Politica
Europee, Meloni: “Ue faccia meno cose e le faccia...
Europee, Meloni: “Ue faccia meno cose e le faccia meglio”
La premier: "Non cerco compromessi, cerco di cambiare quello che funziona e se gli italiani mi danno una mano penso di poterci riuscire"
"L'Europa deve cambiare priorità, si deve occupare di meno cose, volendo normare tutto nella vita dei cittadini, vorrei che facesse meno cose e le facesse meglio". Così la premier Giorgia Meloni, ospite di 'Giù la maschera' su Rai Radio 1, parlando di elezioni europee.
"Io non cerco compromessi, cerco di cambiare quello che funziona e se gli italiani mi danno una mano penso di poterci riuscire. L'Europa deve diventare un valore aggiunto e non deve essere un ostacolo, come è stato spesso negli ultimi anni", sottolinea ancora sul prossimo voto in Europa. "Oggi c'è il margine per una maggioranza diversa in Ue -afferma - . Io ho già dimostrato che le cose si possono cambiare".
"Penso che l'Italia è tornata centrale, dobbiamo essere contenti di questo, oggi tutti capiscono che siamo quelli che possono fare la differenza" in Europa, continua la premier, che aggiunge: "Con proposte pragmatiche le cose cambiano, serve profondità maggiore", ricordando che "con von der Leyen ho costruito una collaborazione istituzionale, visto che è a capo della Commissione europea".
Ucraina
"Se la Russia volesse la pace non avrebbe mosso la guerra", le parole di Meloni commentando le aperture di Putin sugli accordi di Istanbul. "I dati dicono che il 24 febbraio del 2023, dopo un anno di guerra ha avuto più perdite di quanto ne ha avute l'Italia nella seconda guerra mondiale. Quella che doveva essere una guerra lampo non si è rivelata tale". Quella di Putin "è una guerra imperialista. Oggi si ricomincia a parlare di tavoli diplomatici grazie a chi ha sostenuto l'Ucraina, contro questo tentativo imperialista". "La trattativa si può fare se c'è uno stallo", avverte Meloni, ricordando la necessità di continuare ad appoggiare Kiev.
"La Russia ha invaso l'Ucraina e se vuole la pace si può ritirare, vedremo... ", replica a chi le domanda se le aperture di Putin su una eventuale trattativa per la pace siano da prendere in esame.
Rai
"A sinistra hanno occupato manu militari una azienda come la Rai, noi siamo per un sistema più plurale, un sistema che rappresenti tutti e appartenga ai cittadini", dice la premier parlando di tv pubblica e di accuse al governo. "Riformare la Rai? Penso che non spetti al Governo, ma piuttosto al Parlamento", conclude.
Riforme
"Noi eravamo per il presidenzialismo, poi quando abbiamo aperto il dialogo l'opposizione ci ha detto che per loro non andava toccato il Capo dello Stato, per questo abbiamo presentato una riforma" per il premierato "per rimettere la scelta di chi governa nelle mani dei cittadini e per permettere a chi è scelto di governare per 5 anni", risponde la premier a una domanda sul premierato in discussione in Senato. "Questa -sottolinea- è la madre delle riforme, quella che risolve molti problemi".
"Ma il partito democratico e il Movimento 5 Stelle la riforma non la vogliono, non vogliono cambiare, vogliono continuare a fare i governi nel Palazzo, pensano di decidere tutto sulla pelle degli italiani, con premier non eletti che non conoscono nessuno", sottolinea il presidente del Consiglio.
Politica
A Milano Berlinguer e Berlusconi ‘insieme’...
Un nuovo murales è apparso stamane in via Volturno, al quartiere Isola
Un nuovo murales in una via emblematica di Milano: è quello apparso stamane in via Volturno, davanti alla casa d'infanzia del compianto leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi e di fronte all'ex sede storica del Pci milanese. Ad un anno dalla morte del Cavaliere e a quarant'anni da quella dell'indimenticato segretario del Partito Comunista, Enrico Berlinguer, lo street artist aleXsandro Palombo celebra due figure carismatiche che hanno lasciato un segno profondo nella storia dell’Italia.
L'opera, dal titolo 'Insieme', ritrae il fondatore di Forza Italia in braccio allo storico leader del Pci come nel leggendario scatto in cui l'attore Roberto Benigni prese in braccio Berlinguer durante la manifestazione del 16 giugno 1983. Berlinguer in abito grigio e cravatta rossa, Berlusconi con il suo immancabile doppiopetto blu e scarpa Derby nera, entrambi i leader appaiono uniti, sereni e sorridenti. Il murales si trova nello storico quartiere Isola a Milano, a pochi passi dalla casa dove nacque e visse Berlusconi e di fronte allo stabile che per quarant'anni fu la sede storica e centro nevralgico del Partito Comunista milanese. In quell'appartamento Berlusconi è cresciuto insieme alla sua famiglia, con la mamma Rosa e il padre Luigi, la sorella Maria Antonietta e il fratello Paolo.
L’artista ha condiviso l'immagine sui suoi canali social, accompagnando il post con le celebri frasi 'Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno', di Enrico Berliguer e 'L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio, di Silvio Berlusconi.
Politica
Corruzione Liguria, Toti prepara il ‘ritorno’:...
Oggi o domani il difensore presenterà istanza per chiedere una serie di incontri con diverse personalità politiche
Giovanni Toti, il governatore ligure dal 7 maggio scorso ai domiciliari con l'accusa di corruzione, prepara il suo 'ritorno' in politica e con il difensore Stefano Savi si concentrata sulle istanze da presentare in procura a Genova, già oggi o al più tardi domani, per chiedere una serie di incontri con diverse personalità politiche "per un doveroso confronto e aggiornamento sulla situazione attuale, ma tra i temi sul tavolo non ci sono le dimissioni". Incassato il no alla revoca dei domiciliari, il presidente della Regione Ligure non si lascia abbattere e si concentra sulla lista di nomi con cui interloquire a stretto giro, a partire dalla sua maggioranza che ha sempre fatto quadrato intorno a lui.
"Certamente nelle prossime ore presenteremo al tribunale di Genova la richiesta da parte di Toti sia di potersi confrontare con la sua lista, che è il primo gruppo per forza numerica del consiglio Regionale, e, inoltre, di poter avere un confronto con i leader regionali dei partiti della coalizione e con il gruppo parlamentare di riferimento a livello nazionale" spiega l'avvocato. Più che al faccia a faccia come avvenuto con l'assessore Giacomo Giampedrone, lo scorso primo giugno, le istanze verranno estese a più leader, di caratura nazionale, tanto che il vertice potrebbe svolgersi da remoto. Il primo obiettivo è un confronto interno, poi spiega il legale "potranno seguire, a stretto giro, ulteriori richieste di incontri con ulteriori personalità politiche. Ricordiamo che Toti, oltre alla funzione istituzionale di presidente di Regione riveste il ruolo di leader di una forza regionale assolutamente indispensabile per le scelte politiche del prossimo futuro".
Quel che appare certo, sul fronte dei contenuti, è che "le dimissioni non sono l'oggetto degli incontri, indispensabili a un primo confronto circa le politiche regionali ad ampio spettro che il consiglio, e specificamente la maggioranza, dovrà portare avanti in attesa del ritorno alla piena agibilità politica del presidente Toti". E' proprio la scelta di restare in sella a pesare nelle esigenze cautelari che solo venerdì scorso hanno portato la gip di Genova Paola Faggioni a negargli la revoca dei domiciliari sottolineando il pericolo della reiterazione "in vista delle prossime competizioni elettorali regionali del 2025, per le quali aveva già iniziato la relativa raccolta di fondi". Un pericolo "concreto" se si considera che "continua tuttora a rivestire le medesime funzioni e le cariche pubblicistiche, con conseguente possibilità che le stesse vengano nuovamente messe al servizio di interessi privati in cambio di finanziamenti". Tesi che la difesa è pronta a contestare facendo ricorso ai giudici del Riesame, ma i tempi dell'udienza non saranno brevi.
Politica
Vannacci: “Continuerò ad usare parola...
"Descrive legame tra persone che condividono vita militare"
La parola camerata non va abolita e va usata, parola di Roberto Vannacci. Il generale, eletto all'Europarlamento con la Lega nelle recenti elezioni europee, non fa marcia indietro quando si parla del sostantivo. "Sono uno dei pochi che non ha mai indietreggiato di un millimetro su quello che ha detto, non mi presto soprattutto alle distorsioni pretestuose di qualcuno che vuole abolire determinati nomi, che vuole riscrivere la storia, che rifiuta per esempio il termine di 'camerata', che invece descrive quel rapporto di sentimenti, quel rapporto di legami che si crea tra persone che condividono la vita militare", dice l'eurodeputato della Lega, ospite di Antigone, format tv trasmesso da Radio Radicale e dall’emittente locale 12TV Parma. "Non possiamo negare questo termine perché qualcun altro lo ha usato, e io lo uso e continuerò a usarlo", avverte.
"Gay Pride? E' una carnevalata"
Il Gay Pride? "Quella che critico è l’ostentazione esibizionista di questo gusto, che spesso tende a prevaricare quello che, invece, è il buonsenso della maggioranza. Se loro vogliono continuare a confrontarsi con me in questi termini, a fischiare, a mettere gli striscioni e a fare queste carnevalate, io risponderò per le rime, non mi sono mai sottratto a tutto ciò". "Se vogliono fare una sfilata per Roma o per Torino, la facciano. Ci sarebbe da chiedersi perché si vogliono mettere in mostra. Il gay Pride dice di rivendicare dei diritti, ma anche su questo bisognerebbe discutere - sottolinea - i diritti non sono differenziati, i diritti sono per tutti. Non esistono i diritti per i gay, i diritti per gli eterosessuali, i diritti per i biondi, per i mori, per quelli con gli occhi azzurri: esistono i diritti per le persone. È un esibizionismo", aggiunge.
Per Vannacci "la nostra società è fatta di costumi e di usi, che sono delle leggi non scritte, le prassi. Se ti invitano alla prima della Scala e ti presenti in pantaloncini e canottiera, ti cacciano fuori. È su questo che si muove la dialettica dal mio punto di vista. Se loro invece vogliono continuare a dire che sono loro dalla parte della ragione e tutti gli altri si devono adattare alla loro percezione della realtà, lo continuino a fare, in me non troveranno certamente una persona che condivide queste idee", avverte. "Io non sono omofobo, non scappo davanti a un omosessuale come invece fa Dracula davanti a un Crocefisso" aggiunge.
"Mi sono candidato per le mie figlie"
"Non mi sono tradito. Mi sono lasciato tutte le strade aperte. La motivazione più grande (per candidarmi, ndr.) sono state le mie figlie... Sono convinto di poter far valere i miei principi e idee. E questo voto è strabiliante" ha detto poi Roberto Vannacci, partecipando a la Zona bianca su Rete 4. "Io una certa sensazione di condivisione la avevo quando giravo in Italia, anche come cittadino qualunque continuavo a incontrare persone che mi stringevano le mani e mi dicevano di andare avanti", prosegue.
"Salis? Abbiamo in comune diverse cose, non la fedina penale"
"Collaborerò con tutti, con Ilaria Salis abbiamo in comune diverse cose sicuramente non la fedina penale" ha concluso sempre ospite a Rete 4.