Cronaca
Incendio ospedale Tivoli, il sindaco: “Segnalazioni...
Incendio ospedale Tivoli, il sindaco: “Segnalazioni sulla struttura? Mai ricevute”
Il primo cittadino Giuseppe Proietti: "Domani o dopodomani sarà lutto cittadino"
Dopo l'incendio all'ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli e la morte di tre pazienti ricoverati nella struttura, "la parte non direttamente danneggiata dalle fiamme sarà liberata dal provvedimento di sequestro della Procura e sarà quindi immediatamente resa disponibile per l’erogazione dei servizi essenziali. Lo sarà già dai prossimi giorni". A dirlo è il sindaco di Tivoli, Giuseppe Proietti, dialogando con i giornalisti. "Purtroppo questo non potrà riguardare il Pronto Soccorso, che è stato seriamente danneggiato dalle fiamme", ha aggiunto Proietti.
"Il Pronto soccorso - continua il sindaco - eroga un servizio essenziale, ma quello avrà bisogno di un po' più di tempo per essere ripristinato. Nel frattempo, sono in corso i lavori per l'allestimento di un punto di primo intervento all'interno della palestra. Le ambulanze faranno riferimento a quel punto". "E' un punto di primo intervento che potrà essere utilizzato anche per erogare le prestazioni più semplici", ha chiarito Proietti.
"Se c'erano state segnalazioni, da parte dei sindacati, sullo stato di questo ospedale? Veramente a noi non era pervenuto nulla. L'ospedale non dipende dal Comune, ma dalla Regione", la risposta del sindaco, che aggiunge: "L'Agenas lo aveva inserito tra gli 8 peggiori ospedali italiani? Sinceramente non ho mai ricevuto segnalazioni, anche perché le segnalazioni non erano dovute al Comune".
"Ieri il presidente della Regione Rocca ha anticipato che nella prossima riunione di Giunta regionale verrà reso operativo tutto l'avvio della procedura per la realizzazione del nuovo Policlinico Tiburtino, che non sarà qui in centro ma sarà sempre nel territorio comunale ma quasi al confine della Città di Roma. Il nuovo policlinico avrà un finanziamento di oltre 200 milioni di euro", ha poi detto il sindaco, aggiungendo: "Questa struttura, nel centro della città, rimarrà per erogare alcuni servizi che sono urgenti ed essenziali, ma non sarà più un ospedale".
Il sindaco Proietti ha poi annunciato che domani o dopodomani sarà istituito il lutto cittadino in memoria delle tre persone che hanno perso la vita durante l’incendio. "Cosa posso dire alla comunità tiburtina? Di stringersi intorno al lutto. E poi di fare attenzione a tutti i provvedimenti che saranno messi in atto dalle singole istituzioni competenti", ha spiegato. Alla domanda dell'Adnkronos su quale sarà la formula dei funerali e se alle celebrazioni saranno presenti anche cariche dello Stato, Proietti ha risposto: "Non so se le esequie saranno celebrate a Tivoli perché non so se le persone che hanno perso la vita erano residenti a Tivoli".
Proseguono intanto i lavori per l’allestimento, all’interno della palestra Maramotti di Tivoli, del punto di primo intervento per le emergenze sanitarie. Alle 15, inoltre, inizierà l’installazione, da parte dei volontari della Protezione civile, di una tensostruttura esterna, che farà da supporto allo stesso presidio di primo intervento. Lo confermano all’Adnkronos fonti del Comune. La palestra Maramotti, che si trova nelle vicinanze dell’ospedale, aveva ospitato i pazienti in attesa di essere trasportati nelle altre strutture sanitarie nelle primissime ore successive all’incendio.
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Treviso, 39enne esponente di Forza Italia trovata morta in...
Lisa Labrozzi trovata senza vita dai familiari, avrebbe compiuto 40 anni tra pochi giorni
Mondo politico veneto in choc per la morte improvvisa di Lisa Labbrozzi. Ingegnere e manager, componente del Consiglio di amministrazione di Contarina, Labbrozzi faceva parte del direttivo provinciale di Forza Italia e avrebbe compiuto 40 anni tra pochi giorni. E' stata trovata senza vita questa mattina dai familiari nella sua casa a Casale sul Sile, nel trevigiano.
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Caso Yara, difesa di Bossetti visiona i reperti:...
In uno scatolone con gli effetti personali della ragazza anche 54 provette con le tracce genetiche precedentemente conservate in frigo a 80 gradi sotto zero
Due ore e quarantacinque minuti. Tanto è durata l'udienza in cui, per la prima volta a quasi 14 anni dall'omicidio di Yara Gambirasio, la difesa di Massimo Bossetti ha potuto visionare (ma non fotografare) i reperti che hanno portato alla condanna in via definitiva all'ergastolo dell'imputato. Nel pomeriggio, davanti ai giudici della corte d'Assise di Bergamo, in un'udienza a porte chiuse a cui Bossetti ha partecipato in video collegamento dal carcere a Bollate, gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, insieme ai consulenti che hanno lavorato al caso, hanno potuto guardare quanto rimasto sigillato a lungo in uno scatolone.
Tra i reperti, ancora ben conservati, gli slip su cui è stata trovata la traccia genetica mista, della vittima e dell'allora Ignoto 1, considerata la prova regina contro Bossetti; la felpa che Yara indossava il 26 novembre 2010, giorno della scomparsa; il giubbotto che aveva nel campo di Chignolo d'Isola dove è stata trovata senza vita tre mesi dopo. E anche le 54 provette di Dna - trasferite da un frigorifero dell'ospedale San Raffaele di Milano all'Ufficio corpo di reati del tribunale di Bergamo - che hanno acceso un aspro scontro tra difesa e accusa.
"Finalmente dopo 5 anni dall'autorizzazione abbiamo avuto la possibilità di vedere i reperti, ma lascia davvero tanto amaro in bocca vedere le 54 provette di Dna, più altri 23 campioni diluiti, in una scatola, senza la giusta conservazione (prima del trasferimento era conservati in un frigo a una temperatura di 80 gradi sotto zero). In quella scatola c'è tutto il processo, c'è la vita di un uomo e l'hanno distrutta" spiega Salvagni, interpellato dall'Adnkronos. L'udienza di oggi è, per ora, l'ultima mossa difensiva prima di altre iniziative per provare a chiedere la revisione del processo.