Giuli presenta il suo ‘Gramsci è vivo’: “Necessario gettare ponti tra destra e sinistra”
Un invito al dialogo e al confronto tra destra e sinistra "in una cornice condivisa" e in una "casa aperta". A formularlo è stato il presidente della Fondazione Maxxi, Alessandro Giuli, che oggi nella libreria Mondadori di piazza Cola di Rienzo di Roma ha presentato il suo ultimo libro 'Gramsci è vivo. Sillabario per un'egemonia contemporanea' (Rizzoli) insieme ai giornalisti Giuliano Ferrara e Pierluigi Battista e all'attrice Sabrina Ferilli.
Nella sua riflessione Giuli ha sottolineato il fatto che "dopo oltre 25 anni di guerra civile a bassa intensità intorno al bipolarismo berlusconiano, finalmente una classe dirigente al governo ha la possibilità di scrivere un ordine del discorso in cui si debba e si possa gettare un ponte tra destra e sinistra. Nella sostanza si tratta di disegnare una cornice condivisa, di ritrovare un racconto unitario". In questo senso, per Giuli, "noi abbiamo il dovere di dialogare. La destra deve essere necessariamente, in questa fase storica, un po' di sinistra per rappresentare ciò che la sinistra non rappresenta più. La missione storica oggi è quella di uscire dalla selvaggia dialettica della delegittimazione reciproca".
Illustrato in una sala affollata, di fronte ad una platea numerosa, - composta tra gli altri dal sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi, dallo scrittore Fulvio Abbate, dal vignettista Osho, dai giornalisti Salvo Sottile, Serena Bortone, Stefano Cappellini, Pierluigi Pardo e Annalisa Bruchi e dall'ex ministro per le politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora - il libro affronta la contesa delle idee per costruire un progetto in divenire: rendere possibile dichiararsi "i più progressisti fra i conservatori".
Un progetto di cui ha parlato Giuliano Ferrara. "Questo libro - ha detto - non è affatto una sorpresa" e si colloca, in fondo, in una fase politica e storica in cui "tutto è molto fluido così come lo è il libro. Uno dei tentativi di rinnovarsi dell'identità culturale di sinistra - ha evidenziato - è stato quello di mettersi in rapporto col fascismo cercando di fare i conti col Ventennio". Da parte della sinistra, ha detto Ferrara, "c'è sempre il problema della destra alla quale si tende a rimproverare di essersi un po' travestita, di aver assunto un'identità altra".
Il giornalista Pierluigi Battista ha ricordato di aver trascorso "l'intera giovinezza a parlare, a scrivere, a discutere, a litigare su Gramsci. Poi c'è stata la fine dell'ideologia, Gramsci è sparito. Arriva la destra al governo e c'è ancora Gramsci. Giuli mi ha fatto una sorta di scacco esistenziale. Potrebbe essere paradossale ma non lo è perché penso che la destra di matrice fascista abbia dentro di sé gli aspetti dell'egemonia che non ha destra liberale". Ultima battuta per l'attrice Sabrina Ferilli. "La cosa più interessante è che Giuli prende le distanze dalle cose condannabili del periodo fascista. Non credo, però, che le neghi. Leggendo il libro si nota un legame con determinati ideali e passaggi che si rifanno anche al Risorgimento", ha detto.
Cultura
L’ultimo giorno di Pompei, nuovo studio indica la data
Attendibile la data del 24 agosto 79 d.C. tramandata da Plinio
Per l'ultimo giorno di Pompei "non si può escludere la data del 24 agosto 79 d.c., come tramandata da Plinio il Giovane". L'antica città romana è uno scrigno di antichità senza pari ma che nasconde ancora molte incognite. Uno dei più grandi enigmi della città devastata dalla furia del vulcano è la data esatta in cui il Vesuvio eruttò e seppellì tutto ciò che la circondava sotto tonnellate di cenere, nell'anno 79 d.C.
Un nuovo studio ha riaperto il dibattito affermando che "non ci sono elementi sufficienti per escludere" la versione ufficiale iniziale, che collocava il disastro in estate e che era stata recentemente retrocessa.
Gli archeologi non sono stati in grado di certificare con certezza il giorno fatidico. Inizialmente, la versione ufficiale datava il disastro al 24 agosto, perché questa era la data che compariva nella lettera che lo scrittore Plinio il Giovane inviò a Tacito per raccontargli l'accaduto. Ci sono sempre state voci che puntavano in un'altra direzione, verso un giorno autunnale, probabilmente ottobre: si basavano sugli abiti caldi indossati dai cadaveri ritrovati o sui frutti carbonizzati che non corrispondevano a un raccolto estivo. I fautori di questa interpretazione sostengono che l'equivoco potrebbe essere dovuto a un errore nella trascrizione della missiva di Plinio il Giovane nel Medioevo e che la data reale fosse il 24 o il 25 ottobre.
La conferma della data tradizionale dell'ultimo giorno viene suggerita con un articolo che è stato pubblicato sull'E-Journal degli Scavi di Pompei, dedicato alla data dell'eruzione del Vesuvio. Gli autori della ricerca ora pubblicata, che presenta i risultati di un progetto di archeologia sperimentale sulla durabilità di iscrizioni a carboncino nonché un aggiornamento sullo studio delle fonti letterarie e archeobotaniche, concludono che al momento non ci sono sufficienti elementi per scartare la data del 24 agosto, presente già nei più antichi manoscritti. Pongono, inoltre, alcuni interrogativi riguardo a cambiamenti climatici e diversità geografiche caratterizzanti coltivazioni e pratiche agricole nel mondo antico.
"Non possiamo al momento escludere che l'eruzione sia avvenuta il 24 agosto, come scrisse Plinio, e occorre domandarsi cosa questo potrebbe significare - ha dichiarato il direttore degli scavi di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, che è tra gli autori dello studio –- Forse abbiamo sottovalutato la tradizione letteraria, che in realtà non è così confusionaria come si è spesso creduto, mentre potremmo aver sopravvalutato la stabilità del clima e dei cicli agricoli: in realtà il clima è cambiato anche nel passato, seppure con ritmi più lenti, e Pompei offre un’occasione unica per studiare un ecosistema fortemente condizionato dalla presenza umana già 2000 fa. La biodiversità e la varietà di pratiche, coltivazioni e tradizioni locali va ben oltre il quadro, necessariamente schematico, che offrono gli autori antichi che si sono occupati di agricoltura. Comunque, il nostro non vuole essere un punto finale, ma un contributo per continuare la discussione e aprire nuove prospettive".
Cultura
“Il Giubileo di Papa Francesco” nel nuovo libro...
Il saggio, con prefazione di monsignor Rino Fisichella, è una vera e propria guida spirituale e pratica che offre un approfondimento utile per vivere con consapevolezza l'Anno Santo del 2025
Che cos'è un Giubileo? Lo spiega Antonio Preziosi, giornalista, scrittore ed esperto di comunicazione, direttore del Tg2 e studioso di questioni religiose e vaticane, nel suo ultimo libro, "Il Giubileo di Papa Francesco - Riflessioni sull'Anno Santo e sul suo significato" (Newton Compton Editori, pagg. 192, 12 euro).
Il saggio di Preziosi, una vera e propria guida spirituale e pratica, offre un approfondimento utile per vivere con consapevolezza l'Anno Santo del 2025. Il prossimo Giubileo, dedicato alla speranza, riprende - secondo l’Autore - molti dei temi del Giubileo Straordinario della Misericordia indetto da papa Francesco nel 2015. Anche perché è proprio la misericordia la linea che unisce tutti gli anni giubilari, ordinari e straordinari, che si sono susseguiti dal Concilio a oggi. Si tratta di un concetto che percorre i pontificati di Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI fino a papa Francesco: l’accesso del peccatore all’indulgenza e la speranza di ottenere il perdono delle proprie colpe sono centro di questo Anno Santo che, come tutti i giubilei, si caratterizzerà con riti antichi e suggestivi come l’apertura della Porta Santa e della pratica del pellegrinaggio giubilare verso Roma.
Il testo ha la prefazione di monsignor Rino Fisichella, incaricato dal Papa dell’organizzazione dell’Anno Santo.
Cultura
Miky Degni torna alla Pop Art con ‘Wanted’,...
Dal 13 al 29 dicembre al Centro Culturale Artisti di via Bagutta, a due passi dal Bosco Verticale
Con 'Wanted' Miky Degni ritorna alla Pop Art con un’opera grafica che esporrà al Centro Culturale Artisti di via Bagutta, a Milano, a due passi dal Bosco Verticale dal 13 al 29 dicembre. Un’opera potente che, nella sua drammaticità, non ha bisogno di molte spiegazioni, poiché arriva dritta al cuore della comunicazione illustrando, a suo modo, la contemporaneità di un momento storico che vede coinvolto il mondo intero.
I colori utilizzati rimandano, inevitabilmente e simbolicamente, a un Paese ormai in macerie. Il mirino intorno all’occhio dell’uomo diviene indicativo del male che, banale e incomprensibile allo stesso tempo, è capace di cancellare il concetto di uomo. Ancora una volta l’arte vuole sottolineare come l’assenza di pensiero critico dell’essere umano, disposto a tutto pur di perseguire il proprio interesse, sia visceralmente legato alla vita come sua depauperazione fisica e intellettuale.
'Wanted', incarnazione di Putin, per il quale è stato spiccato un mandato di cattura internazionale, è un’opera grafica non in vendita, bensì regalata a chi volesse riprodurla in qualsiasi formato. Divulgabile, scaricabile e condivisibile su ogni piattaforma invita ad aprire un intimo dialogo con se stessi per rendere, in tal modo, l’individuo empatico ed incline al giudizio rispetto a alla storia odierna.