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Inter-Juve, lanci di bottiglie e bombe carta dopo partita:...

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Inter-Juve, lanci di bottiglie e bombe carta dopo partita: due arresti e 50 Daspo

Cinquanta tifosi nerazzurri sono stati accompagnati in questura

Tifosi allo stadio (Fotogramma/Ipa)

Cinquanta tifosi nerazzurri sono stati portati in questura al termine della partita Inter-Juve. Due tifosi interisti di 22 e 24 anni sono stati arrestati ieri al termine del match e 50 Daspo sono stati emessi dal questore di Milano, Giuseppe Petronzi.

Per i due giovani l'arresto è stato convalidato (a vario titolo per resistenza e violenza a pubblico ufficiale e lesioni) ma tornano liberi. E' stata la stessa pubblica accusa a non chiedere nessuna misura nei loro confronti, ritenendo il provvedimento della convalida sufficiente e l'inesistenza del pericolo che nell'immediato possano rendersi protagonisti di altri episodi simili.

"Mi sono avvicinato perché pensavo stessero festeggiando, poi ho visto dei fumogeni e mi sono trovato nel mezzo. Quando è arrivata la celere mi hanno bloccato da dietro in tre, mi hanno fatto cadere, facevo fatica a respirare a terra e mi hanno arrestato" racconta il 24enne di Sesto Calende (Varese) reduce, da poco, da un incidente in sci. "Non ho opposto resistenza, non ho sferrato calci e pugni, ero tranquillo. Quando ho visto la polizia ho cercato di andar via, ma non ho impedito l'arresto" aggiunge il ragazzo mimando con la spalla il tentativo di non essere arrestato.

Il compagno di tifo calcistico racconta, invece, di aver attraversato via Pinerolo fino a via Harar "per poter sfottere un po' l'avversario" e raggiungere un pub, ma una volta arrivato a metà strada del vialetto "ho visto un po' di gente e ho visto torce e fumogeni volare e la polizia scendere verso di me. Mi sono trovato in mezzo, da un lato i tifosi e tanti poliziotti arrivare, così mi sono allontanato. Sono caduto una prima volta nell'erba, mi sono rialzato, ho sentito un calcio sulla gamba ma non so da chi come se fossi stato calpestato, poi mi sono trovato la polizia. Non ricordo di aver tentato di divincolarmi. Io ero tranquillo, mi hanno fatto mettere sul marciapiede e mi hanno ammanettato solo per entrare in auto", dice il 22enne di Paderno Dugnano. Nega di aver fatto cadere un poliziotto, rimasto ferito a una gamba.

Un racconto che soddisfa il difensore, il legale Mirko Perlino, che di fronte alla non richiesta di misura cautelare ricorda come spesso nel caso di scontri vicino allo stadio a finire nei guai "restano i ragazzini che non sanno come muoversi. Il 24enne ha avuto lesioni importanti alla mano e alla spalla e in una fase di riabilitazione andrebbe davvero a far botte? L'altro si è limitato a uno sfottò genuino. Sono incensurati, lavorano, si sono trovati nel momento sbagliato nel posto sbagliato. Forse si sono spaventati nel momento dell'arresto e hanno tentato di liberarsi ma bisogna capire cosa è successo prima". I due arrestati torneranno in aula il prossimo 6 marzo, mentre gli altri 48 identificati ieri sera dalla questura di Milano sono tutti liberi.

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Sport

Internazionali Roma, Errani e Paolini vincono il doppio...

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Impresa delle azzurre che vincono il titolo nel doppio femminile

Sara Errani e Jasmine Paolini (Fotogramma/Ipa)

Impresa delle azzurre Sara Errani e Jasmine Paolini, che vincono il titolo nel doppio femminile agli Internazionali d'Italia, torneo Atp Roma 2024. La coppia italiana ha battuto in tre set le avversarie, la statunitense Coco Gauff e la neozelandese Erin Routliffe, in un'ora e 28 minuti di gioco con il punteggio di 6-3 4-6 10-8.

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Lavoro

Turismo: lungo la Wild Atlantic Way, dove il saper fare...

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Lungo l'itinerario turistico che accompagna da 10 anni i visitatori si possono conoscere aziende che tramandano attività tradizionali

Turismo: lungo la Wild Atlantic Way, dove il saper fare irlandese diventa esperienza

Da dieci anni la Wild Atlantic Way, la strada che per 2.500 chilometri segue la costa occidentale dell’Irlanda affacciata sull’Oceano, attira i visitatori di tutto il mondo per la sua natura incontaminata e i suoi paesaggi selvaggi. Grazie all’itinerario turistico segnalato creato nel 2014 da Fáilte Ireland, l’autorità nazionale per lo sviluppo del turismo, e promosso all’estero da Tourism Ireland. Ma a renderla unica è anche la sua gente, con la sua rinomata ospitalità e quell’essere laboriosa che tenacemente ha portato anche questo angolo più remoto dell’isola ad affermarsi come meta internazionale. Così, oltre ad ammirare panorami mozzafiato e a praticare tutto ciò che una vacanza ‘active’ possa offrire, dal biking al surf, si può entrare in contatto con le tante piccole e grandi aziende che, spesso da generazioni, portano avanti attività tradizionali, conoscere prodotti e produzioni, immergersi nella vita dei piccoli centri come un ‘temporary citizen’. In tempi in cui il turista è sempre di più a caccia di esperienza, la Wild Atlantic Way è sicuramente una destinazione dove ‘sperimentare’ il saper fare.

A cominciare dalla più settentrionale delle nove contee attraversate dall’itinerario, il Donegal. Una parte dell’isola remota e bellissima, schiacciata tra l’Oceano - su cui si gettano scogliere tra le più alte d’Europa, come Sliabh Liag, gettonatissima meta di escursioni tanto da vantare un nuovissimo Visitors Centre - e l’invisibile confine con l’Irlanda del Nord, che neanche la Brexit ha accentuato. E che si è riscattata come nuova destinazione tutta da scoprire proprio grazie alla Wild Atlantic Way.

Il Donegal è la ‘patria’ del celebre tweed, come a dire che il ‘saper fare’ qui non è secondo a nessuno. Con questo elegante tessuto in lana a trama spinata si confezionano giacche, abiti, cappelli e persino cravatte, anche per conto dei più grandi brand di moda internazionale. Sono molte le aziende che tramandano questa tradizione e qualcuna ha deciso anche di condividerla con i turisti, aprendo la propria fabbrica al pubblico per una visita guidata. Lo ha fatto, ad esempio, da un anno, Hanna Hats, dove Eleanor Hanna, terza generazione di un’azienda che lavora al centro della città di Donegal dal 1924, mostra come le sarte cucitrici e macchiniste sono in grado di realizzare in mezz’ora un cappello, che sia un’iconica coppola da uomo o una femminile cloche.

Non lontano, ad Ardara, una ‘summa’ di prodotti artigianali, tessili ma non solo, della regione si può trovare nella galleria Donegal Designer Makers. E i pezzi più interessanti sono esposti anche in alcuni degli esclusivi resort che la zona offre, come Harvey’s Point, premiato come ‘Miglior albergo d’Irlanda’ da Tripadvisor ed esso stesso un’esperienza, che racchiude una intrigante storia famigliare celata nella pace del lago Eske.

Quanto a storie, miti e leggende, infatti, l’Irlanda ne ha da vendere. E un modo speciale per averne un assaggio è anche l’esperienza notturna al Nephin National Park nella Mayo’s Dark Sky Reserve: per raggiungerlo ci si affida alle guide del parco che offrono il pick up nell’albergo in cui si alloggia (tra i più vicini i Mulranny Park Hotel affacciato sulla laguna) per condurre i visitatori, nel bel mezzo della notte, fino al Visitor Centre dove ad attenderli c’è un prestigiatore che tra giochi e magie narra racconti e aneddoti a lume di candela. I più fortunati, se il cielo è limpido, potranno anche mettersi in osservazione delle stelle, con spiegazione di galassie e pianeti.

Tra le attività più importanti lungo la Wild Atlantic Way, certamente quelle legate al mare. In particolare in quel tratto protetto da Achill Island, la più grande ‘isola dell’isola’ di Irlanda, collegata al resto del paese solo dal Michael Davitt Bridge, oltrepassato il quale si scoprono spiagge pluripremiate, come Keem beach, raggiungibili anche in bici lungo la Great Western Greenway. Poi, scogliere a picco ma anche ruderi di castelli e il famoso ‘Villaggio deserto’, impronta di un passato che ha segnato questa nazione con povertà e carestia costringendo milioni di irlandesi ad abbandonare le proprie case ed emigrare.

Se la pesca è certamente nota, soprattutto di merluzzo (lo provano fritto tutti i golosi di fish&chips) e di salmone (dal sentore selvatico, questa specie irlandese a torto poco conosciuta all’estero), non tutti sanno che qui ci sono allevamenti di ostriche di primissima qualità, che nulla hanno da invidiare a quelle francesi, grazie al particolare microclima che caratterizza le insenature che ritagliano la costa. Temperatura, umidità, venti, flora, marea, tutto contribuisce a questo processo che dura dai 3 ai 6 anni, quanti ne servono per ottenere un’ostrica pronta per il consumo, portato avanti da un’acquacoltura ormai eroica, minacciata costantemente dal cambiamento climatico.

A raccontarla gli ‘oyster farmers’, come Padraic Gannon, che questo mestiere lo fa da 30 anni nell’azienda di famiglia, da lui stesso trasformata da agricola ad allevamento di ostriche, dopo l’illuminante incontro con un francese, che nel 1984 gli ha aperto gli occhi sull’acquacoltura. Oggi l’azienda Croagh Patrick Seafoods si è aperta ai visitatori e ha appena creato una nuova struttura per accogliere chiunque voglia saperne di più sulle ostriche. Un tour esperienziale che porta a passeggiare tra l’acqua dove affiorano le ceste in cui il prezioso mollusco si sviluppa, provando a scuoterle con quel preciso movimento che solo gli esperti allevatori conoscono; si può poi imparare come aprire il guscio con lo speciale coltellino e naturalmente assaporarle nel ricco tasting proposto con i più gustosi abbinamenti, alghe comprese.

E proprio le alghe aprono una nuova frontiera per il turismo, in questa parte di Irlanda, legato al wellness. Sono ancora poche le strutture che lo fanno ma c’è chi offre trattamenti benessere ed estetici con bagni alle alghe, massaggi con oli essenziali e un’intera linea cosmetica che sfrutta i principi nutritivi di questa pianta acquatica. E’ il caso di Voya Seaweed Bath, dove questa antica pratica viene riproposta in cabine lusso e all’avanguardia, con vista fronte oceano e spalle alla cosiddetta ‘montagna piatta’, il Ben Bulben. Si trova a Strandhill, spiaggia famosa per il surf, tanto da essersi dotata del nuovissimo National Surf Centre, una struttura per accogliere sportivi e appassionati ma anche per offrire un’esperienza, non solo atletica, al visitatore. Come per esempio una passeggiata sugli scogli accompagnati dalle guide di Nourished by Sea Rocks, che spiegheranno tutto sulle alghe, compreso il loro uso per preparare dolci, decotti, medicinali e altro ancora, fra storytelling e degustazione.

Chi invece, in fatto di benessere, ama i ‘rimedi della nonna’ può fare un salto all’Old Irish Goat Centre, dove un gruppo di volontari si prende cura delle poche centinaia di esemplari rimasti e salvati dall’estinzione di questa razza autoctona di capra, che vive sul suolo irlandese da cinquemila anni, simbolo evocativo nella cultura pagana gaelica e fonte di sopravvivenza nel periodo della grande carestia, e da cui ricavano solo il latte per farne una linea speciale di sapone dal forte potere nutriente.

Quella culinaria, si sa, è una delle esperienze di viaggio più ricercate e non manca di certo lungo la Wild Atlantic Way. Basta andare, su tutte, nella cittadina di Sligo: il vivace centro pedonale che si snoda lungo il fiume Garavogue pullula di ristorantini che non ti aspetti. Da qui l’idea di Anthony Gray, imprenditore ed ex golfista, proprietario di due ristoranti, Eala Bahn per il fine dining e Hooked, più informale, di creare ‘Taste of Sligo’: un tour gastronomico guidato attraverso almeno 5 locali della città, compresi un oyster bar, una cioccolateria e un’enoteca, per assaggiare quanto di meglio la costa ovest dell’Irlanda ha da offrire in fatto di prodotti tipici. Un’idea lanciata appena prima della pandemia e ora diventata un must per chi visita questa parte d’Irlanda, che ha reso questo appassionato ristoratore un vero ambasciatore della Wild Atlantic Way.

Chiunque vada in Irlanda, poi, almeno una volta, prova il celebre Irish coffee, vero e proprio simbolo del paese. Ma non tutti sanno come si prepara. In soccorso arrivano le ‘lezioni’ offerte al Clew Bay Hotel di Westport, pittoresca cittadina affacciata sul mare, una delle poche nel paese con un piano regolatore geometricamente disegnato, molto frequentata pure dagli irlandesi nella bella stagione ma anche per congressi, nonché meta di pellegrinaggi per la vicinanza del monte sacro dedicato a St.Patrick (Croagh Patrick), patrono d’Irlanda, e nota anche per l’antica dimora dei discendenti della leggendaria ‘Regina pirata’, Grace O’Malley, che sarebbe vissuta a cavallo del 1500.

In questo albergo, una gestione famigliare avviata fin dagli anni Cinquanta cominciando da un ‘fish&chips’ (una novità per l’epoca in questo angolo del paese), si organizzano, infatti, dei mini-corsi per gli ospiti con tanto di parte pratica e, ovviamente, degustazione finale seguita, per i più meritevoli, da diploma. I proprietari, Maria con suo marito Darren Madden, svelano i segreti di un Irish coffee preparato ad arte - unendo nell’ordine whiskey, zucchero di canna, caffè e, parte più difficile, la panna - ma, soprattutto, raccontano la storia di una famiglia che, nonostante le difficoltà, continua a credere nella Westport Bay, la baia che si apre di fronte alla città e che la Wild Atlantic Way ha portato a riscoprire.

A pochi passi, immancabile il Matt Malloy's Pub, sempre aperto per una autentica serata irlandese: il proprietario, da cui prende il nome, è un flautista che si esibisce con una delle più famose band irlandesi di musica tradizionale, The Chieftains, nel ‘back bar’ di fronte al caminetto acceso. Quella del pub, del resto, è una delle esperienze da non perdere in Irlanda. Ad Ardara, il Nancy’s Bar, gestito da sette generazioni dalla stessa famiglia, sembra una casa d’altri tempi, dove tra cimeli e collezioni di pinte si può degustare una pluripremiata soup a base di pesce.

In una città come Sligo, poi, non c’è che l’imbarazzo della scelta: si può andare da Hargadon’s, che conserva gli arredi originali risalenti al 1864 e serve un’ampia scelta di birre artigianali locali, oppure al Thomas Connolly’s Bar, il più antico della città, dove sin dal 1861 sono passati personaggi famosi. Uscendo, non passa inosservata la statua in bronzo del poeta e drammaturgo irlandese William Butler Yeats, Premio Nobel per la letteratura, che trascorse molto tempo proprio a Sligo. Una “terra dei desideri e del cuore” la definisce nei suoi tanti scritti dedicati a questi luoghi. Perché anche questo angolo d’Irlanda “va dritto al cuore”, e ci resta.

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Lavoro

Turismo, in Irlanda compie 10 anni la Wild Atlantic Way:...

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E’ la via costiera segnalata più lunga del mondo, con 188 Discovery Point in un paesaggio incontaminato

Turismo, in Irlanda compie 10 anni la Wild Atlantic Way: meta iconica e volano per l'economia

Compie dieci anni la Wild Atlantic Way, la strada che corre lungo la costa occidentale dell’Irlanda, guardando all’Oceano, in quell’angolo estremo d’Europa dove il mare nei secoli ha scolpito insenature e scogliere. E’ la via costiera segnalata più lunga del mondo, si estende per ben 2.500 chilometri, dalla regione più settentrionale dell’isola, il Donegal, alla contea di Cork, a sud-est. Si può percorrere in entrambe le direzioni, verso Nord fino a Malin o in direzione Sud fino a Kinsale, attraversando nove contee. Un itinerario turistico creato con lungimiranza un decennio fa, per sviluppare un turismo sostenibile in questa area poco conosciuta, ma anche fragile, e contrastare la crisi che ha colpito pure questo settore dopo il 2007. E che, con i suoi 188 Discovery Point, diventati essi stessi icone da immortalare in foto, ha accompagnato i viaggiatori attraverso località remote e pressoché inesplorate.

Un paesaggio incontaminato che ha attratto non solo turisti a caccia di esperienze lontane dai sentieri battuti, ma anche registi e produttori di tutto il mondo: ‘Star wars’, ‘Gli spiriti dell’isola’, ‘Normal People’ e ‘La figlia di Ryan’ sono solo alcuni dei film girati in questo set cinematografico a cielo aperto.

A distanza di 10 anni, la Wild Atlantic Way mantiene inalterato il suo fascino e si è rivelata una delle iniziative turistiche di maggiore successo del paese. Un vero e proprio brand che ha contribuito allo sviluppo di una fiorente industria turistica, che ha portato all’economia locale e nazionale un indotto di 3 miliardi di euro. Rispetto al 2013 si registra un +29% di visitatori e un 57% di spesa generata da stranieri. In questi primi dieci anni, le attività legate al turismo sono aumentate del 60% e sono 400 le nuove esperienze offerte ai turisti, dal cicloturismo al trekking.

Un percorso epico e selvaggio, fra rocce scoscese, grotte nascoste e spiagge deserte, che può essere esplorato a piedi, in bicicletta, in moto o in auto, in qualsiasi momento dell’anno, sotto il proverbiale cielo di un’isola dove le quattro stagioni si possono vivere in un’ora, con il sole a sorprendere anche nelle giornate tipicamente uggiose. Lungo la Wild Atlantic Way si susseguono 63 spiagge, cinque parchi nazionali, 26 isole abitate e altre centinaia completamente selvagge. E, ancora, due Dark Sky Reserve e il sito di Skelling Michael, patrimonio mondiale dell’Unesco. Di fama mondiale, poi, i campi da golf immersi nel verde, che è emblema dell’isola, e le spiagge dove si può praticare surf nelle migliori condizioni di onde e vento.

Con le sue bellezze naturali la Wild Atlantic Way, nei suoi primi dieci anni, è ormai diventata una destinazione famosa a livello internazionale. Ma a renderla caratteristica sono anche i villaggi e le cittadine che si incontrano percorrendola da Nord a Sud, tra fari, castelli, antiche dimore e cottage dai tetti di paglia. Si può soggiornare in piccole ‘accomodation’ a conduzione famigliare o in lussuosi resort, assaporare cucine stellate e prodotti tipici, con il pesce dell’Atlantico a farla da padrone.

E tra un tè accompagnato dagli scones di eredità britannica, una birra artigianale o una immancabile Guinness, un must è anche la degustazione di whisky direttamente in distilleria. Come pure non si può fare a meno di entrare in un pub, luogo di ritrovo per definizione, dove si respira lo spirito irlandese più autentico e si ascolta musica tradizionale. Né si può rinunciare a provare un Irish coffee preparato ad arte, che riscalda corpo e anima. Proprio come la gente, ospitale e generosa, orgogliosa e tenace, che la Wild Atlantic Way fa incontrare.

Per celebrare questo 10° anniversario, Tourism Ireland nel 2024 ha promosso una campagna dedicata specificatamente alla Wild Atlantic Way. Come spiega Alice Mansergh, Chief Executive Designate di Tourism Ireland, “in questo traguardo di dieci anni, mostreremo quanto la Wild Atlantic Way ha da offrire in 14 mercati del mondo, attraverso media e canali tv e digitali”. “Con il nostro partner Fáilte Ireland, insieme con i governi e le comunità locali, abbiamo creduto in questa strada che oggi compie dieci anni come itinerario turistico - aggiunge - ma che rappresenta un paesaggio naturale e una eredità culturale con una storia millenaria. Ed è stato un piacere contribuire a rendere la Wild Atlantic Way famosa in tutto il mondo”.

Anche il mercato italiano è coinvolto nella campagna. “La Wild Atlantic Way è un progetto che ha saputo dialogare autenticamente con i territori, diventare un’effettiva risorsa per le comunità locali, generando un’economia basata sul turismo in tutte e nove le contee attraversate lungo la costa occidentale dell’isola, mettendo sempre al primo posto la difesa del nostro bene più prezioso: la nostra terra e il nostro mare. Il fattore umano è uno degli elementi importanti per il successo della Wild Atlantic Way, che, coinvolgendo le comunità, le aziende e le istituzioni locali nello sviluppo di prodotti, infrastrutture ed esperienze turistiche, ha generato 35mila nuovi posti di lavoro nel turismo, raggiungendo un tasso di occupazione pari 121mila posti, diventando il primo percorso turistico del Paese, con un indotto annuale di circa 3 miliardi di euro”, commenta Marcella Ercolini, direttrice di Turismo Irlandese in Italia.

“Gli italiani amano la Wild Atlantic Way, e i collegamenti aerei diretti tra diverse città italiane verso i tre aeroporti regionali, Shannon, West Ireland Knock e Cork, consentono di arrivare direttamente sulla costa ovest, permettendo ai viaggiatori italiani di scoprire aree lontane dalle rotte più battute, partendo da nord, pensiamo al Donegal, scendendo poi al centro verso Galway, il Connemara e le isole Aran, per poi proseguire verso sud con il Kerry e la capitale gastronomica d’Irlanda, Cork”, sottolinea.

Fáilte Ireland, l’autorità nazionale per lo sviluppo del turismo, che dieci anni fa ha scommesso su questo itinerario, ha investito oltre 120 milioni di euro in almeno 50 progetti e lanciato 10 piani di sviluppo delle destinazioni. “Un decennio fa, la Wild Atlantic Way ha trasformato il paesaggio turistico irlandese, mettendo insieme coste selvagge, antica eredità e calorosa ospitalità, in una cornice che ha catturato cuori in tutto il mondo”, afferma il Ceo di Fáilte Ireland, Paul Kelly.

“Fáilte Ireland - ricorda - ha lanciato la Wild Atlantic Way nel 2014 per rispondere a una crisi globale che ha colpito in particolare la costa occidentale. Il brand mirava a creare un’esperienza che reimmaginasse la costa. L’ambizione era di unire la regione attraverso una strada turistica continua e definita, presentandola in modo che fosse attrattiva per i turisti e che fungesse da motore economico per l’Irlanda occidentale. Un progetto su cui abbiamo avuto una straordinaria collaborazione sia delle istituzioni pubbliche sia del settore privato. Le comunità locali hanno abbracciato questo progetto dall’inizio, lo hanno fatto proprio e continuano a incarnarne l’essenza”.

“Come agenzia di sviluppo - conclude - abbiamo continuato a investire nella Wild Atlantic Way, dalle grandi attrazioni alle piccole esperienze per i visitatori. E nei prossimi 5 anni investiremo oltre 70 milioni di euro nello sviluppo sostenibile di questo prodotto turistico. I trend turistici evolvono, i viaggiatori cercano esperienze autentiche e crediamo che la Wild Atlantic Way possa offrirle. Oggi la Wild Atlantic Way è diventata molto di più che una strada turistica, è un invito internazionalmente riconosciuto a esplorare il cuore e l’anima dell’Irlanda dell’Ovest. E’ un brand ancora giovane, con molte potenzialità da sviluppare e questo anniversario segna un primo decennio di quello che sappiamo sarà una eredità durevole”.

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