Politica
Meloni: “Salario minimo? Sindacati siano coerenti. Di...
Meloni: “Salario minimo? Sindacati siano coerenti. Di mia vita privata si è parlato senza pietà”
La presidente del Consiglio: "Sindacati siano più coerenti, accettano contratti da 5 euro". Quanto al centrodestra "è coeso"
Dal salario minimo alla sua privata passando per la manovra e i migranti. Molti gli argomenti, più o meno caldi, affrontati oggi dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni ai microfoni di Rtl 102.5. "La bagarre alla Camera sul salario minimo? Un po' sorrido: M5S, Pd ci dicono che il salario minimo è l'unica cosa che va fatta in Italia ma in dieci anni al governo non l'hanno fatta, e mi stupisce la posizione di alcuni sindacati che vanno in piazza per rivendicare il salario minimo quando poi vanno a trattare i contratti collettivi e accettano anche contratti con poco più di cinque euro all'ora, come accaduto di recente con il contratto della sicurezza privata. Bisognerebbe essere un po' coerenti", ha detto Meloni che, affrontando un tema personale, ha affermato: "Diciamo che della mie questioni private si è parlato a volte senza pietà, però alla fine me lo metto in testa e si combatte".
Tornando alla questione del salario minimo, per la premier la proposta delle opposizioni, di una paga di almeno 9 euro l'ora, "per paradosso rischia di abbassare gli stipendi, perché il 95% dei lavoratori ha una paga oraria più alta e si rischierebbe di arrivare al paradosso in cui un datore dice: 'se posso abbassarla a 9 euro, perché devo pagare di più?'. Certo ci sono poi quelle sacche che prendono meno e sulle quali occorre intervenire come il governo intende fare".
Centrodestra
"Il centrodestra sta molto bene, è in salute. C'è un metro solo per valutare la coesione delle maggioranze: la velocità con cui i governi riescono a operare. Si vede che questo governo opera velocemente, e quando succede è perché è facile mettersi d'accordo. Accade solo in maggioranze con una visione comune. Ne ho viste altre impantanate, che non trovano sintesi su niente, e a noi questo non accade", ha detto ancora la premier aggiungendo con un sorriso: "Leggo ogni giorni di un clima nel governo... di insulti, frustrate. La verità è che siamo coesi".
Manovra
"La manovra è stato un lavoro difficile. A farle quando ci sono i soldi sono buoni tutti...", ha poi sottolineato. "Noi partivamo da una situazione molto complessa, per mettere due numeri in fila: abbiamo 13 miliardi in più di interessi sul debito per l'aumento dei tassi della Bce e 20 miliardi di crediti superbonus. Partivamo con -33 miliardi, ciononostante abbiamo fatto una manovra da 28 miliardi, concentrando le risorse su poche grandi priorità, come la difesa del potere d'acquisto delle famiglie - ha elencato - il mantenimento del cuneo contributivo, abbiamo iniziato la riforma fiscale accorpando le prime due aliquote, e adeguato le pensioni, particolarmente quelle più basse sulla sanità, con un aumento che lo porta al massimo storico. E ci siamo anche occupati di famiglia e natalità"
Migranti
Quanto all'accordo con l'Albania sui migranti è "innovativo, utile e può rappresentare un precedente ripetibile in molte nazioni, nel pieno rispetto del diritto internazionale. Non so perché la sinistra lo contesti così", forse "perché sperano che non riusciamo a risolvere il problema, cosa che noi contiamo di fare in una realtà in cui ci confrontiamo con flussi senza precedenti". "Il Pd ha cercato di cacciare il povero Edi Rama che è socialista dal Pse perché evidentemente aiutare l'Italia non è di sinistra", ha aggiunto.
Giustizia
"Si cerca di costruire uno scontro tra politica e magistratura, non vedo uno scontro e non potrebbe venire da me che ho grande rispetto per chi serve lo Stato. Io penso che politica e magistratura debbano lavorare insieme per rafforzare la lotta alla criminalità, rendere più veloce la giustizia. Vogliamo fare del nostro meglio per aiutare la magistratura. Che poi in Italia ci sia una piccolissima parte, ma rumorosa, della magistratura che per ragioni ideologiche ritiene di dover disapplicare i provvedimenti di un governo che non condivide o influenzare il dibattito politico è un fatto", ha affermato la premier puntualizzando: "Mi ha colpito, ad esempio che l'Anm dica che la riforma istituzionale è un attacco alla magistratura, che non è toccata, e abbia una deriva anti democratica, ma so che riguarda una piccola parte della magistratura". E poi ha chiarito: "Penso comunque che una riforma sulla giustizia vada fatta".
Violenza su donne
"La giornata di ieri è stata una giornata che può rappresentare una svolta, la partecipazione popolare al funerale di Giulia, le parole del padre, nella tragedia è stata una giornata che potrebbe rappresentare l'inizio di qualcosa di nuovo sul piano culturale", ha detto ancora Meloni. "La grande questione è qui: chi ha usato anche l'omicidio di Giulia per tentare di fare un po' di strumentalizzazione politica ha fatto un grande errore. Questa è una materia sulla quale tutti dobbiamo interrogarci su un mondo che sta cambiando in un modo estremamente veloce e che forse noi non stiamo perfettamente capendo". "A monte penso - ha continuato - che il problema sia sempre lo stesso: esistono degli uomini che non accettano l'emancipazione femminile, la libertà delle donne e per questo non accettano i no. Questo è l'elemento alla base di questo problema e che dobbiamo combattere ogni giorno. Le leggi ci sono, è sul piano culturale che possiamo fare molto di più. Il problema vero è l'assenza di cultura, la crisi che vivono le famiglie e il nostro sistema educativo. Il problema è che non abbiamo capito quanto il Covid ha impattato sulle giovani generazioni anche in termini di capacità di socializzare, non ci stiamo rendendo conto del ruolo che le nuove tecnologie e i social media hanno, che messaggi sempre più improntati al nichilismo, alla cultura dei soldi facili, al sesso facile quanto stanno impattando. Lo dico da madre: non sono certa che riusciamo a capire tutto quello che passa sui telefonini e i social e non so se riusciamo ad affrontarlo davvero". "Le leggi ci sono, ci sono gli strumenti e le istituzioni - ha detto poi Meloni rivolta alle donne in ascolto -. Noi siamo libere e non è normale avere paura di un uomo che dice di amarti: si può chiamare il numero 1522, chiamatelo se avete paura perché c'è qualcuno che vi può aiutare".
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Vannacci contestato a Napoli: “Io non cambio, vengano...
Tafferugli e bombe d'acqua contro la polizia alla presentazione del libro. Il generale: "Ringrazio i contestatori, che danno ulteriore lustro e importanza a questo evento"
Contestazioni a Napoli per il generale Roberto Vannacci, capolista della Lega nella Circoscrizione Sud alle elezioni Europee 2024. Tensione e tafferugli hanno preceduto la presentazione del libro di Vannacci fuori dal Teatro InArte, sul Lungomare di Napoli. I manifestanti che erano in presidio in piazza del Plebiscito hanno tentato di forzare il cordone delle forze dell'ordine in via Nazario Sauro, e c'è stata una carica di alleggerimento. I manifestanti hanno anche lanciato dei palloncini pieni di acqua contro la polizia.
"Ringrazio i contestatori"
"Purtroppo capita che nella democrazia nella quale viviamo, i locali che ospitano le mie presentazioni vengano addirittura minacciati”, ha commentato il generale. “E' successo a Verona, dove il proprietario ha dovuto desistere, è successo a Mantova dove hanno rinunciato ma la presentazione verrà spostata in un altro locale. Anche questa tecnica di cercare di censurare, di attribuire frasi che non sono quelle vere, si sta rivelando un'attività totalmente controversa e che suscita risultati opposti a quelli che si propone. Ringrazio i contestatori, che danno ulteriore lustro e importanza a questo evento. Invito queste persone a venire in questa sala e a rappresentarci i loro pensieri, le loro critiche, le loro idee. Non mi sono mai sottratto al confronto. Questo invito lo faccio sempre ma ha poco successo. E ringrazio le forze dell'ordine, che sono sempre presenti”.
"Più prudente? Io non cambio"
"Io non cambio. Credo di aver dimostrato in 37 anni di mia vita di non cambiare, di credere in quello che faccio. Non credo di aver fatto delle esternazioni estreme", ha quindi affermato Vannacci. "Credo che invece estreme siano state le interpretazioni che è stato voluto dare a quelle esternazioni”. Quanto al successo del suo primo libro ha spiegato: “Poteva essere un qualche cosa che sarebbe stato diffuso a poche centinaia di persone, invece gli strumentalizzatori delle mie parole ne hanno decretato il successo quasi 300 mila copie”.
"La mia candidatura non è divisiva per la Lega"
Quanto alla sua candidatura nelle liste del Carroccio, "non credo che la mia candidatura sia divisiva all'interno della Lega. Sono discussioni assolutamente legittime nell'ambito di un partito, io sono un candidato indipendente", ha rimarcato. "Risolveranno le loro problematiche all'interno del partito. Vado avanti per la mia strada rappresentando quei valori di patria, confini, sicurezza, identità che ritengo sovrapponibili a quelli del partito con il quale mi candido come indipendente e che ritengo basilari in Europa".
"In Europa per riscrivere Green Deal"
"Il contributo in Europa sarà fondamentalmente su 3, 4, 5 argomenti principali che sono quelli della sovranità nazionale, del valore di patria, di confini, di sicurezza e soprattutto la riscrizione totale di questo che è il Green Deal che costerà un'enormità alle tasche degli italiani senza conseguire alcun obiettivo da un punto di vista ecologico", ha detto Vannacci che alla domanda se condividesse il testo sul Patto di Stabilità, Vannacci ha riferito: "Lo dovrei esaminare con più attenzione, non l'ho visto, quindi in genere non do pareri su ciò che non conosco".
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Europee 2024, Fratelli d’Italia al 27,5% e Pd al...
Secondo Euromedia Research per Porta a Porta Azione e Avs poco sotto soglia. Forza Italia supera Lega, Stati Uniti d'Europa al 4,5
Fratelli d'Italia al 27,5% seguito dal Pd al 20,5%. E' quanto emerge dal sondaggio Euromedia Research per Porta a Porta sulle intenzioni di voto alle Europee 2024. Movimento 5 Stelle al 17% quindi Forza Italia all'8,8 che supera di poco la Lega al 8,4%. La lista Stati Uniti d'Europa supererebbe la soglia di sbarramento raggiungendo il 4,5% mentre Avs con il 3,8 e Azione con il 3,7 sarebbero poco sotto. La lista promossa da Michele Santoro 'Pace terra dignità' si ferma al 2% e all'1,8 Libertà promossa da Cateno De Luca.
Su questa base Euromedia Research, ha anche simulato un’attribuzione dei seggi: Fdi 24, Pd 18, M5S 15, Fi 8, Lega 7 e Stati Uniti d'Europa 4. Avs, Azione e le altre liste, se non supereranno la soglia, non avranno eletti.
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Europee, il patron del Papeete Casanova non si ricandida...
A sorpresa non figura nelle liste dei candidati diffusa al termine del consiglio federale: "Scelta mia, esito di lunga riflessione". A pesare potrebbe essere stata anche la vicenda che lo ha riguardato lo scorso 8 marzo, quando in provincia di Foggia un'auto provò a investirlo
Non correrà alle Europee per la Lega, Massimo Casanova, il patron del Papeete Beach, da sempre molto vicino al segretario della Lega Matteo Salvini. A sorpresa il suo nome non figura infatti nelle liste dei candidati diffusa al termine del consiglio federale del 30 aprile scorso, nonostante lo stesso Casanova avesse fatto sapere che avrebbe preso parte al voto per la conferma a Strasburgo, dove dal 2019 è eurodeputato per la Lega. "La scelta di non ricandidarmi - scrive oggi su Facebook, postando una foto in compagnia di Salvini - è stata mia, maturata all’esito di una lunga riflessione".
L'imprenditore, attivo in Puglia, e atteso come nome in campo per la circoscrizione meridionale, spiega la sua rinuncia: "Chi mi conosce sa quanto il ruolo di europarlamentare, che ho sempre preso assolutamente sul serio e per il quale mi sono speso avendo come stella polare la difesa e lo sviluppo del Sud (e non solo), sia stato per me totalizzante e, pertanto, sacrificante a livello di affetti familiari e professionali. Ci ho rimesso in prima persona, a vari livelli, ma l’ho fatto con immenso piacere e spirito di servizio nei confronti dei miei elettori, di questo Sud che amo profondamente, del mio partito e del mio leader e amico fraterno, Matteo Salvini, che mi ha consentito cinque anni fa di conoscere da vicino un mondo che, da imprenditore prestato alla politica, era a me sconosciuto". "Ebbene, dopo cinque anni, posso dire, e i vostri feedback sono lì a confermarlo, di aver fatto e portato del buono, anche e soprattutto sul fronte umano, fatto di rapporti personali, che ho costruito e rispettato, non ricevendo spesso lo stesso trattamento. Ma c’èst la vie", conclude oggi.
A pesare potrebbe essere stata anche la vicenda che lo ha riguardato lo scorso 8 marzo, quando a Lesina, in provincia di Foggia, un'auto provò a investire Casanova, finendo poi per urtare l'utilitaria a bordo della quale c'erano la figlia 15enne e un'amica di famiglia. Un fatto avvenuto subito dopo il furto di bestiame dalla masseria dell'imprenditore, che poi aveva provato a inseguire i ladri. "Non mi farò intimorire -aveva detto all'AdnKronos in quella occasione-. Se avevo qualche dubbio a ricandidarmi alle Europee, ora sono spariti, sarò in campo per tentare di cambiare qualcosa in questo paese". Oggi il dietro-front.