Ucraina e armi Nato contro la Russia, Lituania: “Vanno usate come vuole Kiev”
Il ministro degli Esteri lituano Landsbergis: "E' così che si previene l'escalation, così si ferma Mosca". Tajani: "Non decide Stoltenberg. Nostre armi non si usano in territorio russo, verificheremo"
"Il modo giusto per reagire all'aggressione russa in Ucraina, e anche nei nostri Paesi, è sostenere l'Ucraina, cosicché possano usare le armi che già possiedono nel modo in cui hanno bisogno di usarle. E' così che si previene l'escalation, permettendo all'Ucraina di contrattaccare e di vincere la guerra. E' così che si ferma la Russia". Lo dice il ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis, a Bruxelles a margine del Consiglio Esteri.
"Il problema più grande che dobbiamo risolvere - aggiunge - è la nostra paura. Temiamo quello che la Russia potrebbe pensare e come potrebbe reagire, e la nostra paura sembra un invito ad agire con maggior forza in Ucraina, con attacchi spietati contro obiettivi civili. Supermercati distrutti, bambini, donne, vittime innocenti uccise. Ma è anche un invito ad agire nei nostri Paesi: parliamo dell'attività ibrida nella regione baltica, in Polonia e in altri Paesi".
Poi l'attacco all'Ungheria: "La European Peace Facility è bloccata, i colloqui di adesione dell'Ucraina sono presi in ostaggio dall'Ungheria. E potrei continuare: praticamente quasi tutte le soluzioni e decisioni dell'Ue sono bloccate da un solo Paese. Dobbiamo cominciare a vederlo come un approccio sistematico da parte di un solo Paese contro ogni sforzo dell'Ue di avere un ruolo significativo in politica estera", sottolinea ancora.
"Non è caso per caso - prosegue - dobbiamo iniziare a parlarne. So che in alcuni casi può apparire come una cosa poco diplomatica da fare, perché siamo persone gentili ed educate, ma penso che questa cosa sia andata troppo avanti", conclude.
Armi Nato per colpire la Russia, chi è favorevole e chi frena
Dopo il via libera di Stoltenberg, a Washington l'argomento è al centro della discussione, soprattutto - a quanto pare - per il pressing del segretario di Stato Antony Blinken. Intanto il ministro degli Esteri britannico David Cameron ha dichiarato durante una recente visita a Kiev che spetta all'Ucraina decidere se utilizzare le armi britanniche contro le posizioni in Russia.
E anche la Svezia non dice no a priori. Il quotidiano Hallandposten riporta la risposta del ministero della Difesa, guidato da Pal Jonsson, alla domanda sulla posizione di Stoccolma nel quadro internazionale: "L'Ucraina è soggetta ad una guerra di aggressione non provocata e illegale da parte della Russia. Secondo il diritto internazionale, l'Ucraina ha il diritto di difendersi con azioni militari indirizzate al territorio del nemico, nel rispetto delle leggi di guerra. La Svezia sostiene la guerra internazionale legge e il diritto dell'Ucraina all'autodifesa".
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz nelle ultime ore ha invece ribadito di essere contrario all'uso di armi tedesche da parte delle forze armate ucraine per colpire obiettivi in Russia. "Abbiamo concordato regole chiare con l'Ucraina per la consegna delle armi. Regole che funzionano. Almeno questa è la mia teoria", ha detto Scholz. Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina più di due anni fa, la Germania ha fornito a Kiev pezzi di artiglieria a lungo raggio come il lanciarazzi Mars II, che ha una gittata di oltre 80 chilometri.
Proprio dalla Germania, e in particolare da Der Spiegel, arrivano intanto indiscrezioni che trovano ampio spazio sui media ucraini. La scorsa settimana, a margine di una conferenza sulla sicurezza internazionale a Tallinn, esponenti dei paesi baltici hanno informato rappresentanti di Berlino: Estonia, Lettonia e Lituania sono pronte a inviare soldati in Ucraina se il quadro bellico dovesse diventare totalmente favorevole alla Russia.
I paesi baltici, a cui viene accostata anche la Polonia, non aspetterebbero l'eventuale avanza russa verso i confini occidentali: "Coloro che vogliono limitare la guerra attraverso restrizioni eccessive rischiano in realtà di perdere il controllo", sintetizza il magazine.
Cosa dice l'Italia
"Non tocca al segretario generale della Nato Jens Stoltenberg decidere" sull'uso delle armi che vengono inviate dagli Stati alleati all'Ucraina, "non è sua competenza. A volte serve un po' più di prudenza", sottolinea oggi sul tema il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine del Consiglio a Bruxelles.
Stoltenberg ritiene che gli alleati Nato dovrebbero consentire all'Ucraina di usare le armi loro inviate anche per colpire in territorio russo. "E' una sua opinione - continua Tajani - ma le decisioni della Nato vengono prese sempre insieme. Comunque la nostra posizione è chiara: le nostre armi si usano all'interno del territorio ucraino", sottolinea.
"Noi abbiamo deciso fin dall'inizio che tutto il materiale militare italiano non può essere usato al di fuori dei confini dell'Ucraina. Quindi sarà anche nostra responsabilità verificare, d'accordo con gli ucraini, dove si usano le nostre armi", ribadisce il ministro.
"Quindi - prosegue Tajani - non c'è possibilità di usarle in territorio russo, perché non siamo in guerra con la Russia. Noi difendiamo l'indipendenza dell'Ucraina, sosteniamo l'Ucraina, ma il nostro obiettivo è la pace. Noi vogliamo che Vladimir Putin, di fronte a uno stallo, si sieda ad un tavolo per concludere questa guerra priva di senso, che rappresenta una violazione del diritto internazionale", conclude.
Sulla questione Nato e le parole di Stoltenberg la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a In mezz'ora su Rai 3, ier osservava: "Credo che bisogna essere prudenti, ma credo pure che sia giusto che la Nato mantenga la sua fermezza".
"Fermo restando che ci sono incognite, ritengo controproducente il racconto allarmante di una Europa sull'orlo di un conflitto ampio, irresponsabile chi alimenta questo racconto. La deterrenza è l'unico rimedio, se si parla di via diplomatica è perché finora si è mantenuto equilibrio tra le forze", spiegava Meloni ricordando il motto latino 'se vuoi pace prepara la guerra'.
Esteri
Francia, Macron nomina premier Francois Bayrou
Il presidente francese lo ha incaricato di formare il nuovo governo
Il presidente francese Emmanuel Macron ha nominato Francois Bayrou premier e lo ha incaricato di formare il nuovo governo. Lo ha annunciato l'Eliseo in una nota.
Esteri
Siria, al-Jawlani alla popolazione: “Celebrate la...
"Scendete nelle piazze per esprimere la vostra gioia"
Il comandante in capo della nuova amministrazione siriana del dopo-Assad, Ahmed al-Sharaa, nel primo venerdì dopo la caduta del regime ha invitato i siriani a scendere nelle piazze "per celebrare la vittoria della rivoluzione".
In un discorso video diffuso su Telegram, al-Sharaa - noto in passato con il nome di battaglia Abu Mohammed al-Jawlani - si è congratulato "con il grande popolo siriano per la vittoria della rivoluzione benedetta", invitando la popolazione "a scendere nelle piazze per esprimere la sua gioia", ma "senza sparare in aria proiettili terrorizzando le persone". "Dopo di ciò - ha aggiunto - andremo a costruire questo Paese".
Le Forze democratiche siriane (Fds), coalizione di milizie a maggioranza curda sostenuta dagli Stati Uniti, hanno annunciato di aver raggiunto un accordo con il gruppo Hayat Tahrir al Sham (Hts) che ha guidato la rivolta che ha portato alla deposizione del regime di Assad. In base all'accordo, le Fds invieranno una loro delegazione a Damasco. Il comandante in capo delle Fds, Mazloum Abdi, ha confermato in un'intervista all'emittente curda Ronahi tv che è stato raggiunto ''un accordo con Hts rispetto ad Aleppo e Deir Ezzor", conquistate dagli insorti.
Il gruppo jihadista, ha affermato Abdi, ha garantito che ''i territori che sono sotto il controllo delle Fds non saranno obiettivo'' di conquista da parte di Hts. Le autorità curdo siriane, quindi, ''si stanno impegnando per inviare una propria delegazione a Damasco per condurre negoziati'' con le nuove autorità siriane.
Katz: "Idf resteranno in zona cuscinetto durante inverno"
Intanto il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dichiarato di aver ordinato all'esercito di prepararsi a rimanere sul versante siriano del monte Hermon durante i prossimi mesi invernali. "A causa di quanto sta accadendo in Siria, restare sul monte Hermon è di enorme importanza per la sicurezza e si deve fare tutto il possibile per mantenere le Idf nella zona pronte, per consentire alle truppe di rimanere lì nonostante le difficili condizioni meteorologiche", afferma Katz in una nota.
Esteri
Ucraina sotto attacco, esplosioni da Kiev a Odessa....
Il presidente ucraino: "Uno dei più grandi attacchi contro la nostra infrastruttura energetica". Mosca: "Risposta a lancio missili Atacms". Da Usa nuovi aiuti militari a Kiev per 500 milioni di dollari
In tutte le regioni dell'Ucraina è stato dichiarato l'allarme antiaereo. Lo riferiscono le autorità di Kiev mentre continuano i raid aerei russi, in particolare contro il sistema energetico del Paese. Il Kyiv Independent segnala esplosioni in più regioni ucraine durante gli attacchi aerei russi.
La difesa aerea è entrata in azione nell'oblast di Kiev, ha affermato l'amministrazione regionale. Sono state segnalate esplosioni anche negli oblast di Odessa, Vinnytsia e Cherkasy.
Il ministro dell'Energia ucraino German Galushchenko ha reso noto che le forze armate russe stanno conducendo un ''massiccio attacco al sistema energetico'' dell'Ucraina. Galushchenko afferma che "il nemico continua a terrorizzare. Ancora una volta, il settore energetico in tutta l'Ucraina è sotto attacco massiccio".
Zelensky: "93 missili lanciati dai russi, con Putin serve la forza"
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha denunciato quello che ''è stato uno dei più grandi attacchi contro la nostra infrastruttura energetica''. Su 'X' ha spiegato che ''secondo i rapporti preliminari sono stati lanciati 93 missili, tra cui almeno un missile nordcoreano. Sono stati abbattuti in totale 81 missili, 11 dei quali erano missili da crociera intercettati dai nostri F-16. Inoltre, i russi hanno utilizzato quasi 200 droni in questo attacco''.
Zelensky ha quindi accusato il presidente russo Vladimir Putin di voler ''distruggere tutto. E' così che vuole i negoziati: terrorizzando milioni di persone''. Per questo, ha aggiunto il leader ucraino, ''è necessaria una forte reazione dal mondo: un attacco massiccio deve essere affrontato con una reazione massiccia. Questo è l'unico modo in cui il terrore può essere fermato''.
Ma ''se i leader temono di rispondere o si abituano al terrore, Putin lo vede come un permesso per continuare. Sono necessari patrioti per abbattere questi missili e dimostrare che il terrore non raggiungerà i suoi obiettivi. Le sanzioni contro la Russia per la guerra devono essere rafforzate per avere un impatto reale sulla produzione missilistica russa''.
Zelensky è convinto che ''Putin non si fermerà con chiacchiere vuote: la forza è ciò che serve per portare la pace. Forza che non ha paura della sua capacità di affrontare e fermare il male. Il mondo può fermare questa follia e, per farlo, deve prima fermare la follia a Mosca che ha ordinato il terrore per oltre 20 anni. La forza è ciò che serve. L'Ucraina è grata a tutti coloro che stanno aiutando''.
Mosca: "Attacco massiccio in risposta a missili Atacms lanciati da Kiev"
La Russia da parte sua ha fatto sapere di aver lanciato un "massiccio" attacco missilistico contro la rete energetica ucraina in risposta al lancio di missili Atacms forniti dagli Stati Uniti da parte di Kiev questa settimana contro un aeroporto nella Russia meridionale.
"In risposta all'uso di armi americane a lungo raggio, le forze armate russe hanno condotto un massiccio attacco contro strutture critiche dell'infrastruttura energetica e di carburante dell'Ucraina", ha affermato il ministero della Difesa russo in un post su Telegram.
Da Usa nuovi aiuti militari a Kiev per 500 milioni di dollari
Gli Stati Uniti consegneranno all'Ucraina un nuovo pacchetto di aiuti militari dal valore di 500 milioni di dollari, per sostenere il Paese di fronte all'aggressione russa. Lo ha dichiarato il Dipartimento di Stato americano spiegando che il nuovo pacchetto di aiuti comprende sistemi anti droni, munizioni per i lanciarazzi Himars e veicoli corazzati.
''Gli Stati Uniti e altre 50 nazioni sono unite per garantire all'Ucraina le capacità necessarie a difendere sé stessa di fronte all'aggressione russa'', si legge in una nota del Dipartimento di Stato.