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Salute e Benessere
Dalla Dengue alla West Nile, in Europa crescono le...
Dalla Dengue alla West Nile, in Europa crescono le infezioni veicolate dalle zanzare
I dati dell'Ecdc che avverte: "Con il cambiamento climatico sempre più focolai locali"
![Una zanzara - (Foto 123RF)](https://www.adnkronos.com/resources/0285-18fa782a7a6a-04d3aa831e1e-1000/format/big/zanzaratigre_dengue_123rf.jpeg)
Da patologie esotiche a malattie di casa nostra. Con il climate change e la globalizzazione, in Europa crescono le infezioni veicolate dalle zanzare. "Gli ultimi dati di Unione europea/Spazio economico europeo mostrano una continua tendenza al rialzo per i casi di Dengue importati", ma anche "un numero crescente di focolai locali di West Nile e Dengue", comunica l'Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.
Con l'estate alle porte suona chiaro il monito di Andrea Ammon, direttrice uscente dell'agenzia: "In Europa stiamo già osservando come il cambiamento climatico stia creando condizioni più favorevoli alla diffusione di zanzare in aree precedentemente non colpite, con più persone infettate da malattie come la Dengue. E l'aumento dei viaggi internazionali dai Paesi dove la Dengue è endemica - avverte - accrescerà il rischio di casi importati e, inevitabilmente, anche quello di epidemie locali. Le misure di protezione personale combinate con interventi per il controllo degli insetti vettori, l'individuazione precoce dei casi, la sorveglianza tempestiva, ulteriori attività di ricerca e di sensibilizzazione - raccomanda Ammon - sono fondamentali nelle aree d'Europa più a rischio".
L'Ecdc riporta qualche numero. Per la Dengue, nel 2023 in Ue/See sono stati segnalati 130 casi locali - non infezioni importate, ma contratte sul posto - contro i 71 del 2022 e i 73 del decennio 2010-2021. I casi importati sono passati da 1.572 nel 2022 a oltre 4.900 nel 2023, "il numero più alto registrato dall'inizio della sorveglianza nel 2008". Quest'anno non andrà meglio: "Nei primi mesi del 2024 - evidenzia l'agenzia - diversi Paesi hanno segnalato aumenti sostanziali per i casi di Dengue importati, il che suggerisce che nel corso dell'anno i numeri potranno salire ulteriormente". Quanto a West Nile, nel 2023 sono stati segnalati 713 casi acquisiti localmente in 123 regioni di 9 Paesi Ue, 22 delle quali non avevano mai registrato prima contagi locali. L'anno scorso sono stati riportati anche 67 decessi. Benché complessivamente i casi segnalati siano inferiori rispetto al 2022 (1.133), il numero di regioni colpite è il più alto dal picco del 2018, a indicare "un'ampia circolazione geografica del virus".
Le malattie da zanzare crescono insieme ai loro vettori. La Aedes albopictus, la zanzara tigre in grado di trasmettere i virus Dengue, Chikungunya e Zika, si sta diffondendo ulteriormente in Europa a Nord, Est e Ovest - spiega l'Ecdc - e ora conta popolazioni autosufficienti in 13 Paesi Ue/See. L'Aedes Aegypti, che veicola febbre gialla, Dengue, Chikungunya e Zika, si è recentemente stabilita a Cipro e la possibilità che si insedi in altre zone d'Europa è ritenuta dagli esperti "preoccupante a causa della sua significativa capacità di trasmettere agenti patogeni e della sua preferenza per l'uomo" quando punge per nutrirsi. Infine la zanzara Culex pipiens, vettore di West Nile, è presente in tutta l'area Ue/See.
"E' ampiamente previsto che il cambiamento climatico avrà un impatto significativo sulla diffusione delle patologie trasmesse dalle zanzare in Europa", prospetta l'Ecdc, in primo luogo "creando condizioni ambientali favorevoli all'insediamento e alla crescita delle popolazioni di zanzare". Più infezioni, contratte prima. "Quest'anno, a Siviglia in Spagna - rimarca l'agenzia Ue - è stato segnalato un caso umano confermato di West Nile, acquisito localmente, con insorgenza dei sintomi all'inizio di marzo. Sebbene si tratti di un caso isolato", indica che "la trasmissione del virus può verificarsi molto presto nel corso dell'anno, probabilmente a causa di condizioni climatiche propizie".
L'Ecdc ricorda che "adottare misure coordinate per il controllo delle zanzare è un elemento chiave per la lotta contro queste infezioni, e saranno necessarie ulteriori ricerche per sviluppare strumenti efficienti, ma ecologici, per gestire le popolazioni di zanzare". Parallelamente, la popolazione andrebbe sensibilizzata a fare la sua parte con "azioni semplici come rimuovere l'acqua stagnante nei giardini o sui balconi", nonché a proteggersi dalle punture con "indumenti che coprano la maggior parte del corpo, repellenti, zanzariere a porte e finestre, climatizzazione nelle stanze dove si riposa o si dorme". Ma "affinché queste misure possano essere utilizzate ampiamente, sono essenziali campagne efficaci rivolte al grande pubblico". Da parte delle autorità, concludono gli esperti, "rimangono essenziali una sorveglianza rafforzata e l'individuazione precoce dei casi importati e locali".
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Salute e Benessere
Covid, con il caldo aumenta rischio per il cuore: cosa fare
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L'analisi e le raccomandazioni del cardiologo Trimarco
![Medici in reparto Covid - Fotogramma](https://www.adnkronos.com/resources/0288-19af443095f8-e228ff6708b3-1000/format/big/covid_ospedale_nuova_fg.jpeg)
Fuoco incrociato sulla salute degli italiani, in particolare dei più fragili. A minacciarli c'è il mix tra caldo e Covid: "L'uno amplifica gli effetti dell'altro e viceversa, con un impatto immediato sui sintomi come mal di testa, fatigue e affanno, e sulla funzionalità del cuore". Lo spiega Bruno Trimarco, docente emerito di Cardiologia all'università Federico II di Napoli. "Il caldo - avverte - ha sicuramente un impatto importante sui pazienti colpiti dal Covid, sia in fase acuta che nel post-infezione, sul cosiddetto Long Covid. Infatti, da un lato le temperature alte amplificano i sintomi dell'infezione, dall'altro possono aumentare lo stress sul cuore, colpito contemporaneamente da un doppio fuoco, il virus e il caldo insieme". Come proteggersi? No agli integratori 'fai te te', sì a docce fresche e bere acqua anche se non si ha sete, ricorda lo specialista.
Chi rischia di più
Le persone più a rischio sono i fragili, come anziani, bambini e malati cronici, già vulnerabili a caldo e Covid singolarmente. "La letteratura scientifica - analizza Trimarco - ha già documentato che il caldo estremo rappresenta un rischio per il cuore, causando dolore al petto, infarti e morte improvvisa. Quando fa troppo caldo, si può assistere a una riduzione dei valori della pressione arteriosa per la dilatazione dei vasi sanguigni e alla perdita di liquidi con una profusa sudorazione che aumenta il pericolo disidratazione. In alcuni pazienti, tuttavia, si verifica un effetto opposto e la pressione arteriosa può aumentare in modo improvviso e incontrollato. Tra i sintomi più comuni possono comparire tachicardie, palpitazioni, vertigini e affanno".
Dal canto suo, anche Covid ai associa a sintomi comuni a quelli scatenati dal caldo, come astenia, nebbia cerebrale, affanno e mal di testa. "Inoltre - evidenzia il cardiologo - sappiamo che Covid-19 innesca una serie di processi infiammatori che colpiscono le cellule endoteliali, cioè le cellule che rivestono l'interno del cuore e dei vasi sanguigni. Tra gli effetti prodotti ci sono stress ossidativo, infiammazione, alterazione dei battiti, compromissione della capacità di pompare il sangue e l'ossigeno agli altri tessuti. Gli studi suggeriscono che le persone con Covid, rispetto ai non infettati, corrono un rischio del 55% maggiore di subire un evento cardiovascolare grave come infarto, ictus o morte. Hanno anche più probabilità di manifestare altri problemi al cuore come aritmie o miocardite, ossia infiammazione del muscolo cardiaco".
I rimedi
Per scongiurare gli effetti della combo caldo-Covid servono contromisure. Quali? "No a integratori 'fai da te', sì a docce o bagni freschi e al consumo 'programmato' di acqua: impegnarsi cioè a bere almeno un litro e mezzo d'acqua durante la giornata anche se non si ha la sensazione di sete", raccomanda Trimarco.
"Stanchezza e debolezza, sintomi comuni al Covid e a un eccesso di caldo - osserva il cardiologo - possono indurre a fare incetta di integratori. Ma la stragrande maggioranza sono inutili, almeno contro il Covid. Uno studio che abbiamo pubblicato sulla rivista 'eClinicalMedicine' promuove un mix di sostanze naturali, composto da arginina e vitamina C. L'arginina è un aminoacido prodotto naturalmente dall'organismo, che stimola la produzione di ossido nitrico, sostanza chiave per una corretta funzione vascolare. La vitamina C, invece, grazie a una nanotecnologia che ne ottimizza l'assorbimento senza effetti collaterali, antagonizza lo stress ossidativo e migliora il rimodellamento vascolare con effetti benefici sulla funzionalità cardiaca e a cascata su tutto l'organismo".
Altri consigli: evitare di uscire se positivi al Covid, sia per evitare di contagiare gli altri sia per tenersi al riparo dal caldo esterno; mantenere la casa fresca, sfruttando l'aria notturna per rinfrescarla, e durante il giorno usando tapparelle o persiane e spegnendo quanti più dispositivi elettrici possibile; usare abiti e lenzuola leggeri e larghi; evitare bevande zuccherate, alcoliche o contenenti caffeina che possono peggiorare i sintomi e interagire con i farmaci in uso.
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Caldo africano, nuova ondata sull’Italia: oggi 12...
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Nelle prossime ore allerta super caldo ai massimi livelli: le città interessate
![Super caldo a Roma - Fotogramma](https://www.adnkronos.com/resources/028f-1b76948389d7-928a70d280ca-1000/format/big/caldo_roma_fontana_fg.jpeg)
L'allerta super caldo tornerà nelle prossime ore ai livelli massimi. Se oggi, sabato 27 luglio, nessuna città è ancora da bollino rosso, per domani - domenica 27 - saranno di nuovo sei i capoluoghi interessati dal gradino più alto dell'allerta.
Dodici, intanto, le città con bollino arancione di oggi, segnalate nel bollettino sulle ondate di calore del ministero della Salute: si tratta di Firenze, Frosinone, Palermo, Perugia, Rieti e Roma, Bologna, Bolzano, Brescia, Latina, Pescara e Viterbo.
Domenica bollente, tornano i bollini rossi
Domenica 28 luglio saranno quindi 6 le città italiane da bollino rosso per il rischio di ondate di calore: massima allerta su Firenze, Frosinone, Palermo, Perugia, Rieti e Roma.
La giornata di domani si annuncia dunque la più 'bollente' di una settimana che non ha fatto registrare prima città da bollino rosso. Fra i 27 capoluoghi monitorati dal sistema di sorveglianza ministeriale, oltre ai 6 con allerta 3, il livello massimo di rischio, il 28 luglio si contano 13 bollini arancioni (livello 2): a Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Latina, Milano, Napoli, Pescara, Torino, Trieste, Venezia, Verona e Viterbo. Bollino giallo (rischio 1) per Ancona, Bari, Cagliari, Catania, Civitavecchia, Genova, Messina e Reggio Calabria. Nessun bollino verde (rischio 0).
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Alzheimer, Ema blocca farmaco Lecanemab: “Rischio di...
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"In particolare il frequente verificarsi di anomalie nell'imaging correlate all'amiloide (Aria), che comportano gonfiore e potenziali sanguinamenti nel cervello dei pazienti che lo hanno ricevuto"
![Riproduzioni del cervello - FOTOGRAMMA](https://www.adnkronos.com/resources/028f-1b75fb877550-e313388a5cd3-1000/format/big/germany_parti_del_cervello_di_albert_einstein_in_mostra_al_westphalian_museum_of_natural_history_.jpeg)
No dell'Agenzia europea del farmaco Ema a una terapia anti Alzheimer. Il Comitato tecnico per i medicinali a uso umano dell'ente regolatorio Ue, "Chmp, ha raccomandato di non concedere l'autorizzazione all'immissione in commercio per Leqembi* (lecanemab), un farmaco destinato al trattamento della malattia di Alzheimer", informa l'Ema nel resoconto dell'ultima riunione del Chmp (22-25 luglio).
"Il comitato - si legge - ha ritenuto che l'effetto osservato di Leqembi sul ritardo del declino cognitivo non controbilancia il rischio di eventi collaterali gravi associati al medicinale, in particolare il frequente verificarsi di anomalie nell'imaging correlate all'amiloide (Aria), che comportano gonfiore e potenziali sanguinamenti nel cervello dei pazienti che hanno ricevuto Leqembi".
Alzheimer Europe esprime "rammarico" e "profonda delusione" per il parere negativo formulato dal Comitato tecnico Chmp dell'Agenzia europea del farmaco Ema . Il no dell'Ema, che riguarda Ue, Islanda, Liechtenstein e Norvegia, sottolinea l'associazione in una nota, "significa che gli europei con malattia di Alzheimer in fase iniziale non avranno accesso alle opzioni terapeutiche disponibili per i pazienti negli Stati Uniti e in altri Paesi".
"Le persone che vivono con la malattia di Alzheimer e le loro famiglie nutrivano grandi speranze e aspettative riguardo all'introduzione di nuove opzioni terapeutiche in Europa", scrive Alzheimer Europe, ricordando che la Fda statunitense ha concesso l'approvazione a lecanemab un anno fa, nel luglio 2023, dopo che un comitato consultivo ha riconosciuto in modo unanime l'efficacia clinica del farmaco per il quale le principali assicurazioni Usa, fra cui Medicare, hanno garantito "un'ampia copertura" nei pazienti idonei a riceverlo. Hanno dato il via libera al trattamento anche le autorità regolatorie di Giappone (25 settembre 2023), Cina (3 gennaio), Corea del Sud (27 maggio), Hong Kong (11 luglio) e Israele (12 luglio), elenca l'associazione, mentre in Europa si attendono ancora i pronunciamenti degli enti regolatori svizzero e britannico, che Alzheimer Europe auspica positivi.
"Le persone affette da malattia di Alzheimer in Europa saranno escluse dall'accesso a lecanemab senza poter compiere scelte individuali basate su un'analisi personale del profilo rischi-benefici", rimarca l'associazione. La speranza di Alzheimer Europe è che "i risultati dal mondo reale raccolti dal registro imposto dalla Fda, o dagli studi in corso su lecanemab forniranno le evidenze scientifiche necessarie affinché i regolatori Ue riconsiderino la loro posizione".