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Sostenibilità

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Gruppo Cap colloca sustainability-linked bond a 14 anni da 105 milioni

Il primo passo consiste nel collocamento, in collaborazione con Mediobanca, di un prestito obbligazionario sustainability-linked, la cui cedola è legata alla riduzione delle emissioni di gas serra dirette e indirette come definito nel framework

Francesco Ascoli e Alessandro Russo

Gruppo CAP sostiene la finanza sostenibile con un sustainability-linked bond da 105 milioni di euro. La green utility che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano annuncia di avere infatti adottato il proprio Sustainability Linked Financing Framework, che definisce una strategia di finanza sostenibile coerente con il proprio piano industriale e con il Piano di Sostenibilità. Il primo passo consiste nel collocamento, in collaborazione con Mediobanca, di un prestito obbligazionario sustainability-linked, la cui cedola è legata alla riduzione delle emissioni di gas serra dirette e indirette come definito nel framework.

Il bond, un prestito obbligazionario non convertibile pari a 105 milioni di euro, è conseguito con Pricoa Private Capital, il ramo di private debt del gruppo statunitense PGIM Inc. e uno dei principali asset manager a livello mondiale, e sarà impiegato da CAP per sostenere gli investimenti previsti dal piano industriale per il servizio idrico integrato, dalla riduzione delle perdite all’efficientamento della rete all’adozione di tecnologie innovative. Si tratta della prima emissione nel quadro del programma Shelf suistainability-linked da 260 milioni di dollari stipulato da CAP. La Shelf Facility è un accordo quadro revocabile che permette più emissioni nel corso della sua durata, in questo caso triennale, che consentirà al Gruppo la flessibilità di emettere notes in base a specifiche esigenze di capitale e con tempi di esecuzione minimi.

“Il servizio idrico è sempre più al centro delle sfide che le comunità locali devono affrontare, sia a causa della crisi climatica in atto, sia perché l’acqua e la sua gestione industriale rappresenta un elemento abilitatore della transizione tecnologica. Nel 2019 abbiamo fatto una scelta importante, adottando un Piano di Sostenibilità che identifica ambiziosi obiettivi ambientali da perseguire nei prossimi anni, spiega Alessandro Russo, amministratore delegato di Gruppo CAP. Oggi, adottando una chiara strategia di finanza sostenibile, intendiamo proseguire con maggiore convinzione nel percorso che abbiamo intrapreso. Abbiamo un piano industriale che nei prossimi 5 anni ci porterà a investire oltre mezzo miliardo di euro grazie a risorse proprie e che potremo reperire sui mercati finanziari. Coerentemente con i nostri valori abbiamo voluto legare questa emissione obbligazionaria agli obiettivi di decarbonizzazione che sono fondamentali per la nostra azienda che, come tutte quelle del comparto idrico, ha un alto tasso di intensità di uso dell’energia”.

Le obbligazioni sono quotate sul mercato regolamentato irlandese, hanno una scadenza di 14 anni e pagano una cedola semestrale del 5.1%. Due sono gli obiettivi di decarbonizzazione legati al bond: la riduzione del 42% delle emissioni dirette ed emissioni indirette da consumo energetico (scope 1 e 2) entro il 2030 rispetto a quelle del 2021, e la riduzione del 25% delle emissioni indirette da altre fonti (scope 3) entro il 2030 (sempre rispetto alle emissioni del 2021).

“Dopo aver costruito un rapporto di fiducia con il Gruppo CAP, siamo lieti di formalizzare la nostra partnership attraverso un investimento che consente al Gruppo di diversificare le fonti di finanziamento e promuovere gli obiettivi di transizione ecologica, commenta Francesco Ascoli, Senior Vice President – Pricoa Private Capital. La nostra presenza locale ed il nostro approccio di lungo termine ci consentono di fornire capitale su misura per i nostri emittenti, e di supportare il Gruppo CAP a realizzare le sue aspirazioni negli anni a venire”.

Il bond è stato emesso nell’ambito del Sustainability Linked Financing Framework di Gruppo CAP il cui obiettivo principale è quello di allineare la strategia finanziaria con i propri impegni di sostenibilità, integrandosi con il piano aziendale per promuovere la transizione ecologica. Questo framework contiene le linee guida che Gruppo CAP seguirà nell’emissione degli strumenti finanziari sostenibili. In particolare, al suo interno sono stati definiti target legati alla riduzione delle emissioni di gas serra e alla riduzione delle perdite idriche, che contribuiranno al conseguimento dei Sustainable Developments Goals (SDG) dell’agenda 2030 dell’ONU.

È stata inoltre rilasciata dall’agenzia internazionale di rating Standard & Poor una Second Party Opinion che attesta l’allineamento del framework con i Sustainability Linked Bond Principles (SLBP) pubblicati dall’International Capital Market Association (ICMA) e con i Sustainability Linked Loan Principles pubblicati dalla Loan Market Association (LMA), dalla Asia Pacific Loan Market Association (APLMA) e dalla Loan Syndications & Trading Association (LSTA).

Per il collocamento del bond, Mediobanca ha supportato Gruppo CAP in qualità di Sole Arranger del prestito obbligazionario e di Sole Structuring Advisor del Sustainability Linked Financing Framework, e lo studio legale Simmons e Simmons ha assistito la società per tutti i relativi aspetti legali e fiscali.

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Sostenibilità

Beach Litter 2024, la top five dei rifiuti raccolti

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I risultati della nuova indagine di Legambiente

Rifiuti dispersi nell'ambiente - (Fotogramma)

Il marine litter resta una delle principali minacce per mare e spiagge: sono 23.259 i rifiuti raccolti da Legambiente in 33 lidi afferenti a 12 regioni della Penisola per un totale di 179.000 m2 monitorati, con una media di 705 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia lineare. Il 40,2% di questi è rappresentato da 5 tipologie di oggetti (mozziconi, pezzi di plastica, tappi e coperchi in plastica, materiali da costruzione e demolizione e stoviglie usa e getta in plastica). E' il quadro della situazione emerso dalla nuova indagine Beach Litter di Legambiente.

Significativo il dato specifico sui prodotti in plastica monouso banditi dalla direttiva europea Single Use Plastics (Sup), in vigore in Italia dal 14 gennaio 2022, e che insieme alle reti e attrezzi da pesca e acquacoltura, rappresentano ancora il 56,3% del totale dei rifiuti monitorati nel 2024, con un andamento dal 2014 ad oggi che non sembra mostrare segni di riduzione importanti, rappresentando mediamente circa il 50% dei rifiuti ritrovati, secondo i dati raccolti dai volontari dell'associazione. Un tema, per Legambiente, "da attenzionare nei prossimi anni intervenendo sia in termini di informazione e sensibilizzazione che di politiche da mettere a sistema per evitare che questa tendenza continui ad aumentare nel giro di pochi anni".

Appuntamento con Spiagge e Fondali Puliti 2024

Dal 10 al 12 maggio una 'marea' di volontari e volontarie invaderà le spiagge della Penisola equipaggiati di pinze raccogli-rifiuti e guanti, per partecipare in tutta Italia alle decine di iniziative di Spiagge e Fondali Puliti 2024, la storica campagna organizzata da Legambiente e dai suoi circoli che da 34 anni coinvolge migliaia di persone in una mobilitazione collettiva di pulizia di spiagge e arenili. 'Spiagge Pulite? Pinzaci tu!' è lo slogan scelto per l’edizione 2024, un vero e proprio richiamo alla responsabilità per invitare tutte e tutti a collaborare in prima linea per la rigenerazione dei luoghi marini e costieri. L’invito è anche quello di postare sui social foto di rifiuti particolari o strani rinvenuti sulle spiagge, segnalando il luogo del ritrovamento, utilizzando le stories di Instagram, oltre al tag al profilo Legambiente e l’hashtag #SpiaggeFondaliPuliti. Anche quest’anno a supportare le iniziative di Spiagge e Fondali Puliti 2024 ci sarà Sammontana (in qualità di partner principale) e Biotherm (in qualità di partner). Obiettivo della tre giorni è anche quello di sensibilizzare le persone sul problema del marine litter e sul corretto smaltimento dei rifiuti.

Calcolato il 'grado di pulizia' delle spiagge

Novità di quest'anno dell'indagine Beach Litter è l’utilizzo per la prima volta del Clean Coast Index (Cci), uno indicatore utile per determinare il 'grado di pulizia' delle spiagge in modo immediato e oggettivo, basato sulla densità dei rifiuti presenti nelle aree campione monitorate e utilizzato a livello internazionale. Delle 33 spiagge monitorate, il 6,6% è risultata avere un Cci corrispondente a un giudizio 'spiaggia sporca' o 'molto sporca'. Un dato positivo rispetto al passato, segno che le campagne di sensibilizzazione avviate in questi anni stanno dando i primi risultati. Alla diminuzione percentuale delle spiagge classificate come 'sporche' o 'molto sporche', è corrisposto un aumento significativo nel 2024, rispetto alla media di periodo, per le spiagge giudicate come 'molto pulite' o 'abbastanza pulite'; in linea con i valori medi attesi le spiagge giudicate come 'pulite'.

“Le attività che caratterizzano la campagna Spiagge e Fondali Puliti offrono a tutti un esempio concreto su come anche i piccoli gesti possano generare un messaggio tanto potente quanto spesso disatteso: la natura è casa nostra, bisogna prendersene cura - dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente - I dati raccolti nella nostra annuale indagine sull’inquinamento di spiagge e arenili dovuto all’abbandono di rifiuti confermano quanto ancora siano necessarie le campagne di pulizia collettiva, visto il tendenziale aumento dei rifiuti dispersi nell’ambiente legato al consumo di cibo. È sulle abitudini dei frequentatori degli spazi naturali, come anche le spiagge e gli argini di fiumi e laghi, che bisogna continuare a intervenire attraverso attività di informazione e sensibilizzazione e con l’implementazione di servizi di raccolta efficaci per questi contesti più delicati e complicati da raggiungere. Quale miglior modo se non quello di una mobilitazione pubblica per liberare i tratti costieri dai rifiuti che rimangono un problema ambientale crescente, un rischio concreto per la fauna marina e costiera e anche un deterrente per il valore turistico dei luoghi”.

La classifica dei rifiuti spiaggiati

Più nel dettaglio, nei primi cinque posti della classifica delle tipologie di rifiuti raccolti figurano in testa i mozziconi di sigaretta, 3.338 quelli raccolti (14,4% rispetto al totale), per una media di 101 cicche su 100 metri di spiaggia. A seguire 2.195 (9,4%) oggetti e frammenti di plastica di grandezza tra i 2,5 e i 50 cm, 1.566 (6,7%) di tappi e coperchi. Al quarto posto i materiali da costruzione con il 5,5% e al quinto le stoviglie usa e getta in plastica (4,2%). Il podio dei materiali più diffusi sulle spiagge monitorate resta sempre la plastica con il 79,7% degli oggetti rinvenuti. Segue il vetro/ceramica con il 6,6%, il metallo presente per il 4,5% e carta/cartone con il 2,9%.

Nel fine settimana dal 10 al 12 maggio si potrà partecipare alle giornate dedicate alla riqualificazione degli ambienti marini e costieri anche oltre i confini italiani. Nell’ambito della campagna internazionale Clean Up the Med, di cui Legambiente è organizzatore, 80 realtà, fra cui associazioni ambientaliste, strutture turistiche, università, scuole e amministrazioni pubbliche, si metteranno all’opera per il ripristino naturale di spiagge e fondali in 12 Paesi del bacino del Mediterraneo: Albania, Algeria, Croazia, Egitto, Grecia, Libano, Libia, Malta, Marocco, Portogallo, Spagna, Tunisia.

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Sostenibilità

Energia: transizione efficiente e nuove soluzioni per...

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Energia: transizione efficiente e nuove soluzioni per futuro, evento a Roma

Un’occasione per stimolare un confronto sui temi della transizione energetica, con l’obiettivo di identificare potenzialità di sviluppo, nuove strategie e policy per favorire il percorso di crescita sostenibile, in linea con gli ambiziosi target europei e nazionali. Il convegno “La Transizione Efficiente: nuove soluzioni per l’energia del futuro”, promosso da Engie a Roma l’8 maggio a Roma, nell’ambito del quale saranno presentati i risultati dello studio “Roadmap to 2030: scenari e indicazioni di policy alla luce dei nuovi target di decarbonizzazione” che Engie ha realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano. L’evento vedrà confrontarsi esponenti delle istituzioni, della Pubblica amministrazione e del mondo delle imprese. Tra gli ospiti interverranno il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, il Presidente di Arera, Stefano Besseghini e il Presidente del GSE, Paolo Arrigoni.

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Bioedilizia, isolamento termico: la proposta green da una...

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Il progetto di Green Tech Industry con scarti della filiera agricola del riso miscelati con fibre termofusibili

Tetti green

La sostenibilità ambientale passa anche attraverso un’edilizia green. Lo sa bene la start up pugliese Green Tech Industry Srl che ha ingegnerizzato, testato e brevettato dei pannelli termoisolanti innovativi. Si tratta di strutture prodotte con materiali naturali, come scarti della filiera agricola del riso, miscelati con fibre termofusibili. I pannelli prevedono un sistema di isolamento termico a cappotto per edifici che guarda al futuro e agli obiettivi dettati dall’Unione europea nei Paesi membri.

L'idea e nata nell'ambito del Distretto dell'Edilizia Sostenibile pugliese che ha messo in rete diverse competenze. Così si è concretizzata una collaborazione in maniera autonoma avviando e portando a compimento un percorso di sperimentazione durato due anni. L'obiettivo raggiunto ha come protagonista il sistema di cappotto termico con materiali naturali e, quindi, altamente sostenibile e performante in termini di isolamento termico, di coibentazione acustica, di resistenza e di densità

“La start up nasce da un’idea condivida da quattro amici imprenditori – ci racconta Antonio Paccione, il presidente di Green Tech Industry Srl -. Insieme ad Salvatore Matarrese, Antonio Stolfa e Luca Russo, crediamo nell’innovazione di processo e di prodotto dell’edilizia. Un’esigenza sensibile al mercato e alle imprese di settore. I giovani ripongono oggi più attenzione al tipo di classe energetica delle proprie abitazioni, anche in fase di acquisto, e che siano sostenibili e salubri nel tipo di materiali impiegati”.

Il piano dell'Unione Europea ha previsto una rivoluzione nel settore dell'edilizia. L’Italia, dove il patrimonio immobiliare è mediamente piuttosto vecchio vivrà uno sforzo non indifferente: “Ci viene richiesto di efficientare qualcosa come nove milioni di immobili per una spesa di 65 miliardi”, sottolinea il presidente Paccione.

Gli obiettivi Ue

La direttiva Ue, infatti, prescrive l'obbligo della classe energetica D, nella direzione di una qualità dei materiali che davvero consenta l'emissione zero in atmosfera. “È su questo che stiamo lavorando dal momento in cui siamo nati come start up – continua Antonio Paccione - con il proposito di dare un nostro contributo a questa svolta green. La visione Green Tech è creare un futuro in cui gli edifici siano altamente efficienti e rispettosi dell'ambiente, contribuendo a mitigare i cambiamenti climatici e a garantire una migliore qualità della vita".

La Commissione Europea ritiene gli edifici presenti negli Stati membri, responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas serra. Così la nuova direttiva definisce un percorso finalizzato a raggiungere un parco edifici neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050, guardando a degli step intermedi di risparmio energetico per il patrimonio edilizio che prevedono una riduzione del consumo medio di energia del 16% nel 2030 e del 20-22% nel 2035. L’attenzione particolare è quindi rivolta ai livelli energetici di ogni singolo edificio, in quanto il 55% della riduzione energetica andrà raggiunto attraverso la ristrutturazione di quelli che presentano, ancora oggi, le performance peggiori.

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