Politica
Assalto sede Pro Vita, Meloni: “Arrivi risposta...
Assalto sede Pro Vita, Meloni: “Arrivi risposta chiara da Schlein, Conte e Landini”
"Voglio interrogare tutti su una questione banale: la violenza va condannata sempre o solamente quando si rivolge a qualcuno di cui condividiamo le idee?"
"Io non so come si pensi di combattere la violenza contro le donne rendendosi protagonisti di intollerabili atti di violenza e intimidazione come quelli avvenuti sabato a danno dell'associazione Pro Vita e Famiglia. Voglio interrogare tutti su una questione banale: la violenza va condannata sempre o solamente quando si rivolge a qualcuno di cui condividiamo le idee?". Lo scrive sui social la premier Giorgia Meloni.
"È questa la domanda sulla quale, da parte di certa sinistra, non abbiamo mai avuto una risposta chiara. Spero stavolta arrivi, da Elly Schlein, da Giuseppe Conte, da Maurizio Landini e dalla Cgil ai quali tutti manifestammo la nostra solidarietà in occasione del vergognoso assalto alla sede del sindacato. Una sede devastata è inaccettabile sempre. Particolarmente se la si devasta nel nome delle donne violentate, picchiate o uccise", conclude Meloni.
L'assalto alla sede di Pro Vita? "Condanniamo sempre gli atti di violenza, ci troveranno sempre contro - dice il leader del M5S, Giuseppe Conte, rispondendo in un punto stampa a Napoli - Però non vorrei che questo fosse un modo per sminuire una grande mobilitazione, una grande risposta a favore del riscatto delle donne, contro ogni sopruso o arbitrio". "La Meloni - continua dunque Conte - piuttosto dia risposte, ad esempio sul reddito di libertà: istituito dal governo Conte 2, noi abbiamo chiesto che sia portato a 1200 euro mensili, per consentire alle donne e ai propri figli di creare le condizioni per un riscatto".
Le indagini
Rilievi sono stati effettuati nella giornata di ieri dai poliziotti nella sede di Pro Vita & Famiglia in viale Manzoni, nel cuore di Roma, presa d'assalto sabato pomeriggio da alcuni infiltrati nella manifestazione contro la violenza sulle donne.
Oltre alle scritte in vernice nera 'Aborto libero' sulle saracinesche, vetrine spaccate e un ordigno esplosivo realizzato con polvere da sparo e miccia disinnescato sul posto dagli artificieri. Impegnati nelle indagini, anche con l'aiuto delle immagini delle telecamere poi oscurate con la vernice, gli agenti della Digos.
Politica
Franco Di Mare, l’ad Rai: “Inviata tutta la...
L'annuncio di Sergio in Vigilanza: "Inviato tutto via pec". Il giornalista ammalato di mesotelioma aveva lamentato di aver più volte sollecitato i precedenti gruppi dirigenti dell'azienda senza esito
All'indomani dell'intervista in cui Franco Di Mare ha annunciato a 'Che tempo che fa' di essere malato di mesotelioma, l'ad Rai Roberto Sergio si era impegnato a inviare al giornalista tutta la documentazione richiesta all'azienda negli anni precedenti. E oggi, durante l'audizione in Vigilanza ha annunciato che a Di Mare "è stata inviata ieri, via pec, la documentazione che aveva richiesto".
Ospite di Fabio Fazio, lo scorso 28 aprile, Di Mare Aveva spiegato di essere ammalato di un tumore molto cattivo legato "alla presenza di amianto nell'aria che si prende tramite la respirazione di parcelle di amianto, senza rendersene conto". Un tumore probabilmente correlato al periodo in cui il giornalista ha lavorato come inviato nei Balcani. I documenti servivano quindi al giornalista anche per definire la sua posizione rispetto a eventuali cause di servizio.
Durante l'intervista da Fabio Fazio, Di Mare aveva lamentato l'atteggiamento tenuto dalla Rai di fronte alla sua malattia: si sono dileguati "tutti i gruppi dirigenti, non quello attuale, ma quello precedente, quello precedente ancora - aveva affermato - . Posso capire che esistano delle ragioni di ordine legale, sindacale, ma io chiedevo alla Rai lo stato di servizio che è un mio diritto, i posti in cui sono stato, così potevo provare a chiedere alle associazioni di categoria cosa fare… sono spariti tutti. Se io posso arrivare a capire, e non è che lo debba fare per forza, che possono esistere ragioni legali o sindacali, quello che capisco meno è l’assenza sul piano umano. Persone a cui parlavo dando del tu, perché ero un dirigente Rai, sono sparite, si sono negate al telefono, a me. Come se fossi un questuante. Io davanti a un atteggiamento del genere trovo un solo aggettivo: ripugnante”.
Politica
John Travolta a Sanremo 2024, Rai ha chiesto risarcimento...
L'azienda ha bloccato il pagamento per la prestazione dell'attore
La Rai ha chiesto i danni per il 'caso John Travolta' a Sanremo 2024 e ha sospeso il pagamento per la prestazione dell'attore al Festival. L'attore americano, come è noto, nella sua apparizione all'Ariston ha esibito in maniera plateale le scarpe di cui è testimonial. Le calzature hanno 'brillato' sul palco, in particolare nel segmento in cui Travolta ha ballato con Amadeus.
"Abbiamo avviato un'azione al tribunale civile di Roma nei confronti delle società Divina Luna e di U-Power, per inadempimento contrattuale e violazione degli obblighi di correttezza, per il risarcimento danni anche reputazionali", ha detto l'ad della Rai, Roberto Sergio, in Commissione di Vigilanza.
Da un esame dell'audit interno "è emerso che né i dipendenti né i collaboratori esterni della Rai erano a conoscenza della volontà dell'attore di indossare le scarpe con il logo dell'azienda U-Power poco noto al pubblico -ha spiegato Sergio- e il contratto stipulato con la società Divina Luna prevedeva espressamente il divieto di introdurre elementi di valenza pubblicitaria o promozionale se non da Rai autorizzato". L'esibizione ha dunque "violato gli accordi". Inoltre, ha aggiunto Sergio, "è stato sospeso il pagamento dell'intero compenso per la prestazione di Travolta".
La presenza dell'attore, come si ricorderà, è stata particolare anche all'esterno dell'Ariston. Travolta è stato coinvolto in un siparietto con Fiorello e Amadeus e si è esibito in una rivedibile versione del 'ballo del qua qua', con risultati non propriamente apprezzati dal pubblico.
Politica
Caso Scurati, dalla Rai lettera di contestazione a Serena...
La conduttrice dovrà dare "giustificazioni" per un post sui social. Sergio: "Non è un provvedimento disciplinare". Insorge il Pd in Vigilanza: "Atto intimidatorio e arrogante"
La Rai ha inviato una lettera di contestazione disciplinare a Serena Bortone in riferimento al post pubblicato dalla giornalista sui propri profili social il 20 aprile in merito alla vicenda Scurati. Lo comunica la Rai in una nota. "Come da prassi - spiega l'azienda nella nota - nella contestazione si chiedono alla giornalista eventuali giustificazioni e chiarimenti".
Sergio: "Atto dovuto"
Sul caso Scurati "non è stata vietata né partecipazione dell'ospite né la lettura del monologo", chiarisce l'ad Rai Roberto Sergio in audizione in Vigilanza, parlando della mancata partecipazione dello scrittore Antonio Scurati al programma di Serena Bortone il 25 aprile. L'ad sottolinea che "si tratta di un atto dovuto", al quale "seguirà un iter previsto dal regolamento". Non è, dunque, "un provvedimento disciplinare, è una richiesta di chiarimenti che verranno valutati per poi decidere quali provvedimenti saranno predisposti", scandisce Sergio. "E' una contestazione ma non un provvedimento". L'ad ha poi sottolineato che "la vicenda ha creato un danno reputazionale, l'accusa di censura inesistente ha travolto tutto quanto è stato fatto".
"Siamo un'azienda e ci sono delle regole che devono essere rispettate da tutti, sia giornalisti che non giornalisti", ha aggiunto Sergio.
Nel caso Scurati, "non è stato annullato un contratto, c'era una trattativa che era stata finalizzata ma non con un contratto firmato. Si era d'accordo sul valore economico - ha aggiunto Sergio - dopo di che si è venuti a conoscenza delle promozioni", e per questo motivo "si è detto che non doveva essere a titolo oneroso ma che sarebbe stato a titolo gratuito. Non si tratta dunque di un motivo editoriale ma di un motivo economico".
Sergio ha citato poi il caso di Carlo Cottarelli: "Vi potrei fare una lista delle persone nella stessa trasmissione della Bortone che inizialmente erano previste a titolo oneroso e poi passate a titolo gratuito- ha scandito Sergio- Uno dei casi proprio di 'Che sarà', che va addirittura oltre quello di Scurati, è quello di Cottarelli, nel momento in cui si è venuti a conoscenza della promozione del libro, in quel caso con contratto firmato, non gli e' stato pagato. E' una prassi quella di sostituire una presenza a titolo oneroso con una presenza a titolo gratuito quando ci sono promozioni in corso". Scurati "poteva venire in trasmissione" ha aggiunto Sergio.
Rossi: "C'è uguaglianza di diritti e di doveri"
Anche il dg Giampaolo Rossi ribadisce che "se c'è un'uguaglianza di diritti c'è anche un'uguaglianza di doveri". La necessità di una autorizzazione al rilascio di dichiarazioni "vale per il direttore generale come per l'ultimo dei dipendenti assunto ieri", ha spiegato Rossi.
Usigrai: "Anche basta"
Di un procedimento inaccettabile" parla la segretaria dell'Usigrai Daniela Mcheda. "E cosi l’ha fatto: Roberto Sergio, l’uomo che da dirigente Rai, direttore della radiofonia attaccava pubblicamente sui social il Giornale Radio Rai, ora - scrive Macheda su Facebook - da Amministratore delegato fustiga a colpi di procedimenti disciplinari chi, anche attraverso i social difende la propria libertà e professionalità da un sistema di controllo "asfissiante" sul lavoro dei giornalisti della Rai. I provvedimenti annunciati sulla vicenda Scurati sono dunque arrivati ma alla persona sbagliata. Il procedimento disciplinare aperto contro Serena Bortone è inaccettabile. Anche basta".
Pd: "Gesto minaccioso"
Un'azione che comunque scatena le ire dell'opposizione in Vigilanza Rai. "Il procedimento disciplinare dell’Ad Rai Sergio nei confronti di Serena Bortone - affermano i componenti Pd - definisce l’idea che la dirigenza dell’azienda ha del pluralismo informativo. Siamo di fronte ad un atto arrogante, minaccioso, intimidatorio. 'Colpirne uno per educarne cento’ è il motto che anima questa maggioranza che vuole rendere l’azienda del servizio pubblico il megafono del governo".
Bonelli: "Fatto grave"
Sulla vicenda è intervenuto anche il deputato di Alleanza Verdi Sinistra Angelo Bonelli: "Apprendo che avete avviato un procedimento disciplinare contro Serena Bortone, è un fatto estremamente grave. E' una situazione - ha attaccato Bonellli - molto cupa dal punto di vista della democrazia del nostro Paese. Vi invito a riflettere, è un fatto estremamente grave" che "apre una fase nuova".