Cronaca
Lazio, maxi-piano assunzioni nella sanità: in arrivo 9.700...
Lazio, maxi-piano assunzioni nella sanità: in arrivo 9.700 operatori
Prosegue la 'cura Rocca' con un investimento di 466 milioni di euro nel biennio 2024-25. Il ministro della Salute Schillaci: "Esempio di buon governo"
Una boccata d'ossigeno per la sanità del Lazio, con l'arrivo di nuovo personale negli ospedali e nelle altre strutture della regione. Lo prevede il Piano di assunzioni 2023-2025, che il presidente Francesco Rocca ha presentato oggi pomeriggio ai sindacati. Un maxi Piano, che l'Adnkronos Salute ha potuto visionare, con un investimento sul personale della sanità pubblica regionale che è il più ingente degli ultimi venti anni, quasi mezzo miliardo di euro, oltre ai 195,5 milioni già stanziati nel 2023.
Il Piano
Sono 8.158 le nuove assunzioni a tempo indeterminato per il biennio 2024-2025: nel dettaglio 6.843 autorizzazioni per il 2024 e 1.315 nuove assunzioni per il Giubileo 2025, a cui si aggiungono 1.541 stabilizzazioni per quest'anno. Tirando le somme, dunque, il maxi-investimento, pari a 466 milioni di euro nel biennio, prevede 9.699 autorizzazioni per il reclutamento dei professionisti della sanità. Un altro importante mattoncino della 'cura Rocca' per potenziare il servizio sanitario regionale, con l'obiettivo di colmare la carenza di personale, riducendo il precariato, e contribuire a ridurre le liste d'attesa ed aumentare i servizi ai cittadini.
Sommando le assunzioni già attuate nel 2023 (4.054 unità, comprese 1.605 stabilizzazioni, per 195,5 milioni di euro), si arriva a 13mila e 753 operatori sanitari - tra nuovi ingressi e stabilizzazioni - per un investimento totale di 661.500.000 euro. Una bella boccata d'ossigeno per la sanità pubblica del Lazio.
Il nuovo personale - a quanto si apprende - servirà anche a rendere pienamente operativi gli interventi realizzati con il Pnrr, come Centrali operative territoriali (59), ospedali di comunità (35), Case di comunità (131) e 298 grandi apparecchiature.
Il Servizio sanitario del Lazio passerà da 53.583 dipendenti nel 2023 a 62.662 nel 2025. Un aumento sostanzioso, pari al 17%. Una scommessa sul futuro. Questo permette anche di pianificare al meglio l’accoglienza dei milioni di fedeli in arrivo in vista del Giubileo 2025.
Rocca: "Personale aumenterà del 17%, scommettiamo sul futuro"
"Il Servizio sanitario nazionale rappresenta oggi uno degli asset più importanti del Paese" ha detto il governatore Rocca. "Dal suo buon funzionamento passano la salute dei cittadini e la loro qualità di vita. Ogni giorno migliaia di donne e uomini si svegliano con l’obiettivo di garantire a tutti noi il diritto alla salute. Lo sappiamo bene, ed è per questo che abbiamo deciso di approvare uno dei più grandi investimenti degli ultimi anni sulla sanità pubblica" sottolinea nell'incontro con i sindacati di categoria nella sede della Regione. "Oltre 6.800 nuove assunzioni che, con le 2.500 approvate nelle ultime settimane dello scorso anno, diventano circa 9.300, più le 1300 per il Giubileo 2025. A queste bisogna aggiungere 1.500 stabilizzazioni, che si sommano alle 1600 già effettuate nel 2023. Uno sforzo di programmazione che, complessivamente, ha riguardato quasi 14mila operatori per un investimento da 661,5 milioni di euro. Una scommessa sul futuro", ha spiegato Rocca ai sindacati.
Per il governatore, "è una sfida di civiltà rispetto alle avverse condizioni in cui oggi operano migliaia di operatori sanitari, tecnici e amministrativi, con l’unico obiettivo di prendersi cura di noi cittadini nel momento che siamo più deboli, fragili e spaventati. È una scelta forte e chiara, sostenuta da ingenti risorse pubbliche - rimarca - Un segnale di stima e di vicinanza ai nostri medici, agli infermieri, agli operatori sanitari, ai tecnici e agli amministrativi. Una scelta che comporterà un incremento del 17% dell’attuale forza lavoro. Ma soprattutto una scelta che intende contribuire ad accrescere i servizi che i cittadini del Lazio meritano, insieme con la serenità dei nostri operatori".
Per quanto riguarda Ares 118, annuncia il governatore Rocca, in vista del Giubileo "prevediamo l'assunzione di 310 medici, 805 infermieri e 200 per il comparto tecnico, ovvero gli autisti dei mezzi".
Schillaci: "Bene assunzioni nel Lazio"
"Le oltre 8mila nuove assunzioni nella sanità del Lazio rappresentano un ulteriore segnale concreto di attenzione dell'amministrazione Rocca alla salute dei cittadini e al personale sanitario". Sono "un esempio di buon governo" dichiara il ministro della Salute, Orazio Schillaci. "Questo provvedimento - ricorda in una nota - si aggiunge a quelli già messi in campo che hanno ridotto le liste d'attesa in molte prestazioni, potenziando l'offerta del Recup regionale, e diminuito le attese dei pazienti in pronto soccorso per la visita o il ricovero. Sono interventi che vanno nella direzione che più volte ho condiviso con le Regioni per rafforzare la sanità pubblica". "Tutto ciò - conclude il ministro - dimostra che, se si programma in modo adeguato e si spendono bene le risorse che il governo mette a disposizione, i risultati arrivano".
Cronaca
Covid fattore di rischio per Alzheimer, l’analisi
"Va ancora capito se può causarlo o solo accelerarlo", ma gli scienziati suggeriscono "antivirali anche nei casi moderati di infezione"
"L'infezione da Sars-CoV-2 dovrebbe essere considerata un fattore di rischio per l'Alzheimer, anche se la distinzione tra causalità e accelerazione della malattia non è chiara". Va ancora capito, in altre parole, se Covid può causare la demenza oppure velocizzarne la comparsa e l'evoluzione. E' la conclusione a cui sono giunti gli autori di un approfondimento sul virus 'Sars-CoV-2 come causa di neurodegenerazione', pubblicato su 'The Lancet Neurology'.
Gli scienziati partono dal presupposto che "le malattie infettive sono una" possibile "causa di neurodegenerazione" già "stabilita, "benché il pericolo neurologico legato alle infezioni virali sia difficile da quantificare". In generale, sottolineano gli esperti, "finora il rischio cumulativo stimato di demenza dovuta a un ricovero ospedaliero per qualsiasi infezione virale nel corso della vita è di 1,48 (intervallo di confidenza 95% 1,15-1,91)". Riguardo al Covid, "uno studio longitudinale sulle conseguenze dell'infezione da Sars-CoV-2 nei decenni" successivi "non è ovviamente disponibile", considerando che la malattia è 'nata' per quanto si sa nel 2019. Tuttavia, i ricercatori citano degli studi i cui risultati indicano che "Covid-19 può determinare un rischio di demenza superiore rispetto all'influenza" e che, "a breve termine, il rischio di danni neurologici gravi come sequela di Sars-CoV-2 è significativo, guidato da meccanismi vascolari e probabilmente da altri processi complessi" che possono coinvolgere la proteina amiloide. Quella che si accumula nelle placche cerebrali caratteristiche dei malati di Alzheimer.
"Una correlazione diretta tra precedente infezione Sars-CoV-2 e aumento del rischio Alzheimer è stata segnalata" e appare "robusta", proseguono gli autori, però "rimane difficile - puntualizzano - distinguere tra casi di demenza ipoteticamente scatenati o solamente accelerati" da Covid. Alcuni punti chiave dell'analisi vengono evidenziati via social dallo scienziato americano Eric Topol, vice presidente esecutivo Scripps Research, fondatore e direttore Scripps Research Translational Institute, che ne pubblica il testo in chiaro rimarcandone in particolare la chiusa: "La terapia antivirale - ritengono i firmatari dell'articolo - dovrebbe essere presa in considerazione anche per le infezioni da Sars-CoV-2 moderate, per ridurre la gravità dei sintomi e limitare la probabilità di sequele".
Cronaca
Chico Forti trasferito oggi da Rebibbia al carcere di Verona
Rientrato ieri in Italia dopo 24 anni di carcere negli Usa, il 65enne trentino ha lasciato il penitenziario romano
Chico Forti trasferito oggi nel carcere di Verona. Rientrato ieri in Italia dopo 24 anni di carcere negli Usa, il 65enne trentino ha lasciato, a quanto si apprende, il penitenziario romano di Rebibbia per raggiungere Verona su un mezzo della polizia penitenziaria.
Il detenuto è atterrato ieri mattina con volo dell’Aeronautica Militare all'aeroporto militare di Pratica di Mare, dove ha incontrato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che lo scorso marzo, in occasione della sua missione negli Stati Uniti, aveva ottenuto il consenso al trasferimento del connazionale ai sensi della Convenzione di Strasburgo. "Chico Forti è tornato in Italia. Fiera del lavoro del Governo italiano. Ci tengo a ringraziare nuovamente la diplomazia italiana e le autorità degli Stati Uniti per la loro collaborazione", ha poi scritto la premier sui social allegando un'immagine dell'incontro.
"Ho sognato ogni giorno questo momento", ha commentato ieri Forti in un'intervista esclusiva al Tg1 al suo arrivo in Italia."Mi sono mantenuto così solo per mia madre, spero di vederla presto e darle un grande abbraccio" ha detto. "Rientrare in Italia per me è un passo positivo, cambia tutto, dal personale, la direttrice, le guardie, i vestiti che indosso, che sono italiani. Vorrei ringraziare tante persone, mio zio, Giorgia Meloni, che è stata fantastica, tutto il governo indipendentemente dalle ideologie politiche mi ha aiutato". Fra le persone che vuole ringraziare, ha sottolineato “non possono non menzionare Andrea, Veronica e Virginia Bocelli perché sono stati incredibili”.
“Per la prima volta non ho un numero, né le manette, è un’altra atmosfera” ha detto. Al conduttore che gli ricorda come si sia sempre dichiarato innocente, risponde: "Certo, è l’unico motivo per cui ho accettato l’estradizione ora, perché all’inizio per avere estradizione dovevo dichiararmi colpevole e non l’avrei mai fatto. E’ contro il mio principio. Vedo sempre il bicchiere mezzo pieno, mai mezzo vuoto, sono positivo e sono convinto che il mio futuro a breve sia come io auspico. Accetto questo passo – conclude - so che è un passo obbligatorio”.
Cronaca
Valanga sulle Alpi svizzere, morti 2 scialpinisti lombardi
Le due vittime travolte sul Pigne d'Arolla, tra il Cervino e il Grand Combin
Tragedia sulle Alpi svizzere. Due scialpinisti italiani sono morti travolti da una valanga sul Pigne d'Arolla, tra il Cervino e il Grand Combin. Le due vittime abitavano nella provincia di Lecco.