Cronaca
Internet, cosa fare se non funziona: dai test fai da te...
Internet, cosa fare se non funziona: dai test fai da te alla richiesta di indennizzo
I consigli dell'Unione nazionale consumatori
La qualità e soprattutto velocità della connessione alla Rete internet è spesso messa a dura prova e agli sportelli dell'Unione nazionale consumatori arrivano sempre più spesso richieste di assistenza perché Internet non funziona. Ecco allora alcuni consigli da seguire per risolvere il problema nel minor tempo possibile.
1) Test fai da te: se nel bel mezzo di una call di lavoro, o sul finale della nostra serie tv preferita, internet non funziona, segui questi pratici consigli per provare a risolvere i problemi con la tua connessione internet: il primo passo è accertarsi che il problema con internet non dipenda dai nostri dispositivi (magari è il nostro smartphone o il pc a non funzionare); un consiglio sempre buono quando si parla di tecnologia è quello di resettare il computer, smartphone o router spegnendoli e riaccendendoli (un consiglio da boomer, ma a volte funziona); c’è poi da controllare che i cavi del modem siano correttamente collegati (spesso è tutta colpa di un falso contatto); in ogni caso, per verificare che la problematica non dipenda dal proprio dispositivo -se possibile- conviene testare un altro apparecchio per verificare se la connessione funzioni.
2) Speed test certificato: se una volta eseguiti i test elencati qui sopra, la connessione continua a non funzionare allora la problematica è probabilmente imputabile al gestore della rete: in questo caso, il primo passaggio sarà quindi quello di contattare il proprio operatore e parlare con il reparto tecnico. Se il reparto tecnico non riscontra anomalie facilmente risolvibili, sarà il caso di effettuare uno speed test certificato, misurare cioè la qualità della propria connessione. Per eseguire il test certificato, lo strumento più adatto è Ne.Me.Sys, un software gratuito fornito dall’Agcom, che consente di misurare la connessione internet. Ne.Me.Sys, è accessibile visitando il Misura internet dal sito dedicato: una volta avviata la misurazione della rete internet verrà rilasciato un certificato di qualità che sarà poi utile come allegato al reclamo da inviare all’operatore.
A proposito di fibra, l'Unc suggerisce come comportarsi soprattutto nei casi in cui la velocità di navigazione è inferiore a quanto stabilito dal contratto. Una volta verificato che la linea internet non funziona come dovrebbe e che il problema è imputabile al gestore, il passaggio successivo è quello di inviare un reclamo scritto per chiedere di risolvere la problematica e il rimborso forfettario per la scarsa qualità del servizio.
Ecco i passaggi da seguire:
1) Segnalare tempestivamente il problema al gestore della connessione o tramite una chiamata al call center, o tramite un messaggio da inviare nella sezione dedicata dell’area clienti.
2) E' importante conservare il numero di pratica a cui fa riferimento la nostra richiesta di assistenza
3) Conservate anche gli screenshot delle conversazioni intrattenute con l’assistenza clienti.
In questi casi il consumatore ha anche il diritto (a seguito del disservizio) di recedere dal contratto (o di passare ad altro operatore): in questo caso è bene ricordare che non potranno essere applicate penali. Può succedere però che l’operatore non si dimostri così veloce a risolvere il vostro problema o non offra una soluzione soddisfacente. Nessuna paura: in questi casi ci si può rivolgere agli esperti dell'Unione nazionale consumatori per avviare una procedura di conciliazione e sarà molto utile la misurazione effettuata con Ne.Me.Sys di Agcom da allegare alla segnalazione.
Se la connessione internet non funziona il consumatore ha anche il diritto di ottenere un indennizzo: in caso di malfunzionamento del servizio con interruzione completa del servizio, spettano all’utente 6 euro al giorno; in caso di malfunzionamento con servizio irregolare e discontinuo l’indennizzo sarà di 3 euro al giorno.
A questi importi possono aggiungersi altri importi, ad esempio: se l’operatore non risponde ai reclami: 2,50 euro al giorno. Inoltre, altri indennizzi sono questi: ritardo nell’attivazione del servizio: 7,50 euro per ogni giorno di ritardo; disservizi del passaggio tra operatori: 1,50 euro al giorno, che salgono a 5 euro se si tratta solo del numero telefonico; ritardo nell’attivazione di servizi accessori a pagamento: 2,50 euro. Nel caso in cui i servizi fossero gratis, il rimborso è di 1 euro al giorno.
Cronaca
‘Ok school academy’, scuola regala dispositivi...
Tra i dispositivi in questione non poteva mancare WinLet, un piccolo ma indispensabile alleato che già in svariate occasioni è andato in soccorso di giovani in difficoltà
La scuola non è mai stata così sicura: 'Ok school academy', istituto bresciano nato nel 2000, è infatti il primo ad aver scelto di regalare dispositivi anti-violenza ai propri studenti. Si tratta di un’iniziativa senza precedenti, che mira a sottolineare l’importanza della sicurezza dei ragazzi, sia all’esterno che all’interno della scuola. Tra i dispositivi in questione non poteva mancare WinLet, un piccolo ma indispensabile alleato che già in svariate occasioni è andato in soccorso di giovani in difficoltà, aiutandoli a sottrarsi a situazioni di pericolo. WinLet è un dispositivo di sicurezza personale ed è proprio di quest’argomento che si è parlato nel corso dell’evento 'Sicuro per la Città: Si Può?', organizzato dall’associazione 'Brescia più di prima' e tenutosi il 6 maggio presso l’area 12 Hub in via Arturo Reggio.
Tra le personalità di spicco presenti all’evento l’onorevole Martina Semenzato, presidente della Commissione Parlamentare di Inchiesta sul Femminicidio, l’onorevole Simona Abbandonali, parlamentare della Repubblica e Simonetta Conter, presidente dell’Associazione 'Brescia più di prima'. In un periodo in cui le grandi città vengono percepite come insicure, se non addirittura pericolose, emerge l’importanza di garantire un ambiente sicuro per i giovani. E il posto da cui cominciare deve essere proprio la scuola, perché lì i ragazzi trascorrono la maggior parte del loro tempo ed è fondamentale che lo considerino un luogo in cui imparare – non solo le nozioni scolastiche, ma anche i valori di fiducia, rispetto, consapevolezza e sicurezza individuale.
L’iniziativa di WinLet e Ok school academy mira proprio a questo. In collaborazione con aziende sponsor del territorio, la scuola donerà questi dispositivi a tutti gli studenti che ne faranno richiesta, e che dovranno pagare soltanto l’abbonamento mensile per l’attivazione del dispositivo, mentre il costo sarà coperto interamente dalle aziende sponsor. WinLet è nato da un’idea di Pier Carlo Montali, amministratore e fondatore della startup milanese Security Watch.
Montali si è dichiarato molto felice della collaborazione intrapresa con la Ok school academy. “Il nostro obiettivo è quello di lavorare sia con la tecnologia che con la formazione per contrastare la violenza in tutte le sue forme”, ha commentato Montali, affermando inoltre l’intenzione di mettersi a disposizione di tutte le scuole che lo desidereranno per organizzare eventi di questo tipo e per regalare, sia agli studenti che ai loro genitori, “una giornata di formazione per la prevenzione contro la violenza. Le scuole non dovranno fare altro che contattarci con un’email a info@winlet.it, sarà poi il nostro team a organizzare l’evento e la raccolta degli sponsor per la donazione del dispositivo”, ha concluso l’imprenditore.
“L’iniziativa - spiega Nicola Orto, legale rappresentante di Ok school academy - rappresenta non solo un atto concreto di prevenzione, ma anche un potente messaggio di attenzione e cura che giorno dopo giorno trasferiamo ai nostri studenti. Questa attività rientra in pieno all’interno del progetto Sole (Sensibilizzazione, onestà, legalità, educazione civica) che, attraverso azioni ed interventi volti a contrastare l’atteggiamento scorretto, promuove la cultura della legalità e consente di esplorare la virtù delle regole, di rafforzare la propria identità, di costruire il senso di responsabilità e sperimentare il valore della solidarietà e dell’interculturalità".
"La scuola - conclude Orto - la prima istituzione con cui l’individuo si confronta nel suo percorso di crescita, ha il dovere di diffondere ai propri studenti informazioni come queste”. La Ok school academy è stata la prima, ma è necessario che non sia l’ultima: dispositivi come WinLet possono venire in aiuto delle persone, pertanto facilitarne l’accesso è il primo passo per il raggiungimento di una maggiore sicurezza individuale.
Cronaca
Terremoto Campi Flegrei, psicologi: “Metafora di...
"La domanda più frequente è quando finisce?" dice all'Adnkronos Salute Armando Cozzuto, presidente dell'Ordine degli psicologi della Campania
Il terremoto ai Campi Flegrei ha messo la gente "a dura prova". A dirlo è Armando Cozzuto, presidente dell'Ordine degli psicologi della Campania, parlando all'Adnkronos Salute. "Un boato, fortissimo, qualcosa davvero difficilmente descrivibile. La sensazione che si alzi il suolo sotto i piedi. E' proprio la metafora dell'instabilità, mentre noi nella vita cerchiamo la certezza". Gli ultimi eventi, culminati nella forte scossa di ieri, hanno ovviamente aggiunto tensione, "preoccupazione". "Anche se, almeno nell'area in cui mi trovavo io - riferisce - non ho visto scene di panico incontrollato. La risposta della popolazione mi è sembrata esemplare". Anche Cozzuto, che vive a Pozzuoli e ha "due figli piccoli", era in strada ieri. E sa come si vive con un supervulcano sotto i piedi: "Il bradisismo è un fenomeno con il quale conviviamo oramai da diversi mesi. La popolazione in parte qui è abituata, ma questi ultimi eventi veramente hanno messo a dura prova tutti. La prima domanda che fanno le persone è: quando finisce?".
Ieri, racconta, "sul lungomare Pertini praticamente erano tutti riversati in strada. Proprio dove abito io è caduto un palo che porta la corrente alla ferrovia Cumana e ha bloccato ogni possibilità di uscita con le auto dal parcheggio. Ma devo riconoscere che l'intervento dei tecnici della Protezione civile è stato immediato. In meno di mezz'ora il palo è stato rimosso ed è stato possibile uscire. Sono arrivati Polizia municipale, Vigili del fuoco, Protezione civile e soprattutto c'erano gli psicologi per supportare la popolazione in queste prime fasi di emergenza. Solo sul lungomare ne ho contati 4. Sono intervenute le associazioni iscritte nei registri di Protezione civile, specializzate in psicologia delle emergenze, l'associazione Psicologi per i popoli e la Sipem (Società italiana di psicologia dell'emergenza). Hanno una serie di protocolli d'intervento che consentono di contenere i vissuti traumatici e di evitare l'insorgere di successivi disturbi come il disturbo post-traumatico da stress".
"Da cittadino, genitore, psicologo, devo dire però - aggiunge Cozzuto - che da parte della popolazione ho visto una reazione di preoccupazione e apprensione, ovviamente, ma equilibrata. Mi aspettavo che ci fosse più confusione, di non poter camminare con le auto. C'è stato, invece, un reciproco aiuto, le persone si fermavano, nessuno correva. C'erano anche tanti bambini, non ho visto persone urlare. Ovviamente molto dipende dalle risorse che ognuno ha, quindi c'era chi magari si preoccupava di più e chi manteneva maggiormente la calma. Certamente vedere le istituzioni presenti sul territorio ha tranquillizzato. E anche la presenza degli psicologi, fin da subito sul campo, è stata importante. Perché, comunque, si vive un trauma e poterlo condividere aiuta, vedere i professionisti presenti, in divisa, pronti a gestire l'emergenza è stato già rassicurante. Gli psicologi venivano proprio fermati dalle persone, anche per parlare con i bambini".
Le tecniche che vengono utilizzate in questi contesti dagli psicologi delle emergenze sono "protocolli di 'defusing' e 'debriefing', con cui si punta a contenere il vissuto emotivo e a disinnescare eventuali disturbi che potrebbero insorgere successivamente", illustra Cozzuto. "Con il supporto adeguato anche la paura trova il suo significato". Convivere col bradisismo può essere sfibrante, spiega lo psicologo. "Da un lato è vero che", non essendo qualcosa di improvviso, "si metabolizza in piccola parte ciò che si sta vivendo, ma il grande problema è dato dall'imprevedibilità. Non sapremo mai con certezza quando può accadere e questo può innalzare i livelli d'ansia. L'esito dipende anche dai servizi che vengono attivati sul territorio, dalle risorse di cui dispongono i cittadini. Perché ci sono persone che magari sono state nel tempo abituate ad affrontare momenti di difficoltà e altre che invece possono vedere compromessa la loro quotidianità ed è necessario che si rivolgano al servizio pubblico, agli specialisti psicologi per affrontare quello che sta accadendo".
"Vivere a poche centinaia di metri dall'epicentro della scossa ovviamente mette a dura prova, è inevitabile - continua Cozzuto -. In zona, da quello che ho potuto vedere, tutti hanno passato la notte fuori. Sono state installate delle tende nei campi di basket che ci sono sul lungomare, c'è anche chi ha dormito in auto. Io personalmente sono stato lì fino a tarda notte, poi con i miei due bambini mi sono spostato da alcuni parenti che vivono un po' più distante e sono tornato qui perché si stanno coordinando le attività insieme al Comune e alla Protezione civile. Adesso stiamo aspettando che la Regione ci dia direttive, sono tutti riuniti, ci sono tutti i sindaci delle aree coinvolte collegati in streaming. Noi ci uniamo in questa fase di coordinamento e da queste riunioni emergerà come potremo gestire la situazione, sperando di poterla definire presto post-emergenziale. In ogni caso al momento sono dispiegate tutte le forze sul territorio".
"Di questa notte - racconta ancora il presidente degli psicologi campani - mi hanno colpito soprattutto gli anziani, oltre alla risposta generale della popolazione: erano lì sul lungomare, avevano questa capacità di tranquillizzare le persone, si sono fermati a sorridere ai bambini. Molti sono nati e cresciuti qui, avranno vissuto la crisi bradisismica degli anni '80, e con la loro esperienza e competenza sono riusciti in parte a rassicurare anche gli adulti che, a loro volta, hanno il senso di responsabilità di avere i figli piccoli" da tutelare. "Quello che ci auguriamo ora - conclude - è che a questa fase di innalzamento del suolo segua una fase di abbassamento, che l'attività vulcanica si riduca e si possa tornare a una vita quotidiana regolare. Ovviamente sempre con questa incognita che deriva dal fatto di vivere in un territorio vulcanico, però ci auguriamo che questo fenomeno possa regredire, così come è accaduto negli ultimi decenni".
Cronaca
Chico Forti, visita alla madre forse già domani: uscirà dal...
Secondo quanto apprende l'Adnkronos il detenuto trasferito in Italia dagli Usa sabato scorso, potrà vedere la mamma di 96 anni nelle prossime ore
Chico Forti, che ha ottenuto il permesso per incontrare la madre, potrebbe lasciare il carcere già domani. Secondo quanto apprende l'Adnkronos, sarà accompagnato da una scorta formata da agenti di polizia penitenziaria.
"Mi sono mantenuto così solo per mia madre - ha detto il 65enne trentino in un'intervista esclusiva al Tg1 al suo arrivo in Italia sabato scorso - spero di vederla presto e darle un grande abbraccio".
Trasferito domenica nel carcere di Montorio a Verona Forti aveva subito inoltrato la richiesta urgente di poter incontrare la madre, Maria Loner, di 96 anni.