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Israele-Gaza, Crosetto all’Adnkronos: “Necessaria pausa per motivi umanitari”

Il ministro della Difesa al Forum Adnkronos: "In Medio Oriente necessaria pausa per motivi umanitari, democrazie diverse da terroristi". Sul Mes: "Per fortuna non voto in Parlamento..."

Guido Crosetto all'Adnkronos

"Io il 19 sarò in Aula a parlare di nuovo di giustizia, per quanto lo trovi un po' anomalo lo faccio ben volentieri", anche perché "io non ho paura del Parlamento". Oltretutto "le mie dichiarazioni non mi sembravano nulla di nuovo e nulla di rivoluzionario. Ho spiegato alla Camera quanto alcune frasi pubbliche dette ai convegni" di magistrati "mi preoccupano non per questo governo, ma perché le democrazie si reggono su un equilibrio tra poteri e l'equilibrio tra poteri ha bisogno di regole e paletti, che valgono per l'esecutivo, per il legislativo e per il sistema giudiziario, perché ritengo che l'autonomia del sistema giudiziario sia un fattore fondamentale della Costituzione quando è associata a una consapevolezza del ruolo". Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ospite del Forum Adnkronos, ritornando sulle sue parole sulla giustizia che hanno generato un vespaio (VIDEO).

Il 19 in Parlamento "avrò più tempo" rispetto all'interpellanza del primo dicembre scorso, "presenterò più elementi, sempre pubblici, che però magari non sono conosciuti in Parlamento, la stessa cosa che ho fatto in Procura". Lì il ministro ha trascorso con il procuratore capo "un'ora e mezza, molto cordiale, in cui abbiamo parlato di giustizia, da tutte e due le parti, e in cui ho parlato dei problemi di cui parlerò anche in Parlamento".

Nel suo primo intervento in Aula sulla vicenda, "ho letto alcune frasi ma ne leggerò molte più il 19, frasi pronunciate formalmente non in riunioni segrete ma in convegni dei magistrati, ad esempio quando si legge che la magistratura ha il dovere di riequilibrare quanto emerso dalla volontà popolare credo che sia un tema che il Parlamento deve affrontare, perché fa parte delle regole su cui si regge una democrazia. E non c'entra nulla chi governa", ha puntualizzato.

"La regola base della democrazia è che qualunque cittadino sa cosa rischia e cosa non rischia con un determinato comportamento, quindi sa che il suo essere nella legge si basa sul fatto che rispetta la legge".

"Se uno non conosce la legge, o se la legge diventa un aspetto secondario rispetto alla giurisprudenza che può stravolgere anche una legge, io stravolgo la base della convivenza democratica, che è la consapevolezza democratica - non parlo dei potenti o del governo - ma del fatto che rispettando una legge io sono garantito di essere un cittadino che è intoccabile".

Per Crosetto "è un tema che va sollevato e va al di là del governo, il tema della giustizia è fondamentale, non per il governo ma perché se non funziona la giustizia non funziona il Paese. Uno degli elementi di competitività del futuro è il funzionamento del sistema giustizia, dunque ben venga buttare un sasso nello stagno se servirà".

Ospite del Forum Adnkronos il ministro ha inoltre precisato che la frase sull''opposizione giudiziaria', nell'intervista al Corriere della Sera, "era una battuta, un modo di dire riferito al destino che hanno avuto i governi di centrodestra negli ultimi 20 anni".

La frase in questione "era riferita solo a quello", al fatto che "sembra che ci sia più l'organizzazione di una opposizione da parte di chi ha invece altri compiti", ha detto il responsabile della Difesa precisando che "non stiamo parlando della magistratura ma di alcuni esponenti della magistratura", "piuttosto che una opposizione che, mi pare evidente, non rappresenta in questo momento un pericolo particolare per il governo. I governi reggono fin quando non esiste un'alternativa politica, alternativa politica fin qui non ne hanno messe in piedi - ha affermato Crosetto pungendo il centrosinistra - dunque la vita del governo resta, da questo punto di vista, abbastanza tranquilla".

Mes

"Il tema della discussione del Mes è parlamentare, io in passato votai contro, ma è un passaggio parlamentare e non governativo. Alla fine di questo percorso la maggioranza deciderà qual è la posizione e necessariamente sarà compatta. Ciò detto, ribadisco, è un tema parlamentare il Mes, fa parte del potere legislativo e non esecutivo. Oggi non sono parlamentare, non devo votare...", ha detto il ministro della Difesa circa la ratifica del Meccanismo europeo di stabilità, confermando che il voto non si terrà giovedì ma sicuramente slitterà "al prossimo anno".

"Ora abbiamo due passaggi epocali davanti: questo venerdì il Consiglio sul bilancio d'Europa - come deve diventare, se deve trasformarsi e come dovranno contribuire gli Stati - che significa anche pensare se ci sarà un'accelerazione verso gli Stati Uniti d'Europa, quindi non è un dibattito solo tecnico ma molto politico. Poi ci sarà l'Ecofin - ha proseguito Crosetto - dove ci sono diverse anime e impostazioni, sia per quanto riguarda i parametri sia per l'evoluzione del concetto che aveva determinato il Patto di stabilità, perché tutto può fare la politica tranne distruggere gli Stati perché si è posto 10 o 15 anni prima un obiettivo tecnico".

"In questa discussione all'Ecofin ci sono posizioni come quella che stiamo sostenendo noi", ovvero "se ci sono delle spese obbligatorie - come quelle per la difesa e per la transizione ecologica - e Stati obbligati a sostenerle, non si può poi tramite quell'obbligo costringere gli Stati a sottrarre spese sulla sanità o sul sociale, quindi o le escludete dal Patto di stabilità oppure condannate quei Paesi" che devono onorare gli impegni "a mettersi in crisi dal punto di vista sociale e interno. Questo io l'ho detto anche al ministro dell'Economia tedesco".

Israele-Gaza

Quanto al conflitto tra Israele e Hamas e la situazione nella Striscia di Gaza, "sia Borrell che Guterres si sono espressi nei giorni scorsi e anche questa mattina. Penso sia necessario che tutta la comunità internazionale in questo momento chieda una pausa, perché ci sono motivi umanitari che dettano l'urgenza e perché come dico sempre le democrazie si devono comportare in modo diverso rispetto ai terroristi", ha affermato Crosetto.

Riguardo agli aiuti umanitari alla popolazione civile colpita dal conflitto in Medio Oriente, l'Italia è stata la prima a intervenire concretamente con la Nave Vulcano e con un ospedale da campo proprio sulla Striscia di Gaza. "Per noi è stato importante questo intervento a Gaza - ha sottolineato - anche per significare la differenza tra il giudizio che dai su Hamas come organizzazione terroristica e quello che dai sui Palestinesi e sulla necessità di avere due Stati e due popoli, che è sempre stata la linea dell'Italia e dell'Onu, lo è anche di questo governo. Lo è stato anche per lanciare un messaggio in un momento in cui sembrava uno scontro di civiltà tra occidente e oriente, tra Islam e mondo cattolico".

"Abbiamo avuto, come sempre succede in questi casi, difficoltà burocratiche dovendosi mettere d'accordo con egiziani, palestinesi e israeliani. La nave ha iniziato a operare, lo sta facendo a pieno ritmo, nella nave si sono già integrati medici e infermieri qatarini, ci sono molti altri Paesi che hanno risposto dicendo che si uniranno a noi sia sulla nave sia sull'ospedale di terra - ha aggiunto - quando riusciremo a metterlo in piedi, e altre nazioni che hanno detto che veicoleranno aiuti attraverso di noi. Perché io l'emulazione l'ho sollecitata scrivendo a tutti".

"In questi mesi abbiamo lavorato col Qatar e altri Paesi sugli ostaggi, stiamo lavorando sul tentativo di tregua, abbiamo anche manifestato a Israele, oltre alla vicinanza, quello che pensiamo debba essere il comportamento delle nazioni democratiche nel rispetto dei diritti che riguardano anche il coinvolgimento di terzi innocenti nelle azioni di guerra. Anche nella guerra - ha detto al Forum Adnkronos il ministro Crosetto - ci sono regole che la comunità internazionale ha deciso di adottare e ha sintetizzato in un diritto che esiste anche in guerra. Abbiamo richiamato Israele su questo e anche sul suo dovere di non aprire altri fronti sia in Cisgiordania, contenendo anche i coloni, e a nord per quanto riguarda il Libano, Hezbollah. Il mio viaggio all'Onu, da Guterres, è stato proprio per parlare di Unifil: Israele ha la necessità che sia garantita una fascia di 20 km tra Israele e Libano nella quale non ci fossero installazioni".

"In questi anni questa cosa non è stata garantita e Israele riceve attacchi da Hezbollah da posizioni che sono all'interno di questa fascia e Israele sia da nord che da sud ha centinaia di sfollati che si sono rifugiati in centro. Ed è un altro elemento di preoccupazione sul quale stiamo lavorando per cercare in qualche modo di sopperire con Unifil - ha sottolineato - che in teoria avrebbe il mandato, a quello che attualmente fa Israele. Perché o la garanzia di sicurezza gliela dà la comunità internazionale, l'Onu, o Israele se la prenderà, come ha detto pubblicamente il Ministro della Difesa israeliano. E' un periodo molto difficile, ma l'Italia sta giocando un ruolo rilevante e continuo: sia la Premier direttamente che in questi mesi ha acquisito una capacità di interazione con molti attori dell'area rilevante, personale, sia da parte mia che del ministro Tajani c'è un fortissimo impegno per garantire la pace".

E riferendosi alla possibilità che l'Italia partecipi a una missione internazionale di pace con i Paesi arabi dopo il conflitto in Medio Oriente, ha osservato: "Penso che in futuro o l'Onu riacquisisce una centralità o non abbiamo un altro organismo multilaterale nel quale dirimere divergenze così ampie". "Non vedo altra possibilità a Gaza, quando cesseranno gli attacchi israeliani, che una forza dell'Onu, perché non vedo una forza palestinese esterna ad Hamas che sia in grado di garantire l'ordine".

Ucraina

Sull'Ucraina il ministro della Difesa ha ricordato che "a fine anno scadrà il decreto per l’invio di armi all'Ucraina, la Camera dovrà esprimersi per vedere se nuovamente, per il prossimo anno, vorrà autorizzare il governo. E' intanto in preparazione l'ottavo pacchetto di aiuti che entro fine anno verrà riproposto al Copasir per poi essere effettivo".

Balcani

Parlando della situazione tra Kosovo e Serbia, Crosetto ha affermato che nell'area dei Balcani "non si può fare il tifo per uno o per l'altro e l'approccio italiano, che ha incarnato benissimo il ministro Tajani fino a ora, è di un'Italia che tratta Serbia e Kosovo allo stesso modo, che ha previsto per entrambe un percorso che le porti in Europa allo stesso modo, e che dice a tutte e due di applicare le risoluzioni che riguardano l'una e l'altra in modo da fare passi avanti". "Ci sono altri Paesi che fanno il tifo per l'uno o per l'altro. Non possiamo spingere la Serbia verso la Russia - ha detto - sarebbe una follia, così come l'atteggiamento verso Paesi quali l'Azerbaigian, il Kazakistan: non possiamo isolarli e pensare che questi stiano con l'Occidente. Serve un approccio pragmatico. L'approccio avuto finora è quello giusto, manca un approccio europeo più uniforme. Il percorso verso l'Europa deve legare entrambe, il comune punto di arrivo deve essere l'Europa".

Servizio di leva

"I tempi che viviamo e che vivremo ci chiederanno sempre di più forze armate professionali, formate, che sappiano che la vita militare non è una scelta facile e mette in conto anche di perdere la vita. Non è una cosa da leva obbligatoria", ha detto Crosetto, intervenuto al Forum Adnkronos al Palazzo dell'Informazione. "Ripristinare la leva avrebbe poi un costo enorme. Non è stato mai quantificato ma sarebbe di diversi miliardi, e in un bilancio come il nostro dove li trovi?".

Crosetto ha ricordato invece che quella relativa a un periodo di servizio "su base volontaria è un'ipotesi su cui Camera e Senato stanno lavorando con diverse proposte su cui si potrebbe fare un ragionamento. E su cui innestare un altro ragionamento che va fatto, che è quello della riserva. Paesi come la Svizzera, ad esempio, hanno una riserva di forze armate che hanno fatto un percorso e che si attivano in caso di necessità. Come è successo in Israele di recente. Pensando a una riserva - ha aggiunto - credo che si possa attingere a qualcuno che ha già una predisposizione, la prima riserva potrebbe essere quella di pensare a chi è già formato come le forze di polizia, anche lì su base volontaria. E' un processo in corso: la Difesa, dopo quello che è successo in Ucraina e in Medio Oriente, evolve".

Quanto all'Ue, "per parlare di esercito comune europeo bisognerebbe parlare di qualcosa di diverso dalle forze armate nazionali. Per costruirlo ci vogliono 25-30 anni. Qual è il modo più semplice per avere forze armate europee? E' usare il sistema della Nato: tu hai forze italiane, spagnole, francesi, inglesi e le rendi interoperabili, cioè insegni loro a lavorare insieme come se fossero la stessa cosa. Con lo stesso modo con cui hai costruito la Nato costruisci le forze armate europee, che alla fine avendo un unico centro di comando e controllo sono in grado di muoversi come se fossero una cosa sola".

"Non è un esercito europeo, è la somma degli eserciti nazionali per fare un pilastro di difesa europea che poi si integra in quello della Nato. E' molto più veloce, non hai bisogno di cambiare completamente l'organizzazione anche perché i tempi non ti concedono 20 anni", ha aggiunto il ministro.

Appello di Conte a Meloni

Crosetto ha poi risposto all'appello mosso dal leader M5S alla premier Giorgia Meloni sui casi Delmastro, Santanché e Sgarbi. "Conte che solleva questioni morali è un po' surreale - ha dichiarato il ministro della Difesa - Ciò detto, io sono un garantista, garantista da sempre anche con gli avversari. Delmastro è stato rinviato a giudizio con la richiesta del pm di non rinviarlo a giudizio, il che mi dà l'idea di come potrebbe andare a finire. La Santanché non mi pare abbia nulla sul piano giudiziario, Sgarbi - tranne qualche inchiesta fatta da qualcuno - non mi pare ci sia anche per lui nulla di giudiziario. Quindi bisognerebbe dimettersi per degli articoli di giornali fatti da giornali amici di Conte? Ha una bella idea di democrazia Conte...".

"La nostra Costituzione prevede che ognuno di noi sia innocente fino al terzo grado di giudizio, e gli articoli di giornali non sono citati come atti di colpevolezza, nemmeno nei Regolamenti di Camera e Senato, quindi" quella di Conte "la trovo sia strumentale come richiesta, che un modo per avvelenare il dibattito politico. Io credo che questo governo abbia la necessità di avere la credibilità più alta possibile e questo passa anche per la credibilità dei suoi membri. Qualora ci saranno elementi per cui qualcuno dei membri del governo non sarà credibile o potrà rendere meno forte l'azione di governo, sarà la persona stessa a dimettersi senza che nessuno glielo chieda, ma non sono assolutamente" quelli citati dal leader M5S "i casi...".

Regionali e terzo mandato governatori

Lo stop di Antonio Tajani al terzo mandato per i governatori che toglierebbe dalla corsa per il Veneto Luca Zaia? "Non so, questa è l'idea di Tajani, io mi occupo di difesa e non di riforme istituzionali. Ma sui mandati ho sempre pensato, avendo fatto il sindaco di un piccolo comune al fianco di un comune il cui sindaco ha fatto il sindaco per 52 anni - non era sposato, non aveva figli e quando è morto ha lasciato tutto quel che aveva al Comune ed è stato rieletto tutta la vita - che se i cittadini vogliono eleggere qualcuno è giusto che lo eleggano. Io non ho mai pensato servissero regole tecniche quando devi confrontarti col giudizio popolare. La Costituzione dice che il popolo è sovrano", ha detto il ministro della Difesa.

Vannacci

A chi gli chiedeva se il responso del procedimento a carico del generale Roberto Vannacci, conosciuto alle cronache per le polemiche suscitate dal suo libro 'Il mondo al contrario', rischi di arrivare dopo una possibile candidatura del militare alle europee, Crosetto ha risposto: "Le istituzioni non si muovono in relazione alle elezioni, e mai lo farebbe una Difesa guidata da me, mai detterò i tempi alla commissione. Ci sono tempi tecnici, c'è una inchiesta formale e non mi permetterei mai di sollecitare la cosa".

"Non ho idea dei tempi" dell'inchiesta disciplinare, "so che farà il suo corso e che lui avrà la possibilità di difendersi e l'Esercito di dire perché ha sollevato dei problemi. Nel frattempo Vannacci - il garantismo c'è ed è fino alla fine -, è un generale e quindi ha avuto un incarico di capo di stato maggiore presso il comando delle forze operative terrestri, un incarico di staff", mentre l'inchiesta interna "farà il suo corso. Vannacci non rappresenta un problema particolare per me, so che fa interviste e va in televisione, quello lo abbiamo visto...".

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Europee 2024, Mentana lancia confronto tv con tutti i...

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Il leader del Movimento 5 Stelle all'Adnkronos: "Sì alla proposta di La7, confronto a due lede il principio di parità, la Rai fa in tempo a ripensarci". Anche la Lega dice sì

Enrico Mentana

Il direttore del Tg La7 Enrico Mentana lancia il confronto tv per le elezioni Europee 2024 tra tutti i leader il 5 e 6 giugno. "D'intesa con i vertici di La7 - scrive Mentana sui suoi profili social - ufficializzo la proposta di due confronti televisivi tra i leader delle liste in lizza per le elezioni europee dell'8 e 9 giugno. I confronti avranno luogo mercoledì 5 e giovedì 6 giugno alle 21.20: prendendo l'ultimo sondaggio Swg divulgabile, quello del 23 maggio, riserveremo la serata del 6 giugno ai rappresentanti delle liste maggiori. Questa la proposta, attendiamo le risposte".

La prima adesione è di Conte

E la prima adesione arriva a stretto giro dal leader del M5S Giuseppe Conte attraverso l'Adnkronos. "Accetto la proposta del direttore Enrico Mentana di partecipare a un confronto tra tutti i leader in vista del voto del 8 e 9 giugno. È una modalità - sottolinea Conte - che rispetta il principio di parità tra le forze politiche e non regala a nessuno indebiti vantaggi. Ringrazio lui e La7 per offrire alla politica un confronto plurale e coerente con lo schema delle elezioni europee, che prescindono come noto da ogni dinamica di coalizione e di maggioranza/opposizione".

"La proposta de La7 - va avanti l'ex premier - offre alle forze politiche la possibilità del confronto con la presidente del Consiglio, cosa che in un confronto solo a due e riservata unicamente a una singola forza politica lede il principio di parità. La Rai è ancora in tempo per fare altrettanto, ed anche in quel caso ovviamente il MoVimento 5 Stelle ci sarà. Non ci sottraiamo mai al confronto purché avvenga nel rispetto delle regole e dei cittadini".

Il sì della Lega

''Matteo Salvini è disponibile a fare confronti ovunque e con chiunque, con serietà e regole chiare'', fa sapere la Lega, dopo l'offerta di Enrico Mentana.

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Politica

Premierato, la bocciatura di Liliana Segre: “Aspetti...

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L'allarme della senatrice: "Drastico declassamento a danno del Capo dello Stato, stravolti gli equilibri dei poteri"

Liliana Segre - Fotogramma

Liliana Segre boccia il premierato. La senatrice a vita è intervenuta oggi in Aula durante la discussione generale sulla riforma costituzionale denunciando "vari aspetti allarmanti, non posso tacere", ha affermato.

Con il premierato avremmo "un drastico declassamento a danno del capo dello Stato, non solo privato di fondamentali prerogative, ma costretto a guardare dal basso all'alto un premier forte dell'investitura popolare", ha scandito.

Con il premierato, ha proseguito Segre, "il partito o la coalizione vincente sarebbe in grado di conquistare in un unico appuntamento elettorale il presidente del Consiglio e il governo, la maggioranza assoluta dei senatori e dei deputati, il Presidente della Repubblica e, di conseguenza, anche il controllo della Corte Costituzionale e degli altri organismi di garanzia".

Insomma con questa riforma avviene uno "stravolgimento profondo che ci espone a problemi maggiori, non è facilmente comprensibile il motivo di questa scelta".

"Sia l’obiettivo di aumentare la stabilità dei governi sia quello di far eleggere direttamente l’esecutivo - ha sottolineato la senatrice a vita - si potevano perseguire adottando strumenti e modelli ampiamente sperimentati nelle democrazie occidentali, che non ci esporrebbero a regressioni e squilibri paragonabili a quelli connessi al cosiddetto 'premierato'".

"Non tutto può essere sacrificato in nome dello slogan 'scegliete voi il capo del governo'. Anche le tribù della preistoria avevano un capo, ma solo le democrazie costituzionali hanno separazione dei poteri, controlli e bilanciamenti, cioè gli argini per evitare di ricadere in quelle autocrazie contro le quali tutte le Costituzioni sono nate", ha concluso Segre tra gli applausi dell'opposizione.

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