Esteri
Il cospirazionista Alex Jones torna su X, l’annuncio...
Il cospirazionista Alex Jones torna su X, l’annuncio di Elon Musk
Il social ripristinerà l'account dopo che un sondaggio condotto fra 2 milioni di utenti ha sostenuto a larga maggioranza la sua riammissione
X ripristinerà l'account del cospirazionista americano Alex Jones dopo che un sondaggio condotto fra gli utenti, a cui hanno risposto due milioni di persone, ha sostenuto, con una larga maggioranza la sua riammissione, ha reso noto il proprietario della piattaforma, Elon Musk. "Le persone si sono espresse e così sarà", ha affermato. Il 70 per cento delle risposte sono state favorevoli a Jones, autore del sito web Infowars.
In precedenza, sotto la direzione di Musk era stato ripristinato, fra gli altri account sospesi riammessi, anche quello di Donald Trump. Anche Apple, Youtube e Facebook avevano cancellato post di Jones, denunciando la violazione delle norme interne. Lo scorso anno, un tribunale gli aveva imposto il risarcimento di 1,1 miliardi di dollari per i danni arrecati alle vittime della sparatoria della Sandy Hook, dopo che aveva sostenuto che i morti erano attori ingaggiati dal governo americano nel quadro di un piano per sequestrare le armi alla gente.
Esteri
Rafah, fonti Usa: “Israele ha ammassato abbastanza...
Dirigenti dell'amministrazione americana alla Cnn: anche se non è chiaro se in effetti l'operazione ci sarà
Israele ha ammassato alla periferia di Rafah un numero sufficiente di soldati per lanciare nei prossimi giorni un'invasione su larga scala della città del sud della Striscia di Gaza, anche se non è chiaro se in effetti l'operazione ci sarà. Lo hanno detto alla Cnn due fonti dell'amministrazione americana, una delle quali ha sottolineato che Israele non ha ancora fatto i preparativi adeguati necessari in vista di una possibile evacuazione di oltre un milione di persone da Rafah.
Quasi 360.000 persone sono fuggite da Rafah, da quando l'esercito israeliano ha emesso i primi ordini di evacuazione una settimana fa, secondo gli ultimi dati delle Nazioni Unite. “Non c'è nessun posto dove andare. Non c'è sicurezza senza un #ceasefire (cessate il fuoco)", ha scritto l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA) su X.
Caccia israeliano intercetta drone proveniente da est
Un caccia dell'Idf ha intercettato un drone diretto verso Israele proveniente da est. A darne notizia sono state le forze armate israeliane, precisando che il drone non è entrato nello spazio aereo del paese.
Due droni e un missile antinave lanciati dagli Houthi dello Yemen sul Mar Rosso sono invece stati abbattuti dalle forze americane, ha riferito il Centcom, secondo cui non si registrano né danni né feriti tra le forze degli Stati Uniti, della coalizione e sulle navi mercantili in navigazione nell'area. Il Comando centrale americano, su X, ribadisce che l'intervento si è reso necessario a causa della "minaccia imminente" rappresentata dall'attacco degli Houthi.
Attacco contro veicolo Onu a Rafah, Hamas accusa Israele
Più tardi, un portavoce delle Nazioni Unite ha dichiarato che uno dei dipendenti dell'organizzazione mondiale è stato ucciso nella Striscia di Gaza dopo che un'auto è stata colpita da un incendio. Si tratta del primo dipendente straniero delle Nazioni Unite ucciso a Gaza, ha dichiarato il portavoce. Un altro dipendente delle Nazioni Unite è rimasto ferito nell'incidente. La nazionalità e il sesso delle vittime non sono stati inizialmente resi noti.
L'auto in cui i dipendenti si stavano recando in ospedale era chiaramente contrassegnata come veicolo delle Nazioni Unite, ha detto il portavoce. In totale, dall'inizio della guerra di Gaza sono stati uccisi quasi 200 dipendenti delle Nazioni Unite, finora tutti palestinesi.
Hamas ha accusato Israele per l'attacco: "Israele ha ucciso due cittadini stranieri (un uomo e una donna) che viaggiavano in un veicolo delle Nazioni Unite con una bandiera e segni di identificazione dell'Onu", ha dichiarato Hamas in una nota nella quale ha indicato che Israele e Stati Uniti "hanno la piena responsabilità" per i danni riportati dai "team stranieri" di soccorso a Gaza e per i "crimini di guerra" commessi nell'enclave.
Casa Bianca: "Israele deve fare di più, ma a Gaza non è genocidio"
"Noi crediamo che Israele possa e debba fare di più per proteggere la vita di civili innocenti, non crediamo che quello che sta succedendo a Gaza sia un genocidio", ha affermato dal canto suo il consigliere per la Sicurezza Nazionale, Jake Sullivan, durante un briefing in cui ha ricostruito per punti la posizione dell'amministrazione Biden sul conflitto a Gaza, ricordando che gli Stati Uniti hanno "fermamente e pubblicamente respinto" le accuse di genocidio.
Sullivan ha ricordato che la guerra è iniziata a causa degli attacchi del 7 ottobre di Hamas, "gruppo terroristico che ha come obiettivo di distruggere Israele", e che gli israeliani hanno un "peso insolito e senza precedenti in questa guerra, perché Hamas usa ospedali, scuole e altre infrastrutture civili per usi militari ed ha costruito tunnel sotto aree civili, mettondo così in civili in mezzo al fuoco".
Questo non toglie a Israele "la responsabilità di fare tutto il possibile per proteggere civili innocenti", ha detto ancora Sullivan sottolineando che per i civili palestinesi "questa guerra è un inferno, il livello di morte e trauma che stanno subendo è inimmaginabile, la loro pena e sofferenza sono immense, nessun civile dovrebbe subirle. Il presidente - ha concluso - ha questo nei suoi pensieri ogni giorno".
Nel criticare la scelta strategica di Israele di attaccare Rafah, Sullivan ha poi ricordato che i militari israeliani sono già entrati a Gaza City ed altri centri della Striscia "e si sono visti sempre i terroristi uscire dalle macerie perché secondo noi non c'è integrazione sufficiente tra piano militare e piano politico".
"Siamo preoccupati per questo - ha aggiunto il consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, che più volte nel corso del briefing ha ribadito il "ferreo" sostegno di Washington all'alleato israeliano - abbiamo sollevato queste preoccupazioni, non con rancore, ma perché vogliamo vedere guerra concludersi con successo, vogliamo vedere Hamas sconfitta, vogliamo vedere i suoi leader consegnati alla giustizia".
Esteri
Eurovision 2024 e bandiera Ue vietata, Commissione chiede...
Schinas: questa decisione ha "gettato un’ombra su quella che dovrebbe essere un’occasione gioiosa per i popoli in tutta Europa e nel mondo per riunirsi"
Il vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas ha inviato ai vertici della European Broadcasting Union, che organizza il concorso canoro Eurovision, una lettera in cui chiede spiegazioni per la decisione di vietare l'esposizione della bandiera Ue nella Malmoe Arena, la struttura che ha ospitato la gara, in Svezia.
La lettera di Bruxelles
"In qualità di vicepresidente della Commissione Europea responsabile, tra le altre cose, della cultura politica - scrive Schinas - ho appreso con rammarico della politica applicata dall’Ebu quest’anno vietare ai partecipanti di sventolare la bandiera dell'Ue durante la finale dell'Eurovision Song Contest". Questa decisione, prosegue Schinas, ha "gettato un’ombra su quella che dovrebbe essere un’occasione gioiosa per i popoli in tutta Europa e nel mondo per riunirsi, per festeggiare. A meno di un mese dalle elezioni europee e in tempi di turbolenza geopolitica, mentre l’Ue viene presa di mira da attori malvagi e autoritari, la decisione dell’Ebu ha contribuito a screditare un simbolo che unisce tutti gli europei. Ciò è tanto più vero se confrontato con i Giochi Olimpici di Parigi 2024, dove l’Ioc ha consentito l’esposizione delle bandiere dell’Ue in tutte le sedi e nelle cerimonie di premiazione".
"L'incoerenza nella posizione dell'Ebu ha portato me e molti milioni di telespettatori a chiederci cosa e chi rappresenta l'Eurovision Song Contest. Vi chiedo di spiegare le ragioni di questa decisione e di chiarirne la responsabilità. Per parte mia, mi aspetto di vedere i valori di pace, tolleranza e inclusività ricevere maggiore deferenza in futuro", conclude.
Esteri
Ucraina, il piano del Cremlino per Mariupol: sarà una...
La città, nelle mani russe dal maggio di due anni fa e indissolubilmente legata all'assedio dell'acciaieria Azovstal, ora vede spuntare 'Gli appartamenti di Putin' per le vacanze
Da 'città martire' a località turistica. E' il piano messo a punto dal Cremlino per Mariupol, la città dell'Ucraina meridionale quasi completamente distrutta dai bombardamenti e caduta nelle mani dei russi nel maggio di due anni fa. Ora, secondo quanto riporta il corrispondente locale di Bfmtv, Mosca - malgrado la città sia indissolubilmente associata al drammatico assedio all'acciaieria Azovstal - intende farne un luogo di vacanze e ha già avviato un piano di ricostruzione dei suoi quartieri e del centro storico da finalizzare entro il 2035.
Nelle strade di Mariupol, riporta l'emittente francese, sono già stati realizzati degli appartamenti completamente bianchi, ribattezzati 'Gli appartamenti di Putin'. Si tratte di case che sono state ricostruite molto rapidamente dopo l'assedio con l'obiettivo di mostrare agli abitanti che la situazione sta migliorando. Secondo le Nazioni Unite, quando Mariupol cadde, il 90% dei suoi edifici residenziali era stato distrutto o danneggiato.
La scommessa degli acquirenti russi: tra 10 anni sarà meta per le vacanze
Oltre alla russificazione della città, il Cremlino vuole fare di Mariupol, situata sulla riva del Mar d’Azov, una vera e propria località balneare. Questo progetto ha avuto già l'effetto di far registrare un forte aumento dei prezzi degli immobili. Perché queste nuove unità abitative non vengono consegnate agli abitanti che ne hanno bisogno, ma vengono acquistate da russi che scommettono sul fatto che forse tra 10 anni Mariupol sarà una città meta di vacanze come tante altre.
Uno di loro ha rilasciato un'intervista alla Bbc lo scorso agosto. "Ho acquistato una proprietà. Mariupol diventerà una bellissima città", spiegava Vladimir, originario della città di Murmansk, nella regione dell'Artico. "L'importante è che la città sia in riva al mare", ha aggiunto, spiegando all'epoca di aver investito grazie ai prezzi decisamente bassi. Secondo i media britannici, decine di persone hanno pubblicato annunci sul social network VKontakte in cui affermano di cercare un immobile a Mariupol. Ma un'inchiesta del Financial Time ha messo in luce tutti i difetti della ricostruzione ordinata da Putin, denunciando come gli abitanti vivano in condizioni deplorevoli, in "case costruite a metà", "appartamenti pericolosi con perdite d'acqua" e dove "i lavori di ristrutturazione sono stati pasticciati".