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Sostenibilità

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Uiops e Assitol: “Olio di palma sostenibile, versatile e sicuro”

Al Sigep di Rimini un incontro per valorizzare i tanti utilizzi dell'olio vegetale e dire basta alle fake news

Uiops e Assitol:

L'olio di palma è un ingrediente molto versatile che grazie alle sue qualità tecnologiche ed organolettiche è ampiamente utilizzato per prodotti da forno, prodotti dolciari, snack, margarine, creme spalmabili, gelati, impasti pronti per pizza e pasta sfoglia. Al Sigep, 45esimo Salone internazionale della gelateria, pasticceria, panificazione artigianale e caffè, in corso a Rimini, l’Unione italiana per l’olio di palma sostenibile (Uiops) e l’Associazione Italiana dell'Industria Olearia (Assitol), membro associato dell’Unione, hanno organizzano un incontro di approfondimento sugli aspetti tecnologici, di sicurezza e di sostenibilità dell'olio di palma. (Video)

“Siamo qui al Sigep - spiega Mauro Fontana, presidente Unione italiana olio di palma sostenibile - per parlare di olio di palma sostenibile, non solo dal punto di vista della regolamentazione deforest free dell'Europa o del sistema di certificazione Rspo-Roundtable on sustainable palm oil, ma anche per parlare di tutte le caratteristiche qualitative e tecnologiche dell'olio di palma sostenibile che rappresentano un vantaggio inequivocabile e consolidato nella produzione dei prodotti rappresentati in questo salone”.

La quota dell'olio di palma sul totale della produzione degli oli vegetali è del 36% a fronte del 9% di superficie occupata. Si calcola che nel mondo ne siano utilizzate 76 milioni di tonnellate all'anno di cui 1 milione 236 mila in Italia. Il 9% dell'olio di palma utilizzato è per la cosmetica, il 19% per l'alimentare e il 72% per usi tecnici e industriali come biofuel, usi energetici e oleochimica. L'olio di palma sostenibile ha origini conosciute e tracciabili, da piantagioni dove non si è fatto ricorso a deforestazione e incendi.

“L'olio di palma sostenibile - commenta Andrea Carrassi, direttore generale Assitol - è perfetto per diverse applicazioni. È un prodotto sostenibile, perfettamente disponibile, anche a un prezzo contenuto, perfetto per tante applicazioni. Avendo sapore e fragranza neutri non interferisce con la ricetta, quindi molte aziende lo apprezzano proprio per la sua versatilità e disponibilità sul mercato. In passato è stato attaccato per motivi commerciali e di alcuni grandi gruppi che pensavano di aggredire degli spazi di mercato utilizzando altri oli o grassi, soprattutto mettendo in evidenza nell'etichetta che quel prodotto era senza olio di palma. Noi siamo contro questo tipo di claim e siamo a favore dei claim positivi. Più che dire ‘senza olio di palma’, preferiamo mettere l'alternativa che si è scelto di utilizzare, cosa valorizza l'etichetta nutrizionale. Il claim ‘senza’ è un messaggio sbagliato al consumatore, questo dobbiamo dirlo e ripeterlo in tutte le sedi”.

Durante l’incontro è emerso come dopo la crisi in Ucraina (l'Ucraina è il principale fornitore di olio di girasole in tutto il mondo che esporta il 75% di olio di girasole) molte aziende hanno faticato a reperire questo prodotto e si sono rivolte di nuovo all'olio di palma. “Lavoro in questo settore da almeno 25 anni - commenta Simona Leoni, Industrial solution - r&d group director di Unigrà - ho avuto l'opportunità di lavorare con questo olio su diversi tipi di applicazioni. E posso dire che, oltre ad essere sicuro dal punto di vista alimentare perché rispetta i vari limiti di legge che ci sono a livello europeo, è anche un olio molto versatile, che si presta a essere utilizzato in diversi settori di applicazione a livello industriale”.

“La certificazione Rspo - rimarca Luca Pizzato, Rspo scheme manager dell’Istituto certificazione etica e ambientale (Icea) - ha un parco clienti molto ampio, nel senso che va dai clienti della parte no food alla parte food. Qualsiasi azienda che trasforma e vuole promuovere in modo attivo l'uso dell'olio di palma sostenibile può certificarsi”.

Un olio sicuro e versatile, spiegano gli esperti, che prima di ricevere la certificazione deve superare diversi controlli. “Le aziende che vogliono differenziarsi sul mercato, anche con l'entrata in vigore del nuovo regolamento contro la deforestazione e il degrado forestale (Eudr) - commenta Francesca Morgante, sr manager, Europe (Market transformation) Roundtable on sustainable palm oil (Rspo) - troveranno la certificazione Rspo rilevante e distintiva. Questo perché i criteri di certificazione dello standard Rspo vanno oltre quelli che sono gli aspetti ambientali di non deforestazione ma includono tutta una serie di requisiti economici e sociali che permettono alle aziende che utilizzano questo standard di avere una differenziazione sul mercato e degli impatti molto importanti dal lato della produzione. Quest'anno, inoltre, Rspo lancerà una nuova piattaforma di tracciabilità che permetterà ai propri soci, su base volontaria, di fornire tutte quelle che sono le informazioni richieste dall’Eudr tramite il nostro sistema e quindi sarà uno strumento molto importante per dimostrare la compliance richiesta dalla due diligence della Commissione europea".

La discussione sull'uso dell'olio di palma è quindi tornata di attualità. L'Unione italiana olio di palma sostenibile ha presentato al Sigep una campagna di comunicazione, per chiarire una volta per tutte il ruolo e il valore dell'olio di palma. “Ci sono state tante fake news - osserva Mauro Fontana - C'è molta disinformazione su cosa rappresenta l'olio di palma sostenibile rispetto all'olio di palma tradizionale. Per sensibilizzare l'opinione pubblica abbiamo impiegato diversi mesi con un progetto che ha coinvolto il nostro Comitato tecnico scientifico, diverse organizzazioni non governative e la presenza come osservatore di Cittadinanzattiva. Inoltre, il percorso, dal punto di vista metodologico, è stato seguito e organizzato dall'Engage minds hub, che è un centro di ricerca dell'Università Cattolica di Cremona. Il risultato di questo lavoro lo stiamo presentando al Sigep: di fatto vogliamo enfatizzare quell'aggettivo ‘sostenibile’ che rappresenta un vantaggio enorme e concreto sia per la biodiversità che per la sostenibilità ambientale, e anche per il sostegno etico ed economico degli small holder cioè piccoli coltivatori”.

Dello stesso avviso Francesca Morgante: “Abbiamo deciso di aderire al nuovo progetto di comunicazione lanciato dall'Unione italiana olio di palma sostenibile che vuole promuovere attraverso la spiegazione di cos'è un prodotto certificato sostenibile, concetti come la tutela della biodiversità, gli aspetti ambientali e sociali che differenziano un prodotto certificato da uno no. Per questo abbiamo dato il nostro supporto e il nostro logo sulla nuova campagna”.

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Sostenibilità

Il credit management come driver di sostenibilità

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L'analisi di Fire rivela un trend in crescita

Concetto di investimento nella governance sociale dell'ambiente ESG

Le istituzioni finanziarie stanno abbracciando sempre più consapevolmente l'importanza dell'ESG nelle loro operazioni, specialmente nel campo del credit management. Una recente indagine condotta da Fire, leader indipendente nel settore in Italia, ha evidenziato un cambiamento significativo nella percezione delle attività di gestione del credito affidate a terzi. I risultati sottolineano il potenziale impatto positivo di tali servizi sia a breve che a lungo termine, non solo sul sistema finanziario, ma anche sulla riabilitazione finanziaria dei clienti in difficoltà.

Impatto sociale del credit management

Secondo l'indagine, il 97% delle aziende considera il credit management un catalizzatore di sostenibilità economica. Inoltre, il 92% riconosce il ruolo critico svolto dalle società di gestione del credito nel reintegrare i clienti in difficoltà nel sistema finanziario. Questo è particolarmente rilevante in un contesto in cui il 65% delle aziende prevede di adottare nuovi schemi retributivi basati su parametri qualitativi legati all'ESG.

L'attenzione verso le performance non finanziarie delle società di credit management è in costante crescita, con l'80% delle aziende che le considera rilevanti nella fase di selezione dei servicer. Un trend destinato a consolidarsi nel futuro, con quasi il 100% delle aziende che prevedono di valutare questo aspetto nei prossimi 5-10 anni. Inoltre, il 78% delle aziende ha già istituito ruoli manageriali dedicati esclusivamente alla sostenibilità.

Tecnologia e sostenibilità

Il profilo ESG delle società di gestione del credito è ora considerato un aspetto cruciale per la sostenibilità dell'intera catena del credito. L'80% delle società intervistate ritiene che le performance non finanziarie dei servicer siano rilevanti durante la fase di selezione, e questo dato sale quasi al 100% se si considera la proiezione a 5-10 anni nel futuro. Il 65% delle aziende prevede di adattare gli schemi retributivi delle attività di gestione del credito secondo parametri qualitativi legati agli aspetti ESG. Inoltre, il 78% delle aziende ha già una figura manageriale dedicata esclusivamente alla sostenibilità.

La survey ha anche esplorato il legame tra il miglioramento dei servizi di gestione del credito e la tecnologia. Gli strumenti digitali sono considerati fondamentali per rendere più sostenibile l'esperienza del cliente finale dall'85% del campione, mentre il 71% è a favore di una maggiore integrazione dell'intelligenza artificiale nei processi. Attualmente, la formula di customer journey che combina consulenza umana e intelligenza artificiale è preferita dal 78% delle aziende.

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Sostenibilità

Ambiente: Lorenzo Casini (Lega Serie A): “Le partite...

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Ambiente: Lorenzo Casini (Lega Serie A):

"Una partita di calcio in un impianto non attrezzato sotto il profilo dell'ambiente e dell'efficientamento energetico, con 60mila spettatori, produce da sola lo stesso inquinamento di un automobile che fa 40 volte Rona-Hong Kong andata e ritorno. Per compensare le emissioni di CO2 prodotte da una singola partita c'è bisogno di ben 2.500 alberi in un anno". Lo ha detto il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, a margine dell'European Innovation for Sustainability Summit, in corso a Palazzo Taverna a Roma.

"Il calcio, come tutti i settori industriali, produce inquinamento. Questo ha portato, a livello internazionale con il Uefa e poi anche a livello nazionale con la lega di seria A, a porsi il problema di intervenire in modo integrato e strategico", riferisce Casini. "Come? Correggendo il più possibile con interventi di tutela dell'ambiente, sull'illuminazione, sul riscaldamento, sui trasporti. Basta considerare che il 40% dell'inquinamento di una partita - continua Casini - è prodotto dal trasporto che parte da quello delle squadre fino ai tifosi. In Italia, il prossimo 15 maggio, nella finale di Coppa Italia a Roma, per la prima volta ci sarà una partita di calcio disegnata per ridurre le emissioni sotto tutti gli aspetti: dal trasporto alla filiera alimentare fino alla raccolta dei rifiuti. Si tratta di un progetto che si chiama 'Road to zero'. E' il percorso per la realizzazione del sogno di arrivare a una partita di calcio a zero emissioni", conclude.

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Sostenibilità

Sostenibilità, Fontana (Un. Olio Palma Sostenibile),...

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Le aziende che sono già certificate e utilizzano olio di palma sostenibile - ha proseguito Fontana - dovranno sicuramente implementare gli adempimenti ma non in modo significativo, in quanto la certificazione per l' olio certificato sostenibile hanno addirittura alcune cose che vanno oltre la richiesta di deforestazione free, perché prendono spunto anche delle richieste di garanzia sociale ed economico

Sostenibilità, Fontana (Un. Olio Palma Sostenibile), ''Per 2050 serve +50% olio, impossibile senza quello di palma''

"L’olio di palma sostenibile è fondamentale perché risponde sia a un'esigenza di impatto positivo verso la sostenibilità ambientale, etica e sociale, ma anche all'esigenza di crescita delle produzioni di oli globali. Per rispondere alle sfide della riduzione della fame nel mondo e della crescita demografica prevista per il 2050, si dovrà produrre il 50% di olio in più. E questo è impossibile dal punto di vista di spazi per l’agricoltura se non si tiene conto di un utilizzo significativo dell'olio di palma, perché questo tipo di olio, pur rappresentando oggi il 35% dei volumi di oli prodotti, consuma solo il 10% dei terreni. Di qui l'impatto positivo sia verso la sostenibilità sia verso l'impegno di terreni per rispondere alle esigenze della food security.” È quanto ha dichiarato Mauro Fontana, presidente dell’Unione italiana per l’olio di palma sostenibile a margine dell’incontro “Partnership for Impact” nell’ambito dell’European Innovation for Sustainability Summit in corso a Roma.

“Le aziende che sono già certificate e utilizzano olio di palma sostenibile - ha proseguito Fontana - dovranno sicuramente implementare gli adempimenti ma non in modo significativo, in quanto la certificazione per l' olio certificato sostenibile hanno addirittura alcune cose che vanno oltre la richiesta di deforestazione free, perché prendono spunto anche delle richieste di garanzia sociale ed economica. Per quanto riguarda invece le aziende che oggi non usano olio di palma certificato, dovranno incrementare le loro pratiche sostenibili perché tra le varie richieste c'è anche quello di definire in modo chiaro la geolocalizzazione dei terreni delle piantagioni. Uno sforzo che, una volta effettuato, garantisce l'azienda non solo dal punto di vista della deforestazione, ma anche da un punto di vista di supply chain e di blockchain, perché avrà tutti gli elementi dall’origine a l'impiego garantiti da una solida base di dati".

"Al fine di portare avanti tutto in modo consolidato - ha spiegato - abbiamo lanciato una nuova campagna di stampa che si basa su un concetto: “la parola sostenibile fa la differenza”. Fa la differenza verso l'ambiente, verso gli aspetti sociali e verso la biodiversità. Questa campagna è stata studiata e sviluppata dal nostro comitato scientifico insieme a diverse ong e insieme anche all'Università Cattolica di Piacenza. In tutto questo abbiamo anche sviluppato un progetto per arrivare fino ai cittadini sul food waste, perché uno dei grandi problemi di oggi è non riuscire a comunicare in modo concreto, semplice ed efficace il tema dell'importanza del food waste,e della sostenibilità. Per questo con Cittadinanzattiva abbiamo sviluppato un progetto di disseminazione di tutto quanto serve per ridurre il food waste e di quanto sia utile avere filiere sostenibili per cercare di sopperire alle problematiche ambientali odierne.", ha concluso.

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