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Israele-Hamas, media: “Netanyahu ha dato ok a cessate...

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Israele-Hamas, media: “Netanyahu ha dato ok a cessate il fuoco”

Media: pressing Israele su mediatori, "in proposta Hamas punti fuori discussione". Domani Haniyeh al Cairo

Rafah (Afp)

Svolta o vicolo cieco? Saranno ore decisive le prossime per capire se vedrà finalmente la luce un nuovo accordo tra Israele e Hamas sugli ostaggi ed il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Questa sera, alle 19.30 ora israeliana (le 18.30 in Italia), il premier israeliano Benjamin Netanyahu terrà una conferenza stampa a Gerusalemme, riferisce il Times of Israel, che rilancia notizie dei media locali dopo l'incontro tra Netanyahu e il segretario di Stato Usa, Antony Blinken.

Israele ha chiesto ai mediatori in contatto con Hamas di sollecitare una risposta differente alla proposta di accordo. Lo riferisce il sito israeliano di notizie Ynet sulla base di dichiarazioni di un funzionario israeliano. "La risposta di Hamas contiene punti fuori discussione per Israele", ha detto un funzionario israeliano citato dal sito.

Parole che arrivano dopo che alla Cnn è stato detto che non c'è "alcuna possibilità" che Israele accetti la controproposta di Hamas. E dopo che una fonte dell'ufficio del premier israeliano ha rimarcato alla Nbc che Israele "non accetterà mai" di ritirare le sue forze dalla Striscia di Gaza.

Il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, sarà domani al Cairo per colloqui sulla proposta di accordo con Israele. Lo riporta Ynet che cita il giornale Al Araby Al Jadeed. Quds Press si limita a riferire che una delegazione di Hamas si recherà in Egitto "nei prossimi giorni" nell'ambito dei negoziati.

In precedenza il canale di informazione egiziano Al Qahera News aveva riferito dell'inizio domani al Cairo di un nuovo round di negoziati per arrivare a un accordo che porti alla liberazione degli ostaggi trattenuti da quattro mesi nella Striscia di Gaza e a un cessate il fuoco.

Incontro Blinken-Netanyahu

Nell'incontro tra Blinken e Netanyahu "sono stati discussi i nuovi sforzi per assicurare il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti in mano ad Hamas e l'importanza di aumentare la quantità di assistenza umanitaria che arriva ai civili sfollati in tutta Gaza", ha reso noto il dipartimento di Stato.

"C'è ancora molto lavoro da fare" per raggiungere un accordo che veda il rilascio degli ostaggi a Gaza. "Ma siamo molto concentrati nel fare questo lavoro e, si spera, essere in grado di riprendere il rilascio degli ostaggi che è stato interrotto molti mesi fa", ha detto Blinken in una dichiarazione prima del suo incontro con il presidente israeliano Isaac Herzog, sottolineando che Stati Uniti ed Israele stanno studiando "in modo intenso" la proposta di Hamas.

Da parte sua, Herzog ha notato che la nuova visita del segretario di Stato Usa a Tel Aviv "arriva in un momento cruciale del conflitto. Noi desideriamo e preghiamo per il rilascio immediato dei nostri ostaggi - ha aggiunto - vogliamo vederli tornare al più presto possibile".

A seguire, a Ramallah, l'incontro tra Blinken e il leader dell'Autorità palestinese, Mahmoud Abbas.

Cosa prevede la controproposta di Hamas

Le autorità israeliane stanno valutando "attentamente" la nuova proposta di tregua a Gaza presentata dai negoziatori del Qatar, ha detto ai giornalisti il portavoce del governo di Tel Avi, Avi Hyman. "Abbiamo ricevuto un aggiornamento, abbiamo ricevuto una comunicazione dai negoziatori del Qatar. Li stiamo esaminando. Il Mossad sta esaminando attentamente ciò che ci è stato presentato", ha dichiarato il portavoce.

Dopo la proposta israeliana e nel giorno della visita a Tel Aviv di Blinken, è trapelata una controproposta di Hamas che, aveva già riportato Channel 13, è stata consegnata dal Qatar al Mossad.

Secondo le fonti, nel governo dello Stato ebraico si starebbe discutendo se respingere in blocco le richieste formulate dal gruppo palestinese o avviare un negoziato per tentare di ammorbidirle. Su alcuni punti, in particolare, ci sarebbero forti resistenze. Altri media si spingono oltre e parlano già di un ok del primo ministro, Benjamin Netanyahu, a un cessate il fuoco, anche se interpellato dal Times of Israel il suo ufficio non ha confermato l'indiscrezione.

Nel dettaglio, sottolinea al-Jazeera, la controproposta di Hamas prevede un cessate il fuoco in tre fasi, con uno stop dei combattimenti per 135 giorni complessivi, ovvero quattro mesi è mezzo. Nei primi 45 giorni verrebbero rilasciati tutti i minori di 19 anni, gli anziani e i malati che sono prigionieri a Gaza e le donne.

Nella seconda fase dell'accordo è previsto il rilascio dei restanti ostaggi maschi che sono ancora nell'enclave, mentre la terza fase prevede la consegna alle autorità israeliane dei corpi delle persone che sono rimaste uccise durante i combattimenti.

In cambio Hamas chiede il rilascio di 1.500 prigionieri, un terzo dei quali scelti tra i detenuti condannati in Israele all'ergastolo, il ritorno degli sfollati nelle loro case, la garanzia della libertà di movimento tra il nord e il sud dell'enclave e l'ingresso di almeno 500 camion al giorno di aiuti e carburante in tutta la Striscia.

Il piano del gruppo palestinese prevede anche la fine degli "assalti" dei coloni alla moschea di Al-Aqsa, l'approvazione di un piano per ricostruire case, strutture economiche e pubbliche entro un periodo massimo di tre anni e, soprattutto, che Qatar, Egitto, Stati Uniti, Turchia e Russia siano garanti dell'eventuale nuova intesa.

Intanto le indiscrezioni si rincorrono. Secondo Sky News Arabia, il Qatar avrebbe detto a Hamas che Israele sarebbe disponibile a rilasciare dai 3mila ai 5mila detenuti palestinesi in cambio degli ostaggi ancora trattenuti nella Striscia di Gaza.

L'emittente riferisce inoltre che il Qatar sta cercando di ammorbidire le richieste contenute nella controproposta di Hamas per un cessate il fuoco e il ritiro completo delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza.

Channel 13 invece rilascia l'ipotesi che nell'accordo rientri anche l'esilio dei dirigenti di Hamas. La tv ritiene che la questione sia stata recentemente oggetto di discussione tra israeliani e americani, con i primi che sarebbero favorevoli a quest'opzione in quanto significherebbe "la fine della leadership di Hamas" a Gaza.

Attacco Israele in Siria, 10 morti

Attacchi israeliani sulla Siria centrale hanno ucciso almeno 10 persone, tra cui sei civili. Lo ha reso noto l'Osservatorio siriano per i diritti umani, precisando che "tra i civili uccisi nei raid contro un edificio nel quartiere Hamra della città di Homs ci sono una donna e suo figlio".

Il capo dell'osservatorio Rami Abdel Rahman ha dichiarato alla Dpa che gli attacchi hanno preso di mira un edificio a due piani e un seminterrato vicino allo stadio municipale. Tra le persone uccise ci sarebbero anche due membri del movimento filo-iraniano Hezbollah.

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Ucraina, diminuisce la pressione della Russia su Kharkiv:...

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L'analisi in un rapporto dell’American Institute for the Study of War

I combattimenti a  Kharkiv - Afp

La Russia frena nell'attacco a Kharkiv. L'intensità delle operazioni offensive dell'esercito di Mosca nel nord della regione continua a diminuire dopo che i militari russi hanno rallentato nella penetrazione iniziata ormai una settimana fa. A delineare il quadro sul campo, dopo una fase cruciale del conflitto, è un rapporto dell’American Institute for the Study of War (Isw), think tank americano che monitora quotidianamente le operazioni. "Le truppe russe sono attualmente avanzate a non più di otto chilometri dal confine, nel nord dell'oblast. I reparti di Mosca possono facilmente lanciare attacchi di artiglieria contro le posizioni difensive ucraine vicino al confine e il divieto di uso di armi occidentali in territorio russo rende vulnerabili le posizioni di difesa ucraine".

Gli analisti americani sottolineano che "dal 10 maggio le forze russe sono riuscite a portare a termine un'offensiva tattica nel nord della regione di Kharkiv, in aree in cui le forze ucraine non hanno deliberatamente creato linee difensive significative e ora, a quanto pare, danno priorità alla creazione di una zona cuscinetto, piuttosto che avanzare in profondità".

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che oggi ha visitato la regione e ha ricevuto rapporti dai comandanti militari sulla situazione nel campo di battaglia, ha dichiarato su Telegram che "la situazione nell'oblast di Kharkiv è generalmente sotto controllo e i nostri soldati stanno infliggendo perdite significative all'occupante". Tuttavia, la situazione rimane "estremamente difficile: stiamo rafforzando le nostre unità".

Il problema delle armi 'difensive'

La Russia riesce a colpire obiettivi nella regione di Kharkiv direttamente dal proprio territorio, in luoghi che l'Ucraina non può raggiungere con le armi fornite dai partner occidentali. In particolare, Kiev non può usare i missili americani Atacms per raggiungere il territorio russo. "La Commissione statunitense di Helsinki ha affermato che gli Stati Uniti dovrebbero consentire all'Ucraina di colpire obiettivi militari nelle zone di confine della Federazione Russa nel contesto dell'operazione offensiva russa in corso nella regione di Kharkiv, sebbene i funzionari statunitensi continuino ad esprimere riluttanza a sostenere tali attacchi - prosegue il think tank statunitense - La Commissione di Helsinki degli Stati Uniti ha dichiarato il 15 maggio che gli Stati Uniti dovrebbero 'non solo consentire, ma anche incoraggiare' le forze ucraine a colpire le forze russe che stanno sparando e sono impegnate in un'offensiva sulla regione di Kharkiv al confine con la Federazione Russa".

Il 14 maggio Politico, citando due funzionari statunitensi anonimi, ha riferito che la politica dell'amministrazione Biden, che vieta all'Ucraina di usare armi fornite dagli Stati Uniti per lanciare attacchi sul territorio russo, non è cambiata. "Fonti di Politico hanno affermato che gli aiuti militari statunitensi all'Ucraina sono destinati 'alla difesa e non alle operazioni offensive' sul territorio della Russia", riferisce l'Isw.

Allo stesso tempo, gli analisti notano che "l’operazione ucraina di lanciare attacchi contro i sistemi nella Federazione Russa che supportano direttamente le operazioni offensive di terra della Federazione Russa nel nord della regione di Kharkiv sarebbe in realtà un tentativo difensivo e sarebbe impreciso caratterizzarlo come 'offensivo'".

La 'zona sicura' dell'esercito russo

L'Isw ha recentemente stimato che "le restrizioni statunitensi sulla capacità dell'Ucraina di colpire obiettivi militari nella Federazione Russa hanno creato una zona sicura per l'esercito russo nelle aree di confine, da cui gli aerei russi possono bombardare e lanciare attacchi missilistici sulle posizioni e sulla popolazione ucraina e dove le forze e gli equipaggiamenti russi possono essere riuniti liberamente prima dell’invasione del territorio ucraino".

"Questa politica statunitense mina seriamente la capacità dell'Ucraina di difendersi dalle operazioni offensive della Russia nel nord della regione di Kharkiv", ha sottolineato l'Isw, aggiungendo, a questo proposito, che "Vladimir Putin ha minimizzato la minaccia di contrattacchi ucraini lungo l'intera linea del fronte, sottolineando che, a suo avviso, l'Ucraina non può e non sarà in grado di liberare il territorio conquistato dalle truppe russe".

I conti di Mosca sulla controffensiva ucraina

Tuttavia, secondo gli analisti dell'Istituto, il presidente russo "ha fatto questa ipotesi sulla base del graduale rafforzamento delle forze di Mosca nell'Ucraina orientale durato mesi. E l’Odni (Office of the Director of National Intelligence) ha riferito che Putin 'probabilmente crede' che le forze russe abbiano indebolito gli sforzi ucraini di riconquistare un territorio significativo e che il sostegno degli Stati Uniti e dell’Occidente all’Ucraina sia 'limitato'. Le limitate operazioni offensive russe nell’oblast settentrionale di Kharkiv suggeriscono che Putin e il comando militare russo potrebbero valutare i rischi, le prospettive e la tempistica delle operazioni offensive sulla base del presupposto che le forze russe saranno in grado di avanzare in qualsiasi area del fronte e consolidare eventuali guadagni senza tener conto di contrattacchi tattici ucraini o di una significativa operazione controffensiva ucraina in futuro".

"Ma questo calcolo - conclude l'Isw - fondamentalmente fraintende le capacità tattiche che le forze ucraine avranno una volta che l'assistenza di sicurezza americana inizierà ad affluire su grande scala al fronte. È imperativo che le forze ucraine siano in grado di condurre vaste operazioni controffensive che libereranno il territorio occupato dai russi non appena le condizioni lo consentiranno, altrimenti Putin continuerà probabilmente a credere di poter continuare indefinitamente le operazioni offensive in atto e di costringere l'Ucraina a muoversi in una strategia di difesa".

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Russia, Ue prepara nuove sanzioni: nel mirino i media...

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Voice of Europe, Ria Novosti, Izvestija e Rossiyskaya Gazetaaggiunti alla lista nera

Il Cremlino - (Afp)

Mentre la guerra sanguinosa si combatte sul campo, da dove non arrivano buone notizie per l’Ucraina e l’Occidente, l’Ue prepara nuove sanzioni contro la Russia. Ne parla un articolo di Eurofocus, il nuovo format multicanale di Adnkronos sull'Europa e dall'Europa.

Leggi anche:

“Agenti stranieri”, chi sono le figure che preoccupano i governi internazionali

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Israele vuole allargare l’offensiva a Rafah – Ascolta

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Israele vuole allargare l’offensiva a Rafah - Ascolta

Il Comando dell'esercito israeliano ha inviato un'altra brigata a Rafah, mentre attende l'approvazione del governo israeliano all'ampliamento dell'offensiva. Il nuovo contingente - riferisce il Times of Israel - è stato schierato nella notte nella città meridionale della Striscia, unendosi alla 162a Divisione, che opera nella parte orientale della città dall'inizio di questo mese. Intanto cinque soldati israeliani sono stati uccisi e altri sette sono rimasti feriti, di cui tre gravemente, in un incidente di 'fuoco amico' avvenuto ieri sera a Jabaliya.

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