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Economia

Agronetwork: “Acqua risorsa centrale, genera valore...

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Agronetwork: “Acqua risorsa centrale, genera valore aggiunto per 367,5 mld di euro”

I dati sono stati diffusi a Roma nell’ambito dell’evento 'Water Management nell’agroindustria, per una gestione responsabile delle risorse' promosso da Agronetwork, Confagricoltura e Heineken Italia

Agronetwork:

L’acqua è una risorsa fondamentale per il benessere dell’uomo e del pianeta. Ma non solo, perché per l’economia italiana genera complessivamente un valore aggiunto pari a 367,5 miliardi di euro nel 2022 (considerando ciclo idrico esteso, impatto indiretto, indotto, gestione in economia e acqua come input produttivo). Un bene fondamentale per circa 1,8 milioni di imprese in Italia, Paese al secondo posto in Europa per prelievi destinati all’agricoltura, subito dopo la Spagna. Il primario è infatti il primo settore per prelievi idrici (56% nel periodo 2015-2019): consuma mediamente 4.460 metri cubi per ettaro e restituisce acqua per il 93,7%. I dati sono stati diffusi oggi a Roma nell’ambito dell’evento 'Water Management nell’agroindustria, per una gestione responsabile delle risorse' promosso da Agronetwork, Confagricoltura e Heineken Italia, alla presenza del sindaco Gualtieri e del commissario nazionale straordinario per la Siccità, Nicola Dall’Acqua.

Il convegno ha messo in luce i risultati raggiunti dall’agroindustria ma anche obiettivi e opportunità da cogliere in un contesto di cambiamento climatico, siccità e perdite idriche, oggi pari a 8,9 miliardi di metri cubi. Solo nel 2022 l’Italia ha registrato perdite nelle reti comunali di distribuzione di acqua potabile per il 42,4% dell’acqua messa in rete: una quantità in grado di soddisfare le esigenze idriche di 43,4 milioni di persone (Istat, 2024). Fondamentali per questo le risorse del Pnrr (900 milioni per la manutenzione della rete di distribuzione), la manutenzione dei grandi invasi vetusti, gli incentivi alle imprese e consorzi per innovare la rete, il recupero dell’acqua piovana, l’uso delle energie rinnovabili, la restituzione dell’acqua all’ambiente.

“È importante che imprenditori, esperti del settore e rappresentanti delle istituzioni possano confrontarsi sull’uso consapevole delle risorse. L’acqua, in particolare, è un bene prezioso e fondamentale per l’agricoltura e il settore agroalimentare, che è un’eccellenza nazionale. – ha dichiarato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin – Purtroppo il territorio è minacciato dai cambiamenti climatici e l’acqua è diventata la nuova emergenza. Il mio impegno da Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica è di razionalizzare il sistema idrico perché In Italia ci sono 2391 gestori ed è quindi necessario mettere mano anche al sistema irriguo con tecniche che consumano il meno possibile e incrementare il riutilizzo delle acque. Dobbiamo costruire nuove dighe e fare aree di raccolta per l’acqua piovana per rilasciarla nei momenti di siccità ed evitando danni quando piove troppo. Il nostro piano di adattamento al cambiamento climatico indica le azioni necessarie, ben 361, e vanno declinate a seconda delle esigenze dei vari territori. Al G7 di Venaria abbiamo sensibilizzato anche gli altri paesi e per la prima volta il forum si è impegnato a istituire una coalizione sull’acqua. Soltanto attraverso una collaborazione sinergica tra tutti gli attori coinvolti potremo affrontare con successo questa sfida epocale. Il confronto di oggi rappresenta un ottimo punto di partenza per la gestione più responsabile del complesso delle risorse idriche, anche per il settore agroalimentare”.

Per Sara Farnetti, presidente Agronetwork, specialista in Medicina Interna ed esperta in Nutrizione Funzionale: “La sostenibilità è un concetto circolare: quello che fa bene al nostro organismo arreca beneficio anche all’ambiente in cui viviamo. L’acqua è una risorsa vitale per il Pianeta così come lo è per il corpo umano. È bene sapere come utilizzarla”.

“La gestione efficiente dell’acqua è un asset irrinunciabile per il settore primario – ha aggiunto il vicepresidente di Confagricoltura, Sandro Gambuzza - Oggi, infatti, le imprese agricole devono fare fronte a fenomeni climatici estremi: la siccità, da un lato, le alluvioni e le inondazioni, dall’altro. Per questo, infrastrutture irrigue performanti, che consentano stoccaggio e dosaggio dell’acqua e strategie di contrasto alla dispersione, rappresentano una priorità assoluta, a beneficio delle imprese e di tutta la comunità, garantendo vantaggi economici e limitando l’impatto ambientale. In quest’ottica, Confagricoltura da tempo promuove iniziative che puntano all’innovazione, per un’agricoltura sempre più circolare e resiliente”.

In questo quadro le aziende stanno investendo in ricerca e innovazione per sfruttare tutti gli strumenti utili disponibili in grado di mitigare l’impatto del cambiamento climatico sulle proprie attività, anche in vista degli obiettivi fissati dall’Agenda 2030.

Tra le best practice illustrate nella giornata, quella di Heineken Italia, primo produttore di birra nel Paese (oltre 7,1 i milioni di ettolitri prodotti nei 4 birrifici sul territorio), che conferma il percorso avviato più di 10 anni fa per il risparmio idrico. Nell’ultimo anno, grazie alle misure di efficientamento messe in atto l’azienda ha tagliato 3,8 milioni di ettolitri di acqua nei suoi 4 birrifici nel 2023 (-13% sul 2022), l’equivalente di 138 piscine olimpioniche. I quattro birrifici di Heineken in Italia si confermano nel 2023 eccellenze green del panorama produttivo del Gruppo in Europa, al primo posto per riduzione dei consumi idrici, e tra i Paesi top sul fronte della riduzione delle emissioni di CO2. Con 58 birrifici in 22 Paesi, Heineken produce una birra su 5 stappate nel Vecchio continente. Dall’avvio del proprio percorso nel 2010, il Gruppo ha ridotto del 57% i consumi di acqua per ettolitro di birra prodotta, con totale di 12,8 milioni di ettolitri risparmiati.

“Da oltre 10 anni Heineken mette al centro delle sue strategie la sostenibilità, che è una priorità per l’azienda a livello globale – afferma Alfredo Pratolongo, direttore Comunicazione e Affari Istituzionali di Heineken Italia - I risultati sono frutto di un impegno costante nell’ambito del nostro piano di Sostenibilità 'Brew a Better World'. Come Heineken Italia stiamo accelerando per raggiungere entro il 2030 obiettivi ambiziosi: azzerare le emissioni di CO2 in produzione e lavorare sull’efficienza per ridurre i consumi idrici in tutti i nostri birrifici, passando dai circa 3,5 a 2,9 ettolitri di acqua per ettolitro di birra prodotto. Il piano di sostenibilità Brew a Better World agisce su molti ambiti, non solo ambientali, ma anche sociali e di promozione del consumo responsabile. L’obiettivo è quello contribuire in modo attivo alla salvaguardia del mondo in cui viviamo, facendo un uso rispettoso delle risorse che ci offre. Risorse che non sono infinite proprio come l’acqua, che per noi è fondamentale tutelare”.

Per Daniele Rossi, segretario generale di Agronetwork “il quadro emerso oggi segnala quanto il sistema delle imprese agricole e industriali, la ricerca e le autorità competenti siano consapevoli non solo delle esigenze di migliore gestione e di risparmio delle risorse idriche ma anche delle nuove tecnologie che possono essere applicate al water management. Alcune di queste vedono la dimensione europea molto attiva, come bene espresso ad esempio, dalla direttiva sulle acque da riuso. Tuttavia, purtroppo, molte altre soffrono ancora l’assenza di un quadro normativo armonizzato o addirittura inutilmente restrittivo, come nel caso delle T.E.A. Occorre inoltre sensibilizzare ancora di più la catena a valle della produzione agroalimentare e cioè l’Ho.Re.Ca ed i consumatori, affinché il risparmio idrico prodotto a monte non venga successivamente vanificato”.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Economia

Concordato preventivo biennale: pro e contro dopo le novità...

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Conviene aderire al concordato preventivo biennale? Per le partite IVA è tempo di valutare pro e contro, anche alla luce delle novità sulla flat tax sul maggior reddito che verrà proposto dal Fisco

Concordato preventivo biennale: pro e contro dopo le novità sulla flat tax

Il concordato preventivo biennale conviene? Questa una delle domande che si pongono i titolari di partita IVA, alle prese con le valutazioni circa gli effetti dell’adesione al patto con il Fisco.

Alla luce degli ultimi ritocchi, tra cui la flat tax sul maggior reddito proposto dall’Agenzia delle Entrate, è bene analizzare quali sono i pro e i contro previsti per chi sceglierà di aderire al concordato preventivo biennale.

Concordato preventivo biennale: i vantaggi per chi aderirà al patto con il Fisco

È ormai noto che il concordato preventivo biennale consiste in una proposta di reddito che verrà formulata dall’Agenzia delle Entrate nei confronti dei titolari di partita IVA soggetti all’applicazione degli ISA, forfettari compresi.

Si tratterà nella maggior parte dei casi di un reddito al rialzo rispetto alle annualità precedenti, secondo un meccanismo di crescita graduale che accompagnerà professionisti e imprese verso l’obiettivo della piena affidabilità fiscale.

In caso di adesione, il reddito proposto sarà la base per la determinazione delle imposte sui redditi e dell’IRAP: chi sceglierà di aderire al concordato verrà quindi di fatto vincolato a pagare le imposte sulle somme determinate dall’Agenzia delle Entrate, a prescindere dall’effettivo andamento della propria attività.

Per quel che riguarda i soggetti ISA, l’adesione al concordato preventivo biennale rappresenta una vera e propria scommessa sul proprio futuro imprenditoriale, legando l’importo delle somme dovute al Fisco al reddito proposto in via anticipata. In caso di redditi effettivi inferiori - fatta eccezione di specifiche casistiche - non sarà possibile ridurre l’importo dei versamenti già programmati, e la stessa cosa avverrà conseguentemente anche in caso di redditi superiori.

Bisogna inoltre evidenziare che per i forfettari la “scommessa” sarà limitata: il concordato partirà nel 2024 in via sperimentale e per una sola annualità. Considerando che si potrà aderire fino alla fine di ottobre, di fatto le partite IVA minori avranno già un quadro chiaro dell’andamento della propria attività e potranno quindi meglio valutare lo scostamento tra reddito effettivo e reddito proposto dall’Agenzia delle Entrate.

Questi i primi aspetti da considerare nelle valutazioni circa gli effetti positivi e negativi del concordato preventivo biennale, sul quale però non si possono non considerare le ultime novità approvate dal Governo.

Flat tax dal 10% al 15% al sul maggior reddito da concordato

Per rendere più conveniente l’accettazione del patto con il Fisco entra in campo la flat tax.

Nel decreto correttivo approvato in Consiglio dei Ministri del 26 luglio è confermata la tassa piatta strutturata su tre aliquote e che si applicherà sul reddito incrementale concordato rispetto a quanto dichiarato nell’anno precedente.

Una flat tax che consente di ridurre il peso degli acconti dovuti a novembre, secondo le seguenti misure:

● 10% per le partite IVA con punteggio ISA da 8 a 10;

● 12% in caso di punteggio tra 6 e 10;

● 15% in caso di punteggio inferiore a 6.

Una mossa volta ad evitare di fatto il fallimento di uno strumento dal quale il Governo conta di incassare risorse utili per la messa a punto della prossima Manovra di Bilancio, e che rimescola le carte sulla valutazione di pro e contro del concordato preventivo biennale.

Nella pratica, sulle maggiori imposte dovute sulla base del reddito proposto dal Fisco e accettato dal contribuente, in luogo delle aliquote IRPEF ordinarie si applicherà quindi un’imposta sostitutiva crescente, sulla base del punteggio ISA ottenuto.

Concordato preventivo biennale, non solo flat tax: i vantaggi dell’adesione

Al netto delle novità in materia di tassazione, è bene soffermarsi anche sui benefici previsti per chi aderirà al concordato preventivo biennale.

Tra questi vi è l’esonero dall’apposizione del visto di conformità per le compensazioni IVA fino a 50.000 euro e fino a 20.000 euro in relazione ai crediti IRPEF, IRAP e IRES. Saranno inoltre sospesi gli accertamenti basati su presunzioni semplici così come verrà anticipato il termine di decadenza per le attività di accertamento.

Inoltre, per i periodi d’imposta oggetto di concordato, l’Agenzia delle Entrate non potrà effettuare accertamenti sul reddito d’impresa e di lavoro autonomo, così come saranno congelati gli accertamenti IRAP.

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Economia

Porti, approvato il piano 2024-26 dell’Autorità...

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Musolino, 'ambizioso ma realizzabile, consentirà un ulteriore salto di qualità'

Porti, approvato il piano 2024-26 dell'Autorità Tirreno Centro Settentrionale

Il Comitato di Gestione dell’Adsp del Mare Tirreno Centro Settentrionale, nella seduta presieduta da Pino Musolino, ha approvato il Piano Operativo Triennale 2024-2026. Oltre al Presidente dell’Adsp e al Segretario Generale Paolo Risso, erano presenti il Direttore Marittimo del Lazio e Comandante della Capitaneria di Porto di Civitavecchia Michele Castaldo, Il Comandante della Capitaneria di porto di Fiumicino Silvestro Girgenti, il componente designato dalla Regione Lazio Roberto Fiorelli e il componente designato dal Comune di Civitavecchia Emiliano Scotti. 

Musolino ha rinviato al prossimo comitato, previsto il 31 luglio, la discussione sull’assestamento del bilancio di previsione 2024 per dar modo al nuovo presidente del collegio dei revisori dei conti Lina Festa, nominato nei giorni scorsi, di avere il tempo necessario per esprimere il proprio parere sull'atto. Il presidente dell'Autorità, sottolineando come sia stata rispettata la tempistica prevista dalla norma per approvare il POT, ha illustrato i principi del documento in cui sono contenute le linee strategiche di sviluppo dell’Adsp. Il comitato ha approvato la delibera all’unanimità.

“Abbiamo scelto di redigere un documento che tenga conto della naturale scadenza dell’organo di vertice di questa Autorità. La sfida non è solo quella di costruire le infrastrutture necessarie, come quelle relative allla separazione tra porto storico e porto commerciale, la parte ferroviaria per la gestione di nuovi traffici commerciali, ma anche di dare evidenza dello stato di attuazione degli interventi relativi al PNRR, e di portare avanti i progetti di crescita delle attività della Port Community System per lo scambio di dati e la comunicazione verso l’intera comunità portuale, la promozione dei tre scali, il Green port, il tutto proseguendo nella direzione del miglioramento dell’efficacia dell’azione amministrativa. Si è voluto lasciare al nuovo management il compito di dettare gli obiettivi di natura strategica che vorrà realizzare e perseguire”.

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Nel Pot 2024-2026 c’è il layout finale del porto di Civitavecchia. Sarà completata infatti la separazione tra porto storico e porto commerciale, con il primo che si aprirà alla città e per il quale è prevista la realizzazione dell’apertura della bocca a sud, con il collegamento all'antemurale che sarà costruito all’altezza di Molo Vespucci. Si tratta di interventi che sono finanziati con i fondi del PNRR. Un capitolo a sé avrà la Darsena “Mare Nostrum” per la quale possono essere ipotizzati diversi utilizzi, con la possibilità di poter ospitare insediamenti per diversi settori industriali e commerciali, come quello energetico dell’eolico offshore, cantieristico navale e quello relativo alla movimentazione delle merci e container

Per il porto di Fiumicino, sono stati avviati i lavori che comprendono la nuova darsena pescherecci sulla riva destra del porto canale, che consentirà la delocalizzazione della flotta peschereccia, la più importante del Lazio, e della cantieristica, permettendo di riqualificare un’intera area dell’abitato cittadino. A Gaeta sono previsti interventi di ampliamento, completamento, potenziamento e miglioramento delle infrastrutture portuali per favorire le attività produttive del territorio legate all’economia del mare, quali la cantieristica e la diportistica navale, la pesca e la maricoltura, oltre alle attività legate ai traffici di merci, passeggeri e automezzi.

“E’ un piano ambizioso ma realizzabile – conclude il presidente Musolino - che consentirà ai Porti di Roma di andare oltre gli ottimi risultati già ottenuti per la crocieristica. Il nostro compito ora è anche quello di promuovere il POT a tutti i livelli istituzionali, per spiegare l’importanza del raggiungimento di questi obiettivi non solo per l’ente e per i territori di riferimento, ma per il Lazio e l’intero Sistema Paese”.

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Economia

Iscro 2024, cosa è l’indennità straordinaria di continuità...

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Domande al via dal 1° agosto fino al 31 ottobre 2024

Sede Inps

L'Inps ha emesso una circolare con le istruzioni riguardanti l'indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa (Iscro), che è entrata a regime dal 1° gennaio 2024. Ma cosa è? E quali sono i requisiti per ottenere la prestazione che può arrivare fino a 800 euro?

Cosa è, requisiti e domanda

L'Iscro è destinata ai professionisti iscritti alla Gestione separata che svolgono attività di lavoro autonomo. I requisiti per accedere a questa prestazione includono l'iscrizione alla Gestione separata, non essere percettori di trattamenti pensionistici diretti, non essere assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie e aver prodotto un reddito di lavoro autonomo inferiore al 70% della media dei redditi da lavoro autonomo degli anni precedenti, comunica l'Inps.

La domanda per l'Iscro deve essere presentata all'Inps esclusivamente in via telematica entro il 31 ottobre di ogni anno, utilizzando i canali online dell'Istituto. Inoltre, in conformità alla Legge di Bilancio 2024, i beneficiari dovranno partecipare a percorsi di aggiornamento professionale e autorizzare la trasmissione dei propri dati di contatto alle Regioni e alle Province autonome di Trento e Bolzano-Alto Adige.

Per l'anno 2024, la domanda di indennità Iscro sarà disponibile dal 1° agosto e potrà essere presentata fino al 31 ottobre 2024.

Come si calcola

L'indennità Iscro è pari al 25 per cento, su base semestrale, della media dei redditi da lavoro autonomo dichiarati dal soggetto nei due anni precedenti all'anno precedente alla presentazione della domanda.

Ad esempio, per una domanda presentata nel 2024, se l’assicurato ha dichiarato per gli anni 2021 e 2022 (due anni precedenti all’anno che precede la presentazione della domanda) rispettivamente un reddito pari a 6.000 euro e a 5.000 euro, si determina la media degli stessi (€ 6.000 + € 5.000 = € 11.000/2 = € 5.500), ottenendo il valore di 5.500 euro, quindi, si divide quest’ultimo importo per due (base semestrale € 5.500/2 = € 2.750) e si procede a calcolare la misura della prestazione che è pari a 687,50 euro (€ 2.750 x 25/100).

Il successivo comma 148 dell’articolo 1 in commento prevede che la prestazione non possa essere di importo mensile inferiore a 250 euro e non possa superare l’importo mensile di 800 euro. In ragione della citata disposizione normativa, pertanto, qualora la misura della prestazione - come sopra determinata - risulti di importo inferiore a 250 euro o superiore a 800 euro, l’indennità è erogata in misura pari, rispettivamente, a 250 euro mensili e a 800 euro mensili.

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