Sostenibilità, la sfida della rendicontazione: Giro d’Italia della Csr fa tappa a Bari
L’appuntamento, in programma domani alle 10 al Politecnico di Bari, è rivolto a tutti gli stakeholders dell’economia sostenibile

La finanza sostenibile, oggi, non è più un argomento di nicchia: l’interesse verso questo tema, come confermato anche dall’ultimo Forum per la finanza sostenibile, è sempre più diffuso tra i risparmiatori, le imprese e la società civile. Per rispondere alla richiesta di maggiore chiarezza, il Giro d’Italia della Csr, evento itinerante del Salone della Csr e dell’innovazione sostenibile, arriva a Bari con una tappa, l’ottava, dal titolo ‘Rendicontazione di sostenibilità: sfida aperta per tutte le istituzioni’. L’appuntamento, in programma il 21 maggio alle 10 al Politecnico di Bari (sala videoconferenze, via Amendola 126), è rivolto a tutti gli stakeholders dell’economia sostenibile, chiamati oggi a misurare l’impatto delle proprie scelte sia per attrarre investitori che per mettere in atto una corretta transizione.
“La trasparenza ha assunto in questi ultimi anni un valore strategico per tutte le organizzazioni, in particolare per le imprese – commenta Rossella Sobrero, del Gruppo Promotore del Salone – Anche per questo il bilancio relativo agli aspetti non finanziari è diventato non solo un documento per rispondere a obblighi formali ma uno strumento di comunicazione per rafforzare la relazione con gli stakeholder”. L’incontro, che si svolgerà sia dal vivo che in streaming sul canale YouTube del Salone, è organizzato in collaborazione con gli atenei pugliesi: oltre all’Università Lum Giuseppe Degennaro, anche il Politecnico di Bari, l’Università degli Studi di Bari, l’Università di Foggia, Università del Salento e Rus Puglia. Il programma dettagliato della tappa è consultabile online sul sito del Salone.
Dopo l’apertura dei lavori con i saluti di Rossella Sobrero, del rettore del Politecnico di Bari Francesco Cupertino e del prorettore alla Ricerca e alla Sostenibilità dell’Università Lum Angelo Russo, la tappa barese del Giro d’Italia della Csr entrerà nel vivo con un focus sullo scenario attuale della rendicontazione e della finanza sostenibile, in Puglia come nel resto d’Italia. Sono previsti gli interventi di Donato Calace, Member Efrag Vsme Community e Michele Dassisti, Coordinatore Rus – Università per l’industria. Tra gli argomenti al centro dell’attenzione le nuove direttive europee pensate per influenzare le strategie e gli investimenti delle imprese incoraggiando una transizione sostenibile più rapida.
“Siamo in un periodo di grande fermento in materia di rendicontazione di sostenibilità – conferma Angelo Russo – L’approvazione della Csrd (Corporate Sustainability Reporting Directive) a livello europeo e la conseguente emanazione dello standard Esrs può rivelarsi una bomba a orologeria per tantissime imprese. In tale contesto, che ritengo essere estremamente positivo e propositivo, è innegabile che vi siano tanti punti critici, soprattutto per le Pmi del nostro Paese. Ne parleremo a Bari, con tanti esperti e imprenditori direttamente coinvolti sul campo, per contribuire al dibattito che si sta alimentando in questi mesi”.
La tappa barese del Giro d’Italia della Csr sarà come sempre l’occasione per conoscere più da vicino le esperienze virtuose già in atto sul territorio. A raccontarle saranno diversi esponenti del mondo dell’imprenditoria: Giuseppe Milici, Partner di Deloitte&Touche; Antonio Braccio, Cfo di Acquedotto Pugliese; Stefano Cafagna, Cfo Gruppo Master; Debora Lorusso, Hr Manager Domar, Mara Bucciarelli, Head of Group Sustainable Development di Poste Italiane; Claudia Sanesi, Segretario generale della Camera di Commercio di Brindisi-Taranto e Aldo Cinquegrana, Manager Risk Compliance Kpmg.
Dopo Bari, il Giro d’Italia della Csr proseguirà: la prossima tappa è prevista a Cagliari il 28 maggio. Seguirà l’ultima tappa a Genova l’11 giugno. Il programma completo della giornata è consultabile sul sito del Salone della Csr e dell’innovazione sociale, giunto quest’anno alla 12esima edizione con il titolo ‘Sfidare le contraddizioni’.

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Economia
Revolut sbarca nella telefonia: debutto in UK e Germania, obiettivo espansione europea

Revolut ha ufficializzato il 30 aprile l’ingresso nel mercato mobile con Mobile Plans, un servizio che offre connettività completa e si integra nell’app già usata da oltre 50 milioni di clienti. La fintech, fondata a Londra da Nik Storonsky nel 2015, parte con Regno Unito e Germania entro fine anno e promette tariffe semplici, attivazione in pochi minuti e nessun vincolo contrattuale. È la prima volta che un “super-app” finanziaria europea tenta di competere direttamente con gli operatori tradizionali di telefonia.
Il progetto nasce sull’onda del successo dell’eSIM lanciata nel 2024: milioni di pacchetti dati attivati in oltre 100 Paesi hanno mostrato un appetito forte per soluzioni di connettività gestite via app. «I consumatori soffrono costi nascosti e un’esperienza utente antiquata», ha detto Hadi Nasrallah, responsabile Telco di Revolut, spiegando che l’obiettivo è “eliminare frizioni” trasferendo in telecomunicazioni la formula di semplicità già collaudata nei pagamenti digitali.
Che cosa contiene il pacchetto Mobile Plans
Il piano unico prevede chiamate, SMS e dati illimitati in patria, numero locale o portabilità gratuita e un prezzo promozionale di 12,50 £/€ al mese per chi si iscrive alla lista d’attesa. Tutto si gestisce dall’app: attivazione, monitoraggio del traffico, blocco dei servizi a sovrapprezzo e pagamento anche con RevPoints, il programma fedeltà della fintech. Revolut non ha ancora svelato i partner di rete, ma opererà da MVNO, cioè affittando capacità dagli operatori infrastrutturati.
La voce “roaming” è il vero elemento di rottura. Nel Regno Unito l’offerta include 20 GB da usare nell’UE e negli Stati Uniti, una risposta ai rincari post-Brexit; in Germania l’ammontare sale a 40 GB di roaming europeo. Non sono previsti contratti pluriennali né penali di uscita, e l’eSIM resta disponibile per chi viaggia fuori Europa. Secondo gli analisti di CCS Insight, il prezzo aggressivo e l’integrazione nell’app potrebbero spingere altri neobank a seguire la stessa strada.
Perché si parte da Regno Unito e Germania
Il Regno Unito è il mercato dove Revolut conta la base utenti più ampia e dove i costi di roaming europei, tornati a crescere dopo il 2021, sono diventati un irritante quotidiano. In parallelo, il segmento MVNO britannico cresce: ha aggiunto 1,6 milioni di clienti nel 2024 mentre i quattro operatori storici ne hanno persi 180 mila, e potrebbe superare il 25 % degli abbonati entro il 2028. Il terreno è dunque ideale per un brand digitale che promette trasparenza sui prezzi.
La Germania, invece, spicca per concorrenza interna – oltre 30 operatori mobili – e per un pubblico sensibile alle offerte all-inclusive senza clausole nascoste. La presenza della regola europea “roam like at home” elimina molti costi extra, ma l’abbondante quota di roaming inclusa rimane un plus per chi viaggia nel blocco. Come ha ricordato l’economista Tomaso Duso, citato da Euronews, per un nuovo attore è più facile entrare come MVNO che competere sull’assegnazione di spettro radio.
La sfida ai colossi delle telecomunicazioni
Revolut si presenta come alternativa digitale a un settore visto da molti utenti come opaco. Il modello MVNO taglia le spese di rete ma impone margini sottili e dipendenza da partner infrastrutturali. Il suo ingresso coincide con quello di Octopus, altra realtà non telefonica che mira allo stesso pubblico, segno di una stagione di disruption alimentata da prezzi bassi e customer service spinto in app. Gli incumbent, dal canto loro, conservano la leva della qualità di copertura e dei pacchetti bundle.
Gli analisti ricordano però che il mobile resta un business a margine stretto: velocità effettive, priorità di traffico e assistenza saranno sotto esame. CCS Insight nota che il fair-use su dati illimitati e l’assenza di dettagli su eventuali limitazioni di velocità potrebbero generare disillusione se non gestiti con chiarezza, mentre Mobile World Live sottolinea la capacità di Revolut di cross-sellre servizi finanziari, assicurativi e ora telefonici dentro la stessa piattaforma.
Prossime tappe e possibili ostacoli
L’azienda punta a estendere Mobile Plans al resto d’Europa «nel corso del 2025», ma dovrà negoziare accordi MVNO Paese per Paese e ottenere il via libera dei regolatori nazionali, da Ofcom alla Bundesnetzagentur fino al BEREC. L’integrazione nelle funzioni esistenti dell’app potrebbe però ridurre i costi di acquisizione cliente, offrendo incentivi in RevPoints o sconti a chi utilizza servizi finanziari e connettività insieme.
Restano criticità tecniche: eventuale congestione di rete, gestione del supporto in lingue diverse e coerenza fra promesse di “illimitato” e politiche di fair-use. Inoltre, l’arena europea vede già offerte low-cost da parte di operatori storici e challenger digital-only. Se Revolut saprà tradurre la ricetta di semplicità, prezzo fisso e one-tap-service in prestazioni stabili, potrà davvero cambiare le regole del gioco; in caso contrario, rischia di restare un esperimento di branding più che una rivoluzione.
Economia
Poste Italiane, a giugno in busta paga fino a 3.000 euro per 120 mila dipendenti

Nei cedolini di fine giugno 2025 i dipendenti del Gruppo Poste Italiane troveranno un premio di risultato che potrà arrivare a 3.000 euro lordi, quasi il doppio dell’importo medio riconosciuto negli anni precedenti. L’azienda ha chiuso il 2024 con utili e ricavi in crescita e ha quindi maturato i parametri fissati dagli accordi sindacali sul salario variabile. Il premio, calcolato sulle performance di produttività e qualità del servizio, verrà erogato al 105 % del valore target grazie al superamento degli obiettivi negoziati la scorsa estate.
La cifra massima di 3.000 euro non solo premia chi ha contribuito ai risultati, ma rientra perfettamente nel tetto agevolato fissato dalla legge: fino a tale soglia l’importo gode di un’imposta sostitutiva del 5 %, rendendo il netto in busta particolarmente vantaggioso per i lavoratori. Per chi convertirà il premio in welfare aziendale—buoni spesa, contributi previdenziali o pagamenti di bollette—la somma sarà invece totalmente detassata, secondo il regolamento “Poste Mondo Welfare” appena aggiornato.
Chi ne beneficerà
A ricevere il maxi-premio saranno circa 120 mila persone: tutti i dipendenti a tempo indeterminato delle società del Gruppo che applicano il CCNL Poste/Logistica. Il numero coincide con la forza lavoro complessiva di Poste Italiane – rete di 12.800 uffici postali, centri di smistamento e poli tecnologici – e comprende anche gli addetti delle controllate Postel, SDA Express Courier e PostePay.
L’accordo introduce inoltre una maggiorazione di 50 euro per chi nel 2024 non ha registrato alcuna giornata di assenza, a conferma della logica premiale legata a presenza e continuità operativa. Resta garantita la quota proporzionale per i part-time e per chi è entrato in azienda a metà anno, mentre gli ex CTD stabilizzati riceveranno l’importo parametrato ai mesi effettivamente lavorati.
Il calendario dei pagamenti
Il premio di risultato verrà accreditato con la busta paga di giovedì 27 giugno 2025, data indicata nel calendario retributivo diffuso dalla Slp-Cisl di Pistoia e confermata dal portale NoiPA per il personale confluito in amministrazione diretta. L’accredito avverrà in un’unica soluzione; chi opterà per il welfare potrà caricare il proprio “borsellino digitale” sul portale aziendale Mondo Welfare entro il 15 giugno per sfruttare subito la conversione.
La tassazione agevolata al 5 % sarà applicata in automatico in busta paga; non sono richieste autocertificazioni, salvo per chi voglia destinare l’importo al fondo pensione di categoria Fondoposte. In quel caso, il versamento è esente da imposta sostitutiva e contributi, ma occorre inoltrare l’apposito modulo entro il 10 giugno.
Le ragioni economiche dietro al maxi premio
Il balzo dell’importo è frutto di due leve: il pieno raggiungimento degli indicatori di business (utile netto, EBIT e qualità del recapito) e la crescita dei ricavi nei segmenti pacchi, pagamento digitale e servizi finanziari. Secondo l’ultima Strategy Update il gruppo ha chiuso il 2024 con un utile di 2,1 miliardi e un adjusted EBIT di 3,1 miliardi, superando di oltre il 10 % il target del piano industriale.
Sul versante normativo, la legge di Bilancio 2025 ha confermato l’aliquota ridotta al 5 % fino a 3.000 euro lordi, soglia che Poste ha preso come riferimento per modulare verso l’alto il PDR senza oneri fiscali aggiuntivi per i dipendenti. Il premio, quindi, è il risultato congiunto di performance aziendale positiva e vantaggi fiscali stabiliti dal governo per sostenere il potere d’acquisto in un contesto di inflazione ancora elevata.
Le reazioni di sindacati e dipendenti
Le sigle di categoria – Slp-Cisl, Slc-Cgil, Uilposte, Failp-Cisal e Ugl Com – parlano di “riconoscimento concreto dello sforzo dei lavoratori in un anno di trasformazione logistica e digitale”. Nel comunicato unitario diffuso a poche ore dall’annuncio, i sindacati rivendicano di aver ottenuto l’innalzamento dell’indice di calcolo dal 100 % al 105 % grazie a un sistema di soglie incrementali più favorevole.
Sulle bacheche interne di Poste People prevale la soddisfazione, soprattutto tra gli operatori di sportello e i portalettere, che vedranno in alcuni casi quasi una quattordicesima aggiuntiva. Non manca però chi chiede stabilizzazioni definitive dei lavoratori precari e nuovi investimenti in sicurezza: temi che saranno al centro del negoziato sul rinnovo del CCNL, al via entro l’autunno.
Cosa cambia per fisco e welfare aziendale
Il premio di risultato non concorre al reddito ai fini ISEE se trasformato in welfare: un vantaggio decisivo per chi usufruisce di bonus sociali, assegni di inclusione o agevolazioni per studenti universitari. La conversione consente di pagare bollette, benzina, buoni spesa e perfino mutui, fino ai limiti di 3.000 euro (5.000 euro per i dipendenti con figli a carico, come prevede la nuova soglia fringe-benefit).
Dalla busta di giugno partirà anche il conteggio contributivo sul TFR: chi incassa il premio in denaro vedrà aumentare la base di calcolo futura, mentre chi lo converte in welfare conserverà interamente il potere d’acquisto immediato. La scelta, sottolineano i consulenti del lavoro, è quindi da valutare in base alle esigenze familiari e alla propria strategia previdenziale.
Finanza
Regime premiale ISA 2025: vantaggi fiscali e criteri di affidabilità per le partite IVA

Con l’entrata in vigore del decreto del 31 marzo 2025, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 aprile 2025, il sistema degli Indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA) ha ricevuto un aggiornamento che coinvolge ben centosettantadue modelli, estesi ai settori dell’agricoltura, della manifattura, dei servizi, del commercio e delle libere professioni. L’intento del legislatore è chiaro: premiare i contribuenti che dimostrano affidabilità, semplificando gli adempimenti e riducendo i controlli più invasivi. In questa logica, il punteggio attribuito a ciascun soggetto – variabile su una scala da uno a dieci – non rappresenta un mero valore simbolico, ma determina l’accesso a concreti strumenti di agevolazione e a un rapporto più lineare con l’Amministrazione finanziaria.
Quadro normativo e logica degli ISA
Il recente provvedimento ha confermato la funzione degli ISA come parametro di riferimento per valutare la normalità e la coerenza della gestione economica di imprese e professionisti. Il software messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate restituisce non soltanto il valore complessivo di affidabilità, ma anche l’esito dei singoli indicatori elementari, utili a misurare la regolarità dei processi operativi, la coerenza rispetto a benchmark di settore e la correttezza delle basi imponibili dichiarate. Grazie a questa struttura modulare, il contribuente riceve un’analisi dettagliata che fotografa i punti di forza e le eventuali criticità del proprio profilo fiscale.
Un elemento distintivo del sistema è la possibilità di interazione diretta: se l’interessato riscontra dati precompilati inesatti o incompleti, può integrarne la portata inserendo le informazioni ritenute corrette. Tale facoltà rafforza il principio di collaborazione tra fisco e contribuente, allineandosi all’obiettivo di una compliance sempre più preventiva. L’effettiva attribuzione del punteggio ISA, pertanto, è frutto di un processo congiunto che include il controllo di normalità della gestione, la verifica dei margini di redditività e la coerenza dei volumi d’affari con gli standard di settore.
Benefici collegati ai punteggi di affidabilità
Per i soggetti che, nel periodo d’imposta 2024, raggiungono un livello di affidabilità compreso tra 8 e 8,99, il nuovo regime prevede l’esonero dall’apposizione del visto di conformità quando compensano crediti sino a 50.000 euro di IVA maturati nel 2025 e sino a 20.000 euro relativi a imposte dirette e IRAP riferite al 2024. Analoga agevolazione si applica alle richieste di rimborso o compensazione del credito IVA infrannuale maturato nei primi tre trimestri 2026, purché l’importo non oltrepassi la soglia di 50.000 euro annui. Si tratta di un vantaggio concreto che riduce oneri amministrativi e costi professionali.
Ancor più incisivi risultano i benefici accordati a chi consegue un punteggio almeno pari a 9. In tali casi l’esonero dal visto di conformità si estende a compensazioni di 70.000 euro di IVA e di 50.000 euro di imposte dirette e IRAP. Per il credito IVA infrannuale maturato nei primi tre trimestri del 2026, la soglia sale anch’essa a 70.000 euro annui. L’impatto operativo di tali soglie più alte si traduce in una maggiore liquidità immediata e in un dialogo col Fisco meno gravoso, confermando l’impostazione premiale del sistema.
Dialogo con l’Agenzia delle Entrate ed esclusione dagli accertamenti presuntivi
Il provvedimento dell’11 aprile 2025 ribadisce la centralità del confronto costante tra contribuente e Amministrazione. Attraverso l’applicativo ISA, il titolare di partita IVA può segnalare tempestivamente anomalie, innestando un processo di correzione che confluisce nella dichiarazione annuale. Questa modalità interattiva concilia la necessità di tutelare l’Erario con l’esigenza di trasparenza reclamata dagli operatori economici. Un flusso informativo più accurato riduce il rischio di contestazioni successive, contribuendo a creare un ambiente di fiducia reciproca e un controllo fiscale basato sulla qualità dei dati.
Tra i privilegi connessi all’elevato punteggio rientra anche l’esclusione dagli accertamenti fondati su presunzioni semplici. Di conseguenza, il contribuente affidabile non è tenuto a dimostrare ulteriormente di non aver sottratto materia imponibile: l’onere probatorio viene alleggerito, mentre l’Amministrazione si concentra su posizioni a più alto rischio. Questo meccanismo premiale sostituisce un controllo diffuso con interventi mirati, premiando la correttezza dichiarativa e favorendo un contesto di adempimento spontaneo che, a lungo termine, avvantaggia sia l’Erario sia l’intero tessuto produttivo.
Economia
Esselunga ripensa il programma Fìdaty: scadenze cruciali, nuovi criteri di accumulo punti...

Esselunga annuncia una trasformazione sostanziale del proprio sistema Fìdaty, introducendo date da tenere a mente e regole di calcolo inedite. Nel corso delle prossime settimane i clienti dovranno gestire con attenzione i punti già maturati, poiché la finestra per impiegarli o convertirli in sconti sarà breve. Comprendere sin d’ora la portata delle modifiche consente di evitare spiacevoli sorprese alla cassa e di pianificare in anticipo eventuali riscatti. Di seguito, un’analisi dettagliata sulla scadenza imminente, sul meccanismo attuale e sul funzionamento che entrerà in vigore, con uno sguardo alle conseguenze pratiche per chi fa acquisti abituali nei supermercati del gruppo.
La scadenza di inizio giugno: che cosa occorre ricordare
Il cronoprogramma diffuso da Esselunga indica nel 18 maggio 2025 la data finale per la raccolta dei punti Fìdaty. Da quel momento, i clienti disporranno di appena due settimane – fino a domenica 1 giugno 2025 – per ritirare o prenotare i premi preferiti. Il lasso di tempo è ristretto: chi intende sfruttare il saldo accumulato dovrà agire con tempestività, senza rimandare oltre l’ultimo giorno utile. Trascorso tale termine, non saranno accettate ulteriori operazioni di conversione o richiesta premi, con la conseguenza che l’eventuale residuo di punti rimarrà inutilizzabile.
A partire dal 1 giugno 2025 tutti i punti non ancora spesi perderanno validità e verranno azzerati. La decadenza automatica implica la necessità di verificare fin d’ora l’ammontare presente sulla propria carta e di decidere come impiegarlo. Chi predilige il risparmio diretto alla cassa potrà convertirli in sconto, mentre chi punta ai premi materiali dovrà accertarsi della disponibilità. L’avvicinarsi della scadenza rende opportuno un controllo puntuale del proprio estratto conto punti per evitare di vanificare gli acquisti compiuti nei mesi passati.
Come funziona oggi il programma Fìdaty
Nel sistema attualmente in vigore, la tessera Fìdaty permette di ottenere 2 punti Fragola per ogni euro speso oltre la soglia iniziale di 5 euro presente sullo scontrino. In pratica, presentando la card alla cassa, una spesa di 10 euro si traduce in 10 punti, calcolati sottraendo i primi 5 euro dalla somma complessiva e moltiplicando il resto per due. Per un importo di 100 euro, il conteggio sale a 190 punti secondo la stessa logica di calcolo. Il meccanismo privilegia così gli acquisti medio-grandi, premiando più generosamente chi supera la soglia minima fissata.
Oltre ai premi catalogo, l’attuale regolamento prevede un vantaggio immediato: con 3000 punti è possibile ottenere 27 € di sconto sulla spesa, con facoltà di sommare più voucher in un’unica transazione. La possibilità di cumulare vari tagli di sconto rende il sistema flessibile e consente di concentrare il beneficio in un singolo acquisto di entità rilevante. Un saldo di 9500 punti, ad esempio, permette di trasformarne 9000 in tre sconti da 27 €, totalizzando 81 € di risparmio in un colpo solo, mentre i 500 punti residui rimangono disponibili per usi futuri fino alla scadenza già indicata.
La rimodulazione dal 19 maggio 2025
Con decorrenza 19 maggio 2025, Esselunga avvierà un nuovo modello di accumulo. La card Fìdaty base accrediterà un punto per ogni euro speso, eliminando il tetto minimo di 5 euro; la versione Fìdaty Oro garantirà invece un punto ogni 0,80 €. Contestualmente, il valore di conversione per lo sconto sarà fissato in 20 € a fronte di 2000 punti, importo che potrà essere utilizzato alla cassa senza limitazioni sul numero di voucher in uno stesso pagamento. L’eliminazione della soglia di partenza rende teoricamente premianti anche le spese di piccolo importo.
Il rovescio della medaglia riguarda il ritmo di raccolta: in assenza del moltiplicatore per gli euro oltre i 5, il numero di punti ottenuti a parità di scontrino risulta inferiore rispetto al sistema ora in vigore. L’esempio emblematico è quello dei 100 euro, che passeranno da 190 punti a 100 punti con la card standard. Il nuovo assetto richiede dunque più transazioni o importi complessivi maggiori per raggiungere le soglie di sconto corrispondenti, pur offrendo un valore premio leggermente diverso (20 € invece di 27 €) e un conteggio uniforme sin dal primo euro speso.
Implicazioni per i titolari di carta e valutazioni di convenienza
Il confronto tra i due modelli evidenzia che, nel breve periodo, i clienti abituali con spese superiori a 5 euro potrebbero percepire un rallentamento nella maturazione dei punti. D’altro canto, l’abolizione della soglia minima premia chi effettua acquisti frequenti ma di piccola entità, categoria finora poco valorizzata. La convenienza complessiva dipenderà quindi dalle proprie abitudini di consumo e dalla rapidità con cui si desidera ottenere lo sconto alla cassa: per chi spende importi elevati, il vecchio schema sembra più generoso; per chi predilige micro-spese, il nuovo meccanismo risulta più accessibile, pur se con un valore sconto unitario leggermente ridotto.
Considerata la scadenza del 1 giugno 2025, i possessori di punti accumulati dovrebbero valutare se convertirli subito in sconti o premi, sfruttando la conversione a 27 € ogni 3000 punti, oppure pianificare la raccolta nella fase successiva, quando la stessa cifra di spesa produrrà meno punti ma permetterà di utilizzare il bonus senza soglie di ingresso. Una scelta tempestiva, fondata su un’attenta analisi delle proprie abitudini di spesa, consentirà di ottimizzare il valore economico derivante dalla tessera e di evitare la decadenza dei punti sudati. Alla luce del quadro delineato, resta fondamentale monitorare gli scontrini, il saldo e le tempistiche indicate da Esselunga per non lasciarsi sfuggire i benefici ancora disponibili.
Finanza
“Il Trading come la roulette russa”, l’allarme degli influencer...

Il trading è un’attività finanziaria sempre più citata, ma non sempre ben compresa. In termini semplici, consiste nell’acquisto e nella vendita di strumenti finanziari con l’obiettivo di ottenere un profitto dalla variazione dei loro prezzi. Lo spiega Davide Marelli, influencer finanziario e fondatore di Pillole di economia, all’Adnkronos: “Si può fare trading su azioni, criptovalute e molte altre asset class”. Nel tempo, le tendenze del trading hanno subito diverse evoluzioni. “C’è stato un periodo in cui il focus era sulle azioni, poi è arrivato il boom delle materie prime e del Forex, e più recentemente quello delle criptovalute”, osserva Marelli.
Proprio il settore delle criptovalute, però, nasconde molte insidie. “Troppi vedono in questo mercato un’opportunità per mettere in atto vere e proprie truffe”, avverte Marelli. “Si promettono rendimenti straordinari che, in realtà, non possono mai essere garantiti”. Il rischio è che gli investitori, attratti da guadagni facili, finiscano per perdere ingenti somme di denaro. A quel punto, anziché fermarsi, molti continuano a investire nel tentativo di recuperare le perdite, entrando in un circolo vizioso. “È un meccanismo simile a quello del gioco d’azzardo”, spiega Marelli. “Più si perde, più si cerca di rifarsi, aggravando ulteriormente la situazione”. Questo effetto valanga spinge molte persone ad allontanarsi completamente dal mondo finanziario, percependolo come una truffa. “In realtà, il problema non è il trading in sé, ma l’approccio con cui ci si avvicina a questo settore”, sottolinea l’esperto.
Più duro il commento dell’influencer finanziaria Aminata Gabriella Fall, in arte Pecuniami: “È una perfetta operazione di marketing. Questi “guru del trading” fanno arricchire soprattutto le piattaforme dove raccolgono gli ordini. E ora, chi ti vende il corso per fare trading è parte dello stesso meccanismo”, dice. La verità, spiega, “è che anche i grandi investitori consigliano di comprare e rimanere fermi, osservando cosa succede”. Se guardi in fondo a qualsiasi piattaforma di trading, sottolinea, “troverai una scritta piccolissima che ti avverte: “In questo momento, l’80% delle persone su questa piattaforma sta perdendo'”, dice l’esperta. “Quello, fondamentalmente, è il rischio. Alla fine, il trading non è poi tanto diverso da una scommessa. Da quello che si studiava all’università, è un gioco d’azzardo mascherato. A quel punto, tanto vale andarsi a comprare un Gratta e Vinci”. (di Andrea Persili)
Economia
Bollette luce: calo del 2,4% nel secondo trimestre per i clienti vulnerabili in maggior...

Arera ha comunicato una riduzione delle tariffe per l’energia elettrica, che interesserà i consumatori vulnerabili serviti in maggior tutela. Nel secondo trimestre del 2025, la bolletta per il “cliente tipo” – caratterizzato da un consumo annuo di 2.000 kWh e una potenza impegnata di 3 kW – registrerà una diminuzione del 2,4%.
Questo aggiornamento, secondo quanto precisato dall’Autorità, riguarda circa 3,4 milioni di utenti vulnerabili attualmente inclusi nel regime di maggior tutela.
Le cause della riduzione
La diminuzione è attribuibile al calo previsto del costo d’acquisto dell’energia elettrica rispetto al trimestre precedente. Tale riduzione riflette un prezzo atteso più basso dell’energia, influenzato dalla stagionalità dei consumi e dalla diminuzione dei prezzi del gas naturale. La spesa per la materia energia si riduce del 2,1%, mentre la componente associata agli oneri di sistema diminuisce dello 0,3%.
Spesa annuale prevista
Per l’utente tipo vulnerabile in maggior tutela, la spesa annuale sarà pari a 563,75 euro nel periodo compreso tra il 1° luglio 2024 e il 30 giugno 2025, segnando un aumento dell’8,7% rispetto ai 518,44 euro del periodo precedente. Dal 1° aprile 2025, il costo dell’energia elettrica per il cliente tipo sarà di 30,54 centesimi di euro per kilowattora, inclusi i tributi. Di questo importo, circa il 52,6% (16,05 centesimi) sarà destinato ai costi di approvvigionamento, in diminuzione del 3,5% rispetto al trimestre precedente.
Reazioni delle associazioni di consumatori
Il vicepresidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Marco Vignola, ha commentato positivamente la notizia, sottolineando che la riduzione delle tariffe è stata possibile grazie al calo del Pun registrato a marzo, nonostante le speculazioni nei mercati all’ingrosso di gennaio e febbraio. Tuttavia, Vignola ha evidenziato che il ribasso avrebbe potuto essere maggiore se il decreto bollette avesse permesso ad Acquirente Unico di effettuare acquisti a lungo termine. Ha anche sottolineato che il prezzo pagato dai clienti vulnerabili resta mediamente più basso rispetto a quello del mercato libero.
Secondo uno studio dell’Unione Nazionale Consumatori, la riduzione del 2,4% corrisponde a un risparmio di 15 euro annui (-14,80 euro). Per un cliente tipo con consumo di 2.000 kWh e potenza impegnata di 3 kW, la spesa totale dal 1° aprile 2025 al 31 marzo 2026 sarà pari a 611 euro, rispetto ai 626 euro del periodo precedente. Tuttavia, considerando il costo del gas, il totale della spesa energetica per una famiglia vulnerabile raggiungerà i 2.046 euro.
Il Codacons ha evidenziato che, nonostante il risparmio annuo di 14,8 euro per famiglia, le nuove tariffe risultano più alte del 46,6% rispetto allo stesso periodo del 2021, pre-crisi energetica. Questo incremento si traduce in una maggiore spesa annua di 196 euro rispetto a quattro anni fa. Sommando i costi di luce e gas, il totale per le famiglie vulnerabili si attesta a 2.045,8 euro annui.
Infine, Assoutenti si è espressa positivamente sulla riduzione, evidenziando ulteriori sviluppi favorevoli emersi durante un incontro tra Arera e le associazioni dei consumatori. Tra questi, il più significativo riguarda l’introduzione del nuovo bonus bollette, che prevede l’applicazione del criterio di maggior vantaggio per i consumatori. Il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso, ha sottolineato l’importanza di questa misura, definendola una notizia positiva legata all’applicazione del decreto bollette.
Economia
Borsa: Tim guida il recupero a Piazza Affari, crollo per Stellantis

A Piazza Affari, la giornata di contrattazioni si è conclusa con risultati estremamente contrastanti. Al centro dell’attenzione si colloca Tim, che ha registrato un significativo progresso del 4,69%, portandosi a 0,31 euro per azione. La società, inoltre, ha ottenuto un prestigioso riconoscimento promosso da Unindustria e Federmanager Roma, per un progetto finalizzato al superamento delle disparità di genere.
Tra gli altri titoli in evidenza, spiccano Nexi con un incremento del 2,06% e Inwit, che segna un +1,91%. Questi risultati hanno contribuito a una parziale ripresa del Ftse Mib, che si è riportato sopra la soglia dei 39mila punti alla chiusura delle contrattazioni.
La performance del settore automobilistico ha attirato particolari attenzioni. Nonostante i dazi annunciati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che gravano sui titoli del comparto auto, Ferrari ha ottenuto un incremento dell’1,82%, raggiungendo quota 391,50 euro per azione. Segnali positivi sono stati rilevati anche nel settore utilities, con Hera in crescita dell’1,43%, Enel che avanza dell’1,15%, A2a con un +0,96% e Terna in rialzo dello 0,86%.
In netto contrasto, Stellantis ha chiuso la giornata in forte calo, perdendo il 4,23% e attestandosi a 10,91 euro per azione. Performance negative anche per altri titoli come Buzzi (-4,08%), Tenaris (-2,08%) e Campari (-1,78%). Brunello Cucinelli, infine, ha registrato una flessione dell’1,73%.
Il comparto bancario ha evidenziato una prevalente tendenza alla vendita. Tra i titoli in calo figurano Bper Banca (-1,06%), Unicredit (-0,85%), Pop Sondrio (-0,85%) e Mps (-0,57%). Unica eccezione è rappresentata da Intesa Sanpaolo, che ha guadagnato un modesto 0,31%.
Economia
Cybersecurity, Monacelli (Generali): “La digitalizzazione delle PMI è una priorità...

Massimo Monacelli, direttore generale di Generali Italia, ha sottolineato l’importanza cruciale delle piccole e medie imprese italiane per lo sviluppo economico e sociale del Paese. Durante la presentazione del Cybersecurity Index PMI, Monacelli ha dichiarato: “Le PMI sono il motore della crescita, dell’occupazione e dell’innovazione in Italia. È pertanto fondamentale incentivare la loro trasformazione digitale e promuovere processi di innovazione per affrontare le sfide del nostro tempo.”
Proseguendo il suo intervento, Monacelli ha evidenziato il ruolo chiave di Generali come primo assicuratore in Italia. “Siamo consapevoli della nostra responsabilità sociale nell’ambito della sicurezza informatica. Per questo, ci impegniamo a diffondere una vera e propria cultura della cybersecurity, aumentando la consapevolezza rispetto alle vulnerabilità informatiche e sottolineando la necessità di adottare soluzioni di protezione adeguate”, ha spiegato.
Infine, il direttore generale ha presentato i punti salienti del nuovo rapporto: “Con la seconda edizione del Rapporto Cyber Index PMI, mettiamo le nostre competenze e la nostra esperienza a disposizione delle imprese. Offriamo strumenti innovativi per identificare i rischi informatici e soluzioni assicurative avanzate, così da garantire un supporto concreto alle organizzazioni aziendali”.
Economia
Cybersecurity: Alessandro Piva (Polimi) sottolinea l’immaturità delle PMI e la...

Le piccole e medie imprese mostrano ancora significativi ritardi nella gestione della sicurezza informatica, nonostante un lieve miglioramento registrato rispetto al 2023. Questo è quanto emerge dal secondo rapporto Cyber Index Pmi, presentato da Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection del Politecnico di Milano.
Piva evidenzia come, sebbene la consapevolezza sui rischi stia aumentando, permanga una scarsa comprensione delle dinamiche aziendali e della filiera da parte delle PMI. In questo contesto, il fattore umano continua a rappresentare la principale vulnerabilità, mentre i progressi tecnologici, tra cui l’Intelligenza Artificiale e la Generative AI, potrebbero amplificare l’incertezza riguardo ai rischi informatici.
Secondo il direttore, diventa essenziale adottare misure preventive senza indugio, poiché senza interventi tempestivi il divario tra capacità difensive e offensive rischia di aumentare, aggravando la portata delle minacce cyber.
Le nuove normative, come la NIS2, sono destinate a favorire un processo di maturazione più sistematico, identificando nuovi settori che verranno considerati critici. Tuttavia, Piva insiste sulla necessità di un cambio culturale nell’approccio alla sicurezza informatica. Essa deve essere percepita non solo come un obbligo regolamentare, ma anche come un vantaggio distintivo per le imprese.
Finanza
Dazi sulle auto: l’annuncio di Trump scuote il settore automotive europeo

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha comunicato l’introduzione di nuovi dazi del 25% sulle automobili importate dall’estero, che entreranno in vigore il 2 aprile. Questo provvedimento, destinato a colpire i veicoli stranieri non prodotti sul suolo americano, sta esercitando una pressione significativa sui titoli del settore automobilistico europeo.
A Piazza Affari, il titolo che mostra le maggiori difficoltà è Stellantis, che registra una flessione del 4,34%, portando il valore delle sue azioni a 10,9 euro. Anche Ferrari subisce un calo, sebbene più moderato, pari all’1,82%. Perdite si osservano anche per Iveco Group, che scende dell’1,33%, e per Pirelli, in ribasso dell’1,11%.
A Parigi, si evidenzia una dinamica differente: Renault, meno esposta al mercato statunitense, registra un incremento dello 0,40%, mentre Michelin segna un progresso dell’1,49%. Invece, a Francoforte, i principali marchi tedeschi accusano delle perdite: Mercedes Benz cala del 3,88%, Volkswagen del 2,32%, Bmw del 2,83% e Porsche del 3,42%.
Nel suo intervento, Trump ha dichiarato: “Applicheremo dazi del 25% su tutte le automobili non fabbricate negli Stati Uniti. Se i veicoli vengono prodotti qui, non saranno soggetti a nessuna tassa”. Firmando l’ordine esecutivo, il presidente ha definito questa decisione come “l’inizio di una nuova era per l’America”. Ha inoltre sottolineato: “Recupereremo una parte del denaro che ci è stato sottratto e introdurremo tariffe contro quei paesi che hanno approfittato di noi, sottraendo posti di lavoro.”
Economia
Mary Modaffari: Bilancio e Prospettive del Mandato alla Presidenza della Cne-Federimprese...

La presidente nazionale della Cne-Federimprese Europa, Mary Modaffari, ha tracciato un bilancio del lavoro svolto durante il suo mandato, evidenziando gli sforzi compiuti per creare un dialogo costruttivo tra imprese, sindacati e istituzioni. “Questi due anni alla guida della Confederazione sono stati caratterizzati da un impegno incessante, supportato dai dirigenti regionali, per promuovere una collaborazione che fosse fonte di crescita e opportunità. Abbiamo fornito numerosi servizi alle imprese associate, contribuendo al loro sviluppo”, ha dichiarato Modaffari durante un tavolo tecnico organizzato a Roma con la partecipazione di numerose realtà imprenditoriali italiane.
La presidente ha poi sottolineato i risultati significativi raggiunti: “Abbiamo stipulato accordi confederali con importanti realtà datoriali, rafforzando la nostra rete e il nostro impatto. L’innovazione è il fulcro della nostra strategia, indispensabile per garantire la competitività e la crescita delle imprese italiane. La nostra missione abbraccia temi cruciali come occupazione, modernizzazione, sostenibilità e sviluppo. I dati recenti evidenziano segnali incoraggianti, con un incremento del 3,1% nella massa retributiva durante i primi sei mesi del 2024, dimostrando un recupero del potere d’acquisto. Tuttavia, per raggiungere gli standard europei, è essenziale continuare a lavorare con dedizione e costanza”.
Modaffari ha inoltre evidenziato l’importanza di un sistema imprenditoriale integrato: “La capacità di affrontare le transizioni energetica, ambientale e digitale rappresenta una sfida cruciale, ma anche un’opportunità strategica per il tessuto imprenditoriale italiano. Per supportare queste trasformazioni, abbiamo fatto della finanza agevolata uno dei nostri servizi principali, fornendo alle imprese gli strumenti necessari per investire e crescere. Parallelamente, il dialogo con le organizzazioni sindacali resta fondamentale per incentivare l’occupazione e la ripresa produttiva, garantendo un’offerta di servizi completa e orientata a 360 gradi.”
Infine, la presidente ha espresso gratitudine per il sostegno ricevuto dalle istituzioni: “Gli eccellenti risultati raggiunti in favore dell’imprenditoria italiana sono stati possibili anche grazie all’operato del Governo in carica. Guardiamo al futuro con determinazione, impegnandoci a costruire un contesto in cui le imprese italiane possano continuare a distinguersi per la loro eccellenza, valorizzando e tutelando il Made in Italy, simbolo unico nel panorama internazionale.”
Economia
QN Quotidiano Nazionale si rinnova: grafica e contenuti ottimizzati per i lettori

Il prossimo giovedì 27 marzo, i quotidiani QN Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno si presenteranno al pubblico con una veste grafica completamente rinnovata e una struttura dei contenuti più efficiente. Questo cambiamento mira a offrire ai lettori un’esperienza di consultazione più fluida, dinamica e coinvolgente. Il nuovo design privilegerà una presentazione visiva più leggera e una suddivisione delle sezioni maggiormente funzionale, garantendo un quotidiano ancora più semplice da leggere.
Oltre al restyling grafico, verranno introdotte significative novità nei contenuti, pensate per soddisfare le crescenti aspettative di un pubblico che evolve costantemente. Tra queste innovazioni spiccano:
Notizie più sintetiche e immediate: un numero maggiore di pagine sarà dedicato a brevi aggiornamenti provenienti da tutto il mondo, dall’Italia, dalle Regioni e dalle città.
Maggiore spazio alle inchieste: gli approfondimenti esclusivi e i reportage diventeranno centrali per un racconto più incisivo dell’attualità.
Informazione locale potenziata: si garantirà una copertura più completa e aggiornata per ogni singola città della regione.
Economia più dettagliata: la pagina dedicata agli indici di Borsa sarà arricchita con un commento giornaliero sull’andamento dei mercati, il monitoraggio delle merci e aggiornamenti su oro e valute.
Più intrattenimento: la sezione dedicata agli spettacoli e la guida TV saranno ampliate con consigli mirati per le visioni su ogni piattaforma, dai canali tradizionali al streaming, passando per YouTube e i social. Verranno inoltre introdotte nuove classifiche e top list legate al mondo della cultura e dello spettacolo.
Maggiori giochi: una pagina interamente dedicata all’enigmistica e agli esercizi di logica e memoria offrirà momenti di svago utili a stimolare la mente divertendosi.
Secondo quanto dichiarato da Agnese Pini, direttrice di QN Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno, “Questo rinnovamento rappresenta un passaggio fondamentale nel percorso evolutivo dei nostri quotidiani. Puntiamo a fornire ai nostri lettori un’esperienza di lettura più chiara e appassionante, senza mai rinunciare a un giornalismo di qualità, approfondito e costantemente in linea con i tempi.”
Sul tema è intervenuto anche Andrea Riffeser Monti, Editore e Presidente di Monrif, che ha sottolineato: “Investire nell’innovazione, mantenendo salda la tradizione che contraddistingue il nostro giornalismo, è essenziale per affrontare le sfide che ci attendono. Con questa nuova grafica e un’organizzazione dei contenuti migliorata, desideriamo continuare a essere un riferimento solido nell’informazione quotidiana, offrendo ai lettori un prodotto moderno e facilmente accessibile.”
L’appuntamento con il nuovo volto di QN Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno è fissato per il 27 marzo. Pur nel cambiamento, il giornale rimane fedele alla propria missione: informare con autorevolezza e qualità.
Finanza
Banco Bpm e il Danish Compromise: la partita delle fusioni bancarie

La proposta di acquisizione di Anima da parte di Banco Bpm si scontra con un parere contrario della BCE riguardo al Danish Compromise. Nonostante la strada appaia complessa per Piazza Meda, il gioco non è ancora chiuso: la decisione finale spetta all’EBA, l’autorità di vigilanza europea, che potrebbe rovesciare il verdetto. Si attende con interesse il prossimo consiglio di amministrazione a Milano, che sarà decisivo per le sorti di questa operazione.
Il Danish Compromise rappresenta un meccanismo cruciale per il sistema bancario europeo. Istituito nel 2012 nell’ambito della regolamentazione del capitale (CRR) dell’Unione Europea, offre vantaggi contabili alle banche con partecipazioni dirette in compagnie assicurative. Questo riduce l’assorbimento di capitale regolamentare, favorendo la competitività e incoraggiando le fusioni. Recenti interpretazioni normative da parte dell’EBA sembrano suggerire un’applicazione più ampia del compromesso, includendo anche acquisizioni attraverso controllate assicurative. Questo potrebbe accelerare il consolidamento nel settore finanziario, con un impatto significativo sulle sgr, società di gestione del risparmio.
Tuttavia, secondo la BCE, per beneficiare di questo vantaggio una banca deve essere un conglomerato finanziario completo, rispettando precise caratteristiche in termini di struttura e dimensioni. Questo punto tecnico si rivela fondamentale per l’operazione di acquisizione di Banco Bpm e potrebbe influenzare il futuro del risiko bancario italiano.
Il CEO di Unicredit, Andrea Orcel, ha sottolineato l’importanza del Danish Compromise in questa operazione. L’applicazione del meccanismo garantirebbe un ritorno sull’investimento superiore al 15%, con un consumo di capitale contenuto. Al contrario, la sua assenza ridurrebbe il ritorno all’11%, aumentando significativamente il consumo di capitale e rendendo l’offerta meno vantaggiosa.
Secondo Flavio Notari, responsabile di Tax Technologies Companies presso Orrick, se l’EBA confermasse l’interpretazione della BCE, Banco Bpm si troverebbe a fronteggiare un incremento nel consumo di capitale per l’acquisizione di Anima, rendendo l’operazione meno interessante. Inoltre, la mancata applicazione del Danish Compromise potrebbe influenzare il risiko bancario italiano, spingendo Unicredit verso nuovi obiettivi, come il crescente interesse per Generali.
Nonostante le difficoltà, Banco Bpm ha ribadito la sua fiducia nella capacità di mantenere una solida posizione patrimoniale e di continuare la distribuzione di utili agli azionisti, anche senza il Danish Compromise. Tuttavia, la situazione rimane incerta e la decisione dell’EBA sarà determinante per il futuro delle operazioni di consolidamento nel panorama bancario italiano.
Economia
Milano ospiterà l’evento di riferimento per il settore immobiliare

Il prossimo 28 marzo, Milano sarà teatro dell’ottava edizione dei rinomati Real Estate Awards, un appuntamento innovativo, disruptive e visionario dedicato interamente agli agenti immobiliari e ai professionisti del settore. Questo incontro unico combina formazione, aggiornamento e networking, offrendo un’opportunità imperdibile per tutti gli operatori del settore.
I Real Estate Awards, divenuti un evento di riferimento nella comunità immobiliare, rappresentano un momento straordinario per favorire la crescita professionale e le relazioni. Quest’anno, il tema centrale sarà “Start-up e nuovi modelli di business: il futuro è solo digitale?”, un argomento di grande attualità che vedrà la partecipazione di esperti di caratura internazionale, tra cui illustri docenti universitari e rappresentanti delle principali istituzioni del settore. L’obiettivo dell’evento è analizzare il possibile equilibrio tra la innovazione e la flessibilità delle start-up emergenti e la solidità dei modelli tradizionali di business.
Questo incontro offrirà ai partecipanti una visione strategica delle sfide e delle opportunità legate a un futuro sempre più tecnologico e ibrido, senza trascurare l’importanza delle relazioni umane, elemento cardine per il settore immobiliare.
A guidare queste riflessioni sarà Diego Caponigro, che da 11 anni è al timone dei Real Estate Awards, oltre a ricoprire il ruolo di CEO di Regold by Idealista. Secondo Caponigro, questa edizione vuole stimolare gli agenti immobiliari a esplorare il futuro del proprio business, con il supporto dei migliori esperti del settore, tra cui docenti universitari e consulenti di spicco. “Il confronto tra modelli agili e tradizionali sarà un momento cruciale dell’evento, offrendo ai partecipanti strumenti per identificare il modello di business più adatto alle proprie esigenze”, ha dichiarato. Inoltre, una tavola rotonda con personalità di rilievo offrirà un’analisi approfondita del mercato attuale e uno sguardo autorevole sul futuro del settore.
Tra i relatori di spicco figurano nomi di grande prestigio: Piero Almiento, docente e consulente di marketing e management presso SDA Bocconi; Raffaele Boiano, CEO di Fifth Beat e docente di UX Design al Politecnico di Milano; Ilaria Profumi, imprenditrice con oltre vent’anni di esperienza in innovazione digitale; Elena Sulprizio di Idealista/Data, specializzata nell’analisi di big data per il settore immobiliare.
La prestigiosa tavola rotonda, dal titolo “Mercato, normative, tecnologie: gli sviluppi più recenti per facilitare il business immobiliare”, vedrà la partecipazione di figure rilevanti come Giulio Biino, presidente del Consiglio Nazionale del Notariato; Roberto Bellini, direttore generale di AssoSoftware; Mario Nobile, direttore generale di AgID; Flavio Sanvito, presidente nazionale Unioncasa; e Santino Taverna, presidente nazionale Fimaa-Confcommercio.
Tra le testimonianze più attese ci saranno quelle di Fabrizio Zampetti, esperto nel settore del real estate di lusso; Paolo Facchetti, CEO di Dove.it, agenzia immobiliare che integra il digitale con il fisico; Nicolò Sozzi, fondatore di Billding, startup che semplifica la gestione delle utenze per nuovi proprietari e locatari; Gianluca Fioranelli, fondatore di Rent2Cash, unica azienda in Italia a offrire il servizio di rental advance; Rosa Carretta, cofondatrice e CEO di Geriko, piattaforma per aste immobiliari; Edoardo Ribichesu, esperto di pagamenti digitali nel real estate; e Pietro Putetto, CEO di Planet Smart City.
L’evento, che si conferma come il più atteso per l’aggiornamento professionale nel settore immobiliare, vedrà la partecipazione di numerosi professionisti, consolidando il suo successo che perdura da ben 11 anni. La giornata si concluderà con la tradizionale premiazione delle eccellenze del settore. Come afferma Diego Caponigro, “La professionalità e i traguardi raggiunti dagli agenti immobiliari meritano un riconoscimento pubblico e celebrativo.”
Economia
Affitti e nuove prospettive: interventi legislativi e analisi del mercato italiano

Durante un recente evento, è stata illustrata una analisi approfondita realizzata da SoloAffitti, che ha individuato due principali fattori alla base della crescente emergenza abitativa: la complessità nel recupero dei crediti da parte dei locatori e la mancanza di certezza riguardo ai tempi della giustizia. Secondo quanto dichiarato dall’onorevole Alice Buonguerrieri, membro della Seconda Commissione Giustizia della Camera, il governo sta dedicando il massimo impegno per affrontare questa situazione critica.
In particolare, Buonguerrieri ha annunciato l’imminente presentazione di una proposta di legge, a sua prima firma, con l’obiettivo di ridurre i tempi processuali e garantire maggiore stabilità nel recupero dei canoni. Questo intervento legislativo mira a bilanciare le esigenze dei proprietari di immobili con quelle degli inquilini, incentivando così l’immissione di un numero maggiore di abitazioni nel mercato delle locazioni.
Queste dichiarazioni sono state rilasciate in occasione dell’incontro alla Camera dei Deputati, intitolato “Contratti flessibili e più case sul mercato: il futuro dell’affitto”, un evento patrocinato dalla stessa Buonguerrieri. Durante l’incontro, sono stati presentati i dati del 16esimo Rapporto sul mercato delle locazioni in Italia 2024, elaborato dal Gruppo SoloAffitti, che ha fornito una fotografia dettagliata della situazione attuale del settore immobiliare.
L’iniziativa, organizzata in collaborazione con SoloAffitti e la FIAIP – Federazione degli Agenti Immobiliari Professionali, ha rappresentato un’importante occasione per approfondire tematiche fondamentali come quella delle locazioni e dell’accesso alla casa. Buonguerrieri ha sottolineato come i dati emersi evidenzino una criticità ereditata dai governi precedenti, rimarcando che l’attuale esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha già introdotto diversi provvedimenti per arginare questa complessa problematica.
Economia
Nuove disposizioni per il titolo professionale di Ufficiale di navigazione del diporto di...

Confindustria Nautica ha sottoposto una serie di quesiti alla Direzione Generale del trasporto marittimo, in merito ai criteri di ammissione agli esami per il titolo professionale di Ufficiale di navigazione del diporto di 2ª classe. La pubblicazione del decreto direttoriale numero 40 del 14 marzo 2025 ha portato a interpretazioni divergenti tra gli uffici marittimi. Saverio Cecchi, Presidente di Confindustria Nautica, ha dichiarato: “Grazie all’impegno del Ministro Salvini, del Vice Ministro Rixi e della Direzione Generale, il nuovo titolo semplificato è stato approvato con il decreto del 13 dicembre 2023, numero 227. È ora cruciale che diventi subito disponibile e operativo per le migliaia di persone che ne necessitano per lavorare”.
Il Presidente ha inoltre evidenziato che, da oltre venti anni, il rilascio del precedente certificato di Conduttore del diporto è stato sospeso, generando un vuoto normativo. Questa situazione ha complicato ulteriormente il lavoro degli operatori del settore, già alle prese con una crescente difficoltà nel reperire personale qualificato per le attività di noleggio. Secondo le stime di Confindustria Nautica, la domanda di lavoratori, tra nuove assunzioni e regolarizzazioni, si attesta intorno a 2.000 unità. In risposta alle richieste avanzate dall’Associazione nazionale di categoria, il Direttore Generale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Patrizia Scarchilli, ha fornito alcuni chiarimenti fondamentali.
Il decreto n. 40/2025, nell’articolo 2, comma 3, stabilisce che la prova pratica per conseguire il titolo di Ufficiale di navigazione del diporto di 2ª classe deve essere effettuata in acque marittime, su un’unità da diporto con una lunghezza minima di 15 metri. Tuttavia, tale requisito non è richiesto per le cinque ore obbligatorie di familiarizzazione, che possono essere attestate da una scuola nautica.
Per maggiore chiarezza, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha precisato che i titolari di patente nautica da almeno dieci anni, in possesso dei requisiti previsti dall’articolo 4 del decreto n. 40/2025, possono considerare equivalenti le loro esperienze professionali alle cinque ore di familiarizzazione richieste.
Infine, a differenza di quanto disposto per la patente nautica (Allegato II al decreto 30 agosto 2023, numero 142), non viene indicata una formalità specifica per attestare le ore di familiarizzazione, ove necessarie. È sufficiente che il candidato presenti una dichiarazione ufficiale fornita dalla scuola nautica, redatta su carta intestata, datata e sottoscritta dal legale rappresentante, che certifichi l’avvenuta partecipazione alle cinque ore di familiarizzazione. Tale dichiarazione deve attestare le competenze richieste per affrontare la prova finalizzata all’ottenimento del titolo di Ufficiale di II Classe.
Economia
Sustainability Winter School: conclusa la seconda edizione dedicata alla transizione...

La seconda edizione della ‘Sustainability Winter School’, iniziativa promossa da Gruppo Cap, green utility responsabile del servizio idrico integrato della Città Metropolitana di Milano, ha recentemente raggiunto il suo termine. Questo innovativo percorso formativo ha mirato a fornire agli amministratori locali lombardi strumenti pratici e competenze avanzate sui temi legati alla sostenibilità.
Con la partecipazione di 35 amministratori e tecnici, il programma si è articolato in 8 incontri, suddivisi tra lezioni e workshop, e ha beneficiato del contributo di 11 esperti di rilievo nazionale. “La Sustainability Winter School si conferma un’esperienza formativa di alta qualità, capace di creare un network di competenze utili per affrontare in modo efficace le sfide della transizione ecologica – ha dichiarato Yuri Santagostino, presidente di Gruppo Cap, durante l’apertura del ciclo di incontri. – Il successo di questa seconda edizione evidenzia l’importanza di un dialogo continuo tra esperti, amministratori locali e aziende, necessario per costruire un modello di sviluppo sostenibile e resiliente per i territori”.
Il programma formativo ha previsto 16 ore di attività, distribuite in 4 incontri in presenza presso la sede di Gruppo Cap e 4 sessioni online. I partecipanti, provenienti dalle città di Milano, Monza e Brianza, Mantova, Pavia e Brescia, hanno avuto l’opportunità di approfondire argomenti cruciali quali i cambiamenti climatici, la governance della sostenibilità nella Pubblica Amministrazione, la gestione delle risorse idriche e il coinvolgimento dei cittadini.
Un’attenzione particolare è stata rivolta alle strategie di mitigazione degli effetti climatici e agli strumenti tecnologici, finanziari e assicurativi per affrontare i rischi ambientali. Oltre alle lezioni teoriche, i partecipanti hanno potuto prendere parte a due workshop operativi, durante i quali hanno sviluppato soluzioni concrete per la gestione sostenibile dei territori sotto la loro amministrazione. Questi momenti di lavoro condiviso hanno incentivato il dialogo e la sperimentazione di approcci pratici.
L’iniziativa ha ricevuto il patrocinio di numerose istituzioni e associazioni di rilievo, tra cui Regione Lombardia, Città Metropolitana di Milano, Ato Città Metropolitana di Milano, Anci Lombardia, Confservizi Cispel Lombardia, Utilitalia, Accademia dei Servizi Pubblici, Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Rete di Comuni Sostenibili, Asvis-Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile e Ferpi-Federazione Relazioni Pubbliche Italiana.
Il progetto ha inoltre beneficiato della collaborazione di organizzazioni prestigiose come From, WWF, 24Ore Business School, Fondazione per la Sostenibilità Digitale e il Cmcc Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici. La presenza di docenti illustri provenienti da istituzioni e organizzazioni internazionali ha ulteriormente arricchito la qualità dei contenuti proposti.
Economia
Il futuro delle locazioni in Italia: flessibilità e nuove prospettive

Nel panorama sociale di un’Italia in costante mutamento, il settore immobiliare si trova ad affrontare importanti trasformazioni. Il 16° Rapporto sul Mercato delle Locazioni in Italia 2024 condotto da SoloAffitti mette in luce una tendenza significativa: la casa di proprietà non rappresenta più una priorità assoluta per gli italiani. La crescente domanda di affitti, a fronte di un’offerta che non riesce a soddisfare pienamente le necessità, si accompagna a una lieve crescita nella durata media della permanenza degli inquilini nello stesso immobile.
Questa analisi approfondita, realizzata dal primo gruppo in Italia specializzato nella gestione e tutela della rendita immobiliare, è stata al centro della conferenza “Contratti flessibili e più case sul mercato: il futuro dell’affitto”, ospitata nella prestigiosa Sala Refettorio della Camera dei Deputati, a Palazzo San Macuto. Tra i relatori di spicco figurano Silvia Spronelli, fondatrice e amministratrice delegata di SoloAffitti, Gian Battista Baccarini, presidente Fiaip, Alice Buonguerrieri, deputata membro della Seconda Commissione Giustizia della Camera e segretario della Commissione Parlamentare sul rischio idrogeologico e sismico, Tilde Minasi, Senatrice membro della Commissione permanente su Ambiente e Innovazione Tecnologica, e Mario Abis, sociologo e docente universitario.
Lo studio sottolinea un cambiamento culturale, soprattutto tra le giovani generazioni, per le quali possedere un immobile non è più un valore imprescindibile. Il tradizionale triangolo valoriale costituito da lavoro stabile, proprietà immobiliare e famiglia sta progressivamente perdendo la sua centralità. Sebbene l’Italia mantenga uno dei tassi di proprietà immobiliare più elevati in Europa, si registra un avvicinamento ai modelli dei paesi nordici. La diminuzione della propensione all’acquisto è accompagnata dalla crescente preferenza per l’affitto, che oggi interessa il 30% delle famiglie italiane, rispetto al 20% di un decennio fa. Questo dato riflette un nuovo approccio al concetto di abitare, alimentato anche da evoluzioni economiche che favoriscono la scelta della locazione.
I numeri parlano di un mercato in rapida evoluzione: la domanda di immobili in affitto è in forte crescita, mentre l’offerta rimane sostanzialmente immutata, determinando un incremento medio dei canoni del 4% rispetto al 2023. Dal termine della pandemia, i canoni di locazione residenziale nelle principali città italiane hanno registrato un aumento complessivo del 20%.
Un aspetto interessante riguarda il profilo degli inquilini. L’analisi evidenzia che il 44,3% degli affittuari opta per la locazione come scelta abitativa principale, mentre il 31,3% lo fa per motivi lavorativi e il 21,2% per esigenze di studio. Inoltre, il 37,6% degli inquilini è composto da persone single, mentre il 24,1% rappresenta coppie senza figli. La percezione dell’affitto come alternativa di ripiego rispetto all’acquisto sta cambiando: il 43,8% degli affittuari che vivono in locazione per scelta lo considera un’opzione più adatta al proprio stile di vita per la flessibilità che offre.
L’indagine rivela anche variazioni significative nei canoni di locazione tra le principali città italiane. Roma registra un aumento del 13%, influenzato dal Giubileo, mentre Milano, con un calo del 4%, sembra aver raggiunto il tetto massimo sostenibile, con un canone medio di oltre 1.200 euro mensili. Bologna vede un aumento del 6% e Napoli del 9%, mentre Torino si attesta su un incremento del 5%. A Roma, il canone medio mensile è di 999 euro, a Bologna 843 euro, a Napoli 661 euro, a Torino 542 euro e a Milano 1.278 euro.
Un altro aspetto analizzato riguarda il fenomeno degli immobili non occupati. Secondo i dati Istat, su un patrimonio di oltre 35 milioni di immobili a uso abitativo presenti in Italia, quasi il 30% (pari a 9.581.772 unità) rimane inutilizzato, non viene ceduto a familiari né affittato a medio o lungo termine.
Silvia Spronelli, CEO di SoloAffitti, ha dichiarato: “La nostra indagine evidenzia chiaramente che per rendere il mercato della locazione più accessibile e incentivare i proprietari a mettere a reddito gli immobili attualmente inutilizzati, è fondamentale intervenire sulla normativa, introducendo maggiore flessibilità e tutele per entrambe le parti coinvolte.”
Economia
Innovazione e sostenibilità al centro della gestione delle infrastrutture ferroviarie

Strumenti avanzati come manutenzione predittiva, Digital Twin e BIM rappresentano soluzioni innovative per ottimizzare la gestione delle infrastrutture ferroviarie, migliorandone le prestazioni e promuovendo la sostenibilità. Su questi temi si concentrerà l’evento del 27 marzo presso il Politecnico di Milano, organizzato dal Cifi in collaborazione con il Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano e Harpaceas, società leader nella trasformazione digitale nei settori delle costruzioni, infrastrutture ed energia.
L’appuntamento si propone come una piattaforma di confronto tra esperti del settore, con un focus speciale sulle tecnologie innovative e sulla digitalizzazione applicata alle infrastrutture ferroviarie, ponendo particolare attenzione agli ambiti della sostenibilità. Un’occasione unica per approfondire soluzioni avanzate che promettono di rivoluzionare il futuro della mobilità su rotaia.
Tra i prestigiosi relatori che interverranno durante l’incontro figurano: Giorgio Spadi, preside della sezione Cifi Milano; Morris Brenna del Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano; Luca Ferrari, Co-Founder e CEO di Harpaceas; Valentina Piuma, direttrice di AIS – Associazione Infrastrutture Sostenibili; Francesco Baldoni, direttore del Dipartimento per gli Affari Generali e la Digitalizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; Osvaldo Mariani, Technical Manager Digital Transformation Engineering di Harpaceas; Ivan Moroni, CEO di Tokbo; Veronica Andreis, Sustainability Manager di Crew Cremonesi Workshop; Erika Saretta, Sustainability Specialist di Crew Cremonesi Workshop; Valerio Di Scipio, Business Development Manager di Costruzioni Linee Ferroviarie; Paolo Sattamino, General Manager Technical di Harpaceas; e Franco Lucente, assessore ai Trasporti e alla Mobilità Sostenibile della Regione Lombardia.
Il convegno si concentrerà su soluzioni tecnologiche avanzate che mirano a incrementare le prestazioni del trasporto su rotaia, enfatizzando gli aspetti di sostenibilità e sicurezza. La manutenzione predittiva, basata sull’analisi in tempo reale dei dati, consente di ottimizzare la gestione del ciclo di vita delle infrastrutture, riducendo i costi operativi e prevenendo guasti. Questo approccio garantisce una maggiore efficienza energetica, una riduzione dell’impatto ambientale e un incremento della sicurezza.
Altre tecnologie chiave includono il Building Information Modeling (BIM), utilizzato per la progettazione, gestione e manutenzione delle infrastrutture, con l’obiettivo di favorire la sua adozione nei bandi pubblici e migliorare la collaborazione tra gli stakeholder. Il Digital Twin, ossia la replica digitale delle infrastrutture, offre soluzioni avanzate per ottimizzare la pianificazione, la manutenzione e l’operatività nel settore ferroviario.
Inoltre, la digitalizzazione si rivela cruciale per il coordinamento di progetti ferroviari complessi, consentendo di migliorare la tracciabilità e l’ottimizzazione delle risorse, snellendo i processi e incrementando la sicurezza degli impianti. Infine, l’analisi del ciclo di vita (LCA) si configura come uno strumento fondamentale per delineare un futuro ferroviario sempre più sostenibile, digitale e sicuro.
Economia
Il cambiamento del mercato degli affitti in Italia: dati, tendenze e proposte

SoloAffitti, attraverso i risultati della sua ultima ricerca, evidenzia una trasformazione profonda nel modo in cui gli italiani percepiscono la casa. Non più considerata come un status symbol, la classica visione che collegava la casa di proprietà a un lavoro stabile e a una famiglia sembra essere sempre più superata. I giovani, in particolare, mostrano una preferenza per uno stile di vita improntato alla mobilità e alla flessibilità, che consente loro di cambiare abitazione con maggiore rapidità e adattarsi a nuove opportunità.
Un dato significativo emerso dalla ricerca riguarda il numero crescente di persone che scelgono l’affitto non come una soluzione obbligata per via di difficoltà economiche, ma come una vera e propria opzione consapevole. Durante un incontro organizzato presso la sala Refettorio della Camera dei Deputati, Silvia Spronelli, amministratore delegato di SoloAffitti, ha illustrato i risultati del 16esimo Rapporto sul mercato delle locazioni in Italia 2024, sottolineando come il 43% degli intervistati abbia dichiarato di preferire l’affitto per scelta personale.
Secondo il report, la percentuale di persone che vivono in affitto è aumentata significativamente negli ultimi dieci anni, passando dal 20% al 30%. Tuttavia, l’offerta di immobili rimane stabile, generando uno squilibrio che si traduce in un incremento dei canoni e in difficoltà crescenti per chi cerca casa. Questo fenomeno viene aggravato dalla presenza di numerosi immobili sfitti, che non riescono a soddisfare la crescente domanda.
Il rapporto ha inoltre analizzato gli aumenti dei canoni nelle principali città italiane. Nel 2024 si è registrato un incremento medio del 4%, con picchi significativi a Roma, dove gli affitti sono cresciuti del 13% anche per effetto del Giubileo. Milano, pur mostrando una lieve flessione, continua a detenere il primato di città più cara d’Italia. Nonostante ciò, la disponibilità di immobili rimane insufficiente rispetto alla domanda, evidenziando il paradosso di un mercato che conta quasi 10 milioni di case sfitte, ma non riesce a soddisfare le esigenze abitative di molti cittadini.
Tra le cause di questa situazione, secondo Spronelli, figurano le paure dei proprietari, che spesso preferiscono lasciare vuoti i propri immobili anziché affittarli. Tali timori includono il rischio di non percepire i canoni, la difficoltà di riottenere il possesso dell’immobile e la possibilità di dover intraprendere lunghe e stressanti cause di sfratto.
Per affrontare queste criticità, SoloAffitti ha avanzato due proposte concrete. La prima consiste nel rendere i contratti di locazione più flessibili, ampliando le possibilità di utilizzo del contratto transitorio, che ha una durata massima di 18 mesi. La seconda proposta mira a conferire al contratto di locazione registrato un valore di titolo esecutivo, permettendo al proprietario di rientrare in possesso dell’immobile in tempi brevi e certi al termine della locazione, senza dover affrontare lunghe e complesse cause legali.
In risposta al problema della morosità, SoloAffitti ha introdotto il servizio SoloAffittiPay, che garantisce al proprietario il pagamento del canone mensile indipendentemente dai ritardi o dai mancati versamenti da parte dell’inquilino. Questo sistema, che prevede un accredito irrevocabile, si occupa anche delle procedure necessarie per il rilascio dell’immobile, evitando al proprietario lo stress e le difficoltà emotive legate alle cause di sfratto.
SoloAffitti, forte della sua esperienza di quasi tre decenni nel settore, continua a proporre soluzioni pratiche e immediate per sbloccare il mercato degli affitti e rispondere alle esigenze di chi cerca casa in un contesto sempre più complesso.
Finanza
Il Gruppo Hera chiude il 2024 con risultati in crescita

Il Gruppo Hera ha registrato una significativa crescita nei risultati economico-finanziari e negli investimenti complessivi per l’anno 2024. I ricavi complessivi si sono attestati a 12,889 miliardi di euro, mentre il margine operativo lordo (MOL) ha evidenziato un incremento del 6,2%, raggiungendo quota 1,587 miliardi di euro. L’utile netto di pertinenza degli azionisti è salito a 494,5 milioni di euro, segnando un aumento del 31,8%.
Nel corso dell’anno, il Gruppo Hera ha effettuato investimenti operativi lordi pari a 860,3 milioni di euro, con un incremento del 5,5% rispetto all’anno precedente. Al termine del 2024, l’indebitamento finanziario netto risultava pari a 3,963 miliardi di euro, con un rapporto debito netto/MOL fissato a 2,50x. Contestualmente, è stato registrato un miglioramento del ritorno sul capitale investito (ROI), che ha raggiunto il 10,4%. Alla luce di questi risultati, il Consiglio di Amministrazione ha proposto un dividendo in crescita, fissandolo a 15 centesimi di euro per azione, con un incremento del 7,1%.
Tutti i settori di attività del Gruppo hanno contribuito al consolidamento dei risultati operativi. In particolare, il numero dei clienti energy è aumentato a 4,6 milioni, registrando una crescita del 20%. Parallelamente, oltre 7,5 milioni di cittadini beneficiano di almeno un servizio fornito dal Gruppo Hera. Proseguono inoltre le iniziative innovative volte a supportare le comunità servite nel percorso di transizione ecologica e a rafforzare la resilienza degli asset gestiti, in linea con la strategia industriale al 2028 e l’obiettivo di Net Zero fissato al 2050. Il Gruppo sottolinea come la creazione di valore per tutti gli stakeholder, unita alla solidità patrimoniale, continui a dimostrare l’efficacia del modello multibusiness e la capacità di coniugare crescita aziendale e sviluppo sostenibile.
Hera evidenzia inoltre il costante impegno per la valorizzazione e resilienza degli asset gestiti, la cui solidità è stata confermata anche di fronte ai fenomeni meteoclimatici estremi che hanno colpito l’Emilia-Romagna durante l’autunno scorso.
Il Presidente Esecutivo del Gruppo, Cristian Fabbri, ha commentato i risultati dichiarando: “Questi dati confermano la nostra capacità di generare valore sostenibile nel lungo periodo. Il miglioramento dei principali indicatori economico-finanziari, unitamente all’incremento del ritorno sul capitale investito, con un ROI al 10,4%, e a un rendimento per gli azionisti (TSR) superiore al 35%, sono chiari segnali della solida struttura del nostro modello industriale.”
Infine, l’Amministratore Delegato, Orazio Iacono, ha sottolineato l’importanza dell’incremento dell’utile netto, che ha registrato una crescita di oltre il 30%, raggiungendo quasi 500 milioni di euro. A suo dire, questo risultato è frutto del contributo di tutte le aree di business, evidenziando la capacità del Gruppo Hera di crescere anche in un contesto macroeconomico caratterizzato da una notevole complessità.
Finanza
Il costo dell’anello di fidanzamento e il fenomeno del trading

Qual è il valore appropriato di un anello di fidanzamento? Secondo l’influencer finanziaria Aminata Gabriella Fall, nota sui social come Pecuniami, negli Stati Uniti si parla spesso di una spesa pari a due o tre mensilità. La Fall descrive questa consuetudine come una sorta di “effetto caparra”, spiegando che investire una somma significativa in un anello rappresenta un segnale di impegno. Tale investimento, secondo l’esperta, potrebbe indurre a riflettere più attentamente prima di prendere decisioni impulsive, come annullare un fidanzamento o un matrimonio.
Passando al tema del trading, la Fall si esprime in modo critico, definendolo una strategia di marketing ben orchestrata. A suo avviso, i principali beneficiari di questo meccanismo sono le piattaforme che raccolgono gli ordini di trading. Inoltre, sottolinea come chi propone corsi per imparare a fare trading sia spesso parte integrante dello stesso sistema.
La Fall evidenzia un dato significativo: anche gli investitori più esperti raccomandano di acquistare e mantenere le posizioni, monitorando con attenzione l’evoluzione del mercato. Tuttavia, le piattaforme di trading riportano spesso, in caratteri minuscoli, un’avvertenza che rivela una realtà inquietante: una larga maggioranza degli utenti, circa l’80%, subisce perdite. Questo aspetto, secondo l’influencer, mette in luce il rischio intrinseco del trading, che lo rende paragonabile a una scommessa.
Aminata Gabriella Fall conclude il suo intervento con una riflessione pungente: il trading, per certi versi, può essere considerato un gioco d’azzardo camuffato. Alla luce di ciò, afferma ironicamente che potrebbe essere altrettanto sensato optare per l’acquisto di un Gratta e Vinci, evidenziando la natura speculativa e incerta di tali attività.
Economia
Il ruolo dell’ora legale e della tecnologia nel risparmio energetico

Il momento del passaggio all’ora legale si avvicina rapidamente: nella notte tra il 29 e il 30 marzo le lancette saranno spostate in avanti, con l’obiettivo di sfruttare al meglio la luce solare durante i mesi primaverili ed estivi, mirando a un significativo risparmio energetico. Secondo dati storici, dal 2004 al 2024, l’adozione dell’ora legale ha permesso all’Italia di risparmiare ben 11,7 miliardi di kWh di energia, traducendosi in un risparmio economico di 2,2 miliardi di euro. Solo nell’ultimo anno, i consumi energetici durante i sette mesi di ora legale sono diminuiti di 340 milioni di kWh, un quantitativo sufficiente a coprire il fabbisogno medio annuo di circa 130mila famiglie. Questo risultato è stato evidenziato da Pulsee Luce e Gas, una società di Axpo Italia dedicata alle utenze domestiche, in un recente comunicato.
Se da un lato l’ora legale rappresenta un valido strumento per contenere i costi delle bollette, oggi, come sottolinea Pulsee Luce e Gas, vi sono anche altre modalità per ottimizzare i consumi energetici. L’uso di strumenti di monitoraggio, che consentono un risparmio fino al 10%, può essere combinato con i benefici del passaggio all’ora legale per migliorare ulteriormente l’efficienza. Tra questi strumenti, l’Energimetro, una funzionalità dell’app Pulsee, offre agli utenti la possibilità di monitorare in tempo quasi reale il consumo degli elettrodomestici, identificare i picchi di utilizzo e ricevere suggerimenti utili per ridurre i consumi e i costi associati.
Nei mesi estivi, l’impatto del risparmio energetico è ancora più evidente. L’analisi dei dati di consumo degli utenti che utilizzano l’Energimetro ha rilevato che, in media, durante il periodo di ora solare (da novembre a febbraio) il fabbisogno energetico domestico aumenta del 20% rispetto ai mesi di ora legale (da giugno a settembre). Tuttavia, nei mesi di luglio e agosto, i consumi legati ai sistemi di climatizzazione e alla refrigerazione raggiungono livelli elevati, rappresentando il 55% del totale. Questo incremento è attribuibile all’uso intensivo dei condizionatori e al maggiore lavoro richiesto dai frigoriferi per contrastare le alte temperature esterne.
La tecnologia dell’Energimetro non si limita a segnalare gli incrementi nei consumi, ma propone anche soluzioni pratiche per ridurli. Ad esempio, suggerisce di impostare i condizionatori in modalità ‘dry’ o ‘deumidificatore’ per rimuovere l’umidità in eccesso, oppure di utilizzare le modalità ‘auto’ o ‘eco’ per regolare automaticamente velocità della ventola e temperatura in base alle condizioni ambientali, massimizzando l’efficienza energetica.
Nel 2024, il monitoraggio energetico ha evidenziato che i consumi legati alla cucina rappresentano il 7,5% dell’energia totale utilizzata in primavera ed estate, rispetto al 10,5% dei mesi invernali. Anche l’uso di lavatrice e lavastoviglie subisce una riduzione, passando dall’11,5% durante l’ora legale al 14% nell’ora solare. Al contrario, nei mesi più freddi, i consumi legati all’elettronica e all’illuminazione aumentano mediamente del 37%, mentre il fabbisogno per i sistemi di riscaldamento e ventilazione cresce del 25%. Per contenere tali consumi, è sempre consigliabile sostituire le lampadine tradizionali con quelle a LED, molto più efficienti dal punto di vista energetico.
Un aspetto costante, indipendentemente dal periodo dell’anno, riguarda il consumo energetico dovuto alla modalità stand-by degli elettrodomestici, che può incidere significativamente sui costi in bolletta. Questo consumo varia dal 17% nei mesi di gennaio e dicembre, al 22% nei mesi di maggio, agosto e settembre, fino a un picco del 23% a giugno. Per ridurre l’impatto dello stand-by, Pulsee consiglia di scollegare i dispositivi dalla presa di corrente quando non sono in uso, oppure di utilizzare prese multiple con interruttore o dispositivi standby stop per interrompere l’alimentazione elettrica degli apparecchi spenti tramite telecomando.
Con le sue soluzioni innovative, Pulsee Luce e Gas si conferma un partner affidabile e all’avanguardia per i consumatori, offrendo strumenti avanzati per il monitoraggio energetico che favoriscono un uso più efficiente dell’energia e promuovono una maggiore sostenibilità.
Finanza
Il recupero del calore di scarto: un’opportunità per la sostenibilità e...

Nel contesto economico odierno, la sostenibilità si è trasformata da semplice obiettivo a imperativo strategico. La gestione intelligente dei consumi energetici e l’eliminazione degli sprechi diventano pilastri fondamentali per la costruzione di un modello produttivo che sia al contempo efficiente e competitivo. Secondo dati recenti, in Europa l’energia rappresenta una componente che incide fino al 20% sui costi totali di produzione per le industrie con alto consumo energetico, con variazioni significative in base al settore. Alessandro Brizzi, General Manager di Renovis, sottolinea come, nonostante i progressi tecnologici, una quota rilevante dell’energia venga ancora dispersa sotto forma di calore residuo, generando costi inutili. Egli evidenzia una soluzione promettente: convertire il calore disperso in una risorsa di efficienza e risparmio.
Il recupero del calore di scarto emerge dunque come una strategia chiave per ridurre l’impatto ambientale dei processi industriali e, al contempo, ottenere vantaggi economici concretamente misurabili. Recuperare e riutilizzare il calore disperso consente di incrementare l’efficienza termica e migliorare il bilancio energetico complessivo. Le stime di mercato indicano che il settore globale dei sistemi per il recupero del calore di scarto sarà valutato a 64,76 miliardi di dollari nel 2024, con una crescita annua del 7,5% prevista tra il 2025 e il 2034.
Il trend di crescita è alimentato da una combinazione di fattori: l’introduzione di normative ambientali più stringenti, l’adozione di politiche di decarbonizzazione, la necessità di contenere i costi operativi in un contesto di volatilità dei prezzi energetici, il progresso tecnologico che rende le soluzioni di recupero del calore sempre più efficienti e una consapevolezza crescente del vantaggio competitivo derivante dalla gestione ottimale delle risorse. Settori strategici come la produzione di cemento, vetro, sostanze chimiche e raffinazione del petrolio sono particolarmente interessati da questa evoluzione. In tali ambiti, il recupero del calore non è solo una scelta sostenibile, ma un imperativo per garantire competitività e ridurre i rischi legati alla dipendenza energetica.
Uno dei principali benefici del recupero del calore di scarto è l’abbattimento del fabbisogno energetico complessivo. Nelle industrie ad alta intensità energetica, come quelle manifatturiere, chimiche e di produzione energetica, il riutilizzo del calore residuo permette una riduzione significativa del consumo di combustibili fossili, contribuendo al contenimento dei costi operativi. Secondo dati dell’International Energy Agency (IEA), le aziende che implementano sistemi di recupero termico possono ottenere risparmi che vanno dal 5-10% con interventi a costo zero, fino al 20-40% con investimenti di medio periodo.
Il recupero del calore rappresenta non solo una scelta economicamente vantaggiosa, ma anche una leva strategica per la sostenibilità. Ridurre le emissioni di CO₂ attraverso l’ottimizzazione dell’energia termica aiuta le imprese a rispettare le normative ambientali sempre più rigorose. In Europa, il Green Deal e il pacchetto legislativo Fit for 55 impongono una riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030, incentivando l’adozione di tecnologie per l’efficienza energetica. Raggiungere questi obiettivi consente alle aziende di evitare sanzioni, migliorando al contempo il proprio posizionamento in un mercato sempre più attento alla sostenibilità.
La volatilità dei prezzi energetici rappresenta una sfida cruciale per le industrie. L’adozione di soluzioni per il recupero del calore riduce la dipendenza dalle fonti energetiche esterne, stabilizzando i costi operativi e rendendo le aziende meno vulnerabili alle oscillazioni dei prezzi di gas ed elettricità. In un panorama globale caratterizzato da crisi energetiche e aumenti delle materie prime, questa strategia offre maggiore sicurezza economica e finanziaria, facilitando la pianificazione di investimenti a lungo termine. I dati Istat del dicembre 2024 evidenziano un incremento dell’1,2% nel comparto energetico e un +3,6% nella fornitura di energia elettrica e gas, confermando l’urgenza di ottimizzare i consumi.
Investire in efficienza energetica consente alle imprese non solo di migliorare i propri processi produttivi, ma anche di acquisire un vantaggio competitivo. La sostenibilità è oggi un criterio essenziale nelle decisioni di fornitori, partner e consumatori. Dimostrare un impegno concreto nella riduzione degli sprechi e nell’uso responsabile delle risorse rafforza la reputazione aziendale e favorisce il posizionamento come leader innovativo. Inoltre, la crescente domanda di prodotti sostenibili rende il recupero del calore una leva strategica per attrarre investitori e clienti sensibili alle tematiche ambientali.
Le prospettive di sviluppo del recupero del calore di scarto sono ampie e includono la possibilità di alimentare processi interni o di immettere l’energia recuperata in rete attraverso sistemi di teleriscaldamento. Questo approccio promuove la creazione di economie circolari, dove lo scarto di un’azienda diventa una risorsa per un’altra, massimizzando l’efficienza dell’intero ecosistema produttivo.
Numerose industrie hanno già adottato tecnologie avanzate per il recupero del calore, ottenendo risultati significativi. Nel settore tessile, il calore dei fumi di scarico dei generatori di vapore può essere utilizzato per pre-riscaldare l’acqua delle caldaie, riducendo il consumo di gas naturale. Un intervento di Renovis ha permesso di risparmiare 362.000 Sm³/anno di gas e di evitare l’emissione di 715 tonnellate di CO₂. Nell’industria del vetro, il recupero del calore dai fumi esausti ha alimentato sistemi di teleriscaldamento, migliorando l’efficienza complessiva. Anche la trigenerazione ad alto rendimento, che utilizza il calore residuo per produrre energia elettrica, termica e frigorifera, ha dimostrato notevoli vantaggi.
Tra le soluzioni tecnologiche disponibili vi sono gli scambiatori di calore, che permettono di trasferire l’energia termica tra fluidi con dispersioni minime, i generatori di vapore a recupero (GVR) per riutilizzare il calore dei gas di scarico e gli assorbitori, che utilizzano l’energia termica residua per produrre freddo. La personalizzazione delle soluzioni consente di adattarle alle specifiche esigenze produttive, garantendo ritorni sull’investimento rapidi e flessibilità nel lungo periodo.
Il futuro del settore è caratterizzato dall’integrazione con tecnologie digitali avanzate, come l’Intelligenza Artificiale e l’Internet of Things (IoT), che ottimizzano la gestione energetica e migliorano la manutenzione predittiva. Parallelamente, i materiali utilizzati per gli scambiatori di calore stanno diventando sempre più efficienti e resistenti, rendendo queste soluzioni accessibili anche alle piccole e medie imprese.
Investire nel recupero del calore di scarto non è solo una scelta etica, ma una necessità economica per le aziende che vogliono mantenere la competitività. Ottimizzare le risorse energetiche disponibili permette di garantire stabilità finanziaria e crescita sostenibile. Con l’evoluzione delle normative ambientali e l’incremento degli incentivi, il recupero termico diventerà sempre più una pratica industriale standard, contribuendo agli obiettivi di decarbonizzazione e rafforzando la sostenibilità delle imprese.
Finanza
Il bilancio dell’export della filiera legno-arredo nel 2024

L’export del settore legno-arredo ha registrato nel 2024 una flessione del 2,1% rispetto all’anno precedente, con un valore complessivo di circa 19,4 miliardi di euro. L’anno appena concluso è stato caratterizzato da un’alternanza di mesi con risultati fortemente negativi e altri con performance decisamente positive, terminando con un dicembre sostanzialmente stabile. Tuttavia, questo andamento non ha consentito di raggiungere il pareggio rispetto ai risultati del 2023. Nonostante ciò, il macrosistema arredamento ha contenuto meglio le perdite, chiudendo con un decremento dell’1,8% e raggiungendo un valore di 14,4 miliardi di euro, a conferma del ruolo cruciale di questo comparto per l’intero settore. Questi dati sono stati elaborati dal Centro Studi di FederlegnoArredo sulla base delle rilevazioni Istat.
Il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin, ha sottolineato che un pareggio con il 2023 sarebbe stato un risultato eccezionale, considerando il contesto internazionale. Il settore, fortemente orientato all’export, ha inevitabilmente risentito degli eventi geopolitici che hanno influenzato il 2024 e che continuano a caratterizzare i primi mesi del 2025. Feltrin evidenzia che, se si analizzano le performance nei principali mercati di riferimento, il calo del 2,1% assume un valore relativamente positivo rispetto al panorama globale.
Tra le principali destinazioni dell’export italiano, i Paesi dell’Unione Europea hanno registrato significative flessioni. La Francia, che si conferma il primo mercato con oltre 3 miliardi di euro, ha registrato un calo del 3,3%. La Germania, al terzo posto, ha perso un consistente 6%, sfiorando i 2 miliardi di euro. Al di fuori dell’Europa, spicca il risultato degli Stati Uniti, che si confermano al secondo posto con 2,2 miliardi di euro, segnando un incremento dell’1,5%. Questo mercato strategico, tuttavia, potrebbe essere messo a rischio dall’introduzione di dazi. Preoccupa anche il risultato della Cina, che dal 2013 aveva mostrato una crescita costante fino a raggiungere 686 milioni di euro nel 2022, conquistando il settimo posto tra le destinazioni dell’export italiano. Nel 2024, pur mantenendo la stessa posizione, il valore si è fermato sotto 500 milioni di euro, con una flessione del 13,2%.
Il Regno Unito, quarto mercato per l’export italiano, ha registrato un calo del 6,4%, con un valore di 1,2 miliardi di euro. Segue la Spagna, che ha mantenuto una sostanziale stabilità con un incremento dell’1%, raggiungendo 0,8 miliardi di euro. Gli Emirati Arabi Uniti si distinguono con una crescita significativa del 21,2%, conquistando l’ottavo posto con un valore ancora relativamente contenuto di 0,5 miliardi di euro. Il Belgio, nonostante una crescita modesta dello 0,7%, si attesta anch’esso a 0,5 miliardi di euro. Infine, l’Austria, come la Germania, ha registrato un calo del 6%.
Fra i mercati in cui la filiera ha mostrato i maggiori incrementi, al primo posto si trovano gli Emirati Arabi Uniti, con un aumento di 82,4 milioni di euro, pari al 21,2%. Seguono il Kirghizistan, con una crescita del 139,5% pari a 46 milioni di euro, e l’Arabia Saudita, che ha registrato un incremento del 16,9% pari a 41,6 milioni di euro. A completare la lista ci sono la Corea del Sud, con un gap positivo di 34,4 milioni di euro, e gli Stati Uniti, con una crescita dell’1,5%, pari a 31,9 milioni di euro.
Sul versante opposto, i cinque Paesi con le maggiori flessioni includono quattro mercati presenti nella Top Ten. La Germania guida la lista con un decremento del 6%, pari a 126 milioni di euro. Seguono la Francia, con una perdita del 3,3% pari a 104 milioni di euro, il Regno Unito, che registra un calo del 6,4% pari a 85 milioni di euro, e la Cina, che con un calo del 13,2% perde oltre 75 milioni di euro. A chiudere la lista è l’Egitto, sceso alla 52esima posizione con una flessione del 47,1%, pari a quasi 50 milioni di euro.
Il macrosistema arredamento ha registrato un calo più contenuto rispetto all’intera filiera, chiudendo il 2024 con un valore di 14,4 miliardi di euro, pari a un decremento dell’1,8%. La Francia si conferma al primo posto nella Top Ten, con un valore di 2,3 miliardi di euro e una flessione del 3,6%, seguita dagli USA, pressoché stabili con un decremento dello 0,8%, pari a 1,7 miliardi di euro. Al terzo posto figura la Germania, con un calo del 3,2% e un fatturato di 1,3 miliardi di euro. Seguono il Regno Unito, con una flessione del 3,7%, e la Svizzera, al quinto posto, che registra un andamento negativo. In controtendenza, la Spagna segna un incremento del 4,1%, risultando l’unico mercato positivo della Top Ten. Gli Emirati Arabi Uniti salgono al settimo posto con un incremento del 22,2%, anche se il valore assoluto rimane contenuto (0,4 miliardi di euro). La Cina scivola all’ottavo posto con una flessione del 17,9%. Chiudono la classifica il Belgio e i Paesi Bassi, rispettivamente con 0,4 e 0,3 miliardi di euro.
Tra i mercati con le maggiori crescite in valore assoluto per il macrosistema arredamento, gli Emirati Arabi Uniti dominano con un incremento di 73,2 milioni di euro, pari al 22,2%, raggiungendo 402 milioni di euro. Seguono il Kirghizistan, con un incremento di 44,5 milioni di euro (+140%) e un valore totale di 76,4 milioni di euro, e l’Arabia Saudita, con una crescita del 14,6%, pari a 31 milioni di euro. Chi
Economia
Formazione e innovazione: il percorso degli allievi della Return Academy

Un gruppo di studenti della Return Academy, centro di formazione con sede a Napoli, ha recentemente partecipato a un’importante doppia visita formativa nella città di Roma. L’itinerario ha incluso una tappa presso la sede di Almaviva, leader italiano nel settore dell’Information & Communication Technology, seguita da un’esperienza presso il Dipartimento della Protezione Civile.
La Return Academy è parte integrante del Progetto Return, un’iniziativa finanziata dal Pnrr e sviluppata dalla Fondazione Return, presieduta da Andrea Prota. Questo ambizioso progetto, proposto dall’Università di Napoli Federico II, coinvolge una rete di università, enti di ricerca e partner privati, con l’obiettivo di analizzare i rischi ambientali, naturali e antropici e di sviluppare strategie per la loro mitigazione e per l’adattamento sociale alla loro coesistenza.
L’iniziativa formativa mira a formare esperti altamente qualificati, dotati di competenze interdisciplinari in materia di disaster risk management, con particolare attenzione ai contesti di cambiamento climatico. “L’approccio del progetto è trasversale – sottolinea Andrea Prota – e gli studenti, provenienti da diverse realtà nazionali e ambiti disciplinari, spaziano dai settori tecnici a quelli umanistici”.
Durante la visita ad Almaviva, uno dei partner strategici del Progetto Return, è stata presentata la Piattaforma Return, un sofisticato sistema informatico che consente di condividere e integrare le attività di ricerca legate al progetto. Successivamente, gli studenti hanno partecipato a una ricca esperienza presso il quartier generale della Protezione Civile, dove hanno potuto osservare da vicino le sala operative e le procedure di monitoraggio e di allerta per i rischi sismici, vulcanici, idrogeologici e meteorologici.
La visita è stata coordinata dai responsabili didattici della Academy, Mario Losasso dell’Università di Napoli Federico II e Daniela Di Bucci della Protezione Civile. “Questa esperienza sul campo – ha dichiarato Losasso – rappresenta una fase cruciale del secondo modulo dell’Academy, che si concentra sull’applicazione pratica delle conoscenze acquisite durante le lezioni teoriche. L’obiettivo è che gli studenti possano sfruttare al meglio queste competenze nei vari settori della loro futura attività professionale”.
Economia
Un passo avanti verso l’economia circolare: il nuovo impianto di riciclo a Capannori

Il comune di Capannori sarà protagonista della realizzazione di un innovativo impianto dedicato al riciclo dei prodotti assorbenti per la persona, grazie alla tecnologia all’avanguardia sviluppata da i-Foria Italia. Questo progetto, inserito nel contesto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), rappresenta un’importante pietra miliare nel percorso verso una gestione sostenibile dei rifiuti e un’economia circolare, in linea con gli ambiziosi obiettivi di transizione ecologica del nostro Paese e dell’Unione Europea.
Il nuovo impianto sarà progettato per riciclare pannolini usati, consentendo di separare componenti fondamentali come plastica e materiale assorbente. Attraverso questo processo, tali materiali saranno trasformati in materie prime seconde, riutilizzabili in diversi settori industriali, promuovendo un approccio sostenibile e a elevato valore aggiunto.
La realizzazione di questo impianto verrà affidata a CO.PAR.M., azienda leader nella progettazione di impianti per la gestione dei rifiuti. Questo progetto si inserisce perfettamente in una visione industriale orientata verso modelli green, resilienti e sostenibili. Il nuovo impianto contribuirà significativamente alla riduzione dei rifiuti indifferenziati e all’incremento delle percentuali di riciclaggio su scala nazionale. Con una produzione annuale stimata di miliardi di pannolini usa e getta, pari a circa 900.000 tonnellate di rifiuti, la gestione di tali materiali ha rappresentato una sfida complessa per amministrazioni e operatori del settore.
Grazie a questa innovazione, i-Foria Italia darà un contributo decisivo alla sostenibilità ambientale e alla transizione ecologica. Il riciclo efficiente di questi rifiuti avrà un impatto positivo anche sul piano industriale europeo, riducendo la dipendenza dalle materie prime importate e rafforzando la resilienza dei settori produttivi. Questo modello di economia circolare, interamente “Made in Italy”, garantirà un futuro più sostenibile, in linea con le strategie delineate dal Green Deal europeo e dal piano nazionale per l’economia circolare.
Oltre ai benefici ambientali, il nuovo impianto rappresenterà un’opportunità per la creazione di posti di lavoro qualificati nel campo della tecnologia e della sostenibilità. Questi nuovi impieghi contribuiranno allo sviluppo di un ecosistema industriale innovativo e responsabile, favorendo la crescita economica in settori strategici.
L’iniziativa promossa da i-Foria Italia si inserisce nel contesto del programma Pnrr, che mira a consolidare la leadership italiana nel panorama europeo dell’economia circolare e a ridurre la vulnerabilità del continente rispetto all’approvvigionamento di materie prime.
Marcello Somma, CEO di i-Foria Italia, ha espresso il proprio entusiasmo per questo progetto, dichiarando: “Siamo orgogliosi di contribuire a un’iniziativa così ambiziosa, che rappresenta un pilastro fondamentale verso un futuro più sostenibile. Il Pnrr conferma la posizione di leadership italiana grazie a normative pionieristiche, tecnologie avanzate e un’ampia rete di raccolta differenziata già operativa per oltre 18 milioni di cittadini”.
Carmine Aliuzzi, Amministratore Unico di CO.PAR.M., ha aggiunto: “La nostra azienda è da sempre impegnata nello sviluppo di soluzioni innovative per la gestione dei rifiuti. Questo nuovo impianto segna un ulteriore passo verso modelli industriali sostenibili e resilienti, affrontando le sfide ambientali e contribuendo attivamente alla transizione ecologica”.
Economia
Approvata l’autorizzazione per l’acquisto di azioni proprie da Cairo...

Cairo Communication ha ottenuto l’approvazione dall’assemblea degli azionisti per procedere con l’acquisto e la disposizione di un massimo di 24.194.987 azioni proprie, al prezzo di 2,900 euro per azione. Tale iniziativa è mirata all’acquisizione di un quantitativo di azioni non superiore a un quinto del capitale sociale. L’operazione include anche la revoca, per la parte non ancora eseguita, della precedente autorizzazione deliberata dall’assemblea degli azionisti l’8 maggio 2024.
Contestualmente, il Consiglio di amministrazione della holding editoriale, che detiene il controllo di La7 e del gruppo RCS, ha approvato il bilancio per il 2024, registrando una significativa crescita della redditività. I ricavi consolidati lordi ammontano a 1,158 miliardi di euro, mantenendosi stabili rispetto ai 1,16 miliardi del 2023. I margini economici risultano in aumento, con un EBITDA pari a 186,6 milioni di euro rispetto ai 167,5 milioni dell’anno precedente, e un EBIT di 102,6 milioni, superiore agli 86,9 milioni del 2023.
Il risultato netto di competenza del gruppo si attesta a 45,2 milioni di euro, migliorando rispetto ai 38,4 milioni registrati nel 2023. Inoltre, la posizione finanziaria netta si rafforza, raggiungendo 26,3 milioni dopo la distribuzione di dividendi per 36 milioni di euro.
Nel mese di dicembre, Cairo Communication si è confermato il “primo editore online in Italia”, registrando un dato aggregato di 30,7 milioni di utenti unici mensili medi. Sul fronte degli abbonamenti digitali, i numeri a fine anno sono impressionanti: 685 mila per il Corriere della Sera, consolidato come primo quotidiano italiano anche nelle edicole, 251 mila per la Gazzetta, 163 mila per El Mundo e 110 mila per Expansion.
La rete televisiva La7 ha registrato una crescita significativa degli ascolti, con una media del 3,9% sul totale giorno e del 5,5% in prime time, entrambi in aumento del 13% rispetto al 2023. Nella fascia oraria 20:00/22:30, La7 si è posizionata come quarta rete per ascolti durante l’anno, con uno share del 5,7%, e terza rete nei mesi di aprile, maggio, settembre, ottobre e novembre. L’incremento degli ascolti è proseguito anche nei mesi di gennaio (+19% sul totale giorno e +11% in prime time) e febbraio 2025 (+16% sul totale giorno e +8% in prime time), confermando il posizionamento di La7 come terza rete nella fascia 20:00/22:30.
Il settore editoriale periodici, gestito da Cairo Editore, ha evidenziato un miglioramento sostanziale nei risultati. L’EBITDA, pari a 11,1 milioni di euro, supera nettamente i 7,9 milioni registrati nel 2023, sottolineando una crescita rilevante.
Finanza
Le trattative tra UniCredit e Crédit Agricole su Banco Bpm

Le negoziazioni tra UniCredit e Crédit Agricole riguardanti il futuro di Banco Bpm sembrano essere entrate in una fase di impasse. Gli esperti di Equita evidenziano come entrambe le parti mantengano al momento un atteggiamento prudente, lasciando aperte le porte per possibili nuovi sviluppi nelle settimane a venire.
Un eventuale supporto di Crédit Agricole all’offerta di UniCredit potrebbe costituire un fattore determinante per incrementare le probabilità di raggiungere l’importante soglia del 50% del capitale, elemento imprescindibile per garantire il successo complessivo dell’operazione.
Nel frattempo, il patto di consultazione tra le casse previdenziali e le fondazioni azioniste di Banco Bpm, che insieme rappresentano circa il 6,5% del capitale sociale, è stato rinnovato. Le parti coinvolte hanno ribadito il proprio supporto al piano autonomo della banca.
Attualmente, Crédit Agricole possiede una partecipazione diretta pari a circa il 10% in Banco Bpm, accompagnata da un ulteriore 5% detenuto attraverso strumenti derivati. L’autorizzazione della Bce, necessaria per superare il limite del 10%, è ancora in attesa di approvazione. Inoltre, la banca francese rappresenta un partner strategico per Banco Bpm nei settori delle assicurazioni P&C e del credito al consumo, grazie alla collaborazione attraverso la joint venture Agos.
Parallelamente, Crédit Agricole e UniCredit lavorano insieme nel campo della gestione patrimoniale tramite la partnership con Amundi, delineando uno scenario complesso e ricco di potenziali evoluzioni future.
Economia
Rischio povertà e calo dei redditi in Italia: i dati Istat e le reazioni

Nel 2024, la percentuale di persone esposte a povertà o esclusione sociale raggiunge il 23,1%, in lieve aumento rispetto al 22,8% registrato nel 2023. Questa condizione riguarda individui che si trovano in almeno una delle seguenti situazioni: rischio di povertà, grave deprivazione materiale e sociale oppure bassa intensità lavorativa. Secondo i dati Istat, la quota di individui a rischio di povertà si mantiene stabile rispetto al 2023, attestandosi al 18,9%. Anche la percentuale di persone in grave deprivazione materiale e sociale mostra un lieve miglioramento, passando dal 4,7% al 4,6%. Tuttavia, si nota un incremento nel numero di famiglie caratterizzate da una bassa intensità di lavoro, che passano dal 8,9% al 9,2%.
Per quanto riguarda il reddito, nel 2023 il valore medio annuo delle famiglie italiane si attesta a 37.511 euro, registrando un incremento nominale del 4,2%. Tuttavia, in termini reali, si osserva una contrazione del 1,6%, evidenziando il peso dell’inflazione sul potere d’acquisto. È significativo il dato secondo cui il reddito delle famiglie più benestanti è pari a 5,5 volte quello delle famiglie meno abbienti, un aumento rispetto al rapporto di 5,3 rilevato nel 2022.
L’inflazione ha avuto un impatto rilevante sui redditi reali nel 2023. Nonostante l’apparente crescita nominale del 4,2% rispetto all’anno precedente, questa non ha compensato la variazione media annuale dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca), che ha registrato un incremento del 5,9%. Di conseguenza, i redditi reali delle famiglie hanno subito una riduzione per il secondo anno consecutivo. L’erosione del reddito si è manifestata con intensità diversa a seconda delle aree geografiche: nel Nord-est si è registrato un calo significativo del 4,6%, seguito dal Centro con una riduzione del 2,7%. Al contrario, nel Mezzogiorno la diminuzione è stata marginale (-0,6%), e nel Nord-ovest si è verificata una lieve crescita dello 0,6%.
Analizzando il periodo dal 2007 al 2023, la contrazione complessiva dei redditi familiari in termini reali è pari a una media di -8,7%. Questa flessione è particolarmente marcata nel Centro (-13,2%) e nel Mezzogiorno (-11,0%), mentre nel Nord-est e nel Nord-ovest si osservano diminuzioni rispettivamente del 7,3% e del 4,4%. Inoltre, le famiglie il cui reddito principale deriva da lavoro autonomo hanno subito una riduzione significativa del 17,5%, seguite da quelle con reddito da lavoro dipendente (-11,0%). In controtendenza, le famiglie che percepiscono redditi prevalentemente da pensioni e trasferimenti pubblici hanno registrato un incremento del 5,5%.
I redditi da lavoro autonomo emergono come i più penalizzati. Dal 2007, la perdita complessiva in termini reali è stata del 23,8%, superiore a quella dei redditi da lavoro dipendente (-11,4%). Anche i redditi da capitale hanno subito una contrazione significativa del 22,6%, principalmente a causa della riduzione degli affitti figurativi, che hanno registrato una perdita del 27% in termini reali. Unica eccezione sono i redditi derivati da pensioni e trasferimenti pubblici, che hanno mostrato una crescita del 2,1% rispetto ai livelli pre-crisi.
Istat ha fornito un quadro allarmante, evidenziando l’acuirsi della povertà e la riduzione del reddito reale. A margine dell’assemblea Fp Cgil dei candidati Rsu 2025, tenutasi presso il Teatro Sistina di Roma, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha commentato duramente questi dati. Landini ha dichiarato che tali numeri rappresentano una chiara conferma delle criticità che il sindacato denuncia da anni. Ha sottolineato come l’attuale governo non abbia adottato misure efficaci per contrastare la precarietà e riequilibrare la distribuzione delle risorse.
Landini ha ribadito la necessità di introdurre un salario orario minimo e di procedere con il rinnovo dei contratti in modo da tutelare il potere d’acquisto dei lavoratori. Ha inoltre evidenziato che persino Confindustria si sta orientando verso questo tema, sottolineando l’urgenza di affrontare la questione salariale, definita come una priorità assoluta.
Finanza
La Bce e il Danish Compromise: Implicazioni per Banco Bpm e il sistema bancario italiano

La richiesta presentata da Banco Bpm per l’applicazione del cosiddetto Danish Compromise nell’ambito dell’Offerta Pubblica di Acquisto su Anima non ha ricevuto un riscontro favorevole da parte della Banca Centrale Europea. Sebbene la decisione definitiva spetti all’Eba (Autorità Bancaria Europea), fonti informate sul dossier confermano che la banca guidata da Giuseppe Castagna ha già ricevuto la comunicazione ufficiale del parere negativo. Per discutere della questione, è stato convocato un Consiglio di Amministrazione previsto per domani.
In seguito alla diffusione di questa notizia, Banco Bpm ha registrato un calo significativo in Borsa, segnando una perdita del 5,86%. Ma cosa rappresenta esattamente lo sconto danese? Secondo Flavio Notari, Head of Tax Technologies Companies di Orrick, il Danish Compromise costituisce un elemento fondamentale nel contesto bancario europeo. Introdotto nel 2012 nell’ambito della normativa Capital Requirements Regulation (Crr) dell’Unione Europea, questo meccanismo consente alle banche di ottenere agevolazioni contabili sulle partecipazioni dirette in compagnie assicurative, riducendo l’assorbimento di capitale regolamentare e incentivando la competitività e le operazioni di fusione.
Notari evidenzia inoltre l’importanza di questo strumento per Unicredit, soprattutto nell’ambito della possibile acquisizione di Banco Bpm. L’amministratore delegato Andrea Orcel ha spiegato che l’applicazione del Danish Compromise potrebbe garantire un ritorno sull’investimento superiore al 15%, evitando un eccessivo consumo di capitale. In assenza di questo meccanismo, il rendimento scenderebbe all’11%, con un impatto significativo sul capitale, rendendo l’operazione meno vantaggiosa.
Tuttavia, il Danish Compromise non è esente da critiche. Alcuni esperti sottolineano che tale strumento potrebbe celare i rischi effettivi associati alle partecipazioni assicurative, con il potenziale di destabilizzare il sistema finanziario se non gestito con attenzione. Inoltre, la necessità di un’autorizzazione specifica da parte della Banca Centrale Europea aggiunge un ulteriore livello di complessità e incertezza.
Questo meccanismo si colloca al centro di una partita finanziaria cruciale, coinvolgendo alcune delle principali banche italiane. La sua applicazione potrebbe influenzare in modo determinante il successo o l’insuccesso di operazioni strategiche come l’acquisizione di Anima da parte di Banco Bpm e quella di Banco Bpm da parte di Unicredit. La decisione della Bce, conclude Notari, sarà di primaria importanza nel delineare il futuro del settore bancario italiano.
Economia
Preoccupazioni per l’Industria Italiana di fronte ai Dazi e alle Sfide Energetiche

La possibile introduzione di nuovi dazi potrebbe comportare un impatto significativo sull’economia italiana, stimato in una perdita fino a 7 miliardi di dollari. Secondo Alessandro Spada, presidente di Assolombarda, è fondamentale analizzare due aspetti centrali: da un lato, la prospettiva statunitense che giustifica tali misure come “dazi della reciprocità”, motivandole con il fatto che il resto del mondo si è dimostrato più protezionista rispetto agli Stati Uniti; dall’altro, la riflessione di Mario Draghi, secondo cui l’Europa stessa si è imposta barriere interne con normative restrittive che risultano più dannose rispetto alle tariffe americane.
L’automotive e l’agroalimentare emergono come i settori maggiormente vulnerabili a queste politiche. Tuttavia, il presidente Spada sottolinea che una guerra commerciale non favorisce alcuna filiera produttiva. In questo contesto, diventa essenziale che l’Unione Europea negozi o rinegozi gli accordi commerciali con gli Stati Uniti, considerati un partner di primaria importanza: gli USA rappresentano il primo mercato di esportazione per l’Europa e il secondo per l’Italia dopo la Germania. Spada ribadisce l’urgenza di affrontare il rischio del declino industriale in Europa, che attribuisce principalmente a scelte autolesioniste e normative poco favorevoli.
Per Stati Uniti e Cina, l’industria è strettamente legata a sicurezza, potenza economica e progresso civile. Spada si interroga se l’Europa possieda una simile consapevolezza. Per invertire la rotta del declino industriale, è necessario adottare una strategia concreta e di lungo termine, che includa investimenti condivisi nei settori tecnologici avanzati. L’Europa deve valorizzare i propri punti di forza: talenti, innovazione e ricerca. Inoltre, risulta indispensabile una profonda deregolamentazione, definita da Spada come i veri “dazi contro noi stessi”, e un approccio pragmatico alla transizione ecologica, superando le rigidità imposte da un estremismo ambientalista.
Tra le principali criticità, Spada evidenzia il costo elevato dell’energia, un problema che rappresenta una significativa sfida competitiva per il sistema produttivo italiano. Le imprese italiane, infatti, si trovano a fronteggiare bollette tra le più alte al mondo. Per risolvere questa situazione, il presidente propone interventi mirati: il disaccoppiamento del prezzo dell’energia elettrica da quello delle fonti fossili, l’acquisto comune europeo di risorse energetiche, l’investimento nei rigassificatori e una maggiore rapidità nel rilascio dei permessi per le energie rinnovabili. Inoltre, il nucleare moderno potrebbe rappresentare una soluzione concreta. Tuttavia, permangono diverse incertezze, tra cui la recessione tedesca, che frena le esportazioni, e l’instabilità geopolitica, aggravata dall’annuncio dei nuovi dazi.
Per quanto riguarda la Lombardia, Spada sottolinea la rilevanza economica della regione, che potrebbe posizionarsi al decimo posto per PIL tra i 27 Paesi europei se fosse uno Stato indipendente. Tuttavia, il 2024 si prospetta come un anno difficile, con una crescita limitata al +0,5%. Solo una possibile ripresa nel 2025 potrebbe offrire un miglioramento, sebbene in modo contenuto. A fronte di tali difficoltà, diventa imprescindibile puntare sulla competitività delle imprese lombarde.
Infine, il presidente di Assolombarda pone l’accento sul ruolo degli industriali innovatori e delle aziende più competitive. Sebbene l’Europa debba fare di più, anche l’Italia ha delle opportunità che può sfruttare. Spada propone di trasferire i fondi di Transizione 5.0 su Industria 4.0, al fine di rivitalizzare un provvedimento che ha permesso un significativo aumento degli investimenti tecnologici rispetto al PIL, passando dal 6,1% nel 2014 al 7,6% nel 2023. Tuttavia, l’ultima legge di bilancio ha ridotto il credito d’imposta per Industria 4.0 da oltre 6 miliardi a 2,2 miliardi per il 2025, escludendo gli investimenti in beni immateriali come il software.
Concludendo il suo intervento, Spada osserva che il coraggio dimostrato quotidianamente dalle imprese italiane dovrebbe fungere da stimolo per i decisori politici, a tutti i livelli di governance.
Economia
La protezione della casa: un investimento per il futuro

La casa rappresenta molto più di un semplice bene materiale. È il luogo in cui si costruisce la vita familiare, dove si generano ricordi preziosi e si realizza un progetto da tramandare alle generazioni future. Malgrado il suo valore economico e sentimentale, spesso si tende a sottovalutare l’importanza di garantirne una protezione adeguata. Oggi, grazie a polizze con costi annuali contenuti, è possibile tutelare la propria abitazione senza pesare eccessivamente sul bilancio familiare. Investire in una polizza domestica non è solo una scelta prudente, ma una vera e propria garanzia di serenità. Scopriamo insieme cinque motivi fondamentali per cui ogni famiglia dovrebbe considerare questa opportunità.
Uno dei principali vantaggi di una polizza casa è la gestione degli imprevisti. Eventi come incendi, alluvioni, terremoti o danni provocati da condizioni atmosferiche avverse possono avere conseguenze devastanti. A ciò si aggiungono problematiche più comuni, come un cortocircuito, che potrebbero comportare spese ingenti per riparazioni e ricostruzioni. Senza una copertura assicurativa, tali costi ricadrebbero interamente sui risparmi della famiglia, rischiando di compromettere la sua stabilità economica.
L’immobile, sia esso acquistato con sacrifici attraverso un mutuo o ricevuto in eredità, rappresenta un patrimonio prezioso per ogni nucleo familiare. Proteggerlo con una polizza adeguata significa preservare anni di sacrifici e garantire la sicurezza economica in caso di eventi dannosi. Una copertura assicurativa evita che un imprevisto possa compromettere il futuro finanziario della famiglia, offrendo una maggiore stabilità nel lungo periodo.
Un ulteriore aspetto da considerare è la possibilità che la propria abitazione causi danni a terzi. Situazioni come una perdita d’acqua che provoca infiltrazioni negli appartamenti vicini o una tegola caduta che danneggia una vettura o ferisce qualcuno possono generare responsabilità legali. In questi casi, una polizza casa consente alla compagnia assicurativa di gestire i risarcimenti, evitando che tali spese pesino direttamente sulle finanze della famiglia.
La protezione dai furti è un’altra garanzia che molte polizze assicurative offrono. Attraverso la definizione di un tetto massimo di rimborso, è possibile salvaguardare beni come dispositivi elettronici, mobili, opere d’arte e preziosi. Un consulente esperto può guidare nella scelta della soluzione più adatta alle proprie esigenze, assicurando non solo il risarcimento per il danno subito, ma anche la copertura per le spese di riparazione di porte, finestre o altri elementi danneggiati durante l’effrazione.
Infine, vivere con la consapevolezza di avere una protezione contro gli imprevisti offre una sensazione di maggiore tranquillità. Sapere di poter contare su un supporto concreto nei momenti di difficoltà consente di affrontare le avversità con una mentalità più serena e positiva. Per chi possiede o ha ereditato un immobile, stipulare un’assicurazione casa è una decisione che comporta numerosi benefici: i costi annuali sono affrontabili e i vantaggi in termini di sicurezza e benessere familiare sono inestimabili.
Valutare attentamente una polizza casa significa investire nel proprio futuro e nella protezione del proprio nucleo familiare. Siamo certi che, dopo aver considerato questi cinque motivi fondamentali, molte persone inizieranno a riflettere seriamente sull’importanza di scegliere la soluzione assicurativa più adatta alle proprie esigenze.
Finanza
Antitrust indaga su Morellato Spa per presunta violazione delle normative europee

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di Morellato Spa, al fine di verificare una possibile infrazione dell’articolo 101 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (Tfue). L’indagine riguarda presunte condizioni commerciali che impedirebbero ai distributori autorizzati di vendere i prodotti del fornitore su marketplace e piattaforme terze.
Morellato, leader nel settore della produzione e commercio di gioielli e orologi, opera sia con marchi propri che tramite marchi di proprietà e in licenza, tra cui spiccano nomi come Sector No Limits, Philip Watch, Maserati, e Chiara Ferragni, tra gli altri. Secondo quanto dichiarato dall’Antitrust, l’azienda avrebbe stipulato accordi di distribuzione selettiva che vietano esplicitamente ai rivenditori l’utilizzo di marketplace per la vendita dei propri prodotti, riservando tale utilizzo a piattaforme digitali gestite direttamente, come gli store dedicati su marketplace quali Amazon.
L’Autorità sottolinea che tali restrizioni contrattuali potrebbero limitare l’efficace utilizzo di Internet da parte dei distributori per la vendita dei prodotti in specifiche aree geografiche o a determinati clienti. Questa pratica potrebbe violare le disposizioni del Regolamento (Ue) n. 720/2022 emanato dalla Commissione europea. Nella giornata di ieri, i funzionari dell’Autorità, con il supporto del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza, hanno effettuato ispezioni presso le sedi di Morellato Spa.
Il Codacons ha accolto favorevolmente l’apertura dell’istruttoria da parte dell’Antitrust, definendola un passo importante verso la tutela della concorrenza. Secondo l’associazione, i divieti imposti ai distributori attraverso questi accordi commerciali avrebbero un impatto diretto sui consumatori. La ridotta concorrenza causata da tali restrizioni non solo diminuirebbe le opzioni di acquisto disponibili per gli utenti, limitando l’accesso a marketplace e piattaforme web, ma potrebbe anche portare a un aumento dei prezzi al pubblico.
Il Codacons evidenzia, inoltre, come tali pratiche rappresentino un doppio svantaggio per i consumatori, limitando la scelta e incrementando i costi. “Per queste ragioni – conclude l’associazione – giudichiamo positivamente l’indagine avviata dall’Antitrust, che potrà fare chiarezza sull’esistenza di possibili violazioni in danno del mercato e dei consumatori”.
Economia
Ditre Italia e MooRER: una fusione tra moda e design al Salone del Mobile 2025

In occasione del prestigioso Salone del Mobile 2025, Ditre Italia annuncia una partnership esclusiva con il rinomato brand di lusso MooRER. Questo progetto segna un ulteriore passo avanti nella consolidata relazione del marchio con il mondo della moda, riflettendo il approccio sartoriale che da sempre definisce il DNA del brand. Ogni creazione di Ditre Italia è concepita come un prodotto su misura, progettato per garantire un comfort senza compromessi.
Il cuore di questa collaborazione è una speciale capsule collection, che ruota attorno al divano Melville, frutto della creatività del designer francese Patrick Norguet. Il modello viene reinterpretato con quattro nuove tonalità, ispirate alla collezione Sea Island primavera/estate 2025 di MooRER. Questo connubio tra moda e arredamento esprime un equilibrio perfetto tra lusso, design e ricerca.
La collezione trae ispirazione dalla linea spring summer 2025 di MooRER, caratterizzata dall’utilizzo del raffinato cotone Sea Island, proveniente dalle terre tropicali di Barbados e Giamaica. Le quattro nuove varianti cromatiche – Caribbean Turquoise, Tobago Beach, Kingston White e Jamaican Deep Sea – evocano l’atmosfera calda e vibrante delle isole caraibiche, conferendo un tocco distintivo al design del divano Melville. Ulteriore elemento di pregio è il dettaglio del bottone in madreperla australiana, che impreziosisce ulteriormente il prodotto.
Il divano Melville, progettato da Patrick Norguet, si distingue per i suoi volumi decisi e l’attenzione ai dettagli, che richiamano l’eleganza sartoriale. Le caratteristiche uniche, come i lembi ripiegati dello schienale e della seduta, evocano l’abbottonatura di un colletto, donando al prodotto un aspetto morbido e avvolgente. Questa fusione tra design contemporaneo e maestria artigianale lo rende un simbolo perfetto della sinergia con MooRER.
A completare la capsule, i cuscini realizzati in cotone Sea Island, un materiale raro e prezioso noto per la sua morbidezza, resistenza e naturale lucentezza. Derivato dalla pianta Gossypium Barbadense, questa fibra esclusiva è considerata la più pregiata al mondo, grazie alle sue caratteristiche uniche e alla produzione limitata.
La presentazione ufficiale della collaborazione avrà luogo durante la Milano Design Week, presso il flagship store di Ditre Italia in via Solferino. Questo evento celebra l’incontro tra raffinatezza e innovazione, tra artigianalità e design moderno. Un viaggio interamente made in Italy, arricchito da influenze tropicali e dettagli esotici.
Finanza
Economia e finanza: il ruolo delle donne e l’importanza dell’educazione...

Aminata Gabriella Fall, nota online come Pecuniami, è una consulente finanziaria che si distingue per il suo impegno nell’educazione economica delle donne. “Parlo di denaro in modo semplice”, dichiara Fall, definendosi una bancaria approdata ai social per fare informazione.
Dopo un percorso di studi umanistico, che ha incluso il liceo classico e una laurea in giurisprudenza, Fall ammette: “La finanza è il mio contrappasso dantesco. Ho cercato di evitare la matematica, ma alla fine il mondo finanziario mi ha accolto”.
La sua carriera bancaria è iniziata per caso nel 2001, grazie alla conoscenza del tedesco, necessaria per gestire i cambi prima dell’introduzione dell’euro. “Non avevo nemmeno un conto bancario all’epoca, ma da quella esperienza non mi sono più allontanata fino al 2022”.
Secondo Fall, una formazione umanistica può offrire un valore aggiunto nel settore finanziario. “Le banche oggi accolgono professionalità diversificate, e chi possiede competenze linguistiche e di pensiero critico può avere un impatto significativo. Dietro ai numeri ci sono strategie e ragionamenti che richiedono sensibilità e analisi approfondite”.
Fall si è dedicata ai social per sensibilizzare le donne sull’importanza della finanza. “Nel corso della mia carriera, ho notato una netta carenza di donne nel settore. In 15 anni di lavoro bancario, ho concesso un solo mutuo a una donna che comprava casa da sola. Anche tra le investitrici, la presenza femminile era minima”.
Le sue ricerche hanno rivelato un gap significativo nell’accesso al credito e agli strumenti finanziari per le donne, evidenziato da uno studio della Banca d’Italia del 2013. “Questo problema non è solo italiano, ma globale. I finanziatori percepiscono le donne come più rischiose, spesso a causa dei loro business più piccoli e del peso delle responsabilità familiari”.
Un ulteriore ostacolo è la sindrome dell’impostore, che limita la fiducia delle donne nel richiedere credito. “Non è incompetenza, ma una combinazione di paura e insicurezza che frena molte donne”.
Fall evidenzia un errore comune: “Le donne credono di non essere abbastanza ricche per investire, creando un circolo vizioso che ostacola il risparmio e gli investimenti futuri”.
Oltre alla paura, c’è una sfiducia nel sistema finanziario, alimentata dagli scandali del passato. “Questa diffidenza ha generato una cultura di complottismi e guru improvvisati, che confondono e spaventano”.
Secondo Fall, “chi è ben preparato può difendersi da queste narrazioni, ma la mancanza di competenze porta all’immobilità, che è la scelta più dannosa”.
Un altro problema è la mancanza di conoscenze teoriche. “Concetti come il Pil o i dazi richiedono una comprensione che affonda le radici nella storia economica e politica. Spiegarli in pochi secondi è una sfida enorme”.
Fall critica anche l’informazione economica attuale. “Molti podcast non offrono strumenti concreti per agire, ma si limitano a dimostrare competenza, lasciando gli ascoltatori bloccati e intimoriti”.
Sul trading, Fall è scettica: “I guru del trading prosperano quando i mercati vanno bene, ma scompaiono al primo segno di crisi. In realtà, il trading è simile al gioco d’azzardo”.
Una delle domande più frequenti è: “Sto gestendo bene i miei soldi?”. Fall risponde che “non esiste una formula universale, e consigliare in pochi minuti sarebbe impossibile”.
Secondo Fall, l’alfabetizzazione finanziaria in Italia è bassa per motivi culturali. “Parlare di denaro è spesso considerato maleducato, un retaggio del cattolicesimo che vede il denaro come ‘sterco del diavolo'”.
Nei Paesi protestanti, invece, la cultura finanziaria è più aperta. “Gli inglesi, ad esempio, sono molto diretti sui costi dei servizi, mentre in Italia il costo di una consulenza rimane spesso un’incognita fino alla fattura”.
Fall esprime preoccupazione per le nuove generazioni, che inseguono il sogno di arricchirsi rapidamente. “La realtà è che il successo improvviso è raro, e una solida pianificazione finanziaria è essenziale”.
Infine, Fall sottolinea l’importanza dell’economia femminista. “Questo approccio considera aspetti ignorati dall’economia tradizionale, come il lavoro di cura non retribuito, che avrebbe cambiato radicalmente i dati sul Pil”.
Per Fall, l’educazione finanziaria nelle scuole è fondamentale, ma deve andare oltre i numeri. “Se insegnata solo in modo tecnico, rischia di escludere le bambine, orientate fin da piccole verso le materie umanistiche”.
Finanza
La Lombardia si distingue per la crescita dei risparmi familiari e il peso economico di...

La regione Lombardia continua a consolidare la propria posizione come una delle aree più prospere d’Italia. Le famiglie lombarde, nonostante un contesto economico caratterizzato da incertezza e da una flessione dei tassi di interesse, hanno incrementato i loro risparmi nel 2024. La loro ricchezza finanziaria complessiva ha raggiunto quota 549,3 miliardi di euro, registrando un incremento significativo del 9,6% rispetto ai 501 miliardi di euro rilevati nel 2023. Questo aumento, pari a 48,3 miliardi, è attribuibile principalmente alla crescita degli investimenti finanziari, che hanno fatto segnare un’espansione del 18,7%, passando da 270,5 miliardi nel 2023 a 321 miliardi nel 2024.
In controtendenza, i depositi bancari hanno subito una lieve contrazione dello 0,9%, scendendo da 230,5 miliardi a 228,3 miliardi. Milano, fulcro economico della regione, si conferma il motore trainante della ricchezza lombarda. I risparmi delle famiglie milanesi sono aumentati del 10%, passando da 208,3 miliardi nel 2023 a 229,2 miliardi nel 2024. Questi dati emergono da un’approfondita analisi condotta dalla Fabi.
Secondo il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, “Milano continua a svolgere un ruolo cruciale nella creazione di ricchezza, sia per la Lombardia che per l’intero Paese”. Egli sottolinea come, nonostante il costo della vita elevato, il risparmio rappresenti un elemento strategico per il tessuto economico italiano. “La capacità di risparmiare e di gestire in maniera efficace le risorse finanziarie costituisce un pilastro fondamentale per la stabilità e lo sviluppo economico nazionale”, ha dichiarato Sileoni.
Il segretario generale ha inoltre evidenziato una criticità legata alla gestione della liquidità. Sebbene i depositi bancari costituiscano una importante riserva di sicurezza per famiglie e imprese, l’attuale contesto di tassi di interesse stabili rischia di trasformare questa liquidità in una opportunità mancata. Sileoni ha spiegato che, senza un’adeguata canalizzazione verso strumenti di investimento più redditizi, tali risorse restano inattive, privando l’economia di un potenziale impulso alla crescita.
La sfida, secondo Sileoni, è duplice: da un lato, garantire la sicurezza finanziaria attraverso il risparmio, dall’altro, promuovere il reindirizzamento di queste risorse verso investimenti produttivi, capaci di generare rendimenti e alimentare un circolo virtuoso per l’economia. In questo contesto, il ruolo dell’educazione finanziaria emerge come centrale. La conoscenza approfondita degli strumenti finanziari e il supporto fornito da una consulenza qualificata diventano elementi essenziali per trasformare il risparmio in un motore di crescita economica per il Paese.
Economia
Capsule di caffè compostabili: una nuova frontiera per un consumo sostenibile

Capsule di caffè compostabili per promuovere un consumo consapevole e ridurre l’impatto dei rifiuti: questa è la sfida che Flo Group e NatureWorks hanno deciso di affrontare. Flo Group, azienda di riferimento nel settore del vending e del food packaging, in collaborazione con NatureWorks, produttore di biopolimeri innovativi basati su Pla (acido polilattico), presenta sul mercato nordamericano la capsula monodose Keygea, completamente compostabile.
Questa innovativa capsula è realizzata con il biopolimero Ingeo Pla, ottenuto da risorse rinnovabili. Certificata come compostabile industrialmente da Bpi e Din Certco, Keygea permette di trasformare i fondi di caffè in nutrienti naturali per il terreno. Grazie alla sua tecnologia avanzata di termoformatura, la capsula si distingue per essere tra le più leggere sul mercato, con un peso di soli 2,6 grammi, senza sacrificare la resistenza né la compatibilità con le linee di riempimento e sigillatura ad alta velocità.
“Questa capsula rappresenta un passo fondamentale per l’evoluzione del mercato del caffè”, ha dichiarato Erika Simonazzi, direttore Marketing del Gruppo Flo. “La partnership con NatureWorks ci consente di introdurre una soluzione rivoluzionaria sul mercato nordamericano, dove sostenibilità e prestazioni elevate si incontrano. Inoltre, la ricerca che ha portato alla creazione di Keygea apre la strada a nuove possibilità nel settore del packaging monodose, consolidando il nostro ruolo di leader, frutto di oltre cinquant’anni di eccellenza nel packaging alimentare.”
Anche Roger Tambay, Chief Growth Officer di NatureWorks, ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra le due aziende. “Siamo estremamente grati per il rapporto costruito con Flo nel corso degli anni. Questa sinergia ci ha permesso di affrontare ogni singolo dettaglio per sviluppare una capsula da caffè che fosse efficace sotto ogni aspetto. Keygea non solo garantisce un gusto eccellente, ma offre anche vantaggi economici significativi per i torrefattori.”
Economia
Bergamo si distingue per un turismo inclusivo e innovativo

Bergamo si pone sempre più come modello di turismo inclusivo, orientato a valorizzare il suo patrimonio artistico e culturale, con un’attenzione particolare verso bambini, anziani e persone con disabilità. Nell’ambito del progetto Bergamo Heritage Lab, sono stati oggi presentati alla stampa, agli operatori turistici e alle istituzioni, una serie di iniziative innovative. L’iniziativa, promossa da Manageritalia Lombardia e dall’Università degli Studi di Bergamo, riunisce competenze accademiche e manageriali per proporre soluzioni turistiche accessibili, sostenibili e creative, con l’obiettivo di mettere in luce il ricco patrimonio della città.
La giornata ha preso il via con i saluti istituzionali di Elisabetta Bani, Prorettrice dell’Università di Bergamo, Antonio Bonardo, vicepresidente di Manageritalia Lombardia, e Sergio Gandi, vicesindaco di Bergamo. Quest’ultimo ha definito i progetti presentati come una “fonte d’ispirazione” e un valido supporto per l’amministrazione cittadina. Ha inoltre sottolineato l’importanza della collaborazione tra studenti, accademici e manager per promuovere una gestione turistica integrata, sostenibile e in grado di posizionare Bergamo come eccellenza sia a livello lombardo che nazionale.
Antonio Bonardo ha espresso il proprio entusiasmo per il progetto, evidenziando come la sinergia tra università e manager favorisca lo sviluppo di proposte innovative, capaci di rendere il patrimonio culturale di Bergamo accessibile e inclusivo. Ha inoltre sottolineato la necessità di unire competenze diverse per rispondere alle esigenze del territorio, esaltando le sue eccellenze e dando nuovo impulso al turismo locale e nazionale.
Secondo Elisabetta Bani, il Bergamo Heritage Lab rappresenta un’importante opportunità per l’ateneo, promuovendo il dialogo e l’innovazione nel settore del turismo accessibile e creativo. La collaborazione tra docenti, studenti e stakeholder pubblici e privati è un elemento chiave per il successo dell’iniziativa.
Un aspetto cruciale del progetto è il rafforzamento della managerialità nelle imprese italiane, un ambito in cui il turismo si dimostra particolarmente carente. In Italia, infatti, si contano solo 0,1 dirigenti ogni 100 dipendenti nel settore turistico, un dato molto inferiore rispetto alla media europea del 2%. Nonostante ciò, il turismo rappresenta un pilastro fondamentale dell’economia italiana, contribuendo al 10,8% del PIL e al 13% dell’occupazione nel 2024, con prospettive di crescita entro il 2034.
Tre i progetti principali presentati da una rappresentanza di oltre 90 studenti, dottorandi e ricercatori italiani e stranieri coinvolti nel Bergamo Heritage Lab negli ultimi due anni. Le proposte spaziano dall’analisi dettagliata del settore turistico bergamasco alla creazione di percorsi sensoriali e segnaletiche inclusive, fino alla valorizzazione delle peculiarità della Val d’Astino e della Val Brembana. Tra le iniziative, spiccano l’integrazione digitale e il coinvolgimento di comunità locali, aziende agricole ed enti culturali.
Damiano De Crescenzo, coordinatore del gruppo Heritage Lab di Manageritalia Lombardia, ha sottolineato come il progetto miri a mobilitare le migliori competenze per una gestione strategica e manageriale del patrimonio culturale. L’obiettivo è trasformare queste risorse in un motore di crescita e innovazione, valorizzando le professioni del turismo e l’internazionalizzazione, pur rispettando le unicità del territorio.
Tra i progetti più rilevanti, il ‘Tourism Think Tank’ si è concentrato sull’accessibilità delle fortificazioni veneziane di Bergamo, proponendo soluzioni per migliorare l’esperienza di visitatori con disabilità, famiglie e anziani. Tra le proposte, percorsi tattili, audioguide multilingue e trasporti più inclusivi. Il progetto ‘International School Heritage Tourism for All’ ha invece posto l’accento sulla Valle di Astino, elaborando un piano interdisciplinare per migliorarne l’accessibilità fisica e digitale. Infine, ‘Creo-Lab Tourism and Creative Industries’ ha puntato sulla Valle Brembana, proponendo esperienze innovative come un’Escape Room dedicata alle antiche contrade e app interattive per connettere turisti e aziende locali.
La mattinata si è conclusa con una tavola rotonda che ha visto la partecipazione di esperti del settore, tra cui Damiano De Crescenzo, Roberta Garibaldi, Christophe Sanchez e Vittorio Rodeschini. L’attenzione si è focalizzata sulla valorizzazione dei siti UNESCO lombardi, in vista delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026, con l’obiettivo di garantire un equilibrio tra fruizione turistica e conservazione del patrimonio.
Gian Mario Gambirasio, referente per il territorio di Bergamo di Manageritalia Lombardia, ha chiuso l’evento sottolineando il valore del confronto con giovani talenti provenienti da tutto il mondo. Il Bergamo Heritage Lab si configura così come una piattaforma per lo sviluppo di competenze utili alle imprese locali, in vista del grande appuntamento di Bergamo Next Level 2025.
Economia
Il ruolo strategico del settore ICT nella trasformazione digitale in Italia

Il comparto ICT in Italia si distingue per la sua rilevanza nell’accelerare la digitalizzazione del Paese, contando attualmente 132.400 imprese, un incremento del 2,1% rispetto all’anno precedente. Questo settore, considerato uno dei principali motori dell’innovazione, impiega complessivamente 631.500 addetti, con una crescita del 3,4% rispetto al 2023. Questi dati emergono dall’analisi condotta dall’Osservatorio Trimestrale del settore ICT, frutto della collaborazione tra Anitec-Assinform e InfoCamere, enti di riferimento per lo sviluppo tecnologico e imprenditoriale.
La segmentazione del settore evidenzia la predominanza delle imprese operanti nel Software e Consulenza IT, che vantano 56.707 aziende e un totale di 379.607 addetti. Seguono i Servizi IT, con 55.292 imprese e 125.430 lavoratori. In controtendenza, si registra una flessione nel comparto delle Telecomunicazioni, caratterizzato da una riduzione del numero di imprese attive rispetto all’anno precedente.
A livello regionale, la Lombardia e il Lazio si confermano leader per il quoziente di localizzazione nel settore ICT, seguite da Friuli-Venezia Giulia e Veneto, regioni che registrano una crescita significativa. Nello specifico, la Lombardia ospita 30.017 imprese ICT, con 221.151 addetti, mentre il Lazio conta 16.255 aziende, che impiegano 97.537 lavoratori. Le startup e le PMI innovative si confermano il segmento più dinamico, con 10.600 imprese attive e un incremento dell’occupazione pari al 5,1%, nonostante un rallentamento rispetto agli anni precedenti.
Dal 2020, la crescita delle startup e delle PMI innovative ICT è stata costante, con una lieve decelerazione osservata a partire dal 2023. Al contrario, nel comparto non ICT si rileva una contrazione demografica, iniziata verso la fine del 2022 e ancora in corso.
Un ruolo di rilievo è attribuito all’Emilia-Romagna, che si configura come un hub strategico per il settore ICT, con 9.966 imprese e 49.259 addetti. In particolare, nella provincia di Bologna si concentra la maggior parte delle 737 startup e PMI innovative, capaci di impiegare 4.226 lavoratori. Questo dinamismo è sostenuto dall’espansione del segmento Software e Consulenza IT, che continua a registrare tassi di crescita superiori rispetto ad altri comparti.
Sottolineando l’importanza strategica del settore, Daniele Lombardo, Consigliere delegato alle politiche per la trasformazione digitale delle PMI di Anitec-Assinform, ha dichiarato che il settore ICT rappresenta una componente essenziale per la digitalizzazione del Paese. Lombardo evidenzia come la frammentazione e la distribuzione disomogenea delle imprese sul territorio, unitamente alla necessità di supportare maggiormente PMI e startup innovative, costituiscano sfide cruciali. L’Osservatorio offre una panoramica sempre aggiornata e dettagliata delle dinamiche settoriali, auspicando che i dati raccolti possano fungere da base per politiche industriali data-driven volte a consolidare il contributo del comparto alla crescita economica e competitività nazionale.
In aggiunta, Paolo Ghezzi, Direttore Generale di InfoCamere, ha sottolineato il legame indissolubile tra la forza del settore ICT e il progresso del Paese, evidenziando il valore del Registro delle Imprese come strumento fondamentale per monitorare l’evoluzione imprenditoriale e territoriale. Nei prossimi mesi, verrà condotto un approfondimento sulle performance economiche delle imprese del settore, con un focus sui bilanci aziendali. Questa analisi permetterà di identificare i fattori che influenzano la sostenibilità e la crescita delle startup e delle PMI innovative, fornendo indicazioni strategiche per il futuro del settore.
Economia
Francobollo commemorativo per il 75° anniversario dell’Ugl

Un francobollo celebrativo è stato emesso da Poste Italiane in occasione del 75° anniversario dell’Ugl. Questo simbolo speciale, corredato da un annullo dedicato, rende omaggio alla storia e al ruolo del sindacato nella difesa dei diritti dei lavoratori e nella promozione della contrattazione collettiva. Secondo il segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone, tale iniziativa rappresenta un simbolo del percorso intrapreso dal sindacato in questi decenni, sottolineando al contempo l’impegno rivolto al futuro.
Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura della Camera, ha evidenziato la rilevanza storica del sindacato, menzionando figure e episodi che hanno segnato le lotte sindacali e sociali. Ha inoltre sottolineato come l’Ugl mantenga la propria capacità di interpretare le esigenze contemporanee, ponendo particolare attenzione ai diritti digitali, alla creatività e alla valorizzazione del lavoro umano. Mollicone ha ricordato anche il contributo dell’Ugl alla recente discussione sulla legge approvata alla Camera e in esame al Senato, in materia di partecipazione dei lavoratori.
Maurizio Gasparri, capogruppo al Senato di Forza Italia, ha sottolineato il ruolo attuale dell’Ugl come confederazione che promuove una cultura partecipativa. Contraria a modelli antagonisti e a visioni di scontro sociale, l’Ugl si propone di integrare i valori del sindacalismo nazionale, favorendo il dialogo tra capitale e lavoro e valorizzando il rapporto tra imprese e lavoratori per tutelarne diritti e aspettative.
Nel corso della presentazione, Paolo Capone ha messo in evidenza il dialogo positivo avviato con il governo su temi fondamentali, come le politiche attive del lavoro. Ha elogiato l’incremento record dell’occupazione, considerandolo un segnale incoraggiante sull’efficacia delle nuove misure adottate. Tra queste, l’Ugl guarda con favore al taglio della pressione fiscale, che sostiene il potere d’acquisto dei lavoratori, e all’ampliamento del numero di ispettori per rafforzare i controlli sulla sicurezza sul lavoro. Capone ha ribadito che il contrasto agli incidenti sul lavoro richiede un approccio sinergico tra istituzioni, imprese e sindacati, insieme a investimenti nella formazione e nella cultura della sicurezza.
Il segretario generale dell’Ugl ha delineato una visione per il futuro del sindacato, improntata al superamento di veti e pregiudizi ideologici. Ha sottolineato l’importanza di rispondere alle nuove esigenze di un mondo del lavoro in rapida evoluzione, abbandonando la logica della lotta di classe per focalizzarsi sugli interessi dei lavoratori. L’Ugl intende continuare a sostenere chi lavora, chi ha lavorato e chi si appresta a entrare nel mercato del lavoro, affrontando con fiducia sfide come la transizione energetica e digitale. L’obiettivo dichiarato è promuovere un modello di relazioni industriali basato sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese e sulla collaborazione tra capitale e lavoro.
Economia
Possibile acquisizione di Versace da parte di Prada: un’operazione strategica nel...

La chiusura dell’accordo tra il gruppo milanese Prada e Capri Holdings per l’acquisizione di Versace potrebbe essere imminente, secondo quanto riportato da recenti indiscrezioni. Una data chiave emersa è il 10 aprile, termine entro cui le trattative potrebbero concludersi. L’importo dell’operazione è stimato attorno a 1,5 miliardi di euro, ma potrebbe salire fino a 2 miliardi qualora l’accordo includesse anche il marchio di calzature di lusso Jimmy Choo. Questo ambizioso progetto mira a rilanciare il brand Versace, ceduto nel 2018 da Blackstone e dalla famiglia Versace a Capri Holdings per circa 1,85 miliardi di euro.
Per Prada, questa mossa rappresenterebbe un’importante diversificazione, rafforzando così la sua presenza nel mercato globale del lusso. Se l’operazione andasse a buon fine, si consoliderebbe un polo italiano in grado di competere con i giganti francesi LVMH e Kering. Ad oggi, la casa di moda milanese, quotata alla borsa di Hong Kong con una capitalizzazione di mercato pari a 140,15 miliardi di HKD (circa 16,7 miliardi di euro), possiede sei marchi principali: Prada, Miu Miu, Church’s, Car Shoe, Marchesi 1824 e Luna Rossa. L’acquisizione di Versace, e potenzialmente di Jimmy Choo, rafforzerebbe ulteriormente la posizione del gruppo, che ha concluso il 2024 con ricavi netti di 5,4 miliardi di euro, segnando un incremento del +17% rispetto al 2023, superando di gran lunga la media di settore.
In termini di performance, il marchio Prada ha registrato un incremento del 4% nelle vendite al dettaglio, mentre Miu Miu ha segnato un sorprendente +93%. Tali risultati sono particolarmente rilevanti se si considera la crescita a doppia cifra nelle vendite nette al dettaglio in mercati strategici come il Giappone (+45,8%), il Medio Oriente (+26,0%), l’Europa (+17,5%) e l’Asia Pacifico (+13,1%). Al contrario, il brand Versace ha registrato un calo del 15% nelle vendite tra ottobre e dicembre 2024, totalizzando 193 milioni di dollari, e una perdita operativa di 21 milioni di dollari. Questi dati hanno suscitato dubbi tra gli analisti riguardo alla potenziale acquisizione, ribattezzata ironicamente “Pradace”.
Secondo gli esperti di Equita, pur riconoscendo che Prada disponga delle risorse necessarie per sostenere il rilancio di Versace, il processo potrebbe rivelarsi lungo e complesso. Sebbene non accolgano con entusiasmo queste prospettive, gli analisti prevedono un impatto negativo limitato sulla creazione di valore, stimato a livelli contenuti.
Un altro aspetto significativo è che dal 1° aprile Donatella Versace non sarà più alla guida creativa della maison. Il suo posto sarà preso da Dario Vitale, ex design and image director di Miu Miu. Questa nomina ha alimentato ulteriori speculazioni sull’imminente accordo tra Prada e Capri Holdings. Tuttavia, Donatella continuerà a svolgere un ruolo di rilievo all’interno del brand come chief brand ambassador, garantendo il suo supporto ai valori e alla visione del marchio, come confermato da John D. Idol, presidente e amministratore delegato di Capri Holdings.
Idol ha inoltre sottolineato che è in atto un “attento piano di successione” per Versace. Capri Holdings, da tempo impegnata nella vendita del marchio, ha accelerato il processo nell’ottobre scorso, in seguito al blocco della fusione da 8,5 miliardi di dollari con Tapestry, proprietaria di marchi come Coach e Kate Spade. Se Prada riuscisse a concludere l’acquisizione, si tratterebbe di un significativo cambio di passo per il settore del lusso italiano, dopo anni in cui i grandi gruppi stranieri hanno dominato il mercato acquisendo brand iconici come Fendi, Gucci e Valentino.
Economia
Accordo strategico tra Fondazione Milano Cortina 2026 e Gruppo Fnm per i Giochi Invernali

La Fondazione Milano Cortina 2026 ha ufficialmente siglato un accordo di partnership con il Gruppo Fnm, in vista dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali che si terranno tra meno di un anno. Il Gruppo Fnm, in qualità di regional transport sponsor, si occuperà di garantire i servizi necessari al trasporto regionale all’interno dei territori interessati dalle competizioni.
Attraverso questa intesa, Fnm si impegna ad assicurare un sistema di mobilità che sia integrato e sostenibile, migliorando i collegamenti regionali durante l’evento sportivo. Saranno potenziate le reti di trasporto ferroviario e i servizi di autobus, con particolare attenzione ai pendolari lombardi e ai collegamenti tra le sedi di gara. L’obiettivo principale è garantire la massima efficienza e affidabilità nella gestione del trasporto pubblico.
La partnership include anche la pianificazione di interventi specifici, come l’ottimizzazione di stazioni ferroviarie e parcheggi, per favorire una maggiore fluidità nei movimenti. Inoltre, l’accordo si fonda su valori condivisi, quali lealtà, solidarietà, uguaglianza, e il rispetto che rappresentano i principi cardine dello sport e dell’evento internazionale.
“La firma di questa partnership rappresenta una tappa cruciale per il nostro percorso verso i Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali 2026,” ha dichiarato Andrea Varnier, Amministratore Delegato di Milano Cortina 2026. “Grazie a questa collaborazione, possiamo realizzare un sistema di trasporti innovativo e accessibile, capace di rispondere alle esigenze di atleti, spettatori e comunità locali. Lo sport diventa così un importante motore di connessioni e sviluppo.”
Il presidente di Fnm, Andrea Gibelli, ha aggiunto: “Questa iniziativa è perfettamente in linea con la nostra missione di contribuire al miglioramento delle aree metropolitane e regionali in cui operiamo. Attraverso attività mirate, puntiamo a incrementare la qualità della vita delle persone e delle imprese, generando connessioni di valore secondo principi di sostenibilità, innovazione e sicurezza.”
Le società del Gruppo Fnm coinvolte nell’accordo includono Ferrovienord, Trenord, Azienda Trasporti Verona, Fnm Autoservizi, Busforfun.com e Tilo. In particolare, il Gruppo si occuperà dei trasporti per gli spettatori nell’area della Valtellina, offrendo servizi gratuiti di collegamento tramite autobus tra la stazione ferroviaria di Tirano e le sedi olimpiche di Bormio e Livigno. Sono previsti anche collegamenti tra parcheggi e le stesse sedi.
Per supportare la partnership, il Gruppo Fnm avvierà nelle prossime settimane una campagna di comunicazione dedicata, a rafforzamento del proprio impegno verso i Giochi Milano Cortina 2026.
Economia
Innovazione italiana nel settore aerospaziale: Stellar Project sigla un accordo con Moog...

La Satellite Conference & Exhibition 2025, uno dei principali appuntamenti statunitensi dedicati alle tecnologie spaziali, ha recentemente accolto la partecipazione di Stellar Project srl, rappresentante dell’eccellenza italiana nel settore aerospaziale. La presenza dell’azienda, sostenuta dall’Italian Trade Agency di Houston, ha facilitato il rafforzamento dei suoi rapporti internazionali, culminando nella firma di un accordo strategico con Moog Inc., uno dei leader globali del settore. Questo accordo sottolinea l’importanza crescente delle tecnologie di comunicazione ottica tra satelliti per il futuro delle reti spaziali.
In un passo significativo per la cooperazione tra Italia e Stati Uniti, Moog Inc., rinomata per le sue soluzioni tecnologiche nel campo spaziale, e Stellar Project srl, specializzata nello sviluppo di terminali di comunicazione laser per piccoli satelliti, hanno siglato un memorandum d’intesa (MOU) mirato a promuovere collaborazioni nel settore delle comunicazioni ottiche satellitari. L’accordo stabilisce una serie di attività congiunte che sfruttano le competenze tecnologiche e la presenza di mercato di entrambe le aziende.
“Siamo entusiasti di intraprendere questa collaborazione con Moog Inc., una realtà che conosciamo e stimiamo da anni per i suoi valori e la sua filosofia aziendale,” ha dichiarato Federica Fistarollo, CEO di Stellar Project srl. A sua volta, Mark Covelli, Senior Vice President di Moog Space, ha espresso il proprio entusiasmo per l’inizio di questa partnership, sottolineando il potenziale di successo che questa collaborazione promette nel campo delle comunicazioni ottiche.
Nata come spin-off dell’Università di Padova, Stellar Project si distingue per la progettazione e produzione di terminali di comunicazione laser per costellazioni di piccoli satelliti. Grazie alla sua tecnologia innovativa, l’azienda è in grado di garantire connessioni sicure ed efficienti tra satelliti, utilizzando la banda ottica per trasmettere dati a velocità nettamente superiori rispetto alle tradizionali comunicazioni radio. Queste prestazioni, con capacità di trasmissione da 10 a 100 volte superiori rispetto alla radiofrequenza, permettono di coprire distanze di migliaia di chilometri nello spazio.
Durante la Satellite Conference & Exhibition 2025, Marco Ramadoro, presidente di Stellar Project, ha evidenziato l’interesse internazionale per le soluzioni tecnologiche sviluppate dall’azienda. “La nostra tecnologia di comunicazione laser rappresenta una vera e propria rivoluzione, paragonabile all’introduzione della fibra ottica nelle telecomunicazioni terrestri. Siamo orgogliosi di essere tra i pionieri di questa innovazione, supportati da agenzie spaziali come ASI ed ESA,” ha dichiarato Ramadoro. Con questa tecnologia, Stellar Project si appresta a entrare in una nuova fase di crescita, con l’obiettivo di espandere ulteriormente la propria presenza nel mercato spaziale e contribuire alla creazione di reti di comunicazione avanzate.
Economia
Sciopero dei piloti EasyJet: proteste contro la discriminazione aziendale

La giornata di lunedì 24 marzo 2025 segna la seconda mobilitazione dei piloti di EasyJet, una protesta indetta per contrastare il comportamento discriminatorio adottato dalla compagnia. A comunicarlo sono le organizzazioni sindacali Filt-Cgil e Uiltrasporti, che sottolineano le ragioni di tale azione. Tra queste spiccano il mancato riconoscimento della rappresentanza sindacale, che rappresenta oltre il 20% della categoria, e la crescente disparità di trattamento economico rispetto ai colleghi delle basi estere. Inoltre, si evidenziano differenze salariali significative, che arrivano fino al 75%, e la mancata adozione di fondamentali strumenti di tutela sociale, in seguito alla chiusura delle basi di Venezia e Tolosa.
Le due sigle sindacali mettono in evidenza come la compagnia stia attraversando un periodo di espansione senza precedenti in Italia, dopo oltre un decennio, con profitti che hanno raggiunto livelli record. Tuttavia, in questo contesto di crescita, le risorse destinate al personale italiano risultano sempre più ridotte. Nonostante la presenza di una rappresentanza sindacale in costante aumento, EasyJet sembra disinteressata a considerare le richieste avanzate dai piloti, alimentando così il malcontento interno.
Infine, Filt-Cgil e Uiltrasporti auspicano un cambio di rotta da parte della compagnia aerea, invitandola a stabilire un dialogo rispettoso e costruttivo con i propri dipendenti. Qualora questa apertura non si verificasse, le sigle sindacali annunciano la ferma intenzione di continuare a far sentire la voce dei piloti, rafforzando ulteriormente le azioni di protesta.
Economia
Successo globale per la 56a edizione di Cosmoprof Worldwide Bologna

La 56a edizione di Cosmoprof Worldwide Bologna ha chiuso i battenti con risultati straordinari, consolidandosi ancora una volta come evento di riferimento per l’industria cosmetica internazionale. Con la partecipazione di oltre 255.000 professionisti provenienti da 150 nazioni e la presenza di 3.128 aziende rappresentative di 65 Paesi e oltre 10.000 marchi, Bologna si è riconfermata capitale mondiale della bellezza.
Gli attori più rilevanti del settore si sono dati appuntamento a Bologna per stringere nuove collaborazioni, individuare tendenze emergenti e condividere esperienze. Grazie al Buyer Program di Cosmoprof, strumenti esclusivi di networking e matchmaking hanno permesso ai partecipanti di ottimizzare la loro presenza. Un ricco calendario di workshop, sessioni formative, dimostrazioni e spettacoli ha ulteriormente arricchito l’esperienza dei visitatori.
Gianpiero Calzolari, presidente di BolognaFiere Cosmoprof, ha dichiarato: “Siamo estremamente soddisfatti dei risultati raggiunti quest’anno. Abbiamo registrato un incremento del 4,5% nel numero di visitatori rispetto all’edizione precedente, con una significativa partecipazione internazionale. Questo è stato possibile grazie al supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e di Ice – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, che ha facilitato l’arrivo di 80 delegazioni dai principali mercati globali. Cosmoprof continua a rappresentare un supporto fondamentale per lo sviluppo del Made in Italy, dimostrando la vitalità del settore e l’interesse per nuove soluzioni di business.”
Secondo Calzolari, l’intera industria della bellezza è in crescita costante. “Entro il 2025, il comparto è destinato a superare un fatturato globale di 612 miliardi di euro, come indicato da Euromonitor International. Cosmoprof si conferma un partner insostituibile per gli operatori del settore.”
Quest’anno, la fiera ha visto un’offerta espositiva di altissimo livello, rappresentando il meglio dell’industria cosmetica mondiale. L’ottimizzazione degli spazi espositivi, con l’introduzione di nuove categorie merceologiche, ha portato a una crescita del 5,8% dell’area espositiva rispetto al 2022. Con 29 padiglioni nazionali e il 78% degli espositori provenienti dall’estero, Cosmoprof si è riaffermata come evento strategico per il settore.
Matteo Zoppas, presidente di Agenzia Ice, ha sottolineato che l’export cosmetico ha registrato nel 2023 un aumento di oltre il 20% rispetto al 2022, con un ulteriore incremento dell’11,4% nel 2024. “La cosmetica si conferma un motore trainante per il Made in Italy, con esportazioni pari a 8,4 miliardi di euro, che rappresentano oltre il 40% del fatturato complessivo del settore. Per l’edizione 2025, Ice ha collaborato attivamente, portando in Italia 220 operatori, buyer e Key Opinion Leaders (KOL) da 80 Paesi, facilitando così l’incontro tra domanda e offerta.”
La partnership con Cosmetica Italia è stata altrettanto determinante. Benedetto Lavino, presidente dell’associazione nazionale imprese cosmetiche, ha evidenziato: “Con un fatturato di 16,5 miliardi di euro, la cosmetica è uno dei comparti del Made in Italy con la maggiore crescita delle esportazioni, registrando un incremento del 12% in un solo anno. Il saldo commerciale vicino ai 4,7 miliardi di euro dimostra il ruolo strategico del settore nel manifatturiero italiano.”
Lavino ha proseguito sottolineando l’importanza dell’internazionalizzazione per posizionare l’Italia tra i principali attori mondiali del settore. “Collaborando con BolognaFiere Cosmoprof, abbiamo enfatizzato l’eccellenza della nostra industria. Inoltre, il settore cosmetico si distingue anche per il suo impatto occupazionale, con 400.000 addetti lungo tutta la filiera.”
Durante l’evento, il confronto con le istituzioni italiane, rappresentate da figure politiche di alto livello come il Ministro delle Imprese del Made in Italy, Adolfo Urso, ha permesso di discutere misure per tutelare la competitività del comparto. Lavino ha concluso: “La sinergia tra imprese e istituzioni è essenziale per affrontare le sfide future.”
L’edizione del 2025 ha messo in luce l’innovazione del settore beauty, rispondendo alle esigenze di consumatori sempre più consapevoli e attenti sia al proprio benessere che all’impatto ambientale delle loro scelte. Soluzioni eco-compatibili, prodotti personalizzati e tecnologie innovative hanno catturato l’interesse dei partecipanti.
Enrico Zannini, Direttore Generale di BolognaFiere Cosmoprof, ha concluso: “Cosmoprof si conferma ancora una volta un’incubatrice di tendenze e idee. Dalla sostenibilità all’intelligenza artificiale, la nostra manifestazione ha offerto una panoramica su come il settore sta evolvendo. Nei prossimi mesi, continueremo a supportare la nostra community internazionale, gettando le basi per un’edizione 2026 ancora più memorabile.”
Economia
Il Futuro del Giornalismo tra Intelligenza Artificiale e Sostenibilità

Secondo Francesco Oggiano, noto giornalista e fondatore del Digital Journalism Festival (Djf), il futuro del giornalismo affronta sfide cruciali come l’adozione dell’intelligenza artificiale e la ricerca di modelli di sostenibilità economica sulle piattaforme digitali. Tuttavia, non è solo la tecnologia a rappresentare un punto di svolta. Oggiano sottolinea anche il rischio di un appiattimento creativo: “All’interno di questi ecosistemi, grazie alla tecnologia, rischiamo di produrre contenuti troppo simili tra loro”.
Durante un’intervista, il giornalista ha raccontato come è nata l’idea di un festival dedicato al futuro dell’informazione digitale. “Il progetto ha preso forma durante la pandemia di Covid-19, quando eravamo confinati nelle nostre abitazioni. In quel periodo ho sperimentato con incontri virtuali e, dopo diversi tentativi, è arrivata l’occasione di organizzare un evento in presenza”. Oggiano ha espresso il desiderio che questo festival rappresenti solo l’inizio: “Nella mia visione, il Digital Journalism Festival è il primo capitolo di una lunga serie di edizioni”.
Il giornalismo, una professione che ha subito profondi cambiamenti negli ultimi anni, deve affrontare sfide complesse. Oggiano mette in guardia contro un errore già commesso in passato: “In un’epoca in cui ci si è lasciati travolgere dall’immediatezza delle news online, abbiamo spesso privilegiato la quantità rispetto alla qualità degli articoli”. Egli avverte che il rischio ora è di replicare lo stesso errore, ma con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale al posto delle persone. “Dobbiamo evitare di cadere negli stessi automatismi”, ha concluso con fermezza.
Finanza
Il futuro del settore bancario italiano: possibili scenari e prospettive

Si delinea un possibile scenario a tre nel panorama bancario italiano. Qualora le ipotizzate operazioni di fusione si concretizzassero, si assisterebbe alla formazione di tre grandi gruppi bancari: Unicredit-Banco BPM, Intesa Sanpaolo e Monte dei Paschi di Siena-Mediobanca. Un’analisi condotta da Fabio Caldato, Portfolio Manager di AcomeA Sgr, evidenzia che il neo-gruppo Unicredit-BPM potrebbe dominare il mercato con una capitalizzazione stimata di 98 miliardi di euro e utili previsti pari a 11,2 miliardi, confermandosi come il soggetto più redditizio. Subito dopo si collocherebbe Intesa Sanpaolo, con una market cap di 85 miliardi e utili di 8,7 miliardi. Infine, il terzo gruppo, MPS-Mediobanca, pur rimanendo più contenuto con 25 miliardi di capitalizzazione, raggiungerebbe utili per 2,6 miliardi.
Dal punto di vista delle valutazioni di mercato, emerge un interessante confronto sui rapporti Price-to-Book. Il gruppo Unicredit-BPM si attesterebbe su un valore di 0,98, una cifra vicina al valore contabile, segno di una valutazione coerente con i significativi utili attesi. Intesa Sanpaolo, invece, registrerebbe un rapporto di 1,10, riflettendo la fiducia degli investitori nella solidità e nella capacità di generare profitti costanti. In coda, il gruppo MPS-Mediobanca avrebbe un rapporto di 0,92.
Questi numeri sembrano dimostrare l’efficienza del mercato azionario, con metriche che si rivelano coerenti sia in termini di capitalizzazione che di valori contabili. Sotto il profilo industriale, i due principali gruppi mantengono una posizione di leadership, sia in termini di dimensioni che di rilevanza sul mercato.
Secondo Caldato, tuttavia, il terzo polo, frutto dell’unione tra MPS e Mediobanca, potrebbe rappresentare un soggetto di grande interesse per il futuro. Sebbene le due banche siano profondamente diverse, una gestione adeguata e una leadership coesa potrebbero favorire una crescita superiore a quella dei due leader attuali, sottraendo loro quote di mercato. Si ipotizza, ad esempio, che il segmento di private banking di Mediobanca potrebbe trovare nuova forza grazie all’integrazione con MPS e ampliarsi ulteriormente sfruttando le peculiarità di entrambe le realtà. Anche il settore dell’investment banking di Mediobanca potrebbe beneficiare di un bacino d’utenza più ampio.
Va comunque sottolineato che, al momento, queste analisi si basano su scenari ipotetici e operazioni non ancora avvenute. Tuttavia, dal punto di vista finanziario, tali progetti presentano prospettive interessanti.
Nonostante queste previsioni, il top management di Mediobanca si oppone con fermezza a tale ipotesi di fusione e potrebbe valutare alternative, tra cui una possibile operazione con Banca Generali o il coinvolgimento di un “cavaliere bianco”.
Infine, ampliando ulteriormente gli scenari, Caldato suggerisce che una potenziale acquisizione di Mediobanca da parte di Unicredit, una possibilità che ha spesso stimolato l’interesse degli investitori, potrebbe avere un impatto significativo. Tale operazione, oltre a creare sinergie e vantaggi di scala, rafforzerebbe in modo definitivo l’influenza del gruppo su Assicurazioni Generali. Tuttavia, non vi sono al momento segnali concreti in questa direzione.
Economia
Il Gruppo Agsm Aim conquista prestigiosi riconoscimenti per il secondo anno consecutivo

Il Gruppo Agsm Aim si distingue nuovamente come una delle realtà industriali più solide e affidabili in Italia, ottenendo per il secondo anno di fila due premi di grande rilievo: il “Premio Industria Felix” e il “Credit Reputation Award”.
Il Premio Industria Felix, promosso dal periodico di economia e finanza Industria Felix Magazine in collaborazione con Il Sole 24 Ore, valorizza le aziende più performanti sotto il profilo gestionale e finanziario. In tale contesto, Agsm Aim Energia, società commerciale del Gruppo, è stata premiata per essere “una delle imprese d’eccellenza nei settori energia e utility, caratterizzata da elevate performance gestionali e dalla solidità finanziaria certificata da Cerved, con sede legale in Veneto”.
La cerimonia di premiazione si è svolta oggi durante l’evento Industria Felix – Il Nord Est che compete, giunto alla 62ª edizione. La manifestazione, dedicata alle aziende più competitive di Emilia-Romagna, Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, ha avuto luogo presso il museo Ferrari di Maranello, a Modena. A ritirare il premio sono stati Stacy Andreola, responsabile del credit management di Agsm Aim Energia, e Giacomo Pedrollo, membro del reporting e transformation office.
Il Credit Reputation Award, attribuito da MF Centrale Risk, società specializzata nell’analisi del credito, riconosce le imprese che si distinguono per criteri quali puntualità, trasparenza, affidabilità e regolarità nei rapporti con banche e intermediari finanziari. Questo riconoscimento è stato assegnato ad Agsm Aim sulla base di un innovativo modello di valutazione che ha analizzato i dati periodici forniti dalla centrale dei rischi della Banca d’Italia.
La premiazione si è tenuta a Milano, nell’ambito della quarta edizione del Credit Reputation Awards 2025. A rappresentare il Gruppo nella cerimonia sono stati Stefano Masetti, direttore finance & control di Agsm Aim, e Luca Vicentini, responsabile finanza e tesoreria.
“Siamo profondamente onorati di ricevere questi riconoscimenti, che testimoniano la solidità finanziaria e l’eccellente reputazione creditizia di Agsm Aim”, ha dichiarato Alessandro Russo, consigliere delegato del Gruppo. “Questi risultati confermano l’efficacia della nostra strategia, incentrata sulla sostenibilità finanziaria e sulla creazione di valore per i nostri stakeholder. Continueremo a impegnarci per mantenere standard di gestione elevati e rafforzare la fiducia di partner finanziari e investitori”, ha concluso Russo.
Economia
Nuove prospettive per il rinnovo del contratto nella sanità

Antonio Naddeo, presidente dell’Aran, Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, ha espresso l’auspicio di una possibile riapertura delle trattative sul contratto collettivo nazionale del lavoro (Ccnl) del settore sanitario a partire dalla metà di aprile. Ha sottolineato che, se non fosse possibile concludere un accordo, si potrebbe ricorrere agli aumenti stabiliti per legge, pur trattandosi di una soluzione estrema.
Secondo Naddeo, vi era la possibilità di siglare l’accordo già a gennaio, ma tale obiettivo non è stato raggiunto. Ha evidenziato che la firma del contratto comporterebbe l’erogazione degli incrementi salariali dopo un periodo di quattro o cinque mesi. Qualora si riuscisse a concludere l’intesa entro maggio, gli aumenti tanto attesi potrebbero arrivare tra ottobre e dicembre. Il presidente ha ribadito l’importanza di perseguire la via della contrattazione, evidenziando come anche il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, condivida questa posizione.
Nel contratto, ha spiegato Naddeo, non si tratta solo di risorse economiche, ma anche di norme fondamentali per la conciliazione vita-lavoro, il supporto agli infermieri vittime di aggressioni sul luogo di lavoro e altre disposizioni che mirano a migliorare la qualità della loro professione. Ha quindi auspicato che ci sia un ripensamento da parte di coloro che finora hanno scelto di non sottoscrivere l’intesa, poiché la firma rappresenta indubbiamente la soluzione più vantaggiosa.
Riguardo alla possibile conclusione del contratto tra maggio e giugno, Naddeo ha osservato che la campagna elettorale per il rinnovo delle Rsu sta attualmente assorbendo l’attenzione delle organizzazioni sindacali. Queste elezioni termineranno a metà aprile, momento in cui si potrebbe riconsiderare il tavolo delle trattative, che al momento si trova in una situazione di stallo. Il presidente ha sottolineato che è necessario un cambio di prospettiva da parte di alcuni sindacati che hanno scelto di non firmare, ricordando che i contratti sono il risultato di mediazioni, sia dal lato datoriale che da quello sindacale.
Naddeo ha inoltre puntualizzato che non si può aspirare al contratto perfetto, ma è necessario trovare una soluzione che sia adeguata sia sul piano retributivo che normativo, con particolare attenzione al miglioramento delle condizioni di lavoro. Ha precisato che le risorse finanziarie per il prossimo contratto sono già disponibili, il che consentirà di stipulare tre accordi in pochi anni. Tuttavia, ha espresso il timore che, se le posizioni non cambieranno, le speranze di firmare il contratto potrebbero ridursi significativamente.
In riferimento alla figura dell’assistente infermiere, Naddeo ha ricordato che sono già stati compiuti passi avanti grazie a un accordo con la Conferenza delle Regioni e a un decreto ministeriale recepito nel contratto. Pur riconoscendo le resistenze da parte della categoria, ha ribadito che tale recepimento è inevitabile. Ha invitato a guardare al futuro della professione, chiarendo che non si dovrebbe temere l’introduzione di questa figura, ma piuttosto sviluppare una visione strategica.
In conclusione, Naddeo ha sottolineato l’importanza di una prospettiva evolutiva per la professione infermieristica, ritenuta essenziale e di grande rilevanza per l’intero sistema sanitario.
Economia
La valorizzazione del legno: un’opportunità per lavoro, ambiente e territorio

Utilizzare il legno rappresenta una scelta strategica che consente di creare un circuito virtuoso capace di generare significativi benefici economici e ambientali. Secondo Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, questa risorsa è in grado di stimolare la creazione di posti di lavoro sul territorio e di contribuire alla stabilità idrogeologica. Infatti, la gestione e la coltivazione dei boschi previene le problematiche legate al degrado del suolo, mentre le aree boschive abbandonate possono diventare fonte di incertezza. Inoltre, l’uso del legno favorisce il assorbimento di CO2, elemento cruciale nella lotta ai cambiamenti climatici.
Queste considerazioni sono state al centro di un incontro organizzato presso la sede del Masaf, il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste. Durante l’evento, sono state presentate iniziative che promuovono l’uso del legno nell’edilizia, con particolare riferimento al cantiere edile del cratere sisma 2016-2017 nell’Appennino centrale, considerato il più grande d’Europa. Tra le misure illustrate, spicca un’ordinanza del commissario straordinario Guido Castelli, che punta a rendere la ricostruzione più rapida, efficiente e sostenibile, incentivando l’impiego del legno come materiale da costruzione.
Secondo Realacci, questa ordinanza porta con sé una serie di vantaggi significativi: non solo accelera i processi di ricostruzione, ma contribuisce a generare occupazione e a rafforzare l’economia locale attraverso un modello pulito e sostenibile. Inoltre, l’adozione di queste pratiche favorisce il contrasto ai mutamenti climatici grazie alla capacità del legno di assorbire CO2.
Realacci sottolinea infine il ruolo strategico dell’Italia nel settore del legno-arredo. Pur essendo il terzo esportatore mondiale, il Paese importa quasi la totalità del legname che utilizza. “È giunto il momento di riscoprire le buone pratiche del passato,” conclude, evidenziando l’importanza di un approccio più consapevole e sostenibile alla gestione delle risorse naturali.
Economia
La 56a edizione di Cosmoprof Worldwide Bologna: un evento di riferimento per il settore...

Ha preso il via la 56a edizione di Cosmoprof Worldwide Bologna, considerato il punto di riferimento internazionale per l’industria cosmetica. Quest’anno, l’evento accoglie ben 3.128 aziende provenienti da 65 Paesi, rappresentando oltre 10.000 brand. La superficie espositiva ha raggiunto i 170.000 mq, registrando una crescita del 5,8% rispetto all’anno precedente. Cosmoprof ribadisce la sua vocazione internazionale, con il 56% degli espositori provenienti dall’Europa e il restante 44% da Paesi extra-europei, di cui il 22% dall’Italia. Inoltre, sono presenti 29 padiglioni nazionali, rappresentativi delle tendenze beauty di Paesi come Australia, Brasile, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, Stati Uniti e molti altri. Tra le novità di quest’anno spicca la partecipazione di California e Tunisia.
Cosmoprof continua a svolgere un ruolo strategico per il lancio di nuovi marchi e prodotti, con un incremento significativo di nuovi espositori, che rappresentano il 35% del totale. Secondo Gianpiero Calzolari, Presidente di BolognaFiere, l’evento si conferma una piattaforma essenziale per il business e l’innovazione, dimostrando la resilienza e la vitalità del settore cosmetico a livello globale.
Il successo di Cosmoprof è il risultato di un impegno continuo nel creare opportunità di crescita, favorendo networking, collaborazioni e l’emergere di nuove idee tra i principali attori del settore. Questo approccio ha consolidato l’evento come il principale appuntamento fieristico internazionale per il comparto beauty, riconosciuto anche dal Ministero degli Affari Esteri, dall’ICE e da Cosmetica Italia.
Grazie alla collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e l’ICE, oltre 80 delegazioni internazionali, tra importatori, distributori e retailer, hanno partecipato all’evento, con particolare attenzione ai mercati di Stati Uniti, Africa e Medio Oriente. Matteo Zoppas, Presidente di Agenzia ICE, ha sottolineato come il settore cosmetico sia un’eccellenza del Made in Italy, dimostrando capacità di adattamento e innovazione sui mercati globali.
Nel 2024, l’export italiano del settore ha raggiunto un valore di 8,4 miliardi di euro, con una crescita dell’11% rispetto al 2023. Questo dato segue un incremento del 21,9% registrato nel 2023 rispetto al 2022, evidenziando la leadership italiana nella produzione di make-up. Più del 40% del fatturato del settore è generato dalle esportazioni, con l’Italia che produce il 67% dei prodotti utilizzati in Europa e il 55% a livello globale.
L’ICE, in collaborazione con BolognaFiere, continua a promuovere l’internazionalizzazione del settore, portando il format Cosmoprof nei principali mercati esteri. Per l’edizione 2025, l’Agenzia ha organizzato l’incoming di oltre 220 operatori esteri provenienti da circa 80 Paesi, facilitando 3.500 incontri B2B tra buyer internazionali e aziende italiane. Le aree con maggior potenziale di crescita includono il Sudest Asiatico e l’Africa Subsahariana, dove l’ICE ha recentemente ampliato la propria presenza.
La Cosmetica Italia, associazione nazionale delle imprese cosmetiche, ha partecipato all’evento con un’installazione dedicata nel blocco D del Centro Servizi. Benedetto Lavino, Presidente di Cosmetica Italia, ha sottolineato come il settore cosmetico italiano si distingua per innovazione, qualità, artigianalità e creatività. L’export cosmetico italiano, che contribuisce per 4,7 miliardi di euro alla bilancia commerciale, rappresenta una leva competitiva essenziale per il settore. Nel 2025, il fatturato complessivo dell’industria cosmetica in Italia è previsto in crescita, raggiungendo i 17,7 miliardi di euro.
Cosmoprof continua a essere un appuntamento imprescindibile per il settore beauty. Enrico Zannini, Direttore Generale di BolognaFiere Cosmoprof, ha sottolineato come l’evento offra una visione completa delle novità del settore, grazie alla presenza di tutti i comparti, dalla supply chain al prodotto finito. Quest’anno, l’introduzione di un nuovo layout espositivo ha ampliato l’offerta, adattandosi alle esigenze della community.
Tra le iniziative più rilevanti, Cosmoprof offre strumenti come Cosmoprof My Match, un software esclusivo per organizzare incontri di business, e le Buyer Lounge nei padiglioni 14 e 36, dedicate rispettivamente al canale premium e al mass market. Inoltre, il padiglione 37 ospita la Hair Lounge, mentre uno spazio dedicato al canale erboristeria è stato allestito tra i padiglioni 21 e 22. Questi servizi ottimizzano il networking e potenziano le opportunità di business per tutti gli operatori del settore.
Economia
Il ruolo delle Fab13 italiane nel panorama farmaceutico internazionale

Cuore e cervello dell’innovazione risiedono in Italia, grazie a tredici aziende che hanno registrato una crescita straordinaria del fatturato, avvicinandosi a un totale di 18 miliardi di euro. Queste imprese investono oltre 1 miliardo di euro in ricerca e sviluppo, dimostrandosi essenziali per il progresso nazionale. Tali realtà meritano una maggiore attenzione da parte dell’opinione pubblica, poiché rappresentano esempi di eccellenza italiana che compiono sforzi significativi per competere con i grandi gruppi globali, concentrando risorse in produzione, occupazione e formazione nel nostro territorio.
Marco Fortis, vicepresidente e coordinatore della Fondazione Edison, ha sottolineato queste tematiche durante la presentazione del recente rapporto della Fondazione a Milano, dedicato alle Fab13, le storiche multinazionali italiane del settore farmaceutico promosse da Farmindustria.
Queste aziende, caratterizzate da un capitale interamente italiano, stanno registrando un forte sviluppo nei mercati internazionali, sia attraverso l’esportazione sia mediante acquisizioni di realtà estere e la creazione di nuovi prodotti. Fortis ha evidenziato che circa il 70% delle attività di queste imprese è ormai orientato verso l’estero, mentre il mercato italiano soffre di una stagnazione dovuta ai prezzi amministrati dalle autorità, limitando il suo sviluppo. Questo quadro riflette la complessità del Made in Italy, un fenomeno che abbraccia una gamma vastissima di prodotti, con leadership di nicchia spesso poco conosciute, come quelle nei settori della meccanica, dell’ottica e della cosmesi, anch’essi in forte crescita negli ultimi anni.
In particolare, il comparto farmaceutico italiano rappresenta una straordinaria fonte di valore aggiunto, occupazione e innovazione, contribuendo significativamente al successo del Made in Italy sui mercati globali.
Fortis ha inoltre analizzato il contesto internazionale, osservando come l’Italia sia stata spesso criticata da economisti e commentatori per la presunta incapacità di competere con modelli economici di Paesi considerati esemplari, come gli Stati Uniti, promotori di meritocrazia, innovazione e liberalizzazione, o la Germania, nota per la sua capacità di esportare in Cina. Tuttavia, i dati dimostrano che l’Italia è riuscita a raggiungere risultati che smentiscono le critiche, completando con successo tutti gli obiettivi che il pensiero dominante riteneva irraggiungibili.
Oggi, questi modelli di riferimento mostrano segni di cedimento, con gli Stati Uniti che impongono dazi e la Germania in difficoltà a causa della crisi del settore automobilistico e della trasformazione della Cina da mercato a concorrente. In questo scenario, l’Italia si distingue per aver saputo mantenere sotto controllo il debito pubblico, dimostrando una solidità che altri Paesi cercano di ottenere attraverso pratiche di forza, come l’imposizione di dazi. Fortis conclude, sottolineando come queste strategie rappresentino una forma di prepotenza sul mercato globale.
Finanza
Il grande ritorno del vinile: un fenomeno che attraversa generazioni

Chi non ricorda i primi anni del 2000, quando sembrava inevitabile la scomparsa del vinile? Allora, il compact disc, con la sua tecnologia avanzata, sembrava aver preso il sopravvento: era più pratico, meno soggetto a deterioramento e garantiva una qualità audio superiore. Tuttavia, negli ultimi anni, il vinile è tornato in auge con una forza sorprendente, sostenuto sia dagli appassionati collezionisti che non hanno mai smesso di apprezzarlo, sia dai giovani che oggi cercano dischi di band del K-Pop o delle popstar più in voga, rigorosamente in questo formato.
I dati confermano questa tendenza. Secondo il **Global Music Report 2025** dell’Ifpi, il mercato fisico della musica in Italia ha registrato un calo del 2,1% nel 2024, raggiungendo un valore di 61,3 milioni di dollari. Tuttavia, il vinile è stato l’unico formato in crescita, segnando un incremento del **6,8%** e raggiungendo un valore di 38,9 milioni di dollari. In netto contrasto, il compact disc ha subito una flessione significativa, attestandosi a 21,9 milioni di dollari, con un calo del 15,1% rispetto all’anno precedente.
Enzo Mazza, amministratore delegato della Federazione Industria Musicale Italiana (Fimi), ha sottolineato con entusiasmo questa evoluzione: “I dati del mercato musicale italiano dimostrano la dinamicità di un settore in costante trasformazione. La continua ascesa del vinile, che ci posiziona come l’ottavo mercato mondiale, evidenzia la capacità di questo formato storico di rimanere rilevante, pur in un contesto dominato dallo streaming. È una testimonianza di come i formati tradizionali e le nuove tecnologie possano coesistere, rafforzando la leadership del nostro settore musicale in un panorama sempre più digitale.”
Anche i piccoli negozi di dischi stanno beneficiando di questo rinnovato interesse. Claudio Donato, proprietario di Goody Music a Roma, un luogo iconico per gli appassionati di vinile, ha dichiarato: “Le vendite sono in crescita, e siamo lieti di vedere che questo ritorno è trainato soprattutto dai giovani, che hanno riportato in voga questo formato.” Donato ha inoltre evidenziato un ritorno, seppur limitato, delle musicassette, considerate più come oggetti da collezione. Tuttavia, ha aggiunto: “I prezzi dei vinili restano ancora troppo elevati.”
Nonostante lo streaming offra una praticità imbattibile, il vinile continua a distinguersi per l’esperienza unica che regala. Dal punto di vista estetico, rappresenta una scelta senza pari, capace di andare oltre la semplice nostalgia. Donato lo paragona a un libro rilegato, spiegando che molti clienti acquistano vinili anche senza possedere un giradischi, attratti dal fascino del formato. Ha inoltre sottolineato come le tecnologie moderne abbiano migliorato la qualità del suono rispetto agli anni ’90.
I giovani appassionati, secondo Donato, non si limitano ad acquistare vinili per seguire una moda passeggera. Sono molto preparati, conoscono le etichette discografiche, i generi musicali e le band, e arrivano nei negozi con idee chiarissime su ciò che vogliono. “Il vinile non è solo un supporto musicale, ma un’opera d’arte: spesso include veri e propri artwork, libretti e poster che arricchiscono l’esperienza dell’acquirente.”
Il ritorno del vinile, iniziato oltre dieci anni fa, continua a mostrare una crescita costante, dimostrando che non si tratta di una semplice moda passeggera. In un periodo di incertezza globale, la sua presenza tangibile rappresenta una sorta di conforto. Come conclude Donato: “Avere un supporto fisico come il vinile in un momento storico così incerto trasmette una sensazione di stabilità.”
Economia
Cosmetica, Calzolari (BolognaFiere): “Cosmoprof è manifestazione in crescita...

“La novità di questa 56esima edizione è il continuo crescere della manifestazione”. Si tratta, infatti, di “3128 espositori su quasi il 6% in più della superficie espositiva rispetto all’anno scorso”. Inoltre, “il 35% di questi espositori nelle passate edizioni non c’era” sintomo, che vi è “una grande richiesta di partecipare a questa kermesse”. Sono le dichiarazioni di Gianpiero Calzolari, presidente di BolognaFiere, alla 56esima edizione di Cosmoprof Worldwide Bologna, la manifestazione dedicata all’industria cosmetica, fino al 23 marzo al Quartiere fieristico del capoluogo emiliano.
“Qui a Bologna diamo vita alla più importante manifestazione del settore a livello internazionale, ma il network di Cosmoprof si sta consolidando e sta crescendo anche negli Stati Uniti d’America, nell’Asia, in India, in Messico. In pochi giorni ci aspettiamo circa 250mila visitatori – spiega il presidente di BolognaFiere – La città è già invasa da molte persone provenienti da tutto il mondo. Il 78% degli espositori presenti provengono da altri Paesi”. Dunque, “la dimensione internazionale di Cosmoprof è ormai acquisita”.
“E’ necessario che il famoso indotto, dai trasporti, agli alberghi alla ristorazione, prenda atto che, ormai, siamo un asse portante della crescita economica della città. E’ necessario, infatti, organizzarsi, al fine di non perdere delle opportunità”, tiene a precisare Calzolari. “Sta crescendo con numeri importanti anche Cosmetica Italia, il distretto con cui organizziamo la manifestazione” è “un settore che sta performando molto bene” in quanto “è il quarto espositore a livello europeo”. Questo è motivo di “grande soddisfazione anche per l’aspetto industriale di questa edizione di Cosmoprof, che sappiamo servire proprio a questo: le fiere”, infatti, “servono a mettersi a disposizione di chi produce, di fatto, di chi vuole vendere, innovare e crescere nel mondo”, conclude.
Economia
Ismea-Arsial, convenzione operativa per analisi filiere agroalimentari

E’ stata sottoscritta oggi, presso la sede di Ismea, alla presenza dell’assessore al bilancio, programmazione economica, agricoltura e sovranità alimentare, caccia e pesca, parchi e foreste della Regione Lazio Giancarlo Righini, la convenzione operativa tra Ismea (Istituto di Servizi per il mercato agricolo alimentare) e Arsial (Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del lazio). L’intesa, che si inserisce nell’ambito dell’accordo-quadro sottoscritto tra i due enti il 12 luglio 2022, ha l’obiettivo di approfondire la conoscenza delle filiere agroalimentari del Lazio, valutandone il grado di integrazione, l’autosufficienza e le potenzialità di sviluppo, al fine di supportare le politiche agroalimentari regionali.
Le parti si impegnano a collaborare per realizzare ricerche e studi sui principali comparti agroalimentari della regione, sia attraverso analisi desk sia mediante indagini sul campo. Più nel dettaglio, le attività oggetto della convenzione includono una mappatura delle filiere produttive più rappresentative per valutarne il peso economico e il grado di integrazione, l’analisi delle varabili strutturali e delle dinamiche di mercato nella fase agricola e in quelle della trasformazione, della distribuzione all’ingrosso e del commercio al dettaglio
L’intesa, attiva fino al 31 dicembre 2027, prevede anche indagini di tipo qualitativo attraverso interviste ad aziende e focus group presso i consumatori, nonché approfondimenti mirati sui temi della catena del valore, delle dinamiche del lavoro e dell’occupazione, dell’export, logistica e accesso al credito.
“Questa convenzione rende possibile basare il processo decisionale della parte politica su un supporto tecnico-scientifico, consentendoci di approvare il miglior provvedimento possibile e di destinare risorse adeguate affinché producano il massimo risultato”, ha dichiarato l’assessore Giancarlo Righini. “Ismea, che ringraziamo per questa opportunità, è l’unico ente in grado di fornire tali elementi e insieme ad Arsial, la nostra agenzia regionale dedicata alla ricerca, all’innovazione e allo sviluppo in agricoltura, garantirà tutte le informazioni indispensabili per l’adozione dei provvedimenti”, ha continuato.
“La collaborazione con l’Arsial -ha sottolineato il presidente Ismea, Livio Proietti- rappresenta un’importante opportunità per l’Istituto di rafforzare la conoscenza del settore agroalimentare del Lazio, del suo tessuto produttivo, delle sue esigenze specifiche e potenzialità. Il nostro obiettivo è fornire uno strumento utile a meglio delineare le politiche di settore e supportare le strategie di crescita e sviluppo della filiera”. “Oggi abbiamo ratificato la collaborazione tra Arsial e Ismea, un primo passo importante che presto rafforzeremo ulteriormente”, ha dichiarato Massimiliano Raffa, commissario straordinario Arsial. “Il Lazio affronta sfide uniche: oltre due terzi della popolazione regionale è concentrata nell’area metropolitana di Roma, rendendo il nostro territorio particolarmente sensibile alle dinamiche del commercio globale. Dobbiamo inoltre affrontare il rapido cambiamento delle abitudini alimentari e il divario crescente tra produttori agricoli e grande distribuzione, che rappresenta l’80% del mercato al consumo. Come Arsial, stiamo lavorando per consolidare le imprese agroalimentari locali e prepararle ad affrontare con successo questi nuovi scenari di mercato”, ha concluso.
“Siamo lieti di mettere a disposizione di Arsial il know-how di Ismea nella raccolta, elaborazione e analisi dei dati del settore agroalimentare, per supportare la competitività delle filiere strategiche della Regione”, ha dichiarato Sergio Marchi, direttore generale di Ismea. “Questa collaborazione rappresenta un’importante opportunità per consolidare i rapporti di interscambio e cooperazione tra le due amministrazioni e avviare ulteriori iniziative congiunte a beneficio del settore”, ha concluso.
Economia
Cosmetica, Zoppas (Ice): “Export italiano in crescita, +11,4% nel 2024”

L’export della cosmetica italiana “è un settore in crescita, dal 2022 al 2023 è cresciuto, infatti, di circa venti punti percentuali e nel 2024 è cresciuto di un ulteriore 11,4%”. Pertanto “è una di quelle locomotive che hanno consentito al Made in Italy italiano di non essere penalizzato dai settori in calo”. E’ quanto affermato da Matteo Zoppas, presidente di Ice – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, in occasione della 56esima edizione di Cosmoprof Worldwide Bologna, la manifestazione dedicata all’industria cosmetica, fino al 23 marzo al Quartiere fieristico del capoluogo emiliano. Sulla kermesse Zoppas afferma: “Cosmoprof l’anno scorso ha portato 250mila persone, un numero molto importante per un evento fieristico come questo”.
Il fatturato del comparto “conta circa 8 miliardi di euro di fatturato” una cifra notevole, “soprattutto se consideriamo che il totale del Made in Italy è pari a 620 miliardi di euro – sottolinea – “Il contributo di Ice in questo contesto è quello di fa sì che arrivino in Italia i soggetti chiave per questo mondo, che quest’anno sono 220 importati da 80 Paesi – spiega Zoppas – Ci mettiamo d’accordo con l’organizzatore di questa fiera, che ha contatti con gli imprenditori, e intercettiamo la domanda più adeguata per loro e li portiamo qua. Inoltre, portiamo anche all’estero gli imprenditori italiani del settore, per accompagnare Cosmoprof internazionalmente alle varie esposizioni che vengono fatte in Asia, in America, in Sudafrica”.
“I dazi frenano sempre – puntualizza, facendo riferimento a quelli annunciati dal presidente americano Donald Trump – quindi c’è il timore essi frenino questa locomotiva del settore cosmetico. C’è sempre l’auspicio che questi dazi non vengano messi. Non si capisce la direzione che hanno, non si capisce se sono solo annunci o ci saranno veramente. E’ un aspetto che viene trattato a livello europeo, ma possiamo dire che abbiamo due interlocutori molto esperti di questo tipo di materie: il ministro Antonio Tajani, oggi a Bruxelles anche per parlare di questa materia e con molta esperienza a livello europeo, e un premier che ha buoni rapporti con l’amministrazione Usa. Abbiamo una buona speranza, perché abbiamo uno strumento importante per essere seduti bene al tavolo. Dipenderà poi dalle risposte del nostro interlocutore. I dazi vanno sempre scongiurati perché è meglio andare in una direzione che eviti il conflitto commerciale, del quale non abbiamo bisogno in questo momento”, conclude.
Economia
Cosmetica, De Pascale (E-Romagna): “Cosmoprof porta Bologna in tutto il...

“Stiamo parlando di una manifestazione internazionale che grazie a BolognaFiere porta la città di Bologna e l’Emilia Romagna in tutto il mondo”. Lo afferma Michele De Pascale, presidente della regione Emilia Romagna, alla 56esima edizione di Cosmoprof worldwide Bologna, la manifestazione dedicata all’industria cosmetica, fino al 23 marzo al Quartiere fieristico del capoluogo emiliano.
Anche il settore a cui è dedicata la manifestazione è “strategico, con elementi di innovazione e crescita molto significativi e che, anche in Emilia Romagna, registra numeri importanti. Si tratta ovviamente – aggiunge De Pascale – di un appuntamento rilevantissimo per tutta la filiera, sia per la rete professionale di distribuzione sia per la parte di produzione industriale. La forza degli eventi fieristici in Emilia Romagna è che non sono solo delle vetrine, ma sono inscindibilmente connessi e legati anche ad un tessuto produttivo e industriale che, poi, è una parte rilevante anche dell’esposizione, non solo del contesto” conclude.
Fintech
La situazione attuale delle criptovalute in Italia

L’Italia sta vivendo una primavera digitale nel settore delle criptovalute, con un’adozione crescente che ha sorpreso molti analisti economici tradizionali. Le statistiche recenti parlano chiaro: il 2024 ha registrato un aumento del 27% negli scambi di asset digitali rispetto all’anno precedente, posizionando il paese tra i primi cinque mercati europei per volume di transazioni cripto.
Il panorama italiano delle criptovalute si distingue per alcune peculiarità che lo rendono unico nel contesto europeo. Milano, con il suo innovativo Fintech District, è diventata l’epicentro di questo movimento, ospitando oltre 40 startup specializzate in tecnologia blockchain e servizi finanziari decentralizzati. La città ospita regolarmente eventi come il “Milan Blockchain Week” che nel 2023 ha attirato più di 5.000 partecipanti da tutto il mondo.
Lo scenario normativo ha subito una trasformazione significativa con l’entrata in vigore del regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets) a livello europeo. L’Italia si è distinta per aver anticipato alcune di queste normative attraverso l’istituzione del registro degli Operatori in Valuta Virtuale gestito dall’Organismo Agenti e Mediatori (OAM) già nel 2022. Questo ha creato un ambiente più sicuro per gli investitori e ha contribuito ad attirare capitali internazionali.
L’innovazione tecnologica e l’ecosistema delle startup
Il fermento nel settore cripto italiano non si limita agli scambi di valute digitali. Le startup italiane stanno esplorando applicazioni innovative della tecnologia blockchain in settori diversificati. “Vinichain”, ad esempio, utilizza la blockchain per tracciare l’autenticità dei vini pregiati, permettendo ai consumatori di verificare l’intera filiera produttiva scansionando un QR code sull’etichetta.
Nel settore immobiliare, “Tokenest” ha pionierizzato la tokenizzazione di proprietà storiche, consentendo investimenti frazionati in palazzi d’epoca e ville storiche a partire da soli 100 euro. Questo approccio democratizza l’accesso a investimenti tradizionalmente riservati a grandi capitali.
Per chi si avvicina al mondo delle criptovalute, la scelta del miglior wallet crypto rappresenta spesso il primo passo fondamentale. Le soluzioni sviluppate da team italiani come “Conio” (integrata con l’app di Hype Bank) o “Young Platform” stanno guadagnando popolarità per la loro interfaccia intuitiva e le funzionalità di sicurezza avanzate, pensate specificamente per l’utente italiano.
Particolarmente interessante è l’approccio di alcune università italiane. Il Politecnico di Milano ha lanciato l’Osservatorio Blockchain & Web3, che collabora con aziende come Intesa Sanpaolo e Mediolanum per sviluppare casi d’uso della tecnologia blockchain nel settore bancario tradizionale. L’Università Bocconi ha introdotto corsi specifici su criptovalute e finanza decentralizzata nel proprio curriculum, formando una nuova generazione di professionisti specializzati.
Prospettive future e integrazione con l’economia tradizionale
Le prospettive per il mercato italiano delle criptovalute appaiono promettenti, con proiezioni che indicano un potenziale raddoppio del volume degli scambi entro il 2026. Secondo l’analisi di “Crypto Research Italia”, il valore totale degli asset digitali detenuti da italiani ha superato i 2,7 miliardi di euro nel primo trimestre del 2024.
Nel settore bancario, Banca Mediolanum e Banca Sella hanno avviato progetti pilota che integrano tecnologie blockchain nei loro sistemi di back-office, ottenendo riduzioni dei costi operativi del 23% secondo i primi dati disponibili. Intesa Sanpaolo, attraverso il suo fondo di innovazione, ha investito in cinque startup blockchain nel 2023, segnalando un forte interesse strategico per questa tecnologia.
“L’Italia ha davanti a sé un’opportunità unica”, commenta Roberto Zaghi, analista finanziario specializzato in tecnologie emergenti. “La nostra tradizione di eccellenza nel design e nell’ingegneria si sposa perfettamente con l’approccio creativo necessario per sviluppare soluzioni blockchain innovative. Non è un caso che le piattaforme italiane si distinguano per usabilità e attenzione all’esperienza utente”.
Un aspetto particolarmente promettente riguarda l’utilizzo della tecnologia blockchain per valorizzare il patrimonio culturale italiano. Progetti come “ArtChain” stanno digitalizzando opere d’arte attraverso NFT (Non-Fungible Token), creando nuove opportunità di finanziamento per musei e gallerie, mentre garantiscono trasparenza nelle transazioni del mercato dell’arte.
La Banca d’Italia, pur mantenendo un approccio cauto, ha istituito un gruppo di lavoro dedicato allo studio delle valute digitali delle banche centrali (CBDC), posizionando il paese all’avanguardia nella sperimentazione dell’euro digitale. Questo potrebbe rappresentare un ponte fondamentale tra il mondo delle criptovalute e la finanza tradizionale.
Come osserva Matteo Verzuri, fondatore di una delle principali community cripto italiane: “Stiamo assistendo a un cambio di paradigma. Le criptovalute in Italia non sono più viste come strumenti speculativi, ma come tecnologie abilitanti per nuovi modelli di business. La vera rivoluzione non riguarda tanto il prezzo di Bitcoin, quanto la trasformazione profonda dei processi finanziari tradizionali grazie alla disintermediazione e alla trasparenza offerte dalla blockchain”.
Le sfide rimangono, soprattutto nel campo dell’educazione finanziaria e della protezione degli investitori. Tuttavia, l’ecosistema italiano delle criptovalute sta dimostrando una resilienza e una creatività che promettono di trasformare significativamente il panorama finanziario nazionale nei prossimi anni.
Economia
World Water Day, l’impegno di Sanpellegrino per risorsa idrica e ghiacciai

L’acqua rappresenta una risorsa fondamentale per le persone e per il pianeta che Sanpellegrino, azienda di riferimento nel settore delle acque minerali e delle bibite non alcoliche, si impegna da sempre a proteggere per renderla disponibile per le generazioni presenti e future. Sanpellegrino valorizza questo elemento anche attraverso progetti che abbracciano l’intera filiera produttiva, dalla tutela delle sorgenti, all’ottimizzazione del consumo nei processi industriali. Si prende anche cura della montagna e del territorio da cui l’acqua proviene con attività e iniziative a sostegno della ricerca sui ghiacciai, in linea con i principi del World Water Day 2025.
“L’acqua è un elemento cruciale per l’uomo e per gli ecosistemi naturali che richiede una gestione responsabile e consapevole, proprio per questo, la sua tutela è parte integrante del nostro Dna. Come Sanpellegrino ci prendiamo cura delle sorgenti e dei bacini idrici circostanti sviluppando progetti, per rigenerare i cicli idrologici dei territori in cui sono presenti i nostri stabilimenti – ha dichiarato Michel Beneventi, amministratore delegato del gruppo Sanpellegrino – Anche la protezione dei ghiacciai è un aspetto fondamentale del nostro impegno perché i ghiacciai sono veri e propri ‘termometri’ del pianeta, preziose sentinelle che ci segnalano i cambiamenti climatici. Monitorare la loro evoluzione è fondamentale, ed è proprio con questo obiettivo che da anni Sanpellegrino collabora con l’Università degli Studi di Milano supportando attivamente la ricerca scientifica per la loro protezione”.
L’impegno dell’azienda per i ghiacciai risale a quasi vent’anni fa, con l’installazione di una stazione meteorologica automatica sul Ghiacciaio Dosdè Orientale, in Alta Valtellina, e con il Ghiacciaio dei Forni, uno dei giganti delle Alpi italiane. È proseguita poi attraverso la collaborazione con il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano che ha portato, nel 2015, alla realizzazione del Nuovo Catasto dei Ghiacciai Italiani, un atlante aggiornato che raccoglie dati e informazioni sui 903 ghiacciai presenti nel nostro Paese. Negli ultimi anni, con il brand Levissima, il Gruppo ha sviluppato ulteriori iniziative per il Ghiacciaio dei Forni e nel 2023 ha donato all’Università degli Studi di Milano nuove attrezzature per il monitoraggio dei ghiacciai.
Il contributo di Sanpellegrino nella salvaguardia delle risorse idriche comprende anche progetti per una gestione attenta e sostenibile dell’acqua, che consentono di ridurre, riutilizzare e riciclare l’acqua impiegata in tutte le attività produttive. Grazie a queste iniziative, negli ultimi 7 anni, il Gruppo ha risparmiato oltre 337,7 milioni di litri, un quantitativo equivalente al contenuto di 135 piscine olimpioniche.
In occasione del World Water Day, Sanpellegrino annuncia anche di avere certificato lo stabilimento di Cepina Valdisotto (SO), dove viene imbottigliata l’acqua Levissima, secondo lo standard internazionale Aws (Alliance for Water Stewardship) che promuove una gestione sostenibile e condivisa della risorsa acqua, ne attesta il rispetto del bilancio idrico, la condivisione di conoscenze e la collaborazione con il territorio per preservare e migliorare la qualità dell’acqua disponibile. Con questo riconoscimento – che si aggiunge a quelli ottenuti dallo stabilimento di S.Pellegrino a San Pellegrino Terme (BG) e di Acqua Panna a Scarperia (FI) – il Gruppo Sanpellegrino ha certificato i suoi siti produttivi dedicati all’imbottigliamento di acque minerali.
Sanpellegrino è attivamente coinvolta anche nella rigenerazione dei cicli idrologici dei territori in cui è presente. A Cepina Valdisotto, attraverso il brand Levissima, il Gruppo ha collaborato con l’Amministrazione comunale, il Consorzio forestale dell’Alta Valtellina e l’Università degli Studi di Milano per recuperare i 140 ettari di bosco danneggiati nel 2018 dalla tempesta Vaia. Con questo progetto sono stati rimossi gli alberi sradicati o danneggiati dal bostrico, un coleottero autoctono, che ha proliferato in maniera incontrollata a causa della marcescenza degli alberi caduti. Il ripristino delle aree boschive ha permesso anche di mettere in sicurezza il versante soggetto al rischio di dissesto idrogeologico e di aumentare la capacità di ricarica delle falde sotterranee.
Economia
Felicia partner ufficiale dell’edizione 2025 Deejay ten

Felicia, brand di Andriani spa società benefit e punto di riferimento nel settore dell’healthy food grazie all’impiego di materie prime innovative e naturalmente prive di glutine, come cereali integrali (avena, riso, grano saraceno e teff) e legumi (lenticchie, ceci, piselli), annuncia la part-nership ufficiale con la Deejay ten 2025. Questa manifestazione, tra gli eventi podistici più amati, ha reso il running un’esperienza di puro intrattenimento. Il brand sarà presente con il suo stand presso il Deejay village, cuore pulsante dell’evento, per promuovere attività interattive con l’obiettivo di coinvolgere il pubblico e creare consapevolezza sull’importanza di adottare stili alimentari consapevoli e orientati alla biodiversità, valori fonda-mentali per il brand. Felicia, in questa occasione, omaggerà visitatori e partecipanti con i suoi prodotti creando un’opportunità unica per trasmettere il legame tra alimentazione sana e sport a chi desidera migliorare il proprio benessere.
“Siamo felici di prendere parte alla Deejay ten, un evento che da vent’anni rappresenta il connubio perfetto tra sport e socialità, con un’atmosfera unica e coinvolgente. Questa manifestazione non è solo una corsa, ma un’occasione di festa e inclusione. Per questo, con Felicia, vogliamo celebrare i valori autentici dello sport, mettendo il benessere delle persone e la tutela dell’ambiente al centro di ogni tappa”, ha dichiarato Marco Lentini, marketing director di Andriani.
Felicia accompagnerà la Deejay ten 2025 percorrendo tutta Italia da Nord a Sud, da marzo a ottobre, in un viaggio che partirà il 23 marzo da Torino, passando per Bari il 27 aprile, Treviso il 18 maggio, e culminando a Milano il 12 ottobre per il gran finale. Per maggiori informazioni e iscrizioni, è possibile visitare il seguente link: https://deejayten.deejay.it/.
Economia
Manageritalia: “Tutelare sanità integrativa, Fondi alleggeriscono spesa...

I Fondi sanitari integrativi non solo supportano i cittadini nell’accesso alle cure, ma rappresentano anche un vantaggio per lo Stato. Infatti, a fronte di un mancato introito fiscale di 1, coprono una spesa sanitaria pari a 5 volte tanto, evitando quindi un ulteriore peso sulla sanità pubblica e sulle liste d’attesa. “Indebolire la sanità integrativa – afferma Marco Ballarè, presidente di Manageritalia – sarebbe un errore i Fondi, infatti, alleggeriscono la pressione sulle strutture pubbliche, riducono la spesa diretta per i cittadini, quella pubblica e garantiscono trasparenza grazie a rimborsi basati su documenti fiscalmente validi”.
A destare particolare preoccupazione sono le modifiche al calcolo delle prestazioni vincolate e l’eccessiva ingerenza pubblica nelle dinamiche operative dei Fondi. Modificare la normativa di questo settore senza un confronto adeguato rischia di comprometterne l’efficacia, con ricadute negative per lavoratori e imprese.
Manageritalia insieme a Cida e alle federazioni della dirigenza, chiede quindi una regolamentazione chiara e condivisa, che tuteli la complementarità tra i Fondi derivanti dalla contrattazione collettiva e il Servizio sanitario nazionale. “La sanità integrativa – conclude Ballaré – è un pilastro del welfare e deve essere sostenuta, non ostacolata. Chiediamo al legislatore di valutare con attenzione l’impatto di queste misure e di aprire un confronto con chi opera nel settore”.
Finanza
Mercato orologi in Italia 2024: vendite stabili sui 2 mld euro e trend d’acquisto

Il mercato italiano degli orologi da polso nel 2024 si è mantenuto sugli stessi valori dell’anno precedente per un valore complessivo di poco inferiore ai 2 miliardi di euro.
Questa è la stima elaborata da NielsenIQ & GfK per Assorologi sulla base della analisi comparativa delle diverse fonti di informazione disponibili, tra cui principalmente l’indagine mensile realizzata dalla stessa NIQ&GfK per monitorare le vendite di Orologi da parte dei punti di vendita (Retail Panel) e la ricerca annuale realizzata per conto dell’Associazione sugli acquisti di orologi da polso da parte del consumatore italiano (Consumer panel).
Secondo l’indagine “Consumer 2024” dedicata al consumatore italiano (indipendentemente dal canale d’acquisto) gli orologi acquistati sono circa 5,3 milioni (- 0,7% rispetto al 2023), con una modesta contrazione a valore (1,28 miliardi, -1,5% sul 2023), mentre l’indagine “Retail” dedicata al solo canale orologerie (indipendentemente dalla nazionalità dell’acquirente) evidenzia a quantità un mercato stabile da 3,9 milioni di pezzi per un valore di 1,1 miliardi di euro (-2,2%).
I principali elementi di analisi che emergono dalla ricerca sul consumatore sono i seguenti:
1.La sostanziale tenuta delle vendite di orologi, oramai stabilizzate da circa due anni, nonostante un contesto generale difficile, gravato dalle incertezze sulla tenuta del quadro sociale, politico ed economico e da dinamiche di consumo frenate;
2.Il canale online è cresciuto leggermente dopo tre anni di flessione (35,4% a quantità, 25,6% a valore) ma non sembra in grado di tornare ai livelli top raggiunti in periodo Covid (2020) quando fu sfiorato il 40% a quantità con un 30% a valore;
3.Il canale Gioiellerie perde terreno, pur restando ovviamente il canale più importante per il settore (43% a quantità contro il 47% del 2023, e 56% a valore contro il 64% del 2023).
Tra i principali driver di acquisto cresce nettamente il design (34%), mentre la marca (27%) perde quota in misura significativa e il prezzo (25%) resta stabile.
Il focus sul segmento “Smartwatch” offre interessanti indicazioni, a partire dall’azzeramento della connotazione prevalentemente maschile e giovanile che questi prodotti avevano negli anni scorsi: adesso lo smartwatch è posseduto in misura pressoché paritetica da uomini e donne e si sta diffondendo in misura evidente presso classi di età più mature.
Gli acquisti 2024 di smartwatch sono stimati in circa 2,4 milioni di pezzi sostanzialmente in linea con l’anno precedente (-0,3%).
Si conferma prevalente e stabile rispetto al 2023 il canale online (52% degli atti di acquisto) con la consolidata leadership di Amazon (37%), seguita dal sito della marca 8%, altri siti di e-commerce 3%, siti di negozi 2% e aste online 1%. Gli acquisti “fisici” sono effettuati prevalentemente presso il canale dell’elettronica (27%), mentre resta marginale il ruolo delle orologerie tradizionali (5%) e dei negozi monomarca (5%).
«Il mercato dell’orologeria dimostra una notevole resilienza, mantenendo stabilità nelle sue dimensioni fondamentali – afferma il Presidente Assorologi Marcello Borsetti –. Nonostante un contesto macroeconomico complesso e segnato da incertezze, il settore conferma la sua solidità, a testimonianza di un interesse e di un valore che il consumatore continua a riconoscere all’orologio. Allo stesso tempo, le aziende continuano a investire in innovazione attraverso lo sviluppo di nuovi materiali, design e tecnologie, elementi chiave per rafforzare ulteriormente l’attrattività del prodotto.
Dopo anni in cui l’inflazione ha inciso sul potere d’acquisto, la stabilizzazione dei prezzi apre scenari più favorevoli. Tuttavia, il consumatore resta cauto, con una propensione all’acquisto ancora condizionata da fattori esterni – dall’andamento dell’economia alle dinamiche sociali e politiche internazionali – che ne frenano le scelte. È evidente che il settore non soffre di una crisi d’identità, bensì di un contesto che ne limita la piena espressione in termini di volumi d’affari. La costanza dei consumi, pur in questa fase attendista, conferma il ruolo dell’orologeria come segmento di riferimento nel mondo degli accessori personali, capace di mantenere il proprio fascino e la propria rilevanza nel tempo».
Economia
Design: pionieri pixel art eBoy firmano ‘A mosaic installation’ per Bisazza

In occasione della Milano Design Week, Bisazza presenta, all’interno del Flagship Store di via Solferino 22, un’installazione in mosaico dall’effetto sorprendente firmata da eBoy, un gruppo di artisti basati tra Los Angeles e Berlino, conosciuti come i pionieri della pixel art. In mostra anche i nuovi decori della collezione Marmo e Marmosaico, disegnati da Doriana e Massimiliano Fuksas, fondatori di uno degli studi di architettura più affermati a livello internazionale e una collezione di pattern e complementi d’arredo in marmo firmati dall’architetto Carlo Dal Bianco.
Di grande impatto è l’installazione ‘A mosaic installation’ firmata da eBoy, frutto di una prima collaborazione tra l’azienda e i tre artisti fondatori dello studio: Kai Vermehr, Steffen Sauerteig e Svend Smital. Un connubio perfetto, ma soprattutto naturale, reso possibile grazie ad un approccio creativo, che fa della scomposizione delle immagini in piccole unità modulari il segno distintivo di entrambi. Da un incontro armonioso tra la pixel art e le tessere in mosaico di vetro prende forma Liz2, un decoro dove oggetti e diversi personaggi riproducono perfettamente e in stile contemporaneo una scena ambientata in un quartiere di Londra. Dalla forte capacità espressiva, il pattern rivela la visione unica e distintiva dei tre creativi. Protagonista dell’allestimento, MechaRex, una statua imponente, alta 3,30 metri, raffigurante un dinosauro completamente rivestito da tessere in mosaico di vetro, tratto da ‘un’immagine pixelata’, che accoglie e invita il visitatore a scoprire le nuove collezioni. Un viaggio in un’epoca passata, per vivere un’esperienza immaginifica e coinvolgente.
“Siamo entusiasti di lavorare con Bisazza -affermano gli eBoy-. La pixel art è sempre stata ispirata dalla tradizione senza tempo dei mosaici. Questa collaborazione è per noi come un ritorno a casa. E’ stata una sfida interessante pensare ai pixel in termini di tessere in mosaico piuttosto che di elementi digitali. Ci piaceva l’idea di associare qualcosa di antico e organico con la precisione e l’artigianalità dei mosaici. C’è anche qualcosa di divertente nel prendere una creatura pixelata e renderla tangibile e monumentale”.
Un’intera sala è dedicata ai nuovi decori in marmo firmati da Doriana e Massimiliano Fuksas per le collezioni ‘Bisazza Marmo e Marmosaico’. Da una raffinata e moderna interpretazione di un’estetica intramontabile, che richiama i motivi classici dell’epoca bizantina, nascono i cinque pattern – Ipazia, Sofia, Arianna, Teodora e Irene – frutto di una prima collaborazione tra l’azienda e i due architetti, fondatori dello Studio Fuksas, uno degli studi di architettura più affermati a livello internazionale. La collezione è incentrata principalmente sulla figura dell’esagono, declinato in diverse dimensioni e colori, associato ad altre figure geometriche in un elaborato gioco compositivo. La collezione è incentrata principalmente sulla figura dell’esagono, declinato in diverse dimensioni e colori, associato ad altre figure geometriche in un elaborato gioco compositivo.
Il decoro Ipazia, disponibile in due varianti cromatiche – Grey e Yellow – è caratterizzato dall’effetto tridimensionale, ottenuto accostando pregiati marmi policromi. La ripetuta e armoniosa associazione di intricate figure geometriche definisce il pattern Sofia, proposto nella versione Yellow, che risplende con la luminosità del marmo Giallo Reale e la versione Green, che evoca un’eleganza classica con il marmo Verde Imperiale. Entra a far parte della collezione Marmosaico il decoro Arianna, disponibile in due varianti cromatiche: Red e Black. Le tessere di marmo compongono un disegno sinuoso simile a due nastri che si intrecciano e creano un effetto di movimento sulle superfici. Nei decori Teodora e Irene, realizzati con tessere di marmo, una ricca ed elaborata composizione di disegni geometrici riproduce la preziosità dei tappeti bizantini attraverso un’interpretazione in chiave contemporanea, trasformando gli spazi in luoghi di tendenza.
“La collezione pensata per Bisazza -spiegano Doriana e Massimiliano Fuksas- prende ispirazione dalle figure femminili iconiche dell’epoca bizantina. Ispirata non solo ai celebri mosaici delle chiese storiche, ma anche alla forza e al carisma delle imperatrici bizantine e di donne come Ipazia e Arianna, questa linea di rivestimenti cattura l’essenza di un’epoca in cui geometria, spiritualità e potere femminile si intrecciavano in forme straordinarie. Ogni pezzo della collezione è caratterizzato da labirintiche composizioni geometriche, con motivi esagonali che evocano l’eleganza e l’armonia dei mosaici antichi e riflettono il carattere intricato e la raffinatezza delle donne che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia: da Teodora, con il suo ruolo cruciale nella politica e nella cultura di Bisanzio, all’aura di saggezza e ribellione che evoca Ipazia, simbolo di intelligenza e libertà, poi Sofia, incarnazione della sapienza divina, e Arianna, simbolo di astuzia e forza interiore, fino alla determinazione e il carisma di Irene. La selezione di marmi, con una palette di colori raffinati, non solo esalta la bellezza delle forme geometriche, ma rende omaggio a queste figure femminili forti, creando un effetto di luce e movimento che arricchisce ogni ambiente con una presenza che richiama potere, grazia e resistenza”.
La collezione ‘Supermarmo’, disegnata da Carlo Dal Bianco, è un omaggio alla maestria dei marmisti, custodi di un’arte antica, capaci di trasformare preziosi frammenti in straordinarie composizioni. Ogni decoro è un segno che anima la superficie, un’icona che celebra l’abilità artigianale e la forza espressiva del marmo. Frutto di un’accurata ricerca tecnologica, ‘Supermarmo’ fonde la tradizione dei pavimenti storici con un linguaggio attuale, portando negli spazi un’eleganza senza tempo. Le forme e gli stilemi dei palazzi nobiliari dialogano in una sofisticata contrapposizione con le geometrie di Josef Hoffmann e degli architetti della Wiener Werkstätte, trovando echi anche nell’antica scuola cosmatesca e nelle straordinarie tarsie di Leon Battista Alberti.
La collezione si compone di dodici decori, ognuno pensato per esaltare le sfumature e le venature dei marmi selezionati. Le ampie lastre, resistenti e di bassissimo spessore, sono progettate per garantire una posa agevole, risolvendo con eleganza le sfide architettoniche soprattutto nelle ristrutturazioni, dove quote e livelli spesso impongono soluzioni versatili.
‘Supermarmo’ è un viaggio attraverso secoli di arte e bellezza, una sintesi perfetta tra classicismo e innovazione, pensata per chi vuole lasciare un segno senza tempo.
Economia
Righini (Reg.Lazio): “Convenzione Ismea-Arsial su filiere agroalimentare decisiva...

“L’obiettivo sono i dati tecnico-scientifici di cui c’è bisogno per adottare le migliori decisioni possibili. Abbiamo necessità di conoscere nel dettaglio il fabbisogno economico, capire in che misura intervenire, in quale periodo dell’anno intervenire. Molti di questi prodotti hanno la caratteristica della stagionalità, quindi in assenza di elementi tecnico-scientifici a sostegno di queste decisioni si rischia di sperperare risorse o investirli in un periodo dell’anno in cui non ce n’è bisogno. Quindi questa è una convenzione per noi decisiva per poter adottare le migliori scelte possibili. Queste informazioni tecnico-scientifiche le giudichiamo assolutamente irrinunciabili e quindi voglio ringraziare Ismea per questa opportunità”. Così l’assessore al Bilancio, programmazione economica, agricoltura e sovranità alimentare, caccia e pesca, parchi e foreste della Regione Lazio, Giancarlo Righini, a margine della sottoscrizione oggi a Roma della convenzione operativa tra Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) e Arsial (Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del Lazio).
L’intesa ha l’obiettivo di approfondire la conoscenza delle filiere agroalimentari del Lazio, valutandone il grado di integrazione, l’autosufficienza e le potenzialità di sviluppo, al fine di supportare le politiche agroalimentari regionali.
“Abbiamo -ha continuato Righini- molte priorità, c’è in corso una crisi del prezzo del latte bufalino, abbiamo già affrontato una crisi del prezzo del latte bovino, abbiamo avuto il fenomeno della moria del kiwi, il fenomeno della lingua blu per gli ovini. Insomma, le crisi si susseguono in quest’epoca così complessa di cambiamenti climatici, di fitopatie, quindi siamo inseguiti da temi che ovviamente meritano di avere una conoscenza approfondita dell’entità del problema per poter intervenire adeguatamente”. E in questo scenario di criticità, ha ribadito Righini, “ovviamente avere il supporto di Ismea, che è l’Istituto che per definizione fa questo di professione, per noi sarà un supporto decisivo. Appunto per affrontare e decidere quali misure approntare in maniera adeguata perché c’è una grande necessità”.
Economia
Marchi (Ismea): “Pronti a fornire dati su filiere agroalimentari a decisore...

“E’ una collaborazione istituzionale e quindi siamo assolutamente contenti della convenzione siglata oggi, approvata ieri dal consiglio di amministrazione di Ismea, che permetterà una sinergia sicuramente virtuosa. Come Ismea per quello che è proprio il nostro core business istituzionale abbiamo una banca dati unica e quindi possiamo fornire dati che abbiamo e anche elaborarli di nuovi, per individuare come intervenire e quindi aiutare il decisore politico rispetto alle filiere del settore agricolo e agroalimentare. È veramente un’iniziativa a tutto tondo”.
Lo ha detto Sergio Marchi, direttore generale di Ismea, a margine a della sottoscrizione oggi a Roma della convenzione operativa tra Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) e Arsial (Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del Lazio). “Analizzeremo i vari momenti, quindi dalla produzione alla trasformazione fino alla distribuzione, sulla gdo, ma anche sulla distribuzione al dettaglio e interloquiremo anche con i consumatori attraverso interviste mirate. Tutto questo può aiutare il decisore politico, in questo caso la regione Lazio, e Arsial, a decidere come riterrà nella maniera più coerente. Noi siamo un ente tecnico e quindi forniamo i dati tecnici e questo è il supporto che possiamo dare alle istituzioni”, ha concluso.
Economia
Meta lancia assistente IA nelle sue app in Ue: cos’è e come funziona

Meta ha annunciato il lancio progressivo di Meta AI, il suo assistente basato su intelligenza artificiale, in ben 60 nuovi Paesi, inclusi quelli dell’Unione Europea. L’azienda ha sottolineato che questa espansione rappresenta la più ampia implementazione di sempre per un prodotto IA, rendendolo disponibile in oltre 100 nazioni a livello globale. A partire da questa settimana, il servizio sarà accessibile tramite le funzioni di chat delle app di Meta, tra cui Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger, con supporto per sei lingue europee, tra cui l’italiano.
Meta AI, introdotto negli Stati Uniti nel 2023, ha già conquistato 700 milioni di utenti mensili, secondo quanto dichiarato dall’azienda. Basato sui modelli linguistici avanzati della famiglia LLaMA, l’assistente virtuale si propone come un concorrente diretto di chatbot quali ChatGPT (OpenAI), Gemini (Google), Claude (Anthropic) e DeepSeek, sviluppato in Cina. Meta punta a sfruttare la vasta diffusione delle sue piattaforme per raggiungere i tre miliardi di utenti che le utilizzano, permettendo loro di impiegare il servizio in attività quali la ricerca di informazioni, la comunicazione sui social, la scrittura e la revisione di testi.
L’azienda afferma che il servizio sta rivoluzionando il modo in cui le persone interagiscono con il mondo, migliorando le esperienze social, superando barriere linguistiche e fisiche, e semplificando diverse attività quotidiane rendendole più intuitive. Una delle funzionalità principali al momento del lancio è la capacità di utilizzare Meta AI nelle chat di gruppo su WhatsApp, dove può essere invocato per richieste come la pianificazione di viaggi, l’organizzazione di eventi o la risoluzione di discussioni. Inoltre, il servizio, completamente gratuito per gli utenti delle app Meta, offre contenuti pertinenti suggerendo post e video basati sugli interessi personali.
Questo lancio rappresenta un passo importante per l’espansione di Meta in Europa. Nel luglio 2024, l’azienda aveva inizialmente dichiarato che non avrebbe reso disponibili i suoi modelli IA più avanzati a causa dell’incertezza normativa nell’UE. Tuttavia, Meta AI è stato reso accessibile attraverso i Ray-Ban Meta, gli occhiali intelligenti sviluppati in collaborazione con EssilorLuxottica. L’ostacolo principale non riguardava l’AI Act, ancora in fase di definizione, ma piuttosto la mancanza di chiarezza sulle conformità al regolamento GDPR rispetto all’utilizzo dei dati degli utenti europei per l’addestramento dei modelli.
Meta ha dichiarato: “Abbiamo impiegato più tempo di quanto desiderato per portare la nostra tecnologia IA in Europa, a causa della complessità del sistema normativo, ma siamo entusiasti di essere finalmente arrivati a questo risultato.” Guardando al futuro, l’azienda mira a rendere i prodotti IA accessibili a un numero sempre maggiore di persone in tutto il mondo. Negli Stati Uniti, Meta ha continuato a introdurre nuove funzioni intelligenti, tra cui la personalizzazione e la memoria, oltre a estendere strumenti creativi come AI Studio in mercati globali. “Siamo entusiasti di vedere come Meta AI contribuirà a modellare il futuro delle esperienze social in Europa,” ha concluso l’azienda.
Economia
Acqua, Culligan: salvaguardare i ghiacciai per proteggere il nostro futuro

Il 22 marzo 2025 sarà celebrata la Giornata Mondiale dell’Acqua, un appuntamento globale istituito dalle Nazioni Unite nel 1992, volto a sensibilizzare sull’importanza dell’acqua dolce e sulla gestione responsabile delle risorse idriche. Il tema di quest’anno, la conservazione dei ghiacciai, mette in luce il ruolo essenziale di queste riserve naturali per la salute degli ecosistemi e per garantire acqua potabile a miliardi di persone nel mondo. L’azienda Culligan, specializzata in sistemi di filtrazione dell’acqua, partecipa attivamente con una campagna educativa per accrescere la consapevolezza e promuovere azioni collettive per ridurre l’impatto sull’ambiente.
“In una giornata così significativa, è fondamentale riflettere sul valore imprescindibile dell’acqua, una risorsa vitale per il nostro Pianeta e il nostro futuro. Per questo motivo, Culligan sostiene l’iniziativa delle Nazioni Unite, condividendo l’obiettivo di accrescere la consapevolezza sull’importanza dell’acqua dolce e sulla necessità di una gestione più sostenibile delle risorse idriche,” afferma Giulio Giampieri, presidente di Culligan Italia. “Trasformare questa consapevolezza in azioni concrete è essenziale per consentire a tutti di contribuire alla salvaguardia degli ecosistemi.” A tal fine, Culligan incoraggia ad adottare alcune semplici pratiche quotidiane: ridurre le emissioni di CO2 scegliendo mezzi di trasporto sostenibili, limitare l’uso di plastica per ridurre l’inquinamento delle acque, evitare sprechi d’acqua sia a casa che al lavoro e supportare la riforestazione, poiché le foreste giocano un ruolo cruciale nel ciclo idrico.
Inoltre, l’impegno di Culligan si traduce in un programma ESG mirato a minimizzare l’impatto ambientale delle proprie attività e a incentivare l’uso di sistemi di filtrazione come alternativa alla plastica monouso. Secondo il report di sostenibilità 2024 dell’azienda, i sistemi di filtrazione forniti hanno evitato che oltre 40 miliardi di bottiglie di plastica finissero in discarica ogni anno. Nel 2024, sono stati erogati 30 miliardi di litri di acqua filtrata, prevenendo l’emissione di 5 miliardi di tonnellate di CO2. Entro il 2030, l’intera produzione di nuovi prodotti sarà conforme ai criteri ESG.
L’azienda rafforza il suo impegno lungo tutta la catena del valore per promuovere una gestione sostenibile delle risorse idriche. Come membro del CEO Water Mandate, Culligan punta a ottenere un impatto idrico positivo netto entro il 2050, adottando strategie che promuovano l’uso responsabile dell’acqua. A tal riguardo, l’adesione al programma Water Stewardship Verified (WAVE) del Water Council consente all’azienda di ottenere verifiche indipendenti e di adottare le migliori pratiche per ottimizzare la gestione idrica. L’approccio di Culligan non si limita alle proprie operazioni interne, ma comprende anche collaborazioni con organizzazioni come la Water Quality Association, con l’obiettivo di promuovere iniziative concrete per la tutela delle risorse idriche, contribuendo a preservare i ghiacciai e a garantire la sicurezza idrica globale.
In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, il weekend del 22 e 23 marzo, Culligan aprirà le porte delle sue sedi italiane al pubblico. Sarà un’opportunità per conoscere meglio i sistemi di filtrazione dell’acqua e approfondire l’impegno dell’azienda verso la sostenibilità. Inoltre, Culligan ha lanciato una campagna di sensibilizzazione per informare sull’importanza dei ghiacciai e incoraggiare azioni concrete volte a ridurre l’impatto ambientale. L’azienda invita tutti a partecipare alla conversazione globale attraverso i suoi canali social ufficiali, come Instagram (@culliganitaliana) e LinkedIn (Culligan Italy). Con quiz educativi e contenuti informativi, l’obiettivo è coinvolgere il pubblico e accrescere la consapevolezza sull’urgenza di tutelare le risorse idriche.
Economia
Cciaa Roma presenta ‘Adriano’, primo robot dipendente della Pa italiana

La Camera di Commercio di Roma ha presentato ‘Adriano’, il primo robot dipendente della Pubblica Amministrazione italiana, progettato per rivoluzionare l’accoglienza e l’informazione presso il Tempio di Vibia Sabina e Adriano, sede storica della prestigiosa istituzione economica della Capitale. Equipaggiato con intelligenza artificiale e tecnologie all’avanguardia, ‘Adriano’ sarà operativo dal 24 marzo, offrendo supporto ai cittadini e ai turisti con informazioni bilingue, in italiano e inglese, sulla storia di Roma e sul sito storico della Camera di Commercio. Il robot, dalle sembianze umanoidi, è dotato di sensori per la Computer Vision e muscoli artificiali, che gli permettono di interagire in modo sicuro ed efficace con il pubblico e l’ambiente circostante.
Grazie alle sue mani robotiche avanzate, ‘Adriano’ è in grado di andare oltre la comunicazione verbale, integrando il contatto fisico: può manipolare oggetti e persino stringere la mano ai visitatori, garantendo sempre la massima sicurezza. Un aspetto unico è la sua capacità di esprimere emozioni attraverso una mimica facciale realistica, che rende le interazioni più naturali e coinvolgenti. Inoltre, presto sarà disponibile una funzione innovativa che consentirà la visita da remoto del Tempio, offrendo un’esperienza immersiva tramite visori, permettendo agli utenti di esplorare il sito storico e i suoi reperti in tempo reale.
Il progetto è il risultato della collaborazione tra quattro eccellenze italiane nel campo della robotica e dell’intelligenza artificiale, con il contributo di oltre 30 esperti tra ingegneri, tecnici e ricercatori. Lo sviluppo ha richiesto 18 mesi, trasformando un semplice avatar teleguidato nell’‘Adriano’ autonomo di oggi. Attualmente, il robot è in una fase di apprendimento continuo, migliorando progressivamente le sue capacità di interazione e movimento.
Tra i principali collaboratori del progetto figurano l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), il team Linea SoftBots diretto dal Prof. Antonio Bicchi, la Sapienza Università di Roma, il dipartimento di Ingegneria Informatica e Automatica coordinato dal Prof. Daniele Nardi, e la start-up Babelscape guidata da Roberto Navigli. Anche il spin-off Brobotics, nato dalla collaborazione tra IIT e Università di Pisa, ha svolto un ruolo chiave nella progettazione dei componenti hardware del robot.
Il successo di ‘Adriano’ rappresenta un altro traguardo per la robotica italiana, riconosciuta a livello internazionale grazie agli importanti premi conferiti ai Professori Antonio Bicchi e Bruno Siciliano dalla Società mondiale di Robotica. Con il loro team, hanno ricevuto il prestigioso ‘Synergy Grant’, un contributo europeo per progetti altamente sperimentali. Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma, ha definito ‘Adriano’ un progetto pionieristico che dimostra il potenziale delle interconnessioni tra robotica e intelligenza artificiale, contribuendo a migliorare la qualità della vita. Ha sottolineato come il robot si inserisca perfettamente nel contesto storico e architettonico del Tempio di Vibia Sabina e Adriano, unendo innovazione e tradizione.
Secondo Giorgio Metta, direttore scientifico dell’IIT, il progetto incarna la missione dell’Istituto di trasformare la ricerca scientifica in innovazione concreta al servizio della società. Antonio Bicchi, capo del laboratorio SoftBots e professore di Robotica all’Università di Pisa, ha evidenziato come ‘Adriano’ rappresenti una pietra miliare: il primo robot autonomo e intelligente a interagire con i visitatori in un sito storico italiano. Daniele Nardi, professore di Intelligenza Artificiale alla Sapienza, ha sottolineato le funzionalità avanzate del robot, capace di gestire conversazioni vocali e fornire informazioni storiche contestualizzate, integrando gesti ed espressioni facciali con risposte vocali generate da Babelscape.
Finanza
Snam: in 2024 utile sale a 1,28 mld (+10,4%), dividendo 2025 a 0,29 euro (+3%)

Snam conclude il 2024 con un utile netto adjusted di Gruppo pari a 1,28 miliardi di euro, registrando un incremento del 10,4% rispetto all’anno precedente e superando le aspettative. Gli investimenti totali raggiungono i 2,87 miliardi di euro, con una crescita del 31% rispetto al 2023, trainati dall’avanzamento dei lavori per il terminale GNL di Ravenna, l’avvio della Linea Adriatica e gli investimenti nello stoccaggio. I ricavi totali, invece, si attestano a 3,56 miliardi di euro, registrando una flessione del 9,5% rispetto al 2023, mentre i ricavi regolati crescono del 16,1%.
La crescita dei ricavi regolati è sostenuta dal business delle infrastrutture gas, grazie all’aumento del Wacc, all’adozione del modello regolatorio Ross e all’espansione della Rab, resa possibile dall’implementazione del piano di investimenti. Al contrario, i ricavi legati al business dell’efficienza energetica, soprattutto nel settore residenziale, registrano una contrazione a causa della conclusione degli incentivi legati al Superbonus. L’Ebitda adjusted si attesta a 2,75 miliardi di euro, in crescita del 13,9%, trainato dall’aumento dei ricavi regolati, parzialmente compensato dal minore apporto dei business connessi alla transizione energetica.
Questi risultati chiave sono stati presentati al termine del Consiglio di amministrazione di Snam, riunitosi sotto la presidenza di Monica de Virgiliis per approvare la relazione finanziaria annuale 2024. La relazione include il bilancio consolidato, il progetto di bilancio di esercizio e la rendicontazione di sostenibilità per l’anno 2024.
In base ai dati emersi, il Cda ha deciso di proporre all’assemblea degli azionisti la distribuzione di un saldo dividendo di 0,1743 euro per azione. Unitamente all’acconto di 0,1162 euro per azione già distribuito nel gennaio 2025, il dividendo complessivo per il 2024 ammonta a 0,2905 euro per azione, segnando una crescita del 3% rispetto all’anno precedente, in linea con la dividend policy annunciata.
Economia
Acqua, Ibarra: “Con IA supportiamo paese per trasformarla in driver...

Maximo Ibarra ha partecipato all’evento conclusivo della 6ª edizione della community Valore acqua per l’Italia, organizzata da The European House – Ambrosetti. Il CEO di Engineering, partner della manifestazione, è intervenuto nel panel intitolato “Un Piano Marshall per le infrastrutture idriche“, insieme ai principali esponenti delle utilities italiane. Durante il suo intervento, Ibarra ha dichiarato: “L’acqua è una risorsa cruciale per lo sviluppo e la competitività del nostro Paese, ma purtroppo viene ancora gestita in modo frammentato, senza una visione strategica comune. Nonostante il 20% del PIL dipenda da essa, manca una prospettiva condivisa, sia a livello politico che industriale, che ne valorizzi il ruolo in settori fondamentali come produzione, agricoltura ed energia.”
Proseguendo, Ibarra ha sottolineato la necessità di superare la frammentazione settoriale e adottare modelli di gestione condivisi basati su dati, digitalizzazione e investimenti mirati. Engineering, parte attiva della community Valore acqua, punta a mettere a disposizione le proprie competenze nel campo delle tecnologie digitali, tra cui Intelligenza Artificiale, digital twin e cloud, oltre a soluzioni di AI Generativa come EngGPT. L’azienda si propone come abilitatore di strategie innovative per una governance idrica più sostenibile, efficiente e avanzata. Grazie a un ecosistema tecnologico che integra diverse soluzioni, l’Intelligenza Artificiale diventa un elemento chiave per trasformare e potenziare il sistema idrico, migliorando la conoscenza e l’azione di organizzazioni e individui.
Ibarra ha inoltre illustrato come queste tecnologie possano essere applicate a una vasta gamma di settori, dal monitoraggio dei consumi nei data center e negli ospedali, all’irrigazione di precisione in agricoltura, fino a soluzioni per il recupero e riuso dell’acqua nell’industria. “L’acqua – ha evidenziato – rappresenta anche un tema cardine della Alleanza digitale per l’Italia, un progetto che stiamo promuovendo per accelerare la trasformazione digitale del Paese. Attraverso una piattaforma aperta che coinvolge istituzioni, imprese e partner tecnologici, lavoriamo alla digitalizzazione dell’intera filiera idrica. L’obiettivo è migliorare la raccolta dei dati, sia pubblici che privati, generati dagli enti e dalle strutture che gestiscono il settore idrico, per creare una data platform condivisa e accessibile.”
Engineering, leader nella digitalizzazione per aziende e Pubblica Amministrazione, dispone di oltre 1000 specialisti nel settore energy & utilities, collaborando con più di 70 clienti nel comparto idrico, inclusi i principali 8 gestori per numero di utenze, coprendo oltre il 60% del mercato italiano.
Grazie all’integrazione tra Intelligenza Artificiale e tecnologie avanzate come digital twin, IoT e cloud, il gruppo realizza progetti su scala nazionale. Questi includono il monitoraggio in tempo reale della qualità dell’acqua, la riduzione delle perdite negli acquedotti, il miglioramento dell’interazione tra gestori e utenti, la semplificazione dei servizi per i cittadini e l’ottimizzazione dei tempi di fatturazione.
Economia
Asus trionfa agli iF Design Awards 2025: 22 premi per l’Eccellenza nel Design

Asus ha comunicato attraverso una nota ufficiale di aver conquistato ben 22 prestigiosi iF Design Awards 2025, consolidando ulteriormente la propria posizione di leader nel design per hardware PC e gaming. Dall’inizio della sua partecipazione, Asus ha accumulato un totale di 345 premi iF Design, affermandosi come il marchio taiwanese con il maggior numero di riconoscimenti. Questo risultato evidenzia il suo continuo impegno verso l’eccellenza e l’innovazione.
I prodotti premiati, appartenenti ai marchi Asus e Republic of Gamers (ROG), si sono distinti per il loro design all’avanguardia in diversi ambiti, tra cui gaming, elettronica di consumo, software, sanità, tecnologia mobile e networking. Tra i dispositivi riconosciuti spiccano i PC come ExpertBook P5405, Zenbook 14 e A14, Vivobook S14/S15/S16 e il celebre ROG Phone 9 Pro, presentati al CES di gennaio.
“Questi premi rappresentano una chiara testimonianza dell’impegno e della dedizione del team Asus”, ha dichiarato Mitch Yang, Chief Design Officer dell’azienda. “Grazie alla nostra filosofia di design incentrata sull’utente, ci impegniamo a creare prodotti dal design raffinato che superano ogni aspettativa in termini di innovazione e funzionalità”.
Gli iF Design Awards, riconosciuti a livello globale come sinonimo di eccellenza nel design fin dal 1954, celebrano le migliori creazioni in diversi ambiti, tra cui prodotto, packaging, comunicazione, architettura, UI e UX.
Finanza
Turchia: crollano Borsa e lira dopo l’arresto di Imamoglu, investitori in fuga

Clima di tensione finanziaria in Turchia dopo l’arresto del sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, su decisione del presidente Recep Tayyip Erdogan. La vicenda ha scatenato il panico tra gli investitori, provocando un crollo sia della Borsa di Istanbul che della lira turca. Imamoglu, considerato il principale rivale politico di Erdogan, è accusato di corruzione e terrorismo.
Nel dettaglio, l’indice Bist100 ha registrato un’apertura in forte calo, con una perdita superiore al 7,5%, scendendo sotto la soglia dei 10.000 punti. Questo ribasso ha azzerato i guadagni accumulati nelle settimane precedenti. I settori più colpiti sono stati quello bancario e quello energetico, con significative perdite per le principali società quotate.
Sul fronte valutario, la situazione della lira turca, già sotto pressione a causa di un’inflazione elevata al 39%, è ulteriormente peggiorata. La valuta ha toccato nuovi minimi storici, scendendo a 42 contro il dollaro e 45 contro l’euro. Gli esperti attribuiscono questa flessione alla fuga di capitali internazionali e al crescente clima di incertezza politica.
Per cercare di calmare i mercati, il ministro delle Finanze, Mehmet Simsek, già banchiere presso Merrill Lynch, ha dichiarato sulla piattaforma X che sono state prese tutte le misure necessarie per garantire il normale funzionamento dei mercati. Ha inoltre ribadito che il governo è determinato a proseguire con il proprio programma economico. Tuttavia, gli analisti temono che questa nuova fase di instabilità possa compromettere gli sforzi recenti della Banca Centrale, che solo due settimane fa aveva ridotto i tassi di interesse di 250 punti base, portandoli dal 45% al 42,5%, nel tentativo di sostenere la ripresa economica.
Economia
Missori (Ericsson Italia): “Ia aumenta domanda di capacità, prestazioni ed...

L’evoluzione dell’intelligenza artificiale sta ridefinendo il settore delle telecomunicazioni, portando innovazioni che migliorano i servizi per gli utenti. Andrea Missori, amministratore delegato di Ericsson Italia, ha condiviso la visione dell’azienda in un’intervista con Adnkronos/Labitalia.
Con l’avanzamento delle reti verso soluzioni basate su software e AI, quali strategie sta adottando Ericsson per integrare l’intelligenza artificiale nelle infrastrutture di rete? Come queste innovazioni stanno trasformando il modo di progettare e offrire servizi?
Secondo Missori, l’intelligenza artificiale genera una crescente richiesta di reti più performanti, efficienti e capaci. Ericsson adotta un duplice approccio: da una parte, integra l’AI nei propri prodotti e servizi per sviluppare reti autonome, orchestrate e adattabili; dall’altra, si impegna a rendere le reti ottimali per supportare l’AI stessa, creando un circolo virtuoso. I tre pilastri di questa trasformazione sono l’AI, il 5G e il cloud, che aprono nuove opportunità sia per gli operatori sia per i loro clienti.
Con l’avvento del 5G evoluto, quali sono le iniziative principali di Ericsson per massimizzare i benefici per clienti e operatori? Come queste attività si inseriscono nell’ecosistema del 5G?
Ericsson sta sviluppando reti di nuova generazione, potenti, aperte e programmabili, fondamentali per la digitalizzazione avanzata. Quest’anno, l’azienda lancerà oltre 100 nuovi prodotti di rete per accelerare l’implementazione del “vero 5G”, basato su reti standalone in banda media. Con l’80% della popolazione mondiale che accede alla rete tramite dispositivi mobili, è essenziale garantire che le reti supportino le tecnologie attuali e future, come l’AI. Reti con connettività differenziata, ottimizzate per specifiche applicazioni, sono vitali per sfruttare il potenziale del 5G in ambito industriale e nelle infrastrutture critiche.
A che punto siamo nella transizione da demo e casi d’uso a opportunità di monetizzazione concrete nel contesto del 5G? Quali sono i passi essenziali per capitalizzare le tecnologie attuali?
Il momento di passare dalle sperimentazioni su piccola scala alla realtà commerciale è adesso. Al recente Mobile World Congress, diversi operatori hanno mostrato progetti concreti che sfruttano il 5G evoluto, costruendo reti di nuova generazione per applicazioni industriali, infrastrutture e consumatori. Tuttavia, l’Europa e l’Italia sono ancora in ritardo. È necessario un consolidamento del mercato per facilitare gli investimenti, oltre a normative più favorevoli e una maggiore consapevolezza da parte degli attori industriali sul valore del 5G.
Può descrivere come le demo immersive presentate al MWC, come il viaggio in tram con realtà aumentata, mostrano la direzione futura di Ericsson nelle esperienze avanzate per gli utenti? Come queste tecnologie migliorano l’engagement dei consumatori?
Ericsson ha utilizzato la metafora del tram per proiettare i visitatori in un viaggio verso il futuro. Tecnologie come la realtà aumentata e i wearable (occhiali intelligenti, visori) rappresentano chiaramente le applicazioni consumer che sfruttano l’innovazione tecnologica e le potenzialità dell’AI. Le reti 5G evolute sono fondamentali per garantire un’esperienza fluida, senza interruzioni, e con bassa latenza, offrendo connettività di alta qualità anche durante attività come il gaming o i viaggi ad alta velocità. In eventi affollati, come concerti o manifestazioni sportive, una connessione instabile può influenzare negativamente l’utente, aumentando la probabilità che cambi operatore. Con il 5G di nuova generazione, è possibile fornire connettività premium anche in queste situazioni.
In che modo Ericsson collabora con gli operatori telco e altri partner tecnologici per promuovere un ecosistema di rete più aperto e collaborativo? Quali sono le sfide e le opportunità principali in questo processo?
La collaborazione e l’ecosistema sono elementi centrali per Ericsson. L’azienda promuove un approccio che unisce operatori telco e altri attori tecnologici per creare un mercato ricco di soluzioni di valore per il mondo enterprise. Un esempio è Aduna, una joint venture lanciata lo scorso settembre, che mira a rendere disponibili le capacità delle reti 5G di nuova generazione attraverso un modello aperto, robusto e sicuro. Questo approccio consente agli sviluppatori di creare nuove applicazioni sfruttando il pieno potenziale del 5G, favorendo la nascita di un mercato delle API che permetta una crescita rapida e sostenibile. Tuttavia, ciò richiede un cambio di mentalità basato su fiducia, trasparenza e collaborazione tra gli attori coinvolti.
Considerando lo sviluppo rapido delle tecnologie 5G e AI in regioni come Stati Uniti e Cina, come valuta la posizione competitiva dell’Europa? Quali strategie sta adottando Ericsson per colmare il divario e quali barriere devono essere superate?
Per l’Europa, è cruciale ridurre il divario rispetto ad altre regioni per sfruttare appieno le tecnologie chiave per la competitività globale. Ericsson collabora con i paesi europei e le istituzioni dell’Unione Europea, stimolando l’adozione di strategie delineate nel rapporto Draghi. La priorità è creare quadri regolatori che eliminino gli ostacoli alla competizione, semplifichino le normative e leghino le licenze per lo spettro all’espansione delle reti. La strategia è chiara: ora è il momento di attuarla.
Economia
Crescono molestie e violenze sul lavoro, Inail: 6.813 aggressioni e minacce nel 2023

Le molestie e le violenze nei luoghi di lavoro sono in aumento. Secondo i dati sugli infortuni sul lavoro forniti dall’Inail, nel 2023 si sono registrati 6.813 episodi di aggressioni e minacce, un numero secondo solo al picco del 2019. Rispetto al 2022, si evidenzia un incremento dell’8,6%, con una crescita maggiore tra le donne (+14,6%) rispetto agli uomini (+3,8%). Questi dati sono discussi nell’ultima edizione del periodico Dati Inail, curato dalla Consulenza statistico-attuariale dell’Istituto, che rileva come il 61% di tali episodi sia riconducibile a persone esterne all’azienda, come durante rapine o aggressioni a sanitari e autisti, mentre il restante riguarda conflitti tra colleghi.
Analizzando il periodo 2019-2023, si nota che quasi il 45% degli infortuni legati a violenze e aggressioni ha coinvolto le lavoratrici, percentuale salita al 48% nell’ultimo anno. Le donne coinvolte hanno un’età media più alta rispetto agli uomini: circa quattro su dieci hanno più di 50 anni, con un divario di otto punti rispetto ai colleghi della stessa fascia d’età.
La quasi totalità dei casi (circa il 90%) riguarda la gestione assicurativa dell’industria e dei servizi, mentre il restante coinvolge il settore pubblico (9%) e l’agricoltura (1%). Nel settore industria e servizi, il 43% delle vittime opera nella sanità e nell’assistenza sociale, il 15% nei trasporti e magazzinaggio, e il 10% nei servizi di noleggio e supporto alle imprese. Per quanto riguarda le donne, la sanità e assistenza sociale rappresentano il contesto più critico, concentrando il 70% delle aggressioni subite.
Tra il 2019 e il 2023 sono stati registrati 14 decessi legati a violenze e molestie sul lavoro. Nella maggior parte dei casi (oltre il 90%), tali infortuni non hanno causato postumi invalidanti permanenti. Tuttavia, considerando postumi di inabilità superiori all’1%, il grado medio di invalidità è del 5%. Le diagnosi più comuni includono contusioni (56% dei casi, senza differenze tra generi), seguite da lussazioni (19%, con un 22% tra le donne) e fratture (11%, con un 13% tra gli uomini). La testa è la parte del corpo più frequentemente coinvolta (30% dei casi), seguita dagli arti superiori (25%). Dei 14 decessi riconosciuti dall’Inail nel periodo analizzato, due hanno riguardato lavoratrici.
In parallelo, si osserva un aumento delle denunce di patologie professionali psichiche. Secondo l’Inail, tra il 2019 e il 2023 sono stati segnalati oltre 2.000 casi di disturbi psichici e comportamentali, con una media di circa 400 denunce annue, confermata anche dai dati provvisori del 2024.
Sebbene queste patologie rappresentino solo lo 0,7% delle tecnopatie denunciate in Italia, i problemi di stress, ansia e depressione sono tra i più comuni sia in Italia che in Europa. Ambienti di lavoro stressanti, carichi di lavoro eccessivi, discriminazioni e molestie psicologiche o sessuali possono causare gravi rischi per la salute mentale, soprattutto in assenza di supporto psicologico. Già nel 2020, l’OMS aveva evidenziato che la depressione era in rapida ascesa, configurandosi come la malattia mentale più diffusa al mondo e la seconda patologia globale dopo quelle cardiovascolari.
Economia
Glo presenta ‘hyper portal’ di Picchi, viaggio immersivo tra arte design e...

Quando arte, design e tecnologia si incontrano, nasce una dimensione unica e sorprendente. glo, il marchio di punta di Bat Italia per i dispositivi scalda stick per adulti, rafforza il suo ruolo di promotore culturale con il progetto “glo for art”. In occasione della Milano Design Week 2025, presenta Hyper Portal: un’installazione sensoriale che intreccia creatività, tecnologia e arte in un’esperienza indimenticabile. Creata dall’artista Michela Picchi, riconosciuta per il suo stile pop e surrealista, l’opera interpreta il tema del Fuorisalone 2025, “Mondi Connessi”, integrando i valori del brand basati su positività, convivialità e condivisione. Questa straordinaria installazione, una sinfonia di luci, colori e forme, abbassa le barriere tra spettatore e opera, invitando il pubblico a diventare parte attiva del processo artistico. Dal 7 al 13 aprile, Hyper Portal sarà al centro del glo Creative Hub, situato in Palazzo Moscova 18, nel cuore del Brera District, uno dei luoghi più emblematici del Fuorisalone.
La Milano Design Week sarà anche l’occasione per celebrare una nuova collaborazione tra glo e il mondo della moda. Insieme al marchio Suns, pioniere del daywear tecnico e sporty-chic, glo lancia una collezione esclusiva che unisce innovazione, design e tecnologia. Questo incontro tra due realtà distintive segna un passo avanti nell’integrazione tra lifestyle e tecnologia, offrendo una visione moderna e creativa del futuro.
Hyper Portal, progettato da Michela Picchi, è un’esperienza sensoriale che sfida i limiti tra tecnologia e arte. L’opera esplora il concetto di un futuro iperconnesso, un universo in continuo movimento dove ogni gesto e interazione del pubblico trasforma lo spazio circostante. Il portale d’ingresso, simbolo di apertura e connessione, invita i visitatori a intraprendere un viaggio immersivo, rendendoli co-creatori dell’opera. Con il suo inconfondibile stile pop e surrealista, Picchi utilizza forme dinamiche e colori vibranti che si evolvono in tempo reale, creando un paesaggio sempre mutevole. Ogni interazione aggiunge una nuova dimensione all’opera, che si anima e cresce grazie alle azioni del pubblico. Le caratteristiche distintive dei dispositivi glo Hyper pro si fondono nell’ambiente circostante, rappresentando l’unione tra arte e innovazione tecnologica.
Il viaggio proposto da Hyper Portal è anche un’esplorazione del rapporto tra individuo e collettività. Esso invita i visitatori a riflettere sul proprio ruolo nella creazione di connessioni, dove ogni movimento individuale contribuisce a plasmare un’esperienza collettiva. Questo approccio stimola i sensi e promuove la condivisione, incarnando i valori positivi e inclusivi di glo.
“Con Hyper Portal e Michela Picchi, Bat Italia combina arte, design e tecnologia per offrire un’esperienza immersiva che supera il semplice intrattenimento, rendendo l’arte accessibile e interattiva”, afferma Fabio de Petris, Presidente e Amministratore Delegato di Bat Italia. “Questo progetto riflette il nostro impegno per un futuro migliore, in linea con la vision A Better Tomorrow™, attraverso sostenibilità, innovazione e accessibilità. Siamo determinati a migliorare costantemente le nostre pratiche aziendali, investendo in tecnologie innovative e soluzioni che riducono l’impatto ambientale. Essere pionieri nelle nuove categorie di prodotti ci consente di affrontare le sfide future, contribuendo a un cambiamento positivo per le generazioni a venire”.
“Un’esplosione di colori, forme fluide e un’esperienza pop e surrealista unita a tecnologia e design: Hyper Portal è un viaggio immersivo dove il pubblico, attraverso le proprie azioni, crea mondi interconnessi, diventando co-protagonista dell’opera stessa, in perfetta armonia con la visione di glo”, commenta Michela Picchi. Durante la Milano Design Week 2025, glo debutta anche nel settore della moda con una collaborazione esclusiva con Suns. Da questa sinergia nasce una collezione limitata, pensata per l’estate, che riflette i valori condivisi dai due brand: innovazione, self-expression, funzionalità, ottimismo e uno stile unico. La collezione sarà presentata in anteprima durante l’evento.
18+ Only. Prodotto destinato esclusivamente a consumatori adulti. Questo prodotto contiene nicotina, che crea dipendenza.
Economia
Clima, dal caldo super agli eventi estremi: i record negativi del 2024

“I segnali evidenti del cambiamento climatico provocato dalle attività umane hanno raggiunto nuovi massimi storici nel 2024, con alcune conseguenze che potrebbero essere irreversibili per centinaia o migliaia di anni”. Questo è quanto emerge dal rapporto dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), intitolato “State of Global Climate”, che sottolinea i pesanti impatti economici e sociali legati agli eventi meteorologici estremi.
Secondo il rapporto, il 2024 potrebbe essere stato il primo anno in cui la temperatura media globale ha superato di oltre 1,5°C i livelli preindustriali. La temperatura media globale vicino alla superficie ha raggiunto i 1,55°C ± 0,13°C rispetto alla media del periodo 1850-1900, rendendo il 2024 l’anno più caldo registrato negli ultimi 175 anni.
“Anche se un solo anno con temperature superiori a 1,5°C non significa che gli obiettivi a lungo termine dell’Accordo di Parigi siano irraggiungibili, rappresenta un chiaro avvertimento dei crescenti rischi per le nostre vite, le economie e l’intero Pianeta,” ha dichiarato Celeste Saulo, Segretario Generale del WMO.
Il documento evidenzia che la concentrazione di CO2 atmosferica ha raggiunto i valori più alti degli ultimi 800.000 anni. Inoltre, l’ultimo decennio è stato uno dei più caldi mai registrati, con ciascuno degli ultimi otto anni che ha stabilito nuovi record per il contenuto di calore degli oceani. Le 18 estensioni minime di ghiaccio marino artico si sono verificate tutte negli ultimi 18 anni, mentre i tre livelli più bassi di ghiaccio antartico sono stati registrati negli ultimi tre anni. Tra il 2022 e il 2024, il bilancio di massa glaciale ha raggiunto il valore triennale più negativo mai osservato, con perdite eccezionali in Norvegia, Svezia, Svalbard e nelle Ande tropicali. “Il ritiro dei ghiacciai non solo aumenta i pericoli immediati, ma ha anche effetti devastanti su economie, ecosistemi e sicurezza idrica a lungo termine,” avverte il WMO.
Un altro dato preoccupante è il tasso di innalzamento del livello del mare, che è raddoppiato dall’inizio delle misurazioni satellitari, segnalando un’accelerazione del fenomeno.
CONCENTRAZIONI RECORD DI GAS SERRA – Secondo il report, le concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica, metano e protossido di azoto hanno raggiunto i livelli più alti degli ultimi 800.000 anni. Nel 2023, la concentrazione di CO2 era di 420,0 ± 0,1 ppm, 2,3 ppm in più rispetto al 2022, rappresentando il 151% del livello preindustriale. Questo corrisponde a 3.276 gigatonnellate (Gt) di CO2 presenti nell’atmosfera.
EVENTI METEOROLOGICI ESTREMI – Gli eventi climatici estremi del 2024 hanno causato il numero più alto di spostamenti annuali dal 2008, distruggendo abitazioni, infrastrutture vitali, foreste, terreni agricoli e biodiversità. L’effetto combinato di crisi come conflitti, siccità e prezzi elevati dei prodotti alimentari ha aggravato le emergenze alimentari in 18 Paesi entro la metà del 2024. Tra gli eventi più devastanti del 2024 ci sono stati i cicloni tropicali, responsabili di danni significativi.
Finanza
Fincantieri: Kepler raddoppia target price a 11,70 euro, oltre il massimo storico del...

Il titolo Fincantieri continua a registrare una crescita significativa, mantenendo una tendenza positiva sul mercato. Dopo che Banca Akros ha rivisto al rialzo il target price lunedì, oggi è stata la volta di Kepler Cheuvreux, che ha aggiornato le sue previsioni aumentando il prezzo obiettivo da 5,7 a 11,7 euro, segnando un incremento del +105,3%. Questo valore supera il massimo storico del titolo, confermando il trend favorevole della società. Attualmente, il target price medio del Gruppo, guidato dall’Amministratore Delegato e Direttore Generale Pierroberto Folgiero, si posiziona a 9,07 euro.
Uno degli aspetti chiave considerati dagli analisti di Kepler è il segmento underwater. Oltre al core business tradizionale, Fincantieri sta puntando su questo nuovo mercato, sfruttando la sua esperienza centenaria nella costruzione di sommergibili. Questa strategia si inserisce in un contesto geopolitico complesso, caratterizzato da crescenti minacce di guerra ibrida e dalla necessità di proteggere le infrastrutture critiche subacquee.
Per supportare questa espansione, Fincantieri ha siglato diversi accordi con i principali attori del settore subacqueo e ha completato due importanti acquisizioni: Remazel nel 2024 e Wass nei primi giorni del 2025. Per finanziare l’acquisto di Wass, l’azienda ha lanciato un aumento di capitale di 400 milioni di euro, concluso con successo nel luglio 2024.
Grazie a questa operazione, insieme ai risultati trimestrali in costante crescita e superiori alle aspettative, la capitalizzazione di mercato di Fincantieri ha raggiunto un livello record di 3,75 miliardi di euro. Questo rappresenta un notevole salto rispetto ai 1,4 miliardi al momento della quotazione in Borsa nel 2014 e agli 827 milioni registrati il 29 febbraio 2024. Anche con l’effetto diluitivo derivante dall’aumento di capitale, la capitalizzazione attuale di 3,67 miliardi di euro supera ampiamente quella del 2018, quando si attestava a 2,4 miliardi di euro, periodo in cui il titolo aveva raggiunto il suo massimo storico.
Economia
Ladisa, nel 2024 previsto utile +35% a 1,6 milioni, ricavi +7% a 195 milioni

Ladisa Srl, una delle aziende leader nel settore della ristorazione collettiva e nella distribuzione di prodotti alimentari, ha recentemente presentato le proprie proiezioni economico-finanziarie per l’anno 2024, evidenziando una crescita costante e un posizionamento solido sul mercato. I dati previsionali indicano che i ricavi dovrebbero raggiungere i 195 milioni di euro, segnando un incremento del 7% rispetto all’anno precedente. Questo risultato riflette la capacità di Ladisa di adattarsi e crescere in un contesto economico in continua evoluzione. Anche l’Ebitda, stimato in 10 milioni di euro, e l’utile netto, previsto a 1,6 milioni di euro con un aumento del 35%, testimoniano la solidità dell’azienda. Inoltre, la Posizione Finanziaria Netta (Pfn) registra un miglioramento di circa 5 milioni di euro, raggiungendo un valore di 23 milioni di euro. Questi risultati confermano l’efficacia della gestione strategica e l’attenzione dell’azienda alla qualità del servizio.
Un elemento chiave per il futuro di Ladisa è la sua strategia di crescita a medio-lungo termine. L’azienda punta a raggiungere un fatturato totale di 350 milioni di euro entro i prossimi tre anni, un obiettivo ambizioso che si basa sull’espansione del portafoglio clienti e sull’acquisizione di nuovi contratti di grande valore. Tra i più significativi, spiccano gli accordi con il Ministero della Difesa, per un valore complessivo di 165 milioni di euro, e una recente aggiudicazione con il Ministero dell’Interno, del valore di 14 milioni di euro. Questi contratti non solo evidenziano la affidabilità e la competenza di Ladisa nel collaborare con importanti enti pubblici, ma rappresentano anche una dimostrazione di fiducia da parte del mercato verso l’azienda.
Grazie a questi risultati, Ladisa si conferma tra i principali protagonisti del settore, con una visione chiara e obiettivi ambiziosi per il futuro. La continua espansione, unita al valore dei contratti acquisiti e alla gestione efficace delle risorse, lascia presagire un futuro ricco di opportunità per l’azienda. Ladisa si prepara a rafforzare ulteriormente la propria presenza sia sul mercato nazionale che internazionale, costruendo la propria crescita su basi solide. La sua forza economica e il ruolo di partner di fiducia per enti pubblici di rilievo rappresentano i pilastri su cui l’azienda intende consolidare la sua posizione competitiva nel panorama delle imprese italiane.
Economia
Esonero canone Rai 2025: come funziona

Quest’anno non sarà più applicato lo sconto in bolletta per il pagamento del canone Rai. Mentre nel 2024 l’importo era stato ridotto a 70 euro, per il 2025 la cifra torna a essere di 90 euro.
Nonostante ciò, anche nel 2025 ci sono alcune categorie che possono beneficiare dell’esonero dal pagamento dell’imposta, grazie a specifiche condizioni.
Il canone Rai è richiesto a chiunque possieda una televisione o un apparecchio capace di ricevere segnali televisivi. Tuttavia, chi dichiara di non possedere tali dispositivi ha la possibilità di richiedere l’esenzione.
L’esonero è previsto inoltre per gli anziani che hanno più di 75 anni e un reddito basso, oltre che per diplomatici e militari stranieri.
Per tutti coloro che possiedono una televisione o un dispositivo simile, il pagamento del canone Rai è obbligatorio, indipendentemente dall’uso che ne viene fatto. Tuttavia, chi non possiede tali apparecchi può presentare la richiesta di esenzione.
In questi casi, è possibile inoltrare una domanda di disdetta, anche se il richiedente è titolare di un’utenza elettrica per uso domestico residenziale, dato che il canone viene addebitato in bolletta.
Per ottenere l’esonero, è necessario inviare una domanda all’Agenzia delle Entrate utilizzando il modulo di dichiarazione di non detenzione di apparecchio televisivo, disponibile sul sito ufficiale. Questo modulo va compilato nella sezione Quadro A.
Chi non possiede una televisione deve presentare la richiesta entro il 31 gennaio per ottenere l’esenzione per l’intero anno. Se invece la domanda viene inoltrata entro il 30 giugno 2025, l’esonero sarà valido solo per il secondo semestre.
La dichiarazione sostitutiva deve essere rinnovata annualmente. È possibile inviarla online tramite il sito dell’Agenzia, tramite intermediari abilitati, via PEC all’indirizzo “cp22.canonetv@postacertificata.rai.it”, o via raccomandata all’indirizzo: “Agenzia delle Entrate – Direzione Provinciale I di Torino – Ufficio Canone TV – Casella postale 22 – 10121 Torino”.
Per gli anziani con redditi bassi, anche nel 2025 è previsto l’esonero dal pagamento del canone Rai, a condizione che si rispettino questi requisiti:
- Età superiore a 75 anni;
- Reddito annuo non superiore a 8.000 euro, includendo anche il reddito del coniuge;
- Non convivere con altri soggetti con redditi propri, ad eccezione del coniuge o di collaboratori domestici, colf e badanti.
Per ottenere l’esenzione, bisogna considerare la data in cui si compiono i 75 anni:
- Se l’età viene raggiunta entro il 31 gennaio 2025, l’esonero coprirà l’intero anno;
- Se si raggiungono i 75 anni entro il 31 luglio 2025, l’esonero sarà valido per il secondo semestre;
- Se si compiono 75 anni dopo il 31 luglio 2025, l’esonero sarà applicato a partire dal 2026.
Chi ha già presentato la domanda in passato non dovrà inviarla nuovamente. I moduli necessari sono disponibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
Un altro caso di esonero riguarda i diplomatici, i funzionari e gli impiegati consolari, i membri di organizzazioni internazionali con esenzione prevista da specifici accordi, oltre ai militari stranieri e al personale civile non residente in Italia appartenente alle forze NATO di stanza nel paese.
In queste situazioni, è necessario presentare una dichiarazione accompagnata da un documento di riconoscimento valido, inviandola tramite raccomandata o all’indirizzo PEC già menzionato. Non sono previste scadenze per questa tipologia di richiesta.
Finanza
Finanza: raccolta del private equity a 7 miliardi nel 2024, boom del 77%

Il mercato italiano del private equity e del venture capital ha registrato una crescita significativa nel 2024, con una raccolta che ha raggiunto quasi 7 miliardi di euro, segnando un aumento del 77% rispetto all’anno precedente. Secondo l’analisi condotta da Aifi e PwC Italy, la raccolta ha totalizzato 6.673 milioni di euro, di cui 5.906 milioni provenienti direttamente dal mercato. Gli operatori attivi nel fundraising sono passati da 35 a 42 rispetto al 2023. Sul fronte della provenienza geografica dei fondi, il 66% è stato raccolto in Italia, mentre il 34% ha avuto origine da investitori esteri. Tra le fonti principali, i fondi pensione e le casse di previdenza hanno contribuito per il 17% (984 milioni di euro), seguiti dal settore pubblico (16%, 937 milioni) e dai fondi di fondi privati (10%, 577 milioni).
Gli investimenti effettuati dagli operatori nello stesso anno hanno raggiunto un totale di 14.903 milioni di euro, in crescita dell’83% rispetto al 2023. Questo incremento è stato alimentato da un aumento delle operazioni di grandi dimensioni, sia nel settore delle infrastrutture che in quello dei buy out. Nel 2024 sono stati conclusi 10 large deal e 6 mega deal, rappresentando complessivamente il 59% del totale investito (8.833 milioni di euro). In confronto, nel 2023 si erano registrati solo 6 large deal e 4 mega deal, che avevano rappresentato il 36% del totale investito (2.927 milioni di euro). Le operazioni di dimensioni più contenute (small e medium deal) hanno raggiunto un valore record di 6.070 milioni di euro. Complessivamente, il numero di operazioni è leggermente diminuito, passando da 750 nel 2023 a 732 nel 2024, con il venture capital che si è confermato un motore chiave del settore.
Nel segmento early stage (seed, start-up e later stage), si è registrata una diminuzione del 5% nel numero di operazioni (437 rispetto alle 458 del 2023), ma un incremento del 22% nell’ammontare investito, che è passato da 762 a 927 milioni di euro. I buy out si sono distinti, totalizzando 6.530 milioni di euro attraverso 185 operazioni, con un aumento del 19% dell’ammontare e del 9% nel numero rispetto all’anno precedente. Questo segmento ha rappresentato il 44% del totale investito nel 2024.
Gli investimenti in infrastrutture hanno subito una diminuzione del numero di operazioni, scendendo a 39 (-11% rispetto alle 44 del 2023). Tuttavia, l’ammontare investito ha raggiunto 6.162 milioni di euro, rispetto ai 937 milioni del 2023, grazie a operazioni di grande portata. Il segmento expansion, invece, ha visto un calo sia in termini di ammontare investito (695 milioni, –26%) sia nel numero di operazioni (56, –18% rispetto alle 68 del 2023).
Dal punto di vista della provenienza degli investimenti, gli operatori internazionali hanno mantenuto un forte interesse per il mercato italiano, contribuendo al 71% del totale investito nel 2024 (10.645 milioni di euro). Secondo Innocenzo Cipolletta, presidente di Aifi, “il 2024 si caratterizza per il ritorno di operazioni di grandi dimensioni, portando gli investimenti complessivi a 15 miliardi di euro, il secondo valore più alto mai registrato”. Tuttavia, Cipolletta ha espresso preoccupazione per il calo delle operazioni di capitale per lo sviluppo, che si sono fermate a 56 nel corso dell’anno. Francesco Giordano, Partner di PwC Italy, ha sottolineato “la ripresa dei large e mega deals, accompagnata da una crescita significativa dei disinvestimenti e della raccolta, sempre più focalizzata a livello domestico, segno che gli investitori istituzionali italiani stanno riconoscendo le opportunità offerte dal private equity”.
Finanza
Borsa: Piazza Affari torna ai massimi dal 2007, oggi riunione della Fed

Quota 39.533 punti. Piazza Affari si distingue per la sua performance positiva, registrando oggi, 19 marzo, un’apertura dei mercati con un forte slancio. Ieri, grazie a un incremento dell’1,31% nel Ftse Mib, ha segnato la terza seduta consecutiva di crescita iniziata venerdì scorso, posizionandosi in vetta tra le principali borse europee. Per confronto, Francoforte ha chiuso con un guadagno dell’1,02%, seguita da Londra con lo 0,31% e Parigi con lo 0,50%.
Questi livelli raggiunti dalla Borsa Italiana non si vedevano dalla fine del 2007. Il rialzo è stato innescato dall’approvazione del Bundestag per il superamento del freno sul debito pubblico e dalla possibilità di istituire un fondo europeo da 500 miliardi di euro destinato a investimenti in infrastrutture e difesa.
In controtendenza, Wall Street ha chiuso in calo in attesa della riunione odierna della Fed e della conferenza stampa del presidente Jerome Powell. Il Dow Jones ha perso lo 0,62%, l’S&P è sceso di oltre l’1% e il Nasdaq ha registrato una flessione dell’1,171%. Gli esperti internazionali non prevedono variazioni nei tassi di interesse da parte della banca centrale americana.
Nel frattempo, a Piazza Affari, dopo pochi minuti dall’apertura delle contrattazioni, brilla Leonardo, ex Finmeccanica, che segna un rialzo del 2,18%. Buona performance anche per Banca Monte Paschi Siena, con un incremento dell’1,42%. Tra i titoli energetici, si distinguono Terna a +0,73% ed Eni a +0,47%.
Invece, partono in difficoltà Prysmian, che cala dell’1,88%, e Stmicroelectronics, con una flessione del 1,55%. Anche Moncler e Stellantis subiscono ribassi, rispettivamente del 1,53% e 1,12%.
Finanza
Eni: in Africa occidentale si rafforza collaborazione con Vitol

Eni ha raggiunto un accordo con Vitol per la cessione di partecipazioni in alcuni suoi asset energetici situati in Costa d’Avorio e nella Repubblica del Congo. Il valore complessivo dell’operazione ammonta a 1,65 miliardi di dollari, con una data di efficacia economica fissata al 1° gennaio 2024, soggetta a eventuali aggiustamenti contrattuali al momento della conclusione dell’accordo.
In particolare, Vitol acquisirà quote in asset produttivi di petrolio e gas, nonché in blocchi in fase di esplorazione, valutazione e sviluppo. Nel progetto Baleine, localizzato in Costa d’Avorio, dove Eni detiene una quota del 77,25%, Vitol otterrà il 30%. Nel progetto Congo LNG, situato nella Repubblica del Congo, dove Eni possiede il 65%, Vitol acquisirà una partecipazione del 25%. Questo accordo rafforza ulteriormente la partnership tra le due aziende, già collaboratrici nei progetti OCTP e Block 4 in Ghana.
L’operazione è in linea con la strategia di Eni di ottimizzare le sue attività upstream tramite un riequilibrio del portafoglio. Questo include la valorizzazione anticipata delle scoperte esplorative attraverso una riduzione delle partecipazioni, noto come modello dual exploration. Da parte sua, Vitol vanta una lunga esperienza nel settore upstream dell’Africa occidentale e dispone di un ampio portafoglio di investimenti anche nel settore infrastrutturale e downstream. La chiusura dell’accordo dipenderà dal soddisfacimento di alcune condizioni preliminari, inclusa l’approvazione da parte delle autorità competenti.
Il progetto Baleine, il primo di Eni in Costa d’Avorio e il primo a zero emissioni in Africa, è stato scoperto nel 2021, segnando un’importante scoperta commerciale nel Paese dopo 20 anni. Attualmente, il giacimento produce oltre 60.000 barili al giorno, ma con la Fase 3, ancora in fase di studio, la produzione potrebbe raggiungere i 150.000 barili di petrolio al giorno e 200 milioni di piedi cubi di gas associato. Tutto il gas associato sarà destinato al mercato interno, contribuendo a migliorare l’accesso all’energia e posizionando la Costa d’Avorio come un hub energetico regionale. Il progetto include numerose iniziative per la compensazione delle emissioni, consolidando il suo status come primo sviluppo net-zero nel continente africano.
Per quanto riguarda il progetto Congo LNG, questo ha avviato l’esportazione di gas liquefatto nel febbraio 2024, contribuendo significativamente al mercato energetico globale e inserendo la Repubblica del Congo tra gli esportatori di GNL. Attualmente, la produzione annuale è di 1 miliardo di metri cubi, ma con l’inizio della seconda fase prevista per la fine del 2025, le esportazioni di gas raggiungeranno i 4,5 miliardi di metri cubi all’anno.
Fintech
Come la tecnologia Blockchain sta rivoluzionando il settore finanziario

Nel cuore della rivoluzione digitale che sta cambiando il nostro modo di vivere, lavorare e interagire, una delle tecnologie che sta facendo più rumore è la blockchain. Questo sistema decentralizzato, che permette di registrare e tracciare transazioni in modo sicuro e trasparente, sta rapidamente guadagnando terreno nel settore finanziario. Se ti stai chiedendo come acquistare USDC, una delle stablecoin più conosciute, è un segno di come la blockchain stia influenzando anche il modo in cui gestiamo il denaro e gli investimenti. Con la blockchain, il futuro della finanza è decisamente più trasparente, sicuro e accessibile a tutti.
La Blockchain: una rivoluzione nella gestione dei dati
Per comprendere appieno l’impatto che la blockchain ha sul settore finanziario, è fondamentale partire da come funziona questa tecnologia. Immagina una grande catena di blocchi: ogni blocco è un registro di una transazione. Una volta che un blocco viene aggiunto alla catena, non può essere modificato. Ciò garantisce che tutte le informazioni siano sicure e immutabili, eliminando il rischio di frodi o alterazioni.
Nel contesto finanziario, questa caratteristica è cruciale. Ogni transazione, che si tratti di un pagamento, di un investimento o di un prestito, può essere tracciata in modo trasparente e sicuro sulla blockchain. Non è necessario fare affidamento su un’entità centrale come una banca o un’agenzia di regolamentazione, poiché il sistema stesso garantisce la veridicità e la sicurezza delle transazioni.
La blockchain ha quindi il potenziale di ridurre drasticamente i costi legati ai sistemi bancari tradizionali, che dipendono da intermediari per verificare e registrare le transazioni. Eliminando la necessità di intermediari, la blockchain permette alle transazioni di essere effettuate più velocemente e a un costo inferiore, con enormi vantaggi sia per le imprese che per i consumatori.
Stablecoin: il ponte tracriptovalute e valute tradizionali
Una delle innovazioni più significative portate dalla blockchain nel settore finanziario è l’emergere delle stablecoin. Queste criptovalute, come il USDC, sono progettate per mantenere un valore stabile, spesso legato a una valuta tradizionale come il dollaro statunitense. Le stablecoin offrono così una via di mezzo tra il mondo volatile delle criptovalute e il mondo più stabile delle valute fiat.
Le stablecoin sono diventate particolarmente popolari nei pagamenti internazionali, dove le fluttuazioni dei tassi di cambio possono rappresentare un rischio significativo. Con le stablecoin, è possibile effettuare transazioni rapide e sicure senza doversi preoccupare delle oscillazioni del valore della moneta. Inoltre, la blockchain garantisce che ogni transazione sia tracciata e verificata, riducendo al minimo il rischio di errori o frodi.
Nel contesto della finanza personale, le stablecoin possono anche semplificare il processo di investimento. Ad esempio, chi desidera acquistare USDC può farlo con facilità, riducendo l’esposizione alle fluttuazioni dei mercati delle criptovalute tradizionali, mantenendo comunque la possibilità di trasferire fondi in modo rapido e sicuro.
La finanza decentralizzata (DeFi): un nuovo modo di fare banca
Un altro aspetto fondamentale della blockchain che sta rivoluzionando il settore finanziario è la finanza decentralizzata, o DeFi. La DeFi si riferisce all’uso di applicazioni basate su blockchain per offrire servizi finanziari tradizionali, come prestiti, assicurazioni e investimenti, senza la necessità di intermediari. Utilizzando smart contracts e blockchain, la DeFi permette alle persone di accedere a questi servizi in modo diretto, senza dover passare attraverso banche o istituzioni finanziarie.
Un esempio pratico di DeFi è la possibilità di prendere in prestito o prestare denaro tramite piattaforme decentralizzate. In passato, questo tipo di transazione avrebbe richiesto l’intervento di una banca, che avrebbe valutato la solvibilità del prestatore e dell’indebitato. Con la DeFi, tutto avviene in modo automatico tramite smart contracts, che verificano e eseguono le transazioni in base a regole predefinite. Questo non solo riduce i costi, ma aumenta anche l’accessibilità ai servizi finanziari, soprattutto per coloro che non hanno accesso ai sistemi bancari tradizionali.
La DeFi ha aperto anche nuove opportunità di investimento. Grazie alla blockchain, è possibile partecipare a pool di liquidità, guadagnando interessi sui propri investimenti senza dover passare attraverso una banca o un broker. I rendimenti sono spesso superiori a quelli offerti dai conti di risparmio tradizionali, attirando così molti investitori che cercano opportunità di guadagno alternative.
Il settore bancario e la Blockchain: Un’alleata o una minaccia?
Sebbene la blockchain abbia il potenziale per trasformare il settore bancario, le istituzioni finanziarie tradizionali non sono sempre entusiaste dell’idea. Le banche, che si sono costruite su un sistema centralizzato di gestione delle transazioni, potrebbero vedere la blockchain come una minaccia alla loro autorità e ai loro profitti. Tuttavia, molte banche stanno già cercando di adattarsi a questa nuova realtà.
Alcune delle principali banche mondiali stanno investendo nella tecnologia blockchain per migliorare l’efficienza dei propri sistemi di pagamento, ridurre i costi delle transazioni internazionali e migliorare la sicurezza delle operazioni. Inoltre, le blockchain private, che sono più controllate e sicure, sono utilizzate da molte istituzioni finanziarie per la gestione dei dati e delle transazioni interne.
In ogni caso, la blockchain sta lentamente cambiando il panorama bancario. Sebbene possa sembrare che stia minacciando il sistema tradizionale, in realtà sta contribuendo a creare un ambiente più sicuro, efficiente e trasparente per tutte le parti coinvolte.
I benefici della Blockchain per le transazioni internazionali
Un’altra area in cui la blockchain sta facendo la differenza è nelle transazioni internazionali. Tradizionalmente, l’invio di denaro da un paese all’altro comporta commissioni elevate, tempi di attesa lunghi e una burocrazia complessa. La blockchain semplifica questo processo, consentendo trasferimenti rapidi e a basso costo.
Le criptovalute, in particolare le stablecoin, stanno diventando sempre più popolari per i trasferimenti internazionali. Poiché non sono legate ai tassi di cambio delle valute tradizionali, le stablecoin riducono i costi di conversione e permettono transazioni più veloci rispetto ai metodi tradizionali. Inoltre, grazie alla blockchain, le transazioni sono tracciabili e sicure, riducendo al minimo i rischi di frode.
Nel contesto delle remesse internazionali, dove molte persone inviano denaro ai propri familiari in altri paesi, la blockchain sta permettendo di inviare denaro in modo più economico e veloce. Inoltre, grazie alla blockchain, è possibile trasferire piccole somme di denaro senza preoccuparsi delle commissioni elevate, rendendo così i trasferimenti più accessibili.
Il futuro della Blockchain nel settore finanziario
Il futuro della blockchain nel settore finanziario sembra promettente. Con l’aumento della fiducia nelle criptovalute e il miglioramento della tecnologia, è probabile che vedremo un’adozione sempre più ampia della blockchain nei servizi finanziari tradizionali e nelle nuove forme di finanza decentralizzata.
Le innovazioni che la blockchain sta portando, come le stablecoin, la DeFi e i sistemi di pagamento decentralizzati, stanno cambiando il modo in cui pensiamo alla gestione del denaro. Con la possibilità di ridurre i costi, aumentare la velocità delle transazioni e migliorare la sicurezza, la blockchain potrebbe diventare la norma nel settore finanziario nei prossimi anni.
Conclusione
La tecnologia blockchain sta rivoluzionando il settore finanziario in modi che solo pochi anni fa sembravano impensabili. Con l’introduzione delle stablecoin, la crescita della finanza decentralizzata e la maggiore efficienza dei pagamenti internazionali, la blockchain sta cambiando il volto della finanza. Mentre il settore continua a evolversi, possiamo aspettarci che la blockchain diventi una parte sempre più integrata del nostro sistema finanziario globale.
Economia
Cosmetica, a Bruxelles 16 grandi marchi chiedono dialogo per nuove norme

Le sedici aziende dell’Alleanza “Value of Beauty”, avviata nel febbraio 2024, hanno presentato a Bruxelles uno studio curato da Oxford Economics sull’impatto socioeconomico del settore cosmetico. Tra i membri spiccano nomi prestigiosi come L’Oréal, Kiko Milano, Beiersdorf e Iff. L’obiettivo è sfruttare le opportunità offerte dalla Commissione europea per promuovere la semplificazione normativa e avviare un dialogo strategico sul futuro, sul modello di quanto avvenuto per agricoltura e automotive.
Il comparto cosmetico sta monitorando con attenzione l’evoluzione delle leggi europee vincolanti sulle biotecnologie e la strategia per la bioeconomia, che la Commissione ha promesso di presentare entro la fine dell’anno. Inoltre, si osservano gli sviluppi delle relazioni commerciali tra gli Stati Uniti e l’Unione europea, influenzate dai recenti dazi imposti da Washington.
“Cinque delle sette più grandi aziende del settore hanno la loro sede nell’Unione Europea,” ha dichiarato Nicolas Hieronimus, amministratore delegato del Gruppo L’Oréal, evidenziando l’importanza strategica del settore.
A Bruxelles, i membri dell’Alleanza hanno sollecitato politiche mirate alla produzione sostenibile di ingredienti e alla formazione di personale qualificato per valorizzare il potenziale dell’industria. Simone Dominici, CEO di Kiko Milano, ha sottolineato il beneficio psicologico e il ruolo positivo che la cura estetica svolge sulla salute mentale dei consumatori. Lo studio di Oxford Economics ha messo in luce che la spesa per i prodotti di bellezza e cura personale nell’UE ha superato i 180 miliardi di euro, creando oltre tre milioni di posti di lavoro, una cifra superiore alla forza lavoro combinata di 13 Stati membri.
Il rapporto evidenzia inoltre i costi elevati sostenuti dall’industria cosmetica, che rendono necessaria una revisione della direttiva sulle acque reflue. Con un contributo giornaliero di 496 milioni di euro e 3,2 milioni di impieghi, l’Alleanza chiede che tutti i settori responsabili dei microinquinanti nelle acque rispettino il principio “chi inquina paga”.
I sedici membri guardano anche al futuro della filiera, che include attori essenziali come agricoltori e produttori di vetro, fondamentali quanto le aziende di fragranze. L’attenzione è rivolta soprattutto alla revisione del regolamento Reach (Regulation on the registration, evaluation, authorisation and restriction of chemicals), che disciplina le sostanze chimiche nell’UE. L’Alleanza chiede che, oltre a questa misura del Green Deal, si proceda anche alla revisione del regolamento sui prodotti cosmetici.
L’obiettivo principale è ridurre gli oneri amministrativi, incentivare l’innovazione e mantenere un approccio basato sul rischio per la salute e la responsabilità ambientale. Ottimismo arriva dalla proposta della Commissione di introdurre esenzioni per alcune imprese, soprattutto piccole e medie imprese, considerate il pilastro del settore.
Durante la conferenza stampa, i leader aziendali hanno ribadito: “Vogliamo dedicare più tempo alla sostenibilità piuttosto che alla rendicontazione amministrativa.” L’iniziativa, che ha trovato spazio anche negli incontri con la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, evidenzia il ruolo della cosmetica nella cura dell’ambiente. L’Oréal ha già annunciato che, entro il 2030, il 100% della plastica utilizzata nei suoi imballaggi sarà derivata da fonti riciclate o bio-based.
Economia
Energia, con progetto Western CO-Western Engineering dati tracciabili grazie a...

La comunità energetica nazionale si estende su tutto il territorio italiano, sfruttando l’innovativa trasparenza offerta dalla blockchain. Dal 2018 ad oggi, è stato effettuato un investimento di un milione di euro che ha portato alla nascita di Rete Verde Italia. Questo progetto, ideato da Western CO e Western Engineering, si distingue non solo per le dimensioni delle comunità energetiche che saranno collegate attraverso cabine primarie di Enel, ma anche per la garanzia di dati tracciabili e accessibili.
Grazie a un sistema altamente innovativo, sarà possibile monitorare in tempo reale l’energia prodotta, consumata e scambiata dagli impianti. Questi dati verranno registrati su blockchain e resi disponibili tramite la piattaforma Westernchain. La comunità energetica, una volta a regime, potrà raggiungere un risparmio energetico fino al 40%.
Per operare nel terzo settore, Rete Verde Italia E.T.S. si è strutturata come Fondazione di partecipazione, con iscrizione al Runts, consolidando così il suo ruolo e la sua missione all’interno del panorama energetico nazionale.
Economia
Tabacco, Philip Morris punta a 1 mln dispositivi raccolti da inizio progetto Rec

In occasione della Giornata Mondiale del Riciclo, Philip Morris Italia rinnova il proprio impegno verso il progetto “Rec – Riciclo per Economia Circolare”. Questo programma, dedicato al recupero dei rifiuti generati dai dispositivi Iqos e Lil, così come dalla sigaretta elettronica Veev, si pone un nuovo traguardo: raccogliere 1 milione di dispositivi entro il 2025, a partire dal lancio avvenuto nel gennaio 2024. Già nell’autunno dello stesso anno, il progetto aveva superato anticipatamente il primo obiettivo, che prevedeva la raccolta di 500.000 dispositivi. L’azienda ha inoltre fissato un tasso medio di recupero superiore all’80% per le materie prime contenute nei dispositivi, come plastica, metalli, magneti, batterie al litio e circuiti elettronici.
Il progetto Rec si basa sulla restituzione gratuita dei dispositivi da parte dei consumatori, possibile presso i punti vendita Iqos e le tabaccherie che aderiscono all’iniziativa Take Back. Rientrano nella raccolta anche i dispositivi restituiti attraverso la garanzia o tramite specifiche campagne promozionali. A partire dal 2024, il programma è stato ampliato includendo anche i dispositivi della sigaretta elettronica Veev. Inoltre, i Veev Pods usati possono essere consegnati per il trattamento in appositi punti vendita aderenti, grazie al progetto “Recycle-cig”, realizzato in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica tramite un accordo di programma con Logista. Sempre nella primavera del 2024, è stato introdotto “Iqos Refreshed”, un’iniziativa dedicata al riutilizzo dei dispositivi Iqos, con l’obiettivo di ridurre i rifiuti elettronici e promuovere la sostenibilità.
“L’entusiasmo dimostrato dai nostri consumatori verso il progetto Rec è per noi motivo di grande orgoglio,” ha dichiarato Gianluca Iannelli, Head of Smoke-Free Products Category di Philip Morris Italia. “Per questo, ci impegniamo a raggiungere l’ambizioso traguardo di 1 milione di dispositivi raccolti a partire dal 2024. Quale occasione migliore della Giornata Mondiale del Riciclo per ringraziare tutti i nostri utenti e augurarci di celebrare presto insieme un nuovo successo.”
Alla base di questo risultato vi è la rete capillare di punti vendita che partecipano all’iniziativa Take Back. Tra questi, oltre 130 negozi monomarca Iqos (inclusi Embassy, Boutique e Lounge) e circa 4600 tabaccherie distribuite in tutta Italia. Ad oggi, il 60% dei dispositivi raccolti proviene da queste tabaccherie, mentre circa 148.000 consumatori hanno già contribuito restituendo almeno un dispositivo nell’ambito del programma.
Economia
Mundys, Benetton: “Nei prossimi tre anni, 6 miliardi di investimenti per...

Alessandro Benetton, presidente di Edizione, ha annunciato che il piano di investimenti del gruppo, pari a 6 miliardi di euro, dedicato alle infrastrutture per la mobilità, sarà realizzato nei prossimi tre anni. Durante il suo intervento al convegno di Affari & Finanza intitolato ‘L’Europa a un bivio, tra Cina e Stati Uniti nell’era di Trump’, attualmente in corso a Milano, Benetton ha sottolineato come il gruppo abbia avviato un nuovo ciclo di sviluppo.
Negli ultimi tre anni, dal 2022 al 2024, il Gruppo Mundys ha effettuato investimenti organici per oltre 4,4 miliardi di euro, di cui circa 1,4 miliardi destinati all’Italia. Questi fondi sono stati utilizzati per il miglioramento e l’espansione delle infrastrutture in concessione, l’implementazione di soluzioni tecnologiche avanzate, la fornitura di nuovi servizi digitali agli utenti e per una significativa riduzione delle emissioni prodotte da tali infrastrutture. Parte di questa transizione è stata supportata dalla generazione di energia attraverso fonti rinnovabili.
Sul fronte della crescita inorganica, tra il 2022 e il 2025, Mundys ha investito oltre 2,5 miliardi di euro (pari a 7 miliardi di euro di EV al 100%) per l’acquisizione di nuovi asset situati in diverse aree del mondo, tra cui Francia, Spagna, Porto Rico e Cile.
Economia
Ue, Ceo europei Beauty & Personal Care chiedono un dialogo strategico con...

Gli amministratori delegati della Value of Beauty Alliance si sono incontrati oggi a Bruxelles per approfondire un dialogo costruttivo con le istituzioni dell’Unione Europea. L’obiettivo è valutare l’impatto delle politiche e dei regolamenti europei sugli obiettivi di competitività e sostenibilità del settore. I CEO hanno ribadito il loro impegno di lunga data per un futuro sostenibile, sottolineando l’importanza di un processo decisionale collaborativo che tenga conto delle peculiarità e dei contributi significativi del settore all’economia europea.
Durante l’incontro, l’Alleanza ha presentato un rapporto elaborato da Oxford Economics, che evidenzia l’importante impatto socio-economico della filiera della bellezza e della cura della persona. Questo settore contribuisce con 180 miliardi di euro al PIL dell’UE, generando circa 496 milioni di euro al giorno e sostenendo quasi 3,2 milioni di posti di lavoro. Inoltre, le aziende europee esportano beni per un valore di 26 miliardi di euro, rendendo l’UE il più grande esportatore mondiale di prodotti di bellezza e cura personale. Nonostante la sua leadership globale, il successo del settore non può essere dato per scontato.
I CEO hanno sollecitato le istituzioni europee a impegnarsi in un dialogo costruttivo per analizzare l’impatto delle normative europee e garantire che la filiera della bellezza e della cura della persona possa mantenere il suo ruolo di leader globale.
Un esempio concreto riguarda la richiesta dell’Alleanza di rivedere la recente normativa sul trattamento delle acque reflue urbane. L’obiettivo è assicurare che tutti i settori responsabili dei microinquinanti siano trattati equamente, seguendo il principio “chi inquina paga”. Questa revisione promuoverebbe lo sviluppo di prodotti più sostenibili in vari settori industriali, evitando però di imporre costi sproporzionati a uno dei pochi comparti europei leader a livello mondiale. L’Alleanza ritiene che il processo Omnibus rappresenti un’opportunità per correggere questo squilibrio e creare condizioni di parità tra le industrie.
Guardando avanti, gli amministratori delegati hanno esortato l’UE a focalizzarsi su alcune aree prioritarie:
- Revisioni del regolamento REACH e del regolamento sui prodotti cosmetici: garantire la sicurezza dei consumatori e la tutela dell’ambiente, basandosi su valutazioni del rischio solide e sull’uso reale degli ingredienti, mantenendo standard scientifici elevati.
- Accordi commerciali: favorire l’accesso ai mercati, ridurre le barriere normative e incentivare l’esportazione di prodotti europei di alta qualità.
- Controlli doganali: rafforzare i controlli e applicare rigorosamente i requisiti di sostenibilità per i prodotti importati, sia online che offline, assicurando condizioni eque.
- Transizione verso la bioeconomia: implementare politiche che favoriscano la produzione sostenibile di ingredienti, affrontare il “green premium” delle tecnologie sostenibili e garantire un approvvigionamento stabile di materie prime eco-compatibili.
- Sviluppo della forza lavoro: collaborare con l’industria per creare programmi di formazione mirati e strumenti di investimento per aggiornare le competenze dei lavoratori, rispondendo alle esigenze emergenti del settore.
La Value of Beauty Alliance continuerà a lavorare a stretto contatto con le istituzioni dell’UE per sviluppare politiche che favoriscano innovazione, creazione di posti di lavoro e competitività globale. Questo approccio collaborativo sarà essenziale per garantire il contributo costante del settore all’economia europea e al raggiungimento di un futuro sostenibile.
Finanza
Italia-Cina: Hongbin (Ccpit), ‘in 2024 investimenti bilaterali pari a circa 14 mld...

Rafforzare la collaborazione tra Cina e Italia, incrementare gli scambi commerciali e contribuire alla crescita economica e al benessere delle rispettive popolazioni: questo è l’obiettivo delineato da Ren Hongbin, presidente del Ccpit, durante il Forum Italia-Cina in corso a Milano.
Secondo Hongbin, le imprese di entrambi i paesi manifestano un forte interesse nella cooperazione bilaterale. Ma ciò che emerge con ancora più forza è la reciproca fiducia nel futuro di questa collaborazione. “L’Italia ha già fatto significativi investimenti in Cina”, ha sottolineato Hongbin, indicando che oltre 1.600 aziende italiane operano con successo nel territorio cinese. “Stime preliminari suggeriscono che, entro il 2024, il valore degli investimenti bilaterali raggiungerà circa 14 miliardi di dollari.”
Hongbin ha evidenziato come Cina e Italia siano ormai nuovi e rilevanti partner commerciali. La Cina rappresenta il principale partner commerciale dell’Italia in Asia, mentre l’Italia si posiziona al quarto posto tra i partner commerciali della Cina nell’Unione Europea. “Questo dimostra che c’è ancora un grande margine di crescita per le relazioni commerciali tra i due Paesi”, ha dichiarato.
Il 2023 segna un momento significativo: ricorre infatti il 55esimo anniversario dell’avvio delle relazioni diplomatiche tra Cina e Italia e il 21esimo anniversario della partnership strategica globale tra i due Paesi. “Credo che quest’anno rappresenti un punto cruciale per entrambi i Paesi”, ha affermato Hongbin.
Guardando al futuro, il presidente del Ccpit ha ricordato che, nel 2024, il volume degli scambi commerciali tra Cina e Italia ha raggiunto i 72,5 miliardi di dollari, registrando un aumento dell’1,1% rispetto all’anno precedente. Ha inoltre sottolineato l’apprezzamento del popolo cinese per la qualità del Made in Italy, il design, la personalizzazione e la produzione di eccellenza italiana.
Con un mercato cinese che è il secondo più grande al mondo per consumo e che vanta la più numerosa popolazione a reddito medio, le opportunità di cooperazione per prodotti e imprese di alta qualità, come quelle italiane, sono enormi. “Il mercato cinese offre un’ampia gamma di opportunità per le aziende italiane”, ha concluso Hongbin.
Finanza
Mazzoncini (A2A): ”rinnovabili investimento che più ci fa crescere in...

“Nel medio termine, puntare sulle energie rinnovabili rappresenta l’investimento più efficace per incrementare la nostra autonomia energetica.” Lo ha dichiarato l’amministratore delegato di A2a, Renato Mazzoncini, durante il convegno intitolato “L’Europa a un bivio, tra Cina e Stati Uniti nell’era di Trump”, svoltosi a Milano.
Secondo Mazzoncini, “lo scoppio del conflitto del 2022 avrebbe dovuto dare un impulso decisivo all’accelerazione della decarbonizzazione, spingendo verso una maggiore indipendenza energetica. Tuttavia, oggi ci troviamo ad affrontare la duplice sfida della decarbonizzazione e del fatto che l’Italia dispone solo del 25% di autonomia energetica.”
L’amministratore delegato ha evidenziato che “l’accelerazione osservata lo scorso anno è stata principalmente determinata dagli incentivi del Superbonus, che hanno favorito installazioni di piccole dimensioni, spesso troppo costose e non in grado di rappresentare una soluzione sostenibile.”
Infine, Mazzoncini ha proposto una strategia chiara: “La soluzione risiede nella realizzazione di impianti su scala industriale, che hanno costi notevolmente inferiori – circa un terzo – e nel revamping degli impianti eolici e idroelettrici esistenti, per compiere un significativo passo avanti.”
Economia
Confindustria Nautica: “Rottamazione motori endotermici, 8 aprile apre sportello...

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha emesso un provvedimento che stabilisce i termini di apertura dello sportello e le modalità di presentazione delle richieste per accedere alle agevolazioni legate all’acquisto di motori elettrici per la nautica da diporto, in sostituzione di motori endotermici. Le domande potranno essere inviate a partire dalle ore 12:00 dell’8 aprile e fino alle ore 12:00 dell’8 maggio, attraverso la piattaforma online di Invitalia, incaricata della gestione della misura per conto del Mimit. Questa informazione è stata diffusa da Confindustria Nautica.
Il provvedimento segue il decreto firmato dal ministro Adolfo Urso, in collaborazione con i ministri dell’Ambiente, delle Infrastrutture, dei Trasporti e delle Finanze, e risalente al 5 settembre 2024. L’agevolazione include anche l’acquisto di un pacco batterie per l’installazione e l’utilizzo su imbarcazioni da diporto. Per questa iniziativa sono stati stanziati 3 milioni di euro.
Le richieste devono essere inoltrate esclusivamente tramite il sistema informatico sul sito ufficiale del Soggetto gestore (www.invitalia.it), accessibile anche dal portale del Ministero (www.mimit.gov.it), utilizzando lo SPID. È obbligatorio possedere una casella di posta elettronica certificata (Pec) attiva. Nel caso, i richiedenti possono delegare la compilazione della domanda a un’altra persona mediante una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà.
I beneficiari potranno inviare una sola richiesta di agevolazione, che potrà riguardare l’acquisto di un massimo di due motori elettrici per le persone fisiche, mentre le imprese proprietarie di imbarcazioni da diporto usate a fini commerciali potranno richiedere agevolazioni per un numero maggiore di motori.
Le agevolazioni saranno erogate sotto forma di contributo a fondo perduto, coprendo fino al 50% delle spese ammissibili. L’importo massimo concedibile è di 8.000 euro per le persone fisiche e di 50.000 euro per le imprese.
Per ogni motore elettrico fuoribordo con batteria integrata e potenza compresa tra 0,5 kW e 12 kW, è previsto un contributo di 2.000 euro. Per i motori fuoribordo con batteria esterna, entrobordo, entrofuoribordo o Pod, l’importo sale a 10.000 euro. Le somme saranno erogate in un’unica soluzione, una volta completato l’acquisto.
“Questa iniziativa rappresenta un ulteriore passo avanti nelle numerose riforme normative promosse dall’Associazione nazionale di categoria negli ultimi due anni,” afferma Saverio Cecchi, Presidente di Confindustria Nautica. “Tra le principali misure, ricordo la revisione del Regolamento di attuazione del Codice della nautica, con benefici per i natanti, e l’introduzione del Patentino D1, per il quale è in fase di firma il decreto relativo alle modalità d’esame. Sebbene il nostro Ufficio Studi evidenzi prospettive complessivamente positive per l’industria nautica, il settore della piccola nautica mostra ancora segnali di incertezza.”
In questa ottica di sostegno all’intero comparto, si inserisce anche il rafforzamento del Salone Nautico Internazionale di Genova, giunto alla sua 65ª edizione. Le iscrizioni, aperte dal 20 febbraio, anticipano un evento che si terrà a partire dal 18 settembre 2025, in una cornice rinnovata grazie al completamento del Waterfront cittadino progettato da Renzo Piano.
Finanza
Criptovalute, l’esperto: “Investire somma fissa a intervalli regolari”

Il settore delle criptovalute ha attualmente una valutazione complessiva di circa 2,7 trilioni di dollari. Sebbene ciò rappresenti un lieve calo dell’1,13% rispetto ai recenti picchi, il trend di crescita continua. Ma qual è la situazione in Italia? In generale, spiega Max Shannon, analista di ricerca presso CoinShares, una società europea specializzata in asset digitali, “nel Paese si riscontrano ancora opinioni contrastanti sulle criptovalute: da un lato c’è scetticismo, dall’altro supporto. Questo atteggiamento riflette lo stato attuale del mercato, che si trova in una fase di adozione con cicli altalenanti”.
Shannon aggiunge: “La limitazione imposta alle banche italiane, che non possono negoziare criptovalute, complica ulteriormente il quadro. Questo ostacolo contribuisce a ridurre l’interesse generale e, di conseguenza, a influenzare il sentiment complessivo”.
Quali sono dunque le strategie di investimento più efficaci? Secondo l’analista, “data l’alta volatilità che caratterizza il Bitcoin, adottare una strategia di Dollar Cost Averaging può risultare vantaggioso. Investendo una somma fissa a intervalli regolari, è possibile mitigare gli effetti degli sbalzi giornalieri del mercato, senza però rinunciare a potenziali guadagni significativi”.
Shannon prosegue spiegando che esistono alcuni indicatori fondamentali per valutare il Bitcoin. Tra questi, il Market Value-Realised Value (MVRV) e il Puell Multiple possono aiutare a comprendere se il mercato sia sottovalutato, sopravvalutato o in equilibrio, fornendo così utili indicazioni per le decisioni di investimento.
Infine, l’analista sottolinea che “un’allocazione del 4% in Bitcoin all’interno di un portafoglio ha migliorato significativamente il Sharpe Ratio – un parametro che misura la redditività in base al rischio – dal 2017 a oggi, rispetto a una tradizionale allocazione 60/40“.
Finanza
‘Il banchiere di Dio’, il podcast che racconta la storia di Roberto Calvi

È disponibile su tutte le principali piattaforme audio come Spotify, Amazon Music e Apple Podcast, il podcast intitolato ‘Il banchiere di Dio’. Attraverso testimonianze originali e reperti audio inediti, questo progetto ripercorre la storia di Roberto Calvi, ex presidente del Banco Ambrosiano, trovato impiccato sotto il Ponte dei Frati Neri a Londra il 18 giugno 1982. Il podcast esplora i misteri legati alla sua morte, cercando di svelare se si sia trattato di un suicidio o di un omicidio. Le prime due puntate sono già disponibili, mentre le successive verranno pubblicate ogni lunedì.
Con un totale di otto episodi, Nicolò Majnoni, autore e voce del podcast, guida gli ascoltatori in un viaggio alla ricerca della verità nascosta dietro uno dei più grandi enigmi della storia italiana. Majnoni, avvocato specializzato nei mercati dei capitali e italiano cresciuto negli Stati Uniti, analizza una vicenda che da oltre quarant’anni continua a sollevare interrogativi inquietanti.
Questa storia non riguarda solo la tragica fine di uno dei banchieri più influenti d’Europa, ma si addentra nei meccanismi di un sistema complesso. Il podcast esplora il ruolo di attori come il Banco Ambrosiano, lo Ior, la loggia P2, la Mafia e i servizi segreti, tutti intrecciati in una rete di intrighi che collega Roma, Londra e il Vaticano. Majnoni cerca di fare luce sul destino di Calvi, al centro di tensioni con il Vaticano, la Mafia e una loggia massonica segreta.
‘Il banchiere di Dio’ è una produzione originale Vois, derivata dal podcast ‘God’s Banker’ di Crooked Media e Campside Media. La versione in italiano e quella in inglese vengono pubblicate contemporaneamente sulle piattaforme audio, offrendo un’esperienza internazionale unica.
Francesco Tassi, CEO e fondatore di Vois, racconta: “L’idea di lavorare su un podcast è nata mentre vivevo negli Stati Uniti e sperimentavo personalmente la prima ondata del fenomeno. Da allora, il mercato americano è stato per noi un punto di riferimento, una guida per interpretare il futuro della nostra industria. Siamo orgogliosi di far parte di questa partnership internazionale e di amplificare una storia che si adatta perfettamente alla nostra mission di Responsible Entertainment.”
Economia
Energia: Barbaro, a Berlino siglato protocollo con Kenya per idrogeno verde e...

Si è conclusa oggi la visita del Sottosegretario al MASE, Claudio Barbaro, al Berlin Energy Transition Dialogue, uno dei principali eventi globali dedicati alla transizione energetica. Organizzato dal Ministero degli Affari Esteri tedesco, il forum ha accolto esponenti di rilievo dei governi, leader del settore industriale internazionale, esperti scientifici e rappresentanti di organizzazioni internazionali e ONG, sottolineando il ruolo dei principali protagonisti nella trasformazione energetica mondiale.
Secondo quanto dichiarato dal Sottosegretario all’Ambiente e alla Sicurezza Energetica, l’evento ha rappresentato un’opportunità significativa, culminata nella firma di un protocollo d’intesa bilaterale con il Kenya. Questo accordo segna un importante passo avanti per rafforzare la collaborazione tra i due Paesi, ponendo solide basi per la realizzazione di nuovi progetti e iniziative congiunte.
Barbaro ha evidenziato che i punti centrali dell’intesa riguardano la promozione della transizione energetica, con un focus su trasferimento tecnologico e formazione nel settore delle energie rinnovabili. Particolare attenzione è stata data allo sviluppo dell’idrogeno verde e dei biocarburanti sostenibili. Il Kenya, grazie al suo mix energetico sostenibile, è considerato un attore strategico, mentre l’Italia, leader nella geotermia, mira a intensificare le sinergie con il Paese africano, espandendo il proprio settore green e contribuendo alla sicurezza energetica locale.
Il Kenya è inoltre ritenuto una priorità per l’Italia, come dimostrato dall’inclusione del Paese tra le destinazioni principali per la cooperazione italiana nel triennio 2024-2026 e tra i Paesi pilota del Piano Mattei per l’Africa. Un altro aspetto cruciale dell’accordo riguarda il supporto alla produzione di biocarburanti da rifiuti, con l’obiettivo di evitare impatti negativi su agricoltura, allevamento ed ecosistemi. L’Italia si impegna a promuovere occupazione e valore sociale in Kenya, garantendo il rispetto dei più rigorosi standard ambientali.
Barbaro ha inoltre preso parte al panel “Green Hydrogen – Ramping Up Infrastructure”, dove ha illustrato la Strategia Nazionale Idrogeno, adottata dall’Italia nel novembre scorso. La missione si è conclusa con un incontro bilaterale con Stephan Wenzel, Sottosegretario Federale Tedesco all’Economia e alla Protezione Climatica. Durante il colloquio, sono stati trattati temi come l’implementazione del regolamento UE sul metano, il corridoio meridionale dell’idrogeno e l’Action Plan on Affordable Energy, il piano d’azione dell’UE per garantire energia accessibile.
Finanza
Brembo: archivia 2024 con ricavi a 3,84 mld euro, dividendo 0,30 euro

Il Consiglio di Amministrazione di Brembo ha approvato i dati finanziari del Gruppo al 31 dicembre 2024. I ricavi netti consolidati si attestano a 3.840,6 milioni di euro, rimanendo in linea con quelli dell’anno precedente (-0,2%, +0,1% a cambi costanti). Il margine operativo lordo (Ebitda) è pari a 661,1 milioni di euro, rappresentando il 17,2% dei ricavi, rispetto ai 665,8 milioni di euro del 2023 (17,3% dei ricavi). Il margine operativo netto (Ebit) ammonta a 393,3 milioni di euro (10,2% dei ricavi), confrontandosi con i 414,1 milioni di euro (10,8% dei ricavi) dell’anno precedente.
L’indebitamento finanziario netto si riduce a 360,4 milioni di euro (121,9 milioni di euro ante applicazione IFRS16), segnando una diminuzione di 94,4 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2023. Inoltre, è stata proposta all’Assemblea la distribuzione di un dividendo di 0,30 euro per azione, mantenendo il livello dell’anno precedente.
Il presidente esecutivo di Brembo, Matteo Tiraboschi, ha dichiarato: “Nonostante le difficoltà che hanno caratterizzato il settore automobilistico nel 2024, soprattutto in Europa, Brembo ha dimostrato una notevole solidità e una capacità di adattamento che ci infondono fiducia per gli anni a venire.”
Proseguendo, Tiraboschi ha osservato: “I risultati raggiunti nel 2024 sono perfettamente in linea con gli obiettivi annunciati al mercato. Malgrado lo scenario complesso, Brembo ha continuato a investire, portando avanti operazioni di rilievo come l’acquisizione del leader delle sospensioni, Öhlins, la più significativa nella nostra storia, che consolida ulteriormente la nostra posizione nel mercato globale.”
Ha poi aggiunto: “Grazie all’accordo tecnologico con Michelin, stiamo lavorando per trasformare le prestazioni dei veicoli, garantendo standard superiori di sicurezza e comfort. Con l’apertura del nuovo stabilimento in Thailandia, già operativo nel 2024, abbiamo ampliato la presenza industriale globale del Gruppo.”
Concludendo, Tiraboschi ha sottolineato: “Grazie al nostro spirito di innovazione, affrontiamo ogni sfida con coraggio e una visione strategica a lungo termine.”
Finanza
Usa, l’analista Pietro Calì: “Due mesi di Trump? Vincono oro e Cina”

Dopo due mesi dall’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, i mercati mostrano segni di difficoltà: Wall Street vacilla, il Nasdaq subisce un netto calo e i settori industriali e finanziari rallentano, complici dazi e incertezze. A emergere sono l’oro e la Cina, mentre le criptovalute deludono le aspettative. Secondo l’analista finanziario Pietro Calì, “la politica commerciale di Trump è ormai più uno strumento politico che economico”. Calì analizza la situazione: “Durante i primi due mesi del secondo mandato di Trump, i mercati hanno mostrato performance altalenanti, evidenziando chiaramente vincitori e sconfitti. Tuttavia, con Trump l’incertezza rimane una costante”.
Tra i principali perdenti, Calì cita i mercati azionari statunitensi: “L’indice S&P 500 ha subito una significativa flessione, registrando la peggior partenza dai tempi della presidenza Obama nel 2009. In particolar modo, il Nasdaq ha subito il colpo più duro”. Anche i settori finanziario, industriale e delle piccole capitalizzazioni non sono stati risparmiati: “Questi settori sono stati fortemente penalizzati dalle incertezze legate alle politiche commerciali e dai timori di una possibile recessione”. A sorpresa, tra i perdenti figurano anche le criptovalute: “Nonostante le grandi aspettative – sottolinea Calì – il Bitcoin e le altre criptovalute hanno subito un calo, allontanandosi dai massimi raggiunti dopo le elezioni”.
Invece, tra i vincitori troviamo i metalli preziosi: “I prezzi dell’oro hanno superato i 3.000 dollari l’oncia, mentre l’argento ha mostrato un andamento solido”, spiega l’analista. Un altro trionfatore inaspettato è il mercato azionario cinese: “Il punto chiave sono le valutazioni. Negli ultimi anni, le azioni cinesi erano sottovalutate. Paradossalmente, nonostante i dazi imposti da Trump abbiano creato condizioni sfavorevoli, gli stimoli fiscali del governo cinese hanno risvegliato il mercato. Inoltre, la vicenda Deepseek ha riportato l’attenzione sul settore tecnologico cinese. La combinazione di intelligenza artificiale e valutazioni basse ha attirato liquidità, spingendo i prezzi verso l’alto”.
Positivo anche il bilancio per il settore assicurativo: “Questo segmento ha registrato un aumento degli utili, con previsioni di crescita organica a doppia cifra”. Guardando al futuro, Calì avverte: “Le tensioni commerciali e le politiche sui dazi hanno spinto l’Ocse a rivedere al ribasso le previsioni di crescita per il 2025 e il 2026, sia per i paesi sviluppati che per quelli emergenti”. Parallelamente, “le prospettive di inflazione sono state riviste al rialzo”. Tuttavia, queste notizie non necessariamente implicheranno mercati finanziari deboli: “Se la Fed e la Bce decideranno di intervenire, potremmo paradossalmente vedere economie deboli accompagnate da una ripresa dei mercati. Spesso i mercati si concentrano più sulla ‘cura’ che sulla ‘malattia’”, conclude Calì.
Economia
Poste Italiane amplia la diffusione del servizio di richiesta e rinnovo del passaporto...

Poste Italiane ha ampliato la disponibilità del servizio di richiesta e rinnovo del passaporto presso i propri uffici postali. A partire da oggi, questa funzionalità è disponibile anche in 12 uffici di Milano, 12 di Napoli, 3 di Bergamo e in 4 comuni della provincia di Firenze. Queste città si uniscono a Roma, Bologna, Verona, Cagliari, Aosta, Catanzaro, Perugia, Venezia, Matera, Modena, Monza e Brianza, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Sassari, Treviso e Vicenza, dove il servizio è già attivo da alcuni mesi.
Inoltre, il servizio è stato esteso a 88 uffici postali nei comuni della provincia di Milano, 42 nella provincia di Napoli e 121 nella provincia di Bergamo. Questi uffici rientrano nel progetto Polis di Poste Italiane, un’iniziativa pensata per i 6.933 comuni italiani con meno di 15 mila abitanti, che consente ai cittadini di accedere digitalmente ai servizi della pubblica amministrazione direttamente nei punti postali. Complessivamente, sono state gestite circa 14 mila richieste di passaporto presso i 388 uffici postali abilitati nelle grandi città, a cui si aggiungono circa 25 mila richieste presentate nei 2.052 uffici postali aderenti al progetto Polis.
Il processo per ottenere il rilascio o il rinnovo del passaporto è estremamente intuitivo. Grazie a una convenzione tra Poste Italiane, il Ministero dell’Interno e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, è sufficiente presentare presso l’ufficio postale del proprio comune un documento d’identità valido, il codice fiscale, due fototessere, effettuare il pagamento in loco del bollettino di 42,50 euro per il passaporto ordinario e acquistare una marca da bollo del valore di 73,50 euro. In caso di rinnovo, è necessario consegnare anche il vecchio passaporto o una copia della denuncia di smarrimento o furto del documento. Grazie alla tecnologia disponibile negli uffici abilitati, l’operatore postale raccoglierà le informazioni personali e i dati biometrici, come impronte digitali e foto, per poi inoltrarli all’ufficio di Polizia competente.
Per richiedere il rilascio del passaporto presso gli uffici postali delle grandi città, è necessario effettuare una prenotazione tramite il sito ufficiale di Poste Italiane. Una volta pronto, il nuovo passaporto può essere consegnato comodamente al domicilio del richiedente. Presso gli uffici postali aderenti al progetto Polis, è inoltre possibile ottenere certificati anagrafici, certificati di stato civile, documenti previdenziali e certificati legati a pratiche di volontaria giurisdizione. Attualmente, sono stati già rilasciati oltre 55 mila documenti. Questi nuovi servizi possono essere richiesti allo sportello, in apposite sale dedicate o tramite totem digitali che consentono di completare le operazioni in modalità autonoma.
Economia
Portabilità, efficienza, sicurezza e Intelligenza artificiale le soluzioni Asus per i...

La pandemia di Covid-19 ha rappresentato un momento cruciale per il mercato dei laptop, portando a una crescita notevole, con vendite quasi raddoppiate tra il 2019 e il 2020, segnando un aumento del 70%. Questo boom ha interessato sia il settore consumer che il business-to-business, evidenziando un cambiamento significativo nelle necessità tecnologiche di imprese e privati. Durante i periodi di lockdown, l’adozione di dispositivi personali è cresciuta in modo esponenziale, spinta dall’evoluzione verso modelli di lavoro più flessibili, come lo smart working, che ha avuto una forte diffusione in Italia. Una ricerca di mercato del 2021 ha rivelato che il 67% delle piccole e medie imprese italiane ha deciso di continuare con lo smart working anche dopo la pandemia, influenzando così le loro preferenze per laptop più robusti, leggeri ed efficienti dal punto di vista energetico.
“Nell’attuale panorama lavorativo, la protezione dei dati è diventata una priorità imprescindibile, specialmente per i professionisti che utilizzano i loro dispositivi per attività quotidiane,” afferma Lavinia Fogolari, Marketing Manager di Asus Italia. “La Serie P di Asus ExpertBook è stata concepita proprio per rispondere a questa esigenza, offrendo un mix di sicurezza e affidabilità senza compromessi. Al centro di questa linea troviamo il chip TPM 2.0, una tecnologia hardware di crittografia che protegge direttamente sul dispositivo le informazioni sensibili. In questo modo, password e chiavi di crittografia restano al riparo da attacchi esterni, garantendo una protezione avanzata contro le minacce informatiche,” conclude Fogolari.
La sicurezza del dispositivo viene ulteriormente potenziata da sistemi di autenticazione biometrica, come il riconoscimento facciale e gli scanner per impronte digitali. Questi strumenti non solo semplificano l’accesso, ma riducono anche il rischio di accessi non autorizzati, proteggendo i dati da intrusioni indesiderate. Inoltre, Asus sta puntando fortemente sull’uso dell’intelligenza artificiale, considerata un elemento chiave per migliorare efficienza e produttività. Un’indagine ha rilevato che il 74% delle aziende prevede che queste tecnologie avranno un impatto positivo, e Asus, con le sue soluzioni innovative, si colloca in prima linea nel settore.
Un esempio concreto è rappresentato da AI ExpertMeet, uno strumento creato da Asus che registra automaticamente le videoconferenze e genera riassunti, semplificando la gestione delle riunioni. Questo strumento permette anche di tradurre in tempo reale presentazioni video in diverse lingue (italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo), migliorando la comunicazione internazionale senza dover ricorrere a connessioni internet o a servizi di archiviazione su cloud esterni, garantendo così una maggiore sicurezza dei dati.
“Il software proprietario di Asus opera localmente, senza necessità di connessione alla rete o utilizzo di cloud esterni, incrementando la protezione dei dati. Ad esempio, anche durante un viaggio in treno senza connessione, è possibile elaborare file audio o video direttamente sul dispositivo. Questa indipendenza dal cloud assicura che i dati rimangano sul laptop e consente di ottimizzare le operazioni grazie a un processore dedicato all’intelligenza artificiale generativa, garantendo sicurezza e autonomia,” sottolinea Alessandro Passadore, Country Product Manager PC di Asus Italia.
Nel segmento business, Asus si impegna costantemente a essere tra i pionieri nell’introduzione di nuove tecnologie, assicurando una rapida disponibilità dei prodotti sul mercato. Grazie a una stretta collaborazione con la supply chain, l’azienda garantisce tempi di consegna rapidi in Italia e in Europa. I laptop Asus destinati al business sono certificati con standard military grade, offrendo una maggiore resistenza e durata, e rispettano rigorosi criteri ambientali, come l’uso di imballaggi completamente riciclabili.
Inoltre, “grazie a una rete di partner certificati che copre l’intero territorio europeo, Asus può offrire alle aziende un servizio di riparazione in garanzia Next Business Day in tutta Europa, oltre a un programma che protegge i dispositivi da danni accidentali per un massimo di cinque anni,” evidenzia Andrea Galli, Large Account Team Manager di Asus Italia. L’obiettivo è garantire agli utenti finali una tranquillità senza precedenti nell’utilizzo quotidiano dei loro dispositivi.
Finanza
Investire i soldi di vincite o eredità, ecco 10 regole suggerite da esperti

Sognare di vincere al Superenalotto o ricevere un’eredità è naturale, ma la vera sfida arriva dopo: come gestire al meglio il denaro senza sprecarlo? Meglio spenderlo, investirlo o risparmiarlo? E come orientarsi tra consulenti finanziari, commercialisti e varie opzioni di investimento? Ecco alcuni consigli pratici e suggerimenti raccolti da esperti del settore.
1. Non prendere decisioni affrettate
L’entusiasmo iniziale può essere rischioso. La tentazione di fare acquisti impulsivi, come comprare un’auto di lusso, è comune, ma è meglio aspettare. Lasciate che l’euforia si attenui prima di agire. Prendersi qualche settimana per riflettere può fare la differenza.
2. Considerare le tasse sulla vincita
Attenzione alle imposte sulle somme vinte. La cifra finale potrebbe essere inferiore al totale dichiarato. Prima di pianificare spese o investimenti, è fondamentale verificare l’importo netto disponibile. Consultare un commercialista può aiutare a chiarire la situazione.
3. Diversificare gli investimenti
Mai mettere tutte le risorse su un’unica opzione. La diversificazione è essenziale per ridurre i rischi. Si potrebbe considerare di distribuire il denaro su diverse tipologie di investimento, come:
- Azioni
- Obbligazioni
- Fondi
- ETF e fondi indicizzati
- Strumenti a basso rischio
- Immobili
4. Creare un fondo di emergenza
Un consiglio fondamentale è quello di destinare una parte del denaro a un fondo di emergenza. Questo garantisce una sicurezza economica per far fronte a imprevisti, coprendo almeno da sei a dodici mesi di spese quotidiane.
5. Consultare più esperti finanziari
Se non avete esperienza con i numeri o la finanza, è consigliabile rivolgersi a diversi consulenti finanziari. Diversificare i pareri professionali può aiutare a identificare la strategia migliore, minimizzando i rischi e ottimizzando i guadagni.
6. Esplorare ETF e fondi indicizzati
Gli ETF e i fondi indicizzati sono opzioni di investimento a basso costo, che offrono una buona diversificazione. Sono strumenti particolarmente adatti per chi cerca di ridurre i rischi rispetto alle azioni singole.
7. Valutare gli investimenti immobiliari
Per chi preferisce il settore immobiliare, acquistare una proprietà da mettere in affitto potrebbe essere una scelta interessante. Tuttavia, è importante considerare spese di manutenzione, tasse e scegliere zone con alto potenziale di crescita.
8. Evitare investimenti troppo rischiosi
Fate attenzione alle promesse di guadagni facili. Investimenti ad alto rischio come criptovalute o trading speculativo possono portare a perdite significative. Spesso, chi trae vantaggio da queste operazioni è solo chi le propone.
9. Pensare alla filantropia
Se volete destinare parte delle vincite a cause benefiche, scegliete enti riconosciuti e informatevi sui possibili vantaggi fiscali associati alle donazioni.
10. Adottare una visione a lungo termine
Per ottenere risultati solidi, è meglio puntare su rendimenti stabili. Considerate strumenti come la pensione integrativa, che garantiscono benefici nel tempo, piuttosto che cercare guadagni rapidi.
Economia
Pesto Barilla, la qualità parte in aula con l’Accademia del Basilico

Febbraio e marzo sono i mesi ideali per seminare il basilico in serra, e proprio in questo periodo Barilla ha lanciato l’Accademia del Basilico, un programma formativo dedicato ai coltivatori. L’iniziativa mira a fornire strumenti e competenze per adottare pratiche agricole sostenibili sin dalle prime fasi di coltivazione, con l’obiettivo di raggiungere la agricoltura di precisione per il basilico. Con una crescente domanda di pesto a livello globale e un aumento previsto del 17% in volume tra il 2023 e il 2024, Pesto Barilla rafforza il suo impegno verso la sostenibilità e l’innovazione, valorizzando il basilico come ingrediente principale e coinvolgendo l’intera filiera, dal campo al prodotto finito.
Barilla, leader mondiale nel mercato del pesto con una quota globale del 40,4%, utilizza basilico proveniente da agricoltura sostenibile certificata ISCC Plus, coltivato secondo le linee guida della Carta del Basilico. La produzione del pesto avviene esclusivamente nello stabilimento di Rubbiano (PR), riconosciuto come il più grande e sostenibile d’Europa.
L’Accademia del Basilico, avviata a gennaio, offre formazione unica ai coltivatori del basilico destinato ai Pesti Barilla. In collaborazione con Dinamica, ente specializzato nel settore agroalimentare, e Open Field Srl, il programma si articola in sette lezioni che affrontano temi quali la salubrità del suolo, la gestione integrata delle problematiche fitosanitarie e l’uso di tecnologie innovative. L’iniziativa coinvolge 21 partner, tra coltivatori e stakeholder.
Questo progetto ha due obiettivi principali: rafforzare il legame con i coltivatori, risorse preziose per la loro esperienza sul campo, e promuovere l’innovazione della filiera del basilico Barilla. Inoltre, mira a estendere il modello sostenibile di Barilla a livello internazionale, offrendo benefici anche alla comunità agricola globale.
Matteo Gori, presidente della categoria sughi Barilla, sottolinea: “Con l’Accademia del Basilico, vogliamo offrire ai nostri coltivatori un’opportunità di crescita e networking, condividendo conoscenze sulle pratiche agricole responsabili. Questo riflette l’impegno di Barilla verso l’ambiente, il territorio e le persone, integrando tradizione e innovazione per un modello di agricoltura sostenibile.”
Nel corso delle lezioni, gli esperti hanno analizzato i principali problemi fitosanitari che possono colpire il basilico, illustrando metodi per riconoscere sintomi di malattie e infestazioni e adottare tecniche di prevenzione e controllo. Sono stati discussi anche temi come la regolamentazione sui fitofarmaci e la sicurezza nei trattamenti, con l’obiettivo di ridurre l’uso di agrofarmaci. Inoltre, l’agricoltura 4.0 è stata presentata come un’opportunità per ottimizzare la gestione agronomica del basilico.
L’adozione di tecnologie digitali in agricoltura si rivela utile per pianificare strategie produttive e gestire la filiera in modo efficiente, creando un circolo virtuoso che genera valore per tutti i partner. L’utilizzo di Decision Support System (DSS) permette interventi mirati, migliorando la resa e riducendo l’impatto ambientale.
Simone Bernardi dell’azienda “Agricola Bernardi” afferma: “Se in passato certe tecnologie erano impensabili, oggi sono fondamentali per migliorare la qualità e l’efficienza del nostro lavoro. Per noi coltivatori, l’innovazione è una responsabilità e un motivo di orgoglio.”
Giuseppe Bonati dell’azienda “La Felina” aggiunge: “Prima di entrare nella filiera del basilico di Barilla, la sostenibilità era un concetto poco conosciuto. Ora preferiamo metodi naturali agli agrofarmaci per ottenere basilico sano e di qualità. L’Accademia del Basilico è stata una preziosa occasione di confronto e ha creato una rete di supporto reciproco tra noi coltivatori.”
Alessia Bonati, figlia di Giuseppe, evidenzia come il settore agricolo stia abbracciando sempre più l’innovazione senza rinunciare alle tradizioni. “Con le nuove conoscenze, possiamo adottare pratiche più rispettose dell’ambiente. La crescente presenza di donne nel settore rappresenta un cambiamento positivo, portando nuove prospettive e un clima di collaborazione.”
Barilla promuove il basilico sostenibile a livello globale, rispettando requisiti di certificazione, controllo e buone pratiche agricole. L’azienda ha adottato la certificazione ISCC Plus, che garantisce la protezione della biodiversità, la conservazione del suolo e il rispetto dei diritti umani. Dal 2024, questa certificazione è integrata nella piattaforma digitale Barilla Farming, sviluppata con X Farm.
In collaborazione con l’Università di Bologna e il CERSAA, Barilla ha definito ulteriori criteri sostenibili per la coltivazione del basilico. Con il supporto del CNR-IBE di Firenze, è stato sviluppato l’applicativo Basilicum, che ottimizza la raccolta, previene malattie, gestisce l’uso dell’acqua e migliora la fertilizzazione.
Per preservare la salute del suolo, Barilla impone la rotazione delle colture, evitando la monocoltura e favorendo la fertilità del terreno. Questa pratica riduce la necessità di fertilizzanti chimici, migliora la struttura del suolo e aumenta la resilienza agricola.
I coltivatori della filiera Barilla dedicano il 3% dei loro campi alla biodiversità, coltivando piante e fiori che sostengono insetti impollinatori e favoriscono l’ecosistema. Queste “Aree di Biodiversità” creano habitat per farfalle e altri insetti essenziali.
Barilla ha stabilito contratti triennali con i coltivatori, garantendo continuità produttiva e sostenendo l’economia locale. Questi accordi mitigano i rischi economici e incentivano l’adozione di pratiche sostenibili, premiando gli agricoltori che rispettano la Carta del Basilico.
Dal giugno 2023, grazie alla partnership con Connecting Food, il Pesto Barilla alla Genovese offre tracciabilità tramite blockchain. Scansionando il QR code sull’etichetta, i consumatori possono conoscere l’origine del basilico e il percorso dalla coltivazione al vasetto. Dal luglio 2024, questa tecnologia si è estesa a 14 mercati europei.
Barilla investe anche nel packaging sostenibile, collaborando con Zignago Vetro per utilizzare vasetti in mezzo-bianco, contenenti fino al 65% di vetro riciclato. Questa scelta riduce il consumo di materie prime e le emissioni di CO2 del 28% rispetto ai tradizionali vasetti in vetro bianco.
Marta Vanzetto di Zignago Vetro commenta: “Il packaging è fondamentale per la sostenibilità. Con i vasetti in mezzo-bianco, i consumatori possono scegliere un prodotto che rispetta l’ambiente senza rinunciare alla qualità.”
Leonardo Mirone di Barilla conferma: “Grazie alla collaborazione con Zignago Vetro, stiamo facendo progressi significativi nella riduzione dell’impatto ambientale dei nostri packaging.”
Con iniziative concrete e progetti innovativi, Pesto Barilla continua a dimostrare il suo impegno per l’ambiente e le persone, garantendo un prodotto che conquista i consumatori.
Economia
Draghi: “Nostra sicurezza messa in dubbio, Europa è più sola”

Mario Draghi ha fatto il suo ritorno in Parlamento per la prima volta dopo aver concluso il suo mandato come Presidente del Consiglio. Davanti alle commissioni Bilancio, Attività produttive e Politiche Ue di Camera e Senato, l’ex premier ha esposto le sue preoccupazioni sulla sicurezza, alla luce dei cambiamenti nella politica estera degli Stati Uniti sotto la guida di Donald Trump.
“La nostra sicurezza”, ha dichiarato Draghi, “è minacciata dal mutamento della politica estera del nostro principale alleato nei confronti della Russia, che con l’invasione dell’Ucraina ha evidenziato il suo ruolo di pericolo concreto per l’Unione Europea.” Presentando il suo Rapporto sulla competitività, già illustrato al Parlamento europeo il 17 settembre, Draghi ha sottolineato come “l’Europa si trovi oggi più isolata nei contesti internazionali, come dimostrato recentemente alle Nazioni Unite. Sorge il dubbio su chi proteggerà i confini europei in caso di aggressione esterna e con quali risorse.”
L’ex premier ha evidenziato che la difesa rappresenta una delle principali fragilità per l’Unione Europea. Ha ricordato che, nonostante il calo dell’impegno americano fosse già stato annunciato da tempo, l’attuale politica accelerata dall’amministrazione statunitense ha ridotto drasticamente il tempo per agire. Draghi ha auspicato che questa situazione possa stimolare l’Europa ad affrontare le sfide politiche e istituzionali che hanno finora ostacolato un’azione concreta.
“La difesa comune europea”, ha proseguito Draghi, “è un passo necessario per sfruttare al meglio le tecnologie che garantiranno la sicurezza futura.” Ha inoltre sottolineato che il concetto di investimento in difesa deve evolversi, includendo anche digitale, spazio e cybersicurezza, elementi fondamentali per la protezione del futuro. “Per questo, è indispensabile superare i modelli nazionali e pensare in ottica continentale.”
Draghi ha proposto di creare una catena di comando superiore capace di coordinare eserciti diversi per lingua, metodo e armamenti, operando come un sistema di difesa europeo. Sul piano industriale, ha suggerito di promuovere sinergie tra le industrie europee, concentrando gli sviluppi su piattaforme militari comuni come aerei, navi, mezzi terrestri e satelliti. Questo approccio, ha dichiarato, ridurrebbe la dispersione e le sovrapposizioni attuali nelle produzioni dei diversi Stati membri.
La Commissione Europea ha recentemente approvato un ampio piano di investimenti per la difesa europea. Draghi ha sottolineato che, mentre si pianificano nuove risorse, sarebbe opportuno concentrare i 110 miliardi di euro destinati al procurement europeo nel 2023 su poche piattaforme evolute, anziché su numerose piattaforme nazionali, spesso poco competitive e orientate ai mercati domestici. Ha evidenziato che questa frammentazione porta gli Stati europei ad acquistare una grande quantità di sistemi di difesa dagli Stati Uniti.
Tra il 2020 e il 2024, gli Stati Uniti hanno fornito il 65% delle importazioni di sistemi di difesa ai Paesi europei aderenti alla NATO, mentre l’Italia ha importato circa il 30% dei suoi apparati di difesa dagli USA. Draghi ha osservato che una maggiore collaborazione europea nella difesa, con investimenti più concentrati, potrebbe garantire un ritorno industriale più significativo e un rapporto più equilibrato con gli Stati Uniti, sia sul piano economico sia geopolitico. Ha inoltre sottolineato che questa trasformazione è necessaria per affrontare le complessità geopolitiche e per rispondere alla rapida evoluzione tecnologica che ha ridefinito il concetto di difesa e guerra.
Riguardo al ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, Draghi ha menzionato gli effetti delle politiche protezionistiche statunitensi, come i dazi. Ha ricordato che, quando Ursula von der Leyen gli ha chiesto di redigere un rapporto sulla competitività, i ritardi accumulati dall’Unione Europea erano già evidenti. Ha sottolineato che l’UE ha garantito per decenni pace, prosperità e sicurezza ai suoi cittadini, grazie anche alla collaborazione con gli Stati Uniti. Tuttavia, ha dichiarato che le politiche protezionistiche del maggiore partner commerciale europeo stanno sconvolgendo l’ordine delle relazioni internazionali e commerciali, minacciando la prosperità europea.
Draghi ha ribadito l’importanza di una politica energetica per rilanciare la competitività europea, indicando come primo obiettivo la riduzione delle bollette per imprese e famiglie. Ha proposto di accelerare lo sviluppo di fonti rinnovabili e di investire nelle reti per garantire maggiore flessibilità. Inoltre, ha suggerito di disaccoppiare il prezzo dell’energia prodotta da fonti rinnovabili e nucleari da quello generato da fonti fossili.
In Italia, ha affermato Draghi, sono disponibili decine di gigawatt di impianti rinnovabili in attesa di autorizzazione o contrattualizzazione. Ha sollecitato una semplificazione e accelerazione degli iter autorizzativi per abilitare una nuova produzione a costi inferiori rispetto al gas, che rappresenta ancora circa il 50% del mix elettrico italiano. Ha anche proposto di adottare più diffusamente i Contratti per differenza (Cfd) e di promuovere i Power Purchasing Agreement (Ppa), senza attendere ulteriori riforme europee.
Economia
Pensioni, cos’è la pace contributiva: requisiti e iter per la domanda

L’Inps ha reso noti i requisiti e l’iter per accedere alla cosiddetta pace contributiva, una misura di riscatto che permette ai lavoratori di colmare eventuali vuoti contributivi nella propria carriera. Questo strumento è applicabile solo ai periodi privi di obbligo contributivo e non derivanti da omissioni. La misura è volontaria e consente ai lavoratori di versare contributi al fine di migliorare il proprio trattamento pensionistico. Per il biennio 2024/2025, è possibile riscattare fino a cinque anni di periodi non coperti da contribuzione, purché non siano già stati accreditati presso alcun regime previdenziale obbligatorio.
Questa possibilità è riservata agli iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti dei lavoratori dipendenti, alle forme sostitutive ed esclusive di tale assicurazione, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi e alla Gestione Separata prevista dalla legge n. 335/1995. Possono usufruirne coloro che al 31 dicembre 1995 non possedevano anzianità contributiva e non sono titolari di pensione. È consentito riscattare, anche solo parzialmente, periodi fino a un massimo di cinque anni, purché collocati tra il 31 dicembre 1995 e il 1° gennaio 2024.
I periodi riscattabili devono essere compresi tra l’anno del primo contributo e quello dell’ultimo contributo accreditato, indipendentemente dalla tipologia di contribuzione (obbligatoria, figurativa o da riscatto) e dalla gestione previdenziale interessata. Non è necessario che i contributi di riferimento siano versati nella stessa gestione in cui si intende esercitare il riscatto.
È essenziale che i periodi da riscattare siano privi di copertura contributiva, sia obbligatoria che figurativa, volontaria o da riscatto, in qualsiasi regime previdenziale. Inoltre, possono essere riscattati esclusivamente periodi non soggetti a obbligo contributivo. L’onere per il riscatto viene calcolato utilizzando il meccanismo della percentuale, come previsto dal decreto legislativo n. 184/1997, applicando l’aliquota contributiva vigente al momento della domanda nella gestione pensionistica interessata.
La base di calcolo dell’onere è determinata dalla retribuzione sottoposta a contribuzione nei 12 mesi precedenti la domanda e rapportata al periodo da riscattare. La retribuzione viene attribuita temporalmente e proporzionalmente ai periodi riscattati. La rivalutazione del montante contributivo individuale decorre dalla data della domanda di riscatto.
Il pagamento dell’onere può avvenire in un’unica soluzione oppure in un massimo di 120 rate mensili, ciascuna non inferiore a 30 euro, senza applicazione di interessi. Tuttavia, la rateizzazione non è concessa se i contributi riscattati sono necessari per la liquidazione immediata di una pensione diretta o indiretta, o per l’accoglimento di una domanda di versamenti volontari. In questi casi, eventuali somme ancora dovute devono essere versate in un’unica soluzione. I periodi riscattati sono equiparati a periodi lavorativi.
Per esercitare questa facoltà, è indispensabile che il richiedente sia iscritto a uno dei regimi previdenziali indicati dalla normativa e che non possieda anzianità contributiva al 31 dicembre 1995. Qualora siano accertati contributi anteriori al 1° gennaio 1996, il riscatto viene annullato d’ufficio e l’onere versato restituito, senza interessi. Inoltre, il beneficiario non deve essere titolare di alcun trattamento pensionistico diretto.
Le domande di riscatto possono essere presentate esclusivamente nel biennio 2024/2025, con termine ultimo fissato al 31 dicembre 2025. La richiesta può essere avanzata dal diretto interessato, dai suoi superstiti o, entro il secondo grado, da parenti e affini. Per le domande presentate tra l’1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025, l’importo versato è deducibile dal reddito complessivo di chi ha sostenuto l’onere.
Nel caso di lavoratori del settore privato, la domanda di riscatto può essere presentata dal datore di lavoro, utilizzando i premi di produzione del lavoratore. In tal caso, l’onere versato è deducibile sia dal reddito d’impresa che da lavoro autonomo e rientra nelle disposizioni previste dal decreto n. 917/1986. Tuttavia, è necessario ottenere il consenso del lavoratore interessato.
Le domande possono essere inoltrate online tramite il servizio dedicato dell’INPS, oppure tramite il Contact center (numero 803 164 per rete fissa o 06 164164 per rete mobile) e gli enti di patronato. Fino all’implementazione della procedura telematica, i datori di lavoro potranno utilizzare il modulo disponibile online. L’INPS stabilisce un termine massimo di 85 giorni per la definizione del provvedimento, in conformità alla normativa vigente.
Economia
Rosa Di Stefano vicepresidente Federalberghi Sicilia

Rosa Di Stefano, presidente di Federalberghi Palermo, è stata recentemente nominata come nuova vicepresidente di Federalberghi Sicilia. La designazione è avvenuta durante una riunione del Consiglio e della Giunta regionale dell’associazione, occasione in cui sono stati trattati numerosi argomenti riguardanti il settore dell’ospitalità.
All’incontro hanno partecipato, in collegamento, l’assessora regionale al Turismo, Elvira Amata, e l’assessora regionale all’Ambiente e al Territorio, Giusi Savarino. Secondo il presidente di Federalberghi Sicilia, Nico Torrisi, entrambe le rappresentanti del governo Schifani hanno dimostrato una notevole sensibilità e disponibilità nell’affrontare i temi discussi. Tra i punti principali, si è parlato delle novità legislative nel settore turistico, del bando per le attività ricettive e delle concessioni demaniali.
Alla riunione ha partecipato, in collegamento, anche Stefano Spitalieri, presidente dell’ente regionale bilaterale del turismo. Presenti in sala erano inoltre Angelo Candido e Andrea Serra, rappresentanti di Federalberghi nazionale, che hanno fornito approfondimenti sul contratto collettivo nazionale.
Durante l’incontro, i giovani membri di Federalberghi hanno presentato il ‘Progetto scuola’, un’iniziativa ideata per avvicinare i ragazzi al mercato del lavoro, favorendo un contatto diretto con il settore dell’ospitalità.
Economia
Tesla, il concessionario: “Le vendite a marzo vanno male, peggio del...

“Situazione complicata, peggio di quanto previsto”. È questa la risposta diretta alla domanda: Come stanno andando le vendite questo mese? A parlare al telefono è uno dei venditori di un importante concessionario italiano di Tesla. La situazione sembra influenzata dall’‘effetto Musk’ e dalle ripercussioni del suo sostegno a Donald Trump. “Abbiamo ricevuto istruzioni precise di non rispondere a domande dei giornalisti e non posso fornire cifre. Tuttavia, posso dirle che molti clienti non si sentono di acquistare una Tesla oggi. Guardi i dati di Unrae relativi a febbraio: se le cose continuano così, a fine marzo saremo significativamente sotto le aspettative…”
I dati Unrae di febbraio, pubblicati il 3 marzo, evidenziano un calo drastico delle vendite di Tesla in Italia: 843 unità contro le 1851 dello stesso mese nel 2024, con una diminuzione del -54,46%. Questo crollo non riflette l’andamento generale delle vendite di auto elettriche. Infatti, nel secondo mese dell’anno sono state immatricolate 6.925 vetture full electric, registrando una crescita del 39,8% rispetto a febbraio 2024, con una quota di mercato che è salita al 5% (dal 3,4% dello stesso periodo dell’anno precedente). La quota di mercato di Tesla, invece, è scesa allo 0,61%
Un confronto interessante emerge con il marchio cinese BYD, anch’esso esclusivamente dedicato alle auto elettriche. A febbraio 2025, le vendite di BYD in Italia sono state di 1350 unità, contro le 41 dello stesso mese dell’anno precedente, portando la quota di mercato dallo 0,03% allo 0,98%. Si può ipotizzare un possibile “effetto sostituzione“, con i clienti più orientati verso l’elettrico che scelgono di rivolgersi alla concorrenza diretta.
Per una conferma definitiva, sarà necessario attendere i dati ufficiali di marzo, ma sembra ragionevole ipotizzare che il calo delle vendite di Tesla in Italia sia legato all’‘effetto Musk’. Prima di terminare la conversazione con il venditore Tesla, gli viene posta un’ultima domanda: State pagando le conseguenze delle scelte politiche di Musk? La risposta è tanto concisa quanto eloquente: “Cosa ne pensa? Arrivederci”.
Economia
Sostenibilità, Parmigiani: “Importante che i dati sulle imprese siano...

Le recenti revisioni alla direttiva Omnibus sulla rendicontazione della sostenibilità, l’importanza della gestione dei dati e il ruolo centrale del report di sostenibilità sono stati i principali temi discussi in un’intervista video su SostenibileOggi con Marisa Parmigiani, responsabile della sostenibilità del Gruppo Unipol.
Uno dei punti trattati riguarda la redazione del bilancio aziendale secondo le disposizioni della direttiva CSRD, alla luce delle modifiche più recenti. Qual è il giudizio su questi cambiamenti?
“Questa direttiva è cruciale, perché per la prima volta i dati aziendali diventano effettivamente comparabili grazie a standard specifici. Per guidare la transizione, abbiamo bisogno di una grande quantità di dati comparabili. Tuttavia, le modifiche introdotte dalla direttiva Omnibus presentano alcune criticità significative: l’eliminazione degli standard settoriali rappresenta un problema, poiché questi garantivano una maggiore comparabilità tra aziende dello stesso settore. Senza di essi, ci si allontana dal core business. Un’altra criticità è la riduzione drastica del numero di aziende obbligate a fornire rendicontazioni, il che limita l’accessibilità delle informazioni e ci rende dipendenti dai provider di dati ESG. Per fare finanza sostenibile, infatti, è necessario acquistare dati, analisi e studi da questi fornitori. Inoltre, sebbene la Tassonomia fosse complessa, il coinvolgimento di un numero inferiore di aziende rischia di rallentare la transizione.”
Questo cambiamento potrebbe danneggiare le aziende che avevano già avviato il processo di rendicontazione e che ora risultano esentate?
“Sì, certamente, ma non tutte le imprese faranno un passo indietro. Quelle che hanno integrato questi processi strategicamente e hanno sviluppato un modello organizzativo solido, riconoscendo non solo la capacità di ridurre i rischi aziendali, ma anche l’opportunità di sfruttare una leva competitiva per accedere a nuovi mercati e modelli di business, non torneranno sui loro passi. Noi, ad esempio, dobbiamo già implementare queste direttive nel bilancio che sarà approvato a breve. Posso affermare che la produzione della reportistica richiede almeno un anno di lavoro, e molte aziende hanno già investito in sistemi operativi complessi per adeguarsi.”
Per leggere l’intervista completa, visita il sito: www.sostenibileoggi.it
Economia
Acer, a Didacta fra workshop e tecnologia le proposte per la scuola che cambia

Acer ha ribadito il suo impegno verso il settore scolastico durante la recente edizione della Fiera Didacta, un evento chiave per l’innovazione nell’educazione in Italia. Svolta a Firenze, la manifestazione ha visto Acer presentare soluzioni tecnologiche avanzate che sottolineano il ruolo fondamentale dell’innovazione nella didattica moderna. Angelo D’Ambrosio, General Manager di Acer South Europe, ha dichiarato: “La nostra partecipazione a Didacta dimostra quanto riteniamo cruciale il settore education, dove abbiamo consolidato una posizione di leadership. In questo contesto, abbiamo presentato prodotti caratterizzati da prestazioni elevate, sistemi di sicurezza, funzionalità basate sull’IA e un design resistente, elementi essenziali per una didattica efficace e all’avanguardia.”
Durante l’evento, Acer ha coinvolto i partecipanti attraverso workshop innovativi, condotti da esperti del settore. Un particolare focus è stato dedicato al game-based learning, con sessioni guidate dalle “maestre a cubetti” che hanno dimostrato come i videogiochi possano arricchire il curriculum didattico tradizionale, migliorando le soft skills e il pensiero logico degli studenti. Tra gli ospiti, Antonella Arpa, conosciuta come Himorta, ha approfondito il tema della gamification e delle nuove professioni digitali emergenti. Inoltre, l’associazione “Bullismo No Grazie” ha affrontato tematiche cruciali legate alla consapevolezza digitale e ai rischi del cyberbullismo, mentre Videogame Therapy ha esplorato il potenziale terapeutico dei videogiochi per il benessere degli studenti.
Arianna Timeto, Marketing & Communication Manager di Acer, ha spiegato che la presenza dell’azienda alla Fiera Didacta aveva un duplice obiettivo: rafforzare la leadership nel settore education e presentare soluzioni innovative a docenti, studenti e operatori del settore. “Attraverso i workshop, abbiamo potuto trattare tematiche concrete e innovative, offrendo una visione chiara della didattica del futuro,” ha dichiarato.
L’importanza del mercato dell’education è stata ulteriormente sottolineata da Acer, che da anni guida il segmento dei PC destinati all’istruzione. Il progetto “Scuola 4.0” ha segnato una svolta significativa, trasformando le scuole italiane in ambienti digitali e immersivi. Le iniziative principali hanno incluso l’ammodernamento delle aule e la creazione di laboratori finalizzati a preparare gli studenti per il mondo del lavoro.
Guardando al futuro, Gianluca D’Angelo, Country Head e Sales Director di Acer, ha dichiarato: “Il 2025 sarà un anno di transizione per il settore educativo, seguendo il completamento del progetto Scuola 4.0. Questo progetto ha fatto crescere il peso del segmento education nel mercato dal 2% a oltre il 10%. Attendiamo le nuove linee guida per i prossimi progetti, che includeranno laboratori professionalizzanti e iniziative per la scuola dell’infanzia.”
Acer ha sviluppato dispositivi tecnologici pensati per rispondere alle esigenze specifiche delle scuole, come tablet e laptop progettati per facilitare l’apprendimento e la collaborazione sia in aula che a distanza. Questi strumenti, intuitivi e accessibili, permettono agli insegnanti di personalizzare facilmente le metodologie didattiche per soddisfare le necessità di ogni studente.
Per favorire l’adozione delle tecnologie educative, Acer ha introdotto programmi formativi, come “Skills for Innovation” di Intel, che offre risorse gratuite ai docenti. Questi corsi aiutano gli insegnanti a integrare la tecnologia nel loro lavoro quotidiano, creando ambienti di apprendimento interattivi e coinvolgenti.
Grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), molte scuole italiane hanno potuto dotarsi di infrastrutture tecnologiche avanzate, inclusi dispositivi Acer. Questi investimenti hanno accelerato l’adozione di soluzioni digitali essenziali per l’insegnamento frontale e ibrido, particolarmente rilevanti durante le frequenti interruzioni causate da emergenze sanitarie.
Consapevole delle sfide legate alla durabilità e sicurezza, Acer ha progettato i suoi dispositivi per resistere a un utilizzo intensivo tipico degli ambienti scolastici. Questi prodotti sono testati per sopportare cadute, urti e versamenti, garantendo una lunga durata nel tempo. Inoltre, includono software di sicurezza avanzati per proteggere le informazioni sensibili da eventuali minacce informatiche.
Alessandro Barbesta, Head of Sales Channel, B2B & Edu di Acer, ha illustrato la strategia commerciale dell’azienda: “Il nostro approccio nel mondo dell’education si basa sull’adattamento alle esigenze delle scuole, attraverso una rete di partner certificati. Vogliamo offrire non solo tecnologia, ma anche soluzioni di qualità che rispondano alle sfide quotidiane del contesto educativo.”
Barbesta ha enfatizzato che i prodotti Acer dedicati al mondo scolastico sono progettati esclusivamente per studenti e docenti, garantendo robustezza e longevità. “Non proponiamo prodotti generici, ma soluzioni mirate a soddisfare le esigenze specifiche del settore education,” ha affermato.
Infine, Acer continua a investire nella ricerca e sviluppo di tecnologie innovative, tra cui realtà aumentata, realtà virtuale e intelligenza artificiale. Questi strumenti sono integrati nei dispositivi per offrire esperienze immersive che rivoluzionano i metodi di insegnamento, preparando gli studenti a un futuro sempre più tecnologico.
Economia
Fab13, Chiesi: “Vale quasi 50% investimenti nazionali in innovazione”

Il settore farmaceutico è una vera e propria eccellenza sia per l’Italia che per l’Europa. Questo ambito non solo contribuisce al benessere e alla salute dei cittadini, ma rappresenta anche un pilastro di competitività e resilienza per il sistema economico e industriale. “È fondamentale avere un sistema domestico che supporti queste aziende nel loro percorso di crescita internazionale,” ha dichiarato Alessandro Chiesi, presidente di Chiesi Farmaceutici Spa, durante il suo intervento a Milano in occasione della presentazione del rapporto di Fondazione Edison sulle Fab 13, le multinazionali italiane del Made in Italy di Farmindustria. “Le aziende italiane del nostro settore realizzano quasi il 50% degli investimenti in innovazione nel Paese.”
“Ciò di cui abbiamo assolutamente bisogno è la stabilità,” ha proseguito Chiesi. “Il panorama competitivo internazionale è estremamente agguerrito. Gli Stati Uniti, da sempre leader nell’innovazione sanitaria, mantengono il loro ruolo di primo piano, mentre l’Europa sta perdendo terreno e la Cina avanza rapidamente. Tuttavia, le aziende italiane sono riuscite a ritagliarsi uno spazio di rilievo a livello globale.” Per continuare a mantenere “il cuore e la mente” delle attività in Italia, Chiesi ha sottolineato l’importanza di proseguire negli investimenti in ricerca e sviluppo, aggiungendo che questo richiede una visione consapevole e un lavoro sinergico come sistema.
Parlando dei dazi statunitensi, Chiesi ha evidenziato un aspetto cruciale: “Una multinazionale americana che investe in Italia può più facilmente decidere di rientrare nei propri confini. Diventa quindi essenziale creare le condizioni — non necessariamente finanziamenti, ma il giusto contesto — sia a livello nazionale che europeo, affinché le aziende italiane possano continuare a investire nel nostro Paese.” Tuttavia, ha avvertito, “la nuova normativa farmaceutica europea rischia di essere un passo indietro. Mentre Stati Uniti e Cina stanno estendendo la protezione brevettuale per promuovere l’innovazione e attrarre investimenti, in Europa si va nella direzione opposta.” Questo, secondo Chiesi, è solo un esempio della necessità di maggiore coerenza e di una strategia più concreta.
Economia
1 maggio, il Concertone torna a San Giovanni. Leader sindacali in 3 città diverse

Il tradizionale Concertone del Primo Maggio torna nella sua storica location di Piazza San Giovanni, dopo la parentesi dello scorso anno al Circo Massimo. L’evento sarà trasmesso in diretta su Rai3, sotto la supervisione della Direzione Intrattenimento Prime Time della Rai. Questa decisione è stata annunciata durante un incontro pomeridiano tra i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil e i rappresentanti della Rai, dedicato all’organizzazione della festa del Lavoro.
Il tema centrale scelto per quest’anno dai sindacati è la salute e la sicurezza sul lavoro, che sarà al centro sia delle manifestazioni mattutine sia del Concertone. Le iniziative unitarie del mattino si svolgeranno in contemporanea in tre luoghi simbolici: a Roma presso i Fori Imperiali, con la partecipazione del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini; a Casteldaccia (Palermo), guidata dalla segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola; e a Prato, con il segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri. Come di consueto, i comizi saranno trasmessi in diretta su Rai3, grazie alla collaborazione del Tg3.
Dopo aver presenziato alle rispettive manifestazioni, Landini, Fumarola e Bombardieri si riuniranno a Piazza San Giovanni a Roma per partecipare al Concertone, anch’esso dedicato al tema della salute e sicurezza sul lavoro.
Economia
Ricerca, Dompé (Assolombarda): “Valorizziamo talenti e investiamo su futuro”

L’Italia può vantare un rapporto eccezionale tra la qualità e il costo dei propri ricercatori, ma troppo spesso non riesce a valorizzare come dovrebbe questi giovani talenti, che rappresentano il futuro del Paese. È essenziale fornire loro un supporto maggiore, creando più opportunità lavorative e garantendo una retribuzione adeguata. Non è solo una questione di equità, ma di un investimento strategico: chi porta avanti un lavoro prezioso deve poter vedere riconosciuto il proprio valore anche nella vita quotidiana.
Attualmente, lo Stato sostiene il percorso formativo dei ricercatori, ma le opportunità migliori, sia dal punto di vista professionale che economico, si trovano spesso all’estero. Questo spinge molti di loro a lasciare l’Italia dopo anni di sacrifici. È necessario fare di più per trattenerli, creando condizioni che consentano loro di costruire il proprio futuro nel nostro Paese. L’ecosistema scientifico italiano ed europeo è di alto livello e, fortunatamente, molte aziende – come Dompé farmaceutici, insieme a realtà come Menarini, Italfarmaco e Angelini – si stanno impegnando per offrire concrete opportunità in grado di invertire questa tendenza.
Lo ha dichiarato Sergio Dompé, presidente di Dompé farmaceutici e vicepresidente di Assolombarda per le Life Sciences, durante un’intervista esclusiva rilasciata a One Health, la rivista online del Gruppo The Skill.
“In Dompé farmaceutici,” ha spiegato Dompé, “abbiamo creduto fortemente in questa visione, realizzando un centro di ricerca dedicato all’Intelligenza Artificiale. Grazie a questo, siamo riusciti a riportare in Italia giovani ricercatori che avevano trovato impiego all’estero. Inoltre, collaboriamo con l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) per sviluppare laboratori congiunti, unendo le competenze al fine di creare quella massa critica necessaria per competere a livello globale.”
Dompé ha sottolineato come l’Italia disponga di un grande patrimonio nei dati del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), che coinvolgono milioni di pazienti. “Negli Stati Uniti e in Cina non esiste una risorsa simile, ma se non utilizziamo questi dati per scopi scientifici e di sviluppo, rischiamo di perdere un importante vantaggio competitivo.”
“Se fossi l’amministratore delegato dell’azienda Italia,” ha aggiunto Dompé, “darei immediatamente priorità a questa opportunità. Potrebbe non essere semplice sfruttare appieno questo potenziale, ma è indispensabile coglierlo e aprire la strada.”
Finanza
Unicredit, Bce autorizza partecipazione in Commerzbank fino al 29,9%

La Banca Centrale Europea ha dato il suo via libera a UniCredit per incrementare la propria partecipazione in Commerzbank fino al 29,9%. Questo è quanto riportato in un comunicato diffuso dall’istituto bancario.
Secondo quanto dichiarato, UniCredit ha ottenuto l’autorizzazione della BCE per acquisire una quota diretta fino al 29,9% in Commerzbank. Sebbene questa approvazione confermi la solidità finanziaria e la conformità regolamentare di UniCredit, ci sono ancora diversi elementi che influenzeranno eventuali sviluppi futuri e la relativa tempistica.
La nota precisa inoltre che sono ancora in corso alcuni processi autorizzativi presso le autorità competenti, tra cui l’Autorità Federale Tedesca della Concorrenza. La loro conclusione positiva è necessaria affinché la quota del 18,5%, attualmente detenuta tramite strumenti derivati, possa essere convertita in azioni, come evidenziato nel comunicato di UniCredit.
UniCredit ha inoltre espresso la sua intenzione di attendere il momento opportuno per avviare un dialogo costruttivo con il nuovo governo della Repubblica Federale di Germania, una volta che questo sarà formato. Nel comunicato si legge: “In qualità di azionisti, siamo soddisfatti di constatare che il nostro investimento ha contribuito a un cambiamento positivo in Commerzbank. Questo, unito alle prospettive economiche tedesche più favorevoli di recente, ha portato a un significativo apprezzamento del titolo. Tuttavia, sarà necessario un periodo prolungato per verificare l’effettiva esecuzione del piano e determinare se tale apprezzamento sia giustificato e sostenibile.”
Alla luce di ciò, UniCredit ha sottolineato che la tempistica inizialmente prevista per decidere su una potenziale aggregazione potrebbe estendersi ben oltre la fine del 2025.
L’istituto bancario ha ribadito che la propria attenzione rimane focalizzata sull’implementazione della seconda fase del piano strategico “UniCredit Unlocked”. Questo piano, pensato per affrontare un contesto esterno sempre più instabile, mira a consolidare ulteriormente le performance e le distribuzioni della banca rispetto a quelle del settore.
Infine, UniCredit ha concluso precisando di aver garantito opzioni per possibili azioni di crescita esterna, che saranno perseguite solo se rispetteranno le metriche finanziarie definite e miglioreranno il piano strategico di base.
Finanza
Unicredit, Debach: ‘Parte l’Opa di Bpm su Anima, ma Orcel sul Banco vuole...

Il settore bancario entra nel vivo con il lancio della prima offerta pubblica. Ha preso il via oggi il periodo per aderire all’opa da 1,78 miliardi di euro promossa da Banco Bpm su Anima. Gli investitori avranno tempo fino al 4 aprile, salvo proroghe. L’obiettivo dichiarato è il controllo del 66,67% del capitale, anche se per Banco Bpm potrebbe essere sufficiente raggiungere almeno il 45%. Secondo fonti vicine al dossier, l’operazione non dovrebbe presentare particolari difficoltà. Tuttavia, alcuni osservatori sottolineano che si attende ancora il via libera dalla Bce per l’applicazione del Danish Compromise, una norma che consentirebbe di ridurre l’impatto dell’operazione sul Cet1 ratio, l’indice di stabilità patrimoniale dell’istituto di Piazza Meda.
Intanto cresce l’attesa per la mossa di Unicredit, che ha lanciato un’Ops su Banco Bpm. Alcuni analisti ipotizzano che Andrea Orcel possa valutare l’opzione di rinunciare all’acquisizione, considerando che l’ingresso di Anima potrebbe aumentare il valore del Banco. Tuttavia, Gabriel Debach, market analyst di eToro, ha espresso un’opinione diversa in dichiarazioni all’Adnkronos. Secondo Debach, la strategia di Piazza Gae Aulenti si sta delineando chiaramente. “Unicredit accelera su Banco Bpm, anticipando l’assemblea degli azionisti al 27 marzo: un evidente segnale della volontà di chiudere rapidamente l’operazione”, ha sottolineato.
Permangono comunque alcune questioni aperte, ha precisato l’esperto. Tra queste, l’allineamento delle valutazioni e il trattamento del Danish Compromise relativo ad Anima. Tuttavia, le stime sulle sinergie e la limitata resistenza politica suggeriscono che l’Italia rimarrà il focus principale nel breve termine. Per quanto riguarda Commerzbank, Debach evidenzia che l’approccio di Unicredit appare più prudente. L’incertezza politica in Germania e i negoziati con il nuovo governo richiedono maggiore tempo. Tuttavia, anche in caso di mancata concretizzazione dell’operazione, il valore è già stato generato. Da settembre 2024, quando UniCredit ha annunciato la prima quota del 9%, il titolo Commerzbank ha registrato un incremento del +87%. Successivamente, con l’aumento della partecipazione al 28% a dicembre 2024, il rally è continuato con un ulteriore +54%.
Secondo Debach, il significativo apprezzamento del titolo ha generato un guadagno latente per Unicredit, assicurando così una maggiore flessibilità strategica. In caso di complicazioni politiche o regolamentari in Germania, la banca potrebbe liquidare la partecipazione e redistribuire il valore agli azionisti. In sintesi, la strategia di Unicredit sembra concentrarsi inizialmente su Banco Bpm, per poi rivolgersi successivamente a Commerzbank. “Unicredit sta costruendo un futuro solido in Italia, senza mai perdere di vista le opportunità presenti a Berlino,” conclude Debach. (di Andrea Persili)
Economia
Tesla, ora la salvezza è negli adesivi ‘anti Musk’

In un periodo in cui tutto ciò che si associa a Elon Musk viene spesso etichettato come filo-trumpiano o addirittura retrogrado, non tutti possono permettersi di vendere la propria Tesla come hanno fatto alcune celebrità, tra cui l’attore Jason Bateman e la cantante Sheryl Crow. La soluzione più economica, per chi desidera ancora guidare un’auto elettrica della casa americana, sembra essere quella di “prendere le distanze” con un semplice adesivo.
Le vendite delle auto Tesla stanno registrando un calo preoccupante, così come il valore delle sue azioni a Wall Street. Al contrario, gli adesivi per esprimere il dissenso verso le attività politiche di Elon Musk stanno vivendo un vero e proprio boom. Un esempio emblematico è quello di Patrik Schneider, un appassionato di auto elettriche tedesco, che aveva inizialmente creato per scherzo adesivi con la scritta “L’ho comprata prima che Elon impazzisse”. Quello che doveva essere un progetto limitato a poche decine di esemplari si è trasformato in un successo commerciale, specialmente dopo l’insediamento di Donald Trump, con Musk visto come un “suggeritore-esecutore” delle politiche più controverse. Schneider ha rivelato di aver ricevuto fino a 2.000 richieste al giorno, trasformando il suo scherzo in un vero business. Alla fine del contratto di leasing, però, ha deciso di cambiare auto, optando per un’elettrica meno “controversa”.
Questo fenomeno è ormai globale: su Amazon, la sezione dedicata agli adesivi per Tesla è diventata una categoria a sé stante. Con circa 9 euro si possono acquistare sticker con frasi come “Amo questa macchina, non Elon Musk” o “Sta’ zitto, Elon!”. Anche i cinesi hanno colto l’opportunità, e su AliExpress adesivi simili si trovano a partire da soli 3 euro. Tuttavia, è possibile trovare anche sticker con messaggi opposti, come “I love Elon” o “Still driving Tesla – Still Team Elon”, sebbene la domanda per questi ultimi sia decisamente inferiore.
Questi adesivi non servono solo a sottolineare una distanza ideologica tra il guidatore e Musk, ma rappresentano anche una sorta di protezione contro possibili atti vandalici. Sempre più spesso, infatti, le vetture Tesla vengono prese di mira come simboli di trumpismo, con episodi di incendi e danneggiamenti documentati. Su Twitter (ora X, di proprietà dello stesso Musk), una utente ha confessato: “Oggi pomeriggio ho visto una Tesla a Sanremo. Ho avuto l’istinto di rigarla”. Un altro automobilista ha dichiarato: “Ho comprato l’auto, non le idee del fascistone… comunque la tentazione di venderla, nonostante abbia meno di due anni, è forte”.
Alcuni, come il senatore democratico Mark Kelly, hanno deciso di disfarsi della loro Tesla. Kelly, definito “traditore” da Musk per il suo impegno in Ucraina, ha spiegato che guidare quella macchina era diventato “come essere un cartellone pubblicitario ambulante per un uomo che sta smantellando il nostro governo e ferendo le persone”. Tuttavia, per altri automobilisti, vendere il proprio veicolo non è così semplice, soprattutto a causa della perdita di valore. Ad esempio, il modello più economico, la Model 3, parte da 37.000 euro, ma i prezzi sul mercato dell’usato sono in netto calo. Come sottolineato da Alberto Sanz de Lama, direttore del portale svizzero Autoscout 24, “la domanda di Tesla è diminuita notevolmente dall’inizio dell’anno”.
Le opzioni per i proprietari di Tesla sembrano dunque limitate: aspettare che Elon Musk cambi atteggiamento, vendere l’auto subendo una perdita economica, oppure acquistare un adesivo per prendere le distanze. C’è chi, come un anonimo automobilista che ha comprato un vistoso CyberTruck, ha scelto una soluzione creativa, riverniciando la parte posteriore del veicolo con la scritta “Toyota”.
Economia
Farmaceutica: Fab13, aziende storiche del Made in Italy motore dell’economia...

L’industria farmaceutica in Italia si conferma come uno dei settori di punta del Made in Italy, con le Fab13 che consolidano il loro ruolo chiave nell’innovazione, nella ricerca e nella crescita economica del Paese. Secondo l’ultimo rapporto della Fondazione Edison, queste imprese hanno raggiunto ricavi pari a 16,8 miliardi di euro nel 2023, registrando un incremento del 60% rispetto al 2016. Di questi, ben 12,8 miliardi provengono dalle esportazioni, rappresentando il 76% del totale. Il rapporto è stato presentato a Milano, presso il Palazzo Edison, durante un incontro tra Marco Fortis, vicepresidente della Fondazione Edison, e Sebastiano Barisoni, vicedirettore esecutivo di Radio24, in cui sono stati analizzati i progressi dell’industria farmaceutica italiana negli ultimi due decenni.
Le Fab13 – che includono aziende storiche come Alfasigma, Abiogen Pharma, Angelini Pharma, Chiesi Farmaceutici, Dompé Farmaceutici, I.B.N. Savio, Italfarmaco, Kedrion, Menarini, Molteni, Neopharmed Gentili, Recordati e Zambon – continuano ad espandersi a livello internazionale. Con 67 siti produttivi e 43 centri di ricerca e sviluppo distribuiti in tutto il mondo, mantengono la loro strategia e direzione decisionale in Italia, dove tuttavia le vendite interne rimangono stabili. Queste imprese sono riconosciute tra i sette settori di eccellenza del Made in Italy, accanto a comparti strategici come la meccanica, l’alimentare e la moda.
Secondo Marco Fortis, le Fab13 hanno saputo preservare i valori della loro lunga tradizione, investendo al contempo in tecnologie innovative e nell’internazionalizzazione. Nel 2023, il gruppo ha superato i 16 miliardi di euro di ricavi, sostenuti principalmente dalle esportazioni, che hanno raggiunto i 6,2 miliardi di euro. Per contestualizzare, il valore delle esportazioni delle Fab13 supera il totale dell’export italiano verso l’India (5,2 miliardi) ed è vicino a quello verso il Giappone (8 miliardi). Inoltre, il loro export supera quello di settori d’eccellenza come le navi da crociera (4,2 miliardi) ed è poco distante dai vini (7,8 miliardi). L’incremento di 1 miliardo di euro nelle esportazioni delle Fab13 nel 2023 ha compensato oltre un terzo del calo complessivo dell’export italiano verso la Germania (-2,8 miliardi).
Nel 2023, le Fab13 hanno realizzato investimenti per un totale di 3,4 miliardi di euro, di cui oltre 1 miliardo è stato destinato alla Ricerca & Sviluppo, con una crescita del 12% rispetto all’anno precedente. Una parte significativa, pari a 1,7 miliardi, è stata dedicata alle acquisizioni internazionali per rafforzare il portafoglio prodotti e ampliare la presenza sui mercati esteri. Questi investimenti, che rappresentano più del 50% delle risorse totali, dimostrano l’impegno delle aziende nello sviluppo di farmaci innovativi, terapie personalizzate e trattamenti per malattie rare. Nonostante la loro espansione globale, le Fab13 consolidano i bilanci in Italia, contribuendo significativamente al gettito fiscale nazionale, che supporta la sanità pubblica e la ricerca scientifica. Il settore ha anche un impatto rilevante sull’occupazione, con oltre 47mila addetti, di cui quasi 15mila in Italia, pari al 22% della forza lavoro complessiva dell’industria farmaceutica, in crescita del 3% rispetto al 2022.
Alberto Chiesi, presidente delle industrie farmaceutiche Fab13, ha sottolineato che i dati del rapporto confermano il ruolo strategico delle Fab13 nell’industria farmaceutica italiana. Per mantenere la competitività globale e generare valore per il Paese, è fondamentale che le istituzioni collaborino con il settore. Non si tratta di richiedere sostegno economico, ma di evitare normative che possano compromettere l’efficienza competitiva raggiunta. Tra le priorità indicate, vi sono una maggiore comunicazione tra aziende e decisori pubblici, un quadro normativo stabile e chiaro per favorire gli investimenti, la protezione della proprietà intellettuale attraverso un rafforzamento della tutela brevettuale e una riduzione della pressione fiscale con incentivi mirati a trasformare l’Italia in un hub farmaceutico.
È emersa anche l’importanza di incentivare la ricerca su farmaci orfani e terapie innovative, migliorare la collaborazione tra università e imprese per formare e trattenere talenti scientifici, e semplificare le procedure di approvazione e accesso ai farmaci, con particolare attenzione alla riduzione delle disomogeneità regionali. Il rapporto della Fondazione Edison conferma che le Fab13 costituiscono un pilastro fondamentale per l’industria farmaceutica italiana e globale. Il loro contributo è cruciale non solo per la crescita economica e l’occupazione, ma anche per il posizionamento dell’Italia come leader mondiale del settore farmaceutico.
Finanza
Turismo: Lalli, ‘visione romantica, in Italia i fondi sono arrivati ma grandi...

In Italia si osserva una significativa assenza di grandi fondi d’investimento nel settore turistico, una situazione aggravata dalle barriere burocratiche che spesso ostacolano le iniziative e le strategie dei principali gruppi internazionali. Questo aspetto è stato evidenziato da Marina Lalli, presidente di Federturismo, durante un’intervista.
“Si tratta di una problematica tipicamente italiana”, ha spiegato Lalli. Tradizionalmente, il turismo nel nostro Paese è stato considerato in modo romantico, con ogni destinazione caratterizzata da una peculiarità unica. Questa diversità ha reso le vacanze in Italia un’esperienza inimitabile, lontana dai modelli standardizzati di altre destinazioni. Tuttavia, nel contesto del turismo globale, questa unicità rischia di essere compromessa.
Con l’espansione delle opportunità turistiche e l’evoluzione dei modi di viaggiare, il panorama tradizionale sta subendo un cambiamento. “Per essere competitivi a livello mondiale”, ha sottolineato Lalli, “è essenziale intercettare i flussi turistici ovunque. Le strutture più piccole e gli imprenditori locali incontrano difficoltà nel farsi notare e nel guadagnare visibilità. Sebbene l’interesse dei grandi gruppi sia aumentato, specialmente durante la crisi legata al Covid, molti rimangono scoraggiati”.
Quali sono le principali difficoltà? Secondo Lalli, il principale ostacolo è rappresentato dalla burocrazia italiana. “La complessità burocratica rende arduo prevedere i tempi di ritorno degli investimenti. Gli iter amministrativi, come quelli relativi alla valutazione di impatto ambientale o alla gestione dei beni culturali, introducono numerosi ostacoli. Progetti turistici che interessano aree di pregio sono spesso soggetti a vincoli e lungaggini che scoraggiano gli investitori”.
E il turismo nei primi mesi dell’anno? Lalli ha osservato che “il 2025 è iniziato lentamente. Il periodo invernale, che consideriamo da dicembre a marzo, quest’anno registrerà un calo. A differenza del 2024, sono stati gli stranieri a mancare”.
Quali altre problematiche affliggono il turismo? Secondo Lalli, ci sono diverse difficoltà da affrontare. Una delle più rilevanti è il sistema di trasporto, che non garantisce un accesso uniforme su tutto il territorio. “Le aree più conosciute sono anche le più facilmente raggiungibili, ma molte destinazioni meritevoli restano escluse. L’Italia offre una grande varietà di esperienze, ma dobbiamo puntare sullo sviluppo di queste zone meno esplorate”.
Cosa impedisce di sfruttare appieno il potenziale turistico italiano? Lalli ha ribadito che la lentezza burocratica rappresenta uno dei principali freni. “Siamo troppo lenti nel rispondere alle esigenze del turismo moderno, sia per quanto riguarda la ristrutturazione di luoghi turistici sia per l’adozione di strumenti digitali. Rispetto ad altri Paesi, siamo ancora indietro, e questo costituisce una sfida importante”.
Economia
Acqua, Gruppo Cap in prima linea per affrontare le sfide del cambiamento climatico

Gruppo Cap, la green utility che si occupa della gestione del servizio idrico integrato nella Città metropolitana di Milano, rinnova il suo impegno per la salvaguardia dell’acqua. In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, celebrata ogni anno il 22 marzo, l’azienda ha organizzato una settimana ricca di conferenze, workshop e incontri dedicati a questa risorsa vitale per il nostro pianeta.
Il tema individuato quest’anno dalle Nazioni Unite per il World Water Day, intitolato “Glacier Preservation“, mette in luce un fenomeno che, pur apparendo lontano dalla nostra quotidianità, sta già influenzando i flussi idrici globali. Lo scioglimento accelerato dei ghiacciai rappresenta una minaccia per la disponibilità di acqua potabile, per l’agricoltura, la produzione di energia e l’equilibrio degli ecosistemi in diverse aree del mondo. In questo scenario, una gestione efficiente e responsabile delle risorse idriche diventa un obiettivo prioritario.
Negli ultimi anni, Gruppo Cap ha riconosciuto l’importanza di affrontare queste sfide in modo integrato, ampliando il proprio raggio d’azione. Oltre alla tradizionale gestione dell’acqua, l’azienda si è focalizzata su nuovi settori strategici, come la valorizzazione dei rifiuti e la produzione di energia rinnovabile. Questo approccio olistico posiziona l’acqua al centro della strategia aziendale, offrendo soluzioni sostenibili e mirate per fronteggiare le emergenze ambientali e rispondere alle necessità delle comunità locali e dei territori.
Dal 18 al 21 marzo 2025, Gruppo Cap sarà protagonista di una serie di eventi finalizzati a sensibilizzare istituzioni, aziende e cittadini sull’importanza cruciale della risorsa idrica.
Economia
Rifiuti, Omnisyst e Assoambiente organizzano evento digitale su Rentri

Il Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti (Rentri) è in vigore da un mese e il settore sta facendo il punto sui risultati iniziali, le sfide ancora aperte e le migliori pratiche individuate. Per approfondire gli effetti della normativa, Omnisyst e Assoambiente, con il patrocinio di Aias, organizzano un webinar dal titolo ‘Rentri un mese dopo…’, che si terrà il 18 marzo dalle 16:30 alle 18. L’evento vedrà la partecipazione di esperti del settore, tra cui Chicco Testa, presidente di Assoambiente, Fabio Santomauro, Chief Marketing & Corporate Development Officer di Omnisyst, Chiara Leboffe, funzionario di Assoambiente, e Alberto Scotti, Technical & Compliance Manager di Omnisyst.
Fino ad oggi, ben 865 persone hanno già confermato la loro iscrizione al webinar, con un continuo incremento delle adesioni. Questo dimostra quanto il tema sia cruciale per aziende e operatori del settore. In generale, il riferimento per l’iscrizione al Rentri non riguarda direttamente gli operatori, ma le unità locali (UL), ossia i soggetti che presentano la dichiarazione Mud. Si stima che le unità locali coinvolte siano circa 420mila, ma l’adesione segue criteri distinti e non copre completamente il panorama di riferimento in questa fase iniziale.
Le prime analisi sulle registrazioni rivelano una discrepanza tra l’universo di riferimento e il livello di adesione, con numerose iscrizioni volontarie da parte di aziende non obbligate. Al contempo, alcune categorie rimangono in attesa di istruzioni operative per garantire la piena conformità al sistema. Nonostante i progressi generali, permangono criticità che richiedono interventi istituzionali. Durante il webinar del 18 marzo verranno anche presentati i dati preliminari raccolti tramite una survey condotta da Omnisyst, con l’obiettivo di monitorare l’adozione del sistema e individuare le aree principali di miglioramento.
Finanza
Donne: nei Cda sono al 43,1%, Italia al secondo posto in Europa

In Italia, la presenza femminile nei consigli di amministrazione ha raggiunto il 43,1%, posizionando il Paese tra i migliori in Europa, subito dopo la Francia (47,9%) e la Spagna (45,1%). Questo risultato emerge dall’analisi condotta da “EY European Financial Services Boardroom Monitor”, che mette in luce significativi passi avanti nella rappresentanza femminile nei CdA delle società finanziarie europee. Inoltre, il gender pay gap nei CdA italiani si è ridotto al 12%, un dato migliore rispetto alla media europea del 15%. La ricerca evidenzia anche come le competenze tecnologiche e ESG abbiano contribuito a posizionare l’Italia rispettivamente al secondo e terzo posto in Europa. La remunerazione mediana delle donne nei CdA ha registrato un incremento del 30% negli ultimi cinque anni, favorito dalla crescente presenza femminile in ruoli di leadership.
Stefano Battista, Italy Financial Services Market Leader di EY, ha commentato: “L’Italia sta facendo importanti progressi nella rappresentanza femminile nei consigli di amministrazione, con il 43,1% di donne nei CdA delle società quotate operanti nel settore finanziario. Siamo secondi solo a Francia e Spagna, dimostrando un impegno concreto verso l’inclusività. In un contesto sempre più competitivo, le aziende del settore finanziario hanno sfruttato le nuove nomine per integrare competenze tecnologiche e di sostenibilità nei loro consigli, elementi essenziali per affrontare le sfide future. Questi cambiamenti rappresentano un chiaro passo verso una governance più inclusiva, sostenibile e orientata all’innovazione.”
Luca Galli, EY Risk Leader, Financial Services, ha aggiunto: “Negli ultimi cinque anni, la remunerazione mediana delle donne nei consigli di amministrazione europei è cresciuta di quasi il 30%, superando l’incremento registrato dai consiglieri uomini. Questo miglioramento è stato reso possibile dalla maggiore presenza femminile in ruoli di presidenza dell’organo amministrativo o dei comitati endoconsiliari, a conferma di un trend verso maggiore equità e inclusività. In Italia, il divario retributivo di genere nei CdA dei servizi finanziari si è ridotto al 12%, un dato che supera la media europea del 15%. La futura direttiva europea ‘Women on Boards’, prevista per il 2026, contribuirà ulteriormente a consolidare questi progressi, promuovendo una rappresentanza femminile ancora più equilibrata nei ruoli di leadership.”
Economia
Bts: “Con simulazioni business si accelera raggiungimento risultati...

Le simulazioni di business rappresentano uno strumento innovativo e strategico per la formazione dei dipendenti, offrendo un approccio più interattivo e dinamico. Grazie a scenari realistici e immersivi, queste simulazioni permettono alle aziende di preparare i propri team ad affrontare situazioni complesse. Bts, leader globale nel settore della consulenza aziendale, con sede a Stoccolma, ha osservato un crescente utilizzo di questa metodologia, soprattutto nella Silicon Valley. Molte grandi aziende tecnologiche la adottano per scopi come la formazione di dirigenti in ruoli più complessi, l’allineamento strategico, la diffusione dei valori aziendali e l’allenamento delle forze vendita.
Attraverso le simulazioni di leadership e di business, le aziende preparano i propri collaboratori ad affrontare sfide cruciali per il successo strategico, in un ambiente sicuro. Durante specifici round di simulazione, i partecipanti discutono le priorità aziendali, migliorano la capacità decisionale, valutano l’impatto delle loro scelte e applicano immediatamente quanto appreso. Questo approccio rafforza la learning agility, migliorando la capacità di influire positivamente sui risultati aziendali.
La metodologia adottata dimostra come le simulazioni non solo migliorino la comprensione teorica, ma anche le competenze pratiche, grazie a un’esperienza altamente immersiva e interattiva. Questo approccio è essenziale per le aziende che vogliono preparare il proprio personale a gestire situazioni complesse in contesti di incertezza. Il successo nell’esecuzione aziendale si basa su tre elementi chiave: allineamento, mindset e competenze. Le simulazioni di business lavorano su tutti e tre questi aspetti, favorendo l’allineamento degli obiettivi strategici, la formazione di un atteggiamento mentale positivo verso le sfide e lo sviluppo delle competenze necessarie per tradurre le strategie in azioni efficaci.
Secondo Francesco Fanelli, Vice President e responsabile dell’ufficio italiano di Bts, molte aziende investono in strategie e tecnologie senza considerare adeguatamente il coinvolgimento delle persone. Le simulazioni di business rappresentano una soluzione a questa lacuna, permettendo di lavorare simultaneamente su allineamento, mindset e competenze. Questi strumenti creano ambienti realistici e immersivi dove testare decisioni strategiche senza rischi, facilitando l’apprendimento e promuovendo la crescita aziendale attraverso una migliore esecuzione delle strategie.
Un esempio significativo dell’efficacia delle simulazioni è il progetto sviluppato da Bts per Salesforce. Attraverso un programma su larga scala, oltre 30.000 membri del team sono stati formati in tre diversi fusi orari per affrontare scenari complessi, come l’impatto dell’inflazione sui mercati. Questo approccio immersivo ha reso l’apprendimento più efficace e coinvolgente rispetto ai metodi tradizionali, permettendo ai dipendenti di tradurre immediatamente la teoria in pratica.
Bts valuta l’impatto di questi programmi attraverso un sistema di analisi multilivello che misura la risposta dei partecipanti, i cambiamenti nei comportamenti e i risultati economici. L’obiettivo è fare in modo che la formazione diventi un vero strumento di crescita, rafforzando le competenze strategiche e migliorando l’esecuzione delle strategie aziendali.
Economia
Energia, Fronius a Key con la sua offerta per impianti residenziali e commerciali

Nel corso della terza edizione della fiera Key, svoltasi a Rimini tra il 5 e il 7 marzo, Fronius, azienda specializzata nel settore del fotovoltaico, della saldatura e delle tecnologie di ricarica delle batterie, ha presentato le sue novità in arrivo nei prossimi mesi: il sistema di accumulo Fronius Reserva, l’inverter commerciale Fronius Argeno e la wallbox Fronius Wattpilot Flex.
Durante l’evento, le specifiche tecniche e le aree di applicazione di questi nuovi prodotti sono state illustrate attraverso sessioni di training tecnici, che l’azienda ha in programma di replicare presto su tutto il territorio italiano. Inoltre, è stato allestito uno spazio dedicato al Supporto Tecnico, dove Fronius Italia ha offerto consulenza diretta agli installatori presenti in fiera.
“Anche quest’anno la fiera Key è stata un’importante occasione per Fronius Italia. Si tratta di un momento fondamentale per il nostro team, che ci permette di rafforzare le relazioni con i Fronius System Partner, gli installatori, i progettisti e i partner commerciali con cui collaboriamo,” ha dichiarato Matteo Poffe, direttore generale di Fronius Italia.
“Le opportunità per il 2023, in particolare nel segmento C&I, sono numerose e il nostro team è pronto a supportare sia i partner di lunga data che i nuovi clienti. Grazie al nuovo Fronius Argeno e agli altri inverter del nostro portafoglio, come Verto, Tauro e Symo Advanced, siamo sicuri di poter contribuire al successo dei loro progetti. Inoltre, l’introduzione della batteria Fronius Reserva ci rende molto fiduciosi anche nel settore residenziale, specialmente nell’era post-Superbonus,” ha concluso Poffe.
Economia
Congedo di paternità, utilizzo più che triplicato dal 2013: i dati

Il congedo di paternità, introdotto in Italia nel 2012, ad oggi prevede 10 giorni di permesso, ma nonostante i benefici offerti, il 35% dei neogenitori, soprattutto nelle regioni del Sud, non ne fa uso. Questo è quanto emerge da un’analisi condotta dall’Inps, in collaborazione con Save the Children, in occasione della Festa del Papà.
L’adozione del congedo ha registrato un incremento significativo nel corso degli anni, passando dal 19,2% di padri aventi diritto nel 2013 al 64,5% nel 2023. Tuttavia, la crescita è stata più accentuata nei primi anni e più contenuta di recente, con un aumento di soli 0,5 punti tra il 2022 e il 2023. Attualmente, oltre 3 padri su 5 ne usufruiscono, ma le differenze territoriali, la dimensione aziendale e il tipo di contratto lavorativo giocano un ruolo significativo. I padri con contratti a tempo indeterminato sono i maggiori utilizzatori (70%), rispetto a quelli con contratti a tempo determinato (40%) o stagionali (20%).
Il livello di reddito è un altro fattore determinante nell’utilizzo del congedo. I padri con un reddito tra 28.000 e 50.000 euro raggiungono la percentuale più alta di utilizzo (83%), mentre il dato cala leggermente per chi guadagna oltre 50.000 euro all’anno (80%). Per redditi più bassi, tra 15.000 e 28.000 euro, l’adesione scende ulteriormente, attestandosi al 66%. Inoltre, la dimensione aziendale influisce: nelle aziende con oltre 100 dipendenti, il tasso di utilizzo arriva all’80%, mentre nelle realtà più piccole, con meno di 15 dipendenti, si ferma al 40%.
Le differenze territoriali sono evidenti. Al Nord, il 76% dei padri aventi diritto usufruisce del congedo, una percentuale quasi doppia rispetto al Sud e alle Isole (44%). Al Centro, invece, la media si attesta al 67%. Tra le regioni settentrionali, il Veneto registra il dato più alto (79%), mentre la Liguria presenta la percentuale più bassa (64,3%). Al Centro, il Lazio si distingue per il tasso più basso (63,2%), mentre Umbria (73,7%), Marche (71,6%) e Toscana (70,8%) si avvicinano ai valori del Nord.
Al Sud e nelle Isole, il congedo supera il 50% in alcune regioni come Abruzzo (64,9%), Sardegna (58,1%), Basilicata (56,5%), Molise (54,1%) e Puglia (51%). Tuttavia, in Sicilia (39,4%), Campania (39,1%) e Calabria (35,1%), quest’ultima ultima in classifica nazionale, i tassi di utilizzo sono decisamente inferiori.
Secondo Gabriele Fava, presidente dell’Inps, il trend positivo del congedo di paternità dimostra un cambiamento culturale in corso, ma il 35% dei padri aventi diritto continua a non utilizzarlo. Fava sottolinea che è fondamentale sensibilizzare ulteriormente su questa misura, che favorisce il legame tra padre e figlio e contribuisce a un equilibrio nella distribuzione delle responsabilità familiari, promuovendo la parità di genere.
Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children, evidenzia l’importanza di investire nel rafforzamento del congedo di paternità, estendendolo anche ai lavoratori non dipendenti. Un congedo più lungo rappresenterebbe un passo avanti verso una divisione equa dei compiti genitoriali, favorendo modelli culturali liberi da stereotipi di genere.
Economia
Inflazione a febbraio all’1,6%, carrello della spesa +2%

A febbraio 2025, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente e dell’1,6% su base annua rispetto a febbraio 2024, in lieve crescita rispetto al +1,5% di gennaio 2025. La stima preliminare era pari a +1,7%, secondo quanto rilevato dall’Istat.
Il cosiddetto “carrello della spesa” mostra un incremento. I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona, crescono del 2% su base annua (dal precedente +1,7%), mentre i prodotti ad alta frequenza d’acquisto registrano un lieve calo, passando dal +2% al +1,9%.
La variazione tendenziale dell’indice generale è influenzata da diversi elementi. Si osserva un’accelerazione nei prezzi dei Beni energetici regolamentati, che passano dal +27,5% al +31,4%, e una riduzione della flessione dei Beni energetici non regolamentati, che si attestano a -1,9% rispetto al precedente -3,0%. I Beni alimentari non lavorati mostrano una crescita dal +2,2% al +2,9%, mentre quelli lavorati passano dal +1,7% al +1,9%. Al contrario, si registra una decelerazione nei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,5% a +1,9%), delle comunicazioni (da +1,1% a +0,5%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (dal +3,3% al +3,0%).
Nel mese di febbraio, l’“inflazione di fondo”, che esclude gli energetici e gli alimentari freschi, registra un calo, passando dal +1,8% al +1,7%. Anche l’inflazione al netto dei soli beni energetici si riduce, mantenendo la stessa variazione (-0,1%). Inoltre, i prezzi dei beni evidenziano una nuova accelerazione, passando dal +0,7% al +1,1%, mentre i servizi rallentano, scendendo dal +2,6% al +2,4%. Il divario inflazionistico tra beni e servizi si riduce a +1,3 punti percentuali, rispetto ai +1,9 punti di gennaio 2025.
L’aumento su base mensile dell’indice generale è attribuibile principalmente ai Beni energetici regolamentati (+0,8%) e non regolamentati (+0,7%), oltre che ai Beni non durevoli (+0,4%) e ai Servizi relativi all’abitazione (+0,3%). I Tabacchi, invece, registrano un incremento del +2,5%, influenzato dall’aumento delle accise. Tuttavia, la diminuzione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti e dei Beni durevoli (entrambi a -0,2%) ha parzialmente compensato gli aumenti.
L’inflazione acquisita per il 2025 si attesta al +1,1% per l’indice generale e al +0,6% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) cresce dello 0,1% su base mensile e dell’+1,7% su base annua, confermando la stima preliminare. Inoltre, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi, aumenta dello 0,2% rispetto a gennaio e dell’1,5% rispetto a febbraio 2024.
Economia
Multe, da Milano a Roma: qual è il comune che ha incassato di più nel 2024

Nel 2024, i comuni di Milano, Roma, Firenze e Torino si sono distinti per aver ottenuto i più alti introiti derivanti da multe e sanzioni stradali a carico delle famiglie. Complessivamente, gli incassi dichiarati dai comuni italiani hanno superato i 1,7 miliardi di euro, segnando un incremento del 10% rispetto all’anno precedente.
Con oltre 204 milioni di euro, Milano si colloca al primo posto della classifica 2024 per i proventi da multe stradali. Al secondo posto si trova Roma, con 145,8 milioni di euro, seguita da Firenze con 61,6 milioni di euro. Torino, con poco meno di 61,2 milioni di euro, si posiziona al quarto posto. Questi dati emergono dall’analisi svolta da Facile.it basata sui dati Siope, il sistema informativo delle operazioni degli enti pubblici.
Proseguendo nella classifica, Napoli si colloca al quinto posto con incassi da multe stradali pari a 42,9 milioni di euro, seguita da Genova con 36,7 milioni di euro e Bologna con 27,7 milioni di euro. I primi dieci comuni italiani, tra cui figurano anche Verona, Padova e Palermo, hanno dichiarato complessivamente quasi 650 milioni di euro, ossia oltre un terzo del totale incassato da tutti i comuni italiani.
Se da un lato è prevedibile che le grandi città generino più proventi da sanzioni stradali, dall’altro è interessante analizzare i dati in rapporto al numero di abitanti. Per comprendere meglio, Facile.it ha calcolato la “multa pro capite”, ovvero il rapporto tra gli incassi dichiarati e il numero di residenti. Tuttavia, è importante considerare che una parte delle multe viene emessa a turisti e pendolari, influenzando il dato complessivo.
Limitando l’analisi ai capoluoghi di provincia, emerge che Siena guida la classifica 2024 con una “multa pro capite” di 171,5 euro, superando Firenze, che scende al secondo posto con 170 euro. Milano occupa il terzo posto con una media di 149,10 euro, in netto aumento rispetto ai 107 euro del 2023. Padova e Verona completano la top cinque con valori rispettivamente di 111,30 euro e 92,40 euro.
Passando ai piccoli comuni, quelli con meno di 1.000 abitanti, la classifica rimane invariata rispetto al 2023. Al primo posto troviamo Carrodano, in provincia di La Spezia, che con soli 465 abitanti ha dichiarato oltre 807.000 euro di incassi da multe stradali. Al secondo posto si conferma Colle Santa Lucia, in provincia di Belluno, con 671.000 euro e 346 abitanti.
In terza posizione si colloca Poggio San Lorenzo, in provincia di Rieti, che con 547 abitanti ha raccolto 397.000 euro in sanzioni. Seguono Rocca Pia, in provincia de L’Aquila, con 281.000 euro e 178 abitanti, e Calto, in provincia di Rovigo, che ha dichiarato oltre 278.000 euro di incassi con una popolazione di 683 abitanti.
Economia
Editoria, torna ‘Non solo Auto&Motori’ con design rinnovato e ancora più...

Ritorna il magazine “Non solo Auto&Motori”, una pubblicazione dedicata agli appassionati del mondo delle auto e delle moto, che il gruppo Netweek distribuisce gratuitamente con i suoi settimanali locali. Il nuovo numero sarà disponibile in edicola da lunedì 17 marzo e presenterà non solo molte novità, ma anche un rinnovamento nella sua veste grafica. Il progetto di riposizionamento e aggiornamento degli allegati del gruppo prosegue, e questo magazine cambia formato, uniformandosi alle dimensioni dei settimanali Netweek. Inoltre, la grafica è stata resa più funzionale e moderna. Sul piano contenutistico, si è scelto di offrire testi brevi e concisi per garantire un’informazione completa, affidabile e tecnicamente accurata.
Come sottolineato dalla copertina, il focus principale di questo numero è sulla nuova Renault 5 elettrica, proclamata auto dell’anno. Ma non è tutto: tra le altre novità del settore spiccano modelli come la Lancia Ypsilon HF, la Jeep Avenger MY2025, la Volkswagen Tyron, la Ford Puma Gen-E, l’Audi Q5 Sportback e la Hyundai Inster. Per gli amanti delle due ruote, invece, sono protagoniste la nuova gamma Moto Guzzi V7 e la Ducati Diavel V4 MY 2025.
Il magazine dedica ampio spazio anche ad approfondimenti e servizi legati al settore. Tra gli argomenti trattati, si analizza il motivo per cui le auto elettriche stentano a decollare sia in Europa che in Italia, soffermandosi sulla questione dei punti di ricarica, ormai oltre i 60mila sul territorio italiano. Viene poi esaminato il piano dell’Europa per ridurre le emissioni inquinanti e le sue ripercussioni sul mercato automobilistico. Non manca un focus sull’Ecobonus, sospeso a causa della crisi del mercato, mentre il governo destina risorse alla filiera dell’automotive. Infine, il magazine fornisce utili informazioni pratiche, come le novità del codice della strada, i consigli per il cambio gomme e la manutenzione in vista della primavera.
Non mancano suggerimenti per il tempo libero, con itinerari primaverili come il tour tra i castelli di Parma e Piacenza e una classifica delle strade italiane più affascinanti da percorrere in moto.
Infine, spazio anche alle ultime news sportive: la presentazione del campionato di Formula 1, che vede l’arrivo di Lewis Hamilton in Ferrari, e le novità della stagione di MotoGP. Per gli appassionati di auto d’epoca, un richiamo alla leggendaria Mille Miglia.
Finanza
Prada, nel 2024 ricavi netti a 5,4 miliardi. Record vendite per Miu Miu

Il Gruppo Prada ha concluso il 2024 con un fatturato netto di 5,4 miliardi di euro, registrando una crescita del 17% rispetto all’anno precedente, superando ampiamente la media di mercato. L’utile netto del gruppo è salito a 839 milioni di euro, con un incremento del 25% anno su anno. Le vendite nei negozi fisici hanno raggiunto quota 4,8 miliardi, in crescita del 18%, sostenute da un aumento sia delle vendite like-for-like che dei volumi a prezzo pieno. Il quarto trimestre (Q4) ha mostrato una performance eccezionale, con un incremento del 18% su base annua.
Secondo il gruppo, “la forte rilevanza dei marchi e una rigorosa esecuzione della strategia” hanno contribuito a una crescita marcata sia nei ricavi che nei margini. L’Ebit Margin ha raggiunto il 23,6%, pari a 1,3 miliardi di euro, evidenziando un ulteriore miglioramento della redditività. La posizione finanziaria del gruppo risulta solida, con un saldo positivo di 600 milioni di euro. Contestualmente, continua l’attuazione del piano di investimenti strategici, con spese in conto capitale pari a 493 milioni di euro.
Patrizio Bertelli, presidente e amministratore delegato del Gruppo Prada, ha dichiarato: “Negli ultimi anni abbiamo rafforzato il gruppo e la sua organizzazione. Nonostante l’incertezza del contesto, affrontiamo il 2025 con fiducia, continuando a investire e lavorare per una crescita sostenibile e a lungo termine.”
Anche Andrea Guerra, amministratore delegato del Gruppo Prada, ha commentato i risultati del 2024: “Abbiamo ottenuto risultati straordinari per tutti i nostri marchi, con quattro anni consecutivi di crescita like-for-like a doppia cifra. Questo, insieme al significativo aumento dei margini e alla generazione di cassa, ha contribuito a una posizione patrimoniale estremamente solida.”
Alla domanda su possibili operazioni riguardanti Versace e Jimmy Choo, il direttore finanziario Andrea Bonini ha risposto: “Non commentiamo i rumors.”
Il marchio Miu Miu ha raggiunto risultati record nel 2024, con un aumento del 93% nelle vendite al dettaglio. Il gruppo Prada ha sottolineato che la crescita è stata alimentata da tutte le categorie di prodotto e in tutte le aree geografiche, chiudendo il quarto trimestre (Q4) con un incremento dell’84%.
In una nota, il Gruppo Prada ha dichiarato: “L’estetica rivoluzionaria di Miu Miu ha continuato a rafforzare l’appeal del marchio, mantenendo alta la sua visibilità e consolidandone il posizionamento.” Inoltre, il gruppo ha aggiunto: “La creatività immediata, istintiva e irriverente di Miu Miu ha riscosso un successo straordinario in tutte le categorie di prodotto e in tutte le regioni.”
Finanza
Borsa: il settore bancario affossa Piazza Affari (-1,38%), ecco perché

La Borsa di Milano chiude in calo, registrando un ribasso dell’1,38%. Tra i settori in evidenza, spicca quello della Difesa, con Leonardo che segna un progresso dell’1,74%. Al contrario, il comparto bancario subisce una battuta d’arresto, influenzato dal crescente rischio di una recessione economica. Tra i principali titoli, Mps perde il 3,02%, mentre Mediobanca arretra del 2,37%. Anche Unicredit e Intesa Sanpaolo sono in calo, rispettivamente del 2,31% e del 2,11%. Banco Bpm registra una flessione dello 0,77%, mentre Banca Popolare di Sondrio, in attesa della presentazione del piano industriale prevista per domani, chiude in ribasso dell’1,37%.
Secondo gli analisti, il mercato sta attraversando una fase di elevata volatilità. L’indice VIX ha raggiunto i livelli più alti degli ultimi sei mesi, superando la soglia di quota 30. Anche le principali piazze europee ne risentono: Francoforte chiude in ribasso dell’1,32%, Londra dell’1,23%, e Parigi segna una perdita dell’1,31%. “Le banche sono le più colpite”, spiega l’analista finanziario Pietro Calì, sottolineando tre principali motivazioni: l’alto livello dei prezzi, che ha portato gli operatori a realizzare i profitti; la possibilità che una recessione negli Stati Uniti possa influenzare negativamente l’economia globale, con impatti diretti sul settore bancario; e, infine, l’eventualità di un nuovo taglio dei tassi, che potrebbe comprimere ulteriormente la marginalità creditizia, penalizzando i risultati delle prossime trimestrali.
Questa situazione è amplificata da una forte emotività di mercato, derivante dai cambiamenti economici legati alle nuove politiche di Trump. Tuttavia, fonti ben informate sottolineano che il settore bancario italiano rimane solido, e il processo di consolidamento, noto come Risiko italiano, deve ancora trovare piena realizzazione.
Finanza
Bper su Pop.Sondrio, Pedranzini a Cimbri: “Ha cambiato idea? Noi seri e...

Mario Alberto Pedranzini, amministratore delegato di Banca Popolare di Sondrio, ha risposto a una domanda sull’Ops di Bper, dichiarando: “Non deve chiederlo a me”. Dopo una breve riflessione, ha aggiunto con franchezza: “A Bormio si dice che a parlare ci si intende”.
Successivamente, Pedranzini ha sottolineato un insegnamento ricevuto dai suoi maestri: l’importanza di essere uomini di parola e non uomini di parole. Ha ricordato come i rapporti con il socio Unipol siano stati sempre ottimi, nonostante il presidente Cimbri avesse definito, qualche mese fa, un’integrazione con Bper come “un vero pasticcio, un’operazione sbagliata”.
Riguardo al rapporto con Bper, Pedranzini ha spiegato che, nonostante entrambe le banche condividano una matrice popolare e cooperativa, i loro percorsi si sono sviluppati in maniera completamente diversa. Ha dichiarato: “Bper è un miscuglio di tante ‘razze’, mentre noi siamo cresciuti stand alone. Bper, invece, si è ingrandita attraverso aggregazioni e oggi si propone come parte di un terzo polo”.
Infine, ha concluso: “Noi e Bper siamo banche concorrenti. Abbiamo sempre operato con grande indipendenza e spirito competitivo”.
Finanza
Generali, Donnet: “Unicredit nel Leone? Ho tre motivi per non rispondere…

L’interesse riguardo l’eventuale ingresso di Unicredit nel capitale di Generali è stato al centro dell’attenzione, ma il CEO del Leone ha scelto di evitare risposte dirette con un tono scherzoso: “Ho ben tre motivi per non rispondere: non commento indiscrezioni di stampa, non commento le altre aziende e non commento gli azionisti”. Questa dichiarazione è stata rilasciata durante la conferenza stampa dedicata alla presentazione del nuovo Piano strategico, definito “di valore e che crea valore”. Alcuni cronisti, scherzando, hanno ipotizzato scenari di una possibile conquista del fortino del Leone, ma il CEO ha risposto brevemente: “Da nove anni, da quando sono qua, sento parlare di scalate: quando sono arrivato la capitalizzazione era di 15 miliardi e oggi supera i 50 miliardi di euro, grazie ai piani strategici”.
Passando ad altri temi, il CEO ha affrontato il dossier Natixis. “Non ci sono aggiornamenti particolari,” ha dichiarato Donnet, aggiungendo che le consultazioni con i sindacati francesi previste dall’accordo sono in corso e dureranno “un altro paio di mesi”. Sul tema del golden power, ha commentato: “Sarà utile per fare chiarezza”. Tuttavia, alcune voci continuano a vedere nel risiko una mossa per conquistare Generali. L’attenzione ora si concentra sull’Assemblea del 24 aprile, una data cruciale per conoscere la lista dell’azionista Mediobanca. “Io – ribadisce Donnet – posso solo confermare la mia disponibilità a implementare insieme ai miei colleghi questo nuovo piano strategico, che è molto ambizioso”.
Durante la conferenza stampa, il CEO ha preferito mantenere il focus sulla strategia piuttosto che sui grandi scenari del risiko. Ha sottolineato che Generali sta valutando di incrementare gli acquisti di Btp, in linea con la politica di investimento e la tolleranza al rischio dell’azienda. A fine 2024, l’esposizione in Btp ammontava a 35,6 miliardi di euro. Ha spiegato che i Btp “rappresentano una parte importante dell’allocazione dei nostri investimenti”.
Di fronte a ulteriori tentativi di riportarlo nel contesto del risiko legato all’Assemblea del Leone, il CEO ha chiarito che la data non è stata anticipata: “Non abbiamo anticipato la data. È sempre stata a Trieste a fine aprile. Avevamo deciso di posticiparla nella speranza di ricevere la normativa della Consob sull’articolo 12 del decreto capitali”, che però non è arrivata. Donnet ha concluso con un sorriso, ricordando che l’obiettivo della conferenza stampa era discutere del piano strategico. “Nel 2024, Generali ha ottenuto risultati eccellenti e ha completato con successo il piano strategico ‘Lifetime Partner 24: Driving Growth’, superando tutti i target finanziari”.
Finanza
Unicredit-Commerz: l’ok della Bce potrebbe arrivare tra oggi e domani

Secondo quanto raccolto da fonti informate sul dossier, *l’autorizzazione* della Bce potrebbe giungere *tra oggi e domani* per consentire al gruppo italiano **Unicredit** di aumentare la sua partecipazione fino al **29,9%** nel capitale della banca tedesca **Commerzbank**. In precedenza, si ipotizzava una scadenza “entro lunedì”. Con l’approvazione, l’istituto di Piazza Gae Aulenti, già detentore del *9,5%* della seconda banca tedesca, potrebbe convertire in azioni gli strumenti finanziari relativi a un ulteriore *18,6%* del capitale.
Qualora l’operazione si concretizzasse con successo, si verrebbe a creare un **gigante bancario europeo**, classificato tra i primi cinque-sei per dimensioni di attivo nel continente, capace di superare definitivamente i tradizionali confini nazionali. Tuttavia, la situazione rimane *complessa* e non priva di ostacoli. Diversi analisti consultati sottolineano che la questione non riguarda solo il *nazionalismo tedesco*, ma anche un *progetto economico* più ampio. “È probabile – ha dichiarato Fabio Caldato, Portfolio Manager di AcomeA Sgr – che la Germania desideri preservare due poli bancari: oltre a Deutsche Bank, un secondo basato su Commerzbank. Questo spiegherebbe la resistenza a un’acquisizione da parte di Unicredit.”
Questa interpretazione trova sostegno nelle dichiarazioni del cancelliere in pectore Joachim-Friedrich Martin Josef Merz, che ha difeso l’**autonomia di Commerzbank**. Questi commenti, riferiscono fonti ben informate, sono stati espressi durante un evento privato organizzato da BlackRock, privo delle dinamiche legate alla propaganda pubblica. La necessità di mantenere un secondo polo bancario tedesco si radica nella struttura del sistema finanziario nazionale, che viene descritto come “*fragile*”, soprattutto per quanto riguarda le *banche regionali*.
Di conseguenza, **Deutsche Bank** non è sufficiente a sostenere l’economia tedesca, che necessita di una pluralità di istituti per supportare *piccole e medie imprese* e rilanciare le esportazioni, elementi centrali del programma della Cdu. Le fonti sottolineano che Merz, pur essendo un uomo di finanza con esperienza e apparentemente favorevole alle dinamiche di mercato, ha espresso in diverse occasioni la sua *opposizione* all’acquisizione di Commerzbank da parte di Unicredit.
Finanza
Unicredit-proxy, “Aumento troppo alto?”: botta e risposta sullo stipendio di...

Scambio di opinioni tra Unicredit e il proxy advisor sulla retribuzione di Andrea Orcel. Glass Lewis critica l’ultimo incremento dello stipendio del CEO di Unicredit, definendolo un “aumento sproporzionato“. La banca, tuttavia, replica affermando che il compenso è “pienamente in linea con le performance raggiunte dall’istituto”. Secondo Glass Lewis, la remunerazione di Orcel supera “di gran lunga i salari dei CEO delle altre banche europee e delle società quotate nell’indice Ftse Mib“.
In risposta, Unicredit fornisce una serie di dati per contestualizzare la sua posizione, sottolineando che negli ultimi quattro anni l’istituto ha ottenuto una “crescita straordinaria” dei profitti. L’utile netto è aumentato da meno di 2 miliardi di euro nel 2021 a 9,3 miliardi nel 2024, con una previsione di raggiungere i 10 miliardi entro il 2027. Questo risultato è stato accompagnato da una gestione del rischio attenta e da un’ottimizzazione operativa, che ha consentito una riduzione dei costi “best-in-class” nonostante le pressioni inflazionistiche.
La banca guidata da Orcel mette in evidenza anche la “migliore crescita del TSR” all’interno del proprio gruppo di riferimento. Durante il periodo 2021-2024, il total shareholder return è cresciuto del 513%, superando di oltre 3,5 volte la media dei concorrenti e di oltre 2,6 volte il secondo classificato nel ranking. Inoltre, il RoTE (Return on Tangible Equity) ha registrato la crescita più alta tra i competitor, con un incremento di 14,7 punti percentuali, equivalente a un +215% rispetto alla media del settore e un +22% rispetto al secondo in classifica.
Infine, Unicredit sottolinea l’importante crescita della sua capitalizzazione di mercato, passata da circa 17 miliardi di euro nel 2021 a circa 60 miliardi nel 2024, e raggiungendo 83 miliardi al 5 marzo 2025. Questo rappresenta un aumento del +235% rispetto alla media dei competitor e del +91% rispetto al secondo classificato. La banca evidenzia anche una “straordinaria serie di distribuzioni agli azionisti“, che ha superato i 26 miliardi di euro, mantenendo al contempo un CET1 ratio leader del 15,9% a fine 2024 e accumulando più di 6,5 miliardi di capitale eccedente.
Economia
Unicredit, l’esperto: “Operazione su Commerzbank per entrare in modo più...

Dopo il via libera della Banca Centrale Europea all’incremento della quota di UniCredit in Commerzbank, in Germania permane un certo scetticismo. Secondo quanto riportato da Marta Degl’Innocenti, professoressa di Economia degli intermediari finanziari presso l’Università Statale di Milano, “le figure più critiche sono il cancelliere Olaf Scholz, il leader politico Friedrich Merz e la CEO di Commerzbank Bettina Orlopp”. Degl’Innocenti spiega che in Germania c’è un forte interesse a mantenere autonoma una delle principali banche del Paese, evitando possibili influenze esterne.
La professoressa evidenzia inoltre che “l’assenza di un’unione bancaria europea e di un sistema condiviso di protezione dei depositi aumenta i rischi sia per gli azionisti, che potrebbero dover affrontare una maggiore volatilità, sia per i contribuenti, esposti a potenziali costi aggiuntivi in caso di crisi finanziarie o salvataggi bancari”. Degl’Innocenti sottolinea inoltre che una banca indipendente può spesso rispondere meglio alle esigenze economiche locali, garantendo una maggiore tutela per lavoratori e risparmiatori.
Fino al mese di settembre, il governo tedesco deteneva il 15% delle azioni di Commerzbank. Proprio a settembre, UniCredit ha avviato l’acquisizione di una quota iniziale del 9%, di cui il 4,5% proveniente direttamente dal pacchetto azionario detenuto dallo Stato tedesco. Secondo Degl’Innocenti, l’operazione di UniCredit potrebbe offrire vantaggi significativi, sfruttando le economie di scala, la diversificazione geografica e un accesso più incisivo al mercato tedesco, noto per la sua relativa stabilità economica rispetto a quello italiano. Tuttavia, Scholz e Merz temono che l’ingresso del gruppo bancario italiano possa avere ripercussioni negative sulle imprese locali e portare a possibili riduzioni occupazionali.
Economia
Disegno di legge sullo Spazio, Urso: “La normativa prevede in modo lungimirante una...

Il ministro: “Accuse prive di fondamento, l’Italia ha chiesto all’Ue di colmare il divario sullo spazio”. Le opposizioni protestano contro il ddl sullo Spazio e le dichiarazioni di Musk
“Non c’è alcuna necessità di modificare il testo, perché la legge ha già previsto con visione strategica la possibilità per il nostro Paese di realizzare una costellazione di satelliti nazionali in orbita bassa, anche per scopi istituzionali e di sicurezza, in attesa che Iris2 venga realizzato in Europa, nonostante i gravi ritardi dovuti ad altri, che potrebbe fornire servizi aggiuntivi”. È quanto replica il ministro delle Imprese e del Made in Italy e Autorità delegata allo Spazio, Adolfo Urso, in risposta alle osservazioni di alcuni parlamentari dell’opposizione sul provvedimento riguardante la Space economy, approvato a larga maggioranza alla Camera la settimana scorsa. Le opposizioni si scagliano contro il ddl sullo Spazio e contro le affermazioni di Musk su Ucraina e Starlink.
“Lo studio di fattibilità, assegnato dal Comint all’Agenzia Spaziale Italiana lo scorso dicembre, è quasi concluso e ci consentirà di decidere il percorso più adatto sotto il profilo tecnologico, economico e di sicurezza. Chi sostiene il contrario o ignora i fatti o agisce in malafede”, puntualizza Urso.
“Sorprende che, perfino in un’occasione di tale importanza per la sicurezza nazionale, molti preferiscano una polemica sterile e per giunta infondata”, dichiara il ministro.
“È stata proprio l’Italia – prosegue Urso – a sollecitare l’Europa a recuperare i ritardi nella politica spaziale: l’ho fatto anche di recente, incontrando il Commissario europeo allo Spazio Kubilius e i miei omologhi in Francia, Danimarca, Repubblica Ceca e Slovacchia. Nel frattempo, con la Germania abbiamo definito un documento di indirizzo strategico in materia spaziale, ora sottoposto all’adesione di altri Stati membri, affinché l’Ue si doti di una legislazione comune sullo Spazio, come sta facendo proprio l’Italia, prima tra i Paesi membri a disciplinare in modo organico le attività private nello Spazio”.
Elon Musk: “Se interrompo Starlink, collassa l’intero fronte ucraino”
A far discutere sono le dichiarazioni di Elon Musk, che su X ha affermato: “L’intera linea del fronte ucraina crolla se spengo il mio Starlink, ossia l’ossatura delle forze militari di Kiev”.
In Italia, le opposizioni insorgono.
“Nel giro di pochi minuti Elon Musk ci ha dato la sintesi del suo pensiero e, forse, anche di quello di Donald Trump, di cui è consigliere e collaboratore di rilievo”, afferma Francesco Boccia, capogruppo Pd al Senato. “‘Se disattivo Starlink il fronte ucraino collassa’ e ‘Dovremmo uscire dalla Nato, non è logico che l’America paghi per difendere l’Europa’ sono frasi pericolose. Ci troviamo di fronte a posizioni che lanciano un’ombra inquietante sulla sicurezza del nostro Paese, viste le relazioni del nostro governo con Starlink e considerato che pochi giorni fa Giorgia Meloni ha ribadito che per la difesa comune l’Italia deve puntare sulla Nato”.
“A questo punto, è ancor più necessario e urgente che Giorgia Meloni riferisca in Parlamento la posizione del nostro Paese. Su Starlink, abbiamo depositato un’interrogazione più di un mese fa e attendiamo ancora risposta. Sarebbe ora che Meloni smettesse di evitare le aule parlamentari e ci dicesse se intende affidare la sicurezza dell’Italia a un imprenditore che persegue soltanto il proprio interesse economico”, conclude Boccia.
“Dov’è finita la Meloni sovranista e patriottica? Quella che si dichiarava attenta agli italiani? Adesso sembra voler consegnare le chiavi della nostra sicurezza nazionale a un imprenditore americano, arrivando a privatizzarla. Non è forse motivo di vergogna? Non ritiene che le parole di Musk siano gravissime? E si ricordi che oggi tocca all’Ucraina, ma se domani toccasse a noi? È ora di svegliarsi! Il ddl Spazio è il primo passo verso la consegna del nostro Paese, mani e piedi, a un privato che bada solo al profitto. A noi non sta bene e lo diremo con determinazione”, sottolinea in una nota Debora Serracchiani, della segreteria Pd.
“Sono gravissime le dichiarazioni odierne di Elon Musk, che minaccia in modo subdolo conseguenze catastrofiche per l’Ucraina se Starlink fosse spento”, afferma in una nota Emma Pavanelli, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Attività Produttive alla Camera. “Un ricatto vergognoso per imporre i propri interessi, persino a danno del popolo ucraino. Mi domando dunque se Meloni e i suoi siano davvero convinti di spalancare la porta alla svendita della nostra sicurezza nazionale a un personaggio di tale caratura, come intendono fare con il Ddl Starlink, che il governo continua a chiamare Ddl Spazio. Un testo che va subito rivisto, invertendo radicalmente la rotta, per difendere quella Patria di cui Meloni si riempie tanto la bocca, salvo poi venderla al primo ‘amico’ che chiede un favore. O che ricatta”.
“Ci troviamo davanti a un atto totalmente insensato di Giorgia Meloni: il ddl Spazio deve essere modificato, perché consegna la nostra sicurezza a Elon Musk, il quale punta solo ad accrescere la sua immensa fortuna a scapito di chiunque si trovi sulla sua strada”, dichiara Francesca Ghirra, capogruppo di Avs nella commissione Attività produttive della Camera. “È essenziale rivedere quel testo: in commissione e in Aula abbiamo fatto di tutto per spiegare che la proposta di governo e maggioranza è disastrosa. Deve essere riconsiderata”.
“Il sovranismo di Giorgia Meloni si ferma dove inizia l’amicizia con Elon Musk, a cui la nostra premier vorrebbe esternalizzare il sistema di telecomunicazioni del nostro Paese”, sottolinea Riccardo Magi, segretario di Più Europa. “È una svendita in piena regola, dettata dalla sottomissione di questo esecutivo all’amministrazione Trump. Ma dopo la minaccia di Musk di togliere la connessione satellitare all’Ucraina, è palese il tranello in cui stiamo per cadere. Meloni si fermi e interrompa ogni negoziato”.
“Questo deve valere anche come avvertimento per chi sostiene l’Europa e la resistenza ucraina: di fronte alla minaccia rappresentata da Putin e Trump, il progetto di von der Leyen appare ancora più indispensabile. Non si tratta di pianificare un’offensiva europea, ma di organizzare una resistenza comune. Perciò, serve che il piano sia accompagnato da programmi di difesa europei e non comprometta la costruzione di una politica di difesa e di esteri condivisa”, conclude Magi.
Secondo il responsabile Esteri di Italia Viva, Ivan Scalfarotto, “il solo fatto che Musk possa decidere se dare o negare Starlink a seconda del suo umore, come lascia intendere che potrebbe fare con l’Ucraina, dimostra senza ombra di dubbio che non ci si può basare su di lui per un’infrastruttura così cruciale e strategica per il nostro Paese”.
Economia
Bce, Lagarde non esclude una ‘pausa’ dopo il taglio dei tassi

La riduzione di ieri è stata di 25 punti base e l’incognita dei dazi continua a gravare sulla crescita.
Con l’atteso taglio dei tassi di ieri, pari a 25 punti base, la rotta appare delineata, sebbene l’approccio dell’Eurotower resti cauto, da valutare «riunione per riunione». Ancora una volta, l’unico faro sono i dati: «Se ci mostreranno che la cosa più opportuna da fare è un altro taglio, interverremo. Se invece suggeriranno di non procedere con ulteriori riduzioni, allora faremo una pausa», ha specificato subito la presidente, Christine Lagarde, durante la conferenza stampa.
Negli ultimi mesi del 2024, l’Eurozona ha evidenziato una crescita modesta e il 2025 non sembra allontanarsi da questo andamento. Al momento, i rischi per il Pil restano orientati al ribasso, ma incombe la questione dei dazi annunciati dall’amministrazione Trump. «Un’ulteriore escalation delle tensioni commerciali potrebbe rallentare la crescita dell’Eurozona, frenando le esportazioni e indebolendo l’economia globale» e «il protrarsi dell’incertezza sulle politiche commerciali mondiali rischia di deprimere gli investimenti», così come i conflitti geopolitici legati alla crisi russo-ucraina e all’area mediorientale rappresentano una consistente fonte di instabilità, ha illustrato Lagarde.
Francoforte, infatti, ha rivisto al ribasso le previsioni sul prodotto interno lordo: +0,9% per il 2025, +1,2% per il 2026 e +1,3% per il 2027. Parallelamente, ha alzato le stime sull’inflazione, zavorrate dal rialzo dei prezzi dell’energia, ipotizzando un +2,3% nel 2025, +1,9% nel 2026 e +2,0% nel 2027.
Le valutazioni dell’Eurotower trovano eco nelle analisi degli esperti. Le barriere commerciali volute da Trump sulle esportazioni europee «potrebbero generare una contrazione economica significativa nella regione» e «i ‘colloqui di pace’ in corso per porre fine all’invasione russa dell’Ucraina influiscono direttamente sui mercati energetici, specialmente in Europa», ha sottolineato Richard Flax, chief investment officer di Moneyfarm, che riscontra nell’atteggiamento della Bce una «certa riluttanza a effettuare tagli più netti nel breve periodo».
Una valutazione simile proviene da Lale Akoner, global market analyst di eToro: «Potrebbe essere prematuro dichiarare concluso il ciclo di allentamento. Considerata la crescente incertezza politica globale, la Bce dovrebbe mantenere un approccio maggiormente basato sui dati, in modo simile alla Fed», ha suggerito l’analista, che concorda sull’importanza di investire in difesa e infrastrutture. Anche per Konstantin Veit, portfolio manager di Pimco, «i tassi di riferimento continueranno a calare in maniera graduale».
(di Martina Regis)
Economia
Sciopero 7 e 8 marzo: possibili disagi per treni, aerei e autostrade – chi si ferma...

Anche il mese di marzo si apre con 24 ore complicate per i trasporti.
La Giornata internazionale della donna si trasforma in una giornata nera per la mobilità. Domani, sabato 8 marzo, è previsto uno sciopero generale nazionale che coinvolgerà tanto il settore pubblico quanto quello privato, con potenziali disagi specialmente nel trasporto ferroviario e aereo, ma anche per chi deve spostarsi in autostrada. A incrociare le braccia saranno i sindacati autonomi, tra cui Usi-Cit, Slai-Cobas, Cub, Usb, Adl Cobas, Clap, Orsa Trasporti. Inoltre, i primi problemi potrebbero iniziare già questa sera.
I treni
Lo sciopero, che interessa il personale del gruppo Fs, Trenitalia, Trenitalia Tper e Trenord, durerà dalle 21 di oggi, venerdì 7 marzo, fino alle 21 di domani, sabato 8 marzo 2025. Nel trasporto Regionale saranno comunque garantiti i servizi essenziali, validi in caso di sciopero nei giorni feriali, dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21.
I treni che si trovano già in viaggio all’inizio dello sciopero arriveranno comunque a destinazione, purché la stazione finale sia raggiungibile entro un’ora dall’avvio dell’agitazione sindacale; superato tale intervallo, i convogli potranno fermarsi in stazioni precedenti la meta finale.
Trasporto locale
A Genova, dalle 21 dell’8 marzo alle 5 del 9 marzo, è previsto lo sciopero proclamato da Orsa Trasporti, che coinvolgerà l’Atm di Genova. Sempre sul fronte del trasporto pubblico locale, a Napoli ci sarà lo sciopero indetto da Orsa Trasporti presso l’Eav (Ente Autonomo Volturno), programmato dalle 19.40 alle 23.40 dell’8 marzo.
Aerei e autostrade
L’8 marzo potrebbero verificarsi disagi anche per il traffico aereo. Nelle fasce di tutela, dalle 7 alle 10 e dalle 18 alle 21, i voli devono comunque essere effettuati. Per quanto riguarda le autostrade, con possibili ritardi ai caselli e code, la protesta inizia già stasera: lo sciopero durerà infatti dalle 22 del 7 marzo alle 22 dell’8 marzo.
Gli altri settori
Nella giornata dell’8 marzo, nel comparto dell’istruzione e della ricerca a livello nazionale sciopera la Flc Cgil per tutta la giornata, mentre nella sanità privata incrociano le braccia i Cobas, anch’essi per l’intera giornata.
Economia
Piano di riarmo Ue, Giorgetti frena: “Per la difesa serve un programma ben...

Il ministro dell’Economia: “Occorre un programma di investimenti in infrastrutture militari che sia sensato e non realizzato in fretta e furia”
La difesa e la sicurezza dell’Europa richiedono un piano il più possibile meditato e ragionato di investimenti in infrastrutture militari, che abbiano un senso e non vengano eseguiti in modo affrettato senza alcuna logica, sottolinea il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, a proposito del piano di riarmo dell’Ue, intervenendo al convegno del dipartimento economia della Lega. In questo momento è fondamentale mantenere il sangue freddo, riflettere con attenzione e assumersi gli impegni necessari, aggiunge il ministro. La fase di costruzione della sicurezza è una questione di grande rilievo, che esige investimenti mirati e solidi.
Si passa poi al tema Ucraina. Ritengo che, senza il coinvolgimento degli Stati Uniti, sarebbe molto complesso immaginare una qualunque forma di soluzione per Kiev, sostiene Giorgetti. Secondo il ministro, il piano di Ursula von der Leyen va distinto tra la sicurezza dell’Europa e gli aiuti all’Ucraina, che riguardano l’oggi, il domani, le prossime settimane e i prossimi mesi, poiché sono urgenti e implicano il modo di sostenere l’Ucraina se gli Usa smettessero di farlo.
In merito ai dazi, Giorgetti osserva: Ci indigniamo per le barriere doganali proposte da Trump, ma davvero in precedenza esisteva un mercato di concorrenza perfetta a livello mondiale? Avevamo una concorrenza leale su scala globale? Tutti i produttori del mondo operavano alle stesse condizioni?
C’erano forse imprese che potevano permettersi di sfruttare i lavoratori o inquinare, così da offrire prezzi più competitivi e far fuori altre aziende sul mercato globale? prosegue il ministro. Ecco, non possiamo ignorarlo. Forse questo risveglio, che la Lega cercava di sollecitare già da diversi anni (non è una battaglia nuova), aiuterà tutti a domandarsi come ricostruire un sistema di commercio mondiale fondato su principi e pilastri più trasparenti e corretti. È evidente che i dazi, in termini astratti, non rappresentino un modello particolarmente efficiente nell’economia globale, né in termini di redistribuzione né di massima produttività, conclude Giorgetti.
Economia
Confindustria Nautica: il Gruppo Azimut | Benetti accolto con voto unanime

Nella riunione odierna, il Consiglio di Presidenza dell’Associazione Nazionale di Settore ha espresso unanimità nell’ammissione del Gruppo Azimut | Benetti come nuovo Socio.
“Ho ricevuto nel 2019 l’incarico di riunire l’intera filiera del settore sotto un’unica, solida rappresentanza associativa”, ha dichiarato il presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi. “È con grande soddisfazione che, proprio mentre il mio mandato volge al termine, vedo realizzarsi pienamente tale obiettivo, grazie al ritorno del Gruppo Azimut | Benetti in Associazione. Sottolineo inoltre l’importanza dell’unanimità riscontrata nella delibera di ammissione adottata dagli Organi statutari”.
“Siamo convinti che un comparto nautico più coeso sia anche più solido, capace di affrontare le sfide internazionali con un approccio unitario e una visione strategica più ampia. Lavorare insieme significa non solo rafforzare la leadership dell’Italia nel settore della nautica a livello mondiale, ma anche sostenere l’innovazione, la sostenibilità e la crescita di tutta la filiera. L’ingresso in Confindustria Nautica riflette proprio la volontà di perseguire questi obiettivi”, ha commentato Marco Valle, Amministratore Delegato del Gruppo Azimut | Benetti.
Economia
Auto, Cimenti (Assogasliquidi): “Urgente integrare il principio della neutralità...

“Dall’analisi dell’Industrial Action Plan della Commissione Ue per il settore automotive emerge in modo ancora più chiaro la necessità e l’urgenza di avviare un nuovo percorso verso la mobilità decarbonizzata che includa il principio di neutralità tecnologica”. A sostenerlo, in una nota, è Matteo Cimenti, presidente di Assogasliquidi-Federchimica per conto delle filiere dei gas liquefatti (Gpl e Gnl).
“È ormai evidente a tutti – prosegue Cimenti – quanto sia complesso rispettare gli obiettivi fissati al 2035 e quelli successivi. In tale contesto, la Commissione si è impegnata ad accelerare la revisione del regolamento sulla CO₂ per le auto, basandosi su un’analisi dei dati, sulle innovazioni tecnologiche rilevanti e sull’importanza di una transizione economicamente sostenibile e socialmente giusta. Ci aspettiamo dunque che le istituzioni comunitarie (a partire dal Parlamento europeo) riconsiderino il divieto relativo ai motori a combustione interna e riconoscano tutte le tecnologie capaci di contribuire alla decarbonizzazione del trasporto, compresi i biocarburanti. I prodotti gassosi, anche nelle loro varianti bio e rinnovabili, si confermano infatti soluzioni concrete e immediate per la riduzione delle emissioni di CO₂”.
Risulta invece poco comprensibile, a giudizio di Cimenti, l’assenza di aperture nel settore del trasporto pesante, dove Gnl e bioGnl sono già “la soluzione più immediata e disponibile”. Nel Piano non è prevista alcuna revisione del Regolamento sulle emissioni di CO₂ dei veicoli pesanti: “La nostra richiesta e il nostro auspicio – conclude Cimenti – è che nella fase attuativa del Piano appena presentato, le istituzioni europee agiscano anche in questa direzione, l’unica in grado di coniugare uno sviluppo industriale competitivo, il raggiungimento degli obiettivi ambientali e la tutela dei consumatori”.
Economia
Logistica, Tribeca entra in Alis

Grimaldi: “L’adesione di Tribeca, forte di una visione innovativa e di oltre trent’anni di esperienza nella consulenza, si integra perfettamente nello spirito di ALIS, che mira a unire imprese e persone”
“Siamo davvero felici di accogliere in ALIS Tribeca, una rilevante società di consulenza in continua espansione che, con più di trent’anni di attività imprenditoriale e di rappresentanza del tessuto economico-industriale, supporta un vasto bacino di aziende dal fatturato complessivo di oltre 800 milioni. Tribeca offre collaborazioni in numerosi settori, creando opportunità commerciali, strategie di investimento e di marketing digitale. La sua visione innovativa, tesa a realizzare un’alleanza industriale e trasversale tra diverse realtà imprenditoriali, rispecchia pienamente lo spirito di ALIS, che ha sempre puntato alla sinergia fra competenze professionali consolidate e relazioni umane. Inoltre, apprezzando il suo grande impegno nel campo delle iniziative solidali, ho proposto durante l’ultimo Consiglio la nomina di Gabriele Barucco come Vicepresidente della commissione ‘Alis per il Sociale’, convinto che il suo contributo risulterà essenziale”. Così il presidente di ALIS, Guido Grimaldi, commenta l’ingresso di Tribeca, realtà che mette a disposizione un ampio network relazionale e soluzioni commerciali attraverso analisi dettagliate, strategie di marketing e collaborazioni mirate. Tribeca si pone infatti come punto di riferimento e cura la rappresentanza di società attive in diversi ambiti: immobiliare, manifatturiero, sanitario e healthcare, rigenerazione urbana e servizi immobiliari correlati.
L’azienda, orientata alla sostenibilità e all’innovazione, si propone come partner affidabile per clienti e stakeholder, impegnandosi a creare opportunità mediante un approccio relazionale che unisce le esigenze dei committenti a concrete occasioni commerciali, garantendo relazioni di successo e la costruzione di un network solido e duraturo. Tribeca, ben radicata nel mercato del Nord Italia e in particolare in Lombardia, partecipa attivamente a numerose iniziative, tra cui gli eventi promossi dal Circolo delle Imprese e da altre associazioni, incentivando sinergie e consolidando relazioni di valore.
_“Siamo entusiasti dell’ingresso di Tribeca in ALIS**, associazione di riferimento a livello nazionale ed europeo per tutto il settore della logistica, del trasporto e dei servizi alle imprese. Questo passo” – dichiara Gabriele Barucco di Tribeca – “rappresenta per noi una sfida rilevante e stimolante sia dal punto di vista associativo che culturale, oltre a essere una tappa fondamentale nel nostro percorso di crescita. Siamo convinti che la partecipazione attiva in ALIS ci permetterà di estendere le prospettive di collaborazione e, allo stesso tempo, di rafforzare l’impegno che già dedichiamo a favorire lo sviluppo di relazioni solide e durature, promuovendo sinergie intersettoriali e valorizzando il capitale umano e imprenditoriale. In quest’ottica, coinvolgeremo anche l’Associazione Circolo delle Imprese per creare ulteriori sinergie utili alla crescita di ALIS e alla soddisfazione degli interessi degli altri associati. Con grande soddisfazione avviamo questo percorso, certi che la condivisione di obiettivi e competenze rappresenti un punto di forza cruciale per cogliere con successo le opportunità di mercato”.
Economia
Alleanza Assicurazioni, Ghinfanti: “Le competenze finanziarie degli italiani sono...

La Responsabile Marketing e Comunicazione all’evento “Donne, autonomia finanziaria e autodeterminazione”.
“L’Edufin Index è un osservatorio annuale che conduciamo in Alleanza Assicurazioni in collaborazione con Sda Bocconi, utile a misurare il livello di competenze finanziarie e assicurative nel nostro Paese. I dati del 2024, stabili rispetto al 2023, rivelano che le conoscenze degli italiani sono ancora insufficienti: il punteggio è pari a 56 su una scala che va da 1 a 100, mentre la soglia della sufficienza si colloca a 60. In sostanza, gli italiani non hanno superato l’esame di cultura finanziaria e assicurativa.” È quanto dichiarato all’Adnkronos da Claudia Ghinfanti, Responsabile Marketing e Comunicazione di Alleanza Assicurazioni (Gruppo Generali), durante l’evento, svoltosi a Palazzo Marino a Milano, “Donne, autonomia finanziaria e autodeterminazione: un binomio necessario”.
La stessa Ghinfanti prosegue sottolineando che “il dato più preoccupante, oltre a un problema di sistema Paese che deve indubbiamente progredire in questo ambito, è la presenza di notevoli gap: un gender gap, per cui le donne sono meno preparate degli uomini di cinque punti, e un generational gap, visto che i giovani under 25 sono sotto di sette punti rispetto alla fascia over 50.”
Soffermandosi sulla situazione femminile, la Responsabile Marketing e Comunicazione di Alleanza Assicurazioni chiarisce: “Le principali cause di questo gender gap derivano innanzitutto da una maggiore fragilità finanziaria tra le donne, che hanno tassi di occupazione mediamente più bassi e, anche quando lavorano, ricevono retribuzioni inferiori. Percepire un reddito più contenuto implica avere minori opportunità di investire e risparmiare, quindi meno familiarità con le questioni finanziarie.” Inoltre, entrano in gioco fattori culturali: “Le donne parlano poco di denaro, spesso è un vero e proprio tabù – aggiunge Ghinfanti – e non hanno abbastanza tempo da dedicare alla formazione finanziaria. Questo è dovuto al fatto che, in media, secondo i dati Ipsos del 2023, le donne italiane passano cinque ore al giorno a svolgere attività di cura domestica e familiare, mentre gli uomini ne dedicano meno di due.”
L’osservatorio per il 2024 evidenzia differenze tra donne single e donne in un contesto familiare: “Dall’Edufin Index emerge che le donne single mostrano un grado di autonomia e di responsabilità finanziaria rilevante. Se invece prendiamo in considerazione donne che vivono in coppia o hanno una famiglia, indipendentemente dal fatto che lavorino o guadagnino quanto il marito, meno o di più, si registra un divario significativo: ben dodici punti in meno, a sfavore delle donne, quando si tratta di decisioni in ambito economico.”
“Questa situazione – prosegue Ghinfanti – richiede un intervento mirato, che deve originare proprio dalle donne e dai giovani. Ci sono molte azioni possibili, ma la prima è la sensibilizzazione del pubblico femminile: una maggiore attenzione a questi temi si traduce infatti in una maggiore autonomia finanziaria, un più forte empowerment femminile e quindi una maggiore equità sociale. Ecco perché Alleanza Assicurazioni ha avviato non solo ricerche quantitative come il nostro osservatorio, ma anche iniziative concrete, a cominciare dal tour dedicato all’educazione finanziaria femminile.”
Nel 2024, il tour di Alleanza Assicurazioni ha previsto sette tappe e, “per l’edizione 2025 si raddoppierà, toccando le principali città italiane,” spiega Ghinfanti. “In ogni città ci saranno due momenti: il primo, la mattina, si svolgerà nelle scuole in collaborazione con Feduf – Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio, per parlare ai bambini (anche delle elementari) di risparmio e nozioni finanziarie di base, così da sensibilizzare i giovani e le loro famiglie. Il secondo è il ‘Rituale di benessere finanziario’ rivolto alle donne, affinché possano rompere il tabù che ruota attorno al denaro, confrontarsi su esperienze personali, timori e ambiti di cui desiderano approfondire la conoscenza.”
Tra le iniziative di rilievo lanciate da Alleanza Assicurazioni c’è anche la rubrica “Donne che parlano alle donne”, presente su magazine e stazioni radio: “Attraverso questa rubrica, le nostre 4000 consulenti assicurative e finanziarie di Alleanza Assicurazioni rispondono alle domande di lettrici e ascoltatrici, aiutandole ad accrescere conoscenze e competenze in questo settore. Siamo convinti – conclude Ghinfanti – che questo nostro impegno concreto possa davvero imprimere una svolta positiva nella direzione giusta.”
Economia
Maire, Di Amato: “Il 2024 è stato un anno straordinario con risultati eccellenti”

“Operare in diversi settori è la nostra distintività”
“Il 2024 ha rappresentato un periodo eccezionale per Maire, con esiti di alto livello e un approccio basato sulla disciplina finanziaria che ci ha permesso di conseguire un utile da record. Adesso puntiamo al futuro, impegnandoci a migliorare costantemente.” Lo dichiara Fabrizio Di Amato, presidente di Maire, in occasione del Capital Market Day 2025 di Maire, durante il quale il Gruppo ha illustrato i risultati del 2024 e i prossimi obiettivi alla business community italiana e internazionale, riunitasi presso l’headquarter milanese della società.
“Siamo sempre stati orientati verso la decarbonizzazione. Riteniamo infatti che alcune attività siano indispensabili e per questo promuoviamo il mix energetico, poiché non esiste un’unica tecnologia o una sola soluzione. La nostra strategia si fonda su un insieme di tecnologie diverse, spaziando dal riciclo ai carburanti, dai nuovi vettori alla decarbonizzazione. Agire su più fronti è la nostra caratteristica distintiva. Credo fortemente nel concetto di mix energetico. L’Europa ha fatto bene a riaprire il tema e mi aspetto proposte concrete dall’industria, come sembra che stiano emergendo in riferimento al nucleare,” conclude.
Finanza
La Borsa risente dei timori sui dazi: Ftse Mib a -3,41%. Crolla Stellantis

Le vendite colpiscono i costruttori d’auto, il settore energetico e quello bancario.
L’entrata in vigore dei dazi imposti da Donald Trump su Canada e Messico fa precipitare i principali mercati europei, con Milano in prima linea. A Piazza Affari, l’indice Ftse Mib cede 3,41% e scivola sotto la soglia di 38mila punti (37.736). Il clima di incertezza ha influito sugli scambi fin dall’apertura: dopo un avvio in territorio negativo, Milano ha progressivamente ampliato le perdite nel corso della sessione.
La situazione pesa in modo particolare su Stellantis, il cui titolo affonda e chiude a -10,16%. Tra i peggiori sul listino spiccano Stmicroelectronics (-8,37%), Iveco (-7,73%) e Pirelli (-6,01%). Oltre al settore automobilistico, in difficoltà anche l’oil & gas: Tenaris cede 5,97% e Saipem 5,11%. Soffrono Tim (-5,37%) e le banche, con Unicredit in calo del 4,25%.
In controtendenza, invece, Inwit guadagna 2,12%, seguita da Snam (+1,98%) e Terna (+1,40%).
Economia
Rebuild in Tour a Bologna: La sostenibilità come opportunità per l’edilizia del futuro

Rebuild in Tour a Bologna ha delineato una prospettiva innovativa per il comparto delle costruzioni, evidenziando come la sostenibilità non rappresenti un ostacolo, bensì un’opportunità straordinaria per l’intero settore. Questa è la principale conclusione emersa dalla tappa bolognese di REbuild in Tour, la quale ha confermato che imprese, operatori e mercato stanno proseguendo con determinazione verso gli obiettivi di decarbonizzazione, nonostante alcune recenti resistenze di carattere politico.
L’evento, intitolato “Sostenibilità come opportunità economiche: una nuova visione per il settore edilizio”, ha coinvolto numerosi esperti del settore, tra cui Francesco Conserva e Marco Capelli di Open Project, Laura Risatti di REbuild, Francesco Gasperi di Habitech, Ezio Micelli dell’Università Iuav di Venezia e Marco Leone, Mrics, Nomisma e Revalo.
«Quest’anno – spiega Laura Risatti, Project Leader di questo appuntamento organizzato da Riva del Garda Fierecongressi – vogliamo focalizzarci sul tema delle connessioni. È necessario riunire il sistema economico sui temi della sostenibilità e degli Esg. Vogliamo contribuire a unire le diverse competenze che animano il nostro settore e creare relazioni ancora più salde in tutta la filiera».
Nel corso dell’incontro sono emersi alcuni punti fondamentali:
- Il mercato premia la sostenibilità: famiglie e investitori istituzionali apprezzano gli edifici con alte prestazioni energetiche e basso impatto sociale.
- Esg come volano di innovazione: i criteri Esg stimolano la creatività di imprese e progettisti, favorendo nuove tecnologie costruttive e modelli circolari.
- Decarbonizzazione, da interpretare con cura: rigenerazione, riqualificazione e ristrutturazione non sono sinonimi; serve un cambio di mentalità sia culturale che normativo.
- REbuild, un manifesto per il domani: l’obiettivo è realizzare un documento da sottoporre ai decisori politici, promuovendo un approccio integrato alla sostenibilità.
- Sinergie e connessioni: REbuild mira a creare un ecosistema collaborativo tra tutti gli attori della filiera.
- Il valore degli edifici sostenibili: gli immobili che puntano sulla sostenibilità ottengono un vantaggio sia sotto il profilo economico sia sotto quello sociale.
- Oltre l’energia, l’impatto sulla società: la sostenibilità non si limita all’efficienza energetica, ma include qualità sociale e fiducia nel contesto.
Durante l’incontro si è parlato di transizione e si è ribadito come il settore edilizio sia realmente intenzionato a fare la propria parte. Simbolica, in questo senso, è stata la scelta di ospitare l’evento presso Open Project, uno studio di architettura che considera la sostenibilità un valore portante di ogni proposta progettuale. Sebbene l’adozione dei criteri Esg sia talvolta percepita come un vincolo o un limite alla libertà creativa, le nuove soluzioni costruttive ispirate a logiche circolari e alla decarbonizzazione (con particolare attenzione a offsite e retrofit) non rappresentano un ostacolo, ma un forte stimolo all’innovazione. È il parere di Francesco Conserva e Marco Capelli, Vice President e Senior Façade Engineer di Open Project, che hanno sottolineato come i concetti di rigenerazione, riqualificazione e ristrutturazione vengano spesso confusi, indice di un problema culturale ancora radicato e aggravato da vincoli normativi e burocratici tipici del contesto italiano.
REbuild prosegue dunque il suo lavoro di confronto e promozione di questi temi, con l’intento di definire, al termine dell’appuntamento di Riva del Garda, un manifesto da presentare ai decisori istituzionali. La tappa di Bologna ha inoltre celebrato l’inaugurazione della nuova sede di Habitech Distretto Tecnologico Trentino nel capoluogo emiliano. Da sempre impegnata sulla decarbonizzazione attraverso attività di certificazione, l’azienda – per voce del suo Direttore Generale, Francesco Gasperi – ha ribadito che la sostenibilità diventerà la nuova normalità: chi non si adeguerà andrà incontro a una concreta svalutazione del patrimonio immobiliare.
A sostegno di questa visione, Ezio Micelli, Presidente del Comitato Scientifico di REbuild e professore ordinario presso l’Università Iuav di Venezia, ha dichiarato: «Oggi il legame tra valore e sostenibilità non è affatto scontato né automatico. Il settore soffre un certo disorientamento, anche per via della resistenza di alcuni ambienti conservatori contrari ai criteri Esg. Tuttavia, i dati sulla decarbonizzazione mostrano chiaramente che una quota considerevole di emissioni proviene proprio dal settore edilizio. Il mercato, però, parla da solo: un edificio efficiente viene riconosciuto come più prezioso, e questa consapevolezza cresce anche tra le famiglie. È sempre più chiaro che la sostenibilità non si limita all’ambito energetico, ma include anche la dimensione sociale: più sostenibilità equivale a maggiore qualità sociale».
Marco Leone, Mrics, Senior Advisor di Nomisma e Revalo, ha poi evidenziato come il dilagare di una sorta di negazionismo nei confronti dei principi Esg sia destinato a fallire. Gli investitori istituzionali richiedono ormai in modo sistematico le due diligence Esg, e il focus non si limita più alla sostenibilità energetica, considerata ormai un requisito di base, ma si concentra anche su ricadute sociali e fiducia generata sul territorio. Questa trasformazione si riflette nell’evoluzione stessa dei criteri Esg, che tendono a valutare il ciclo di vita complessivo di un immobile, a conferma di come la sostenibilità si profili come opportunità straordinaria per creare nuovo valore nell’edilizia.
La tappa bolognese di REbuild in Tour ha, infine, offerto un assaggio dei temi che caratterizzeranno la prossima edizione di REbuild, prevista a Riva del Garda il 6 e 7 maggio 2025.
Economia
Bper inaugura nuovi spazi della filiale on Line di Ancona

Bper ha inaugurato oggi ad Ancona la nuova Filiale On Line (Fol), uno spazio rinnovato e funzionale nel quale operano oltre 30 risorse, per erogare servizi di consulenza a distanza sull’offerta completa e diversificata della Banca e consentire ai clienti di accedere a servizi e prodotti senza la necessità di recarsi in filiale, abbattendo distanze e limiti di tempo. Il team di specialisti è a disposizione dal lunedì al venerdì dalle 8:30 alle 19 e il sabato dalle 8.30 alle 14.30, è raggiungibile tramite telefono al numero 059.4242, tramite app Bper via chat o prendendo appuntamento anche in videocall, per fornire informazioni e consulenza ai clienti sull’ampio catalogo prodotti, dai prestiti personali alle carte di pagamento, dalle assicurazioni agli investimenti.
Ad oggi sono 8 le Filiali On Line del Gruppo Bper distribuite sul territorio nazionale: Ancona, Ravenna, Avellino, Torino, Brescia, Modena, L’Aquila e Chieti. Nelle 8 Fol lavorano complessivamente circa 350 risorse al servizio di tutti i clienti della Banca. Nel 2024 le Filiali On Line hanno gestito circa 2 milioni di contatti, fornendo assistenza – prevalentemente su temi di internet banking, utilizzo dell’app o delle carte – e distribuendo prodotti e servizi a distanza ad oltre 55 mila clienti.
In linea con le strategie definite dal piano B:Dynamic|Full Value 2027, Bper continua a investire in innovazione e digitalizzazione: il modello della Filiale On Line rappresenta l’impegno nel costruire una Banca sempre più vicina ai bisogni dei clienti e che renda sempre più fluida, accessibile e personalizzata la customer experience.
“Il nostro modello omnicanale combina il meglio della tecnologia con il supporto di consulenti esperti, creando un valore unico per il cliente. In Bper crediamo infatti che l’innovazione digitale debba essere al servizio della relazione umana”, ha dichiarato Stefano Vittorio Kuhn, Chief Retail & Commercial Banking Officer. “L’apertura di questa filiale ad Ancona conferma inoltre il profondo legame della Banca con i propri territori d’appartenenza così come la nostra attenzione al sostegno e allo sviluppo di famiglie e imprese”.
Economia
Lotta al lavoro nero: l’importanza dei pagamenti tracciabili nelle aziende

Il lavoro nero è una piaga che affligge l’economia di molti Paesi, con ripercussioni negative non solo per i lavoratori, ma anche per lo Stato e le imprese che operano in modo regolare. Per contrastare questo fenomeno, le autorità fiscali e legislative stanno promuovendo sempre più l’uso dei pagamenti tracciabili, strumenti essenziali per garantire trasparenza, sicurezza e rispetto delle normative. Ma perché i pagamenti tracciabili sono così importanti nella lotta al lavoro irregolare? Scopriamolo insieme.
Lavoro nero: un problema diffuso e dannoso
Il lavoro nero si verifica quando un dipendente lavora senza un regolare contratto e senza che il datore di lavoro versi i contributi previdenziali e fiscali dovuti. Questo sistema crea numerosi problemi, tra cui:
- Perdita di diritti per il lavoratore: Chi lavora in nero non ha accesso a ferie, malattia, pensione e tutele in caso di infortunio.
- Concorrenza sleale tra aziende: Le imprese che operano legalmente e pagano tasse e contributi si trovano in svantaggio rispetto a chi sfrutta il lavoro nero per abbattere i costi.
- Mancati introiti per lo Stato: L’evasione fiscale e contributiva riduce le risorse disponibili per servizi pubblici come sanità, istruzione e welfare.
Proprio per contrastare questi effetti negativi, negli ultimi anni sono stati introdotti strumenti e normative che favoriscono la trasparenza nei pagamenti.
Pagamenti tracciabili: un’arma contro il lavoro nero
I pagamenti tracciabili sono transazioni effettuate con metodi di pagamento che lasciano una registrazione digitale o cartacea, come bonifici bancari, pagamenti con carta di credito, assegni e strumenti fintech. L’uso di questi sistemi riduce drasticamente il rischio di pagamenti in nero e facilita il controllo da parte delle autorità fiscali.
Vantaggi dei pagamenti tracciabili nella gestione del personale
- Maggiore sicurezza per i lavoratori
- Con pagamenti regolari e tracciabili, i dipendenti hanno la certezza di ricevere lo stipendio nei tempi e nei modi concordati.
- In caso di controversie legali o ritardi nei pagamenti, la tracciabilità offre una prova concreta del rapporto lavorativo.
- Conformità alle normative fiscali e previdenziali
- Le aziende che adottano pagamenti tracciabili evitano il rischio di sanzioni per mancato versamento dei contributi.
- Il Fisco può monitorare le transazioni e verificare eventuali anomalie.
- Riduzione dell’evasione fiscale
- Eliminando i pagamenti in contanti, si riduce la possibilità di nascondere transazioni e stipendi non dichiarati.
- Lo Stato può incassare correttamente imposte e contributi, destinandoli a servizi pubblici.
- Migliore gestione aziendale
- Le imprese possono monitorare con precisione i flussi di cassa e ottimizzare la gestione finanziaria.
- Sistemi di pagamento digitali permettono di automatizzare il pagamento degli stipendi, riducendo errori e ritardi.
Normative sui pagamenti tracciabili per contrastare il lavoro nero
Molti governi stanno introducendo normative che impongono l’uso dei pagamenti tracciabili per il pagamento dei salari e delle collaborazioni professionali. In alcuni Paesi come l’Italia, ad esempio, è vietato il pagamento in contanti degli stipendi, obbligando le aziende a utilizzare bonifici o strumenti elettronici.
In Italia, il divieto di pagamento in contanti degli stipendi è stato introdotto con la nuova Legge di Bilancio del 2025, imponendo l’uso di metodi tracciabili per qualsiasi rapporto di lavoro subordinato. Questa norma ha lo scopo di garantire trasparenza e protezione per i lavoratori, evitando pagamenti parziali o irregolari.
Le nuove tecnologie al servizio della tracciabilità
Oltre ai tradizionali bonifici bancari e carte di pagamento, stanno emergendo nuove tecnologie per rendere le transazioni sempre più sicure e verificabili:
- Pagamenti digitali con app e wallet elettronici, che offrono un’alternativa rapida e certificata al bonifico.
- Blockchain e criptovalute regolamentate, che potrebbero in futuro garantire transazioni sicure e trasparenti.
- Software di gestione paghe integrati con i conti aziendali, che automatizzano il processo di pagamento riducendo il rischio di errori.
Fintech
La nuova moda del momento: che cosa significa fare trading?

Negli ultimi anni, il trading online ha acquisito un’enorme popolarità, attirando sia investitori esperti che principianti alla ricerca di nuove opportunità di guadagno. Ma che cosa significa davvero “fare trading”? È solo una moda passeggera o rappresenta una reale possibilità di crescita finanziaria?
Che cos’è il trading?
Fare trading significa acquistare e vendere strumenti finanziari, come azioni, criptovalute, forex (valute), materie prime o indici di borsa, con l’obiettivo di ottenere un profitto dalle variazioni di prezzo. A differenza dell’investimento tradizionale, che mira a far crescere il capitale nel lungo periodo, il trading è spesso orientato al breve o medio termine e richiede un’analisi costante dei mercati.
Esistono diverse tipologie di trading, ciascuna con caratteristiche e strategie specifiche:
- Day trading: Operazioni aperte e chiuse nella stessa giornata, con l’obiettivo di sfruttare piccole oscillazioni di prezzo.
- Swing trading: Posizioni mantenute per giorni o settimane per approfittare di trend più ampi.
- Scalping: Operazioni molto rapide, della durata di pochi secondi o minuti, per capitalizzare su piccole variazioni di mercato.
- Trading algoritmico: Esecuzione di operazioni automatizzate basate su algoritmi programmati.
Perché il trading è diventato così popolare?
L’interesse per il trading è esploso grazie a diversi fattori:
- Accessibilità – Oggi chiunque può accedere ai mercati finanziari attraverso piattaforme online e app di trading, anche con piccoli capitali.
- Social media e influencer – Molti trader condividono le loro operazioni e strategie sui social, contribuendo a rendere il trading più attraente.
- Criptovalute e asset digitali – L’ascesa di Bitcoin, Ethereum e altri asset digitali ha avvicinato molte persone al mondo del trading.
- Funded trading – Un fenomeno in crescita, il funded trading permette di utilizzare capitali forniti da aziende specializzate, senza dover investire ingenti somme di denaro personale.
I rischi del trading
Nonostante il fascino del trading, è essenziale essere consapevoli dei rischi associati:
- Volatilità del mercato – I prezzi possono cambiare rapidamente, causando perdite significative.
- Effetto leva – Molti broker offrono la possibilità di operare con somme superiori a quelle realmente disponibili, amplificando sia i guadagni che le perdite.
- Emotività – Paura e avidità possono portare a decisioni impulsive, mettendo a rischio il capitale.
Come iniziare a fare trading in modo consapevole
Se vuoi avvicinarti al trading in modo serio e responsabile, segui questi consigli:
- Studia i mercati – Leggi libri, segui corsi e informati sulle diverse strategie di trading.
- Usa un conto demo – Prima di rischiare soldi reali, esercitati con un conto di prova.
- Scegli piattaforme affidabili – Opta per broker regolamentati e trasparenti.
- Gestisci il rischio – Non investire più di quanto puoi permetterti di perdere e utilizza strumenti di protezione come lo stop-loss.
- Valuta il funded trading – Se hai competenze ma poco capitale, considera la possibilità di operare con fondi forniti da società di trading.
Conclusione
Il trading è più di una semplice moda: è una disciplina complessa che richiede studio, strategia e autocontrollo. In più, il trading non è una strada per arricchirsi facilmente, ma un’attività che comporta rischi elevati e richiede un approccio professionale.
Se affrontato con consapevolezza e disciplina, può essere un’opportunità interessante; al contrario, se sottovalutato o approcciato con superficialità, può trasformarsi in una trappola finanziaria. La chiave del successo sta nella formazione e nella gestione del rischio.
Finanza
Banche, Merz vuole il secondo polo tedesco. Gli analisti: partita in salita per Unicredit

Contro l'operazione non ci sarebbe solo il nazionalismo teutonico, ma un disegno economico complessivo

Nuovo governo in Germania, stesso dossier: Unicredit su Commerzbank, la seconda banca tedesca. Qualche esperto mostra cauto ottimismo: "Afd ha perso, si va verso una 'Grosse Koalition' con i socialdemocratici: di propaganda nazionalista non c'è più bisogno", questo il succo del ragionamento. Persino il professor Daniel Gros, interpellato dall'Adnkronos, esprime una valutazione non dissimile: "Non sarà la prima preoccupazione di Merz. A meno che i sindacati non ne facciano una questione importante per la Spd, lui farebbe passare l’operazione. E' una mia valutazione personale".
Fatto sta che – parola di diversi analisti – la partita è più complessa: di mezzo non ci sarebbe solo il nazionalismo teutonico, ma un disegno economico complessivo. "E' probabile – spiega Fabio Caldato, Portfolio Manager, AcomeA Sgr, all'Adnkronos – che la volontà politica in Germania sia quella di avere due poli: oltre a Deutsche Bank, un secondo raggruppamento costruito attorno a Commerzbank: ecco il motivo per cui non vogliono cederla a Unicredit".
La tesi troverebbe conforto nelle parole del cancelliere in pectore, Joachim-Friedrich Martin Josef Merz, a difesa dell'autonomia di Commerz: "Parole – sottolineano fonti ben informate – pronunciate in un evento a porte chiuse organizzato da BlackRock". Tradotto: un evento non inquinato dalla necessità di fare propaganda. Spiega Caldato: la necessità di un secondo polo tedesco trova la propria ratio nella struttura del sistema bancario teutonico: "Tutt'altro che solido, soprattutto lato banche regionali", dice. Ergo Deutsche Bank non basta, la Germania ha necessità di una pluralità di istituti: soprattutto a sostegno delle piccole e medie imprese e per il rilancio delle esportazioni: il cuore del programma della Cdu. Ecco la ragione, sottolineano le fonti, del perché "Merz, uomo di finanza con una certa competenza in questo ambito e che dovrebbe, tecnicamente, essere aperto alle operazioni di mercato, ha in realtà palesato a più riprese la sua contrarietà all'operazione su Commerzbank".
Osservano persone a conoscenza del dossier: Merz deve tenere la barra dritta anche a destra, i nazionalisti di Afd sono al 20% (non al sette) e costituiscono una minaccia, soprattutto all'est: il cancelliere in pectore, spiega all'Adnkronos l'analista Giorgio Vintani, "non vorrà partire da sconfitto agli occhi degli elettori sulla vicenda Commerzbank-Unicredit, la cui acquisizione sarebbe uno smacco non solo per il governo, ma per la Germania intera". Avviso ai naviganti: se la Cdu farà il matrimonio con l'Spd, la maggioranza conterebbe su 328 seggi (la maggioranza è fissata a 315). In breve: su temi importanti come immigrazione e allentamento dei freni al debito (cavallo di battaglia dei popolari), qualche compromesso bisogna trovarlo e tocca dialogare con qualcuno: o la Linke all'estrema sinistra o l'Afd all'estrema destra.
"Il contesto, per piazza Gae Aulenti, rimane difficile e pieno di ostacoli, in quanto molto probabilmente manca una volontà politica dei teutonici di accettare la perdita della seconda banca tedesca", chiosa Vintani. Del resto, la stessa partita per la formazione della Grosse Koalition è in salita: linea rossa dei popolari è meno tasse sulle imprese, mentre i socialdemocratici spingono per la difesa del Welfare State. Una grana come quella di Commerz, spiegano fonti ben informate, "non è davvero al centro della partita: almeno per adesso". (di Andrea Persili)
Economia
Lazio, Regione e Unindustria insieme per il nuovo Piano industriale da oltre mezzo...


“Questo piano è una visione d'insieme. Noi avevamo la necessità di un confronto, che è avvenuto sin dal primo giorno con tutte le organizzazioni di categoria, in particolar modo con Unindustria. Noi siamo la seconda Regione in Italia per Pil e quindi era importante ascoltare chi è protagonista di questa produzione per metterci in condizione di capire quali sono gli strumenti per facilitare la vita a chi investe, crea benessere, dà occupazione e aiuta a sanare le fratture sociali della nostra regione". Così il governatore Francesco Rocca in occasione dell'evento per presentare e avviare la fase operativa del nuovo Piano industriale regionale, promosso da Unindustria e dalla Regione Lazio. "Un piano per la crescita economica che equivale a maggiore giustizia sociale", secondo Rocca.
Il Piano, presentato insieme al presidente di Unindustria Giuseppe Biazzo, la vicepresidente Roberta Angelilli e al presidente della commissione Sviluppo economico del Consiglio regionale del Lazio Enrico Tiero, è frutto di un lungo percorso di approfondimento e condivisione per dare una risposta concreta alle sfide economiche e produttive del territorio regionale, con l'obiettivo di rilanciare la crescita industriale e valorizzare le eccellenze del Lazio. La struttura del Piano si articola in tre sezioni principali, comprendendo un'analisi approfondita della situazione economica regionale, l'individuazione degli attivatori strategici e la definizione di Key Performance Indicator (Kpi) per monitorare i risultati nel medio-lungo termine. Sono previsti, inoltre, monitoraggi periodici per valutare l'efficacia delle misure adottate e, se necessario, apportare correzioni e aggiornamenti. L’impegno, dunque, è quello di ritrovarsi a un anno da oggi per fare il punto sull’avanzamento del Piano e sui primi risultati conseguiti.
"Da due anni è tornata centrale la politica industriale nel Lazio. Il Piano presentato oggi in Regione con Unindustria, che ringrazio, mette in risalto le ulteriori sfide da affrontare. Perché la politica industriale va pianificata e programmata e il dialogo e il confronto con le categorie, in questo senso, sono fondamentali. Il Lazio è la seconda regione italiana per Pil (11,2% del Pil nazionale), con importanti leadership industriali, dal digitale allo spazio, dalla farmaceutica all’audiovisivo e una costante crescita delle esportazioni. Un’economia sana, ma che ha tanto potenziale ancora da valorizzare", ha spiegato Rocca. "Non ci possono, infatti, esserci crescita né investimenti senza puntare sulle infrastrutture, penso alla Orte-Civitavecchia, alla Cisterna- Valmontone e alla Roma-Latina, alla logistica, ai Porti e agli Aeroporti, una radicale semplificazione amministrativa e burocratica, il sostegno alle transizioni energetica e digitale e la crescita del lavoro di qualità, elemento fondamentale di inclusione sociale e benessere. Tutti temi al centro della nostra azione di governo e che Unindustria condivide e sostiene. Il testo, infatti, fa un’analisi degli ultimi vent’anni dell’economia laziale e propone diversi 'attivatori' per promuovere la crescita, divisi in quattro categorie (territorio, attrattività, risorse per lo sviluppo, competenze). Questi 'attivatori' sono perfettamente in linea con le nostre scelte di politica industriale, grazie all’importante lavoro della vicepresidente Roberta Angelilli. Bene questa sinergia che certamente porterà a risultati straordinari".
"Il Piano promosso da Unindustria e la decisione della Regione Lazio di sposarne l’analisi e gli obiettivi con l’impegno di lavorare sugli attivatori sono una grande novità perché rappresentano una sana e trasparente condivisione di responsabilità verso lo sviluppo del territorio, della società e dell’economia tra i policy maker e le forze produttive private. Nel Lazio abbiamo tutte le potenzialità per guidare una nuova stagione di crescita, se sapremo ristabilire il giusto peso di manifattura e terziario avanzato nel bilancio complessivo dell’economia regionale", ha sottolineato il presidente di Unindustria, Giuseppe Biazzo. "Quello che proponiamo è una matrice di azioni trasversali che portate avanti insieme riteniamo possano attrarre nuovi investimenti e accelerare lo sviluppo. Con il Piano Industriale credo che possiamo restituire al Lazio, prima che in altri territori, una visione di crescita moderna e sostenibile e rivendicare con orgoglio di essere terra d’impresa".
Da parte sua, la vicepresidente della Regione Lazio Roberta Angelilli ha fatto il punto sulla dotazione finanziaria: "Per il 2025 saranno stanziati oltre 550 milioni di euro di risorse europee del Fesr per sostenere il piano industriale, 274 milioni destinati alle sovvenzioni per le imprese e 149 per l’accesso al credito, oltre al finanziamento di credito agevolato della Banca europea degli investimenti di circa 120 milioni di euro. A tale importo si aggiungono circa 16 milioni di euro del bilancio regionale per sostenere gli investimenti delle imprese della filiera automotive. Entro il mese di marzo sarà inoltre presentata la legge sul consorzio industriale unico del Lazio, strumento deciso per l’attuazione delle politiche di sviluppo della Regione".
E proprio in merito alla riforma del consorzio industriale, è intervenuta la capogruppo di Italia Viva al Consiglio regionale del Lazio Marietta Tidei. "E' una legge attesa. E mi auguro che, così come preannunciato dal Presidente Rocca, arrivi quanto prima", ha specificato. Il consorzio "è nato qualche anno fa, durante la legislatura precedente. Si tratta di un consorzio importante al quale, chiaramente, devono essere attribuite tutte le risorse necessarie e deve poter coinvolgere molti più territori anche rispetto a quelli per cui è nato". In merito allo sviluppo del porto di Civitavecchia, Tidei ha ricordato le "necessarie infrastrutture a latere". "Ci auguriamo quanto prima il completamento della Civitavecchia-Orte, anche se la gestione commissariale di Ilaria Coppa sta dando i suoi frutti perché il bypass di Monte Romano dovrebbe essere realizzato a breve. E poi i collegamenti ferroviari che possano favorire un porto, oggi importante sul piano crocieristico e per i passeggeri, ma che deve poter vedere uno sviluppo anche sul piano commerciale", ha concluso.
Finanza
Commercio, Castagno (Orrick): “Trump sospende Fcpa ma l’Europa alzerà il...

"Le aziende che operano su scala internazionale non potranno abbassare la guardia sul fronte della compliance"

Lotta alla corruzione internazionale. La decisione di Donald Trump di sospendere temporaneamente il Foreign Corrupt Practices Act (Fcpa) segna un drastico cambio di rotta. Con un colpo di penna, il presidente Usa intende congelare indagini in corso e bloccare nuove azioni legali contro le aziende statunitensi accusate di pagare tangenti all’estero. L’obiettivo? Rendere le imprese americane più competitive, anche a scapito della trasparenza e della legalità. La mossa? Rischia di scatenare un dumping normativo globale e una dura reazione dell’Unione Europea, che potrebbe intensificare i controlli, obiettivo evitare uno squilibrio nel mercato. Ne parla all'Adnkronos Jean Paule Castagno, partner di Orrick.
Partiamo dalle basi: Trump ha sospeso temporaneamente l’Fcpa. Che cosa prevedeva la normativa?
"Il Foreign Corrupt Practices Act (Fcpa) è stata la prima normativa globale contro la corruzione internazionale, che ha introdotto sanzioni penali per coloro i quali corrompono, in via diretta o indiretta, pubblici ufficiali stranieri. Tale divieto trova applicazione nei confronti delle società di capitali, anche straniere, aventi titoli negoziati sul mercato statunitense, delle persone fisiche e giuridiche americane e non qualora le condotte corruttive abbiano una connessione con gli Stati Uniti. Il divieto riguarda tutti coloro i quali agiscono per conto di tali soggetti, come agenti o intermediari, che giocano un ruolo chiave nell’attuazione di politiche commerciali transnazionali.
Quali comportamenti vieta?
"Oltre a proibire il pagamento o la promessa di denaro o altri benefici a funzionari pubblici stranieri per ottenere vantaggi commerciali, il Fcpa ha imposto rigorosi obblighi in materia di tenuta della contabilità, così prevenendo l'uso di fondi illeciti per celare attività corruttive".
Perché Trump ha sospeso la normativa?
"L’Executive Order firmato dal Presidente Trump, il 10 febbraio 2025, ha sospeso l’applicazione del Fcpa per almeno 180 giorni, bloccando nuove indagini e imponendo una revisione di quelle in corso. Tale sospensione è funzionale alla predisposizione di nuove linee guida che consentano di contenere l’applicazione dell’Fcpa e così aumentare la competitività internazionale delle imprese statunitensi a discapito delle strategie di contrasto alla corruzione a livello globale.
Corruzione e concussione: la normativa può determinare il rischio di un dumping normativo nelle transazioni commerciali internazionali?
"La decisione di sospendere il Fcpa rappresenta una inversione di rotta: la lotta alla corruzione, cessa di essere percepita come una garanzia di trasparenza e integrità nelle transazioni commerciali internazionali e di tutela della concorrenza leale, per essere considerata un ostacolo alla competitività economica delle imprese statunitensi. L’Executive Order impedisce, infatti, al Procuratore Generale di avviare nuove indagini per violazioni del FCPA e impone una revisione dei procedimenti in corso. Questo comporta che, salvo eccezioni approvate, caso per caso, dall’Attorney General, i pagamenti corruttivi a pubblici ufficiali stranieri non sono più sanzionati dall’ordinamento americano. Ben potendo le aziende statunitensi ottenere un vantaggio competitivo rispetto a quelle di Paesi nei quali la lotta alla corruzione rimane una priorità".
Quindi?
"Se è vero che il provvedimento statunitense potrebbe determinare un effetto domino, causando un dumping normativo qualora altri Paesi ritenessero di adottare un approccio più lasco nella lotta alla corruzione, è altrettanto vero che tale scelta potrebbe indurre altre Autorità Nazionali ad adottare un approccio ancor più restrittivo ponendo in essere controlli sempre più pervasivi".
Quali reazioni possiamo aspettarci dai Paesi Europei?
Nell’ambito dell’agenda delle Istituzioni Europee il contrasto alla corruzione rimane una priorità, come dimostrato dalla recente Proposta di Direttiva sulla lotta contro la corruzione o dal costante impegno della Commissione Europea al contrasto di tali fenomeni. Non sorprenderebbe qualora le Autorità Europee intensificassero, dunque, la propria azione aumentando le attività ispettive e di indagine anche al fine di mitigare lo squilibrio competitivo determinato dalla sospensione del Fcpa".
C'è una Procura europea
"La Procura europea, operativa dal 1° giugno 2021– come già ha avuto modo di dimostrare – è incaricata di individuare, perseguire e rinviare a giudizio i presunti autori di reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione Europea, tra i quali la corruzione. La Procura opera sinergicamente con altre agenzie europee, anche in attuazione di specifici protocolli di intesa, siglati con Eurojust, che ha un ruolo di coordinamento delle indagini transazionali e Olaf, vero e proprio ufficio investigativo che svolge indagini amministrative relative a condotte che minacciano i fondi europei. Fondamentale nello svolgimento di indagini particolarmente complesse è, inoltre, il contributo di Europol. Il contrasto alla corruzione transazionale non può inoltre prescindere dal riscorso a strumenti di cooperazione giudiziaria che coinvolgono anche le Autorità dei Singoli Stati Membri quali il mandato di arresto europeo e l’ordine europeo di indagine, i quali troveranno una applicazione sempre più frequente".
Cosa cambia per le società americane che operano sul territorio europeo?
"Nonostante la sospensione dell’Fcpa, le aziende che operano su scala internazionale non potranno abbassare la guardia sul fronte della compliance. Le società americane che operano sul territorio europeo saranno ancor più nel mirino delle autorità dei singoli Stati Membri con un sensibile incremento del rischio di un coinvolgimento nell’ambito di procedimenti penali.
E per quelle italiane che operano negli Stati Uniti?
"Le società italiane ed europee che operano negli Stati Uniti, continueranno a dover rispettare i più elevati standard di compliance imposti dalla normativa europea al fine di mitigare il rischio di una risalita di responsabilità nei confronti delle Capogruppo".
In che modo?
"Non possiamo non ricordare come, da un alto, la Corporate Sustainability Reporting Directive (Csrd) imponga obblighi di rendicontazione anche relativi ad aspetti i di governance ed etici, tra i quali le strategie di prevenzione del rischio-corruzione; dall’altro lato, la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (Csdd) imponga controlli rigorosi sulla supply chain, imponendo alle imprese una adeguata due diligence dalle terze parti, anche per ciò che concerne le misure di prevenzione adottate a presidio del rischio di corruzione. Inoltre, l’implementazione da parte di tutti gli Stati Membri della Direttiva Whistleblowing incentiverà i whistleblowers a segnalare condotte anche di natura corruttiva sia all’interno delle imprese – così determinando un aumento di indagini interne – sia esternamente alle Autorità locali. E non è un caso che in Italia l'Autorità competente per le segnalazioni esterne sia proprio l'Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac)".
Non ci sarà un liberi tutti quindi
"Nonostante Oltreoceano il contesto sia mutato, al fine di preservare la propria competitività sul mercato e mitigare i rischi legali e reputazionali, tutte le imprese che operano a livello transazionale non potranno abbassare la guardia e dovranno continuare adeguati sistemi di compliance anticorruzione". (di Andrea Persili)
Finanza
Elon Musk, pm Milano indagano su Twitter-X per presunta evasione fiscale da 12 milioni di...

La presunta Iva non pagata riguarderebbe le iscrizioni gratuite degli utenti sulla piattaforme 'in cambio' dei propri dati e della loro potenziale profilazione

L'Agenzia delle Entrate, dopo le verifiche della Guardia di finanza di Milano, contesta a Twitter International UK, oggi "X", il mancato pagamento di 12,5 milioni di euro di Iva dal 2016 al 2022. Al social network di Elon Musk la procura di Milano – il fascicolo per dichiarazione infedele è affidato al pm Giovanni Polizzi – viene imputato lo stesso schema dell'inchiesta "pilota" (chiusa a dicembre) su Meta e pone al centro il peso finanziario e fiscale dei dati.
La presunta Iva non pagata riguarderebbe, semplificando, le iscrizioni gratuite degli utenti sulla piattaforme 'in cambio' dei propri dati e della loro potenziale profilazione. Per gli inquirenti è una permuta tra beni differenti e in quanto tale soggetta al regime Iva e quindi da tassare. Nel caso di X, Il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza ha chiuso la sua verifica fiscale nell'aprile 2024 e l'Agenzia delle Entrate, lo scorso gennaio, ha notificato lo "schema d'atto", cioè le sue conclusioni che combaciano con l'impostazione dei finanzieri.
Il social X – l'ex Twitter rilevato da Musk a fine 2022 – ha tempo fino ad aprile per interloquire con l'Agenzia delle Entrate, quindi potrà aderire alle richieste del fisco od opporsi e dare il via al procedimento di contenzioso fiscale.
L'indagine
L'indagine su Twitter International Uk vede due indagati – si tratta di due ex amministratori (un irlandese e un indiano) – che si sono succeduti negli ultimi anni alla guida del social, poi, rilevato da Elon Musk a fine 2022. L'indagine nasce da un controllo fiscale della Guardia di Finanza, concluso ad aprile 2024, proprio sulla piattaforma americana, che oggi si chiama 'X', sulla scia delle stesse verifiche fatte su Meta. Il fascicolo è affidato dal pm Giovanni Polizzi, già protagonista di altre indagini sui colossi del web.
Il punto centrale del fascicolo affidato a Polizzi, lo stesso che si è occupato dell'inchiesta su Meta, è l'idea che debbano essere tassate come transazioni commerciali le iscrizioni gratuite alle piattaforme online in cambio della cessione dei propri dati personali, che hanno un valore economico, visto che consentono la profilazione degli utenti.
Il precedente di Meta
Solo lo scorso dicembre la procura di Milano ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti dei rappresentanti legali della società di diritto irlandese Meta, titolare dei social Facebook e Instagram. L'inchiesta – ancora aperta – ipotizza per il colosso l'omessa dichiarazione e mancato pagamento – tra il 2015 e il 2021 – dell'Iva per un totale di oltre 877 milioni di euro.
Economia
Pensioni in Italia: strategie reali per puntare a 1.500-2.000 euro netti

Sai quella sensazione strana, un misto tra ansia e speranza, quando si parla di pensioni? Ecco, ce l’abbiamo tutti. Prima o poi arriva quel momento in cui ti chiedi: “Ma quello che guadagno adesso… basterà?” E poi, la domanda delle domande: “Come si fa ad arrivare a quei benedetti 1.500, magari 2.000 euro al mese?” Perché sì, di numeri si tratta, ma anche di sogni, di paure, di futuro. Roba seria. Allora proviamo a capirci qualcosa, senza troppi tecnicismi, senza giri di parole. Così, dritti al punto, tra una regola complicata e una realtà che spesso ci coglie impreparati.
L’importanza del metodo di calcolo: la transizione dal retributivo al contributivo
Sappiamo che in Italia la pensione pubblica si è a lungo basata sul sistema retributivo, secondo cui si valutava la media degli ultimi stipendi e si erogava una percentuale (intorno al 2% annuo) per ogni anno di contributi. In pratica, con 40 anni di lavoro, molti potevano raggiungere anche il 70-80% dell’ultimo stipendio. Poi, la riforma del 1995 ha introdotto in modo graduale il sistema contributivo (per i contributi successivi al 1996), che tiene conto dell’intera vita lavorativa. Per capirci: si accumulano contributi (pari al 33% dello stipendio lordo per i dipendenti, in parte versati dal datore di lavoro), questi formano un “montante” che viene rivalutato di anno in anno. Quando si va in pensione, il montante si trasforma in una rendita tramite un coefficiente di trasformazione legato all’età di uscita.
In altre parole, più tardi si decide di smettere di lavorare, più alto sarà il coefficiente e quindi l’assegno annuo. Sembra semplice, ma c’è un rovescio della medaglia: se si hanno buchi di carriera, salari bassi o si va in pensione presto (magari a 62 anni), si rischia di incassare meno. Di conseguenza, i tassi di sostituzione – ossia la percentuale dell’ultima retribuzione sostituita dalla pensione – oggi faticano ad avvicinarsi ai livelli “generosi” di qualche decennio fa.
Quanto serve guadagnare per ottenere 1.500-2.000 euro netti?
Diciamolo in modo schietto: chi ambisce a una pensione sopra i 1.500 euro dovrà aver avuto, in media, stipendi piuttosto alti o aver lavorato senza sosta per molti anni. Secondo simulazioni citate da più fonti, un reddito netto di circa 1.800 euro al mese per 40 anni di contributi potrà generare (andando in pensione a 67 anni) un assegno compreso fra 1.150 e 1.600 euro netti. Per “sfiorare” i 2.000 euro, occorre puntare a retribuzioni ancora più consistenti (per esempio, 3.000 euro netti al mese in media) o a una carriera super-lunga, ritirandosi magari a 69-70 anni, quando il coefficiente di trasformazione diventa più vantaggioso.
Naturalmente, esistono tanti fattori che incidono ma la regola è questa: più anni di versamenti e stipendi più elevati corrispondono a una probabilità maggiore di raggiungere l’obiettivo dei 1.500-2.000 euro. Chi invece sta sui 1.300-1.500 euro netti rischia di fermarsi, senza integrazioni, a una pensione di 800-1.200 euro netti. È duro ammetterlo ma i numeri parlano chiaro.
L’età pensionabile: i 67 anni (e oltre) come punto di riferimento
Al momento, per la pensione di vecchiaia servono 67 anni e almeno 20 anni di contributi. Sì, è possibile andare in pensione prima con misure anticipate come la “Fornero” (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 e 10 mesi per le donne) o con formule sperimentali (Quota 100 in passato, Quota 103 nel 2023), ma chi lo fa accetta di accumulare meno anni di versamento e di utilizzare coefficienti di trasformazione meno favorevoli, ottenendo quindi assegni spesso più bassi. Per chi vuole quegli agognati 1.500-2.000 euro netti, l’uscita anticipata diventa un lusso che quasi sempre penalizza in modo significativo.
In più, c’è un altro dettaglio fondamentale: questi requisiti non sono scolpiti nella pietra. Se l’aspettativa di vita crescerà, l’età di pensionamento potrebbe salire ancora, in base agli adeguamenti automatici previsti dalle normative. Già oggi, per chi non raggiunge una soglia minima d’importo (circa 1,5 volte l’assegno sociale), la pensione di vecchiaia può slittare fino a 71 anni.
Variabili che contano: buchi contributivi, rivalutazioni e retribuzione media
Il sistema contributivo valuta ogni singolo euro guadagnato dall’inizio della carriera. Significa che un lavoratore che negli ultimi anni guadagna tanto, ma ha avuto lunghi periodi di stipendio basso o disoccupazione (senza coperture figurative), si troverà comunque un montante contributivo “ridotto”. Da qui la necessità di ridurre il più possibile le interruzioni contributive o provare a riscattare certi periodi, ove conveniente (ad esempio, gli anni di laurea).
Dobbiamo anche considerare la rivalutazione annuale del montante, che dipende principalmente dall’andamento dell’economia italiana (PIL). Se il paese cresce poco, i montanti non si incrementano granché. Questo genera un impatto reale sul futuro assegno, perché dopo 20-30 anni di lavoro le differenze si sentono. E poi ci sono i coefficienti di trasformazione che, essendo collegati alla speranza di vita, sono soggetti a revisioni periodiche. Già tra il 2024 e il 2025 si prevede un taglio di circa il 2% di questi coefficienti, e potrebbe non essere l’ultima volta.
Previdenza integrativa: un sostegno prezioso per colmare il gap
Chiunque stia inseguendo la soglia dei 1.500-2.000 euro conosce l’importanza di una pensione complementare. Non è solo un’opzione da “finanziaristi incalliti”: aderire a un fondo pensione – che sia negoziale (di categoria) o individuale (PIP, fondi aperti) – può incrementare il tasso di sostituzione anche di 7-10 punti percentuali. Tradotto: se un lavoratore arriverebbe da solo al 60% dello stipendio finale, con una buona integrativa potrebbe spingersi al 70% o più. Bastano queste cifre per capire come mai si parli tanto di fondi pensione. Eppure, in Italia, solo un terzo dei lavoratori risulta iscritto a una forma di previdenza complementare. Sembra incredibile ma è così.
C’è poi la questione della tempistica. Partire presto – a 25 o 30 anni – significa versare poco alla volta ma per molto tempo, sfruttando la capitalizzazione composta (gli interessi su interessi). Farlo tardi, invece, costringe a sforzi maggiori in un lasso di tempo ridotto e chiaramente, si perde parte dei benefici fiscali (deducibilità dei contributi, tassazione agevolata sui rendimenti, e così via).
Futuro incerto, ma pianificazione necessaria
Le previsioni dicono che, tra qualche decennio, i tassi di sostituzione potrebbero ridursi ulteriormente. La Ragioneria Generale dello Stato stima che, entro il 2050, un lavoratore dipendente con 38 anni di contributi potrebbe trovarsi intorno a un 59% di sostituzione netta, mentre nel 2020 la media era oltre il 70%. Non serve un genio per capire che chi percepisce salari modesti rischia di trovarsi molto lontano da 1.500-2.000 euro.
D’altro canto, c’è una crescente consapevolezza: possibili riforme future potrebbero introdurre ancora più flessibilità in uscita, ma non è detto che ciò aiuti a raggiungere pensioni alte, anzi. Spesso, la flessibilità si traduce in penalizzazioni: meno anni di contributi o coefficienti penalizzanti. Nel frattempo, si discute anche di “pensione di garanzia” per i giovani con redditi bassi e carriere discontinue ma sono idee in evoluzione, nulla di definitivo.
Verso un traguardo possibile, ma impegnativo
Raccontarlo con onestà è doveroso: non è impossibile mirare a 1.500-2.000 euro netti di pensione, ma occorrono retribuzioni sopra la media, un arco di versamenti piuttosto lungo (idealmente 40 e più anni) e magari un aiuto da un buon fondo pensione. Non vogliamo scoraggiare nessuno: il sistema pubblico offre comunque un sostegno, e certi correttivi (come il posticipo dell’età pensionabile) possono incrementare l’importo.
Tuttavia, non si scappa: serve un piano ragionato che parta fin da quando si è (relativamente) giovani. Andare a tentoni, rimandare la questione o immaginare che “tanto qualcosa arriverà” può portarci ad amari risvegli. Noi, da parte nostra, continueremo ad approfondire e a fare il possibile per tenervi informati nel modo più limpido. L’obiettivo di una pensione dignitosa e adeguata, alla fine, riguarda tutti. E il momento di pensarci, spesso, è proprio adesso.