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Russia annuncia esercitazioni nucleari, oggi il giorno di...
Russia annuncia esercitazioni nucleari, oggi il giorno di Putin
Oggi l'insediamento del presidente per il quinto mandato mentre Mosca si prepara a esercitazioni delle forze nucleari tattiche
L'annuncio di esercitazioni delle forze nucleari tattiche, il primo pubblico, "nel breve futuro", in una località non precisata della Russia, precede di qualche ora l'insediamento di Vladimir Putin per il quinto mandato da Presidente, a due giorni dalla giornata della Vittoria che celebra l'anniversario della sconfitta delle forze naziste nel 1945.
Le esercitazioni, su istruzione di Putin al ministero della Difesa, saranno dedicate "ai preparativi e al dispiegamento" delle forze nucleari non strategiche "a operare missioni di combattimento" e hanno come obiettivo quello di "garantire l'integrità territoriale e la sovranità dello Stato russo", in risposta a "dichiarazioni provocatorie e minacce contro la Russia da parte di certe personalità occidentali", ha reso noto il ministero della Difesa.
Le accuse alla Nato
"Dispiegare soldati Nato per confrontare militari russi nell'escalation di tensioni è un passo senza precedenti. E richiede attenzione e misure speciali", ha spiegato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citando le recenti dichiarazioni di alcuni esponenti occidentali, fra cui Emmanuel Macron, ma anche di personalità Usa e Gb, spiegando di "non aver nulla da aggiungere". Prenderanno parte alle esercitazioni, ha precisato il ministero della Difesa, unità missilistiche del Distretto militare meridionale (Caucaso del Nord), sostenute dalle forze aeree e da quelle della marina. Le armi nucleari tattiche, su cui la Russia ha investito molto negli ultimi anni, sono da usare sul campo di battaglia, contrariamente a quelle strategiche, destinate a raggiungere obiettivi lontani dal fronte.
Chi sarà presente al Cremlino
Intanto, in vista dell'insediamento di oggi di Putin al Cremlino - dopo la rielezione a marzo con l'87,5% dei voti - l'Ue e i suoi Stati membri "stanno ancora discutendo sull'approccio" da tenere di fronte all'invito da parte del presidente russo a partecipare alla cerimonia e "non è stata ancora presa una decisione finale, ha affermato il portavoce dell'Ue per gli Affari Esteri Peter Stano, durante il briefing con la stampa a Bruxelles, precisando che l'Alto Rappresentante Josep Borrell è contrario alla partecipazione dell'Ue domani" alla cerimonia.
"Confermo che è stato mandato un invito ufficiale dal Cremlino - continua - agli Stati membri dell'Ue e alla delegazione dell'Ue a Mosca. Stiamo discutendo con i nostri Stati membri sulla forma della nostra risposta", perché "puntiamo sempre ad avere un approccio coordinato, quando è possibile, in politica estera", ha concluso.
Si sa che non saranno presenti alla parata diplomatici di Lituania, Estonia e Lettonia e della Repubblica Ceca: ieri il ministro degli Esteri, Jan Lipavský, ha annunciato che il governo ha richiamato l'ambasciatore a Mosca e che Praga non sarà rappresentata alla cerimonia di inaugurazione. La Francia sarà rappresentata dal proprio ambasciatore a Mosca, Pierre Levy, come ha indicato all'agenzia Tass una fonte diplomatica francese.
A Mosca, poi, nelle ultime ore si sono svolte le prove per la parata sulla Piazza Rossa di giovedì, quando sfileranno, oltre ai carri armati, anche missili tattici Iskander-M, S-400, e missili balistici intercontinentali Yars. Contrariamente al 2022, pochi mesi dopo l'inizio dell'invasione dell'Ucraina, e al 2023, si leveranno in volo aerei da combattimento Su-30SM, Mig-29 e Su-25. E' stata invece cancellata, come lo scorso anno, la marcia degli immortali, sfilata di russi con le immagini di un familiare morto nella Grande guerra patriottica. Ufficialmente, per ragioni di sicurezza.
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Gaza, ultimatum a Netanyahu: scontro con Gantz sul piano...
L'ex ministro della Difesa e membro del gabinetto di guerra ha chiesto al premier di elaborare un piano contro Hamas entro l'8 giugno o, in caso contrario, si ritirerà dal governo. Durissima la replica
Ultimatum a Benjamin Netanyahu su Gaza e scontro aperto nel governo israeliano sul futuro della Striscia. A dettare le condizioni è l'ex ministro della Difesa e membro del gabinetto di guerra Benny Gantz, che ha chiesto ieri al premier di elaborare un piano per la guerra contro Hamas entro l'8 giugno o, in caso contrario, si ritirerà dal governo.
Il ritiro di Gantz dal gabinetto di guerra non scatenerebbe automaticamente il collasso del governo di Netanyahu. Tuttavia, nota la Cnn, il gesto potrebbe ribaltare l’immagine di unità in tempo di guerra che Netanyahu ha tentato di creare e sostenere finora, soprattutto di fronte alla comunità internazionale.
Il piano per Gaza: cosa ha detto Gantz, la replica
Per Gantz il piano dovrebbe prevedere l'eliminazione di Hamas, il ritorno degli ostaggi, un governo alternativo nella Striscia, ma anche riportare i residenti israeliani nel nord di Israele e sforzi per la normalizzazione con l’Arabia Saudita. Il primo ministro israeliano, insomma, deve scegliere tra "vittoria e disastro", ha spiegato. Se Netanyahu "scegliesse di condurre la nazione nell'abisso, ci ritireremo dal governo, ci rivolgeremo al popolo e formeremo un governo che possa portare a una vera vittoria", ha ammonito. Gantz ha tuttavia difeso le operazioni militari israeliane a Rafah, definendo la città una "porta" per il ritorno di Hamas e ha affermato che, per raggiungere la pace tra israeliani e palestinesi, Hamas non può rimanere a Gaza e deve essere allontanato da Rafah. Riconoscendo l'impatto devastante che la guerra sta avendo sui civili, ha però insistito sulla necessità di una "decisione".
"È necessario un cambiamento qui e ora" ha detto, assicurando che il suo partito di Unità nazionale "farà tutto il possibile per cambiare rotta, per evitare uno schianto contro il muro e per garantire che Israele navighi in sicurezza verso una vera vittoria". Gantz ha quindi denunciato che "mentre i soldati israeliani stanno dimostrando un coraggio incredibile al fronte, alcune delle persone che li hanno mandati in battaglia agiscono con codardia e mancanza di responsabilità. Mentre nei tunnel bui di Gaza gli ostaggi subiscono le agonie dell'inferno, ci sono alcuni che sono coinvolti in sciocchezze", ha accusato ancora il ministro, secondo cui "qualche politico pensa solo a se stesso".
L'ultimatum di Gantz arriva pochi giorni dopo che l'attuale ministro della Difesa Yoav Gallant ha pubblicamente chiesto un piano per il dopoguerra e ha avvertito che si sarebbe opposto al dominio israeliano a Gaza. Gallant ha messo in guardia sulle conseguenze di una presenza militare israeliana a lungo termine nella Striscia e ha denunciato direttamente Netanyahu.
Prevedibilmente, le parole di Gantz hanno provocato l'ira del premier israeliano. Benny Gantz "ha lanciato un ultimatum al primo ministro, invece, di lanciarlo ad Hamas" ha replicato duramente l'ufficio di Benjamin Netanyahu. Richieste che significano "la fine della guerra e la sconfitta per Israele, abbandonare la maggioranza degli ostaggi, lasciare Hamas al potere e creare uno Stato palestinese". L'ufficio del premier israeliano ha quindi rilanciato, ponendogli tre domande: "Gantz vuole vedere l'operazione a Rafah arrivare fino alla fine e, in tal caso, perché minaccia di rovesciare il governo di unità durante l'operazione delle Idf? Si oppone al governo dell'Autorità palestinese a Gaza, anche se Mahmoud Abbas non è coinvolto? Sarebbe favorevole a uno Stato palestinese come parte di un processo di normalizzazione con l'Arabia Saudita?".
"Il primo ministro Netanyahu - si legge ancora nella nota del suo ufficio - è determinato a eliminare i battaglioni di Hamas, si oppone a portare l'Autorità palestinese a Gaza e a creare uno Stato palestinese che sarà inevitabilmente uno Stato terroristico". Netanyahu, aggiunge, "si aspetta che Gantz chiarisca all'opinione pubblica le sue posizioni su questi punti".
Secca la controreplica di Gantz a Netanyahu: "Se il premier mi avesse ascoltato, saremmo entrati a Rafah mesi fa e avremmo concluso la missione. Dobbiamo finirla e creare le condizioni per farlo". Sull'Autorità nazionale palestinese a Gaza, l'ex ministro della Difesa ha affermato che l'Anp non dovrebbe governare la Striscia, mentre potrebbero farlo altri palestinesi, con il sostegno dei Paesi arabi e degli Stati Uniti: "Il primo ministro dovrebbe occuparsi di questo e non boicottare questi sforzi", le parole di Gantz.
lntanto il leader dell’opposizione israeliana, Yair Lapid, ha esortato i ministri del gabinetto di guerra a "uscire" dal governo, suggerendo che il loro addio all'esecutivo potrebbe portare alla rimozione del primo ministro Netanyahu. "Basta con le conferenze stampa, basta con gli ultimatum vuoti, fuori! Se non fossi al governo, saremmo già nell’era post-Netanyahu e Ben-Gvir", ha detto Lapid rivolgendosi direttamente a Gantz e aggiungedo: "Il fatto che Netanyahu sia ancora al potere è già registrato a tuo nome", ha aggiunto.
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Ucraina, Lavrov: “Conflitto tra Occidente e Russia al...
Secondo il ministro degli Esteri russo l'Europa non tornerà ad avere buoni rapporti con Mosca "per almeno una generazione"
Il conflitto tra l'Occidente e la Russia per la guerra in Ucraina è ora "al suo apice" e l'Europa non tornerà ad avere buoni rapporti con Mosca "per almeno una generazione". A dichiararlo è stato oggi il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, assicurando che a pensarla in questo modo non sono solo molti russi ma che lo stesso Cremlino "considera questa valutazione corretta".
"Dopo il fallimento della controffensiva ucraina, i Paesi occidentali hanno iniziato a diffondere la tesi, apertamente falsa, che non ci fermeremo in Ucraina", ha dichiarato Lavrov durante la 32esima Assemblea del Consiglio per la politica estera e di difesa.
Lavrov ha quindi criticato la retorica dei Paesi occidentali, per i quali Putin vincerà la guerra in Ucraina "e poi attaccherà la Nato, quindi tutti devono urgentemente armarsi fino ai denti". Il ministro russo ha criticato "questa retorica" come parte di un discorso sempre più duro contro la Russia.
Presidente Duma: "Ue viola libertà di stampa ed espressione"
Il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, ha accusato l'Unione Europea di censura e di violare la libertà di stampa e di espressione all'indomani della decisione del Consiglio Ue di sospendere le attività radiotelevisive di quattro media che "diffondono e sostengono la propaganda russa e la guerra di aggressione contro l'Ucraina" ovvero Voice of Europe, Ria Novosti, Izvestia e Rossiyskaya Gazeta.
In un post su Telegram, Volodin - stretto alleato del presidente russo Vladimir Putin - ha accusato l'Occidente di doppi standard, sostenendo che l'Unione Europea abbia bloccato media che diffondono quelli che ha definito "punti di vista alternativi". In Russia, molti media dell'opposizione e che criticano le politiche di Putin sono bloccati.
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Georgia, presidente ha posto il veto su legge agenti...
La legge era stata approvata nei giorni scorsi in via definitiva dal Parlamento di Tblisi
Come atteso, la presidente della Georgia Salome Zurabishvili ha posto il veto sulla legge sugli agenti stranieri, approvata nei giorni scorsi in via definitiva dal Parlamento di Tblisi. "Ho posto il veto sulla legge 'russa'", ha dichiarato Zurabishvili.
“Oggi ho posto il veto alla ‘legge russa’, una legge che, in sostanza, contraddice la nostra Costituzione e tutte le norme europee e rappresenta un ostacolo al cammino europeo”, ha detto la presidente georgiana in un discorso al Paese e pubblicato sul sito ufficiale, sottolineando come il veto sia "legalmente giustificato".
La legge sulla trasparenza dell'influenza straniera, voluta con forza dal partito di governo Sogno georgiano e contestata dall'opposizione, che ha portato in piazza migliaia di persone, obbliga le organizzazioni, i media ed entità simili che ricevano almeno il 20% di finanziamenti dall'estero a registrarsi come "agenti che difendono gli interessi di forze straniere". Sul modello di quanto fatto dalla Russia, che ha così giustificato la repressione e la chiusura di ong e mezzi di comunicazione dell'opposizione.