotelioma maligno è una patologia rara che colpisce prevalentemente gli uomini. In Italia rappresenta lo 0,8% di tutti i tumori diagnosticati nell'uomo e lo 0,3% di quelli diagnosticati nelle donne. Il 90% dei mesoteliomi è dovuto all'esposizione ad amianto. Altri fattori di rischio meno comuni per il mesotelioma sono l'esposizione alle radiazioni ionizzanti o al diossido di torio (utilizzato in passato come mezzo di contrasto per le immagini radiografiche).

I primi sintomi con cui si presenta il mesotelioma pleurico, spesso legati all'accumulo di liquido nella cavità pleurica (versamento pleurico), sono respiratori: fiato corto (dispnea) e tosse. Possono essere presenti anche dolore nella parte bassa della schiena o a un lato del torace e sintomi più aspecifici, come debolezza muscolare e perdita di peso. Dolore addominale, perdita di peso, nausea e vomito sono invece i sintomi più comuni in caso di mesotelioma peritoneale. Il volume dell'addome può aumentare a causa dell'accumulo di liquido nel peritoneo (ascite).

Determinare lo stadio del tumore, ovvero quanto la malattia sia estesa, è essenziale per decidere il tipo di terapia. Per il mesotelioma vengono individuati 4 stadi (I-IV) sulla base dei criteri Tnm che tengono conto dell'estensione del tumore (T), dell'eventuale coinvolgimento dei linfonodi (N) e delle metastasi (M). Come per la maggior parte dei tumori, anche per il mesotelioma più basso è lo stadio e migliori sono le probabilità di successo del trattamento. Spesso però la diagnosi di questo tumore arriva quando la malattia ha già superato gli stadi iniziali ed è ormai difficile da trattare, perciò è uno dei tumori con prognosi raramente positiva. A distanza di 5 anni dalla diagnosi sono ancora vivi solo l'8% degli uomini e il 10% delle donne colpiti dal mesotelioma.

Chi era Franco Di Mare

Di Mare era un nome e un volto notissimo per i telespettatori italiani. Di Mare nasce a Napoli il 28 luglio 1955 ed è stato uno storico inviato della Rai nelle di aree di crisi. Nel servizio pubblico arriva nel 1991: nella redazione esteri del Tg2 ha seguito la crisi dei Balcani come inviato di guerra, visitando luoghi come Bosnia, Croazia e Kosovo. Ha anche coperto eventi in Mozambico, Somalia, Rwanda, Burundi e nella regione dei Grandi Laghi in Africa.

Di Mare ha realizzato inchieste giornalistiche sulla mafia dell’Europa dell’Est, la guerra in Kosovo, in Bosnia e in Rwanda, oltre a seguire le elezioni presidenziali e politiche in vari paesi del mondo. Ha anche indagato sul terrorismo in Giappone, Russia, Medio Oriente e Africa Orientale. La sua esperienza include la copertura delle guerre in Afghanistan e Iraq (prima e seconda), nonché dei conflitti tra Eritrea ed Etiopia e a Timor Est.

Nel 2003, ha iniziato la sua carriera di conduttore televisivo soprattutto nel programma 'Unomattina', che ha lasciato nella stagione 2013-14 per la trasmissione pomeridiana 'La Vita in diretta'. Nel 2019 viene nominato vicedirettore di Rai Uno e nel 2020 direttore generale del day time della Rai. Dallo stesso anno fino al 2022 è stato direttore di Rai Tre.

Le accuse alla Rai

Durante l'intervista da Fabio Fazio, Di Mare aveva lamentato l'atteggiamento, tenuto dalla Rai di fronte alla sua malattia: si sono dileguati "tutti i gruppi dirigenti, non quello attuale, ma quello precedente, quello precedente ancora - aveva affermato - . Posso capire che esistano delle ragioni di ordine legale, sindacale, ma io chiedevo alla Rai lo stato di servizio che è un mio diritto, i posti in cui sono stato, così potevo provare a chiedere alle associazioni di categoria cosa fare… sono spariti tutti. Se io posso arrivare a capire, e non è che lo debba fare per forza, che possono esistere ragioni legali o sindacali, quello che capisco meno è l’assenza sul piano umano. Persone a cui parlavo dando del tu, perché ero un dirigente Rai, sono sparite, si sono negate al telefono, a me. Come se fossi un questuante. Io davanti a un atteggiamento del genere trovo un solo aggettivo: ripugnante”.

All'indomani dell'intervista, l'ad Rai Roberto Sergio si era impegnato a inviare al giornalista tutta la documentazione richiesta all'azienda negli anni precedenti. Durante l'audizione in Vigilanza della scorsa settimana, Sergio ha annunciato che a Di Mare "è stata inviata, via Pec, la documentazione che aveva richiesto".

L'ad Rai Roberto Sergio: "Commosso per scomparsa Di Mare, sarò vicino a famiglia"

"Sono commosso e conservo nel mio cuore il dolce, faticoso colloquio telefonico avvenuto il giorno successivo alla sua denuncia" dichiara l'amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio. "Purtroppo non potrò incontrarlo, come ci eravamo ripromessi, ma sarò vicino alla famiglia e in questo doloroso momento prego con loro".

La nota di Viale Mazzini

"La scomparsa di Franco Di Mare è per la Rai, per la quale si è sempre speso con passione e professionalità, motivo di profondo dolore, al quale si unisce la riconoscenza per quanto fatto nel corso della sua lunga carriera che lo ha spesso visto in prima linea per raccontare coraggiosamente i conflitti nel mondo" si legge in una nota di Viale Mazzini subito dopo la scomparsa del giornalista in cui si esprime il cordoglio di tutta l'azienda. "Una passione che lo ha accompagnato anche nei programmi, condotti successivamente, nei ruoli dirigenziali ricoperti e nell’esperienza del programma d'inchiesta 'Frontiere'" che lo ha visto al timone fino al 2023.

Sangiuliano: "E' una notizia che mi addolora profondamente"

"E' una notizia che mi addolora profondamente. Proprio meno di una settimana fa avevo ricevuto un suo messaggio che mi spiegava i motivi per cui non mi rispondeva". A parlare all'Adnkronos è il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, appena appreso della notizia della morte del giornalista Franco Di Mare. "Evocava quando eravamo stati insieme a Sarajevo durante la guerra della ex Jugoslavia perché gli avevo mandato su WhatsApp una vecchia fotografia che gli avevo scattato in cui lo ritraevo lui insieme a Fabio Chiucconi", conclude il ministro.

Fazio: "E' un grande dolore"

"Ci ha lasciato Franco Di Ma di Mare. Sapevo come tutti che sarebbe dovuto succedere a breve ma, poi, ogni volta che una cosa così accade ci si sorprende e non si è mai pronti". Inizia così il ricordo commosso di Fabio Fazio che, in un video postato sui suoi profili social, commenta la notizia della scomparsa del giornalista Franco Di Mare. Franco di Mare, aggiunge Fazio, "ci ha lasciato una grande lezione in quella intervista a 'Che tempo che fa' per presentare il suo libro. E' stato molto importante quello che ha detto e, per quel che mi riguarda, è stato molto importante quello che ci siamo detti soprattutto io e lui prima, le settimane precedenti, nei giorni precedenti e anche quello che ci siamo scritti nei giorni successivi", dice il conduttore che, visibilmente commosso, aggiunge: "Sono cose che rimarranno dentro di me a lungo. E' un grande dolore".

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Cronaca

Sap: “crollato controsoffitto in uffici Squadra...

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Sap:

"Abbiamo appreso dell’improvviso crollo del controsoffitto negli uffici della Squadra Mobile della questura più importante d’Italia. Non abbiamo notizia di feriti e questo ci rassicura molto. Tuttavia siamo indignati e sconcertati dallo scarso livello di manutenzione, per non dire inesistente, delle strutture che appaiono totalmente abbandonate dall’amministrazione". La denuncia è di Massimiliano Cancrini, segretario provinciale di Roma del Sap.

"Chiederemo al Questore di far verificare al più presto tutti i locali per scongiurare il pericolo di ulteriori crolli - aggiunge - e valuteremo attraverso i nostri legali eventuali profili di responsabilità".

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